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Autore: Arsax    24/09/2017    1 recensioni
Sequel di "The Bloody and Dark Princess"
Non potevo credere di averlo fatto. Non ci riuscivo. Non volevo. Sapevo di essere un mostro e le mie mani erano sporche del sangue di diverse persone già a venticinque anni, ma mai avrei pensato che la mia prossima vittima sarebbe stata lei.
Mi guardava con quegli occhi azzurri, sbarrati dalla sorpresa tanto quanto i miei. Volevo poter tornare indietro nel tempo e non compiere quel gesto, per impedire che si arrivasse a quel punto.
Avevo già perso la donna più importante della mia vita a soli sei anni e non volevo perdere anche lei.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 3


Mio padre e mio zio non fecero che incontrarsi con i nostri parenti membri del Consiglio per tutta la settimana. Avevano incontri segreti ai quali non potevo partecipare, anche se immaginavo quale fosse la discussione principale. Conoscevo abbastanza bene mio padre e mio zio da supporre che, non appena avessi fatto innamorare di me la principessa Serena e avessi acquisito la sua fiducia, avrei dovuto ucciderla, per far cadere nel caos il suo enorme regno e indebolirlo per poi conquistarlo con la forza. Se non era questo il loro piano, sicuramente l'omicidio sarebbe stato rimandato a dopo le nozze per risparmiare le nostre milizie oppure avrebbero davvero rispettato il patto. Quest'ultima possibilità mi sembrava molto remota, ma non potevo mai dire con certezza che cosa avesse in mente mio padre.
Ancora non mi avevano reso partecipe dei loro piani e non riuscivo a capirne il motivo, ma cercai di continuare con la mia solita vita. Un colpo al petto mi mozzò il fiato e vidi Dimitri caricare un altro colpo e mandarmi a gambe all'aria.
-Principe, che diavolo vi sta succedendo? È più di un mese che siete un pappamolle che se le prende. Di solito mi avreste preso il braccio e me l'avreste rotto, se avessi provato a colpirvi come ho fatto poc'anzi.- mi riprese Dimitri.
-Ho vari pensieri per la testa.- risposi vago.
Dimitri mi aiutò ad alzarmi e mi passò una bottiglia d'acqua.
-C'entra una donna.- affermò di punto in bianco e dovetti usare tutto il mio autocontrollo per non farmi andare l'acqua di traverso e restare impassibile.
-Ma cosa dici?- domandai indignato, anche se ci aveva azzeccato.
-Quella è la faccia di un uomo che pensa a una donna. Forza, confidatevi con me, così tornerete in forma e potremo allenarci di nuovo in modo serio, senza che ve le prendiate.- mi punzecchiò.
Era l'unico a cui permettevo di punzecchiarmi. Il nostro rapporto era la cosa più vicina all'amicizia che mi ero concesso. Dimitri era un buon confidente e non era né intimorito né un leccapiedi di mio padre, quindi con lui potevo sfogarmi come e quando volevo, anche se non lo facevo quasi mai.
-Non so come diavolo tu abbia fatto, ma hai indovinato.- ammisi passandogli la bottiglietta.
-Non ho indovinato, ma ho visto molti uomini con la vostra espressione. Allora, di chi si tratta?
-Della principessa Serena.
-Se le voci sono vere, è uguale alla regina Astrid Von Ziegler ed è meravigliosa.- disse pulendo il suo pugnale.
-Lo è.- ammisi. -Ma è rozza, veste da maschio, è scomposta e frequenta i mezzosangue.
Dimitri rabbrividì con me, ma sorrise in modo furbesco.
-Come fate a sapere tutte queste cose?
-Non sono affari che ti riguardano.- risposi duramente.
-So che siete andato a Torino e so che l'avete vista. Non siete andato ad Aosta, quella settimana, ma siete andato a vedere come fosse di persona.- disse ignorando il mio tono autoritario.
-E come diavolo fai a saperlo?- domandai un poco spaventato, ma solo un pochino.
Se mio padre l'avesse saputo, avrei subito la sua punizione e quella di mio zio.
-La guardia che si occupa di tenere d'occhio la principessa me ne ha parlato. Era preoccupato che venisse distrutto, se vostro padre l'avesse scoperto. Gli ho detto che se voleva restare vivo, doveva continuare a stare zitto.- spiegò Dimitri ridacchiando. -Se è così rozza, come mai ha invaso i vostri pensieri?
Restai in silenzio per qualche minuto riflettendo e alla fine risposi alla sua domanda.
-E' diversa dalle altre donne. Dovevi vedere quando ha mandato a gambe all'aria il suo ex ragazzo con un semplice schiaffo. Nessuna donna che ho conosciuto l'avrebbe mai fatto, anzi si sarebbero messe a strillare e a piangere istericamente, ma lei no.
-Benvenuto nel mondo dell'amore, mio dolce principe.- disse Dimitri dandomi una vigorosa pacca sulla spalla e ridacchiando sotto i baffi.
-Cosa? L'amore?
-Già. Sono convinto che presto capirete anche voi.
-Capire cosa?- domandai, ma tutto ciò che ricevetti fu solo una semplice risata.

-Ho una domanda da farvi, padre.- dissi di punto in bianco, giocando col gulasch che avevo nel piatto.
-Dimmi.
Era passata un'altra settimana e ancora ripensavo alla discussione avuta con Dimitri e da questa si era formata una domanda che continuava ad offuscare i miei pensieri.
-Non dovrei corteggiare la principessa Serena? Non la vedo dalla serata di gala e vorrei farla cadere fra le mie braccia il prima possibile.
Non era proprio tutta la verità. Il motivo per il quale volevo avere un contatto con la principessa, era scoprire ogni sfaccettatura di quella creatura tanto meravigliosa quanto disgustosa nei modi di fare.
-Dobbiamo aspettare. Alla serata di gala sei stato perfetto e sicuramente avrai fatto breccia nel cuore della principessa. Bisogna far crescere in lei l'impazienza di rivederti, quindi dobbiamo aspettare la prossima riunione Vidrean-Lovinescu.- spiegò mio padre con fermezza.
-Ci stiamo mettendo troppo tempo.- borbottò mio zio, l'unico che potesse contraddire mio padre.
-Sei esattamente come tuo nipote, Lucian: impaziente. Posso capire Stefan, che ha appena compiuto venticinque anni, ma tu che hai superato i duecento!- lo canzonò mio padre e mio zio sbuffò, impaziente tanto quanto me.
Avrei dovuto aspettare la riunione prima di rivederla ancora ed era troppo tempo. Volevo schiarirmi le idee e capire di più su quella ragazzetta. Quei pensieri non facevano altro che togliermi il sonno e privarmi di godere in tutta tranquillità della compagnia delle mie amanti.

Un mese e mezzo dopo, mio padre chiese che il consiglio Vidrean-Lovinescu si riunisse. Era una semplice copertura per far incontrare nuovamente me e la principessa in tutta tranquillità e lì avrei dovuto fare il possibile per conquistarla.
Solitamente con le altre donne bastavano due incontri per farle innamorare di me, sempre che non lo fossero già, quindi quello sarebbe stato il nostro incontro decisivo. Mio padre conosceva le mie capacità di seduttore, perciò confidava in me esattamente come mio zio.
-Stefan, cerca di non deludermi.- si raccomandò mio padre, prima che io e mio zio entrassimo nella sala delle udienze.
-Non lo farò, padre. Vi renderò orgoglioso.
Io e mio zio entrammo e ci mettemmo a chiacchierare con i membri del Consiglio, in attesa che la principessa Serena ci raggiungesse. Avevo una strana sensazione alla bocca dello stomaco, ma pensai fosse impazienza. Sì, era sicuramente impazienza. Volevo chiudere lì quella faccenda e rivedere la principessa Serena all'altare, alla cerimonia che ci avrebbe uniti fino alla morte.
La principessa finalmente entrò nella sala accompagnata da Wilhelm e le riservai un enigmatico sorriso.
-Sono lieto di rivedervi, principessa Serena.- la salutai facendole il baciamano. -Il viaggio è stato gradevole?
-Molto, vi ringrazio per l'interessamento.
-So che è la vostra prima volta, ma non sarà una riunione molto lunga e anche se non parlate rumeno, sono tutti d'accordo a parlare italiano.- spiegai brevemente.
-Siete stato davvero premuroso. Apprezzo molto il vostro gesto.- rispose con una nota di diffidenza nella voce.
-Direi che è venuto il momento di accomodarci.- dissi mettendole una mano sulla schiena e accompagnandola a capotavola.
L'aiutai a sedersi e presi posto anche io all'altro capo della tavola. Non smisi di guardarla fino a quando tutti i vampiri non furono seduti ai posti loro assegnati. Vederla mi aveva messo una strana sensazione addosso, ma la ricacciai indietro per concentrarmi sulla riunione del Consiglio.
Parlammo perlopiù di questioni burocratiche, tasse, resoconti dei vari castelli e la partecipazione della principessa Serena fu richiesta ben poco. La riunione era presieduta da me, come mio padre prima di me aveva sempre fatto, e presi appunti per non perdere il filo dei pensieri e per pensare a possibili soluzioni ad alcuni problemi.
-Bene. Se non ci sono altri argomenti da affrontare, direi che possiamo concludere qui.- annunciai, ma la mano di mio zio Lucian si alzò.
Voleva portare in tavola un ultimo argomento e, conoscendolo molto bene e conoscendo il suo astio per la famiglia Vidrean, immaginavo già quale fosse.
-Avrei ancora qualche domanda, principe Stefan.
-Prego, procedi pure.- concessi.
-Principessa Serena- iniziò mio zio. -gira voce che voi non abbiate ancora sviluppato i canini. È la verità?
Immantinente un brusio in rumeno si levò nella sala. Erano frasi scioccate e che affermavano che fosse oltraggioso fare una domanda del genere alla principessa, ma tutti fremevano dalla voglia di sapere se quella voce fosse fondata o meno.
La principessa Serena estrasse un ventaglio blu notte con disegno damascato dalla tasca del vestito e iniziò a farsi aria placidamente, come se quella domanda fosse stata sciocca, ma nel suo sguardo notai una punta di preoccupazione.
-Non ho bisogno di dimostrare di essere un vampiro. Devo dimostrare ai miei sudditi di essere una sovrana degna di guidarli. Questa diceria è già arrivata alle mie orecchie molto tempo fa, quindi non mi sorprende che sia arrivata anche alle tue.- rispose guardandolo negli occhi con un misto di divertimento e sfida.
La principessa aveva avuto coraggio a rispondere in quel modo a mio zio. Nessuno, nemmeno io l'avevo mai fatto e quella semplice frase mi fece apprezzare ancora di più la principessa.
-E invece cosa dite riguardo all'esercito che state riorganizzando?- continuò e un altro brusio si levò alto.
Anche io rimasi sorpreso, ma in modo positivo. Non riuscivo a credere che quella ragazzetta che giocava a fare la principessa stesse riorganizzando il proprio esercito. Volevo vedere fino a che punto quei due si sarebbero spinti e restai a guardare senza intervenire.
“Vediamo come risponderai, principessa”.
-Davvero, principessa? State organizzando un esercito?- domandò Damian Vidrean.
-Un sovrano senza esercito o è un sovrano sprovveduto o uno stupido, o entrambi.- rispose pacatamente la principessa.
Aveva fatto notevoli passi da gigante seguendo le lezioni di Wilhelm, ma non ero sicuro che quattro mesi di lezioni avrebbero trasformato una rozza popolana in una leggiadra principessa. Ero curioso di vedere come si sarebbe svolta l'intera faccenda.
-Come potrei difendere i miei sudditi senza un esercito?- chiese come se fosse la cosa più scontata del mondo.
-Difenderli da chi? Dai Lovinescu?- continuò mio zio, suscitando risatine maligne fra i presenti e facce scioccate.
-Perché mai dovreste attaccarmi?- domandò la principessa giocherellando distrattamente col ventaglio, anche se in quel momento era piuttosto spaventata.
Decisi che era giunto il momento di intervenire in difesa della principessa. Mi avrebbe portato qualche punto in più.
-Ora stai esagerando, Lucian.- mi intromisi guardandolo con occhi pieni di veleno.
-Principe Stefan, vi prego di lasciarlo continuare. Voglio sapere quale sarà la risposta.- disse lei decisa.
Volsi la mia attenzione verso Lucian, che si stava guardando attorno in cerca di un suggerimento persino da parte mia, ma non l'avrei aiutato. Aveva più di duecento anni, quindi era in grado di tenere testa a un vampiro di ventidue.
La risposta non arrivò, quindi la principessa Serena calcò la mano.
-Principe Stefan, avete intenzione di iniziare una guerra contro di me?
Per poco non scoppiai a ridere. Voleva umiliare mio zio e fargli capire che lei era davvero una principessa e che doveva portarle rispetto, volente o nolente.
-Assolutamente no, principessa. Perché mai dovrei farlo?- chiesi indignato.
-Se devi parlare per dare aria alla bocca- iniziò la principessa, guardandolo con freddezza e schifo, come se avesse davanti la creatura più rivoltante del mondo, e in effetti lo era. -ti consiglio di tacere la prossima volta.
-Come osi?! Tu...
-Basta, Lucian!- tuonai alzandomi in piedi. -Ricorda che hai davanti una principessa, non una donna qualsiasi e non tollero che si parli in questo modo alla mia promessa sposa. È chiaro a tutti?
Non avevo mai risposto a mio zio in quel modo e mai avrei creduto di farlo. Mi era venuto spontaneo, anche perché, sebbene quella ragazzetta fosse rozza e grezza, restava comunque una principessa e la mia promessa sposa.
Li guardai uno a uno negli occhi, in attesa che qualcuno osasse emettere un fiato, ma non successe, così mi risedetti al mio posto. Damian Vidrean alzò lentamente la mano e mi osservò con lo sguardo spaventato che vedevo sempre rivolto a mio padre.
-Spero che sia una domanda intelligente.- dissi gelido, dandogli la parola.
-Vorrei sapere cosa volete fare riguardo al patto e quando si terrà il vostro matrimonio.- pigolò con fare reverenziale.
Mi fece molto piacere vedere che le persone mi trattavano allo stesso modo con cui trattavano mio padre. Dovevo aver fatto capire a tutti che non ero un uomo che donava la clemenza e il perdono, perché quello non spettava a me, ma al Creatore.
-Preferirei conoscerla e corteggiarla a dovere.- risposi con tranquillità. -Con questo non sto dicendo che il patto non verrà portato a compimento, ma che ci vorrà un po' di tempo. È già un passo avanti che la principessa Serena sia qui tra noi oggi e che possa partecipare alle riunioni del Consiglio. Dovete solo pazientare ancora un po', ma cos'è qualche mese in confronto all'eternità che abbiamo davanti?
Quel breve discorso avrebbe portato la principessa a guardarmi con occhi nuovi, perché le avrei dato l'impressione di volerla conoscere prima di sposarla e in effetti era vero. Quella ragazzetta mi intrigava e volevo saperne di più prima di sposarla e, probabilmente, prima di ucciderla.
-Ci sono altre questioni sulle quali discutere?- chiesi osservando ogni vampiro, ma nessuno fiatò. -Bene, possiamo terminare qui la riunione del Consiglio.
Io e la principessa ci alzammo, tutti seguirono il nostro esempio e si diressero fuori dalla sala. Mio zio era furente di rabbia e mi riservò un'occhiata di fuoco, ma pensai che mio padre avrebbe apprezzato il mio impegno avuto nel difendere l'onore della principessa e farle avere così un po' più di fiducia in me.
Wilhelm aprì la bocca per dire qualcosa alla principessa Serena, ma vedendo che mi avvicinavo richiuse immediatamente la bocca.
-Vi chiedo umilmente perdono per il comportamento inaccettabile di mio zio Lucian. Vi assicuro che non resterà impunito.- dissi inchinandomi.
-Non ce n'è alcun bisogno, credo che abbia già recepito il messaggio.- rispose ancora sorpresa, probabilmente dal modo in cui l'avevo difesa.
Avevo fatto centro.
-E invece sì. Non posso permettere un comportamento tanto irrispettoso nei vostri confronti. Vorrei discutere in privato con voi di alcune questioni, se permettete.
La principessa fece un cenno col capo a Wilhelm e questo si inchinò per poi congedarsi. Afferrai il mio calice per versarci del sangue e feci altrettanto con uno pulito. Lo porsi alla principessa e bevvi qualche sorso, continuando a studiarla attentamente. Era giunto il momento di sfoderare ogni mia tattica di seduzione per farla innamorare perdutamente di me.
-Ditemi principessa, come intendete procedere riguardo alle nostre imminenti nozze? Non ho chiesto il vostro parere e me ne scuso, ma sarebbe per me un onore corteggiarvi e conoscervi prima di convolare a nozze. Siete d'accordo?
-Mi farebbe piacere conoscervi, ma non pensiate che bastino il vostro charme e il vostro bell'aspetto per farmi cadere ai vostri piedi.- rispose guardandomi con occhi colmi di sfida.
Sorrisi divertito continuando a guardarla intensamente. Era piuttosto agitata, glielo si leggeva nello sguardo, ma cercava di mostrarsi spavalda e impavida. Quindi non sarebbe bastato il mio aspetto per farla innamorare. Pazienza, avevo altre carte a disposizione nel mio mazzo.
-E cosa riuscirebbe a farvi cadere ai miei piedi? Regali? Gioielli?- chiesi sollevando un sopracciglio.
Quale donna sarebbe riuscita a resistere ai diamanti? I diamanti sono i migliori amici delle donne.
-Mi credete così superficiale, principe Stefan?- domandò.
Quella domanda mi spiazzò. Quindi era davvero diversa dalle altre e non sarebbe stato così facile conquistarla. Un po' il gusto della sfida mi attirava, ma dall'altra parte mi seccava perché avrei dovuto impiegare più tempo per farla innamorare di me e conquistarmi la sua fiducia.
Il sorriso così com'era sparito, ritornò sul mio viso.
-Certo che no. Mi chiedevo solo che cosa potrei fare per conquistarvi.- risposi.
-Questo dovete scoprirlo da solo.
Vederla flirtare con me mi fece sorridere. Eravamo già passati alla fase successiva e non pensavo che ci sarebbe voluto così poco tempo, quindi non era così stoica come voleva lasciar credere.
-Siete un mistero per me. E siete anche una sfida. Tutte le altre donne sarebbero già cadute ai miei piedi.- affermai, ed era vero.
-Che sbruffone.- la sentii sussurrare.
“Come prego?!” pensai quasi scioccato.
-Cosa?- chiesi inclinando leggermente la testa di lato e per poco non mi tirai uno schiaffo da solo per evitare di farlo.
-Niente, pensavo ad alta voce.- rispose come se non mi avesse appena dato dello sbruffone.
Ma come diavolo si permetteva quella rozza ragazzetta?! Era una stupida ragazzina che giocava a fare la principessa e che si divertiva a prendersi gioco di me!
Iniziai a girarle attorno, squadrandola dalla testa ai piedi. Quando le passai alle spalle, si irrigidì timorosa, ma nel complesso non mosse un muscolo. Possibile che quella ragazzetta grezza che tanto mi disgustava, fosse presente nella principessa regale e posata che avevo di fronte?
-C'è qualcosa in voi che non riesco a capire. Sembra che voi stiate indossando una maschera e che questa non sia la vostra vera immagine.- dissi pensieroso.
-E voi non state facendo lo stesso?- domandò guardandomi intensamente.
Avevo bisogno di capire, ma anche di scoprire un suo segreto che mi premeva conoscere dalla serata di gala. Avrei calcato la mano, per capire se non mi fossi fatto un'idea sbagliata su di lei e conoscere il suo segreto, che mi sarebbe tornato utile più avanti.
-Affatto. Io sono come mi vedete, ma voi siete un mistero, ve l'ho già detto. Ho come l'impressione che però stiate recitando da quando vi ho conosciuta. Forse aveva ragione quel Mirko, forse non siete affatto pronta per regnare.- la provocai liberamente.
Solo in quel modo sarei venuto a conoscenza del suo vero “io” e del suo segreto, ma dovevo calcare di più la mano e sperare nella reazione che mi ero prefissato. La sua espressione era colma di irritazione e supposi che volesse prendermi a schiaffi.
-Cosa?
-Avete sentito bene. Forse non avete la stoffa per regnare, ma che si può pretendere da una ragazzina cresciuta circondata da fiori e cose frivole come l'università.- risposi e la vidi sorpresa al sapere che conoscevo quell'informazione su di lei.
-L'università non è una cosa frivola.- obiettò ancora sorpresa.
-Ah no? Allora ditemi che cosa farete con la vostra laurea in biologia. Insegnerete ai vampiri com'è fatto il mondo che li circonda? Annienterete di noia i vostri nemici con la descrizione dettagliata di una cellula animale? Non avete speranze in questo mondo. Ve la cavate piuttosto bene, ma in meno di qualche decennio questo mondo vi distruggerà e la vostra unica ancora di salvezza è il matrimonio con me. Sarei il solo in grado di non far affondare il vostro regno ancora prima di cominciare a regnare.
-Quindi è questo il vostro obiettivo: sposarmi per assumere il controllo di ben tre clan di vampiri.
Era una cosa scontata, anzi più che scontata. Probabilmente lo sapeva già da tempo, ma voleva averne le prove.
-Non nascondo la mia sete di potere e un matrimonio con voi sarebbe perfetto, dato che i nostri avi hanno già firmato il patto. Non potete fare nient'altro se non accettare questo destino.- risposi pacatamente.
La sua reazione mi sorprese non poco, anzi mi lasciò di stucco, ma ero deciso ad andare avanti per la mia strada.
-Brutto sbruffone pompato che non sei altro! Io non ti sposerò mai. Non puoi obbligarmi a farlo!- mi urlò in faccia, traboccante di rabbia.
La presi per le spalle e la tenni stretta, col viso a pochi centimetri dal suo. Il suo profumo era inebriante e fece uscire i canini dalle gengive. Cercai di non farmi sopraffare da quelle emozioni e anche di difendere il mio onore. Dopotutto mi aveva insultato, due volte.
-Io forse non posso obbligarvi, ma il patto sì. Che voi lo vogliate o no diventerete mia moglie.- ringhiai minaccioso.
La paura sparì dal suo volto e la vidi caricare il braccio, per poi assestarmi un ceffone in pieno viso che mi fece girare la testa di lato. Mi spinse il più lontano possibile da sé, con una forza che non credevo possedesse.
-Tu prova a mettermi di nuovo le tue manacce addosso e non mi fermerò ad una semplice sberla, pezzo di idiota che non sei altro. Sarai anche stato addestrato ad essere un principe guerriero e sanguinario sin dalla nascita, ma non ti devi mai più permettere di trattarmi così.- ruggì la principessa in preda all'ira più cieca, digrignando i denti com'eravamo soliti a fare noi vampiri, ma questi erano sprovvisti di canini.
Tombola! Ma ero ancora troppo sorpreso per rendermene conto e le uniche cosa che riuscivo a fare, erano massaggiarmi la guancia e guardarla in modo sorpreso. Nessuna donna, anzi nessuno in generale, a eccezione di mio padre e mio zio, avevano mai osato tanto e per di più persino loro due a stento riuscivano a farmi girare la testa di lato con un semplice schiaffo.
Fu in quel momento che capii che ero perdutamente innamorato di lei dalla serata di gala. La sua forza e il suo coraggio mi avevano colpito nel profondo. In quel momento non era né una ragazzetta rozza né una principessa, ma una regina vera e propria. Anzi, a essere precisi i due lati di se stessa la rendevano tale ed era stata l'unione di entrambi a farmi capire di essere innamorato di lei.
Non riuscii a fare altro che guardarla e la osservai avviarsi verso la porta a passo deciso, con la testa alta e senza voltarsi mai indietro. Probabilmente me ne innamorai una seconda volta.

“Serena.” riuscivo solo a pensare durante il tragitto verso camera mia.
Avevo lo sguardo più ebete che avessi mai avuto. Non mi ero mai sentito così leggero e ansioso di rivedere una donna. Sì, perché Serena era una donna, anzi era più donna di tutte quelle femmine con le quali avevo condiviso il letto. Mi sentivo anche in colpa per averla terrorizzata e offesa in quella maniera, ma mi sarei fatto perdonare.
Arrivato in camera, allentai un po' la cravatta e mi avvicinai allo specchio per osservare il segno rosso della sua mano dalle lunghe dita affusolate. Quello era stato il nostro primo vero contatto, non dettato dalle circostanze, e mi sarebbe rimasto impresso nella pelle per giorni.
Sentii mio padre e mio zio avvicinarsi alla porta della mia camera e cercai di ricompormi, anche se sarebbe stato difficile nascondere il segno dello schiaffo di Serena.
-Allora Stefan, tuo zio mi ha detto che hai difeso la principessa da lui. Ottima mossa, anche se tuo zio non è d'acc...
Mio padre si interruppe quando notò il segno sulla guancia. Vidi il suo viso scurirsi di collera e a breve sarebbe esploso. Dovevo salvarmi in qualche modo. Caricò la mano chiusa, pronto a colpirmi per punirmi, ma lo fermai con una semplice frase.
-Vi fidate di me, padre? Questo fa tutto parte del mio piano.- dissi nel disperato tentativo di non subire la sua furia, ma continuando comunque a restare tranquillo.
Mio padre si fermò, ma non abbassò il pugno. Se non gli fosse piaciuta la mia risposta, mi avrebbe colpito come un tamburo e lo schiaffo di Serena sarebbe stato una semplice carezza.
-Che piano?- ringhiò con i canini completamente fuori dalle gengive.
-Dovevo farla alterare per scoprire un suo segreto e quando saprà che ne sono a conoscenza, guadagnerò la sua fiducia.- spiegai brevemente e quando vidi il suo pugno abbassarsi lentamente, tirai un sospiro di sollievo interiore.
-Che tipo di segreto?- domandò mio zio emozionato come una vecchia comare.
-Lo dirò solo a mio padre. Tu lo andresti a sbandierare ai quattro venti e il mio piano fallirebbe.- risposi deciso e lui sbarrò gli occhi sorpreso dalla mia audacia, mentre mio padre ridacchiò divertito.
-Ha ragione, Lucian. Tu e i segreti dei tuoi nemici non andate d'accordo. Lasciaci soli.
Mio zio borbottò qualcosa in protesta, ma lasciò comunque la mia camera. Mio padre giunse le mani dietro la schiena, com'era solito fare quando era pensieroso, e mi guardò in attesa.
-Avevamo ragione: la principessa è sprovvista di canini, non è ancora un vampiro maturo.
Mio padre sbarrò un poco gli occhi e scoppiò a ridere di gusto.
-Ora ho capito tutto. Hai dovuto farla infuriare per scoprirlo e questo è il risultato. Devo ammettere che il segno che ti ha lasciato è notevole, non c'è che dire.- constatò afferrandomi per il mento e girandomi il viso per osservare meglio il segno.
-Mi ha anche fatto girare la testa di lato.- ammisi e lui sollevò le sopracciglia notevolmente colpito.
Era raro che qualcosa lo colpisse e fui quasi orgoglioso della mia principessa.
-Ora che hai intenzione di fare? Oggi il corteggiamento non è andato a buon fine.
Mi sistemai meglio la cravatta e i polsini della camicia. -Andrò a scusarmi e le spiegherò perché l'ho fatta infuriare. Sono convinto che se nessuna voce nuova riguardante i suoi canini mancanti verrà sparsa, la principessa Serena acquisirà più fiducia in me.
-Sei un temerario come me, ma non devi giocare con la principessa. È importante che si fidi completamente di te.- disse mio padre dopo qualche istante di riflessione.
L'avevo scampata. Ero riuscito a evitare l'ennesima punizione, ma ormai dopo venticinque anni avevo imparato ogni metodo per salvarmi, anche se ormai mi ero quasi abituato ai suoi colpi.
-Mi raccomando: non commettere più errori. I Lovinescu sono impazienti e vogliono vedere te e la principessa Serena sposati entro breve.
-Certo, padre. Non vi deluderò.- risposi inchinandomi leggermente a lui.
Mio padre uscì e mi lasciò solo con i miei pensieri. Avrei dovuto usare tutte le mie risorse e inventarmene di nuove per riuscire a conquistare Serena e immaginai che non sarebbe stato così facile come con le mie precedenti amanti.

Angolo autrice.
Buonasera a tutti! Eccoci col terzo capitolo della nostra storia.
Abbiamo scoperto che Stefan è stato il primo a innamorarsi di lei, praticamente fin dal loro primo incontro. Abbiamo in parte scoperto in che modo è stato cresciuto Stefan e, lo ammetto, sono stata parecchio sadica, ma il bello deve ancora venire xD
Vi ringrazio per aver messo la storia tra le seguite/preferite, per i commenti e per tutto il resto. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo :D
Vi mando un bacione enorme e al prossimo capitolo!
Arsax <3

 
  
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