Anime & Manga > Yuri on Ice
Ricorda la storia  |      
Autore: Maiko_chan    24/09/2017    5 recensioni
[Estratto]
«Victor!»
Il ringhio con cui Yuri Plisetsky lo chiamava aveva un non so ché di buffo, a metà fra la stizza e l'ammirazione, fra l'idolatria e la superbia, la voce non più di un bambino ma neanche da adulto, sospeso anch'esso in un limbo fatto di speranze e disillusioni. “La nuova generazione della Russia” dicevano e Victor, guardando il modo in cui Yurio si prendeva il suo posto nella storia stabilendo uno nuovo record nello short program, si sorprese a pensare che era molto più felice fuori dalla pista che al suo interno e questo – mesi prima, una vita fa – non l'avrebbe mai creduto possibile, nonostante tutto; perché il pattinaggio si era fatto spazio fra la sue ossa, era entrato nella sua pelle e fluiva nel suo sangue, senza sosta.
{Victuuri}
Episodio 12! Facciamo un tuffo nei pensieri di Vitya
Ottava classificata al contest indetto sul forum di EFP "Keep calm e... fatemi amare il vostro personaggio preferito!" indetto da Elettra.C e Vincitrice del premio Miglior storia shounen-ai
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Find me on FB (PROFILO + PAGINA AUTORE), TwitterEFP forumWattpadAO3 and Writer's wing 


 

           

 




Il suono giusto.







 

«Vitya...»

 

La voce di sua madre aveva sempre la stessa intonazione malinconica quando lo chiamava o, perlomeno, era quello che ricordava; una cadenza che andava perpetrandosi dalla sua iniziale, finendo con il tya, dove permaneva e fluttuava, come una promessa a cui lei non aveva prestato fede. Non rimembrava più né il suo volto, né quello del padre, di cui rimaneva il passaggio solo attraverso lo sbiadito ricordo nelle fotografie di tanto tempo fa, di una vita fa. Ormai, non ne sentiva più neanche la mancanza.

«Vitya!»

Sulle labbra di Yakov il suo nome prendeva il tono di un brusco rimprovero o di un rimbotto gentile, una parola per spronarlo a fare meglio, a dare di più, ad essere qualcuno che non era mai stato e che non avrebbe voluto diventare – un idolo, una leggenda, un eroe, un'immagine da costruire e raffinare, il bambino che non era mai stato e i capelli lunghi che aveva lasciato insieme alle sue lacrime.

«Victor!»

Il ringhio con cui Yuri Plisetsky lo chiamava aveva un non so ché di buffo, a metà fra la stizza e l'ammirazione, fra l'idolatria e la superbia, la voce non più di un bambino ma neanche da adulto, sospeso anch'esso in un limbo fatto di speranze e disillusioni. “La nuova generazione della Russia” dicevano e Victor, guardando il modo in cui Yurio si prendeva il suo posto nella storia stabilendo uno nuovo record nello short program, si sorprese a pensare che era molto più felice fuori dalla pista che al suo interno e questo – mesi prima, una vita fa – non l'avrebbe mai creduto possibile, nonostante tutto; perché il pattinaggio si era fatto spazio fra la sue ossa, era entrato nella sua pelle e fluiva nel suo sangue, senza sosta.

Chris era il compagno che lo aveva seguito in tutta la sua carriera, l'unico a cui avrebbe potuto dare l'appellativo rivale – e amico. Lui aveva un modo tutto suo di parlare, con quella strascicata cadenza che faceva sembrare tutto qualcosa di indecente. Persino un nome diventava motivo di possibili risate, per quel cameratismo che li aveva uniti negli anni e che forse non se ne sarebbe mai andato davvero.

Un nome non era poi così importante, dopotutto – Yurio lo aveva detto chiaramente che era morto, ma non sapeva che fosse già la seconda volta e che tuttavia era stata una morte dolcissima, sempre ricercata ma non trovata e quando alla fine gli si era presentata, quasi per caso, lui era caduto nelle sue spire con un sorriso.

 

Lo spruzzo caldo del soffione della doccia gli accarezzava il viso, trascinandosi via anche la malinconia a cui si era lasciato andare per qualche attimo, giusto il tempo per perdere la concezione di se stesso. Riprese a lavarsi, rendendosi conto di avere ancora del sapone addosso; dopodiché si sciacquò con decisione, passandosi le mani fra i capelli per districare un po' di nodi. Uscì dal bagno coperto dall'accappatoio morbido dell'albergo, frizionandosi i capelli bagnati con un'asciugamano e raggiungendo colui che era la causa della sua prematura dipartita.

Yuuri rimaneva sul ciglio del letto – per la precisione erano due, i letti, ma di comune accordo si erano trasformati in uno solo e lui non avrebbe potuto essere più felice di così – tamburellando le dita sul telefono, rispondendo probabilmente a qualche messaggio della famiglia. Victor andò a sedersi davanti a lui, sul bordo dell'enorme pannello che fungeva da finestra, continuando ad asciugarsi con tranquillità la cute.

Osservò Yuuri scorrere il suo profilo Instagram e soffermarsi su qualche foto postata dai pattinatori, inclinando le labbra all'insù con un movimento lento e rigido che ricordò a Victor il motivo della sua doccia improvvisa. La conversazione che dovevano fare fluttuava fra loro come una domanda e dopo che Yuuri buttò lì qualche frase di circostanza, Victor decise che non poteva essere qualcosa di così terribile ciò che doveva dirgli e raccolse tutto il coraggio che disponeva per mettere fine a quella bizzarra tensione che avvertiva nel suo allievo.

«Allora, di cosa volevi parlarmi?» chiese, spostando l'asciugamano ormai zuppo sul collo e lasciando che i capelli ancora umidi gli ricadessero disordinati sul volto.

Yuuri abbassò il cellulare, tirando le labbra in un sorriso sghembo che proprio non voleva saperne di formarsi.

«Giusto» borbottò il ragazzo, guardandolo «Dopo la finale, sarà meglio chiudere.»

Appena Victor riuscì ad elaborare quelle parole, sentì un gelo terribile bloccargli i muscoli e dovette deglutire un paio di volte prima di riuscire a riavere la funzionalità della lingua. Poteva sentire le goccioline d'acqua che gli scivolavano dalla nuca e si addentravano nell'accappatoio, lasciandogli brividi per tutta l'epidermide. Sgranò gli occhi, si sentiva così-

«Hai fatto più che abbastanza per me,» no, no, no, Yuuri, ma cosa stai dicendo cosa- «Victor»

Il suo nome.

Victor sentì perfettamente il modo in cui gli si spezzò il cuore, e le lacrime affiorare veloci agli occhi – era la prima volta che Yuuri lo pronunciava così, come se fosse qualcosa di doloroso. Come se lui stesso gli procurasse solo dolore.

«Grazie a te sono riuscito a mettere tutto me stesso nella mia ultima stagione.»

Si morse un labbro, notando come Yuuri cercasse di non guardarlo in faccia e la maniera con cui stritolava il cellulare con una mano e la stoffa del pantalone con l'altra.

«Grazie di tutto, Victor.»

Percepì il groppo alla gola stringere sempre di più, le lacrime che premevano per uscire. Vide sfocatamente Yuuri inchinarsi davanti a lui e, mentre osservava i suoi capelli scuri, per poco non udì le sue ultime parole.

«Grazie per essere stato il mio coach.»

Le lacrime presero a scorrere lente sulle sue guance e una finì per infrangersi sul piede, dando modo anche a Yuuri di accorgersene. Avvertì i sospiri spezzati di Yuuri, ma non alzò gli occhi quando il ragazzo sollevò la testa e cercò il contatto visivo. Si sentiva così- così-

«Victor?»

No, non dirlo, non dirlo, non-

Si morse la guancia e quando parlò, tentò di non far capire a Yuuri come si sentisse davvero.

«Accidenti...» disse infine, lo sguardo sempre puntato sulle ginocchia «Non mi aspettavo che Katsuki Yuuri fosse una persona così egoista...»

«Lo so,» Yuuri... «è una decisione egoista che ho preso da solo.»

Fece una pausa, e Victor stava quasi per parlare quando...

«Mi voglio ritirare.»

Avvertì gli occhi bruciare, le lacrime scorrere copiose, e adesso – dopo aver ascoltato come egoisticamente Yuuri stava decidendo il suo ritiro – Victor si sentiva arrabbiato. Si lasciò scappare un altro sospiro e quando la mano di Yuuri entrò nel suo campo visivo, decise finalmente di alzare lo sguardo ad incontrare quello dell'altro.

«Che stai facendo, Yuuri?» Cosa stai facendo della tua vita, Yuuri?

«Oh, sono solo sorpreso di vederti piangere.»

Questa, più di tutte le cose che gli aveva detto pochi secondi fa, riuscì a farlo davvero imbestialire. Gli stava dicendo che lo stava lasciando, come poteva non piangere!?

«Sono arrabbiato, va bene?» e schiaffeggiò la mano che stava sorreggendo il ciuffo di capelli. Stavolta, anche la sua voce ricalcava il suo stato d'animo.

Percepì lo sgomento di Yuuri ancor prima di sentirlo dire: «Ma sei stato tu a dire che mi avresti seguito solo sino alla finale del Grand Prix!»

«Pensavo che avessi ancora bisogno di me.» Credevo che volessi stare al mio fianco.

«Quindi non tornerai ad esibirti? Non devi preoccuparti per me-»

«Come fai a dirmi di tornare a pattinare un secondo dopo avermi detto che intendi ritirati!?» urlò, afferrando la spalla del ragazzo con forza e spingendolo sul materasso. Vide le proprie lacrime andare a schiantarsi sugli occhiali di Yuuri e sul viso, gli occhi grandi e marroni che gli fissavano sconcertati il volto – ma Victor la vedeva, quella goccia di dolore che gli macchiava le iridi.

«Vic-»

Si scostò da lui, come scottato, e boccheggiò, passandosi una mano fra i capelli.

«Non dirlo,» deglutì «non dirlo.»

Yuuri comprese e rimase zitto, ammutolito dalla sofferenza che stava dando a Victor. Come aveva potuto pensare di dargli quella notizia senza fargli del male?

«Almeno promettimi che...» si strinse nell'accappatoio, sentendosi nudo e improvvisamente debole davanti allo sguardo addolorato con cui Yuuri lo stava guardando «Promettimi almeno che rimanderai la tua decisione definitiva a dopo il libero.»

Yuuri annuì, ma sapevano entrambi che era solo una mera illusione.

 

*  *  *

 

Le ore che avevano preceduto il libero – l'ultima esibizione di Yuuri – le avevano passate rivolgendosi a malapena la parola, solo quando necessario. Victor avrebbe voluto intavolare una conversazione, ma aveva il sentore che ogni cosa che avrebbe detto sarebbe sembrata falsa e vuota. Per questo motivo continuava a osservare Yuuri di sottecchi, attento a non farsi mai scoprire. Seguì con gli occhi il profilo del suo collo, fissò il pomo d'Adamo che si muoveva mentre Yuuri deglutiva e il modo con cui il ragazzo cercava di stemperare la pressione chiudendosi in se stesso. Victor ne sarebbe stato preoccupato in altre occasioni, ma Yuuri appariva padrone di sé e determinato come non lo aveva mai visto – diverso dalle altre occasioni in cui aveva potuto ammirare il suo Yuuri muoversi con sicurezza.

Victor rispose con poco entusiasmo alle domande dei cronisti, nonostante cercasse di tranquillizzare tutti delle condizioni fisiche e mentali di Yuuri. Poi seguì il ragazzo, che aveva proseguito di pochi passi, e si diressero agli spogliatoi. Victor lanciò una breve occhiata a JJ, il quale stava per esibirsi, e per la prima volta sentì una sorta di compassione anche per quell'antipatico canadese che aveva avuto un crollo proprio in mezzo alla finale del Grand Prix – che tutti davano per scontato avrebbe vinto.

Seguì come in un sogno le esibizioni di JJ e Phichit sullo schermo ma, non appena Yuuri gli fece cenno che era il momento di andare, si riscosse e lo raggiunse andando verso la pista. Si scambiarono un'occhiata veloce e Victor ripercorse con una punta di rammarico tutti i bei momenti che avevano passato insieme. Lo amava, come faceva Yuuri a non capirlo?

Non si dissero neanche una parola finché Victor decise che era troppo – Yuuri era già dentro la pista, le mani sulla ringhiera e la testa china sul ghiaccio.

Deglutì e prese coraggio: «Non preoccuparti, Yuuri, puoi vincere l'oro.» Victor si vergognò di come la sua voce sembrasse spenta e incolore. «Devi solo credere in te stesso» finì e poggiò una mano sulla sua, in una carezza incoraggiante. Sentiva di voler piangere di nuovo.

«Ehi, Victor...»

Trattenne il fiato e sussultò appena – era dal loro litigio che Yuuri non pronunciava più il suo nome – ma non poté non notare come quella parola fra le labbra di Yuuri, in quel momento, gli sembrasse estranea, non sua. Era così diverso, prima...

«Una volta hai detto che vuoi rimanere onesto con te stesso, giusto? Non cercare di metterti a fare il coach così all'improvviso.» Victor lo guardò, sorpreso, e sentì la mano di Yuuri che prendeva la sua con delicatezza, apponendo una pressione decisa. «Voglio scendere l'ultima volta in pista con il sorriso.» concluse, stringendogli forte la mano.

Victor rifletté pochi attimi prima di prendere una decisione.

«Yuuri, ascoltami» iniziò, accostandosi a lui «Sono stato molto combattuto, non sapevo se dirtelo o no...» vide Yuuri alzare il capo per poter incrociare il suo sguardo e continuò, con più decisione. «Dopo il quinto titolo mondiale mi sono preso una pausa per farti da coach. Mi spieghi come fai a non aver ancora vinto nemmeno una medaglia d'oro?» Come fai ad essere così talentuoso e così spoglio di medaglie?

Non abbassò gli occhi quando Yuuri sgranò i suoi, fissandolo con stupore. Rimasero così, a guardarsi, per qualche secondo, senza dire nulla. Victor assottigliò le palpebre «Quanto ancora intendi rimanere in modalità riscaldamento?», si sporse un po' per abbracciarlo «Vorrei davvero poter baciare quella medaglia...» finì, con un tono un po' più frivolo, per tentare di smorzare la tensione. Sentì Yuuri rigido fra le sue braccia, ma non se ne sorprese. Lo conosceva bene, ormai: finché non avesse compreso appieno il discorso, non avrebbe fatto nulla che potesse in qualche modo fargli travisare le sue parole.

Si scostò, incontrando gli occhi stupiti di Yuuri, e vide uno spettacolo meraviglioso: osservò l'effetto che ebbero su di lui quelle parole appena ne capì il significato, come le iridi si sciolsero in due pozze liquide di commozione, gioia e amore. Victor vi lesse questo e altro, prima che Yuuri ricambiasse la sua stretta e iniziasse a singhiozzare piano, mentre lui faceva lo stesso. Tremarono insieme, abbracciati, e per Victor lasciarlo andare – lasciar andare la sua mano – fu uno sforzo terribile. Rimase a bordo pista col braccio alzato per qualche secondo, prima che questo cadesse inerme al suo fianco.

Le note di “Yuri on ice” iniziarono a danzare sul ghiaccio.

Victor avrebbe potuto giurare di non aver mai visto nulla di più bello di come lo era Yuuri in quel momento. Lo vide danzare con eleganza su quella melodia che sapeva di loro, cambiare i salti e stupirlo sempre più ogni momento che passava – avvertiva la forza dei sentimenti che Yuuri stava cercando di trasmettergli e nella mente sentiva un altro suono, la voce di Yuuri, che pronunciava il suo nome come mai aveva fatto prima. Si sciolse in lacrime quando lo vide eseguire magistralmente anche il quadruplo flip, quello che d'ora in poi sarebbe stato il loro salto. Quando Yuuri puntò la sua mano verso di lui, concludendo il libero e osservandolo con quei suoi occhi grandi, lucidi e commossi, Victor cercò di non scoppiare a piangere di nuovo.

Appena vide il punteggio di Yuuri sul tabellone non si stupì, perché sapeva quanto valeva l'esibizione del ragazzo ed il viso splendente di gioia e stupore di Yuuri si impresse a fuoco nella sua memoria. Era finita, ma lui non voleva che tutto si concludesse così.

L'unica cosa che gli venne in mente di fare, fu andare da Yurio e pregarlo di accendere una scintilla in Yuuri.

 

*  *  *

 

In realtà, pensò Victor, mentre applaudiva e osservava la premiazione, non avrebbe voluto incoraggiare Yurio così tanto da riuscire a strappare l'oro al suo allievo. Non era neanche sicuro che avesse funzionato dato che Yuuri non aveva ancora accennato nulla a proposito del suo ritiro, ed ormai sentiva di aver perso la speranza. Guardò i tre podisti sorridere ai giornalisti e posò lo sguardo sulla folla in visibilio. In qualche modo, sentiva che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Non significava perdere Yuuri, solo che avrebbero potuto vedersi meno spesso... l'idea però gli serrò la gola in una morsa gelida. E soprattutto... non riusciva a concepire uno Yuuri che non pattinasse. Per lui, il modo in cui pattinava Yuuri, era stato un nuovo punto di inizio e una continua ispirazione. Ed era parte di lui. Non riusciva a credere che Yuuri volesse davvero finirla lì e avvertì nuovamente le lacrime affiorare agli occhi. Poi vide che Yurio e JJ si avvicinavano all'uscita della pista e si scostò per lasciarli passare, complimentandosi per le medaglie e le loro performance.

E infine, un po' titubante, Yuuri si avvicinò, con la medaglia d'argento fra le mani.

«Non è una medaglia d'oro, però...»

Victor non voleva infierire, davvero, ma tutta l'irritazione che aveva accumulato in quelle ultime ore premeva per avere una valvola di sfogo.

«Ah, io non la bacio se non è d'oro» obbiettò, mettendo su il migliore dei suoi sorrisi da stronzo «Che peccato,» continuò, godendosi l'espressione sconcertata di Yuuri con un pizzico di malizia «avrei davvero voluto baciare la tua medaglia d'oro!»

Fece qualche passo verso l'altro ragazzo, il quale emetteva piccoli mugolii sconvolti.

«Sono un vero fallimento come coach... Yuuri hai qualche suggerimento?» e si spalmò completamente su di lui, ben sapendo quanto imbarazzo avrebbe provato il pattinatore. Si portò una mano alle labbra, costringendo Yuuri a piegarsi all'indietro «Qualcosa in grado di eccitarmi?» aggiunse, con il sorriso canzonatorio che scivolava via dalla sua bocca e lasciava posto a un'espressione seria.

Poté leggere con facilità l'effetto che ebbero su Yuuri, il quale boccheggiò, tenendo la medaglia stretta fra le mani e usandola come scudo. Con un movimento fece strofinare il bacino sul cavallo del pantaloni di Yuuri, che strizzò forte gli occhi – probabilmente, pensò Victor con maligna ilarità, cercava di non pensare alle cose che avevano fatto in hotel poco prima della loro litigata.

«A che stai pensando?» chiese, la voce bassa e melliflua, mentre si strusciava con studiata lentezza su di lui.

«Oh ecco... insomma...» Yuuri aveva le gote rosate, ma poi la sua espressione cambiò ancora e Victor, mentre veniva spinto a terra e Yuuri si sedeva sulle sue cosce abbracciandolo forte, si chiese se sarebbe sopravvissuto a quella giornata.

Probabilmente no.

«Victor!» oh, era così tanto che non lo pronunciava così «Ti prego pattina con me per ancora un altro anno!» e Yuuri si scostò, prendendolo per le spalle e guardandolo con determinazione, quella che Victor amava «Stavolta vincerò l'oro, ne sono sicuro!»

Victor avrebbe potuto mettersi a gridare e ballare e la sua gioia non sarebbe stata comunque espressa pienamente, gli occhi liquidi per le lacrime mal trattenute.

«Fantastico... però non fermarti!» lo incitò, entusiasta.

«Cosa?»

«L'idea di tornare a gareggiare spaventa anche me...» raccolse la medaglia d'argento dimenticata a terra, mettendogliela con orgoglio al collo «sapendo che dovrò farti anche da coach.» Yuuri continuava a non dire nulla, ma Victor notò il tremore delle sue labbra «In cambio voglio vederti diventare campione del mondo almeno cinque volte» concluse, sorridendogli e cercando di trasmettergli tutta la fiducia che riponeva in lui. Perché se qualcuno era in grado di farcela, quello era Yuuri.

Yuuri strinse forte la medaglia in una mano, lasciandosi scappare qualche lacrima e donandogli uno dei più bei sorrisi che lo avesse mai visto rivolgergli.

«Sicuro.»

Victor lo strinse talmente forte che avrebbe voluto fondersi in lui e con lui.

 

*  *  *

 

Yuuri era bellissimo mentre pattinava sulle note di “Stammi vicino, non mi lasciare”. Victor danzava assieme a lui sul ghiaccio, lasciandosi sfiorare e toccandolo a sua volta; non dicevano nulla, ma si guardavano sempre – come se si fossero ritrovati dopo un lungo viaggio. Le note di quella canzone d'amore apparivano diverse alle orecchie di Victor, intrise di un significato differente da quello che gli aveva attribuito un anno prima, quando vi pattinava da solo.

Prima, era tutto così triste.

Yuuri lo sollevò in aria con facilità, sorridendogli, e quando Victor tocco il ghiaccio con i pattini Yuuri lo strinse a sé per un attimo, sussurrandogli all'orecchio una singola parola.

«Victor.»

Avvertì un tremito scuotergli le membra, colpito da come la voce di Yuuri sembrasse così familiare e allo stesso tempo nuova. Victor si lasciò guidare dalle sue braccia, affidandosi a lui per l'ultima parte della performance. Yuuri gli accarezzò un fianco con leggerezza, una carezza impalpabile che a Victor fece venire i brividi e poi-

«Victor...» soffiò Yuuri vicino al suo orecchio e Victor non riuscì a trattenere un gemito di sorpresa. Sentiva le gote andare in fiamme e la gola secca. Deglutì e Yuuri lo fece voltare per concludere gli ultimi passi della coreografia: Victor dovette ringraziare in silenzio gli anni di esperienza se non era disteso sul ghiaccio. Quando la musica finì, Yuuri gli accarezzò la guancia per la seconda volta e lo guardò fisso negli occhi, mormorando un'unica parola – come se fosse una promessa d'amore segreta.

Adesso anche il suo nome aveva trovato il suono giusto, fra le labbra di Yuuri.

 




 

♦  ♦  ♦

 

 



 
♦  ♦  ♦


 

Eccomi, di nuovo

Avevo iniziato a scrivere un bel po' di tempo fa questa piccola OS, ma non l'avevo mai conclusa ;__; Grazie a questo contest sono riuscita a riprenderla in mano e completarla e adesso spero solo che abbia un buon riscontro sia qui su EFP che alla giudiciA piaccia xD 

Sì, mi piace far soffrire il nostro Vitya non so se lo avevate notato é_é 

Spero davvero che vi sia piaciuta *_* 


Un po' di link per voi, miei prodi <3 lospamoccultomanonpoitanto


Se volete leggere qualcos'altro di mio su YOI potete fare un salto su SOLO PER DUE GIORNI e DI VODKA, MACCHINAZIONI E SORPRESE

Se volete essere sempre informati sulle mie opere, leggere spoiler e quant'altro mettete un like alla pagina FB L'ANGOLO DI MAIKO oppure, se volete semplicemente fare quattro chiacchiere con me, potete mandarmi l'amicizia qui o seguirmi su Twitter

WARNING: Questa storia verrà pubblicata dalla sottoscritta - quando troverò il tempo e la voglia - anche su Wattpad, Writer's wing e AO3 <3 




Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto! <3

 

 

aiko 舞妓 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: Maiko_chan