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Autore: Mizuki_Rei    25/09/2017    5 recensioni
I sentimenti di Rukia dopo la guerra dei mille anni.
Tratto della storia: "Lui c’era sempre per lei. Se era in pericolo lui era lì.
L’aveva salvata in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Aveva creduto di non potere trovare una persona al pari del suo Kaien-dono. Invece, aveva incontrato lui. Così simile fisicamente a lui, ma caratterialmente gli opposti. Ichigo non aveva niente della dolcezza del suo amato capitano. Era scorbutico, musone e arrogante eppure l’aveva conquistata con la sua nobiltà d’animo e il suo senza di giustizia ben nascosti dalla sua fredda facciata"
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inoue Orihime, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doveva essere una bella giornata a Karakura, un quartiere di Tokyo. Le previsioni avevano annunciato che ci sarebbe stato sole e poche nuvole sparse. Di tutto ciò, però, non vi era nulla. Il cielo era coperto di nuvole e il grigio era diventato il colore predominante di quella infinita volta, mentre il vento accarezzava piano le foglie degli alberi. Il quartiere era insolitamente tranquillo. Dopo la sconfitta di Yhwach, la vita era tornata a scorrere serena a Karakura , ma soprattutto alla Soul Society.  Per le strade non c’era anima viva. In molti erano rimasti nelle loro case, prevedendo che di lì a poco sarebbe cominciato un vero e proprio diluvio.
C’era, però, una scura figura che fulminea saltava di tetto in tetto, verso una destinazione sconosciuta.
Kuchiki Rukia, capitano della tredicesima divisione, si era offerta di recarsi in città per stanare e uccidere un Hollow. Avrebbe potuto tranquillamente mandare un suo sottoposto, come avviene di consueto, ma non aveva voluto. Voleva allontanarsi da quel luogo opprimente che ormai non sentiva più casa sua. Nonostante lì ci fossero molte persone a cui voleva bene, si sentiva ormai fuori posto, un’estranea.
Aveva terminato la missione molto velocemente, con un solo fendente della sua fidata Sode no Shirayuki. Avrebbe potuto tornare immediatamente alla Soul Society, ma non lo fece e si diresse da tutt’altra parte.
Dopo aver sorvolato numerosi tetti, si fermò sopra uno di questi e osservò la casa di fronte a lei.
In quel momento vide Kurosaki Isshin uscire dall’abitazione per andare a lavorare in clinica, seguito dalle sue figlie,invece, dirette a scuola. Avrebbe voluto saltare giù dal tetto e correre a salutarli. Era molto affezionata a quella famiglia, l’avevano accolta in casa, facendola sentire parte di qualcosa, una di loro. Decise, però, di non seguire il suo cuore e rimase lassù, ad osservare gli unici due occupanti della casa rimasti.
Inoue Orihime era intenta a lavare i piatti, dopo l’abbondante colazione che aveva preparato per tutta la famiglia. Rukia si chiese se adesso vivesse lì con loro, ma prima ancora di potersi dare una risposta, l’altra persona che era  in casa comparve in cucina. Eccolo, il motivo per cui la Soul Society non era più casa per lei. Appena lo vide, la shinigami perse un battito.
Rimase incantata ad osservare Kurosaki Ichigo e sorrise nel non trovarlo affatto cambiato. Aveva sempre quei capelli ribelli e scompigliati dall’insolito colore che aveva sempre preso in giro. Era alto e muscoloso. Rukia lo trovò bello, più bello di come lo ricordava. Sorrise ed arrossì a quel pensiero.
Aveva l’aria assonnata e lo vide avvicinarsi ad Orihime. L’abbraccio in vita e le posò un bacio sulla guancia. La realtà si manifestò come uno schiaffo sul volto di Rukia, il suo cuore si ruppe ancora una volta, come qualche tempo fa. Ancora non riusciva ad accettare quei due insieme.
Si scoprì innamorata di Ichigo dal giorno in cui lo vide sul quel maledetto ponte, mentre stava per essere condotta alla torre della penitenza da suo fratello. Anche se gli aveva urlato in faccia che era uno stupido e non lo voleva lì, era felice di vederlo, di sapere di contare per qualcuno, di sapere che tenesse a lui al punto di sfidare l’intera Soul Society. Da lì il suo sentimento si era fatto sempre più forte, ma aveva preferito nasconderlo per paura di non essere ricambiata. Lui c’era sempre per lei. Se era in pericolo lui era lì.
L’aveva salvata in tutti i modi in cui una persona può essere salvata (1). Aveva creduto di non potere trovare una persona al pari del suo Kaien-dono. Invece, aveva incontrato lui. Così simile fisicamente a lui, ma caratterialmente gli opposti. Ichigo non aveva niente della dolcezza del suo amato capitano. Era scorbutico, musone e arrogante eppure l’aveva conquistata con la sua nobiltà d’animo e il suo senza di giustizia ben nascosti dalla sua fredda facciata.
Per un attimo tornò alla realtà e lo vide sostituire Orihime al lavandino. Lo osservò lavare la sua tazza, soffermandosi sulle sue braccia muscolose. Quante volte l’avevano stretta quelle possenti braccia, facendola sentire al sicuro, quante cadute le avevano impedito mentre le insegnava a pattinare.
Una lacrima le rigò il volto. Rukia l’asciugò immediatamente dandosi mentalmente della stupida sentimentale. Vivendo a stretto contatto con il ragazzo si era illusa che potesse ricambiarla. La stessa Orihime aveva contribuito ad illuderla. Le aveva raccontato dello sguardo preoccupato di Ichigo ogni volta che era stata ferita gravemente, la rabbia che lo aveva colpito quando Ulquiorra gli aveva annunciato la sua morte nell’Hueco Mundo. Orihime l’aveva sempre invidiata per il suo rapporto con Ichigo ed era convinta che, al termine di tutte quelle battaglie, loro due sarebbero rimasti insieme. Alla fine ci aveva creduto anche lei. purtroppo però non andò così. Ichigo non aveva scelto lei. Qualche giorno dopo la battaglia si erano incontrati, entrambi ancora pieni di bende, ma sulla via della guarigione. Erano distanti l’una dall’altro e si guardavano intensamente. Poi lui fece la prima mossa, avvicinandosi e stringendola a sé. La ringraziò per tutto quello che aveva fatto per lui, perché se non l’avesse incontrata non avrebbe mai capito chi era e qual’era il suo posto. Le disse, inoltre, che era tempo di tornare a casa. Le augurò il meglio e le disse di passare a trovarlo qualche volta. E così se ne andò. Lo osservò allontanarsi e dirigersi verso Orihime che lo attendeva poco più in là. Lo vide allungare il braccio e appoggiarlo alla vita della ragazza per poi andarsene insieme. Tutti le avevano sempre ripetuto, tramite frecciatine, che tra lei e Ichigo ci fosse qualcosa più dell’amicizia e lei ci aveva creduto come una stupida. A quella vista il cuore di Rukia si ruppe. L’unica cosa che riusciva a pensare era che lui non aveva scelto lei.
In quel momento delle gocce d’acqua le caddero sul viso. Rukia alzò gli occhi per guardare il cielo fattosi più scuro. Aveva cominciato a piovere. La ragazza ringraziò per questo e lasciò che le sue emozioni le scorressero sul viso. Da quel giorno si era buttata anima e corpo nelle missioni, negli allenamenti, tutto ciò che potesse distrarla dal pensiero di quel ragazzo dai buffi capelli arancioni. Quando non era “in servizio” girovagava senza meta, sempre sola. Nemmeno Renji voleva attorno. Nonostante lui capisse cosa c’era che non andava e volesse aiutarla lei lo rifiutava. Non voleva essere compatita. Voleva solo stare da sola.
Che ironia del destino, pensò, ora era lei quella gelosa di Orihime. Avrebbe dato di tutto per poter essere al suo posto, stare con Ichigo ed essere felice.  Osservò la ragazza, fuori dalla porta di ingresso, baciare Ichigo per poi allontanarsi. Rukia capì che era il momento di andarsene. Doveva smettere di andare a trovarlo di nascosto altrimenti prima o poi l’avrebbe vista, ma non ci riusciva. Voleva solo stargli accanto, osservarlo condurre la sua vita e immaginare di essere lì con lui, perché solo accanto a lui la sua vita sembrava avere senso.  Se ne andò fulminea così come era arrivata, consapevole che senza di lui non sarebbe mai potuta essere veramente felice. Si diresse verso quella che una volta era sua casa, ma che ora non considerava più tale. Perché la casa è quel luogo che i nostri piedi possono lasciare, ma non i nostri cuori (2) e il suo cuore era proprio lì, con Kurosaki Ichigo a Karakura.
In tutto ciò non si accorse di un paio di occhi castani, che l’avevano vista andarsene in lacrime.



(1) Frase di Rose su Jack Dawson, in Titanic
(2)Citazione di Oliver Wendell Holmes

Note dell'autore:
Questa è la mia prima storia, siate clementi. Volevo scrivere una storia su Ichigo e Rukia, pechè li ho sempre voluti insieme. Ma prima di farlo mi sono chiesta cosa avesse potuto provare una Rukia innamorata se Ichigo non avesse scelto lei. Ed ecco il risultato. 
   
 
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