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Autore: TeamFreeWill    24/09/2017    8 recensioni
“Fanfiction partecipante al contest “ByeBoys&Girls Hellatus”
Storia ambiantata nella terra paralella. Si svolge subito dopo la 12*23. Attenzione spoiler.
Simili, ma diversi come guardare attraverso uno specchio. Questo sono gli abitanti di questa terra, dove l'apocalisse tra angeli e demoni, si svolge senza esclusioni di colpi. Mary ci si ritova in mezzo. :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Mary Winchester
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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La cacciatrice arrivò alla cittadina e ne rimase sconvolta. Avanzò piano tra le varie vie invase dalle macerie. Infine trovò la casa dopo circa 15 minuti. Era messa male ma era ancora in piedi.

La porta mancava, gli infissi erano mezzi staccati, il muretto era crollato, piante secche la ricoprivano. Era così uguale e così diversa alla casa che ricordava, dove aveva passato gli anni più belli della sua vita con la sua famiglia.

Sospirò. Parcheggiò, scese ed entrò attraversando quel che rimaneva del vialetto.

Arrivata al centro del salone si guardò attorno. Decise di fare la prima cosa che gli venne in mente. Stupido da parte sua, ma l’unica cosa da fare era attirare i due arcangeli lì.

Ricordò di aver letto qualcosa negli antichi tomi degli Uomini di Lettere: un incantesimo che se pronunciato da una persona valorosa e dal cuore nobile poteva funzionare e bloccare i due arcangeli più potenti del creato.

Lei non si sentiva tale, anzi tutt’altro, ma doveva tentare. Il suo istinto diceva di fare così.

Andò al furgoncino e prese l’occorrente per intrappolarli. Grazie a Dio quelli del campo erano sempre ben forniti per ogni evenienza.

Prese con sé olio santo e vernice. Poi ritornò in casa, preparò una trappola per il diavolo potenziata con l’olio mischiato ad alcune gocce del suo sangue. Pronunciò la formula in un latino molto antico e questa s’illuminò subito, per poi divenire invisibile.

Accanto ad essa fece la stessa cosa disegnando un cerchio di olio santo con all’interno degli strani simboli preadamitici, in questo modo non c’era bisogno di accendere il fuoco. L’effetto sarebbe stato uguale.

Poi pronunciò la medesima formula: tutto divenne luminoso e poi trasparente.

Osservò quei punti del salone apparentemente invisibili, poi li chiamò. Meglio dire, li provocò.

“Forza figli di puttana! Sono qui a Lawrence. Venite! O siete dei codardi che non scendono mai in campo? Che c’è? Vi devono sempre portare tutto su un piatto d’argento? Non siete capaci di prendervi quello che volete?” e si sentiva tanto Dean in questo momento…quanto le mancava!

In paradiso

Il Lucifero sconfitto da Mary, al cospetto di Michele, lo avvertì che era sicuramente una trappola. Lui conosceva i Winchester e ne era sicuro, ma Michele lo zittì stringendo la mano a pugno facendolo piegare.

“Zitto! Tu non mi dai ordini! Ora, quello che mi hai detto per uccidere mio fratello mi sta più che bene. Mandarlo nel vuoto mi sta benissimo! Ho una voglia matta di provarlo su di te, ma io sono di parola. Ti farò tornare nel tuo mondo, ma prima voglio che uccidi ogni abitante di quel campo di ribelli! Solo allora ritornerai nel tuo mondo!” e lo guardò dall’alto verso il basso disprezzandolo. “Fallo o il vuoto aspetterà anche te!”

“Bastardo‼” disse Lucifero con odio. Non poteva essere. Lui era stato fregato, voleva attaccarlo. Ma poi considerò la prospettiva di finire nel vuoto. No! Era meglio stare al suo volere.

“Farò come dici…ma poi mi farai ritornare nel mio mondo! “ e Michele annuì e allentò la presa. Lucifero volò via e arrivò al campo.

Quei bastardi capitanati da Bobby e Rufus, all’arrivo in quel mondo per salvare Mary dalla sua furia omicida, l’avevano colpito con un’ogiva di olio santo. Poteva vendicarsi e dare sfogo alla sua ira.

Era ancora in cielo quando vide Castiel dare una mano ai ribelli! “Doppiogiochista!” disse maligno e avvertì telepaticamente Raffaele che arrivò dopo pochi minuti con i suoi migliori Serafini sottoposti.

Nel mentre Michele volò da Mary. L’avrebbe uccisa quella lingua lunga quando l’avrebbe raggiunta!

All’Inferno

Lucifero scaraventò la sua coppa di sangue demoniaco a terra facendo sussultare ogni demone presente nella sala del trono.

“Quella puttana mi dà del codardo? A me? Nemmeno mio fratello ha mai osato tanto! Cavalieri e principi infernali rasate al suolo quel campo!” e dicendo così si materializzò da Mary e l’afferrò immediatamente per il collo.

La donna, colta di sorpresa, lo guardava negli occhi e l’unica cosa che pensava era al suo adorato Sammy. Era la sua copia. Ma poi si destò quando sentì la presa attorno al suo collo farsi più forte.

“Sammy…” disse con fatica e l’arcangelo si stupì di essere chiamato così.

Un ricordo lontano si visionò nella sua mente, un ricordo non suo ma del tramite.

Allentò la presa solo un attimo e Mary ne approfittò.

Lo spinse via sferrandogli un pugno in pieno viso. I tirapugni, fortunatamente facevano effetto anche su di lui.

Iniziò a colpirlo come fece con Lucifero quella maledetta notte al rifugio di Kelly e con rabbia lo spinse nella trappola per il diavolo.

Appena l’arcangelo infernale vi fu all’interno, si bloccò all’istante, rigido.

“Che mi hai fatto?!” gridò, furente in viso.

“Quello che devo per liberare il tuo tramite!” e iniettò la pozione nel cuore del tramite che cadde a terra, apparentemente incosciente.

In quel medesimo istante, Michele apparve dietro di lei e la scaraventò lontano contro una parete. Il dolore alla schiena era forte e si irradiò fin nel cervello, il respiro le si mozzò in gola.

“E’ finita !” disse Michele avanzando minaccioso verso la donna, gli occhi luminosi, ma poi stranamente non riuscì a fare nessun altro passo.

Era caduto nella trappola da solo come aveva preventivato la cacciatrice.

Mary si alzò a fatica, prese la siringa e fece la stessa cosa che fece con Lucifero, solo che con Michele dovette prima usare una pistola tranquillante, visto che era ben lucido e reattivo e di certo non si sarebbe fatto avvicinare da lei. Una volta colpito, l’arcangelo reagì nella stessa maniera del primo: cadde a terra privo di sensi.

Era il momento. Mary, a quel punto, s’iniettò la siringa destinata a lei, si distese accanto ai due arcangeli e pronunciò la formula che le aveva dato Rowena prendendo fra le sue le mani dei tramiti per creare un collegamento tra lei e i due.

Una stanchezza profonda la pervase. Si addormentò dopo pochi istanti.

Quando si risvegliò si trovava nella stessa casa, ma era tutto perfetto. Niente Apocalisse. Niente morte. Poi sentì due risate provenire dal giardino.

Come rapita da quei suoni, andò verso quelle voci.

  
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