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Autore: Mew_vale    25/09/2017    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 63.
 
 
 
 
[Camilla]
David sbuffa quando parte la segreteria telefonica, per l’ennesima volta.
<< Amore, è notte fonda, magari ha tolto la suoneria alla tua prima chiamata poiché sta dormendo? >> Suggerisco, posando la mia mano sul dorso della sua, poggiata sul bracciolo del sedile. Lungi da me difendere Giulio ma vista l’ora è l’ipotesi più plausibile.
<< Eravamo d’accordo che mi avrebbe chiamato per parlarmi del pranzo. Magari si è comportato male e non me lo vuole dire? >> Ipotizza. Alzo gli occhi al cielo.
<< Scusate, debbo chiedervi di spegnere i cellulare e di allacciare le cinture di sicurezza. Stiamo decollando. >> Ci chiede con gentilezza una hostess. Si rientra!
 
 
 
[Silvia]
Mia madre questa mattina è mega elettrizzata. Cioè, mi fa piacere vederla contenta malgrado la rottura con Michel e il fatto che sia praticamente senza fissa dimora (perché questa è una situazione momentanea, vero?) ma tutta quest’ansia per un pranzo con mio padre mi sembra eccessiva.
<< No, questo è troppo accollato, non va bene! Ne scelgo un altro. >> Esclama prima di tornare nella mia ex stanza da letto. Alzo gli occhi al cielo portandomi alla bocca un cucchiaio colmo di cereali al miele e latte. Troppo accollato? E’ troppo succinto persino per me…
<< Buongiorno. >> Augura Francesco, accompagnando il saluto ad uno sbadiglio, stiracchiandosi.
<< Buongiorno. >> Lo saluto. Si avvicina alla cucina e sospira quando si rende conto che la caraffa del caffè e vuota.
<< Non guardare me. >> Intervengo. << E’ mia madre la caffeinomane seriale! >> Gli ricordo. Mia madre rientra in soggiorno/cucina con una vestito giallo canarino, corto come il primo e scollato come il primo.
<< Cosa ne dici? >> Domanda, facendo una piroetta.
<< E’ solo un pranzo con papà e il mio ragazzo. >> Le ricordo. Jeans e camicetta andrebbero bene!
<< Andremo a pranzo al “Le Mer Bleue”, il ristorante di Michel. Con un po’ di fortuna potrei incontrarlo e parlare con lui senza bisogno di telefonargli. Sarà un incontro casuale. >> Ci informa, versandosi l’ennesimo caffè.
<< Chi ha scelto il ristorante? >> Le domando. Ma questa domanda resta sospesa nell’aria. Francesco ed io ci scambiamo un’occhiata eloquente.
<< Giulio non fa colazione insieme a noi? >> Mi chiede mia madre.
<< E’ uscito presto per non so quale misteriosa commissione! >> Esclamo. Cos’aveva da fare tanto presto?
 
 
 
[Paola]
Adesso quell’insignificante di Isabella sarebbe meglio di me? Oltretutto, cosa c’entrava nominarla in quel momento? Quella lì mi ha rubato il fidanzato e tutti coloro che un tempo erano i miei amici la idolatrano… roba da matti!
<< Buongiorno, come hai dormito? >> Mi domanda Kelly accomodandosi al tavolo della cucina per fare colazione. Apre una nuova confezione di meusli.
<< Buongiorno. Male, sono troppo arrabbiata! Una mi ha rubato il fidanzato e l’altra si è divertita con lui fingendo di essere mia amica… come’è possibile che la cattiva sia io?! LI ODIO TUTTI! DAL PRIMO ALL’ULTIMO! >> Mi sfogo. La rabbia fa sì che delle lacrime escano dai miei occhi.
<< Evidentemente sono delle piccole intriganti? Sanno come fare per abbindolare il prossimo. >> Adduce come ipotesi.
<< Tu però non ti devi abbandonare all’odio, di nuovo! Dimenticati di Giulia e di Diego. >> Mi suggerisce la mia amica. So che dovrei farlo… ma non riesco a non pensarci. Ora più che mai, dopo quanto successo ieri.
<< A mia madre cosa dico? Adesso Giulia e Diego sanno che io so… Se quel filmato dovesse essere diffuso verranno dritti dritti a suonare alla mia porta! >> Esclamo. E’ evidente che il piano di mia madre è andato a farsi benedire!
<< E’ evidente che non può più servirsi di quel filmato per vendicarsi. >> Constata Kelly.
<< Mia madre non si fermerà… Dopo tutto ce l’ha a morte con Diego. E’ vero, Giulia ha confessato il tradimento, ma il contenuto di quel filmato risulterebbe ugualmente scandaloso se diffuso. >> Rifletto. Quei due mi hanno talmente ferita… Ma voglio davvero rovinare la loro vita diffondendo quel filmato? Il decorso dei miei pensieri viene interrotto dall’incessante trillo del cellulare di Kelly. Sorride mentre guarda lo schermo.
<< Questa uscirò con Gonzalo. >> Annuncia. La mia bocca si piega in una smorfia d’orrore.
<< Stai molto attenta. Gonzalo è un predatore, domani mattina sparirà e tu sarai un’altra tacca sulla sua cintura! >> Le consiglio.
<< Mia cara…. Nessuno mi ha mai scaricato il giorno seguente! Certo, le mie relazioni sono sempre finite male, ma tutti sono capitolati dopo il primo appuntamento e Gonzalo non farà eccezione! >> Si vanta, sicura di sé. Se lo dice lei!
<< Scusa. >> Intervengo, allontanandomi per rispondere ad una chiamata di Alec.
<< Buongiorno splendore. Come hai dormito? >> Mi augura, allegro.
<< Buongiorno. Non troppo bene, e tu? >> Gli domando.
<< Io bene. Qualcosa non va? >> Mi domanda. Tergiverso. So che è stufo di sentir parlare di questa storia e presentandomi a quel concerto gli ho implicitamente promesso che ci avrei messo una pietra sopra.
<< Paola? Sei ancora lì? >> Mi domanda. Traggo un respiro profondo.
<< Solo un po’ di mal di testa, ma ho preso una pastiglia e sta facendo effetto. >> Mento. E’ meglio così. Quanto a mia madre, penserò se raccontarle o meno quanto successo!
<< In questo caso, sempre che tu te la senta di uscire, ti andrebbe un pic nic? Ti passo a prendere alle 11? >> Propone. Sorrido. Diego non ha mai organizzato un pic nic!
<< Alle 11 va benissimo. >> Accetto.
<< Ci vediamo dopo. >> Mi promette.
 
 
 
[Giulio]
Un’ora e 7 sigarette. Quanto ancora dovrò aspettare prima di vederla varcare quel cancello?! Le mie preghiere vengono accolte quando la vedo uscire di casa: sembra decisamente lei. Si avvia a piedi in direzione del centro commerciale e decido di seguirla.
<< Scusi. >> Intervengo quando sono abbastanza vicino a lei per farmi sentire. Si ferma e si volta.
<< Sì? Posso aiutarla? >> Mi domanda. La fisso negli occhi.
<< Tutto bene? Posso esserti utile? >> Mi domanda, visto che non mi muovo e non parlo.
<< Non mi hai riconosciuto, vero? Bhe in effetti non ci siamo mai incontrati. Quando lei si è licenziata per i motivi che sappiamo io ero un feto nel ventre di mia madre. >> Intervengo, Sbianca davanti a questo mio intervento.
<< S-sei il secondogenito di Daniele, vero? >> Chiede conferma.
<< Però, quanta perspicacia. Giulio Valencia. >> Mi presento.
<< I-io devo andare. >> Balbetta. Quando si volta stringo il suo braccio in una morsa costringendola a guardarmi negli occhi.
<< Voglio sapere se mio padre lo sapeva! Sapeva che aspettavi un bambino quando sei andata via?! >> Inveisco.
<< Voglio la verità! >> Preciso.
<< NO! NO, NON LO SAPEVA! Tuo padre era ed è una persona orribile! Aveva già comprato sua moglie costringendola ad abbandonare una figlia, tradiva sua moglie incinta con me… Non potevo permettere che un individuo del genere avanzasse pretese verso mio figlio! Io non gli dissi mai di essere incinta! >> Risponde con le lacrime agli occhi. Applaudo con ironia.
<< Bhe, devo dire che il tuo piano ha funzionato a meraviglia visto il padre amorevole che ha avuto Isabella, i miei complimenti! >> Esclamo con ironia mentre lei si massaggia il braccio che le ho stretto.
<< Credi che questo pensiero non mi tormenti? Volevo sottrarla da un mostro invece l’ho affidata ad un altro mostro. Credi che i sensi di colpa non mi divorino ogni santo giorno?! >> Mi domanda.
<< Credo che avresti dovuto pensarci prima! Credo che tu sia una codarda! AVRESTI DOVUTO PRENDERLA E PORTARLA LONTANO, INVECE SEI RIMASTA A GUARDARE, ECCO COSA CREDO! >> L’aggredisco a parole puntandole l’indice a pochi centimetri dal volto.
<< Tuo padre lo sa? >> Mi domanda.
<< Tu cosa dici? Se lo sapesse saresti nei guai. Più di quanto tu non lo sia già con te stessa. >> 
<< Io non volevo tutto questo! >> Esclama tra le lacrime.
<< Se non lo volevi perché sei rimasta a guardare? >> Le domando. Avrebbe dovuto intervenire!
<< Avevo paura, Juan picchiava anche me. Avevo il timore di peggiorare la situazione andando via… avevo paura che ci avrebbe trovate e ce l’avrebbe fatta pagare! >> Esclama. Scuoto il capo incredulo.
<< Poteva andare peggio di così? Mi fai pena lo sai? Tu e tuo marito vi siete meritati a vicenda. >> Concludo voltandole la schiena.
<< Non hai mai cercato tua figlia. >> Aggiungo sempre rivolgendole la schiena.
<< Dopo quello che avevo fatto? Isabella è stata meglio senza di me e lontano da qui. >> Bhe, in effetti una cosa buona l’ha fatta questa donna.
<< Mio padre avrà anche tanti difetti: sarà un uomo talvolta anaffettivo, freddo, materialista e spesso egoista... ma non avrebbe MAI fatto quello che avete fatto le merde umane che siete tu e tuo marito. >> Concludo tornando verso la mia auto. Sentivo il desiderio di dirle quello che penso.
 
 
 
[Roberta]
<< Tesoro, non hai toccato neanche un cornetto! Sono caldi caldi, alla crema e con lo zucchero a velo, come piacciono a te. >> Mi fa notare mia madre, facendomi praticamente annusare il vassoio. Quel buon profumino m’inebria il cervello ma devo resistere!
<< Non mi vanno oggi mamma, ma grazie. Sono apposto così. >> Mento. No, una fetta biscottata e uno yogurt non mi riempiono a colazione! Lorenzo solleva un sopracciglio mentre mastica senza ritegno un croissant da cui fuoriesce una montagna di crema pasticcera. Sento l’acquolina in bocca.
<< Hai la febbre, figliola? >> Mi domanda papà.
<< Io ne prendo un’altra! >> Esclama Olga con la bocca piena. Allunga un braccio verso il vassoio ma la mamma lo allontana.
<< Sarebbe meglio che ti limitassi ad uno, cara. Puoi mangiare quanta frutta vuoi. Che in gravidanza devi mangiare per 2 è solo una leggenda. Una scusa per cedere alle voglie! >> Esclama mia madre. Olga mette il broncio.
<< Ma questo pulcino ha voglia di grassi saturi! >> Esclama Olga, accarezzandosi in ventre. Sorrido. Chissà quando toccherà a me! Volto lo sguardo verso Lorenzo e lo sorprendo a guardarmi con un sorriso appena accennato. Arrossisco.
<< Ho detto no. Abituati. E’ per il tuo bene e per quello del bambino… Puoi mangiare un po’ di tutto. >> Sentenzia mia madre. Cèsar fa il suo ingresso in sala da pranzo stiracchiandosi.
<< Buongiorno. Cibo! >> Esclama, afferrando un croissant ancora prima di sedersi a tavola.
<< Buongiorno. >> Lo salutiamo.
<< Cèsar, così cade lo zucchero per terra. Ho passato l’aspirapolvere poco fa. >> Lo redarguisce mia madre.
<< Sì è sentito! >> Si lamenta Cèsar.
<< Potevi tornare a casa prima e andare a letto presto. Non ti abbiamo sentito rientrare. >> Gli fa notare mio padre, versandogli del caffè.
<< Dove siete stati? >> Gli domanda mamma.
<< Ad una festa, vero? >> Gli domando venendo in soccorso di mio fratello.
<< Allo zoo… >> Inventa Cèsar, parlando sopra di me. Ci scambiamo un’occhiata.
<< Ad una festa o allo zoo? >> Domanda mia madre.
<< Allo zoo? Di notte? >> Domanda mio padre. Mio fratello poteva inventarsi qualcosa di meglio.
<< Ad una festa… allo zoo. Di notte. >> Intervengo. Lorenzo tossisce poiché sta per strozzarsi.
<< Sì, era una festa a tema. >> Aggiunge Cèsar.
<< Che fico. >> Commenta Olga masticando della frutta.
<< Con i nuovi amici? >> Domanda mio padre a Cèsar. Tiro un calcio sotto al tavolo a mio fratello.
<< Sì, con loro. Mi diverto un sacco insieme a loro. >> Risponde Cèsar. Trattengo un sorriso.
 
 
[Marcella]
Ieri sera mio figlio non mi ha neanche inviato un SMS per informarmi dei suoi piani per la serata, come fa di solito. Quando l’ho sentito rientrare sul tardi ho sbirciato in corridoio e l’ho visto entrare in camera sua: stava massaggiando con aria serena, probabilmente con la sua Olga. Temo che non perdonerà questo mio errore.
<< Buongiorno Alexander. >> Lo saluta mio fratello. Assorta com’ero nei miei pensieri e rivolgendo le spalle alla scala non lo avevo sentito scendere.
<< Buongiorno. >> Gli augurano gli altri.
<< Buongiorno figlio mio. >> Lo saluto.
<< Buongiorno mamma. >> Mi saluta. Provo una sensazione di sollievo quando posa un bacio sul mio capo, come fa ogni mattina. Mia sorella mi rivolge un sorriso.
<< Bevo solo un caffè ed usciamo. Non vorrei che perdeste il volo per il mio ritardo! >> Esclama Alexander verso i suoi zii e suo cugino.
<< Non vi abbiamo sentiti rientrare stanotte. >> Asserisce Daniele, rivolgendosi a suo figlio e a suo nipote.
<< Io sono rientrato a mezza notte e mezza. Ho cenato da Nicola. >> Racconta Alexander.
<< E tu cos’hai fatto ieri sera di bello, Michael? >> Domanda mia cognata a suo figlio il quale accenna un sorriso con lo sguardo perso nel vuoto.
<< Bhe… Sono stato in spiaggia. Ad una festa sulla spiaggia. >> Racconta.
<< Spero tu non abbia bevuto. Considerando che tua zia ci ha fatto il favore di ospitarci. >> Precisa mio fratello. Suppongo che ce ne saremmo accorti tutti se fosse rientrato ubriaco. Rivolgo uno sguardo a mio figlio il quale si guarda bene dal non incrociare il mio. E’ arrabbiato con me?
<< Siete sicuri che non volete compagnia per l’ecografia? >> Gli domando, anche per rompere il silenzio tra di noi.
<< Sicuri, mamma. Se venissi tu sarebbe giusto che venissero anche i suoi genitori e ci sembra eccessivo andare in 5 a questo esame. Avrete le foto e i video dell’ecografia… Verrete alla prossima, va bene? Infondo è di appena 5 settimane, non si vedrà molto, credo! >> Esclama. Annuisco sperando che si ricorderà di questo invito!
 
 
 
[Massimiliano]
Passo la mano sull’altra metà del letto. E’ vuota. Mi sveglio di soprassalto completamente spaventato!
<< No, no… >> Balbetto, librandomi alla bene e meglio del piumone. Sbatto la spalla contro lo stipite della porta per quanta fretta ho di raggiungere le altre stanze. Traggo un profondo respiro di sollievo quando la trovo in cucina: serve in tavola la moka di caffè appena fatto e si volta. Incrocia le braccia e sembra abbattuta.
<< La buona notizia è che oggi non ho bruciato il pane. Spero che siano commestibili anche le uova! >> Esclama. Le sorrido prima di avvicinarmi a lei e attirarla a me. Mi piace sentire il suo viso a contatto contro il mio petto. Le rubo il bacio del buongiorno.
<< Sarà tutto ottimo. Ma non voglio che ti strapazzi. >> Le ricordo.
<< Era il minimo dopo il casino che ho combinato ieri. >> Risponde.
<< Non sei in debito con me, piccola. E voglio solo dimenticare quello che è successo ieri! >> Esclamo, facendo nuovamente mie le sue labbra.
 
 
[Cèsar]
 << Perciò dovremmo consolarci con il video? Non è emozionante come assistere alla visita. >> Si lamenta mia madre. Certo che sono testardi.
<< Mi dispiace! Ma vi immaginate che confusione si creerebbe andando lì in 5 o 6? Oltretutto vorremmo che la primissima ecografia fosse un momento solo nostro. Lo capite? >> Domanda loro Olga. Mio padre sospira.
<< E va bene. Ma alla prossima niente ci terrà lontani dallo studio medico! >> Esclama perentorio mio padre. Povero dottore! Giungiamo di fronte al bancone quindi Lorenzo e Roberta lasciano andare i loro trolley e si accodano per il check-in. E’ un colpo di tosse a farci voltare. Mia sorella alza gli occhi al cielo quando vede Daniele e consorte. Lancio uno sguardo al mio ragazzo… mi vuole baciare, esattamente come lo voglio io, ci basta uno sguardo per capirlo… Quando finirà tutto questo? Dipende solo da me! Mia sorella e il suo ragazzo si scambiano un bacio.
<< Lorenzo, cosa ti è successo? >> Domanda Marcella a mio cognato. Lui scuote la testa.
<< Niente di importante. Un incontro sfortunato! >> Esclama e minimizza.
<< Irascibile e  permaloso… tutto suo padre! >> Interviene Daniele Valencia. Lorenzo serra la mascella. Non lo sopporta proprio e come biasimarlo? La sfiga vuole che sia mio suocero… Quando uscirò allo scoperto mi toccherà confrontarmi con lui! Che incubo!
<< Daniele grazie per la tua perla ma potevi risparmiartela! >> Lo redarguisce Nicola.
<< Per lo meno mio padre, pur avendo un caratteraccio, ha a cuore la felicità dei suoi figli. Non li tratta come appestati solo perché scopre che sono diversi da lui nelle scelta di vita e non denigra il fidanzato di sua figlia giudicandolo per la sua posizione lavorativa o per il suo conto in banca! >> Esclama Lorenzo, freddando mio suocero. Lo ha proprio colpito sul vivo visto che se ne sta zitto e immobile, con gli occhi iniettati di sangue!
<< Lorenzo… basta così. >> S’intromette Michael. Daniele compie un passo verso mio cognato ma il mio ragazzo lo ferma posando la mano sul suo petto.
<< Papà, fermo. Non t’azzardare. >> Gli ordina il mio ragazzo.
<< Michael… >> Balbetta suo padre.
<< Scusate, signori? A chi tocca? >> Domanda l’hostess di terra da dietro il bancone.
<< A noi. >> Rispondono coralmente Lorenzo e Roberta, avvicinandosi alla signorina. Tra pochi minuti dovrò salutarlo… con una misera stretta di mano. Bhe, mi consolo sapendo che ci siamo salutati a dovere la notte scorsa.
 
 
 
[Michael]
 << A me sono sempre piaciute le case con la taverna. Mi fa pensare ad un ambiente caldo, dove organizzare cene di famiglia. >> Ho rivelato, fantasticando sulle caratteristiche della casa ideale, steso in posizione prona sul letto della stana d’hotel a numerosi zeri dove avevamo appena finito di fare l’amore.
<< La taverna, la piscina, l’angolo bar… ci accontentiamo di poco! >> Ha scherzato il mio fidanzato. Cèsar ed io siamo fidanzati… ancora non ci posso credere! Posso accarezzarlo, baciarlo, raccontargli tutto e sono ricambiato. E’ vero che a volte i sogni si avverano! Mi sono proteso verso di lui per baciarlo.
<< E questo bacio per che cos’era? >> Mi ha chiesto, evidentemente sorpreso da questo mio slancio.
<< Perché ti amo, ti amo alla follia, Cèsar Mora! >> Ho esclamato.
<< Talmente tanto da accettare questa mia proposta? >> Ha chiesto, allontanandosi da me per afferrare il suo cellulare. Mi ha fatto vedere un numero telefonico.
<< E’ l’agente immobiliare che mi ha aiutato a cercare il mio appartamento a Bogotà. Mi sono permesso di chiamarlo e di prenderti un appuntamento! Se tu vuoi ti aspetta domani pomeriggio per buttare giù le prime idee. Adesso sai cosa voglio! >> Ha esclamato. Ho sorriso e l’ho baciato di nuovo vedendo che ha preso molto seriamente questo progetto.
<< Pensavo che avremmo visionato insieme le prime case. >> Ho osservato.
<< Valencia, vorresti andare a vedere delle case senza di me?! Si tratta di stabilire canoni di ricerca e cose così… Non t’azzardare a visitare delle case senza di me! Inoltre ho deciso che il prossimo week end verrò a Bogotà, così potremmo visitarne qualcuna. >> Mi ha rivelato. L’ho travolto, finendo a cavalcioni sopra di lui, per poi baciarlo con ardore.
 
Ci voltiamo tutti e salutiamo le nostre famiglie. Amore mio già mi manchi! Saranno lunghi questi 5 giorni!
 


[Camilla]
<< Casa dolce casa. >> Interviene il mio fidanzato quando varchiamo la soglia che separa il mio… il nostro appartamento dal corridoio comune del palazzo.
<< E’ così allora! Preferisci questo appartamento in città ad un lussuoso hotel sulla spiaggia in compagnia della tua ragazza! >> Esclamo fingendomi offesa. Mi accarezza la base della schiena sollevando leggermente la camicetta e mi intrappola contro il muro.
<< Se insieme a te, ogni posto per me è magico. >> Sussurra, a pochi centimetri dalle mia labbra, prima di posarvi sopra un dolce bacio.
<< Sarà meglio che telefoni ai miei per avvisarli che siamo atterrati sani e salvi. >> Mi ripropongo. Poso sulle sue labbra un altro bacio prima di cercare il cellulare nella borsa.
<< Io riprovo a chiamare Giulio. >> Mi informa David, cambiando stanza. Mio padre risponde dopo due squilli.
<< Mostrilla! Buongiorno. Siete tornati? >> Mi domanda. Non smetterà mai di chiamarmi con il nomignolo che usava quando ero piccina. Sorrido.
<< Ciao papà. Sì, siamo appena entrati in casa. Purtroppo siamo dovuti tornare, anche se al mare si stava meglio! >> Esclamo. Fermo il telefonino tra la spalla e l’orecchio per liberarmi della giacca in pelle.
<< Non ne dubito. Magari potremmo prenderci anche noi una breve vacanza. >> Si ripropone papà.
<< Cosa aspettate? Siete in pensione e manca un mese al lancio. Potete andare dove volete. >> Gli faccio notare.
<< Magari. Tua zia ci ha chiesto di occuparci di Lena. >> Mi ricorda. Quella deve complicare la vita a tutti! Alzo gli occhi al cielo e sento David alzare la voce al telefono.
<< COME? GLIELO HAI DETTO? Ti avevo chiesto di non farlo! >> Rimprovera a suo fratello. Eccone un altro che non riesce a combinarne una di giusta.
<< Papà, Lena ha un fratello adulto e vaccinato. Di alla zia che ti serve una vacanza… Quand’è stata l’ultima volta che vi siete presi una vacanza da soli? Il viaggio di nozze? >> Gli domando.
<< Vedremo! Salutami David. >> Liquida l’argomento.
<< Tu saluta la mamma e Class. Vi voglio bene. >> Lo saluto.
<< Ah, tesoro. Vorremmo invitarvi tutti a cena stasera. >> Mi propone.
<< Mi dispiace papà, ma questa sera ho la prima cena ufficiale a casa Cullen, come la fidanzata di Edward! >> Scherzo. Sento mio padre ridacchiare.
<< L’aglio l’hai comprato? >> Mi domanda. Sorrido.
<< Sarà per un’altra volta. Un bacio. >> Mi saluta. Anche David ha concluso la sua concitata conversazione.
<< Indovina? Ha rivelato ad Isabella che sono a conoscenza della verità! Avrei dovuto farmi avanti io! >> Si lamenta, sedendosi su uno sgabello della cucina. Gli massaggio le spalle.
 
 
[Roberta]
Il mio fidanzato. Nonostante abbia detto di amarmi, nonostante la nostra convivenza e le notti d’amore che passiamo insieme devo ancora dirlo ad alta voce per essere sicura che sia vero e che non sia tutto solo nella mia testa! Visto e considerato che fino a non molto tempo fa gli ero praticamente indifferente sotto quel punto di vista.
 
Non la smetteva di guardarsi attorno, di scrutare attraverso la folla. Sapevo che la stava cercando!
<< Pensi che verrà? >> Mi domandò. Non riusciva a mettersi tranquillo.
<< Come faccio a saperlo? Non sono amica della tua Vanessa. >> Risposi, seccata da questa sua ossessione. Per lui ero proprio invisibile! Dopo quanto accaduto la sera prima ci avevo sperato in un avvicinamento… ed invece niente! La sera prima, la penultima sera di vacanza prima che lui cominciasse il tuo ultimo anno di liceo, avevamo deciso di fare una passeggiata al solito parco. Per ingannare il tempo decidemmo di giocare a “indovina chi” con attori e altre persone famose. Lo so, era un gioco stupido ed infantile, ma ci divertimmo tanto. Quando ero sola insieme a lui, senza i nostri fratelli e senza tutte quelle ragazzine che gli ronzavano sempre attorno, sentivo una grande complicità tra di noi. C’era sempre stata! Speravo dentro di me che questa complicità potesse celare dei sentimenti più profondi, e quella sera me ne illusi. Diedi la risposta esatta prima di sedermi sul muretto e di dare una leccata al mio cono gelato panna e fragola. Nel farlo non mi accorsi di essermi sporcata la punta del naso. L’angolo delle sue labbra si alzò leggermente.
<< Perché sorridi? >> Gli chiesi.
<< Hai un po’ di… Faccio io. >> Si offri indicandosi il naso, prima di rubarmi una salvietta dalle mani e di passarla sul mio naso. Tutto il mio corpo tremò per quella vicinanza. Nonostante avesse eliminato la traccia di gelato dal mio naso rimase lì, così dannatamente vicino che avrei potuto comodamente rifarmi il trucco visto che mi specchiavo perfettamente nei suoi occhi. Sì, mi accorsi che per una frazione di secondo aveva spostato lo sguardo in basso verso le mie labbra, non me lo ero sognato! In quel momento sentii come se qualcuno avesse posato i palmi delle mani sulla mia schiena e che mi stesse spingendo, letteralmente. Mi avvicinai di un centimetro verso il suo viso, un’altra spintarella e avrei potuto sentire il suo respiro sul mio volto. Speravo che avrebbe fatto lui la prossima mossa. Ma ecco che la magia venne interrotta dallo squillo di quell’aggeggio infernale: il cellulare! Molto spesso penso che avrei voluto nascere negli anni ’50 o ’60! Sorrise osservando il display.
<< Vania… Sei tornata in città? >> Lo sentii dire alla sua cara Vania, sorridendo come un cretino. Solo per conservare un briciolo di dignità non mi misi a piangere. Mi allontanai per gettare quel che restava del cono gelato nel cestino vicino.
<< Domani sera sarò all’inaugurazione di quella nuova tavola calda… Ci verrai? >> Le chiese. Raccolsi con il dorso della mano una lacrima infame. Quella serata l’avevamo organizzata da tempo decidendo di andare solo io e lui perché andiamo entrambi pazzi per gli hamburger! Come aveva potuto invitare quella gallina lobotomizzata?! Cercai di darmi un contegno. Non potevo farmi vedere così sconvolta. Riattaccò dopo averla salutata.
<< Era Vania! >> Annunciò felice come una pasqua, cancellando il momento di poco prima, come se fosse stato uno scarabocchio scritto con gessetto sulla lavagna.
<< Evviva! E’ un po’ tardi e domani mattina ricominci la scuola. >> Gli feci notare poco interessata alla grande notizia.
<< Che ti prende? >> Mi domandò. Che mi prende?!
<< Il gelato… mi è rimasto sullo stomaco. >> Mentii.
<< Ah… ecco perché lo hai buttato. >> Rispose.
Così la sera dopo la passò osservando la porta d’ingresso del locale, aspettando la sua gallina.
<< Vania, non Vanessa. >> Mi corresse. Oddio avevo sbagliato il suo nome! Sacrilegio! Alzai gli occhi al cielo. Mentre era distratto ad osservare la porta mi venne in mente un’idea. Appoggiai il naso nel mio dessert così un po’ di panna mi si appiccicò sopra. Lo so che è stupido ma speravo così di rievocargli ciò che non era successo la sera prima e di affrontare l’argomento… C’era stato quello sguardo, io lo sapevo!
<< Hai qualcosa sul naso. >> Mi disse, del tutto disinteressato, prima di estrarre il suo telefonino. Delusa, allungai la mano verso il porta salviette presente sul tavolo per poi rendermi conto che erano terminate. Bene! Mi alzai goffamente dalla sedia e andai a sbattere contro un altro avventore che reggeva il suo piatto con un grosso hamburger e una pinta di birra.
<< Attenta. >> Mi disse.
<< Cavolo, sono spiacente! >> Precisai. Per fortuna era dotato di prontezza di riflessi. Lui trattenne un risata e mi ricordati di avere il naso impiastricciato di panna. Cha figura di merda! Era pure un bel ragazzo, nonostante la chioma ribelle e gli occhiali. Mi coprii il naso con la mano.
<< Posso? >> Mi chiese, appoggiando piatto e birra sul nostro tavolo. Mi fornii una salvietta che gli avevano dato con l’ordine.
<< Grazie mille. Come avrai notato sono piuttosto goffa! >> Esclamai, cancellando la traccia della mia folle idea dal mio naso.
<< Perché non sai come mangio io l’hamburger. Ne vado matto ma divento un imbranato quando lo mangio! Comunque mi chiamo Arthur. >> Si presentò. Strinsi la sua mano.
<< Roberta, molto piacere. >>
<< Adesso vado, non vorrei rovinarti la serata con il tuo ragazzo. Buon proseguimento. >> Cercò di allontanarsi, afferrando le sue cose. “Non mi degna di uno sguardo, può essere il mio ragazzo?” stavo per rispondergli.
<< Non è il mio ragazzo, è mio cugino. >> Precisai, dicendo una mezza bugia. Si sarebbe dato una scossa vedendomi chiacchierare con un altro ragazzo sotto i suoi occhi? Ne dubitavo, visto che non sembrava neanche essersi accorto che era lì!
<< Tra l’altro sta aspettando la sua ragazza e non vorrei fare il terzo in comodo. >> Precisai, alzandomi.
<< Io ho conquistato l’ultimo tavolo libero all’esterno, se vuoi… >> M’invitò. Solo allora Lorenzo si accorse di cosa gli stava succedendo sotto il naso.
<< Ma dove vai? >> Mi chiese, mentre raccoglievo la borsa e la mia bibita, ignorando del tutto Arthur.
<< Fuori con Arthur. Ci vediamo dopo e torniamo insieme o ti riaccompagna Veronica? >> Gli chiesi, dato che avevamo raggiunto il ristorante con la mia auto.
<< Ci vediamo dopo. Vania mi ha appena massaggiato che ha la macchina rotta, l’accompagnerà qui suo padre. >>  Rispose. Gli sorrisi prima di seguire Arthur verso l’esterno.
 
Ho molti ricordi simili a questo che mi legano a Lorenzo. Scherzi della mia mente o verità? Per lo meno adesso che siamo fidanzati potrò scoprirlo! Purtroppo la compagnia aerea non ci ha assegnato posti vicino, da qui posso solo scorgere il suo profilo. Sarà un viaggio tranquillo e monotono visto che, fortunatamente, quei due cretini di Daniele e di sua moglie sono seduti dalla parte opposta del settore!
 
 
 
[Isabella]
Accarezzo delicatamente la zona violacea e giallastra sulla sua mascella, prestando attenzione a non svegliarlo. Massimiliano in sette anni di relazione non ha mai alzato me mani per difendermi, ciò vale a dire che è davvero innamorato di Giulia e sono felice che sia riuscito a rifarsi una vita innamorandosi di nuovo tanto rapidamente. La sera in cui gli ho detto di essermi fidanzata con un altro ragazzo mi sono sentita molto in colpa per averlo illuso. Mi stendo prona e fisso il soffitto bianco. A quest’ora Camilla e David dovrebbero essere atterrati da un pezzo. Come mai David non mi chiama? Magari non ha ancora parlato con Giulio? L’uomo che amo mugugna e cambia posizione stendendosi su un lato con il viso rivolto verso di me. Un mese fa, quando l’ho conosciuto, pensavo di me stessa che ero solo una sciocca: come potevo sperare che un ragazzo bello come lui, con una fidanzata di buona famiglia che potrebbe benissimo concorrere per il ruolo di Miss Colombia, potesse guardarmi senza trovarmi ridicola e orribile? Invece fin da subito si è dimostrato gentile con me, tanto da difendermi il primo giorno di lavoro litigando con la sua fidanzata. E a distanza di un mese sono qui con lui: dividiamo la stessa casa, il letto, litighiamo per il telecomando, prepariamo insieme la cena, facciamo la spesa insieme, facciamo la doccia insieme… Dividiamo la vita! E presto andremo a vivere in una casa nostra al cento per cento. Mi sorride quando apre gli occhi per una frazione di secondo.
<< Buongiorno amore mio. >> Mi augura.
<< Buongiorno anche te amore mio. Non ti volevo svegliare. >> Mi giustifico. Si solleva per mettersi seduto prima di catturare le mie labbra nel bacio del buongiorno.
<< Vabbè che è Domenica, ma non mi sembra il caso di dormire fino a mezzo giorno. Tu piuttosto cosa fai sveglia? Non hai dormito? >> Mi domanda apprensivo.
<< Sì, ho dormito bene. Mi sono semplicemente svegliata e non sono stata più in grado di prendere sonno. Pensavo a David… Se sa tutto quanto come mai non mi ha fatto nemmeno una telefonata? Pensavo a Daniele… E anche a Giulia, a dirti il vero. Vorrei assicurarmi sul suo stato. >> Confesso. Poggia la testa al pugno e mi guarda come se fossi un quadro. Lo fa spesso e credo che non smetterò mai di sentirmi in imbarazzo quando fa così.
<< P-perché mi guardi così? >> Domando.
<< A volte penso che tu venga da un altro mondo. Giulia ti ha offesa e umiliata, senza contare che è nella lista delle mie ex amanti, eppure sei qui che ti preoccupi per lei. >> Osserva.
<< Non la posso odiare, visto che è mia sorella. Oltretutto potrebbe essere incinta ed è la fidanzata di Massimiliano, per cui provo ancora l’affetto di un’amica, non la posso odiare. Non ci riesco, nonostante le motivazioni che hai elencato! Aggiungici anche che la Giulia che ci ha descritto Massimiliano ieri non è la stessa Giulia che mi ha denigrata in Ecomoda o con cui Silvia ed io abbiamo litigato nel camerino di quella botique. >> Preciso. Diego si protende verso di me e mi bacia posando la mano sulla mia nuca.
<< Ti amo, piccola mia! E questa tua dolcezza ad avermi reso pazzo di te! A volte sembri una bambina… Mi dimentico che hai la mia stessa età. Gli adulti sanno essere spietati e possono dimenticare valori come il rispetto o l’importanza per i sentimenti, come accade a me… Ma tu non lo fai! Lo so, è contorto come ragionamento. Non so come spiegarlo! >>  Sproloquia. Lui non è spietato! Aggrotto le sopracciglia.
<< Tu non sei perfido e irrispettoso! >> Obbietto.
<< Ti sei dimenticata che ho tradito in passato? Che ho proposto a Paola il matrimonio, che alla festa di fidanzamento l’ho tradita per poi lasciarla dopo due settimane dalla proposta? Sì, io sono come la maggior parte delle persone. Talvolta mi perdo, mi faccio trascinare dall’orgoglio e servono le cannonate per spingermi a chiedere scusa dopo un errore. Tu invece sei tutto l’opposto. Non sai cosa siano il rancore e la rabbia! >> Esclama. Sembra che io sia la Madonna!
<< E tu ti sei dimenticato che ho piantato in asso Massimiliano dal giorno alla notte, che ho preso un aereo per volare dall’altra parte del globo, il tutto dopo la proposta di matrimonio che ogni ragazza sognerebbe? >> Gli domando. Nemmeno io sono uno stinco di santo.
<< Non conta! Eri sconvolta per la morte di tua nonna, anzi di tua mamma visto che per te ricopriva tale ruolo, inoltre se non ti sentivi pronta per quel passo hai fatto bene a rispondere negativamente a quella proposta. Io stavo per legarmi a lei per… abitudine! >> Ricorda. Accarezzo la sua guancia.
<< Io non sono perfetta come dici e tu non ti devi dipingere come un mostro.  Hai commesso uno sbaglio e, cosa importante, lo hai ammesso prima che fosse troppo tardi. >> Cerco di fargli notare.
<< Per me lo sei. Sei perfetta! Sono molto fortunato e spesso penso di non meritare tutto questo! >> Esclama. Stavolta sono io a catturare le sue labbra poiché non voglio sentire queste sciocchezze!
<< Ma cosa fai?! >> Strillo quando, improvvisamente, mi prende in braccio e mi porta verso il bagno.
<< Valencia, te l’ho già spiegato che non amo gli sprechi! >> Esclama, posandomi in piedi nella vasca da bagno. Lui entra e chiude il box. Resto immobile e lo guardo visto il cognome con cui mi ha chiamata!
<< Scusa, ma mi fa orrore chiamarti con il cognome che porti all’anagrafe. Ti da fastidio? >> Mi domanda.
<< No… In effetti fa orrore anche a me portare quel cognome… Ma “Valencia” non è il mio cognome… >> Commento ancora interdetta.
<< Perciò sei senza cognome? >> Mi domanda.
<< A quanto pare. >> Osservo. Mi manca il fiato quando dalla tasca laterale dei pantaloni di tutta che indossa per dormire estrae un astuccio di gioielleria. Gli occhi mi si riempiono di lacrime.
<< L’ho comprato qualche giorno fa, approfittandone mentre eri il libreria a cercare quel bestseller che desideri, ma non sapevo quando dartelo! >> Mi spiega, aprendo lentamente la confezione. Nella scatoletta ci sono due anelli, uno maschile ed uno femminile. Ok, non è un solitario, e questa constatazione mi permette di rilassare i polmoni per espellere l’aria che vi si era accumulata. Dopo quel discorso sulle tappe da seguire, avrei pensato ad una botta in testa se mi avesse chiesto di sposarlo così presto. Proposta alla quale avrei detto di sì, ad ogni modo! Sorrido mentre le lacrime che si erano accumulate attorno ai miei occhi sgorgano da essi bagnandomi le guance. Diego estrae l’anello femminile dal suo alloggiamento quindi mi passa la confezione affinché io faccia la stessa cosa con l’anello maschile. Posa l’astuccio sul ripiano di marmo del doppio lavabo e afferra dolcemente la mia mano destra.
<< Visto che è ancora troppo presto per chiamarti “Valencia”, posso chiamarti “Mendoza”? >> Mi domanda. Io annuisco.
<< Isabella Mendoza, prometto di esserti fedele sempre (per quanto poco attendibile io possa essere), di amarti e di onorarti ogni singolo giorno delle nostre vite, durante i quali condivideremo gioie e anche dolori. Ti amo Isa, e prometto di amarti per sempre! E non lo prometto al prete o a Dio o a chi che sia, ma a te! Alla ragione della mia vita, alla persona migliore che io conosca! Alla luce dei miei occhi. >> Interviene prima di infilare l’elegante anellino al mio anulare destro. Anche i suoi occhi si sono inumiditi.
<< Adesso tocca a te! >> Esclama sorridendo. Le parole escono rauche dalla mia bocca e sono costretta a tossire per poi ricominciare.
<< Ti avviso che il mio cervello è completamente annebbiato… Perciò mi scuso anticipatamente se il mio discorso non sarà degno del tuo! Diego, mi sorprendi ogni giorno che passi al mio fianco. Quando ti ho visto per la prima volta sono rimasta abbagliata dal tuo fascino, durante il primo giorno di lavoro ho capito essermi innamorata di te a prima vista e ha contributo anche il fatto che tu fossi tanto gentile e curioso nei miei confronti. Quello stesso giorno ho visto un altro lato di te quando ho capito che tradivi la tua ragazza ma l’interesse che sembravi dimostrare verso di me mi ha confuso le idee. Per ciò nel periodo seguente ho tentato di scappare da te. Senza sapere che avrei commesso il più terribile sbaglio della mia vita! Tu non sei più quella persona, non voglio che pensi di non essere degno di me. Tu sei tutte quelle cose che io non credevo avrei mai provato in vita mia: il brivido lungo la schiena che accompagna ogni contatto fisico, il batticuore che mi toglie il fiato ogni volta che mi guardi, la risata che nasce spontanea ad ogni battuta o quando mi torturi con il solletico. Con te tutto acquista valore! Anche l’atto di fare la spesa per me è elettrizzante perché significa che siamo una coppia! Ti amo Diego, nella mia vita sei essenziale come l’aria che respiro. Prometto solennemente dinnanzi a quello che ancora per poco sarà il nostro bagno di amarti ed onorarti in ogni singolo istante per tutto il resto della nostra vita! >> Esclamo, di tanto in tanto fermandomi per non scoppiare a piangere. Con le mani che tremano infilo l’anello al suo anulare destro.
<< Come hai detto prima? Che il tuo discorso non sarebbe stato all’altezza del mio? Lo vedi che ho ragione: sei unica! Sei speciale! >> Esclama prima di sollevarmi da terra. Ci baciamo. Quando sento la superficie della vasca da bagno sotto i miei piedi nudi lui mi solleva la t-shirt per poi togliermela. Rimango con la parte superiore del corpo completamente nuda e lui inizia a vezzeggiare il mio seno con baci e carezze. Mi lascio sfuggire un gemito, cosa che fa anche lui mentre con lentezza spingo verso il basso i pantaloni di tuta e i suoi boxer. Solleva il capo e riprende a baciarmi mentre completa il lavoro da me iniziato, disfacendosi dei suoi vestiti. Avverto il suo sesso premere contro il mio inguine. Lui mi spinge contro la parete, solleva il miscelatore e una casata di acqua gelata che fuoriesce dal rosone a soffitto ci travolge.
<< Ma che cazzo…! >> Esclama lui.
<< SPEGNILA, TI PREGO! >> Strillo. Lui ubbidisce e chiude l’acqua. Ci guardiamo per poi scoppiare a ridere.
<< Ma che diavolo! C’è una terza persona che vive con noi e non lo sappiamo? Chi ha finito l’acqua calda?! >> Si lamenta Diego mentre io non smetto di ridere.
<< Mendoza, sei un po’ troppo irruento! Qualche volta una bella doccia gelata non fa male! >> Esclamo. Lui mi intrappola contro la parete.
<< Non mi sembra che la mia irruenza ti dispiaccia, signora Mendoza! >> Esclama suadente a pochi centimetri dalle mie labbra per poi catturarle in un bacio alla francese. Ci separiamo quando sentiamo un colpo di tosse. Attraverso la parete opaca del box doccia vediamo una sagoma per metà affacciata alla porta del bagno. Diego si volta rivolgendo le spalle alla porta mentre io mi copro il petto con le braccia. Per fortuna c’è poco da coprire.
<< Scusate… Camilla era piuttosto sconvolta perciò ci aspetta in salotto… Non volevamo disturbarvi! >> Esclama David. Oddio… che figura!
<< David?! Di grazia, cosa diavolo ci fate qui? E soprattutto come diavolo siete entrati!? >> Domanda alterato Diego.
<< Abbiamo provato a chiamarvi, ma c’era la segreteria. >> Si giustifica.
<< I cellulari durante le ore notturne e quando vogliamo farci i cazzi nostri gli spengiamo, visto che di recente veniamo sempre interrotti mentre stiamo per… hai capito, no?! >> Esclama Diego. Sono rosso porpora in viso.
<< Ma a quanto vedo non serve a molto…. Adesso venite a disturbarci a domicilio! >> Esclama il mio fidanzato.
<< Vi chiedo ancora scusa. Hanno tolto la luce del palazzo (adesso sai perché manca l’acqua calda), di conseguenza il citofono non funzionava, così il portinaio ci ha dato il passepartout per entrare. Non credevamo di trovarvi… Insomma… >> Spiega David concludendo la frase con un colpo di tosse.
<< Bene, grazie per l’accurata cronaca. Se ci fai il favore di chiudere la porta e raggiungere mia sorella noi vorremmo rivestirci! >> Esclama Diego.
<< Certo. Scusate. >> Si scusa David prima di chiudere la porta del bagno. Scoppiamo a ridere dopo esserci scambiati uno sguardo.
<< Non ci posso credere! >> Chiosa Diego.
 
 
 
[David]
Oh mio Dio. Stavo meglio prima di sorprendere mia sorella e mio cognato in atteggiamenti tanto intimi! Quando raggiungo Camilla in soggiorno mi basta incrociare il suo sguardo per scoppiare a ridere, seguito a ruota da lei.
<< Vorrei un sacco da mettermi in testa! Ti rendi conto che ho visto mio fratello con il suo… Mio Dio! Per fortuna c’era il vetro opaco del box! >> Esclama la mia ragazza.
<< Non mi ci far pensare… Certo anche noi affacciarsi nelle stanze in quel modo! >> Esclamo.
<< Noi pensavamo fossero ancora a letto, cosa possiamo farci se il bagno è proprio lì di fronte? Oltretutto le porte erano aperte chi poteva pensare che… >>  Osserva Camilla.
<< Visto che siamo in casa da soli, anzi supponendo di essere in casa da soli, mi sento libero di tenere le porte aperte mentre facciamo l’amore o la doccia. Se la cosa vi urta potete bussare! Oppure potevate attendere nel soggiorno come fanno le persone normali! >> Si redarguisce mio cognato entrando in soggiorno. Isabella è porpora in viso.
<< Fratellino… ti chiedo scusa! Scusa Isa. E’ casa di mio fratello, non del papa! Per ciò… >> Interviene Camilla.
<< Perciò ti senti libera di comportarti come meglio credi? Ti informo che la nostra prossima dimora sarà una villetta, non ci sarà nessun portinaio a fornirti le chiavi. Ti arrampicherai sulla grondaia per raggiungere il poggiolo? >> Domanda Diego.
<< Dai… Ho chiesto scusa! Mi dispiace! >> Esclama Camilla con le labbra ancora tirate in un sorriso divertito. Mi sto sforzando per trattenere una risata! Camilla che si arrampica sulla grondaia a mo di Spiderman… Che ridere!
<< Comunque, a cosa dobbiamo questa bella improvvisata? >> Ci domanda Diego con sarcasmo.
<< Non lo immagini? >> Gli domanda Camilla. Mi schiarisco la gola dopo aver lanciato uno sguardo ad Isabella, sguardo che viene ricambiato.
<< Ho parlato con Giulio stamane, mi ha raccontato del vostro incontro e so che ti ha rivelato che io lo sapevo già. Volevo essere io a venire da te ma lui non ne tace mai una! >> Esordisco.
<< Dopo aver scoperto che tu ne eri già a conoscenza ho anche compreso meglio lo strano interesse che hai dimostrato per me negli ultimi giorni. >> Commenta Isa.
<< Stavo per evirarti. Hai corso un bel rischio cognatino! >> Esclama Diego. Sorrido. Diego ha davvero perso la testa per Isabella e si vede. Da fidanzato mega geloso capisco il suo commento!
<< Non mi sarei mai permesso di mettere gli occhi addosso alla tua Isabella, in ogni caso. Visto che considerando che sono già felicemente fidanzato! >> Preciso, cingendo il fianco di Camilla e attirandola a me.
<< Com’è andata la vostra vacanza? >> Ci domanda Isabella. La mia amata ed io ci scambiamo uno sguardo e ci sorridiamo. Abbiamo fatto l’amore praticamente ovunque… in albergo in ogni angolo della stanza, sotto coperta sulla piccola imbarcazione che abbiamo noleggiato, in spiaggia di notte…
<< E’ andata bene! >> Rispondiamo coralmente con troppa enfasi. Isabella e Diego si scambiano uno sguardo.
<< Bene. >> Chiosano coralmente.
<< Vi consigliamo l’albergo dove siamo stati, semmai vorrete concedervi un romantico week end. >> Interviene la mia amata.
<< Al contrario non vi consiglio il club nautico presso cui abbiamo noleggiato un piccolo yatch… Il personale è piuttosto indiscreto! >> Aggiungo. Cami alza gli occhi al cielo.
<< Per quanto andrai avanti con questa storia? >> Mi domanda.
<< Finché avrò le mie facoltà mentali intatte! >> Esclamo prima di catturare le sue labbra in un casto bacio.
<< Comunque, cosa ne dite di un brunch già che siete qua? Oppure ci vediamo per cena? >> Propone Diego.
<< Per cena no. Questa sera sono ufficialmente invitata a casa Valencia per una cena in pompa magna con tutta la famiglia e fidanzati vari al seguito. >> Precisa Camilla.
<< Hai ragione, Silvia ce lo aveva raccontato. >> Si ricorda Diego.
<< Perché non stiamo qui? Preparo delle crepes al volo. >> Afferma Isabella.
<< Adoro le tue crespelle. E come le faresti? >> Le domanda Diego.
<< Ai formaggi vanno bene per tutti? >> Domanda Isabella.
<< Io mangio di tutto, tranne le melanzane! >> Esclamo.
<< Confermo. Quando torniamo a casa non mi da nemmeno il tempo di preparare la cena che lo vedo aprire tutte le dispense. Prima affonda in cucchiaio nella nutella, poi apre il frigo e svuota la confezione di prosciutto cotto. Io devo ragionare nel pomeriggio mentre lavoro su cosa preparare in modo da mettermi subito all’opera appena arrivo a casa, prima che svuoti la dispensa. Cose che neanche una donna incinta! >> Mi prende in giro Camilla.
<< Sarà l’aria dell’Ecomoda… Tuo fratello si comporta più o meno allo stesso modo. >> Aggiunge Isabella.
<< Cosa? Ma quando mai? Io ti do una mano ai fornelli! >> Si lamenta Diego.
<< Sì, tra uno stuzzichino e l’altro! >> Rincara la dose Isabella beccandosi una dose di solletico. Ride mentre Diego continua a tormentarla. Sono stupendi insieme!
 
 
 
[Lorenzo]
Sorrido mentre scorro la galleria delle foto che abbiamo scattato a Miami.  Eppure i segnali ce n’erano stati tanti in tutti questi anni. Avrei dovuto capire che per me provava qualcosa di più e che pure lei non mi era del tutto indifferente, visto lo strano interesse morboso che provavo quando conosceva un nuovo ragazzo! Sfido che lei abbia scambiato le mie stranezze per gelosia. Come quella sera…
 
Niente, di Vania nessuna traccia per tutta la sera. Speravo che sarebbe venuta! Insomma… solo un bacio. Prima di partire con la sua famiglia per le Hawaii ci avevo rimediato un misero bacio! Ed ora faceva pure la preziosa. Ma che aveva da fare di tanto importante quella sera? Avevo anche dovuto mentire a Roby sulla storia della macchina, per non rischiare che andasse via con quel Arnold lasciandomi a piedi. Che poi, è il modo di piantarmi lì da solo per cenare con un tizio conosciuto da 2 minuti? Mha! Mi accorsi poi che aveva dimenticato ciò che restava del suo dessert. La mia mente tornò a ciò che era successo la sera prima. Sì, ci avevo pensato per tutta la notte. Come poteva venirmi un’idea tanto folle? Baciarla? Lei, che era sempre stata per me come una cugina, la mia migliore amica, lei per cui provavo un affetto che poteva essere paragonato a quello per Camilla. Per fortuna il cellulare era squillato a mi aveva riportato alla realtà o mi sarei pentito del gesto che stavo per compiere. Che follia!
Stanco di aspettare, decisi di uscire dal locale, magari potevo raggiungere la sua auto e aspettarla lì. Giunto fuori mi accesi una sigaretta e l’occhio mi cadde subito su di lei in compagnia di quel tipo. Era una mia impressione o si stava divertendo troppo insieme a lui? La osservai ridere e provai una strana sensazione. “Lorenzo, ma cos’hai 5 anni? Può benissimo avere altri amici maschi oltre a te e ridere a crepapelle anche con loro”, pensai. Invece non era semplice fastidio perché non ero l’unico a farla ridere… Quella era gelosia, adesso lo so!
Passai l’ora successiva seduto sul marciapiede, nascosto dalla sua auto. Per terra vicino a me si era formata una montagnola di mozziconi e il mio cellulare si era scaricato a forza di giocare a Mortal Combat per ingannare il tempo. Non me la sentii di pressarla e rovinarle la serata. Tesi l’orecchio quando sentii le loro voci.
<< Ho passato una bella serata. >> Gli disse lei.
<< E ne passeremo tante altre a partire da questo autunno. Non posso credere che frequenteremo la tessa università! E’ una coincidenza pazzesca. >> Rispose lui. Perciò i due si sarebbero rivisti ogni giorno. Stritolai la sigaretta che reggevo tra le dita.
<< Nel frattempo hai il mio numero, se ti va di chiamarmi! >> L’invitò lui.
<< Ti chiamerò e andremo fuori a cena, sempre se ti và! >> Replicò lui.
<< Allora a presto. Cerco mio cugino e torno a casa. Ciao. >> Lo salutò. Mi aveva apostrofato come cugino, perciò non si era fatte strane idee dopo il bacio mancato della sera prima. Meno male.
<< Ciao Roberta. >> La salutò lui. Sentii dei passi, probabilmente quelli di Arnold che si allontanava.
<< Spento… e adesso dove vado a cercarlo? Magari è andato via con Viviette? Poteva almeno avvertirmi! >> La sentii protestare sbagliando ancora il nome di Vania.
<< Vania… si chiama Vania. >> La corressi, alzandomi. Trasalì portandosi una mano al petto.
<< Che spavento! Ma dov’eri? >> Mi domandò.
<< Qui seduto che ti aspettavo. Il cellulare mi si è scaricato giocando a Mortal Combat. >> Raccontai.
<< Potevi chiamarmi, ti avrei dato le chiavi della mia auto. >> Mi appuntò.
<< E poi tu come tornavi a casa? >> Le chiesi. Non l’avrei lasciata andare via con pinco pallino.
<< Avrei chiesto un passaggio ad Arthur. >> Mi fece notare. Appunto!
<< Lo hai conosciuto stasera, non ti avrei lasciata tornare a casa con uno appena conosciuto. Magari è un maniaco? >> Ipotizzai.
<< No, non credo. E’ simpatico e divertente… Pensa che andremo allo stesso college! >> Mi fece notare tutta gasata, come se poco fa avessi avuto i tappi di cera nelle orecchie.
<< Non posso credere che da Ottobre resterò senza la mia migliore amica… che partirai per Medellin! Chi mi salverà da commettere qualche figura di merda colossale da ubriaco? E chi salverà te che reggi a stendo l’alcol? >> Le chiesi. Divenne seria e il secondo dopo mi allacciò le braccia al collo. Ricambiai l’abbraccio. La sentii singhiozzare.
<< Medellin non è in capo al mondo. >> Mi ricordò con voce interrotta dal pianto.
<< E allora perché fai così? >> Le chiesi.
<< Perché mi dispiacerà non vederti più ogni santo giorno! >> Esclamò. Anche a me, pensai.
 
Come ho potuto non rendermene conto prima che è la donna della mia vita? Adesso lo so, e non la darò più per scontata. Adesso i miei due cervelli e il mio cuore sono pazzi della stessa donna, mentre prima erano tre entità separate ed io ascoltavo solo quello dentro i miei boxer!
 
 
 
[Silvia]
<< Davvero? Sei andato da quella donna? Cosa le hai detto? E lei come ha reagito? >> Domando al mio ragazzo come un fiume in piena. E’ bello sapere che ha accettato Isabella così velocemente e che non è rimasto indifferente alla sua storia!
<< Ha ripetuto “mi dispiace” come un disco incantato e mi ha detto di non aver mai detto a mio padre di essere rimasta incinta perché lo reputava un mostro… Invece il mostro lo aveva sposato lei! Bella merda! >> Commenta, alla fine del suo resoconto. Regge in mano una camicia bianca ed una grigia, alla fine opta per quella bianca. Si siede accanto a me sul letto quindi si allaccia le scarpe.
<< Io continuo a pensare a quel periodo… Non posso credere di non essermi accorta di nulla… >> Se ci ripenso mi viene un nervoso…!
<< Stella, eri una bambina. Cos’avresti potuto fare? >> Mi domanda, mentre gli sistemo il colletto della camicia.
<< Magari dire ai miei genitori che ho visto dei lividi suo corpo… Ma non ho mai notato niente… Juan sapeva come fare! >> Esclamo. Giulio mi ruba un bacio.
<< Ed io cosa dovrei dire? Ho vissuto parte della mia vita allo scuro di avere due sorellastre… E che una di loro era vittima di violenze domestiche… Io… Io vorrei spaccare tutto, ti giuro! >> Esclama alterandosi. Trae un sospiro.
<< Chissà tuo padre come reagirà. Farà a fettine quella donna quando saprà che ha sottoposto sua figlia a tutte quelle sofferenze… >> Rifletto.
<< Se mio padre vorrà ucciderla potrei anche decidere di dargli una mano! >> Esclama. Speriamo non si arrivi a tanto.
 
 
 
[Paola]
Sorrido osservando il panorama, ho l’impressione di aver lasciato i pensieri a casa, mi succede quando sono con lui. Visto il mio umore di questa mattina non pensavo che avrei sorriso oggi invece questa sua sorpresa mi ha fatto proprio piacere. Mi si avvicina mentre la funivia ci porta su sul Monserrate,  sorrido quando cinge il mio fianco e mi posa un bacio sulla guancia.
<< Passato il mal di testa? Mi sei sembrata terribilmente di cattivo umore quando ti sono venuto a prendere. >> Osserva.  Mi sento combattuta… Gli ho promesso di gettarmi quella storia alle spalle ma gli ho anche chiesto di dirci tutto, e adesso tengo per me il motivo del mio malumore? Mi mordo il labbro inferiore.
<< Ieri è venuta Giulia a casa mia. Ha confessato di essere stata l’amante di Diego. >> Confesso.
<< Oh. Capisco come mai tu fossi di così cattivo umore! Come mai ha preso questa decisione? Tu come hai reagito? >> Mi domanda. Non sembra arrabbiato del fatto che ne stiamo parlando. Nel frattempo la funivia arriva in cima, scendiamo e vediamo subito un bel posticino dove stendere la tovaglia da pic nic e rilassarci.
<< Non lo so. Io sono stata… un’arpia! Ho sentito la rabbia impossessarsi delle mie facoltà psico fisiche. Poi è arrivato suo fratello Giulio, una tizia che se ho ben capito è la sua nuova ragazza e un loro amico e se la sono portata via. Giulio Valencia mi ha detto che il male di Giulia me lo sono cercato perché sono una persona orribile e che non devo neanche permettermi di nominare Isabella, che poi cosa c’entrava quella lì in quel momento non lo so! Capisci, loro mi tradiscono ed io sarei una persona orribile? >> Gli domando. Purtroppo mi sto concitando, ma non riesco ad evitarlo quando affronto questo argomento.
<< Magari Giulio voleva dire che la verità sta sempre nel mezzo. Scusa se mi permetto, ma per essere stata lasciata avrai fatto qualcosa di male, no? >> Azzarda. Una domanda del genere da altri mi avrebbe fatto uscire dai gangheri ma con lui non riesco ad arrabbiarmi. So che sta solo cercando di aiutarmi. Rifletto circa la sua affermazione.
 
 
Mi spruzzai ancora un po’ di lacca sulla mia acconciatura prima di uscire dal bagno ancora in accappatoio. Quando uscii aggrottai le sopracciglia vedendo Diego ancora in tuta, che leggeva uno di quei dannati libri polverosi da cui detestava staccarsi.
<< Amore! >> Esclamai.
<< Solo un secondo, ho quasi terminato il capitolo. >> Rispose senza nemmeno degnarmi di uno sguardo. Afferrai quel coso chiudendolo e lo appoggiai con poca grazia sul comodino.
<< Che diavolo fai? Ti sembra il modo? Così facendo ho perso il segno. Potevi aspettare due minuti. >> Mi redarguì. Incrociai le braccia al petto e mi accarezzai l’interno della guancia con la lingua, indignata.
<< Te ne sei dimenticato, non è vero? Bhe, certo! Quando devi uscire con tuo fratello o il vostro amico, quel rincoglionito di Gonzalo, sei pronto di tutto punto mezz’ora prima di uscire ma se devi andare da qualche parte con me bisogna lavarti e vestirti come se fossi un bimbo! >> Lo redarguì. Lui appoggiò la testa al guanciale e chiuse gli occhi.
<< No, non dirmi. Un altro cocktail? >> Mi chiese incredulo.
<< Non è un cocktail qualsiasi! E’ il cocktail di Natale a casa dei Marquez, i soci di maggioranza del club. I soci di maggioranza! Non andarci è un suicidio sociale! >> Esclamai. Ma era impazzito? Snobbare i Marquez è come scavarsi la fossa da soli.
<< Vorrà dire che non tengo alla mia vita? Ti prego… Ho lavorato tutta oggi, tutta la settimana, e mi hai già portato a 5 diversi cocktail di Natale… Quante volte ancora dovrò ripetere “Buon Natale” prima della settimana prossima? E’ assurdo. Esistono i telefoni e le e-mail… Manderò un messaggio a Vasco Marquez pregandolo di fare gli auguri alla sua famiglia. >> Mi venne quasi un infarto. Un misero sms per fare gli auguri di Natale ai Marquez, dopo che erano stati tanto gentili da aprirci le porte di casa loro?
<< Ma se tu vuoi andare non mi offendo se mi lasci solo. >> Aggiunse.
<< Ma certo! TANTO SARO’ IO A DOVER SPIEGARE AI MARQUEZ CHE IL MIO RAGAZZO HA TIRATO LORO IL PACCO PERCHE’ E’ TROPPO PIGRO! SARA’ A ME CHE FARANNO MILLE DOMANDE… Non pensi alla figura che farò? No, certo che non ci pensi! Io per te non sono nulla! >> Urlai prima di abbandonare la camera da letto sbattendo la porta. Rientrai nel bagno e osservai il vestito ancora avvolto nel copri vestito di plastica. Cosa ne avrei fatto? Mi ritrassi quando lo avvertii abbracciarmi da dietro.
<< Non ti volevo far arrabbiare. Ma sono davvero stanco… >> Ribadì.
<< A partire dalla settimana prossima sarai in ferie potrai dormire fino a mezzo giorno. Ti costa davvero così tanto fare un sacrificio? >> Insistetti. Trasse un respiro profondo.
<< Metto il completo chiaro, ok? >> Mi chiese. Sorrisi.
<< Con la cravatta rossa. >> Gli ordinai dopo aver posato un bacio sulle sue labbra. Aprii la lampo del copri abito.
<< E quello? >> Mi chiese.
<< L’ho comprato oggi. L’ho messo sul tuo conto, non ti dispiace vero? Ho superato il limite della mia carta per fare i regali di Natale! >> Gli spiegai.
 
 
<<  Vuoi crudo e zucchine o pancetta e melanzane? >> Mi chiede, riportandomi alla realtà. Mi siedo accanto a lui sulla tovaglia.
<< Il primo che hai detto. >> Rispondo. Lui toglie la stagnola al panino e me lo passa. Mi da fastidio rendermi conto che con lui non mi sono comportata bene…. Magari Isabella è più attenta a quello che vuole e a quello che pensa e per questo lui ha scelto lei.
 
 
 
 
[Diego]
<< Ti piacciono? >> Domanda mia sorella al suo ragazzo il quale sta mangiando voracemente. Lui annuisce con il capo avendo la bocca piena.
<< La mia fragolina è un’ottima cuoca. Sarò ingrassato di 10 chili da quando la conosco! >> Esclamo. Sa come prendermi per la gola!
<< Papà e mamma si arrabbieranno quando la poltrona della presidenza, lì da anni ed anni, crollerà sotto il tuo peso! >> Mi prende in giro mia sorella.
<< Perciò vorreste invitare vostro padre a pranzo domani? Così presto? >> Riprende il discorso che avevamo iniziato Isabella.
<< Sì. Prima o dopo che differenza fa? Meglio toglierci il pensiero. E poi non posso tenere per questo segreto! I miei mi chiesero di non raccontare a nessuno di Roberta ed è stato un supplizio tacere questo segreto con i miei fratelli. >> Racconta David.
<< So che sarai spaventata visto che la reazione di mio suocero può essere imprevedibile… per non parlare di quella di Giulia! La principessa sul pisello darà di matto! >> Interviene mia sorella. Isabella ed io ci scambiamo uno sguardo eloquente.
<< Magari Giulia ci sorprenderà invece? >> Azzardo come ipotesi. Non sarò io a dire a David che sua sorella è incinta, ma visto che ieri ha finalmente dimostrato di essere una persona non mi sembra giusto che si continui a parlare male di lei. Camilla aggrotta le sopracciglia.
<< Cognatina, hai avvelenato la sua porzione? Sai, te lo chiedo vista la sciocchezza che ha appena detto! Hai ripreso a farti le canne fratellino? >> Mi domanda Camilla.
<< Ti facevi le canne? >> Mi chiedono coralmente mio cognato e la mia ragazza.
<< E’ successo poche volte, al college! No, nessuna droga. Le persone possono cambiare, no? Io sono cambiato! >> Esclamo.
<< Adesso inizio a preoccuparmi sul serio! >> Esclama Camilla allarmata.
<< Ieri Giulia è andata a casa di Paola e le ha confessato le nostre scappatelle. Giulia dice che volere cambiare, per amore di Massimiliano. >> Racconto. Camilla si strozza con la coca cola mentre David mi guarda come un pesce lesso. Questa mia rivelazione li ha spiazzati.
<< Ed è ancora viva mia sorella? >> Mi chiede David. Annuisco.
<< Ero con Massimiliano ieri e quando ha ricevuto la notizia mi ha colpito. >> Racconto.
<< Mi stavo appunto chiedendo chi ti avesse lasciato quel ricordino. Bhe, pare che gli unici che hanno avuto un week end tranquillo siamo stati noi! >> Interviene Camilla guardando il suo ragazzo.
<< A cosa ti riferisci? >> Le chiedo.
<< Lorenzo negli ultimi giorni ha incontrato ben due ex di Roberta e con uno di loro, Andres, ci ha pure fatto a botte. Anche lui con il volto turgido… gemelli nel vero senso del termine! >> Esclama mia sorella. Come minimo gli sarà venuto un travaso di bile com’è successo a me quando è arrivato Massimiliano!
 
 
 
 
[Lorenzo]
<< Tieni, amore. >> L’aiuto, alzando il suo trolley dal nastro per poi afferrare anche il mio.
<< Grazie amore. >> Risponde. Ci dirigiamo verso l’uscita e disgraziatamente incontriamo Daniele e la vistata che ha deciso di sposare!
<< Ragazzi, com’è andato il viaggio? >> Ci domanda Michael.
<< Tranquillo… visto che certe persone erano a debita distanza! >> Esclama Roberta, cogliendo l’occasione di denigrare Patrizia e Daniele.
<< Amore, sto morendo di sete. Ti va un’aranciata? >> Propongo alla mia ragazza la quale accetta. Ci avviamo tutti al bar.
<< L’invito era riservato alla mia dolce metà e, al limite, a vostro figlio! >> Preciso verso il vampiro e a alla gallina che lo accompagna.
<< Questo bar è un luogo pubblico, posso avvicinarmi e prendere un caffè senza il tuo permesso. >> Mi risponde indietro il vampiro. Sto per replicare ma m’interrompo quando il tizio al bancone si volta e travolge la mia fidanzata. Il bicchiere di caffè che regge in mano per poco non cade addosso a Roberta. Che stesse più attento, no?!
<< No… non ci credo! >> Esclama Roberta sorridendo e spalancando la bocca. Il tale le sorride e posa il suo caffè. No, ditemi che è un incubo!
<< Arthur! >> Esclama a mo di saluto la mia ragazza, allacciandogli le braccia al collo. E che cazzo! Ma cos’è, una congiura?! Una punizione perché in passato non sono stato capace di dare il posto che meritava nella mia vita?!
<< Che bella coincidenza! Non ci vediamo…. >> Sta per ricordare lui. Non nascondo una smorfia di orrore.
<< Dalla festa a casa di Cordelia, dopo la cerimonia di laurea. Tu come stai? >> Gli domanda lei, concludendo la sua frase. Ho il volta stomaco!
<< Bene, sono a Bogotà per affari,anzi devo raggiungere il mio capo con i nostri caffè. >> Ecco va, che si levi dalle palle!
<< Tu? Viaggio di piacere o di lavoro? >> Aggiunge poi.
<< Piacere. Parte della mia famiglia vive a Miami e sono andata a trovarli. Mia sorella Olga aspetta un bimbo, sai? >> Gli annuncia. Cosa cazzo gliene frega?
<< La piccola Olga? Congratulazioni zietta! >> Esclama lui.
<< Piccola non proprio…. Oggi giorno ha 18 anni, quasi 19! >> Precisa Roberta.
<< Ma di cosa ti occupi? >> Le domanda Roberta. Cosa gliene frega? Devono confidarsi vita, morte e miracoli proprio davanti a me?
<< Di televisione… diciamo! Sono assistente di un prestigioso costumista. >> Racconta. Buon per lui! Detto ciò che torni da dove è venuto! Stanco di stare nell’angolo emetto un colpo di tosse. Il Vampiro torna verso di noi con il suo caffè.
<< E’ un tuo amico? >> Le domanda Daniele.
<< A te cosa frega? Arthur, ti presento Daniele Valencia e sua moglie Patrizia, uno dei loro figli e il mio fratellastro Michael. Mentre Lorenzo, il mio ragazzo, lo conosci. >> Espone. Per lo meno mi ha presentato come il suo ragazzo! Come? Presenta Michael come suo fratello a questo tizio?
<< Molto piacere. Arthur Guarín Diaz. >> Si presenta.
<< Lorenzo, felice di rivederti. Perciò vi siete fidanzati? Mi fa piacere. >> Commenta poi.
<< Sì, magari se ti trattieni in città avremmo tempo di bere qualcosa e ti aggiornerò! >> Lo invita. Serro la mascella.
<< Ti farò sapere. Mantieni lo stesso numero? >> Le domanda, lei annuisce.
<< Adesso devo andare. Buona giornata a tutti. >> Saluta.
<< Ciao, a presto. >> Lo saluta Roby, scambiando con lui un guancia a guancia.
<< Arrivederci. >> Rispondiamo noi altri disinteressati.
<< Amore, allora ti va un’aranciata? >> Mi domanda Roberta, avvicinandosi al bancone del bar. Annuisco distrattamente mentre osservo il tizio che raggiunge il suo capo, una donna, e si allontana con essa. Daniele posa una mano sulla spalla della mia ragazza costringendola a voltarsi. Vuole diventare come Capitan Uncino?!
<< Scusa, perché hai presentato a quel tizio Michael come tuo fratello come se niente fosse? Non gli avrai raccontato la nostra storia! >> La riprende duramente.
<< In primis, levami le tue zampacce di dosso. In secundis, Arthur è un mio caro amico, ci siamo frequentati per tutti gli anni dell’università e di lui mi fido ciecamente. Sì, gli ho raccontato la MIA storia! Qualche problema, Daniele? >> Risponde la mia ragazza non facendosi minimamente intimorire da lui. Frequentati… In che modo? Non mi ha mai detto niente di questa frequentazione! Quando siamo andati tutti a Medellin per la sua laurea non mi sono reso conto che erano tanto intimi.
<< MI CHIEDI SE CI SONO PROBLEMI? IO SONO UNA PERSONALITA’ DI SPICCO! NON POSSO PERMETTERE CHE SI PARLI DI CERTE COSE! >> Sbraita Daniele. Roberta alza la mano e lo colpisce con violenza contro la sua guancia.
<< Non t’azzardare a redarguirmi e ad alzare la voce come se fossi uno dei tuoi figli! DELLA MIA VITA FACCIO CIO’ CHE VOGLIO E SE VOGLIO METTO ANCHE I MANIFESTI! MAGARI LA GOGNA PUBBLICA E’ PROPRIO QUELLO CHE TI MERITI! >> Risponde lei. Afferra il suo trolley e si allontana con talmente tanta furia che devo scapicollarmi per non perderla di vista.
 
 
[Giulio]
Per qualche strana ragione, i padri delle mie ex ragazze non mi hanno mai preso in simpatia. Ancora oggi ne ignoro il perché! Tuttavia mi sono sempre comportato con indifferenza di fronte alle loro occhiatacce. Invece oggi sono una corda di violino. Questa ragazza per me non è come tutte le altre… Per lei sento un misto di emozioni diverse. Con lei mi diverto, sento di poterle confidarle tutto, la desidero ardentemente ma adoro anche passare la notte insieme a lei semplicemente abbracciati a dormire. Quando guardo i suoi occhi verde smeraldo mi ci perdo. Di conseguenza rimarrei deluso di non poterla rendere felice guadagnandomi la stima di suo padre! La mia bella ragazza parcheggia la sua auto quindi tutti e tre scendiamo da essa e raggiungiamo il bancone del ristorante. Alma scruta l’ambiente con il fine di individuare il suo ex. Spero non le venga in mente di fare piazzate!
<< Buongiorno, abbiamo un tavolo prenotato a nome Duarte. >> Esordisce la mia ragazza verso l’impiegato della reception.
<< Buongiorno. Sì, tavolo per 4. Fabian vi accompagnerà! >> Ci indica, dopo aver consultato il tablet. Un cameriere ci fa strada. C’è già un uomo seduto al tavolo, ovviamente il padre di Silvia. Il tipo si alza e apre le braccia sorridendo. Silvia ci si fionda in mezzo.
<< Pulcina, che bello rivederti! >> La saluta baciandole il capo.
<< Ciao papà, è bello anche per me. >> Ricambia lei.
<< Ciao Valentin! >> Lo saluta Alma. I due si scambiano un amichevole ma anche freddo guancia a guancia.
<< Alma ciao, ti trovo bene. >> Risponde lui all’ex moglie.
<< Papà, ti presento Giulio Valencia. Giulio, mio padre! >> Ci presenta la mia ragazza. Ci stringiamo la mano.
<< Valentin Duarte, molto piacere. >> Afferma.
<< Piacere mio signore. >> Rispondo leggermente a disagio.
<< Solo Valentin. Spero non vi dispiaccia se ho già ordinato un insalata di mare come antipasto! Nel frattempo potremmo consultare il menu e scegliere il resto delle portate. >> Esordisce Valentin. Prendiamo tutti posto.
<< Valentin, hai per caso visto Michel? >> Domanda Alma all’ex marito.
<< No, non l’ho visto. Non passa a fare un saluto? Sarei curioso di conoscerlo. Dopo tutto hai proposto il suo ristorante apposta, no? >> Domanda Valentin. La mia ragazza ed io ci scambiamo uno sguardo.
<< Ci sono dei problemi tra di noi… diciamo! >> Confessa Alma.
<< Ma non mi dire! >> Esclama il suo ex marito con una punta d’ironia. Non si metteranno a discutere mi auguro. Valentin si copre con il menu.
<< Linguine al sugo di scorfano, cosa ne dite? >> Propone la mia ragazza intromettendosi per evitare una discussione.
<< Cos’è quell’ironia? Credi sia colpa mia? >> Domanda Alma all’ex marito. Ecco! Mi sembra un tantino troppo suscettibile la mia nuova suocera… benissimo!
<< Dico solo che le tue relazioni finiscono sempre male… e in tempi brevi… questa quanto è durata? Meno di sei mesi? Un record! >> Commenta Valentin, evidentemente non sorpreso. Silvia mi ha raccontato che tra i suoi genitori è finita perché suo padre era stremato dalle scenate di gelosia della moglie e dalla sua mania di spendere e spandere. Del resto, essendo nata e cresciuta in una famiglia benestante, certe abitudini sono dure a morire. Quando Alma aveva 18 anni i suoi genitori, due affermati imprenditori, sono deceduti lasciandole in eredità la villa di famiglia e l’azienda che lei ha deciso di vendere per sposare Valentin e cominciare una vita con lui. A quel tempo Silvia aveva 4 anni. Non aveva messo in conto che non avrebbe potuto mantenere lo stesso tenore di vita che aveva quando veniva mantenuta dai suoi genitori.  Il patrimonio è stato dilapidato in fretta tra nozze in pompa magna, la casa nuova e shopping vario, vista la sua scarsa attitudine all’economia! Una serie di circostanze hanno spinto suo padre a chiedere il divorzio, per evitare di essere dissanguato e di dover lavorare 12 ore al giorno per accontentare sua moglie.
Davanti all’affermazione del suo ex marito Alma gonfia le guance.
<< Mamma, volete davvero discutere? Giulio vi ha appena conosciuti. >> Osserva Silvia, quando sua madre sta per replicare.
<< Hai ragione cara. Scusami ragazzo, io cercavo solo di essere sarcastico, dopo tutto non ho inventato nulla. Ma parliamo di te… So che sei il figlio del ben noto Daniele Valencia, che fa girare i soldi del nostro paese. >> Commenta Valentin. Spero non voglia parlare di politica!
<< Esatto. Papà è un personaggio pubblico e di conseguenza è molto severo e rigido. >> Commento, cercando di trascinare la conversazione.
<< Tu studi? >> Mi domanda mentre il cameriere riempie i nostri piatti con l’insalata di mare.
<< No, ho terminato gli studi. Sono alla ricerca di un lavoro al momento. >> Spiego.
<< Ti interessa il ramo immobiliare? Sto per aprire una nuova agenzia in questo quartiere e cerco giovani interessati al mestiere. I canditati dovranno frequentare un corso di formazione della durata di 300 ore, interamente pagato dall’azienda cioè da me, alla fine del quale saranno agenti immobiliari abilitati. >> Mi propone. E’ un settore a cui non avevo mai pensato.
<< Sinceramente, non avevo mai considerato l’ipotesi di una carriera diversa da quella dell’economista. Ho una laurea nel campo dell’Economia. >> Spiego. Il mio sogno sarebbe dirigere l’Ecomoda! Tuttavia questo non è possibile al momento visto che è quel coso, che disgraziatamente ora è anche mio cognato, a dirigerla! E devo pur pagare l’affitto!
<< Tuttavia un’opportunità non si getta mai al vento! >> Esclamo.
<< Allora accetti? Mi manca solo un candidato per iniziare il corso! >> Mi spiega.
<< Accetto! >> Esclamo. Sorride e propone un brindisi. Hai visto gli scherzi della vita? Alma puntava alla vita da Papa Re, si è fatta detestare da suo marito, un semplice impiegato nel ramo immobiliare, non sapendo che avrebbe portato avanti una brillante carriera!
 
 
[Alexander]
<< Non puoi ignorare tua madre. Non se lo merita. >> Chiosa la mia fidanzata, aggrappata al mio braccio, mentre passeggiamo sulla spiaggia. Mi piace tanto quando mi tiene stretto a sé.
<< Il fatto è che non so nemmeno io cosa provo! Ho sempre saputo che Russell non è mio padre, perciò non so neanche io come mai sia tanto arrabbiato. Magari perché la decisione di mia madre ha influito anche sulla mia vita e su quella di Mario… Non credo avrebbe dovuto decidere così. >> Rifletto a voce alta. Ha deciso che Mario non doveva stare accanto a suo figlio e mi ha tenuto lontano dal mio vero padre per 27 anni. Le nostre vite oggi sarebbero davvero peggiori di come sono se ci fossimo frequentati? Ci fermiamo. Piano piano sprofondiamo nella sabbia bagnata.
<< Tua madre ha preso le sue decisioni pensando solo a quale fosse il tuo bene. >> Mi rammenta. Mi accarezza una guancia e ci stiamo baciando quando un pallone mi colpisce sullo stinco. Mi volto e vedo un bambino di circa 4 anni correre verso di me incitato dal suo papà. Raccolgo il pallone.
 << Hai un bel pallone. >> Esordisco, chinandomi alla sua altezza. Gli ravvivo i capelli.
<< Grazie signore. E’ dei Pokemon! >> Mi spiega. Sorrido. I bambino oggi giorno giocano ancora con i Pokemon? E se anche il mio scricciolo fosse un maschietto? Potrei insegnargli a giocare a calcio, a basket, lo porterei a pescare e insieme assembleremo una motocieltta… E’ sempre stato il mio sogno! Gli rendo il pallone e lui corre verso il suo papà reggendo l’oggetto sferico che quasi quasi è il doppio di lui. Olga mi allaccia le braccia al collo.
<< Stavi sognando ad occhi aperti, paparino? >> Mi prende in giro. Annuisco.
<< Eri carino accanto a lui! >> Commenta.
<< Immaginavo a tutte le cose che faremmo insieme se fosse un maschietto. >> Ammetto.
<< E se fosse una femmina, invece? Tu non volevi una femmina? >> Mi domanda.
<< Se fosse una femmina potrei ugualmente insegnarle a giocare a calcio, a basket, a pescare e ad andare in moto! Che differenza può fare? >> Mi domando. E’ passata da un pezzo l’era in cui certe attività erano solo prerogative maschili.
<< E per altre cose ci sarai tu. Non potrei mai parlare a mia figlia dell’ape e dei fiori, consigliarla sui ragazzi, truccarla per il suo primo appuntamento (che spero sarà a 20 anni)! >> Aggiungo. Lei sorride prima di catturare le mie labbra in un bacio.
<< Ti immagino nascosto dietro un albero con impermeabile, cappello ed occhiali scuri che spii nostra figlia durante il suo primo appuntamento! >> Fantastica prendendomi in giro.
<< Non fornirmi queste idee, Mora! >> Esclamo. Sono felice come non lo sono mai stato prima.
 
 
 
[Alec]
Con un braccio l’avvolgo mentre appoggia la testa sulla mia spalla e ammira il panorama. L’altra mano la tengo in tasca e stringo quel pezzo di carta ormai consunto. Ero deciso a farglielo vedere, ma dopo il suo racconto di prima non ne sono più sicuro. Non ha ancora superato questa storia, non vorrei caricarla di troppi pensieri o forzarla.
<< Ho paura che mia madre non rinunci al suo piano neanche dicendole che Giulia mi ha confessato tutto. Quel filmato se diffuso potrebbe comunque rovinarli, e mia madre non desisterà! >> Commenta.
<< Ma tu la vuoi fermare? O vuoi ancora assecondarla? >> Le domando con il cuore in gola. Ci pensa su.
<< No, la voglio fermare. Non posso farlo! Diffondere un filmato così privato… E’ vero, mi hanno tradito e preso in giro. Sono delle merde ma questo è troppo! >> Esclama. Mi rilasso e la bacio.
<< E allora lo faremo insieme. Tua madre è convinta che l’aiuteremo e deve continuare e crederlo. Perciò le devi raccontare di Giulia, aggiungendo che questo suo atto non ti farà cambiare idea. Dille che vuoi proseguire con il piano… Solo così la sera della sfilata lo potemmo sventare! Non manderò in onda quel filmato come vuole lei. Quanto ai soldi glieli renderò. Non ho ancora speso un centesimo. >> Propongo. Stavolta è lei a baciarmi. Infilo la mano in tasca, afferro quel pezzetto di carta e allungo la mano verso lo zaino per metterlo via.
<< Cosa nascondi dietro la schiena? >> Mi domanda lei, separandosi da me, evidentemente sentendo il rumore di carta.
<< Ehm… una sciocchezza. >> Minimizzo. Con titubanza espongo quel foglio di carta. Mi prenderà per un idiota.
<< L’ho scritto in seconda media, ma non ho mai avuto il coraggio di dartelo, per ragioni già sviscerate. >> Esordisco passandole il foglio piegato in quattro. Lo apre lentamente. Sul figlio con una calligrafia ancora piuttosto infantile c’è scritto “vuoi metterti con me? Alec.” E sotto questa frase due caselle con le scritte “sì” o “no”.
<< E dopo tanti anni ancora lo conservi? >> Mi domanda.
<< Non rammentavo di averlo, a dire il vero. Ero andato a casa di mia madre per altre ragioni, cercavo in soffitta i vecchi annuari per guardarli insieme e l’ho trovato. Tutto qui. >> Racconto.
<< Vuoi che sbarri una casella adesso, giusto? >> Mi domanda.
<< Sì e no, non era questo il mio piano. Vorrei lo tenessi con te e me lo rendessi quando vorrai darmi la tua risposta. Quando ne sarai sicura! Io non ti voglio mettere alcuna pressione. Lo so, suona ridicolo dopo quanto ti ho detto la settimana scorsa… Ma è stato un errore… >>
<< Io ho già scelto. Non voglio rimanere attaccata al passato e perderci il sonno. Hai una penna? >> Mi domanda. La estraggo dallo zaino e sorrido mentre la osservo sbarrare la casella con scritto “sì”.
<< Quanto agli annuari, gli hai poi trovati? >> Mi domanda. Annuisco completamente preda dei suoi occhi azzurri.
<< Potremmo sfogliarli stasera a casa tua? >> Propone. Per tutta risposta la bacio. E’ la mia ragazza! 
 
 
[Lorenzo]
Sollevo un sopracciglio quando la mia fidanzata ride sguaiatamente, mentre scambia messaggi con chi chissà chi! Magari è quel Alfred che abbiamo disgraziatamente incontrato all’aeroporto?
<< Fai ridere anche me? >> Commento, praticamente prendendomela con le mie camice visto che le posiziono con poca grazia nel cassettone.
<< E’ tua sorella! >> Esclama. Traggo un sospiro. La mia fidanzata si alza, fa il giro del lettone e mi porge il suo smartphone per poi continuare a disfare la valigia.
 
Camilla: Nel palazzo di Diego e Isa hanno staccato la corrente per dei lavori perciò, visto che il citofono non potevamo usarlo, abbiamo chiesto il passepartout al portinaio. Siamo entrati senza bussare e gli abbiamo sorpresi mentre stavano quasi per… capito no? Per fortuna c’era il vetro opaco della doccia!
Roby: Noooo!! (faccina che ride con le lacrime. Nda) Che imbarazzo!!! Si è incazzato scommetto!
Camilla: Ovviamente! Me la farà pesare da qui all’eternità!
Roby: Stasera ceniamo insieme? Voglio vedere tutte le foto che vi siete fatti a Cartagena! E devo raccontarti com’è andato il confronto con papà!
 
Scrollo il capo. Diego avrà fatto una scenata, come minimo! Io li avrei cacciati via a pedate nel sedere! Mi volto leggermente e noto che è distratta dalla valigia, così ne approfitto per dare una sbirciatina ai precedenti messaggi…. Chissà cosa dice di me alle sue amiche.  Arrivo all’inizio della corrispondenza per questa giornata.
 
Camilla: Roby, siete atterrati? Tutto bene? Kiss.
Roby: Ciao gioia. Sì, siamo atterrati sani e salvi, e per fortuna durante il viaggio di ritorno i Cullen erano a debita distanza da noi! A Miami Patrizia ha tentato ancora di scusarsi… Che tedio!
Camilla: Credo non sarà l’ultima volta…
Roby: Devo raccontarti una cosa! All’aeroporto ho incontrato Arthur!
Camilla: Arthur… Arthur dell’uni???
Roby: Sì, proprio lui…
Camilla: E Lorenzo era presente?? E’ ancora vivo quel poveretto? xD
Roby: Sì, Lore era presente, e non sembrava troppo contento… e sono sorpresa dal fatto che non mi abbia ancora subissata di domande…
Camilla: Bhe, non hai nulla da nascondere. Tu e Lore all’epoca eravate solo amici! E poi anche lui ha un passato… Un vissuto molto più ricco del tuo! Che va recriminando?
Roby: Lo so, ma sai com’è geloso… Il mio amore! <3 <3 <3
Camilla: (faccia che vomita. Nda)
Roby: E a Miami indovina chi abbiamo incontrato in spiaggia, che da lezioni di acqua gym a un accozzaglia di vecchiette? Andres!
Camilla: (Faccia che ride con le lacrime. Nda) Come va il travaso di bile di mio fratello?
Roby: Hanno pure fatto a botte…
Camilla: Alla faccia del week end rilassante in famiglia!
Roby: Spero che il tuo week end sia andato meglio del mio!

Camilla: E’ stato… caldo! xD
Roby: Non voglio sapere altro… si tratta pur sempre di mio fratello… xD
Camilla: Ecco… E spera di non dover mai vedere uno dei tuoi fratelli nudo, in certi contesti!!

Roby: Scusa?
 
Tossisco per cercare di reprimere il senso di fastidio che sento e poso il cellulare sul cassettone.
<< Poveri Camilla e David. Che brutta esperienza. >> Commento, poco interessato all’argomento. Da quei messaggi di evince chiaramente che tra la mia Roby e quel Archibald c’è stato qualcosa!
<< Ti immagini la faccia di Diego? E la povera Isabella che è così riservata! >> Esclama gaia.
<< Posso farti una domanda? >> Le domando a bruciapelo. Si voltiamo entrambi e ci guardiamo negli occhi.
<< Certo. >> Acconsente.
<< Arthur! >> Esclamo.
<< Non è una domanda… >> Mi appunta.
<< Eravate fidanzati? >> Le domando. Porca puttana, mentre era all’università siamo sempre rimasti in contatto: messaggini, e-mail, telefonate, video chat, commenti sui social network e non mi ha mai parlato di lui!
<< No… Non abbiamo mai avuto una relazione, non una relazione fatta di appuntamenti galanti, fiori, parole dolci e cene di famiglia. Abbiamo avuto un altro tipo di relazione! >> Espone.
<< Una relazione sessuale? >> Ne evinco. Annuisce. Perciò Arthur era il suo scopa amico, come si sol dire!
<< Ci siamo tenuti compagnia durante i sei anni dell’università quando entrambi eravamo single. Diciamo così! >> Esclama.
<< E perché non siete mai diventati una coppia? >> Domando incuriosito.
<< Non è sempre scontato. Arthur ed io stavamo bene così, il nostro rapporto ci piaceva così. Temevamo che mettendoci insieme potevamo compromettere la nostra amicizia. >> Mi mordo il labbro inferiore di fronte a questa sua spiegazione. E noi due cosa eravamo? Conoscenti? Non temeva di rovinare il nostro rapporto?
<< Peccato che non eravate solo amici. In un certo senso stavate già insieme. Tu ed io eravamo amici e hai sempre anelato una relazione sentimentale con me… Non hai mai avuto paura di rovinare così la nostra amicizia? >> Le domando. A me è successo di pensarlo. Si siede sul letto.
<< No, sono due situazioni differenti secondo me! Mi piaceva considerare Arthur come una piccola isola, come un’ancora, nei momenti in cui mi sentivo sola e per lui era lo stesso. Prova a pensarci… Due amici intimi si mettono insieme, si lasciano e poi continuano a tenersi compagnia come se niente fosse? Non sarebbe stato strano? E poi non ci siamo mai innamorati! Questa è la motivazione più importante. Io non l’ho mai immaginato come l’uomo della mia vita. Ho sempre e solo considerato te come tale! >> Conclude. Sollevo l’angolo della bocca mentre agito l’indice nella sua direzione.
<< Mora, delle moine non ti salveranno dal mio terzo grado! Arthur era il tuo scopa amico e quando lo hai visto gli sei praticamente saltata addosso… Una frasetta dolce non mi farà passare l’arrabbiatura! >> Esclamo cercando di fingermi offeso e arrabbiato. La donna che amo da impazzire si avvicina a me e mi allaccia le braccia al collo.
<< Primo: non gli sono per niente saltata addosso, è un mio vecchio amico ed ero felice di salutarlo, tutto qui! Secondo, conosco molti altri metodi per farti passare l’arrabbiatura… >> Interviene seguitando a baciarmi il collo mentre strofina il bacino contro il mio ventre.
<< Mora… Mi fai impazzire quando fai così… >> Le nostre effusioni vengono interrotte dall’arrivo di un messaggio.
<< E’ la riposta di Camilla. Lo leggo e rispondo dopo. >> Mi spiega. Aggrotta le sopracciglia e cambia espressione leggendo il messaggio.
<< Che c’è? >> Le domando. Lei gira lo schermo e mi permette di leggerlo.
 
Camilla: Non possiamo, facciamo domani? Stasera sono a cena dai genitori di David. Sarà una cena ufficiale con figli e fidanzati al seguito. David ed io, Giulia e Massimiliano; Giulio e Silvia… Sorry!
 
 
E’ ufficiale quindi! Silvia e Giulio fanno coppia ed io, Diego e la mia ragazza siamo fottuti! Inizio a sudare freddo.
<< Amore, non è mica scontato che glielo dica. Non ti preoccupare, ti prego! >> Cerca di rincuorarmi la mia ragazza.
<< Non sono preoccupato! >> Mento. Arriverà il giorno in cui quella canaglia di Giulio le farà delle domande o peggio le chiederà di spiare cosa accade in presidenza. E se dovesse scoprire quello che ho fatto a Silvia? Sarei fregato… garantito!
<< Ti va uno spuntino? >> Propone la mia ragazza intraprendendo la strada che conduce in cucina.
<< Sì, ma prima devo fare una telefonata. Devo riferire la notizia a Diego. >> Mento. Ma quella zucca svuotata di mia cugina non doveva irretirlo? Ha un solo talento e adesso non le riesce più nemmeno quello? Cosa esiste a fare?
 
 
 
[Lena]
<< E’ questo! >> Esclama il mio fratellone in versione stalker, quando troviamo il profilo facebook di Leon, che abbiamo visto in compagnia di Francesco.
<< Sì, so chi è! Ho cenato alla stessa tavola con lui. >> Gli faccio notare, massaggiandomi l’orecchio visto che mi ha rotto un timpano!
<< Comunque ti ripeto che il tizio è l’ex di Roby…. Non può aver intrecciato una relazione con Francesco. Inoltre io l’ho visto baciare quell’oca bionda che vuole irretire Giulio! >> Ripeto. Mio fratello ha preso un abbaglio!
<< Primo, esiste anche la bisessualità. Secondo, Roby dal giorno alla notte si è messa con Lorenzo, lui non può aver cominciato una relazione con Francesco? Sarà un libertino, che devo dirti?! >>
<< No… secondo me ti sbagli. Questo tizio è etero al cento per cento! Saranno solo amici! >> Esclamo.
<< Mi ha detto lui stesso che ha già una storia. >> Mi rammenta.
<< Fratellone, non puoi semplicemente accettare che ha usato la più banale della bugie per non dirti in faccia che non vuole più uscire con te? >> Gli faccio notare. Mio fratello è bellissimo può trovarne mille altri ben contenti di frequentare uno come lui. Ma chi si crede di essere Francesco?
<< Da che pulpito! Tu quando ti rassegnerai? >> Mi domanda. Gonfio le guance. Lascio a lui il tablet quando il mio cellulare squilla e rispondo alla chiamata di mio cugino. Cosa vorrà?
<< Pronto, cosa c’è? >> Esordisco.  Abbandono la stanza da letto e mi sposto in bagno.
<< Ciao anche a te. Giulio si è fidanzato con Silvia! >> Mi annuncia. Alzo gli occhi al cielo.
<< Mi inviterai? >> Gli domando.
<< Dove? Ma hai capito cosa ti ho detto? >> Mi domanda.
<< Sì, ho capito. Se mi inviterai al ricevimento che daranno quando ti daranno un premio per aver scoperto la ruota! >> Esclamo.
<< Cioè lo sapevi già? E non mi hai detto nulla? >> Mi domanda.
<< Tu hai già la tua ragazza… Perché ti interessa tanto? Comunque non mi arrenderò tanto facilmente. >> Annuncio. Non glielo lascerò senza lottare!
<< Bene. E ho i miei buoni motivi per temere questa relazione. >> Commenta.
<< Ne parliamo domani in azienda, ok? Non vorrei che i tuoi genitori mi sentissero complottare! >> Decido.
<< Bene, ne parliamo domani in azienda. Ciao. >> Mi saluta.
<< Ciao. >> Saluto, ponendo fine alla chiamata. Quali saranno questi motivi? Sono troppo curiosa!
 
 
[Roberta]
Lo ammetto: questa sua frenesia di telefonare a Diego mi ha resa sospettosa, considerando anche il fatto che Silvia e Isabella sono praticamente pane e burro. Verosimilmente Diego doveva già essere a conoscenza della notizia. Per un attimo ho temuto che volesse telefonare a lei! Questa mia preoccupazione mi ha spinta ad appostarmi per origliare la sua telefonata. Prima spio il suo smartphone e adesso origlio le sue telefonate… Sono una pessima fidanzata! Ho tratto un respiro di sollievo ascoltando le sue parole: ha davvero telefonato a Diego il quale avevo ragione a sospettare che fosse già a conoscenza di questa notizia.
Sì, fa paura anche a me il fatto che Silvia possa confidare tutto a Giulio, ma noi come possiamo impedirlo? Se i due si piacciono non possiamo di certo spedirli su due pianeti differenti per tenerli separati. Abbiamo ben poco potere! Mi avvio velocemente in cucina, attenta a non fare rumore. Apro la dispensa dalla quale estraggo la cioccolata spalmabile e del pane. Lorenzo mi sorprende posando le mani sui miei fianchi e mi bacia una guancia. Sorrido.
<< Ecco qui! >> Esclamo, passandogli il suo panino. Richiudo la confezione del pane e il barattolo della cioccolata.
<< E tu non ne vuoi? >> Mi domanda.
<< No, mi basta un pacchetto di crackers! >> Esclamo. Mi dovrò voltare perché guardarlo mangiare quel panino è un vero supplizio. Ma devo resistere. Devo raggiungere l’obbiettivo di dimagrire!
 
 
 
[Giulio]
<< Perché ho come la sensazione che tutti ci guardino? >> Sussurro questa domanda verso la mia fidanzata mentre i miei suoceri sono impegnati in un altro dei loro battibecchi. Non mi sorprende che abbiamo divorziato!
<< Forse perché i miei genitori si sono dimenticati che è meglio lavare i panni sporchi in privato! >> Esclama la mia ragazza. E io che pensavo che il motivo di tale attenzione fosse l’outfit di mia suocera! Sono le 13 e indossa un abito da discoteca. Se noi di Ecomoda inserissimo un abito simile tra le proposte per il giorno ci rinchiuderebbero in manicomio!
<< Buongiorno. >> Interviene un uomo, fermandosi alle spalle dei miei suoceri. Mia suocera volta leggermente il busto e dalla sua espressione sembra che abbia appena visto la Madonna!
<< Salve Michel. Ti presento il mio fidanzato Giulio Valencia. Giulio ti presento Michel Doinel, il padrone del ristorante! >> Quindi questo tale è Michel. Presentarlo come l’ex della propria madre sarebbe stato imbarazzante! Mi alzo per stringere la mano di Michel.
<< Lui è mio padre Valentin Duarte! >> Prosegue con le presentazioni Silvia.
<< Molto piacere. >> Affermano coralmente i due stringendosi la mano.
<< Michel… Speravo di incontrarti. Vorrei parlarti. >> Tenta l’approccio diretto mia suocera.
<< Sfortunatamente ho molto da fare in questo istante. Vuoi passare da me verso sera? Inoltre potresti approfittarne per prendere i tuoi effetti personali, credo tu ne abbia bisogno. >> Propone Michel. Ahia, a questo punto non serve a niente incontrarsi per parlare, ha già chiarito che non la vuole di nuovo in casa sua! Mi gratto la tempia. Mia suocera rimane inebetita di fronte alla risposta di Michel, che ovviamente non si aspettava.
<< V-verso sera? >> Balbetta.
<< Sì, se sei libera s’intende altrimenti rimandiamo. >> Propone il suo ex compagno.
<< In effetti ho un impegno con Valentin. >> Azzarda lei. L’ex marito aggrotta le sopracciglia. Starà pensando “che Dio me ne scampi!”.  I due uomini si scambiano uno sguardo.
<< Sì. Abbiamo un impegno. >> Le regge il gioco, non troppo convinto.
<< Bene, allora fammi un colpo di telefono la settimana prossima prima di venire da me. Buon proseguimento e complimenti per il vestito. >> Saluta Michel prima di rivolgere un complimento alla sua ex. Aggrotto le sopracciglia.
<< Scusa, prima la scarica e poi le rivolge un complimento? >> Domando alla mia ragazza sussurrando. Certo, magari era una battuta per sottolineare l’incompatibilità tra tale abito e l’occasione in cui lo indossa!
<< Credo facesse dell’ironia. E’ lo stesso vestito che mia madre indossò al loro terzo appuntamento per sedurlo, per sua stessa ammissione! >> Mi racconta Silvia. Povero Michel, che colpo gobbo! Il padre di Silvia ride.
<< Cosa ci trovi di tanto spassoso?! >> Lo redarguisce Alma.
<< Michel avrà pensato che hai indossato questo vestito per fare colpo su di me… Lo trovo molto spassoso! >> Esclama Valentin. Alma cerca lo sguardo di sua figlia.
<< Oddio, dite che ha pensato questo? >> Ci domanda. Faccio spallucce.
<< Temo di sì, mamma! Era sicuramente una battuta di spirito, non era un complimento sincero, mi dispiace. >> Le spiega sua figlia. Lo capirebbe anche un canarino!
<< E non osare più sfruttarmi per crearti degli alibi. Tu ed io che impegni potremmo mai avere insieme? L’unico impegno comune negli ultimi anni è stata la sentenza di divorzio! >> Esclama mio suocero un po’ troppo rudemente.
<< Vuole che porti via tutte le mie cose da casa sua… >> Sottolinea Alma, incredula.
<< Dove hai passato le ultime notti? >> Le domanda il suo ex marito.
<< Nell’appartamento che nostra figlia divide con Francesco. >> Racconta sua suocera.
<< Quel buco in cui mia figlia vive perché non vuole accettare un mio regalo? Dormi per terra? >> Le domanda Valentin.
<< Papà, se mi regalassi un rossetto sarebbe un conto, ma un appartamento di lusso è troppo! Comunque io adesso vivo con Giulio nel suo appartamento, oltre il pianerottolo. >> Confessa Silvia. Spero non mi faccia a pezzetti.
<< Non avete perso tempo! >> Esclama Valentin.
<< Come altro potevamo fare? Comunque se offrissi a me quell’appartamento di lusso non mi offenderei! >> Ci prova Alma. Valentin le lancia un’occhiataccia.
<< Scordatelo. Tratto anche proprietà più alla tua portata, potrei farti una buona offerta quando troverai un lavoro ora che il re de pesce non ti mantiene più. Dovresti pensare bene a questa mia offerta e liberare questi poveri ragazzi dal supplizio di incontrarti giorno e notte! >> La prende in giro Valentin.
<< Sei impossibile! Ecco perché ho divorziato da te! >> Esclama Alma offesa. Valentin ridacchia.
 
 
 
[Patrizia]                                                                                                                                                                        
E’ bello tornare a casa.
<< Ben tornati! >> Ci accolgono Rhonda e il tuttofare Joaquin.
<< Grazie. Hai fatto un ottimo lavoro con il giardino, Joaquin! >> Si complimenta mio marito.
<< Grazie signor Daniele. Le debbo chiedere di firmare l’assegno per il vivaista. >> Lo prega il tuttofare.
<< Certamente, lo firmo subito. >> Risponde mio marito raggiungendo il suo studio.
<< Tutto bene in nostra assenza? >> Chiedo a Rhonda mentre mi libero del soprabito.
<< Certo, signora. A parte alcune chiamate strane! Da stamattina chiamano qui a casa ma quando rispondo non dicono una parola. >> Mi narra la mia governante.
<< Sarà solo qualche maleducato che si diverte a fare degli scherzi! Faccio un bagno caldo e iniziamo ad allestire per la cena di questa sera. >> La informo.
 
 
 
 
FINE CAPITOLO 63.
 
 
 
So che è più corto di altri capitoli, ma mi dispiaceva tardare ancora nella pubblicazione. Alla fine Giulio ha detto a Ingrid ciò che pensa! Come prenderà la notizia Daniele? Vi è piaciuto il momento imbarazzate a casa di Diego? E lo scambio di promesse nella doccia? Si pensava che la povera Roberta avrebbe dovuto reggere il confronto con le numerose ex di Lorenzo invece sta accadendo il contrario! Cosa accadrà se e quando Roberta capirà che non era al telefono con Diego bensì con Lena? Quest’ultima cosa escogiterà? Cosa ne pensate dei genitori di Silvia? La cena a casa Valencia come andrà? Questo ed altro nei prossimi capitoli!
 
 
 
   
 
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