Serie TV > Braccialetti rossi
Segui la storia  |       
Autore: Civaghina    24/09/2017    3 recensioni
Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia?
Com'è cambiata la sua vita quando si è trovato davanti ad una verità così devastante?
La storia di Leo prima di Braccialetti Rossi, ma anche durante e dopo: gioie, dolori, amori, amicizie, passioni, raccontate per lo più in prima persona, sotto forma di diario.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Martedì, 21 agosto 2012

Dopo che ieri ho dormito praticamente tutto il giorno, non c'è da stupirsi se alle 5 del mattino sono già sveglio; Asia sta dormendo nell'altro letto: alla fine mi ha fregato; abbiamo discusso perché io volevo che se ne andasse a casa ma lei si è impuntata per restare e, a quanto pare, ha aspettato che mi addormentassi e poi si è messa a dormire pure lei, fregandosene di ciò che volevo. Non è che non apprezzi la sua dedizione ma non voglio pesare su di lei, e poi non mi piace avere qualcuno intorno quando sto male, anche se al momento, a dire il vero, mi sento bene.

È insopportabile non sapere quando potrò alzarmi dal letto e non poter muovere la gamba ma non ho dolori: mi staranno drogando per bene.

Mi tiro su a sedere, combattuto tra la curiosità di guardare com'è messa la mia gamba e la paura di farlo; ieri non ne ho avuto il coraggio, temo che mi faccia troppa impressione, anche se comunque sarà tutta bendata; è il pensiero dei drenaggi a bloccarmi di più: ricordo ancora quelli di mamma ed erano disgustosi; mentre cerco di decidere se spostare coperta e lenzuolo, arriva Ester per sostituire la sacca della flebo.

Già sveglio?” mi chiede a bassa voce, per non disturbare Asia.

Eh... ieri non ho fatto altro che dormire” sussurro io.

Si vede che ne avevi bisogno” sorride lei accarezzandomi il viso.

Si vede che Orietta mi ha dato la dose che serve a stendere un cavallo” ribatto ridacchiando.

Ester ride piano, accende la luce che c'è sopra al mio letto e si occupa di sostituire la flebo. “Già che sei sveglio proviamo la febbre” mi dice prendendo il termometro da una delle tasche del suo camice.

Ok, da' qua!”

Come va la gamba? Ti dà fastidio?”

Non mi fa male, però è una rottura non poterla muovere!”

Aspetta, te la sposto un po' per darti sollievo”; e prima che possa decidere se fermarla oppure no, lei mi ha già scoperto ed io la vedo. Chiudo gli occhi d'istinto, poi li riapro e la osservo attentamente: è tutta fasciata, dalla caviglia fino a sopra il ginocchio, ci sono due drenaggi, uno all'altezza della caviglia e uno all'incirca a metà tibia, che finiscono in due sacche di plastica trasparenti, e poi un tutore rigido per tenerla ferma.

Ma quel sangue lì poi me lo rimettete dentro?” domando ad Ester, schifato.

Può darsi, di solito sì, viene recuperato” mi risponde sollevandomi piano la gamba e mettendovi sotto un cuscino.

Io faccio una smorfia di disgusto e mi tolgo il termometro che ha suonato. “Ho ancora la febbre” dico poggiandolo sul comodino.

Ester mi ricopre, poi prende il termometro e lo guarda: “Più o meno come ieri, niente di preoccupante”; mi sorride e comincia a scrivere sulla cartella clinica.

Senti, ma quand'è che mi portate la sedia a rotelle?”

Cosa c'è fratellone?!” esclama Asia che dev'essere stata svegliata da noi che ci siamo dimenticati di parlare a bassa voce. “Hai già voglia di andartene in giro a far casino?!”

Quello sempre!” rido io mentre lei si alza e viene a darmi un bacio. “Allora, Ester?”

Prima devono darti il consenso Abele e la Lisandri. E lo sai benissimo.”

E che palle!” sbuffo io. “Posso avere da mangiare, almeno? È dall'altro ieri che mi tenete a digiuno!”

Ma se ieri sera hai cenato!” interviene Asia.

Cenato! Una minestrina e un succo di frutta non li vorrai mica considerare cena!” ribatto.

Leo, devi portare pazienza” mi dice Ester poggiandomi una mano sulla spalla. “Non puoi mangiare adesso, tra qualche ora devi fare il prelievo. Dopo, vedrai che ti porteranno la colazione”.

Non sono molto dotato di pazienza, si sa.

E, quel po' che mi era rimasta prima dell'operazione, sta per esaurirsi alla svelta.


Verso le 7:30 viene Ulisse a farmi il prelievo, a controllarmi i battiti e a misurarmi la pressione e di nuovo la febbre (che si mantiene stabile sui 37,5); e finalmente, alle 8, arriva la colazione!

Io ho una fame che mi mangerei tre cornetti, ma ovviamente devo accontentarmi di qualche biscotto secco, di uno yogurt magro e di un succo di frutta. Cerco di fare opera di convincimento su Asia per mandarla al bar a prendermi cornetto e caffellatte ma Ulisse si è raccomandato di evitare cibi grassi e caffeina, quindi non riesco a corromperla.

Sai... Ieri mi è venuto in mente il tipo da cui hai comprato quello!” mi dice lei a un certo punto, indicando il mio braccialetto di cuoio col tao.

Io sorrido, ripensando a quella giornata, e bevo un altro sorso di succo di frutta. “Watanka!” esclamo ridendo.

E com'è che era, il suo motto? Non mi viene in mente!”

Così sia detto, così sia fatto, così sia scritto.”

Te lo ricordi per intero!”

E certo! Quel tipo era troppo figo!”.

Me la ricordo bene quella giornata: il compleanno di Asia. Sono passati solo quattro mesi ma sembra così lontana, quasi come se appartenesse ad un'altra vita; è stato l'ultimo giorno in cui la nostra famiglia è stata davvero unita e felice: pochi giorni dopo mamma è peggiorata, l'hanno ricoverata per l'ennesima volta in questo maledetto posto e non è più tornata a casa; ed è come se quel giorno io lo avessi sentito, ciò che stava per accadere e, contrariamente al mio solito, in cui le bancarelle le snobbo, ho voluto cercare appositamente qualcosa da comprare, come ricordo; anche mamma deve aver sentito lo stesso, perché ci ha scattato una marea di foto, come non faceva più da tempo.

Il telefono di Asia comincia a squillare e interrompe i miei ricordi. “È papà” mi dice lei prima di rispondere, ma subito dopo cade la linea; lui richiama e di nuovo cade la linea. “Vado in corridoio. Qua prende male”.

Io finisco la mia colazione e intanto rimango all'erta cercando di sentire cosa lei gli dica, ma purtroppo si è allontanata e non riesco a sentire; non so ancora niente dell'operazione, la Lisandri e Abele ieri non si sono visti (e anche se si fossero visti ero così rincoglionito che dubito avrei capito quello che mi avrebbero detto) e questa cosa comincia ad innervosirmi.

Che voleva papà?” domando ad Asia appena rientra.

Sapere come stavi.”

E non poteva chiamare me?!”

Pensava che stessi ancora dormendo.”

Mi state nascondendo qualcosa?”

Ma Leo, di che parli?”

Dell'operazione. Non sono riusciti a togliere il tumore? Nessuno mi ha ancora detto niente. E ieri non ero abbastanza lucido da fare domande.”

Ma sì che l'hanno tolto, stai tranquillo!” mi dice prendendo il vassoio della colazione dal tavolino del letto e poggiandolo sulla scrivania. “Papà adesso va a lavoro, viene prima di sera.”

Sì sì, va bene... Io spero solo che prima di sera venga qualcuno a parlare con me dell'operazione!”

Ma sì, devi avere pazienza, vedrai che tra un po' arriva la dottoressa Lisandri... oppure il dottor Abele”.


Arrivano tutti e due insieme, un paio d'ore dopo; e, sebbene fossi impaziente di poter parlare con loro, vederli insieme non mi piace molto: l'ultima volta che è successo ero proprio qui, seduto in questo letto, dopo la biopsia, e mi hanno detto che probabilmente avevo un osteosarcoma.

Buongiorno Leo” mi salutano entrambi, quasi in coro; Asia è andata al bar a prendersi un caffè (già il secondo di questa mattina) ed io non so se sentirmi sollevato, o meno, dal fatto di essere da solo con loro.

Buongiorno” rispondo con tono abbastanza fermo, considerate le circostanze.

Come ti senti?” mi domanda la Lisandri.

Bene.”

Sei riuscito a dormire bene stanotte?”

Sì, anche se alle 5 ero già sveglio” rispondo mentre lei prende la mia cartella clinica e comincia a scorrerla con gli occhi, in silenzio.

Allora Leo, l'intervento è tecnicamente riuscito” mi dice il dottor Abele con la sua voce pacata e rassicurante. “Abbiamo asportato tutta la massa tumorale e siamo riusciti a ricostruire perfettamente la tibia.”

Nessuna brutta sorpresa?” gli chiedo io, scettico.

C'è stata una complicazione che non ci aspettavamo, ma siamo riusciti a risolvere anche quella.”

E sarebbe?!”; ecco, lo sapevo che non mi dovevo fidare!

Dagli esami non era emerso, ma il tumore aveva intaccato anche buona parte del muscolo, e abbiamo dovuto asportare anche quello.”

Il muscolo?!” esclamo afferrando d'istinto il lenzuolo e stringendolo. “Mi sta dicendo che la mia gamba non tornerà più come prima?!”

No Leo, assolutamente. La parte di muscolo restante andrà a compensare quella che non c'è più e con la fisioterapia si sistemerà tutto.”

Dice sul serio?” gli domando deglutendo.

Sì. Non ti mentirei mai, davvero”.

Lo guardo negli occhi e decido di fidarmi. “Mi aveva detto che il giorno dopo l'intervento mi sarei potuto alzare dal letto e usare la sedia a rotelle. Può dirlo anche agli infermieri, così me la portano?”.

Il dottor Abele mi fa un sorrisetto e poi si scambia uno sguardo d'intesa con la Lisandri che nel frattempo ha messo via la mia cartella. “Ti avevo anche detto che questo lo avrebbe deciso la dottoressa Lisandri, dopo aver valutato il tuo stato di salute, o sbaglio?”

Sì, l'aveva detto” sbuffo io alzando gli occhi al cielo.

E allora ti lascio a lei, se non hai altre domande da farmi.”

No, non ne ho” gli dico, per poi ripensarci subito: “Anzi, aspetti! Quanti punti mi avete dato?”

Vuoi sapere quanti punti ti abbiamo messo?” chiede lui divertito.

Sì.”

Quarantacinque.”

Quarantacinque” ripeto, piuttosto impressionato. “Così tanti?!”

È normale in interventi come questo, te lo assicuro. Altre domande?”

Io ci penso un attimo e... no, non ho altre domande: “No grazie. Va bene così. Per il momento.”

Certo, per il momentomi sorride lui. “Se ti venissero in mente, manda pure qualcuno a chiamarmi e appena posso verrò. D'accordo?”

D'accordo, grazie” dico mentre lui se ne va, dopo aver salutato. “Allora, che mi dice?” domando alla Lisandri. “I miei parametri sono buoni. L'ha letto, no?”

Sì, l'ho letto” mi risponde lei con un sorrisetto divertito. “Hai ancora la febbre, però.”

Ester mi ha detto che non è preoccupante!”

Sì, non è preoccupante” sospira lei. “Ma è pur sempre febbre.”

Vabbè, non è mica alta! La posso avere questa carrozzella o no?!”

Facciamo che prima ti visito e poi ne riparliamo” mi dice indossando il fonendoscopio. “Va bene?”

Va bene” sbuffo io sfilandomi la maglietta dalla testa e confinandola al braccio con la flebo.


Direi che qui è tutto a posto” annuncia la Lisandri togliendosi il fonendoscopio quando ha finito di farmi tossire, respirare e trattenere il respiro.

Direbbe o dice?”

Dico” sospira annuendo.

Allora mi fa alzare?!”

Con calma, Leo. Ti prometto che oggi ti faccio alzare, ma adesso devi avere un po' di pazienza.”

Pazienza! Ancora pazienza!” esclamo io alzando la voce. “Non fate che ripetermelo tutti! Io sono stufo di avere pazienza! Ho bisogno di alzarmi da questo cavolo di letto, altrimenti impazzisco!”.

Lei incrocia le braccia e mi guarda con aria seria, arricciando un po' le labbra: “Ho detto che ti faccio alzare. Ma non adesso. Ci sono delle cose da fare, prima. Se mi lasci parlare, ti spiego tutto, altrimenti te ne starai lì ad aspettare e basta, senza sapere perché, e pensando, come tuo solito, che lo faccia per farti un dispetto!”; io sostengo il suo sguardo, ma non dico niente; che stronza, scommetto che ci gode ad avere il coltello dalla parte del manico! “Quindi?” mi chiede dopo qualche secondo. “Vuoi ascoltarmi o preferisci che vada via?”

L'ascolto!” sbuffo io muovendo in aria una mano.

Lei sorride compiaciuta e si toglie gli occhiali, come se io non fossi già abbastanza teso. “Prima di tutto, bisogna controllare la ferita e rifare la medicazione. Tra poco ti mando Ulisse”; cazzo, la medicazione! Al solo pensiero sudo freddo. “Gli dico anche di toglierti i drenaggi.”

Oh davvero?! Di già?! Fantastico!”; beh, almeno una bella notizia!

Nel frattempo direi che arriverà l'ora di pranzo...”

Può dire a quelli della cucina di mandarmi del cibo vero? Sto morendo di fame!”

Leo, non decido io i pasti dei pazienti. C'è un protocollo anche per questo. E nel post-operatorio i pasti devono essere più leggeri.”

Eh però poi non venitemi a dire che dimagrisco troppo!”

Non dimagrirai, tra un paio di giorni tornerai a un'alimentazione normale.”

Tanto poi ci pensa la chemio! A proposito, quand'è che ricomincio? Così almeno me ne faccio una ragione!”

Non mi sembra il caso di parlare della chemio, adesso.”

Certo!” sbotto io facendo una smorfia di disappunto. “E ti pareva!”

Leo, non ho tutto il giorno. Devo andare anche dagli altri pazienti. Posso continuare?”

Continui!” esclamo tamburellando nervosamente con le dita, sul tavolino mobile del letto.

Hai perso molto sangue durante l'intervento, quindi è necessario reintegrarlo con una trasfusione”.

La trasfusione: questo l'avevo messo in conto e non mi fa nemmeno tanto effetto.

Va bene, e dopo mi posso alzare?!”

Dopo, se non avrai avuto nessun effetto collaterale e se i parametri vitali saranno buoni, ti potrai alzare e andare un po' in giro con la sedia a rotelle.”

Ok. Ma mi rimettete quel sangue là?” le chiedo indicando le sacche dei drenaggi che sporgono dalla coperta.

No, non sarebbe sufficiente. Te ne servono almeno due sacche.”

Due?!”

Almeno due, per oggi. Domani valutiamo. Ne hai perso ben più di un litro. Mi sorprende che tu abbia tutte queste energie per discutere!”

Quelle ce le ha sempre!” esclama Asia entrando.

E mi sa che hai ragione, Asia!” le risponde la Lisandri voltandosi verso di lei, per poi aggiornarla su tutte le cose che ha appena detto a me.


Per tutta la mattina, provo a convincere Asia ad andarsene a casa, almeno per un po', ma stavolta si è proprio intestardita e non se ne vuole andare; quando arriva Ulisse, col carrello per la medicazione, ci provo di nuovo ma lei ancora una volta si rifiuta.

Non vorrai mica stare qua a guardare?!” protesto io sgranando gli occhi.

Se non vuoi posso aspettare fuori.”

Certo che non voglio! Quello che voglio è che te ne vai a casa, o a fare un giro, o dove ti pare!”

Gli dia retta, pé 'na volta che c'ha ragione!” interviene Ulisse. “Se vada un po' a riposà, che stanotte non ha chiuso occhio!”

Non hai dormito?” le domando sorpreso mentre lei mi sorride imbarazzata.

Sì che ho dormito!”

Avrà dormito cinque minuti sì e un'ora no!” ride Ulisse guardandomi. “Ogni volta che entrava Ester a controllarte, se alzava pure lei!”.

E Asia, a questo punto, non può più negare l'evidenza: “Ok, non ho dormito moltissimo, ma non sono stanca! E poi non mi va di lasciarti qua da solo!”

Da solo?!” esclamo io allibito mentre Ulisse se la ride.

E c'ha ragione pure mò! Le sembra forse che sta da solo?! Semo tutti alla corte di sua maestà il re Leone, qua! E su, faccia la brava signorina, se ne vada a casa un pochetto e tornasse stasera!” insiste lui mentre Asia comincia a tentennare. “Ci pensiamo noi, al re della foresta!”

Sei sicuro?” mi domanda Asia con tono apprensivo, corrugando le sopracciglia.

Io annuisco sorridendo: “Te lo sto dicendo da ieri sera, mi pare!”

Va bene. Torno più tardi con papà” mi dice lei afferrando la sua borsa e dandomi un bacio. “Ma per qualsiasi cosa chiamami. Giura.”

Giuro” rido io sollevando la mano destra.

E cerca di non far impazzire tutti quanti, nel frattempo!”

Non se preoccupi!” esclama Ulisse. “Se comincia a rompere..., lo addormentiamo di nuovo... e semo a posto!”

Ok, ci conto!” gli dice Asia sorridendo; poi mi dà un altro bacio e se ne va.


La mezzora che segue non è per niente, ma proprio per niente, piacevole; tanto per cominciare, oltre alla medicazione alla gamba, c'è da rifare pure quella all'inguine, e sebbene l'incisione lì sia ormai quasi guarita e Ulisse sia molto bravo a non farmi male, mi dà comunque fastidio dovermi sorbire pure questa medicazione, dato che già tremo al pensiero di quell'altra; e in più, data la zona, sto in tensione per tutto il tempo, col timore di rimanere scoperto.

Finito lì, Ulisse mi toglie il tutore e comincia a sbendare la gamba mentre io resto sdraiato e distolgo volutamente lo sguardo.

Che c'è? Non la voi vedé?”

No.”

C'hai paura che ti fa impressione?”

Sì.”

Tanto sei già a letto, no?! Pure se svieni che ce fa?!” esclama lui ridacchiando, facendomi sorridere.

N... non ho voglia di vedere com'è ridotta la mia gamba per colpa di questo cazzo di tumore!”

E invece la dovresti guardà, pure se è brutta. Perché adesso il tumore non ce sta più qua dentro, te l'hanno tolto, e la ferita c'è per 'sto motivo qua. E poi che voi fà? Prima o poi la dovrai guardà... e vedrai la cicatrice... e te sembrerà molto brutta. Se invece ora guardi la ferita, che è brutta davero, dopo la cicatrice te sembrerà quasi bella! Comunque... non te facevo così fifone!”.

Sarà che non mi va affatto di fare la figura del fifone, sarà che il suo discorso in qualche modo mi ha convinto, fatto sta che prendo un bel respiro, mi metto seduto e decido di guardare: è proprio come dice lui.

È brutta davero.

Per un attimo, sembra che il mio corpo sia indeciso tra il vomitare e lo svenire, poi resiste ad entrambe le cose ed io riesco a guardarla ancora: è gonfia, rossa, cosparsa di punti metallici e con i due tubi dei drenaggi conficcati dentro.

Mi viene da piangere.

"Tutto bene?" mi chiede Ulisse prima di cominciare a pulire la ferita.

"Credo di sì" rispondo con un nodo in gola. "Certo che è brutta davero!" dico con un sorriso tirato.

"Oh Leo!" esclama lui ridendo. "Nun te se pó sentì!".

Io rido e poi torno serio: "Grazie per aver convinto mia... AHIA! Fai piano!"

"Guarda che sto a fà piano! Più piano de così e sto fermo!"

"Sì ma potresti... AHIA CAZZO!"

"Su, e porta pazienza! Ancora un po' e avemo finito!"

"Ancora con questa pazienza?! Non ti ci mettere pure tu!"

"Perché?! Chi è che ce s'è messo?!"

"Tutti quanti! Tutti a dirmi di avere pazienza!"

"Eh... perché bisogna che te metti un po' calmo. Ma che me stavi a dì prima? Mi stavi a ringraziare..."

"Sì..." dico mentre trattengo il respiro e stringo gli occhi perché mi sta facendo ancora malissimo. "Per aver convinto mia sorella ad andarsene."

"Ah! Di niente. Ormai te conosco, a te! Il Leone vuol stare da solo, a leccarse le ferite!"; annuisco e accenno un sorriso mentre lui comincia a tamponare la ferita per asciugarla: la parte peggiore della medicazione è finita. "Però te devi pure un po' controllà! Io non lo so com'è che la tua ragazzetta non tà mannato a quel paese, ieri! T'ha guardato in un modo che io me sò detto: mò questa glie dà 'nà pizza in faccia!"

"E cosa dovevo fare?!" esclamo io storcendo le labbra. "Lasciare che stesse lì a guardarmi vomitare?!".

Lui mi rivolge uno sguardo comprensivo e non mi risponde. "Adesso togliamo i drenaggi" dice cambiandosi di nuovo i guanti. "Stammi a sentire, non te la voglio raccontà, ho sentito pure signore de 'na certa età tirare giù tutti i santi del paradiso!"

"Ah grazie! Adesso sì che sono proprio tranquillo!"

"Dato che sò due, decidi te se vuoi che te do un po' di tempo dopo il primo o se preferisci che vado dritto!"

"Ma che cavolo di scelta è?! Ho già capito che fa comunque un male boia!"

"Io, te consiglio de farmi andá dritto!"

"Ok, fai come ti pare, ma fai! Più ne parliamo peggio sto!"

"Va bene, famo così: prendi un bel respiro e conta piano fino a tre".

Faccio come mi dice ma appena arrivo al due, Ulisse mi toglie il primo drenaggio. "Porca puttana!" urlo mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime e un attimo dopo mi ha già tolto anche il secondo: "Cazzo!"; mi lascio ricadere con la schiena sul letto, praticamente distrutto, e cerco di asciugarmi gli occhi prima che lui si accorga che ho pianto.

"Coraggio re Leone, adesso te bendo, do un occhio anche alla mano, e poi te lascio tranquillo!"

"Non è vero, dopo torni per la trasfusione!" sospiro io fissando il soffitto.

Questa giornata è peggio di quella di ieri: almeno ieri dormivo ed è passata quasi senza che me ne accorgessi!

Questa fa davvero schifo.


Anche il pranzo fa schifo: minestrina insipida e merluzzo lesso stracotto; e purè di patate, che per fortuna è mangiabile e quindi lo tengo per ultimo.

Sto proprio mangiando il purè mentre messaggio su WhatsApp con i miei amici e con Matteo, quando, del tutto inaspettata, arriva Giulia.

"Cosa fai qui?!" le domando stupito, restando con la forchetta a mezz'aria; ha indosso quei suoi pantaloncini indecentemente corti, ma dopo la brutta mattina che ho passato non ce la faccio proprio a innervosirmi per questo, anzi: la visione delle sue bellissime gambe non può che migliorarmi l'umore.

"Ciao anche a te!" esclama lei avvicinandosi.

Ciao...” le sorrido tirandola verso di me e dandole un bacio sulle labbra.

Ho voluto farti una sorpresa, anche se non ero sicura che l'avresti presa bene!”

L'ho presa benissimo!” le dico spostandomi verso destra per farle un po' di posto nel letto. “Vieni qui!”.

Giulia fa il giro del letto e viene a sedersi alla mia sinistra. “È buono?” mi chiede indicando il purè.

Prima del tuo arrivo era l'unica cosa decente di questa giornata!” esclamo passandole un braccio intorno alle spalle e dandole un altro bacio sulle labbra che però stavolta diventa subito appassionato.

Mi è mancato baciarti” sorride lei quando ci stacchiamo; in effetti, tra una cosa e l'altra, era passato qualche giorno dal nostro ultimo bacio.

Anche a me. Tanto. E non solo quello” dico poggiandole una mano sul ginocchio e iniziando a risalire fino al bordo dei suoi pantaloncini.

Lei ridacchia e infila una mano sotto la mia maglietta, percorrendomi la schiena, facendomi rabbrividire di piacere. “Sembra che tu sia in forma oggi”; io non le rispondo e la bacio di nuovo mentre comincio ad accarezzarle il seno; certo che, tra la flebo attaccata al braccio e la mano bendata, non è proprio il massimo della comodità. “Leo!” esclama lei staccandosi dal bacio e spostandomi la mano. “Ma sei matto?! E se entra qualcuno?!”

Sì, sono matto!” sbuffo io ricominciando a mangiare il purè. “Lo diventerò sul serio qua dentro. Giuro.”

Oh, ti hanno tolto i drenaggi!” nota lei.

Sì, non mi ci far ripensare!”

Ma non sei contento?”

Diciamo che non è stato un bel momento.”

Ti ha fatto male?”

Eh...” annuisco io, corrugando la fronte. “Lo sai..., mia mamma faceva un purè buonissimo...” le dico mentre ripulisco il piatto con la forchetta. “E quando non stavo bene... me lo preparava sempre”.

Giulia mi sorride, guardandomi con dolcezza e intanto gioca coi miei due braccialetti rossi: “Mi dispiace non averla conosciuta.”

Ti sarebbe piaciuta.”

Beh, se come dice tua sorella... tu sei uguale a lei, mi sarebbe piaciuta di sicuro!”

Tu le piacevi” le dico sorridendo.

Come fai a dirlo, se non ci siamo mai viste?!”

Diceva che grazie a te... lei poteva godere di un altro dei miei sorrisi.”

Cioè?”

Di un sorriso nuovo..., diverso, che non avevo mai avuto prima.”

Non me l'hai mai detta questa cosa!” sorride lei un po' imbarazzata.

Beh, adesso la sai.”

E che sorriso sarebbe?”

Quello che ho quando sono con te.”

E che sorriso hai quando sei con me?”

Lo sai...” dico allontanando il tavolino e ricominciando a baciarla; restiamo a baciarci per un sacco di tempo, non saprei dire quanto, so solo che a un certo punto io non resisto più e allungo di nuovo la mano sul suo seno.

Leo!” mi richiama di nuovo lei staccandosi dal bacio.

Ma dai, lasciami fare...” mormoro continuando ad accarezzarla e cominciando a baciarla sul collo.

Ma se entra qualcuno?!”

Non entra nessuno a quest'ora, fidati!”.

Ecco, le ultime parole famose, ovviamente!

Ohi Leo! Stai in bella compagnia, a quanto vedo!” ride Ulisse entrando e facendoci sobbalzare.

Bussare no, eh?!” protesto io.

B... buongiorno!” dice Giulia alzandosi di scatto dal letto e arrossendo come non mai; a me scappa da ridere, ma mi trattengo.

Signorina...” la saluta Ulisse sorridendo mentre lei sbianca nel vedere la sacca di sangue che lui ha in mano. “Non voglio èsse scortese, eh! Ma l'orario di visita è passato da mò e qua c'avemo da fare...”

Sì, vado via subito!” esclama Giulia recuperando la sua borsa che però, per l'agitazione, lascia cadere per terra.

A meno che preferisci fà il vampiro e succhiare il sangue direttamente dal collo della tua ragazzetta!” mi dice Ulisse ridendo e appendendo la sacca di sangue all'asta della flebo.

Io rido, ma Giulia diventa praticamente bordeaux e va via di corsa, accennando un saluto e senza neanche darmi un bacio.

Hai traumatizzato la mia ragazza” gli dico mentre lui mi porge il termometro. “Di nuovo?!”

Sì, bisogna registrà tutti i parametri prima, durante e dopo”.

Sono stufo.

Prevedo che questi giorni post-operatori saranno infiniti; sono appena all'inizio e già non ne posso più. Oggi mi son già sorbito: controllo di febbre, pressione e battiti non so quante volte, il prelievo, la visita della Lisandri, tre medicazioni, la rimozione dei drenaggi e una colazione e un pranzo schifosi; senza contare che sono ancora bloccato a letto, costretto ancora a fare pipì nel pappagallo e che adesso mi tocca pure un altro buco, nell'altro braccio, dato che l'ago che ho già per la flebo è troppo sottile per la trasfusione.

Aò, e che è quella faccia?” mi domanda Ulisse mentre mi lega il laccio emostatico e comincia a disinfettarmi l'incavo del braccio sinistro.

Niente...”

Non c'avrai mica paura? Hai passato ben di peggio!”

Lo so benissimo! Non ho paura, ho solo le palle girate, lasciami stare!”

E perché c'hai le palle girate? Perché ho mannàto via la tu' ragazzetta?”

Per tutto quanto!”

Leo, lo sai che...”

Non dire che devo avere pazienza! Fai quello che devi fare e basta! Non mi parlare!”

Mamma mia, aò! Annamo bene...! Guarda che faccio come ho detto a tua sorella, che te riaddormento così te ne stai buono!”.

E nonostante io abbia le palle davvero girate, non posso che sorridere: “Scusa, non ce l'ho con te, è solo che...”

Lo so, non te preoccupà! Pronto? Vado?”

Vai”.

Trasalisco nel sentire l'ago penetrare, ma in un attimo è già passato e chiedo ad Ulisse di prendermi il pc che è sulla scrivania, per potermi guardare The Walking Dead, dato che devo trascorrere tre ore sdraiato e fermo; lui resta un po' con me, per assicurarsi che non abbia reazioni allergiche, poi stacca il turno e arriva Laura, che passa ogni tanto a verificare come sto, a controllare ancora i parametri, e a mettere la seconda sacca quando la prima è finita; finalmente finisce anche la seconda, Laura mi ricontrolla tutti i parametri (e che palle, adesso basta però!), mi portano un budino alla vaniglia, che con la fame che mi ritrovo mi sembra quasi buono, e poi arriva Carlo.

Carletto!” sorrido quando lo vedo. “Dov'eri sparito?! Sono giorni che non ti fai vedere!”

La Lisandri mi ha affidato altri pazienti! Però adesso mi ha mandato da te. Contento?”

Eh, dipende... ti ha mandato per dirmi che mi posso alzare?!” esclamo puntando l'indice verso di lui.

Mi ha mandato per controllare se ti puoi alzare.”

Vai, controlla, Laura ha detto che i miei parametri sono buoni. Mi è pure calata la febbre!”

Sì, questo me l'ha detto, però prima di dirti se ti puoi alzare ti devo visitare.”

Ancora?!” sbuffo portandomi una mano sulla testa. “Oggi mi state rivoltando come un calzino!”.


Quando vedo entrare Laura con la carrozzella, quasi non ci credo: finalmente mi posso alzare! Che poi, alzare è una parola grossa, diciamo che, aiutato da Carlo e Laura, riesco a spostarmi dal letto alla carrozzella; adesso devo solo capire come funziona e poi potrò uscire da questa stanza e respirare di nuovo un po' di libertà.

Allora, dove andiamo?” mi domanda Carlo afferrando le maniglie della sedia a rotelle.

Come sarebbe a dire dove andiamo?!” esclamo io voltandomi indietro verso di lui. “Dove... vado!”

La Lisandri mi ha detto di restare con te.”

E perché?! Non ho mica bisogno della balia!”

Leo, ieri hai subito un intervento importante e...”

E vabbè, ho capito! Ma cosa crede che possa succedermi se me ne vado un po' in giro da solo?!”

Io ho ricevuto quest'ordine, quindi da solo non ti posso lasciare andare, mi dispiace.”

Ok..., ok! Andiamo! Però faccio da solo, non serve che mi spingi!”

Guarda che non è così semplice, all'inizio!”.

Ovviamente io mi impunto, ma lui ha ragione, è proprio un casino: mi riesce quasi meglio giocare a basket piuttosto che guidare quest'affare; ma, dopo aver evitato per un soffio di investire un paio di dottori e qualche paziente, avere urtato un carrello degli infermieri ed essere quasi andato a sbattere contro una colonna, ce l'ho fatta! Certo, non sono proprio agilissimo, però sono riuscito ad arrivare indenne fino al bar.

Prendiamo un gelato?” domando a Carlo sfoderando il sorriso più convincente possibile.

No, Leo. Io sono in servizio e non posso, e tu devi evitare i cibi grassi.”

A me piacciono i gusti alla frutta! Quelli mica sono grassi!”

Non so se la Lisandri sarebbe d'accordo.”

Eddai Carletto! Dopo una giornata come quella di oggi, ho bisogno di zuccheri!”; lui non sembra ancora del tutto convinto, probabilmente per paura della Lisandri: “Dai! La strega mica lo viene a sapere!” esclamo strizzando un occhio.

Una coppetta piccola!”

Ma io preferisco il cono!”

Vuoi che ci ripensi?”

No, no, e va bene... Però ti fa male frequentare la strega! Stai imparando a fare i ricatti come lei!”.


La giornata è ormai finita.

Sono stato a letto per quasi tutto il giorno ma mi sento lo stesso stanchissimo.

Ho cenato seduto al tavolo, e questa è stata una bella conquista, nonostante la cena ovviamente non avesse sapore, ma subito dopo mi hanno fatto tornare a letto.

Alle 19 è venuta Giulia e ho dovuto insistere per farla sedere accanto a me, promettendole più volte che stavolta avrei tenuto le mani a posto; più tardi sono venuti anche Asia e mio padre e sono andati via poco fa; Asia voleva di nuovo fermarsi a dormire qui, ma sono riuscito a convincerla del fatto che preferisco davvero di no.

E adesso dovrei dormire, il mio corpo lo sta implorando, ma il pensiero che arrivi subito domani, e un'altra giornata come questa, mi fa venire voglia di restare sveglio il più a lungo possibile.

Sposto il lenzuolo e guardo la gamba: beh, almeno i drenaggi non ci sono più, non devo più vederli e soprattutto non dovrò di nuovo sopportare il dolore assurdo di quando Ulisse me li ha tolti.

Anche il tumore non c'è più.

Non so perché, ma faccio davvero fatica a convincermene.

Forse perché dopo aver vissuto per due mesi sapendo che era , adesso mi fa strano pensare che non ci sia più.

Forse perché so che anche se il tumore non c'è più, la guerra non è mica finita qui, che la Bestia non se ne va tanto facilmente, che dovrò ancora farci a pugni e che il più delle volte, probabilmente, mi toccherà incassare.

Però questa battaglia l'ho vinta e dovrei esserne contento, eppure non riesco a tranquillizzarmi.

Proprio non ci riesco.











   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Braccialetti rossi / Vai alla pagina dell'autore: Civaghina