Mi ricordo ancora la prima volta che la vidi. Era una giornata di sole, calda ma rinfrescante, grazie alla brezza che soffiava leggera. Ero in giro con Gray per il centro di Magnolia, a far spesa. Ci eravamo trasferiti in città per via dello studio da ormai 2 anni, e avevamo trovato subito un buon appartamento a poco prezzo. Gray si era iscritto alla facoltà di arte, mentre io a quella di geologia, e col passare del tempo, ci eravamo fatti molti nuovi amici. Sono sempre stato uno che con la gente, parlava sempre. Ho sempre avuto un certo "talento" nel fare nuove conoscenze, però... con lei fu tutto diverso. Avete presente quando vi dicono di fingervi morti quando vedete un orso? Ecco, quando io la vidi per la prima volta, sembrai più che morto. Sembravo una statua. Immobile, con lo sguardo fisso su di lei. Gray continuava a scrollarmi e a chiamarmi, ma io ero completamente perso.
-Si può sapere che hai?
Dopodichè volse lo sguardo nella direzione del mio sguardo.
-Aaaahhh, capisco adesso. Se non sbaglio quella è una delle migliori amiche di Juvia. Il suo nome dovrebbe essere Lucy. Frequenta la stessa facoltà di Juvia. Davvero non ti eri mai accorto di lei?
-Lucy...
Sono passati mesi dalla prima volta che la vidi, e ancora non sono riuscito a parlarle, nonostante io la veda spesso all'interno dell'università. Non so perchè, ma con lei mi prende una timidezza che con le altre persone non ho. Non so neanche se lei sappia chi sono, anche se a volte mi è come parso che mi guardasse. Ormai comincio a perdere le speranze. Non credo riuscirò mai a superare questa timidezza che provo quando la vedo. Che mi sia innamorato? 
-Natsu, sono tornato..
-Ciao, ghiacciolo.
Ghiacciolo. Iniziai a soprannominarlo così dopo che iniziò il corso di arte, perchè più di ogni altra cosa, Gray ama fare sculture di ghiaccio.
-Dove sei stato di bello? Eri con Juvia?
-Già. Mi ha costretto ad andare a fare shopping con lei. Non ho mai dovuto portare così tante borse in una volta sola.
-Eheh, immagino. Beh, almeno non sarà mai come quella volta in cui hai dovuto aiutarla con i pacchi del trasloco nel suo nuovo appartamento.
-Non me lo ricordare. Ho fatto più sollevamento pesi lì che in palestra.
Ormai era da quasi 2 anni che quei due erano fidanzati. Si erano conosciuti per caso nel bar dell'università, e non si sono mai più scollati l'uno dall'altra. O meglio, Juvia non si era mai più scollata da lui. Si era innamorata appena lo aveva visto, mentre per Gray ci è voluto un po' per dichiararsi apertamente a lei. Però, quei due sono proprio una bella coppia, fatti per stare insieme. A volte Gray, realizza delle sculture di ghiaccio che poi regala a Juvia. Ha persino noleggiato una specie di enorme cella frigorifera per conservare tutte le sue opere.
-Cos'è quello sguardo perso? Stavi di nuovo pensando a lei, vero?
-Già...
-Scusa, ma ci vuole tanto ad andare da lei e dirle "Ciao"?
-Non puoi capire. Con lei non riesco proprio a parlare, mi immobilizzo come se diventassi una delle tue sculture. Insomma, credo di aver sviluppato una forma particolare di timidezza solo per lei. Quando incrocio il suo sguardo, inizio a diventare rosso come il fuoco. Ha degli occhi che mi lasciano ogni volta senza fiato.
Diamine, i suoi occhi: due splendidi occhi color cioccolato, che ti catturano in uno sguardo magico che solo lei sa fare. Starei ore perso in quello sguardo: dolce come il cioccolato e bellissimo come un tramonto sul mare. Un tramonto che però, non riuscirò mai a godermi appieno. Dannazione!
-Dai, Natsu, non puoi stare così per una ragazza. Dopodomani esco con Juvia, vuoi venire con noi? Almeno ti svaghi.
-E fare il terzo incomodo? Passo.
-Non sarai terzo incomodo. Viene anche un'amica di Juvia, almeno saremo come in un appuntamento a quattro.
-Uff, e va bene. Tanto non è che avessi chissà che cosa da fare.
-Bene, e ora, dammi una mano.
-Eh?
-Hai presente quella panca piana che avevamo visto in quel negozio qualche giorno fa? Beh, è qua di sotto, smontata, che aspetta di essere portata su e assemblata pezzo per pezzo.

Due giorni dopo

È una giornata di maggio tranquilla come le altre. Il sole splende alto nel cielo di Magnolia, e un venticello leggero fa svolazzare nell'aria dei petali di ciliegio che si infrangono sul letto del fiume che scorre placido nella città. Sono le otto di sera, e il sole si appresta al tramonto, tingendo di rosso la città, che poco a poco inizia ad accendere i primi lampioni. E io, invece che starmene in appartamento a cazzeggiare, sono qua come un idiota ad aspettare Gray, Juvia e la sua amica. E meno male che l'appuntamento era per le otto meno un quarto.
-Natsu!
-Oh, era ora ghiacciolo. Certo che la puntualità non è il tuo forte. Fai aspettare così tanto anche la tua ragazza quando uscite? A proposito, dove sono Juvia e la sua amica?
-Dovrebbero arrivare a momenti.
Sì, sono proprio fatti per stare insieme: due ritardatari cronici. È una sera abbastanza calda, per cui io e Gray ci siamo vestiti leggeri: io indosso una canotta nera, pantaloncini militari e delle sneaker, mentre lui una camica a maniche corte bianca, dei pantaloncini neri e delle sneaker come me.
-Cavolo, certo che è proprio bello questo tramonto, vero Gray?
-Già, hai proprio ragione.
-Credi che riuscirò mai a vederne uno insieme a lei?
-Io credo di sì.
In quel momento il telefono di Gray squillò.
-Pronto? Sì, ok ,arrivo. Devo andare a prendere Juvia e la sua amica. Tu aspettaci qui.
-Sta tranquillo. Tanto ormai a furia di aspttarti prima, ho fatto amicizia con un pesce del fiume, quindi starò in buona compagnia.
Nel mentre Gray si allontana, io continuo a guardare quel meraviglioso tramonto.
-Guardarlo insieme a lei... eh, stai fantasticando un po' troppo Natsu...
In quel momento, qualcuno da dietro di me, mi picchietta sulla spalla.
-Ehm, c-ciao. T-tu sei N-Natsu, vero?
Mi giro, e per poco non mi cedono le gambe. Davanti a me, c'è Lucy, rossa come un peperone, che giocherella nervosa con una ciocca dei suoi capelli, con lo sguardo basso per la stessa cosa che provavo io a parlare: timidezza. 
-Ehm, c-ciao. S-sì, sono i-io.
Sembriamo due bambini che hanno paura di raccontare alla mamma che hanno fatto un disastro: impacciati e un po' spaventati.
-Piacere, io sono Lucy.
Mi tende la mano, senza alzare lo sguardo, con la faccia ancora rossa per l'imbarazzo. È proprio carina. Indosso ha una maglietta arancione, una minigonna sul blu scuro, mentre ai piedi, porta due stivaletti neri. I suoi capelli biondi le arrivano fino alla schiena, mentre ha due folte ciocche che le incorniciano il viso, quasi fosse un quadro con una cornice dorata, un quadro meraviglioso. Ora che mi rendo conto, sono riuscito a dirle il fatidico "Ciao", sebbene un po' impacciato. Sento che ora, la timidezza che provavo all'inizio, è come sparita, lasciando spazio pieno all'amore. Dietro a un muretto, scorgo Gray e Juvia che sorridono soddisfatti. Eheh, dovevo immaginarlo. Con due dita sollevo il mento di Lucy, in modo da poterci guardare negli occhi.
-Piacere mio, Lucy.

 

---

Angolo dell'Autore

Saaaaalve ragazzi, finalmente sono tornato. Chiedo scusa per la mia lunga assenza, ma tra il computer che era andato a farsi benedire, e l'estate con gli amici che ti fa ricordare di avere una vita sociale, non ho avuto proprio il tempo per scrivere qualcosa. Ora che però l'estate è finita,e ho di nuovo un computer, si torna al lavoro. Spero che questa fic vi sia piaciuta, e noi ci rivediamo alla prossima storia
Amore totale