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Autore: Syerra    25/09/2017    2 recensioni
"Tsubasa respira e cerca di mantenere il controllo” gli sussurrò in un orecchio Taro, il capitano si mosse sconnessamente sulla sedia, vide che anche gli altri compagni della Nankatsu guardavano meravigliati la donna di fronte a loro. Chi si sarebbe mai immaginato che il medico sportivo sarebbe stata la loro ex compagna di scuola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per sua fortuna quello era l'ultimo giorno che avrebbe visto Aoi, il giorno seguente sarebbe rientrato in Italia. Come nei giorni precedenti rimasto attaccato alla ragazza e al capitano, cercò di essere il più cordiale possibile e di non fare altre frecciatine a Hitomi.
I bambini aveano convinto gli adulti a fare un giro sugli scogli, Tsubasa aiutò Soichiro e Hiro a portare il secchiello e retino nell'eventualità di trovare qualche granchio. Raccontò ai più piccoli di come si divertiva in Brasile a cacciare i piccoli crostacei per poi liberarli dopo averli studiati, il piccolo Mitsui guardò con ammirazione il compagno della madre e fu lui a prenderlo per mano facendogli domande sul Brasile.

Doveva ringraziare Shingo se aveva trovato un po' di serenità. Era un ragazzo che metteva allegria solo standogli vicino. Aveva ben notato che provava un interesse per lei, ma era stata chiara fin da subito a fargli capire di non provare la stessa attrezione, lo vedeva solo come un amico.
Seguì gli altri sugli scogli, poteva sentire su di se lo sguardo di Genzo, sembrava le volesse perforare la schiena. Aveva notato un certo nervosismo nel portiere, non riusciva a capire se fosse geloso o semplicemente non trovasse simpatico il compagno di squadra, ma tentò di non pensarci e di scacciare dalla mente qualsiasi pensiero su Genzo. Non si accorse di aver messo male il piede, stava per cadere, fu pronta all'impatto, ma anziché sentire il fondo schiena schiantarsi contro la roccia, si ritrovò tra le braccia di Wakabayashi. Il ragazzo l'aveva prontamente afferrata e attirata a se. Hitomi si sentì andare in fiamme, la sua mente andò quella maledetta sera, ricordò il loro bacio e le sue mani che avevano accarezzato quelle braccia muscolose, sentì una morsa all'altezza del ventre. Come scottata si ritrasse, lo ringraziò a bassa voce e continuò a camminare.

Per ringraziare dell'ospitalità riservata dagli amici, Shingo aveva portato una grande quantità di carne e vino per fare una bella grigliata tutti insieme.
Hikaru si mise come addetto alla brace, sotto lo sguardo incuriosito dei bambini mentre Taro e Jun prepararono la carne, misero a marinare la carne nel vino e prepararono un po' di olio con sale e rosmarino per dargli il tocco finale. Le ragazze invece prepararono un po' di verdure.
La cena fu accompagnata da risate e divertimento, Hitomi si versò un bel bicchiere di vino rosso e lo gustò volentieri, le piaceva il sapore avvolgente e la sensazione di leggerezza che le dava.
“Sta attenta se no va a finire che ti sbronzi”
-Non sarebbe male- pensò “Non ti preoccupare lo reggo l'alcool”
Finita la cena Aoi invitò tutti ad andare al locale dei suoi amici, ma gli altri non sembravano dell'umore, solo Hitomi prese con entusiasmo la proposta
“Perchè non andate voi due?”
“Bella idea Isabel. Vado a prepararmi aspettami Aoi”
Sul viso del numero venti della nazionale apparve un sorriso smagliante e guardò con gratitudine la francese, ma il suo entusiasmo fu smorzato da Jun e Hikaru. I due si misero ai lati del compagno di squadra, Matsuyama appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo , con un finto sorriso e stringendo la presa gli intimò di fare il bravo
“Se scopro che una delle tue manine arriva in punti in cui non dovrebbe arrivare, giuro che ti rompo le dita una a una”
“M-ma che dici Hikaru”
“Hai capito bene, vedi di trattarla come si deve e non fare il solito cascamorto, se no la prossima partita potresti vederla da casa”
“Jun non ti ci mettere anche tu. Adesso piantatela e lasciatelo in pace”
“Certo amore mio, ma prima volevamo mettere le cose in chiaro con Shingo”
Genzo approfittò di quel piccolo siparietto per salire al piano di sopra, doveva assolutamente parlare con Hitomi. Non voleva che uscisse con Aoi, anzi non voleva che uscisse con nessun uomo.
Entrò nella stanza della ragazza senza bussare, la vide sussultare dalla sorpresa, lo fissò accigliata chiedendogli che cavolo ci facesse nella sua stanza
“Non devi uscire”
“Come scusa?”
“Non devi uscire con Aoi, digli che non ti senti bene o qualsiasi altra scusa, ma non uscire”
Si fissarono qualche secondo, lo sguardo della ragazza era un misto stra stupore e rabbia
“Perché cavolo non dovrei uscirci insieme?!”
“Perché non è il tipo adatto a te, è un farfallone provolone, vedrai che cercherà di portarti a letto. Poi sappiamo entrambi perché ci stai uscendo, è una sorta di ripicca nei miei confronti e ti assicuro ragazzina che non sta dando l'effetto desiderato”
“Tu non stai bene. Non sto uscendo con Shingo perché lo voglio usare, ci esco perché mi fa piacere. Si è rivelato un bravo ragazzo, mi fa ridere un sacco e soprattutto non ha paura di affrontare gli altri. Non tutto gira intorno a te. Ora per favore esci dalla mia stanza, se no giuro che chiamo Jun o Hikaru”
Capendo che non stava mentendo il portiere si girò, ma prima che varcasse la soglia Hitomi lo fermò dicendo “Comunque a me pari parecchio geloso per uno a cui non gliene frega niente”
Shingo la stava aspettando in salotto insieme agli altri che erano intenti a giocare alla play station
“Come sei bella Hitomi”
“Grazie Isabel”
La ragazza aveva indossato una minigonna di jeans con top rosa antico e i sandali con un po' di tacco. Si era anche truccata leggermente e nella stanza si poteva sentire l'aroma del suo profumo. Genzo dovette stringere i braccioli della poltrona per non alzarsi, caricarsi la ragazzina sulla spalla e portarla in camera per non permettere a Shingo di portarla fuori.
“Non è un po' troppo corta?”
“No Jun, noi andiamo a dopo”
“Aoi ricorda le nostre parole e non fate tardi”
Poi uno a uno salutarono il ragazzo augurandogli un buon rientro.
Prima che uscissero Genzo aveva incrociato il suo sguardo con quello di Hitomi, sperò che vi leggesse ancora quella richiesta e invece lei si girò dall'altra parte e uscì.

Il locale degli amici di Shingo era sulla spiaggia, si divideva in una parte interna che era una piccola casetta bianca con enormi vetrate e il terrazzo, in parte coperto da dei drappeggi in telo anche essi bianco. I tavoli e le sedie erano in vimini e le candele creavano una bella atmosfera. I due amici si presentarono e li fecero accomodare in uno dei tavoli più belli, ovviamente partì qualche battuta a cui Shingo rispose tranquillamente che ci stava ben provando, ma che come al solito non era fortunato in amore
“Scusami non volevo metterti in imbarazzo”
“Ma va, nessun imbarazzo. Anzi forse non dovevamo uscire insieme stasera”
“Hitomi non farti paranoie, me l'hai fatto ben capire che non ti piaccio in quel senso. Però se ti fa piacere potremmo rimanere amici”
“Mi farebbe molto piacere, grazie Shingo”
Dopo aver chiarito entrambi si rilassarono. Aoi raccontò alla ragazza di come avesse deciso di intraprendere la carriera del calciatore, dell'arrivo in Italia, dei primi pregiudizi e delle amicizie che poi aveva instaurato. Hitomi rimase affascinata quando le raccontò del duomo di Milano, del Castello Sforzesco e di Brera
“Non ti facevo così interessato all'arte e all'architettura”
“Hey così mi offendi… ok ai tempi uscivo con una ragazza che studiava beni culturali e così per farmi bello ho studiato un pochino. Raccontami qualcosa di te”
“Non c'è molto da dire”
“Potresti iniziare dicendomi chi è lo stronzo che ti ha frantumato il cuore. Quello sguardo lo conosco bene”
Cosa poteva dirgli che quello stronzo era Genzo? No non poteva di certo spifferare tutto. Giocò con le due cannucce del bicchiere facendo girare il ghiaccio, pensò bene a cosa dire
“E' un compagno di università, ci piacciamo, ma non possiamo frequentarci. Tra poco partirà per l'estero e non crede sia il caso di iniziare una relazione a distanza. Non ha tutti i torti”
Aoi la fissò intensamente, sembrava averla bevuta
“Tutte scuse quando due si piacciono vanno oltre a certe cose. Se uno non corre il rischio non t è realmente interessato”

Le ragazze avevano finito di sistemare il terrazzo, ma per combattere il caldo si erano di nuovo riuniti intorno al tavolo fuori, mentre i bambini erano crollati sui divani mentre guardavano un dvd. Sanae fece una carezza sul bel viso di suo figlio, si piegò per prenderlo in braccio, ma Tsubasa le fece segno di lasciar perdere e lo prese lui, mentre Taro si issò Keitaro. Dopo aver depositato il bimbo nel letto il capitano gli diede un buffetto sulla testa, facendo sciogliere in un sorriso la dottoressa.
Tornarono giù con gli altri, Genzo aveva messo in tavolo una bottiglia di Vodka ghiacciata
“Non abbiamo già bevuto abbastanza?”
“Dai Tsubasa non fare il guastafeste e bevi con noi”
Il capitano aveva notato che in quei giorni Genzo era un po' strano. Era sempre stato un tipo che se ne stava sulle sue, ma in quei giorni sembrava più ombroso, come se fosse una tempesta pronta a scoppiare. Lo aveva fatto presente a Sanae, ma gli aveva risposto che magari era preoccupato per l'avvicinarsi al trasferimento al Bayer. Dopotutto sapeva anche lui quanto fosse difficile inserirsi in una nuova squadra, ma in favore di Genzo c'era la presenza di Karl con cui aveva giocato fin da ragazzino. Così convinto che effettivamente potesse essere quello il motivo aveva lasciato perdere.
“Chissà come sta andando tra Hitomi e Aoi”
“Va che lui deve stare al suo posto, non capisco perché li abbiamo fatti uscire insieme”
Yoshiko sospirò come sconfitta
“Amore Hitomi è grande e credo le abbia fatto bene uscire con qualcuno. È da una settimana che è qui con noi e non si è mai lamentata, avrà diritto un po' di svago”
“Si ma non con Aoi”
“Perché? Shingo è un bravo ragazzo”
“ È troppo grande”
“Ma dai ha solo sei anni in più di lei”
“Appunto, sei anni sono tanti”
Genzo si versò un altro bicchierino di vodka, aveva bisogno di annebbiare un po' la mente, non voleva ascoltare quella stupida conversazione. Chissà cosa avrebbero pensato i suoi amici se avessero saputo del suo bacio con Hitomi, molto probabilmente lo avrebbero linciato. Sentendo il continuo battibecco e il mal di testa arrivare decise di intervenire
“Tanto ai due fratelloni non andrebbe bene nessun ragazzo”
ci fu un attimo di stupore generale, poi Sanae scoppiò a ridere seguita a ruota da tutti gli altri tranne che da Jun e Hikaru.
Sperò di addormentarsi subito grazie all'alcool che aveva ingerito, invece era li che fissava come un cretino il soffitto. Controllò l'orologio e constatò che era l'una di notte e quei due non erano tornati. Prese il cellulare, fu tentato di chiamare Shingo per chiedergli dove fosse il locale, dicendogli che erano andati tutti a letto mentre lui aveva voglia di uscire. Era sul punto di far partire la chiamata, ma si diede del cretino. Dannazione come aveva fatto a ridursi in quel modo?! Era sempre stato uno razionale, una di quelle persone che non si facevano guidare dai sentimenti. Anche nell'amore non ci aveva mai creduto, era stato con molte donne, ma nessuna di loro gli aveva fatto perdere la ragione come quella ragazzina. Pensarla tra le braccia dell'amico lo mandò in bestia, riguardò l'orologio, erano quasi l'una e mezza. Con stizza prese una maglietta e scese giù da basso, magari un po' d'aria gli avrebbe fatto bene.
Stava per scendere le scale quando sentì la chiave nella porta girarsi.

“Grazie della bella serata e salutami i tuoi amici”
“Sarà fatto”
Shingo le si avvicinò e capì che stava tentando di baciarla, allora lei si sostò leggermente
“Non credo sia il caso”
“Scusa, be era lecito provarci un'ultima volta”
“Ahaha, mi dispiace, davvero Shingo è che il mio cuore non è totalmente libero e non credo sia giusto. Oddio so che è solo un bacio e”
“Shh Hitomi, tutto ok. Fatti ripetere solo un cosa, lascia stare quel cretino che non ti ha voluto, meriti di meglio”
“Grazie e arrivederci Shingo”
“Ciao Hitomi”
Prima che la ragazza entrasse in casa Aoi riuscì a rubarle un bacio stampo e se ne andò sorridendo.
La ragazza chiuse la porta e ci si appoggiò con la schiena toccandosi leggermente le labbra.

Genzo rimase fermo nella sua posizione e pensò a quanto fosse bella. Quando si accorse di lui sussultò, lo fissò per qualche secondo
“Ciao, mi fai passare?”
“No”
“Come scusa? Devo andare in camera mia, sono stanca”
“Dobbiamo parlare”
Hitomi trasse un lungo sospiro e si avviò in cucina, prese un po' d'acqua e lo bevve avida. Aveva bevuto un bel po' quella sera e aveva la gola secca. Sentiva dietro di se la presenza di Genzo
“Ti sei divertita?”
“Si tanto, Shingo è un ragazzo fantastico”
Avrebbe voluto mandarlo a qual paese, si girò per dirgli che non aveva più voglia di ascoltarlo e di rispondere alle sue domande, ma lui si impossessò delle sue labbra. Rimase per un attimo scioccata, poi tentò di scostarlo da se, ma lui era nettamente più forte di lei, le sue mani le avvolsero la schiena e la lingua cercò di insinuarsi nella sua bocca
“Lasciami”
“Dimmi bacio meglio io o Aoi?!”
“Cos-cosa? Ma tu sei pazzo, lasciami andare”
“Ti ha toccato? Ti è piaciuto?”
Offesa e arrabbiata tentò di schiaffeggiarlo, però lui fu più lesto e le bloccò il braccio, era inutile dimenarsi
“No non mi ha toccato. Sei uno stronzo, ti odio. Prima mi dici di non volermi, poi appena qualcuno si interessa a me, per paura che ti porti via il gioco mi rivuoi. Non sono un oggetto Genzo, adesso lasciami andare”
“No, mi dispiace, non so cosa mi sia preso. Si avevi ragione prima, sono geloso. Io non avevo mai provato nulla di simile, non ero mai andato nel pallone per nessuna e ne sono rimasto spaventato. In questi giorni avrei voluto picchiare Shingo e tenerti con me. Mi piaci cavolo e non voglio perderti. Scusami e dammi una possibilità”
Hitomi pensò di essere o ubriaca o di star sognando, non poteva credere alle parole del ragazzo, sicuramente era uno scherzo della sua mente. Vedendola indecisa Genzo le toccò un braccio per ridestarla sai suoi pensieri. Si fissarono ancora, come due animali che si scrutavano. Lui appoggiò la sua fronte a quella di lei, Hitomi sospirò pesantemente
“Ti odio, sono stata malissimo in questi giorni”
“Lo so”
“Dovrei mandarti a quel paese, ne avrei tutto il diritto”
“So anche questo, ma...”
“Ma mi piaci da morire e non riesco ad allontanarti”
“Allora non farlo”
Le loro bocche si ritrovarono, non capiva se era la vicinanza di Genzo o l'alcool che le aveva creato quella sorta di vertigine. Si sentì sollevare e appoggiare al piano del bancone della cucina, il portiere si fece spazio tra le sue gambe per un maggior contatto. Si staccavano solo per far prendere aria ai polmoni, le mani di lei si insinuarono tra i capelli del portiere, mentre quelle di lui vagarono sulla sua schiena, sulle gambe e trai suoi capelli. Iniziò a lambirle il collo, voleva assaggiarla tutta, sapeva che doveva fermarsi o sarebbe arrivato al punto di non ritorno
“Sono quasi le tre”
“Mmm è tardi”
Non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altra
“Dobbiamo andare a dormire”
“Dovresti farmi scendere”
le fece un po' di spazio, ma prima di salire Hitomi gli disse
“Credo sia meglio non dirlo subito agli altri. Non vorrei scatenare l'apocalisse con Jun e Hikaru”
“Sono d'accordo, dobbiamo trovare il momento giusto”
La prese per mano e salirono su, si diedero un lungo bacio prima di entrare ognuno nella propria stanza
“Buona notte Genzo”
“Buona notte ragazzina”

Siamo arrivato al capitolo dieci, spero che vi sia piaciuto e al prossimo capitolo
   
 
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