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Autore: Daistiny    24/09/2017    0 recensioni
Eri e sarai sempre la mia casa... la mi sola isola in cui riposare...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Basch, Gabranth, Un po' tutti
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Il tono del capitano Azelas da cupo divenne sarcastico, non voleva credere per alcuna ragione alle parole del suo vecchio compagno d'armi. Azelas era convinto che gli ultimi due anni trascorsi nelle segrete di Nalbina avevano offuscato il giudizio e il barlume della ragione di Basch e che questi non se nè rendesse conto.
Agli occhi di Vossler, Basch sembrava un povero pazzo che farneticava di "una discendenza di Eclipse", della "voce della dea".
Le antiche leggende dalmasche insieme agli altrettanti antichi miti di Ivalice, raccontavano di una specie di "oracolo" tanto vicino agli dei da incarnare la  loro volontà divina su terra.
Si raccontava che questo "Oracolo divino"era tanto venerato quanto temuto e rispettato, per ciò che ella rappresentava.
Una persona fu scelta per sorreggere le forze che regolavano l'equilibrio e l'ordine delle cose sul mondo al posto dei dodici, mille anni dopo la ribellione dei dodici  ensper guidati da Ultima contro gli stessi dei. La scelta ricadde quindi su Eclipse, una giovane dalmasca.
Questa persona per via del suo incarico, fu posta in isolamento, ad essa venne affidato il compito di fare "la volontà del cristallo".
Il peso del "compito" affidato ad Eclipse era difficile, è finì col diventare più grave con lo scoppiare della guerra fra i vari imperi.
Di innanzi alle atrocità della guerra, la sua violenza e i suoi orrori Eclipse ne era ormai esausta e disgustata da tali avvenimenti.
Anche volendo fare qualcosa per fermare tutto, Eclispe non poteva in alcun modo intervenire, le era proibito interferire con il corso della storia umana... in quanto il suo compito era un'altro.
Se  Eclipse avrebbe interferito con il corso degli eventi, avrebbe incrinato le sorti di un mondo che di perse reggeva su equilibri molto fragili.
Il suo destino per tanto era già segnato, l'unica cosa che poteva fare, era essere testimone impassibile degli eventi che stavano sconvolgendo Ivalice.
Era come giudice che dall'altro del suo trono non poteva in nessun modo intervenire, emettere verdetti, ne eseguire condanne, doveva solo limitarsi a osservare lo svolgersi del destino di Ivalice nel bene o nel male.
Questo compito per Eclipse dopo mille anni era diventato una tortura, le poche creature che avevano avuto il compito di assisterla nel suo ruolo cercavano di consolarla ma senza alcun risultato.
Per Eclipse ogni giorno era uguale al precedente, non c'era giorno in cui ella non pregasse gli dei e la "volontà del cristallo" a finchè la guerra terminasse.
Eclipse pregava per un futuro migliore, per la pace su Ivalice.
Tutte sue le preghiere si innalzavano verso gli dei e la loro città sacra così come gli incensi che venivano bruciati dagli huma per gli dei  dedicando loro canti ed offerte presso il monte di Bur-Omisage.
Per quanto le preghiere espresse da Eclipse sembrano non avverarsi, ella era certa che prima o poi si sarebbe realizzato un futuro di pace. Anzi lo aveva proprio visto in una delle sue premonizioni nel quale però ella sembrava non comparire mai. Quello non era il suo destino.

Vossler non aveva mai creduto alla figura di Eclipse, lui era un huma pratico e i si fidava solamente di quello che i suoi occhi potevano vedere e le sue mani toccare.
Per tanto non aveva creduto a Basch quando gli aveva raccontato di aver conosciuto l'erede di Eclipse.

-Basch se è come sostieni, perchè lei non è qui? Perche gli dei non fanno qualcosa per questa guerra? Dove erano loro quando Dalmasca è caduta?.. La verità Basch è che ce la siamo vista sempre da soli e tu lo sai... quindi non poi uscirtene con simili sciocchezze.

Il tono e il modo in cui Vossler si rivolse al suo vecchio compagno di armi , era  stato fatto in maniera tale da ridicolizzare le cose detta da Basch. La verità era che Vossler era troppo stanco ed esausto per tentare di capire quello che voleva dirgli il suo amico.

-Quando c'era lei, la pace regnava. Ci ha sempre guidati con saggezza, c'ha protetti.

-Che si faccia avanti e ci protegga!-gli disse quasi sprezzate Vossler guardando negli occhi Fon Ronsenburg infastidito da quella conversazione così assurda.

- Che cosa a fatto lei per noi? Noi non abbiamo mai fatto affidamento su queste cose e lo sai anche tu! Chi credi che rivorrà Eclipse e la sua erede? Sveglia Basch abbiamo bisogno di cose concrete, non di ciarlatani.

-Se è tornata vorrà dire qualcosa? -disse Basch speranzoso, mettendo in discussione le parole del suo vecchio amico.

-Chi può dirlo, può anche significare niente per quello che mi riguarda. -Tagliò accorto l'huma fissando l'amico.

-Se la nostra signora la incontrasse allora... - Fece Basch per continuare ma Vossler lo fermò dal dire un'altra stupidaggine.

-Prima portala da me e poi si vedrà!- Disse Azelas.

-Perchè vuoi metterla alla prova?-protestò Basch, ma Azelas fissandolo negli occhi, gli fece capire che finche non si fosse accertato della veridicità della cosa non si sarebbe fatto nulla.

Le parole del capitano Vossler risultarono quasi blasfeme, Basch non disse nulla, Vossler era una persona coerente, concreta che credeva nei fatti, ma la sua fiducia nei suoi principi negli ultimi due anni era iniziata a vacillare, dentro di se si chiedeva se valesse la pena continuare ad opporsi all'impero.
Era solo lui con i suoi pensieri nella sua testa, con i segreti e profonde paure celate sotto un viso su cui vi era stampata un espressione austera, dura che non lascia spazio all'immaginazione, ne hai sentimenti.
Basch era più o meno fatto anche egli della stessa tempra di cui era fatto Vossler, solo che Basch era più aperto rispetto al suo compagno d'armi, era una persona più disposta a venire in contro agli altri.

La conversazione con il capo della resistenza stava pian piano assumendo toni sempre più cupi, Basch dal canto suo si chiedeva se aveva fatto bene a raccontare a Vossler della presenza di Daisy.
Si chiedeva quanto Daisy avrebbe potuto aiutare la resistenza, o quando meno ridare a Dalmasca la speranza per un futuro di pace.



   
 
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