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Act. 1 | "The Other Galaxy"
Fragile Guerriera
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Capitolo uno
• La paladina del coraggio •
La mia professoressa mi guarda in cagnesco, una punizione, questa volta, non me la toglierà nessuno. Tengo lo sguardo abbassato con l'aria imbarazzata e, come al solito, i miei compagni ridono alle mie spalle. Ogni giorno, sempre la stessa scena.
Fragile Guerriera
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Capitolo uno
• La paladina del coraggio •
«Di nuovo in ritardo, Lisa.»
La mia professoressa mi guarda in cagnesco, una punizione, questa volta, non me la toglierà nessuno. Tengo lo sguardo abbassato con l'aria imbarazzata e, come al solito, i miei compagni ridono alle mie spalle. Ogni giorno, sempre la stessa scena.
«Vuoi fare i compiti extra o lavare i pavimenti?» domanda ironicamente una delle mie compagne.
Non
oso neanche rispondere, almeno per non peggiorare la situazione. Rei ed
Ami sono le uniche ragazze che non parlano anzi, si sentono a disagio
nel vedermi avvilita. Per tanto tempo, sono stata sempre da sola. Usagi
e le altre vogliono approcciare con me e, come sempre, non faccio mai
un passo avanti e resto sempre in disparte. I miei compagni di scuola
m'ignorano completamente; è come se non fossi lì con loro
o meglio, come un fantasma.
Mentre mangio una mela verde, vedo Rei venirmi incontro e sedersi accanto a me.
«Lisa, perché te ne stai qui?» mi chiede confortante.
«Nessuno mi vuole.» mormoro con lo sguardo basso, giocherellando con una ciocca dei miei capelli bruni e lucenti.
«L'unica cosa su cui posso contare è la solitudine.»
«Ci
siamo io e le altre ragazze, non è il caso di dire
così.» mi sorride dolcemente. Non posso non ricambiare
quel dolce gesto amichevole, l'unica persona che ha il coraggio di
sorridere davanti a me.
«Sei davvero buona, Rei.» la guardo con un sorriso, il più forzato di sempre.
«A me piace tanto aiutare le persone come te, Li. E poi, smettila di compiangerti.» appoggia poi una mano sulla mia spalla.
«Beh... è solo che...»
«Non
voglio più vederti così avvilita. Me lo prometti,
Li?» allunga il mignolo dell'altra mano come segno di promessa.
«Te lo prometto.» sorrido, incrociando infine il mio mignolo col suo.
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Corro
in bagno e chiudo la porta, andando poi davanti allo specchio. I miei
occhi azzurro chiaro sono lucidi, come due grandi zaffiri. Se
c'è una cosa che odiavo di me stessa è il colore dei miei
capelli: castano scuro. Bellissimi? Non proprio.
Lo
direbbe mai un ragazzo? Sarei mai parsa bella anche a lui, priva di
difetti e degna di essere presa tra le braccia, consolata e amata?
Certo,
il mio carattere è sempre stato infantile - colleziono ancora i
peluche dei manga più famosi -, ma so ragionare come un'adulta.
Mi sistemo frettolosamente i capelli prima di uscire, cambiarmi le
scarpe e poter finalmente tornare a casa.
Arrivata
nella mia stanza - dopo aver visto le vetrine con aria sognante, come
sempre -, apro la porta del bagno e mi faccio una doccia veloce, poi
vado in camera mia a studiare per il prossimo esame. Di colpo, trovo un
braccialetto con due piccole biglie rosse e una azzurra al centro,
proprio accanto al mio diario.
Non
appena le sfioro con le dita, cominciano a fluttuare davanti a me e ad
illuminarsi sprigionando una luce abbagliante. Appare l'immagine di una
galassia viola e azzurra, poi una strana scritta in corsivo. L'istinto
mi dice che è una trappola, ma nulla mi vieta di leggerla ad
alta voce.
«Potere di Andromeda, vieni a me.»
Non appena finisco di pronunciarla, la luce diventa sempre più forte e comincio a sollevarmi da terra.
I
miei capelli bruni e lunghi diventano azzurri, raccolti in una coda
alta e liscia; il fermaglio è ricoperto di brillantini argentati
e due perle rosso chiaro. La mia uniforme scolastica cambia
completamente forma diventando azzurra, blu e bianca. I bordi della
gonna d'argento, le maniche di un azzurro chiaro brillantinato e
trasparente. Appare poi un fiocco d'argento splendente e al centro, si
attacca la biglia azzurra. Le mie ballerine rosa diventano delle scarpe
col tacco blu scuro legate insieme ad un nastro bianco e sulla mia
fronte si disegna una tiara d'oro.
Finalmente, ritorno coi piedi a terra con quello strano vestito addosso e quel colore di capelli assurdo; mi sento una persona nuova.
«Che cosa è successo?» domando intontita, e una strana voce mi risponde.
«Sei diventata Sailor Y, la paladina del coraggio della galassia Andromeda.»
Mi
guardo davanti lo specchio affascinata, sfiorando con i polpastrelli il
tessuto morbido della gonna e del fiocco argentato. Sono diventata
davvero una guerriera?
«Perché proprio io?»
«Sei una ragazza particolare, dentro di te si nasconde una coraggiosa guerriera.»
Distolgo lo sguardo.
«Non è vero.»
Lo
specchio riflette una ragazza dal carattere fragile, una fifona che ha
paura di tutto ciò che vedeva intorno a sé. Come
può quella voce dire il contrario?
«Devi solo liberarti da te stessa.»
«N-no... aspetta!»
Non sento più la voce, probabilmente è sparita. Mi sono trasformata improvvisamente in una supereroina. Una scoraggiata come me non può esserlo, i malvagi rideranno sicuramente di me. No, non può essere vero, questo accade nei manga e nei cartoni animati... com'è possibile?
Non sento più la voce, probabilmente è sparita. Mi sono trasformata improvvisamente in una supereroina. Una scoraggiata come me non può esserlo, i malvagi rideranno sicuramente di me. No, non può essere vero, questo accade nei manga e nei cartoni animati... com'è possibile?
Se questo è un sogno, svegliatemi.