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Autore: satakyoya    24/09/2017    0 recensioni
Ebe, una ragazza angelo, e Pan, un ragazzo demone. Lei del PARADISO e lui dell'INFERNO.
Dei pretendenti per i due protagonisti. Pretendenti non desiderati ma costretti a dimostrare il loro amore davanti a tutti e tutto.
due destini che si uniscono, una maledizione che rischia di dividerli. uno scontro che cercherà di unire i due mondi.
Ce la faranno nella loro impresa??? E poi, riusciranno a vivere insieme o saranno condannati a restare divisi da una forza superiore?? Chi sarà questa forza superiore?
Lo scoprirete solo leggendolo e se vi piace recensite!!
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
Capitoli:
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[…
“Ade, ti ripeto che io non c’entro nulla. Non sono stato io a decidere tutto questo. Quindi non prendertela con me.” disse Zeus.
“Come se io potessi credere alle tue parole!” disse Ade.
 Passò de tempo, ma Zeus e Ade continuarono a combattere l’uno contro l’altro. Sembravano entrambi molto forti e intenzionati a non arrendersi.
“A quanto pare non intendi arrenderti. Beh, allora prendi questo!” disse Ade stendendo la mano destra (dove c’era la spada) contro Zeus. Iniziò a fare dei piccoli cerchi e questo portò vari colpi su tutto il corpo di Zeus, ma lui resistette.
“Certo che non mi arrendo.” disse Zeus. Rimase in piedi finché non smise di essere colpito poi prese con entrambe le mani la spada ed andò incontro ad Ade cercando di colpirlo al corpo. Ma nemmeno stavolta ci riuscì.
“Hai una barriera protettiva bella forte a quanto sembra.” Disse Zeus.
“Sei proprio convinto di vincere e di essere in grado di proteggere tutti.” Disse Ade.
“Io proteggerò tutti. E tu non mi fermerai. Anche a costo della mia vita.” Disse Zeus.
“Protettivo come sempre. Anche da bambino eri così.” Disse Ade.
Loro continuarono a combattere e a sferrare colpi di spada. A un certo punto si avvicinarono e rimasero così per un po’ di tempo.
“Infatti io ti ho sempre aiutato e sostenuto. Sempre. Quindi perché fai così?” disse Zeus.
“Perché? Perché? PERCHÉ TU SEI SEMPRE STATO NELLE ATTENZIONI DI PAPÀ! TU SEI QUELLO CHE È STATO CONSIDERATO MIGLIORE DI TUTTI E TRE! E PAPÀ TI HA INSEGNATO OGNI COSA DEL SUO LAVORO. MENTRE A NOI NON HA INSEGNATO NULLA!” disse Ade in tono arrabbiato.
“Questo non è vero. Aveva insegnato delle cose anche a te. Siete venuti entrambi a scuola insieme a me quindi avete avuto la mia stessa istruzione.” disse Zeus. Subito dopo si allontanarono, ma Ade non voleva farla passare liscia a Zeus, così andò verso di lui.
“Bugiardo! Noi ci siamo andati l’anno dopo!” disse Ade.
“Allora dimmi, chi è colui che vi ha aiutati e portati a scuola tutte le volte quando eravamo piccoli?” disse Zeus.
“È STATO PAPÀ! SOLO PAPA’!” urlò Ade. Quelle parole erano così forti e potenti che riuscii a percepirlo.
“Ti sbagli. Sono stato io. Sono io che vi ho aiutato perché papà non poteva entrare. Lo ricordi?” Disse Zeus.
NO! NON E’ VERO! TU SEI SOLO UN TRADITORE! UNO SPORCO TRADITORE! Beh, visto che non ti arrendi, direi che faccio un altro bel salutino alla città di quella mocciosa. Proprio sotto i tuoi occhi.” Disse Ade.
“Ehi, ma che fai! Non vorrai di nuovo…” disse Zeus, ma Ade non lo aveva mica in considerazione.
Così lui si girò alla sua sinistra e iniziò a creare con le mani una strana luce rotonda e verde. Inizialmente era piccola un paio di centimetri, ma poi questa diventò più grande.]
Io a quella distanza vidi inizialmente un puntino tra le mani di Ade. Non capivo cosa fosse ma sembrava diventare leggermente più grande.
“Eh? Ma che cos’è quello? … Non dirmi che…” dissi io.
“Ehi, Ebe, che succede? Che cos’hai adesso?” disse Pan a fianco a me.
“Pan, presto, liberami subito! Non c’è un minuto da perdere.”
“Eh? Ma che succede?”
“Tu sbrigati a farmi uscire da qui!” dissi io.
“Ma perché? Che cosa intendi…”
“Non capisci cosa sta succedendo? Quel maledetto di Ade sta per fare un’altra volta quello che ha fatto prima! Ha intenzione di far soffrire di nuovo tutti quelli della mia città! Così sbrigati a liberarmi!” dissi io girandomi verso di lui e con tono serio.
Non volevo assolutamente che qualcosa succedesse ai miei amici, alla gente della città, ma soprattutto di nuovo a mio padre. Se fosse successo io assolutamente non lo avrei perdonato. Per nulla al mondo volevo che colpisse di nuovo degli innocenti.
“Ebe ma non capisci che non possiamo fare niente contro di lui? Ade è troppo potente per noi. Solo qualcuno come Zeus o Efesto possono…”
“Quindi mi stai dicendo di rinunciare e di stare a guardare mentre quelli a cui tengo vengono colpiti dalla maledizione e i più deboli portati alla morte?” dissi io. Pan ne rimase completamente sconvolto da queste parole. Ma rimase in silenzio.
“Beh, se è così, allora mi dispiace, ma io non voglio permetterlo.” Dissi io guardando Ade con quella cosa in mano.
[La luce rotonda creata da Ade smise di ingrandirsi quando diventò di 10 centimetri di dimensioni. Sembrava essere più grossa e potente di prima.
“Ade, fermati. Hai davvero intenzione di colpire degli innocenti?” disse Zeus, ma lui sembrava non dargli retta.
“Ade, fermati! Ti prego, fermati! Quello che vuoi fare è una follia.” Disse Zeus di nuovo. Ma Ade di nuovo non diede ascolto alle sue parole.]
“Intanto è inutile che vuoi uscire da lì. Pan non può farlo perché non ne è in grado. E poi, devi guardare quello che fa Ade.” disse Macaria alla mia sinistra con un sorriso in faccia. Io la guardai per un attimo con espressione molto seria.
“Macaria non mi sottovalutare” disse Pan.
“Tch.” Dissi io con tono basso.
“Ade fermati! Fermati o ti uccido! Ti uccido con le mie mani! FERMATIIIIIIII!” Gli urlai io concentrata a guardare Ade e con le mani ai lati della bocca. Peccato che non era abbastanza forte da arrivare a lui.
Vidi Ade mettere le maniche del mantello e quella cosa verde rivolto verso di me. O meglio, puntato verso la mia città, alle mie spalle. Quella strana e piccola luce che vedevo prima, veniva nella mia direzione. Veniva a grande velocità e si allargava sempre di più. Era diventato un enorme fascio di luce che poco distante da me spariva.
“No… no… Fermati! Non puoi fare questo!” dissi io.
“Ehi, goditi il gesto.” Disse Macaria.
Rimanemmo così per un paio di minuti. Io, Zeus e Pan eravamo completamente sconvolti, Macaria sembrava godere quel momento con quel sorriso stampato sulla faccia, i miei fratelli e sorelle anche loro sconvolti.
“No… N - non è possibile…” dissi io scioccata.
In quell’istante la mia mente si svuotò. Non riuscì a pensare a niente. Non potevo credere che lo avesse fatto di nuovo. Aveva di nuovo lanciato quella strana sfera creata con quelle mani contro la mia città. Contro le persone a cui volevo bene.
[“Ade, ma… ma cosa hai fatto? Ohi, ti rendi conto di cosa hai appena commesso!” disse Zeus.
“Hai visto che meraviglia? E la percepisci questa sensazione? La sofferenza delle persone di questa città è meravigliosamente deliziosa.” Disse Ade dopo aver infilzato per terra davanti a lui la spada che usava.
“Ma che stai dicendo! Ti si è marcito il cervello a stare là?” disse Zeus.
“Lo senti, vero? La debolezza e il panico che si è diffuso tra le persone di questa città. Sento che adesso ho il pieno controllo di quella città.”
“Ma che cavolo stai dicendo!” disse Zeus andando incontro ad Ade con la spada.
“Allora non capisci la bellezza di questa cosa. Beh, ti serve proprio un’altra lezione.”
“Non mi serve nessuna lezione! Voglio che fermi questa cosa perché tu non capisci che non puoi ferire degli innocenti!” disse Zeus.
“Ma vedi, il panico e la debolezza sono le cose che mi rendono forti. Oh, giusto, già che ci sono potrei ampliare la mia forza estendendola in tutto il mondo. Sarebbe grandioso.” Disse Ade fermandosi per un attimo mentre le spade erano l’uno contro l’altro.
“Ade non fare pazzie! Non puoi estenderlo a tutto il mondo! Riesci a renderti conto che cosa succederebbe se tu lo facessi?”
“Lo so benissimo. Io diventerei potentissimo mentre tu invece perderesti.” Disse Ade aprendo le braccia appena un po’.
“Non quello! Ma il fatto che stai colpendo e uccidendo degli innocenti! Non ti importa niente delle loro vite?” disse Zeus fermandosi per un attimo.
“E perché dovrebbe. Loro sono tutti deboli e inutili. E come ho detto prima, la loro sofferenza e il panico che provano, insieme a quello della mocciosa, mi rendono soltanto più potente.” Disse Ade.
A sentir pronunciare quelle parole Zeus si arrabbiò e corse verso Ade colpendolo da una parte all’altra. Ma non gli fece niente. Neanche un graffio al mantello che lo copriva.
“Ade, te lo chiedo per favore. Ti prego, fermati. Se c’è qualcosa che desideri io te lo darò, ma per favore non fare del male a degli innocenti.” Disse Zeus.
ALLORA DAMMI TUTTO QUELLO CHE HAI! IL TUO CASTELLO, LA TUA FORZA, IL TUO POTERE. E ANCHE LA TUA VITA. OGNI SINGOLA COSA!” disse Ade.
“Te l’ho detto prima che non posso farlo. Andrei contro le volontà di papà. E lo sai che io questo non lo voglio.” Disse Zeus.
“Allora è un peccato. Perché pare proprio che i tuoi figli siano messi male.” Disse Ade quando per la secondo volta avevano le spade l’uno contro l’altro.
“Eh?” disse Zeus girandosi a guardare i miei fratelli e sorelle.
Erano messi male, molto più di prima. Erano tutti pieni di graffi e con i vestiti un pochino strappati. Tutti a parte Eaco che era poco ferito. Ma erano tutti stremati, con le spade in mano, il fiatone della fatica e gli scheletri che camminavano verso di loro.
“Cavolo… non ce la faccio più… sono stremata…” disse Afrodite.
“Cerca di resistere.” Disse Zeto.
Eaco si girò verso Zeus e disse: “Ohi, papà, quand’è che possiamo dare sfogo a noi stessi e usare i nostri veri poteri?”
Ci fu un attimo di silenzio dove Zeus strinse i denti e usò molta forza sulla spada per allontanare Ade. Riuscì a distanziarlo, anche se per poco tempo, ma in quel lasso di tempo riuscì a dire qualcosa ai miei fratelli.
“ADESSO RAGAZZI!!!!” urlò Zeus.
Zeto ed Eaco fecero un sorriso poi Eaco disse: “Era ora.” Così diedero dimostrazione di altri loro poteri.]
In contemporanea, da dove mi trovavo io, vidi Eaco e Zeto sorridere e Zeus combattere contro di Ade. Ma il motivo di quei sorrisi lo capii soltanto poco dopo. Tutti e quattro iniziarono a comportarsi diversamente dal solito.
Eaco vidi che stava riunendo tutti i cerchi metallici creati dagli oggetti che gli scheletri avevano. Ce ne aveva quattro o cinque davanti a lui così li sciolse con il suo potere e ne creò uno dalle dimensioni enormi, il più grande che si poteva immaginare. Dopo averlo creato, Eracle lo mise sopra le teste degli scheletri che andavano verso di lui e lo fece cadere. In quel modo sia le piccole creature sia gli scheletri crollarono a terra e gli oggetti metallici che avevano in mano quegli stessi scheletri finirono per terra e si amalgamarono con il cerchio metallico di prima facendolo diventare più spesso, più pesante e più grosso di prima.
Afrodite vidi che chiuse gli occhi, un braccio in avanti e con la mano fece un cerchio. Quel cerchio apparì sotto i piedi delle prime due file di scheletri che andavano verso di lei.
“Forte.” Dissi io guardandola.
Quelle prime due file di scheletri si raddrizzarono, si avvicinarono a lei, crearono un cerchio intorno a lei e le fecero come da scudo protettivo. Il cerchio creato era a 5 o 6 centimetri di distanza da lei.
Ma Afrodite aveva ancora gli occhi chiusi, e questo voleva dire che c’era dell’altro. Infatti gli scheletri che le erano intorno erano in grado di uccidere e colpire solo gli altri scheletri, mentre le piccole creature di pelle marrone si stavano avvicinando sempre di più a lei. Afrodite li fece avanzare un po’ poi, al momento giusto, lei aprì gli occhi e si mise a danzare. Ballava nello stesso modo di quella volta che era nella stanza in cui ballava con la musica classica. E la musica era la stessa. Appena la musica partì alle creature caddero le teste e iniziarono a cadere a terra, una dopo l’altra, mentre lei continuò a ballare nello spazio che si era creata intorno.
“Fantastico… Ma com’è possibile qualcosa come questo?” dissi io.
Zeto continuò a combattere per una decina di secondi poi di scatto si fermò. Si fermarono anche tutti gli scheletri e le creature davanti a lui. Più correttamente paralizzò tutti quelli che erano distanti da lui fino a 2-3 metri. Un istante dopo averli paralizzati lui si mosse di scatto intorno a loro e li uccise tutti. Poi quelli che erano dietro di lui camminarono verso di lui e lui fece la stessa cosa. Poi di nuovo ai fianchi e così via per molte volte. Riuscì a sterminare un gran numero di esseri, ma tutti quelli che erano lontani si misero a correre facendo la stessa fine di quelli di prima.
Anche Atena chiuse gli occhi per un breve istante. Quando li aprì però distese le braccia prima in avanti e poi le spostò ai lati del corpo tracciando una linea davanti a lei. Questa linea portò a un rallentamento della corsa sia delle creature alla pelle marrone sia dagli scheletri. Solo in quel momento lei ci andò incontro uccidendone uno ad uno con la spada che aveva in mano. Fece la stessa cosa dietro di lei e ai suoi fianchi.
[“Guarda Ade, cosa sono in grado di fare i miei figli.” Disse Zeus.
Ma Ade sembrava non accettare questa cosa e così sferrò una raffica di colpi di spada contro Zeus.
“Tch. Voi non siete altro che un insieme di esseri deboli e di poco valore! POCO VALORE, HAI CAPITO ZEUS?” disse Ade in modo arrabbiato.
“Ade, non comportarti così. Te lo avevo detto anche altre volte in passato che se da soli non riusciamo a sconfiggerti, allora lo faremo tutti insieme.” Disse Zeus.
“FA’ SILENZIO! FA’ SILENZIO DANNAZIONE! TU SEI SOLO UN TRADITORE!” disse Ade in modo arrabbiato. Poi rivolgendosi verso il suo esercito, si vide che la mano destra e le maniche del mantello spostarsi dall’alto al basso.
“Alzatevi, creature del mio esercito. Alzatevi e combattete di nuovo. Tornate più forti di prima.” Disse Ade mentre muoveva le mani. In quello stesso istante tutte le creature e gli scheletri caduti per terra tornarono in piedi e andarono contro i miei fratelli e sorelle. Loro ripresero a combattere nello stesso modo di prima, ma alcuni riuscirono a rialzarsi e a riprendere il combattimento.]
Ade si girò verso di me e lo sentii urlare chiaramente queste parole: “Macaria! È il tuo turno. Fai quello che ti ho detto!”
Lei fece un sorriso e poi ordinò che io venni liberata. Un qualcosa alle mie spalle fece un po’ di rumore e aprì la gabbia in cui ero. Ma mentre accadeva questo io fui distratta da un fortissimo rumore che sembrava provenire dal Cerbero. Veniva dalla mia sinistra e dopo quel rumore ne sentii un altro in modo molto lieve.
Nello stesso momento in cui si sentiva il primo rumore notai una cosa davanti a me, cioè il fatto che Ade spostò il corpo in avanti e rimase in quella posizione per un paio di minuti.
[Zeus e Ade stavano ancora combattendo quando all’improvviso si distanziarono l’uno dall’altro, Ade spostò il corpo in avanti tenendo la mano sul petto ed iniziò a tossire.
“Ohi, Ade, che ti prende adesso? Sei già stanco?” disse Zeus.
“Tch, dannazione a te. Che mi sta succedendo adesso? Perché mi sento così strano?” disse Ade.
Subito dopo Ade si rialzò e riprese a combattere dicendo: “Io non soni stanco. Io voglio ucciderti in modo da ottenere tutto ciò che hai tu!” disse Ade tossendo altre due o tre volte. Questa volta però uscirono due o tre gocce di sangue.
“Ohi, ma ti esce del sangue dalla bocca! Non conviene che ci fermiamo qui? Non vorrei che tu stessi ancora più male di adesso.” Disse Zeus.
“NO! Io voglio continuare. E continuerò finché non avrò ucciso te, mangiato quella mocciosa e portato alla disperazione e sotto il mio controllo tutto questo Pianeta!” disse Ade continuando a combattere contro Ade.
“Ma prova a riconsiderare la cosa e a guardarti intorno. Ormai il tuo esercito sta venendo distrutto dai miei figli.” Disse Zeus.]
Vidi Ade guardare il suo esercito distruggersi e diminuire sempre di più.
 “Macaria! LASCIO LA MOCCIOSA NELLE TUE MANI! Ma stai attenta a non ucciderla, altrimenti morirai tu.” Urlò Ade. Quelle parole riuscii a sentirle a grande distanza, e mi misero paura. Subito dopo aver detto quelle parole Ade riprese a combattere contro Zeus sferrando colpi continuazione.
“Bene, bene, bene. Adesso posso dare sfogo a tutto ciò che voglio su di te.” Disse Macaria sorridendo.
Io mi trovai fuori dalla gabbia metallica, ma il mio sguardo era rivolto verso Ade e il mio corpo mi sembrava immobilizzato. Mi sentivo come se il mio corpo non potesse più muoversi, il petto e la testa facevano di nuovo molto male, la voce non usciva più dalla mia bocca. Ero sotto il controllo di Macaria ma con il potere di Ade. In più iniziai a non vedere più chiaramente, tutti intorno a me era sfocato. Le persone, gli oggetti, insomma tutto.
‘Eh? ma cosa… che mi sta succedendo? Perché non vedo più come prima?’ pensai io.
Iniziai a camminare in avanti contro la mia volontà, mentre dietro avevo Macaria che mi parlava.
“Aaaaah… Che brutta sensazione deve essere sentirsi così. Legati ad Ade dalla maledizione ed impossibilitati a muoversi di propria volontà. Proprio come dei burattini. Perché tu sei un burattino nelle mie mani, sai?” disse Macaria. Nel frattempo io avevo già fatto 5 passi in avanti. Dopo il sesto passo mi fermai e mi girai indietro in modo che davanti avevo Pan.
“Stai zitta Macaria e dimmi cosa vuoi farmi.” Dissi io. Ma non riuscii a parlare.
Lei si mise a fianco a me, mi si avvicinò a un orecchio (non saprei dire quale con precisione) e mi disse: “Tu lo sai vero che cosa devi fare adesso, non è così? Guarda nella tua mano.”
Il mio sguardo si spostò sulla mia mano e, come per magia, mi apparve sul palmo un pugnale.
“Eh? Continuo a non capire. Cosa devo fare con questo oggetto? E da dove spunta?” mi chiesi io.
“Ucciderlo. Devo ucciderlo. Per il bene del mio padrone.” Dissi io. questa volta si sentiva la mia voce ma lo facevo contro la mia volontà. Perché io non volevo dire quelle parole. non volevo ucciderlo.
“Ma che… no, io non posso farlo. Pan scappa! Non puoi restare! Vattene da qui!” dissi io, ma inutilmente. Iniziai a camminare, uno passo alla volta e fermandomi ad ogni passo. Quando mi trovai a due o tre passi da lui presi meglio in mano il pugnale e me lo misi davanti al petto con la lama verso di lui.
“Ebe, che cosa stai facendo? Fermati. Ebe fermati. I tuoi occhi…” Disse Pan iniziando ad arretrare.
‘Cosa? cosa c’è adesso? Cos’hanno i miei occhi? E perché non riesco più a controllare il mio corpo se fino ad un attimo mi sentivo benissimo? Non dirmi che…’ pensai io continuando ad avanzare e lui ad arretrare.
“Ah, è un peccato che io non sia stata in grado di capire prima che eri tu quella che si trovava in cella. Avrei potuto iniziare a divertirmi già allora. Beh, fortunatamente faccio ancora in tempo.” Disse lei allontanandosi da me. Io e pan ci fermammo e Macaria si avvicinò a lui.
Lei strinse le sue braccia al braccio sinistro di Pan e mi disse: “Ebe, ti chiami, giusto? Forse lo sai già ma al termine di questo scontro, dove sicuramente Ade vincerà, io e lui ci sposeremo.”
“O - Ohi! ma che stai dicendo!” disse Pan.
“Lo ha deciso Ade prima che tutto questo iniziasse. Io la trovo un’ottima decisione. D’altronde credo che noi due insieme siamo un’ottima coppia, non lo credi anche tu?” disse li.
“Ehi!” disse Pan.
“Tu non puoi fare niente per fermarci e per spezzare il nostro legame. Perché ormai lui appartiene a me e a nessun altro. Questo lo sai, vero?” disse Macaria.
“Macaria smettila! Non devi dire questo!” disse Pan.
“Che sto facendo di male! Sto solo seguendo l’ordine di Ade. E poi voglio solo divertirmi un po’. Oh, a proposito, ho sentito che tu hai due madri. Una è una dea, mentre l’altra è un’umana e che adesso è ricoverata in ospedale in fin di vita.” Disse lei.
“Smettila.” Cerai di dire io, ma inutilmente.
“Certo che devi sentirti male per la situazione che hai. Insomma, tua madre in ospedale, tuo padre e i tuoi amici colpiti da Ade. per non parlare di ciò che ti ha fatto Pan. Imperdonabile ed incredibile. non trovi?” Disse lei spostandosi da una parte. Intanto io avanzavo in avanti. Pan mi permise di fare solo due o tre passi verso di lui quando all’improvviso si trasformò in una nuvola e, volando in aria, si spostò dietro di me, ma molto distante. Poi tornò ad essere una persona normale.
“Ebe, smettila!! Quello che stai facendo non ha senso! Per favore fermati e cerca di tornare normale! I tuoi occhi… sono diventati rossi… Ebe, cosa ti sta succedendo?” disse Pan mettendo le mani in avanti e facendo un’espressione terrorizzata.
Io mi girai di fronte a lui, ma Macaria si mise dietro di me e mi disse: “Noto che hai davvero molto coraggio ad andare avanti nelle tue convinzioni. Eh certo, sei convinta che semplicemente  uccidendo Ade tua madre tornerà normale. Ma vedi, tutto questo non  è un bene e non la salverà sicuramente. Ormai devi arrenderti. L’hai persa. Non tornerà più da te.”
“Ohi, ma come ti permetti! Adesso mi hai fatto arrabbiare! Non devi dire queste cose. Perché mia madre tornerà in vita! Adesso ti faccio vedere io di cosa sono capace!” cercai di dire io con tono arrabbiato e cercando di girarmi verso di lei per farle del male.
Non poteva dire quelle cose. non glielo permettevo. Non volevo nemmeno credere a una parola tra tutte quelle che aveva detto perché ero certa che mia madre sarebbe sopravvissuta. Sarebbe tornata in vita.
Io volevo crederci. Volevo continuare a credere a questo.
“Beh, che tua madre sia in fin di vita è triste per te ma una gioia per me. Del resto io sono un po’ come Ade. Collegata a lui con il cuore e divento più potente sulla base della quantità di persone che soffrono. Nessuno meglio di te, potrebbe soffrire sempre e sempre di più.”
“Smettila.” Dissi io, ma senza risultato. Lei continuò a parlare e ad insultarmi.
“Ebe, ti prego, falla finita. Non mi piace come scherzo, se per te è uno scherzo. Ebe, riesci a sentirmi? Riesci a capire quello che ti dico.” Disse Pan.
‘Pan, io non voglio farti del male. Ehi, riesci a sentire la mia voce?  Pan,  ti  prego,  dimmi  che  riesci  a  sentirmi.  Dimmi qualcosa. Eh, perché adesso non riesco a sentire la tua voce? Comunque io non voglio che ti accada nulla. Mi sento male. E non capisco che cos’ho.  Quindi ti prego, aiutami. Salvami.’ Pensai io.
“Ti ricordi tutti i bei momenti che hai passato da persona normale? Beh, ormai puoi dimenticarteli. Ade è quasi sul punto di uccidere Zeus e quando l’avrà ucciso, mi ha rivelato qualche millennio fa, ti divorerà. Ti mangerà per bene e poco a poco in modo da assaporarti fino alla fine.”
“Smettila.” Cercai di dire io mentre camminavo in avanti.
“Ah, quando ha finito con te ha detto che vuole fare la stessa cosa con tutta la tua famiglia di dèi. Poi, quando avrà finito anche con loro, si metterà a divorare tutti gli abitanti di questo mondo. Uno ad uno.” Disse Macaria.
“Ora smettila. Macaria smettila!” provai a dire io e cercando di girarmi verso di lei. Ma non ci riuscii perché il mio corpo non si muoveva sulla base di quello che gli diceva il mio cervello, ma di ciò che Macaria mi ordinava.
“Sai, forse Eracle sarà colui che verrà salvato dalla strage di Ade. il solo ed unico a cui potrebbe essere permesso una cosa del genere. Beh, questo dipenderà ovviamente se lui ne sarà in grado di tornare vivo dallo scontro contro il Cerbero. oh, giusto, lui in teoria dovrebbe sposare te. Aspetta.” Disse Macaria spostandosi e fissando Ade. rimase così solo un paio di minuti ed io in quel tempo ero arrivata davanti a Pan. Così alzai il braccio in cui avevo in mano il pugnale e lo spinsi con forza verso il basso.
‘Fermati! Ebe fermati!’ continuai a pensare e ad ordinare al mio braccio.
Pan fece appena in tempo a trasformarsi in nuvola e a trasportarsi di nuovo dietro di me.
“ohi ohi ohi, che stai facendo! Cerca di non ammazzare il mio Pan. E ritiro ciò che ti ho detto prima. Perché pare che anche Eracle verrà mangiato da Ade. … Ma questa è una cosa poco importante adesso. Torniamo alle questioni importanti, cioè quelle di tua madre e di tuo padre. Non hai paura di quello che potrebbe succedere a tuo padre dopo ciò che è successo a tua madre? No? è un peccato perché io sono in grado di far provare la stessa cosa a tuo padre. Vuoi vedere?” disse lei prima preoccupata e poi con un sorriso stampato in faccia.
Ci fu un paio di secondi di silenzio.
“Meglio di no per adesso. Eppure mi chiedo che cosa ci sia di speciale in voi umani rispetto a noi dèi. … Mah, siete così inutili e senza speranza che non capisco a quanto voi possiate essere importanti per noi. Siete semplici creature che continuano a sperare in un qualcosa di positivo anche se di positivo non c’è niente a questo mondo.” Disse lei. Io mi fermai di scatto, distesi le braccia in basso e strinsi le mani a pugno. Feci un’estrema fatica a farlo, ma lentamente ci riuscii.
“Basta! Smettila!” cercai di dire io.
“Per non parlare della vostra durata di vita. Voi vivete una vita media di 80 anni mentre noi dèi abbiamo una vita media di 5-600000 anni. Vivono pochissimo e alcuni di loro faticano a godersi la vita che hanno pur sapendo che alla fine tutti arrivano alla morte. Alcuni muoiono prima, per svariati motivi, altri vivono la vita commettendo delle brutte azioni verso gli altri, altri ancora si disperano per gli altri o per i parenti morti. Le loro vite per me non hanno valore. Tutti loro sono insignificanti e deboli fino al midollo.” Disse lei camminando per un po’ e guardando il cielo.
Poi di scatto si girò e disse: “Sei compresa anche tu. Tu, che ti ritieni forte e coraggiosa ma in realtà sei debole ed insignificante. Eppure sei stata bloccata e giostrata a mio piacimento. Nello stesso modo dei burattini.” Disse Macaria.
“Ehi, Macaria, fermati. Non ti conviene…” disse Pan che venne fermato da me.
“ORA BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!” dissi io. con quest’urlo riuscii a tornare normale e a liberarmi dalla situazione in cui ero. Ero capace di parlare e di muovermi come volevo. Mentre lo dicevo venne a crearsi un cerchio ai miei piedi che si allargò finché io non fui più in grado di vederlo.
Tutti intorno a me si fermarono a guardarmi con occhi sconvolti. Persino Zeus e Macaria. Ed anche Ade.
“Macaria, hai ragione. Noi siamo persone che vivono molto meno degli dèi. Ed è anche vero che alla fine tutti moriamo. Ma sai, anche se abbiamo comportamenti diversi, se ci disperiamo, se siamo preoccupati, questo vuol dire che possiamo vedere le cose da aspetti completamente diversi e ci permette di confrontarci. Eracle è una persona strana, a volte esagera su certe cose, però in fondo lui è una persona brava e gentile. E sono sicura che tornerà qui e aiuterà tutti noi. Come sono sicura che riuscirò salvare mia madre da Ade e dai suoi complotti. Quindi non ti permettere mai più di parlarle male.” Dissi io.
Mentre io dicevo questo vidi Pan avvicinarsi a me, prendere il pugnale che avevo in mano, trasformarsi in nuvola e trasportarsi dietro Macaria mettendogli il pugnale alla gola. Appena io finii di parlare vidi Pan tagliargli la gola con il pugnale.
“È finita.” Disse lui guardando il suo corpo per terra. Aveva la maglia con chiazze di sangue. Poi guardò me e disse: “Ebe, è finita. Vieni. Vieni ad abbracciarmi.”
Ma io non lo feci, anzi arretrai di qualche passo, perché mi vennero in mente le parole che disse Ade che riguardavano il tradimento di Pan nei miei confronti. Mi girai verso Ade che aveva uno sguardo scioccato. Un istante dopo si mise a tossire di nuovo e a chinarsi con il corpo.
[Ade era scioccato.
“Ma cosa…” disse Ade.
“Hai visto fratello? Macaria è morta.” Disse Zeus.
 “No… non è possibile…” disse Ade. subito dopo spostò il corpo in avanti e tossì tre o quattro volte. Quella volta uscì un po’ più sangue di prima.
“Ade, va tutto bene?” chiese Zeus
Ade rimase per un attimo immobile poi riprese a combattere conto di lui con tutta la forza che aveva.
“Ade, calmati e cerca di riprenderti.” Disse Zeus.
Lui non lo stava ad ascoltare e dopo una raffica di colpi ne fece uno molto forte dove spinse con forza indietro Zeus. Poi si mise di nuovo a guardare noi.]
Sembrava avere un’espressione strana, quasi arrabbiato, così puntò il cappuccio verso il cielo e urlò a squarciagola: “CERBEROOOOOOOOOOOO!!!!
“Eh? Ma che… No, non adesso! Perché lo sta chiamando adesso?” dissi io.
Aspettammo un minuto o due dove gli unici rumori che si sentivano erano quelli che facevano i miei fratelli e sorelle visto che avevano ripreso il combattimento. Però il Cerbero sembrava non arrivare.
In quel momento Ade probabilmente impazzì e forse si infuriò molto, non ne ero certa, ma nell’istante dopo lui avvicinò il cappuccio al suo corpo. Poi fece due cose abbastanza sconvolgenti: la prima era togliersi di dosso il mantello che stava indossando e così mostrò come lui era veramente.
Il suo aspetto terrorizzò tutti. Era per la metà di destra con un corpo umano, quindi con ossa, organi e pelle, mentre dalla parte di sinistra si vedevano soltanto le ossa che costituivano il suo corpo. Aveva la faccia un po’ quadrata, l’occhio era piccolo e rosso e i suoi capelli erano color marrone e un pochino ricci. In più nella parte di destra si poteva notare che il suo braccio era un pochino muscoloso e con una struttura corporea molto forte.
Questo potevo dirlo con certezza perché, anche se ero molto distante da lui, ma la seconda cosa che mi sconvolse era proprio legato a quello. Ovvero che lui, dopo essersi tolto il mantello, iniziò ad alzarsi di altezza e di dimensione. Questo mi spaventò molto perché diventò sempre più alto fino ad arrivare ad essere come le dimensioni di un Titano, come quelle di Crono molto tempo fa. Mentre lui diventava enorme gli scheletri si allontanavano un po’ da Ade, ma continuarono a combattere contro i miei fratelli e sorelle. non so in che maniera fosse possibile, ma mentre cresceva iniziò a formarsi la pelle, forse anche gli organi interni, in tutta la parte di sinistra del suo corpo.
Quando arrivò alle dimensioni di un Titano, lui alzò la testa e si mise ad urlare in modo molto, molto potente per circa un minuto.
“A quanto pare mi avete fatto arrabbiare. E mi avete addirittura siete riusciti a farmi togliere il mantello e rivelare la mia vera forma. Beh, tanto meglio, intanto prima o poi avevo intenzione di farlo.” disse Ade.
Rimanemmo tutti letteralmente sconvolti. Non potevamo credere né a cosa c’era sotto quella cosa che lo copriva, né alle dimensioni in cui era diventato. Mi sembrava di vivere di nuovo in un incubo. Un orrendo incubo che sembrava non finire e non migliorare affatto.
“Ade… Ma cosa…” disse Zeus.
“Scioccati, vero? E questo non è niente. FORZA ESERCITO! COMBATTETE CONTRO DI LORO SENZA PIETÀ!” disse Ade. Così tutti gli scheletri e le creature iniziarono a correre da dietro i miei fratelli e sorelle. Loro ripresero a combattere anche se molto stanchi, mentre io mi avvicinai e a loro e pensai un modo per poter essere di aiuto.
“Ade, perché non lo capisci che è ora di smetterla? Non ha senso continuare in questi modo.” Disse Zeus.
“Lo farò solo quando tu mi darai tutto ciò che possiedi.”
“Smettila con questa storia. Te l’ho già detto migliaia di volte e anche poco tempo fa che non lo posso fare.” Disse Zeus.
“Bene. se questa è la tua decisione allora mi divoro quella mocciosa. Sotto tutti i vostri occhi.” Disse Ade.
“No!” disse Atena.
“Papà non permetterlo!” disse Zeto.
“L’hai sentita anche tu ciò che ha detto Macaria prima, non è così? Si crede forte e coraggiosa, ma in realtà è una vera nullità. Non è stata nemmeno in grado di proteggere sua madre, figurati se riesce a proteggere la sua città o se stessa. È inutile. Ecco perché c’è bisogno di liberarsi di lei. E a farlo sono io.” disse Ade.
“Ma che cosa stai dicendo!” disse Zeus.
“Allora fallo se ne hai il coraggio! Fallo! È vero, non posso proteggere tutti.  Ma anche se fosse, perché dovrei arrendermi? Se sacrificando me… riesco a salvare molte vite… allora sono disposta a sacrificarmi.” Dissi io.
“Vuoi farlo pur sapendo di morire?” disse Ade.
“Lo farò! Perché io non mi sento sola! Io sono con loro! Con la mia famiglia!” dissi io.
“Non Ebe! Non farlo! Ti prego!” disse Zeus.
“Ebe no! Non farlo!” disse Pan stendendo una mano in avanti.
“Sei davvero interessante. Va bene, lo farò.  È da molto  che aspetto di mangiarti.” Disse Ade. dopo aver detto quelle parole lui distese la mano destra fino a toccare terra. Le proporzioni erano enormi! Sembrava alto due volte l’altezza di una persona normale.
Quando la mano tocco terra, la spostò a sinistra muovendo moltissima aria, mi prese con il pollice e l’indice, e lentamente mi alzò in aria.
Pan mi corse incontro urlandomi cose simili a: “No Ebe! Ebe non andare! Non farlo! Ebe fermati! EBEEEEEEEE!!” Lui però non fece in tempo ad arrivare che venni sollevata ad una altezza che non era possibile raggiungermi.
Io però non gli diedi grande importanza e gli sorrisi continuando a pensare varie cose.
‘Mi dispiace Pan. Avevo tante cose da dirti. Tanto da raccontarti. Mi sarebbe piaciuto spiegarti tutto ciò che è successo in tua assenza. Avrei voluto spiegarti come li ho incontrati, che cosa abbiamo fatto e quanto mi sono divertita. Persino gli strani comportamenti di Eracle. Oh, anche le rivelazioni che ha fatto Zeus! Ha detto tante cose interessanti che riguardavano sia me sia noi due. Peccato che tu mi abbia tradito. Io mi fidavo di te e non credevo che tu fossi capace di farmi una cosa del genere. Peccato che non potrò dirti nulla. Ma a questo punto, addio.’ Dissi io raggiungendo il mento di Ade.
Lui continuò ad alzarmi ed aprì la bocca. Quando arrivai più in alto della bocca, io chiusi gli occhi, lui lasciò la presa ed io venni divorata. …
   
 
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