Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Susanna_Scrive    24/09/2017    1 recensioni
Stati Uniti d'America, anno 2000.
Da quando l'ho conosciuto non mi sono mai sentita giudicata, la sua spontaneità, la sua dolcezza e il suo altruismo mi hanno fatto cambiare completamente la visione delle cose. Però ho l'impressione che ci sia un tassello mancante nella sua vita, c'è qualcosa che solo attraverso i suoi occhi si può vedere ma che è difficile da interpretare. Possibile che ha capito il mio bisogno di aiuto?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
 
Il terrore mi annebbia la vista quando riconosco la persona di fronte a me. Quei tatuaggi li riconoscerei ovunque nonostante la mia vista sia offuscata dalle lacrime.

- Alexander - pronuncio con un filo di voce.

Il ragazzo davanti a me si lascia andare a un sorriso per niente rassicurante che mi fa solo raggelare il sangue nelle vene.

- Maddy, che c'è? Non ti sono mancato? - ridacchia divertito.

Deglutisco in preda all'ansia cercando di divincolarmi dalla sua presa.

- Lasciami! - urlo in preda al panico più totale.
- No no cara mia, ora noi due abbiamo un discorsetto da fare.
- Ho detto no! Lasciami andare! - grido gettandomi a terra.

Con forza lui mi da uno strattone facendomi rialzare, mi lascio sfuggire dei singhiozzi mentre Alexander se la ride.

- Quindi ho sfornato un marmocchio! La prossima volta devo stare più attento - dice guardando la mia pancia divertito.
- Non ci sarà una prossima volta! - mi affretto a contraddirlo.
- Ah davvero? Perché sarai tu a fermarmi? - mi domanda sarcastico.

Tento nuovamente di staccarmi dalla sua presa ma invano, i miei tentativi di liberarmi lo fanno ridere solamente di più. Sono terrorizzata e in questo momento vorrei solo che Dio ascolti le mie suppliche.

- Puoi provarci quanto ti pare ma nessuno farà il paladino della giustizia questa volta mia dolcissima Maddy -

Mi sento impotente e uno sguardo disgustato mi esce al pronunciare di quel nomignolo che mi ha sempre dato. Improvvisamente vedo il suo sguardo cambiare guardando un punto dietro di me, mi volto verso l'ingresso e i tre uomini che erano in cucina sono corsi fuori avendo sentito le mie urla disperate.

- Tu! Lurida puttana! - urla Alexander per poi mollarmi un sonoro schiaffo con la mano libera.

Dalla mia bocca non esce alcun suono, la mia mano libera si appoggia sul punto appena colpito mentre i miei occhi sono sgranati in preda allo shock. Improvvisamente molla la presa sul mio braccio facendomi cadere di peso a terra per poi scappare.

- Ehi tu! Fermo dove sei! - urla il signor Whitfield rincorrendolo insieme al signor Beard.

Josh si avvicina immediatamente a me aiutandomi ad alzarmi il più lentamente impossibile. Prende il mio viso e togliendo delicatamente la mano dalla guancia per controllarla.

- Ti ha lasciato il segno. Stai bene? Come ti senti? - mi domanda in preda all'ansia.
- Credo bene, grazie Josh - rispondo ancora in preda allo shock.

Alzo lo sguardo quando noto che la fuga di Alexander non è durata molto, ora è trattenuto dal signor Beard mentre il signor Whitfield mi viene velocemente verso di noi.

- Signorina Cruz si sente bene? - mi domanda apprensivo.
-Si sto bene non si preoccupi - lo rassicuro mostrando un leggero sorriso.
- Chi è questo tipo? - mi chiede rivolgendo uno sguardo glaciale al ragazzo che il signor Beard sta trattenendo.
- E' il padre del bambino - dico semplicemente mentre il mio sguardo si fa improvvisamente freddo e vuoto.

L'omone davanti a me non ci pensa due volte a prendere il suo telefonino e fare una chiamata.

- Pronto polizia? - dice semplicemente.

Mi lascio sfuggire un sorriso al pensiero che questa sarà la volta buona che finirà in galera.

- Madeleine! - mi sento richiamare da una voce familiare.

Volto lo sguardo in direzione della voce e noto la signora Enderson correre verso di noi, una volta di fronte a me mi abbraccia stringendomi a se. Io, dopo un'attimo di esitazione, ricambio quel gesto d'affetto.

- Tesoro stai bene? Ho sentito le urla e sono corsa subito fuori! - spiega mentre continua ad abbracciarmi.
- Sto bene non si preoccupi - cerco di rassicurarla.

La donna si allontana e sgrana gli occhi quando vede la mia guancia, con due dita mi gira delicatamente il mento per controllare meglio.

- Oh tesoro, dai vieni che mettiamo del ghiaccio - dice afferrandomi a braccetto trascinandomi dentro casa.

Mi lascio trascinare per poi farmi sedere forzatamente sul divano, prende del ghiaccio dal mio mini freezer e, con un panno bagnato, me lo appoggia sul punto colpito. Io la ringrazio con lo sguardo per poi sollevarmi la manica della maglia, anche lì trovo i segni delle sue dita. L'anziana di fronte a me si lascia sfuggire un verso shoccato per poi afferrarmi il braccio scrutandolo.

- O mio dio - si lascia sfuggire con un sussurro.

Guarda i segni in preda allo stupore.

- Come si può essere così cattivi? - si domanda senza distogliere lo sguardo dal braccio.

Mi lascio sfuggire un sospiro senza sapere cosa rispondere, in realtà una risposta non c'è. Drizzo le orecchie quando riconosco le sirene della polizia, mi alzo immediatamente lasciando il ghiaccio nel lavandino per poi uscire fuori seguita dalla signora Enderson. Rimaniamo sulla porta mentre le due guardie del corpo consegnano Alexander alle autorità. Lo sguardo del ragazzo si posa su di me mostrando un sorriso folle che mi fa rabbrividire.

- Non finisce qui! Hai capito! Tornerò! - urla mentre i poliziotti lo spingono violentemente dentro l'auto.

I brividi mi invadono tutto il corpo al solo pensiero, la donna al mio fianco se ne accorge e si appresta ad accarezzarmi la schiena cercando di rassicurarmi. Quando mi volto verso di lei la vedo sorridermi e decido di ricambiare allo stesso modo, non smetterò mai di ringraziare questa donna. La macchina se ne va ma vedo un'agente uscire da una seconda macchina, che non avevo notato, venire verso di me con passo deciso.

- Signorina, ho bisogno che mi racconti cosa è successo. Bisogna mettere il tutto a verbale - dice mentre estrae dal giubbotto un taccuino con una matita.

Io annuisco per poi avvicinarmi alla macchina insieme al poliziotto sotto lo sguardo dei presenti.



 

David Alexander Flinn è Alexander White
 
   
 
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