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Autore: Mizu Ryu    25/09/2017    0 recensioni
La storia inizia 18 anni dopo dalla storia precedente (I Custodi della Vita II-Over the Heaven), ma se anche è un sequel si può leggere come storia a sè.
Sono passati quasi vent'anni da quando Michael e Lucifer sono precipitati all'Inferno.
Un giorno, Gianluca incontrò un ragazzo con la stessa collana dell'amico; era quasi certo che fosse lui.
Il ragazzo si chiamava Mario però non sapeva che grazie a quella collana il suo destino cambierà...
Ecco a voi l'inizio del terzo ed ultimo arco narrativo de "I Custodi della Vita"
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi.
Cosa? Dove sono?

Sembra che sono nell’universo, ci sono stelle splendenti intorno a me e di fronte c’è un tempio con una croce in cima; mi guardo le mani e vedo che ho un’arma, la mia vista è offuscata non capisco che cos’è.
Se ho quest’arma vuol dire che sto combattendo?!
Tutto ad un tratto il luogo cambia, precipito ma non sono solo… c’è un’altra persona con me, ma chi?!
 
Mario aprì gli occhi appena la sveglia tintinnò, si mise seduto e si guardò per qualche secondo le mani per poi mettersele in faccia.
«Perché faccio sogni del genere?» si domandò tra sé e sé il ragazzo.
Non era la prima volta che faceva questo genere di sogni, almeno quattro o cinque volte a settimana faceva lo stesso sogno… lui che si trovava vicino ad un tempio immerso nelle stelle che combatteva e poi cadeva diventando una cometa.
I suoi pensieri navigarono fino a quando la pancia non gli brontolò dalla fame.
«Vediamo che cosa mangio oggi…» sospirò scendendo dal letto.
Arrivò in cucina, aprì il frigorifero e vide poco e niente.
«Uffa mi tocca fare la spesa…» disse prendendo uno yogurt e chiudendo l'elettrodomestico.
Si buttò sul divano e pensò cosa comprare.
«Praticamente vivo sulle spalle di Gabriel.» disse guardando i soldi sul tavolo.
Visto che a me non servono i ricavi del mio ristorante li potrai usare tu per vivere.
Questa frase gli ritornò in mente al biondo.
«Le cose giuste io avevo rifiutato…» borbottò il biondo pensando a tutti i no che aveva detto all’Arcangelo.
Sbuffò ed uscì per fare la spesa.
 
Mario stava camminando, aveva messo le cuffie.
Camminò così tanto che non si accorse che arrivò in uno dei teatri del centro città.
Il teatro era grande e proponeva molte caratteristiche del neoclassicismo, ma al biondo piaceva soprattutto l'ingresso di cui era costituito da un arco di trionfo sormontato da una quadriga bronzea di Apollo con cui si affiancava una coppia di cavalli anch’essi bronzei.
Ad un tratto si fermò all’ingresso, si tolse una cuffietta e sentì cantare; si avvicinò e vide un ragazzo, poteva avere non più di 30 anni, egli aveva lunghi capelli bianchi legati da una coda di cavallo bassa ed indossava lunghi abiti bianchi.
Quest’ultimo cantava una canzone che parlava di annegare in un lago senza fondo di disperazione, di come non riusciva a fuggire da quella foresta scura che era la vita e che non aspetta altro di trovare la luce della brillante speranza.
«Stupendo.» disse Mario ritrovandosi al centro del corridoio principale interrompendo le prove.
«Ragazzo che ci fai qua?!» sbraitò il registra furioso.
Il giovane ritornò in sé e divenne paonazzo.
«M-Mi scusi, non volevo…» disse il biondo pieno di imbarazzo e scappò dal sommo teatro.
«Ma lui non sarà mica…» sussurrò l’attore principale che poco prima cantava.
Mario corse fino ad arrivare al centro del grande spiazzale in marmo bianco di fronte al teatro, si fermò e si piegò per prendere fiato.
Aveva fatto una grande gaffe ed ancora era rosso dalla vergogna.
Si calmò e continuò a camminare.
«Disney Store…» disse leggendo l’insegna del negozio, si ricordava che il padre gli aveva raccontato qualcosa su questa famosissima casa produttrice di cartoni animati e di come aveva chiuso.
Continuò a camminare, pensava e ripensava a quei sogni che lo stavano quasi assillando.
«Devo andare a parlare con Gabriel…» sussurrò tra sé e sé.
Corse arrivando ad un vicoletto poco praticato.
«Paratus ad animas suscipiedas!» esclamò trasformandosi e volò fino in paradiso.
Arrivò in Paradiso, ma non trovò nessuno… si sedette ed aspettò.
Vide a arrivare uno dei sei, era Uriel.
Mario si alzò.
«S-Salve Uriel…» disse un po’ intimidito dal vedere quell’Arcangelo, anche se erano passate settimane non si scordò dell'infuriata di quando si erano visti la prima volta.
«Oh, ciao. – rispose secco l’Arcangelo notando il giovane – Che ci fai qua?» domandò.
«Ehm… si… ecco… volevo parlare con qualcuno su una cosa…» rispose Michael guardando in basso.
Uriel non gli diede risposta lo guardò solo, i suoi occhi gelidi verso il ragazzo lo squadrarono.
«Ti prego. – disse il giovane Michael inginocchiandosi – Dammi una chance di farti ricredere su di me!» supplicò il giovane guardandolo.
Uriel rimase a guardarlo per qualche secondo e poi si sedette sbuffando.
«Di che cosa volevi parlare?» domandò l’Arcangelo.
Michael sorrise e si sedette di fronte al compagno.
«È da quando ne ho memoria che faccio sogni strani… sono sogni di una guerra passata, combatto contro qualcuno e poi… e poi tutto scompare e vedo che precipito e subito dopo compare una cometa.» spiegò molto grossolanamente il giovane.
«È naturale, tutti noi prima facevamo sogni simili… stai ricordando la tua vita passata.» rispose l’altro.
«Che intendi?»
«Quello che sogni è quello che hanno vissuto le precedenti reincarnazioni dell’Arcangelo Michael… pure il fatto che cadi… - spiegò Uriel – il precedente Michael salvò il Creato così… si sacrificò buttandosi con Lucifer all’Inferno.» finì di spiegare Uriel con tono malinconico e con la testa bassa.
Michael guardò Uriel.
«Posso farti una domanda?»
«La puoi fare però non mi tengo obbligato a risponderti.» rispose Uriel guardandolo.
«Tu… tu con il precedente Michael… avevate un bel rapporto?» azzardò a domandare Michael un po’ titubante.
Uriel rimase di stucco, nella sua mente gli balenarono tutti i ricordi che aveva con il suo vecchio amico… con Marco.
Si ricordò di tutti i momenti… di quelli belli e di quelli brutti.
«Diciamo che avevamo molto legato.» rispose sorridendo.
Michael lo guardò sorridendo.
«Comunque… - disse Uriel ritornando serio e scorbutico – se era solo questo quello volevi sapere adesso lo sai.» disse l’Arcangelo e se ne andò.
Michael sbuffò e si sdraiò addormentandosi.
 
«Dove sono?» domando guardandomi intorno.
Questa parte del paradiso non l’ho mai visto ed inizio a camminare finché non mi trovo di fronte ad un portone che sembra fatto di ciliegio, lo tocco, e leggo una scritta.
«Prophetarum. – dico leggendo ad alta voce – Profezie…» ripeto traducendo la parola in italiano ed apro la porta.
Vedo delle file piene di sfere di cristallo di diverse misure che galleggiano a mezz’aria, sotto d’essi vi sono dei scaffali di legno, su questo legno vi sono incise delle lettere.
Mi avvicino e leggo, leggo nomi e cognomi, anno di nascita, gruppo sanguigno e luogo in cui si trova.
«Sono in ordine alfabetico.» dico guardandone di diversi.
Vado avanti finché non arrivo al mio.
Tutto combacia, nome e cognome, data di nascita, gruppo sanguigno e dove vivo.
Guardo dentro la sfera di cristallo, vedo una nube giallo-verdastro che galleggia dentro, la prendo e l’avvicino.
Sento risuonare una melodia, porto la sfera vicino all’orecchio.
 
«Oh bel ragazzo leggenda sarai.
Nel tuo cuore si cela un verbo, malinconia e sorrisi tu li nascondi ridendo e piangendo.
Nonostante tutto continuerai a cercare di nuovo quel gesto gentile che ti aiuterà.
Ma tu hai gli occhi velati dalla nube della fanciullezza, il tuo destino deve ancora arrivare.
Allora tu sarai capace di volare verso quel tuo futuro, esso ti aspetterà fino a quando userai le ali dentro di te.
Non tradirai quei ricordi così chiari per te; volerai arrivando a splendere come il sole.
Tu sereno continui a dormire tra le braccia del Padre finché non ti sveglierai.
Quella luna maligna ti vuol far credere che sei un debole, ma non lo credere mai poiché questo non è stato scritto.
Quando la sacra Bibbia si aprirà tutto questo si avvererà.
Tieni stretta la tua vita perché un giorno lotterai e ti dovrai svegliare.
Solo con l’Amore la storia potrà cambiare.
Oh essere splendente fin al cielo volerai diventando leggenda.»

Poso la sfera, non riesco a capire il significato di ciò.
Indietreggio è tutto intorno a me si fa più chiaro e scompare.
 
L’Arcangelo aprì gli occhi svegliandosi.
 
 
 
 
 


ANGOLO AUTORE
Ciao ragazzi!!!
eccomi con un nuovo capitolo di questa "angelica" avventura!
In questo nuovo capitolo ho introdotto i sogni, come noterete i sogni li scrivo in prima persona, la spiegazione è semplice... perchè, secondo me, i sogni sono un qualcosa di personale che nessuno (e dico nessuno) può compromettere perciò ho deciso di scriverli in prima persona xD
Mi scuso per l'ennessimo ritardo, ma ho avuto il comicon (venerdì, sabato e domenica) e sono distrutto!!!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che mi perdoniate i miei errori ^^

XOXOXO MIZU RYU!

PS: per farmi perdonare vi lascio il mio OMURAISU mangiato al maid cafè

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