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Autore: SophLandd    25/09/2017    0 recensioni
«Mi sei mancato.» Le parole gli escono senza preavviso, e si sorprende lui stesso.
L'ha detto in un sussurro, ma abbastanza forte da essere sentito.
Alza lo sguardo verso il ragazzino, notando come gli occhi di lui sembrino così persi e lucidi.
Ma è solo un secondo, perchè poi tornano freddi come prima.
Freddi come la morte.
«Non ti avrei mai ucciso.» Sospira l'umano, per poi uscire una volta per tutte dal loft. Derek resta in silenzio a guardare la porta, dando un pugno al tavolo di fianco.
\ Capitolo 4.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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"And when the daylight comes I'll have to gobut tonight I'm gonna hold you so close."

«Stiles!» Grida il licantropo, ancora stordito dal bacio. Gli sembra di sentire il corpo di Stiles premuto contro il suo, ma l'umano è scappato tra la folla, senza dirgli assolutamente nulla. Eppure quel bacio era voluto da entrambi, allo stesso modo.

Derek ne è certo, quindi non capisce cosa diavolo successo, che il Nogitsune sia tornato? Anche se è sicuro che quello che se n'è andato è lo stesso Stiles che ha baciato. Ha sentito l'amore, attraverso quel bacio. 
E l'ha accolto. Quindi, cos'è stato a far cambiare così l'umore dell'umano?

Derek segue l'odore triste del ragazzino tra le persone, facendosi spazio con poca grazia, fino ad uscire dallo stadio. Tanto il concerto era finito. L'odore lo conduce per un lungo marciapiede, fino ad arrivare al parco che avevano oltrepassato prima. 
Deve essersi addentrato all'interno, ma non sembra esserci nessuno. 
I lampioni illuminano fiaccamente il parco, e Derek cammina per una stradina tra gli alberi, guardandosi intorno. L'odore di Stiles è sempre più forte, e così la tristezza che emana.

Derek vede d'un tratto la figura del ragazzino, poco più avanti di lui, girata di spalle, illuminata leggermente da un lampione. Derek si ferma un attimo, sospirando. Sa cosa aspettarsi. 
Lo sfogo dell'umano, che aspetta da quand'è tornato a Beacon. È arrivato il momento: quel bacio lo ha fatto arrivare al limite.

Il licantropo muove qualche passo verso di lui, ritrovandoselo a pochi metri di distanza.

«Stiles.» Il nome gli esce fuori in un sussurro, che il ragazzino sente bene. C'è fin troppo silenzio in quel parco. Derek nota che Stiles ha gli occhi completamente lucidi, e sembra che si regga in piedi con tutte le sue forze, per non crollare.

«Perchè mi hai baciato, Derek?»

Il licantropo fa un passo in avanti.

«Perché lo volevo, e tu lo volevi, Stiles. Lo volevamo entrambi.»

Il ragazzino indietreggia di un passo. 
I suoi occhi sono così tristi, e delle lacrime cominciano a scendergli lungo le guancie.

«Sai da quanto volevo quel bacio, Derek? Per anni ho desiderato questo momento! Ti ho voluto così tanto, Derek, e tu non te ne sei mai accorto! Ma mi hai visto come ti guardavo? L'avresti capito dal mio sguardo, che ti amavo più di ogni altra cosa al mondo! Credi che puoi tornare qua e baciarmi, come se niente fosse?» Comincia a gridare Stiles, allargando le braccia. 
Il suo tono è disperato.

«Stiles...»

«No, adesso mi ascolti!» Lo interrompe. «Hai idea di come sia stato, dopo che sei partito? No, che non lo sai! Non p-puoi neanche immaginare q-quanto male ci sia s-stato...» La sua voce comincia ad essere spezzata dal pianto, e Derek sente una fitta di dolore nel petto. Chiude gli occhi, in attesa di altre urla. «...Con i Dread Doctors sono succese troppe cose, ma immagino tu già lo sappia... non-non puoi capire come ci si possa sentire quando il proprio migliore amico non si fida di te...quando non hai nessuno...» Si porta una mano al volto, cercando invano di fermare le lacrime.

«Io...»

«E tu non c'eri, Derek! Io ci sono stato sempre per te, nei tuoi momenti peggiori, come quando ti hanno fatto uccidere Boyd! E tu, Derek? Dov'eri quando mi sentivo uno schifo, q-quando nessun altro c'era? Sai quante volte ho desiderato che tu fossi lì, con me?» Si ferma un attimo, distogliendo lo sguardo dal licantropo. Dischiude la bocca, e i suoi occhi sembrano gridare 'non ce la faccio più'. «Nel momento peggiore della mia vita tu non c'eri...h-ho anche p-pensato al suicidio...e tu-tu non c'eri a fermarmi, nessuno c'era! Desideravo solo morire, Derek! Scomparire!» Le sue urla non potrebbero fare più male al licantropo, che abbassa il volto.

«È da quel momento che ho desiderato azzerare tutti i sentimenti, Derek! Mi ripetevo di odiarti, ogni giorno dalla tua partenza! Ma la verità è c-che ti ho sempre amato...ho d-desirato così tanto non provare più niente per te, perchè-perchè la tua partenza mi stava logorando dentro...» Si porta una mano sugli occhi, cercando invano di trattenersi. Il suo corpo è scosso da singhiozzi, e cerca la forza per continuare a parlare. «E-E sono andato in accademia proprio per questo, Derek! Per cercare di non sentire più niente, senza chiedermi ogni giorno perchè diavolo te ne fossi andato! Perchè non avessi provato a fermarti, e perchè io non fossi abbastanza per trattenerti qua! E perchè in due cazzo di anni non ti sei mai fatto sentire!"

«Stiles...»

Gli occhi dell'umano sono rossi dal pianto, e le sue labbra ancora rosse per il bacio. Derek non si stupirebbe se il ragazzino crollasse da un momento all'altro, per la quantità di tristezza che sta emanando.

«Ho accettato che tu non provassi niente per me, Derek, ma allora non puoi tornare qua e farmi questo! Non puoi farmi cadere ogni certezza, non puoi farmi provare certe cose! E non puoi darmi il miglior bacio della mia vita come se non fosse successo un cazzo!»

Derek ha capito che è inutile cercare di interromperlo. Stiles calcia un sasso con violenza.

«Sono stato una merda per t-te, Derek, e forse un giorno lo capirai... capirai quanto ti ho amato e forse te ne pentirai Derek... ti p-pentirai di avermi lasciato andare c-così... ma a volte, a volte è solo troppo tardi...» E detto questo, Stiles scappa via, talmente veloce che deve aver sfruttato i poter del demone dentro di sé. Derek prende un profondo respiro, cercando di calmarsi. Il suo cuore sta andando a puttane, e si mette subito alla ricerca del ragazzino. Stiles si è sfogato, ma adesso è arrivato il suo momento.

•••

Ha rintracciato l'odore di Stiles fino all'appartamento, e trova la porta socchiusa. Entra dentro, con le ultime forze che gli sono rimaste. Sente qualcuno piangere, e percepisce la presenza di Stiles nella camera da letto. Solo che la porta è chiusa. 
Così si siede a terra, poggiando la schiena contro la porta, ignorando che Stiles è nella sua stessa posizione, solo dall'altra parte.

«Ora è il mio turno, Stiles. Ti prego di ascoltarmi, poi...poi potrai decidere tu cosa fare.» Sospira pesantemente, cercando di non crollare anche lui. Lui, che il ragazzino stima proprio per la sua forza, ma che al momento non la ha affatto.

«Quando ho visitato la mia mente, Stiles, la mia guida era Peter...e, beh, mi ha fatto capire molte cose. Ma iniziamo dal principio...io, non sono bravo a parlare cazzo...» Si ferma un attimo, mettendosi più comodo, e riordinando i pensieri. «...All'inizio eri piccolo Stiles, e non sopportavo il tuo fare logorroico e iperattivo...poi, beh, poi sei cresciuto, e più crescevi più sentivo qualcosa che mi attirava a te, mi attraevi un casino, Stiles... e mi sono abituato a te, sei entrato in poco tempo nella mia vita, e ho compreso anche quanto fossi intelligente, quanto il tuo essere logorroico non mi desse più alcun fastidio, anzi...» Stiles alza il capo al soffitto, chiudendo gli occhi. «...Il mio problema è stata sempre la paura, Stiles. E questo l'ho capito grazie a Peter. Ti sbattevo contro ogni muro perché desideravo costantemente starti il più vicino possibile, perchè ho anche cominciato a sognare di baciarti, Stiles, e quei sogni sembravano così vividi che appena mi svegliavo volevo soltanto sentire il sapore delle tue labbra sulle mie...»

A Stiles escono delle lacrime silenziose. Derek increspa le labbra in un triste sorriso.

«...Ma negavo la mia attrazione nei tuoi confronti, Stiles, come negavo il fatto che stesse diventando giorno qualcosa di più forte...Tante cose mi facevano paura, Stiles. I miei sentimenti nei tuoi confronti, prima di tutto. Il fatto che andavi dietro alla rossa, e ti sei messo con mia cugina...sentivo i tuoi battiti accelerati quando ti trovi nelle mie vicinanze, e ogni tanto un tuo gesto o un tuo sguardo mi faceva sentire come amato... ma come potevo essere amato, io? Se tra l'altro stavi con mia cugina? Pensavo fosse una stupida cotta la tua, Stiles, e non volevo rischiare... non volevo rischiare che ti passasse poco dopo e mi lasciassi da solo, come uno stupido giocattolo...» Derek si passa una mano sul volto, prendendo un bel respiro. «...E poi eri minorenne, Stiles. E tuo padre lo Sceriffo, sarebbe stato il doppio illegale...ma c'è una cosa, Stiles, una cosa che mi spaventava più di tutte... la tua somiglianza con Paige. Siete così simili che... è come se la nostra fine dovesse essere per forza come quella mia e di Paige. Ho avuto una paura tremenda, Stiles, che potessi fare la stessa sua fine...tu non capisci... a volte mi mancava il fiato a vedere quanto foste simili... intelligenti, entrambi non mi sopportavate all'inizio, parlate un po' troppo...»

Stiles si porta il braccio sul volto, asciugandosi le lacrime.

«...Così ho pensato che non avresti mai lasciato Malia per uno come me, e ho deciso di far finta che non potessi mai amare un ragazzino come te. Cercavo di autoconvincermene...e ho frequentato altre persone, per togliermi dalla testa l'immagine tua e di mia cugina che vi baciavate...fino a che non sono partito con Braeden. 
Volevo una pausa dal soprannaturale, dai miei sentimenti- apparentemente non ricambiati- nei tuoi confronti, e credevo fosse lei la mia soulmate...»

Stiles si passa una mano tra i capelli.

«E se non mi sono mai fatto sentire c'è un motivo, Stiles... sono stato di merda questi due anni... stavo male, fisicamente, e spesso perdevo il controllo... ho rischiato di morire, cazzo, avevo delle ferite dalle quali non riuscivo a guarire e non capivo come mai fossero spuntate dal nulla...sono quasi sempre stato chiuso in casa, a letto...e poi ho capito che stavo male a causa della mia soulmate, che doveva trovarsi qui a Beacon Hills... per questo infatti sono tornato...»

Derek chiude gli occhi. Ricorda con una smorfia tutto il dolore che provava in quel periodo.

«...E quando ho visto come sei cambiato, Stiles, sono stato peggio... vederti mi ha fatto realizzare quanto mi fossi mancato, ma ogni volta che poi mi guardavi o aprivi bocca...realizzavo che quello non fosse lo Stiles che conoscevo, del quale mi-mi sono innamorato... e n-non puoi c-capire come mi sono sentito...ho realizzato davvero quanto la tua assenza mi stesse logorando, quanto cazzo volessi il vero Stiles, e tu eri come un lontano ricordo di lui, con solo le sue stesse sembianze...credevo-credevo di impazzire al non riaverti più come eri una volta...»

Derek sospira.

«E queste cose le ho capite solo dopo che sono stato dentro la mia mente, cose che non facevo altro che negare... scappavo da te, Stiles, scappavo dai miei sentimenti...ma adesso mi sono stancato di scappare, Stiles. Adesso non ho più paura... Stiles, sei l'unica cosa positiva in questa vita di merda...io-io so di essermene accorto troppo tardi...ma s-senza di te non ce l-la faccio...non c-ce la f-faccio... s-scusami, per tutto...» E adesso anche Derek sta piangendo.

E Stiles realizza solo ora cos'ha passato il licantropo. Che, in effetti, lui è stato stupido a mettersi con Malia solo per dimenticarsi di Derek, visto che ha solo creato fraintendimenti. E, anche se Derek non ha capito quanto Stiles lo amasse davvero, neanche lui ha capito quanto l'altro avesse bisogno di lui.

E improvvisamente capisce.

Forse Derek in quel periodo non c'era per lui, ma anche il licantropo stava passando un periodo di merda, a causa di quel dolore fisico. «Se tu mi avessi chiesto di restare, Stiles...io-io sarei restato.» Conclude il discorso Derek, asciugandosi gli occhi.

E Stiles comprende che non è tanto colpa di Derek, ma di loro due insieme. Che non si sono mai trovati, che non si sono mai corsi contro, ma sono sempre scappati l'uno dall'altro. Che non si sono mai urlati addosso i propri sentimenti, fino ad oggi, cercando invano di riempire i propri vuoti con altre persone. E Derek sì, se n'è andato, ma Stiles non l'ha mai fermato.

Forse si sono semplicemente incontrati in un tempo sbagliato.

«Quanto siamo stati stupidi?» Sussurra Stiles, con un piccolo sorriso fra le lacrime.

«Dei veri idioti.» Concorda Derek.

Improvvisamente la porta viene aperta, e Derek quasi cade all'indietro. Si alza di scatto, con i capelli tutti spettinati e gli occhi lucidi. Stiles ha gli occhi gonfi.

«Io...io non so se riuscirò a lasciarmi andare davvero...non so se il Nogitsune me lo permetterà...»!Mormora, abbassando lo sguardo. Derek porta una mano sotto il suo volto, alzandoglielo.

«Tu mi hai insegnato ad amare, Stiles, ora lascia che t'insegni io...» Le parole gli escono in un sussurro, e Stiles l'osserva attentamente. Forse...forse può davvero lasciarsi andare. «Non so se tu sei la mia soulmate, Stiles, e non m'interessa. Io non sono disposto a perderti un'altra volta.»

Stiles porta le sue mani sul volto di Derek, solleticandosi con la sua barba, per poi spingere il capo del licantropo verso il suo. Le loro labbra si scontrano, e Derek entra dentro la stanza, chiudendo la porta alle loro spalle. Stiles allaccia le gambe intorno alla vita di Derek, approfondendo il bacio, e in poco tempo si ritrovano sul letto.

Derek ringhia dal piacere sulle labbra del ragazzino, e si ritrovano a sorridere di nuovo, mentre le loro lingue non si lasciano un secondo in pace. Stiles, interrompendo un attimo il bacio, togliendo la maglia del licantropo, e lanciandola da qualche parte. Ed è vero che ha visto ormai troppe volte Derek senza maglia, ma ogni volta puntualmente si eccita, non potendo non paragonare il licantropo ad un Dio greco. Derek, d'altro canto, toglie quella di Stiles, ammirando per qualche secondo il corpo del ragazzino. 
Quegli addominali più che accennati, quelle spalle larghe e quei nei. 
Dio, se ama quei nei, gli sembrano tanto delle costellazioni.

«Adoro i tuoi nei.» Ringhia eccitato, spostando la bocca sul corpo del ragazzino, con l'intento di lasciare dei segni. Stiles è ufficialmente suo, e tutti devono saperlo.

«Wow, s-sei il p-primo.» Balbetta Stiles, visto che il licantropo gli sta mordendo e leccando dei punti indefiniti, provocandogli piacere. Dischiude la bocca, stendendosi sul letto, per poter stare più comodo. Derek, soddisfatto di ben quattro lividi violacei sulla pelle pallida del ragazzino, sfiora con le dita i nei, come affascinato. La luce della luna filtra dalla finestra, ed è l'unica fonte di luce, sufficiente per permettere ai due di ammirarsi a vicenda.

«Ho sempre odiato i miei nei, ma tu me li stai facendo amare.» Ammette Stiles, con le guancie arrossate, e le labbra gonfie. Derek lo riprende a baciare, torturandogli un altro pò le labbra, con dei delicati morsi. Anche Stiles si preoccupa di lasciare uno o due succhiotti sul corpo del licantropo, anche se con i denti normali ci impega il doppio a farli. Entrambi si accorgono di avere delle erezioni più che evidenti, e Derek in pochi secondi libera il ragazzino dai suoi pantaloni e boxer, per poi togliersi anche i suoi.

Stiles osserva l'erezione del lupo, per poi afferrare il suo membro senza dire nulla. Il lupo ringhia dal piacere, e l'umano si abbassa, per prenderlo in bocca. Derek afferra i capelli di Stiles, alzando il capo verso il soffitto. 
Il ragazzino cerca di inglobare il più possibile, lavorando con la lingua. 
Il licantropo sta per venire solo a guardare la faccia innocente dell'umano, mentre ha tutto il suo membro in bocca.

«S-Stiles, sto p-per...» Mormora, attraversato da fitte di piacere, ma Stiles non si sposta, ingoiando tutto. Derek lo tira verso di sè, riprendendo a baciarlo, sentendo il proprio sapore nella sua bocca. Con una mano stringe il ragazzino a sé, con l'altra tocca il suo membro, facendo su e giù con la mano. Stiles mugola nella bocca del lupo, pensando che Derek, oltre al miglior bacio, gli sta facendo anche la migliore sega. Ma, forse, riflette che a volte ciò dipende anche dai sentimenti che provano l'uno per l'altro, perchè con gli altri per Stiles è stato solo sesso, e anche per Derek.

Invece adesso è diverso. 
Le loro bocche si cercano di continuo, e i loro gesti cercano di trasmettere amore. Stiles viene, sporcando il petto del licantropo.

«Ops.» Ridacchia Stiles, osservando il liquido bianco sull'uomo davanti a lui. Derek ringhia leggermente, per poi osservare attentamente Stiles, come per avere un consenso per quello che stanno per fare.

«Lo voglio, Derek. Ti voglio.» Parla Stiles, avendo notato lo sguardo indagatorio del lupo. «Però a modo mio.» Ghigna, facendo stendere il lupo con una spinta. Derek poggia la testa sul cuscino, guardando il ragazzino stare sopra di lui. Stiles si alza sopra il suo membro, e si cala lentamente, fino a quando il membro di Derek non è tutto dentro di lui.

«Dio...» Mormora Derek, bramando il ragazzino davanti a lui, illuminato dalla luna. Il corpo di Stiles non è mai stato così dritto, e il capo dell'umano è rivolto verso il soffitto, dischiuso in un'espressione di puro piacere. 
E Derek rimira quel corpo, che non potrebbe essere più perfetto per lui, e Stiles gli sembra davvero un angelo. Ma deve essere così, deve esserlo. Non c'è altra spiegazione.

«Te l'hanno mai detto che sei un angelo, Stiles?» Se n'esce, rendendosi stupido e rimbellicito, con il ragazzino che gli rivolge un'occhiataccia. 
Se Derek non fosse un licantropo, penserebbe che è ubriaco.

«Ti faccio quest'effetto?» Ridacchia, mentre il lupo gli posa le mani sul sedere sodo, per aiutarlo a muoversi.

«Oh, tu non puoi neanche immaginare cosa mi fai.»Sussurra il licantropo, coj voce roca, con il ragazzino che incomincia a muoversi su e giu, prima lentamente, per poi aumentare il ritmo. Una mano di Derek poi si va a posare sul suo membro, mentre l'altra resta sul suo fondoschiena. Anche se capisce che così l'umano rischia di venire troppo presto, così le riporta entrambe sulle natiche del più piccolo.

Stiles ha la bocca dischiusa, e gli occhi che luccicano, mentre prova sempre più piacere, e si gode della vista del licantropo nudo sotto di lui. 
La stanza presto si riempe di gemiti, nomi sussurati, con Stiles che va ad una velocità strabiliante, provocando il rumore della pelle che si scontra.

E poi Stiles comincia a rallentare, stremato, con delle scosse di piacere lungo il corpo, prossimo a venire. 
Allora Derek gli dà una mano, guidandolo lui nei movimenti, afferrandolo per i fianchi e spingendosi dentro di lui.

Poco dopo Derek viene dentro il ragazzino, e anche Stiles, gridando il suo nome. L'umano, senza neanche togliere il membro di Derek dal suo corpo, si stende accanto a Derek, con una faccia più che rilassata. Comincia a mormorare cose senza senso, con Derek che lo guarda divertito, e gli lascia un bacio sulla fronte, prima che Stiles si addormenti. Ed è abbastanza sicuro che tra le parole senza senso di Stiles ci fosse un 'ti amo'.

   
 
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