Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    25/09/2017    3 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo XXX
 
Fuggire dai problemi
 
Era ancora notte, e nel buio della mia stanza, schiarito solo dalla debole luce di una piccola lampada sul mio comodino, non facevo che rigirarmi nel letto, faticando a dormire. Non era colpa dei miei incubi, nè della mia ansia, ma bensì di Ava. Viveva con noi da ormai qualche tempo, ed io mi preoccupavo per lei da giorni. Ricordavo bene cosa le era successo in giardino con Aaron, e in silenzio, soffrivo per entrambi. Sapevo bene che lui l'amava, e detestavo vedere ogni giorno il suo viso stravolto dal dolore. Mi sentivo stanca, e volevo solo riposare, ma era come se le mie pesanti palpebre rifiutassero di chiudersi. Dormire era uno dei miei bisogni, ma quella notte, sembravo essere destinata a restare sveglia. Ad occhi aperti, non facevo che pensare fissando il soffitto, e nel silenzio che mi avvolgeva come le mie calde coperte, solo un suono. I singhiozzi di quella povera ragazza, che ancora tormentata dal suo stesso passato, piangeva. Passava il suo tempo a piangere e lamentarsi quando era da sola, e nulla sembrava riuscire a calmarla, neppure la presenza di Aaron. Per quanto ne sapevo, si amavano, ma ora lei sembrava odiarlo. Non voleva i suoi baci, non voleva i suoi abbracci, nulla. Non desiderava nulla se non la solitudine. Il tempo passava, e più ci pensavo, più soffrivo. Mi veniva quasi da piangere, e tenendo le dita incrociate, continuavo a pregare. Sapevo che per alcuni la religione era inutile, e che forse non sarebbe servito, ma tentare non costava niente, e ad essere sincera, ero sicura di stare esaurendo le opzioni. Non sapevo cosa fare, e non riuscendo più a sopportare i dubbi, l'attesa e il dolore, decisi di alzarmi, e andare subito a parlarle. Ero preoccupata, e dovevo sapere. Camminando, feci del mio meglio per orientarmi e mantenere il silenzio, svegliai Chance senza volerlo, e posandomi un indice sulle labbra, sperai che non iniziasse ad abbaiare. Grazie al cielo si limitò a farmi le feste, poi prese a seguirmi, fermandosi solo di fronte alla porta della camera di Ava. Sedendosi, mugolò chiedendomi di aprirla, ma prima di farlo, bussai. I miei furono due colpi secchi, a seguito dei quali, udii la sua voce. "Rain, sei tu?" chiese, faticando a parlare a causa del pianto che le rovinava la voce. "Ava? Posso entrare?" azzardai, bussando di nuovo. "S-Sì." Biascicò lei, ancora visibilmente scossa. Annuendo, abbassai la maniglia, e in un attimo, fui con lei. Sedendomi sul letto, non feci che guardarla, e non appena i nostri sguardi si incrociarono, lei decise di parlarmi. "Rain, io... non ce la faccio. Sto troppo male, non riesco a dormire, e da tempo soffro di insonnia e incubi, proprio come te. Ho paura, tanta paura, eppure nessuno può saperlo. "Mi confessò, con la voce spezzata dal dolore e rovinata dal pianto. "Cosa?" Replicai, incredula. "Perchè non ce l'hai detto? Potevi parlarne con me, o con Aaron!" chiesi poi, incapace di credere a quanto avessi appena sentito e fornendole un consiglio che lei parve ignorare. "No! è proprio questo il problema! Lui non deve saperlo!" Rispose infatti, alzando bruscamente il tono della voce e perdendo il controllo delle sue emozioni. "Non posso parlarne con lui, proprio perchè lo amo!" aggiunse poi, gridando fra le lacrime. Ascoltandola senza interrompere, non proferii parola, e stringendola, l'abbracciai forte. "Ti capisco, Ava. Davvero." Le dissi, carezzandole la schiena con fare amorevole. "Hai ragione quando dici che anch'io soffro d'insonnia, perchè è vero, ma ora sto meglio, e sai perchè? Perchè ho avuto il coraggio di parlarne, e da quando l'ho fatto, Stefan mi è sempre stato vicino, e ancora oggi lo ringrazio per questo." Spiegai subito dopo, in tono calmo e serio al tempo stesso. In silenzio, Ava continuò a piangere, e sentendo i suoi singhiozzi, la lasciai sfogare. Di lì a poco, il silenzio calò nella stanza, salvo poi rompersi di nuovo come vetro quando Ava riprese la parola. "Grazie, Rain. Tu sei sempre qui per me, così come lo sei per tutti, ma ad essere sincera credo che il problema non siano soltanto i miei incubi. Ogni volta che chiudo gli occhi non vedo che i volti dei Ladri, certo, ma il punto è un altro, ed io non voglio più vivere così. Allora avevo nove anni, e ritrovandomi sola mi sono fidata, eppure ancora oggi maledico quel giorno." Disse, dando vita ad un discorso che non osai interrompere. In quel momento, un guizzo di memoria mi saltò in mente, togliendomi il respiro. Da ormai giorni, pregavo perchè riuscisse ad uscire dal vortice di dolore e tristezza in cui era caduta, e solo ora, ascoltandola dar voce al suo tormento interiore, capivo che quella ragazza soffriva enormemente, e che fingeva di essere forte chiudendosi in sè stessa, e proteggendosi tramite una metaforica corazza che a quanto sembrava, io ero riuscita a scalfire. Non dicevo nulla, ma ascoltando ciò che aveva da dire, aspettavo che mettesse la parola fine al suo sfogo, che, colpendomi con violenza, mi ferì il corpo e l'anima. Notando che la fissavo, Ava parve infastidirsi, e solo allora, pronunciò un'ultima frase dura come la roccia, che ebbe come unico potere quello di spedire il mio morale metri e metri sotto terra. "Avrei potuto essere normale, avrei potuto essere felice, e invece ho finito per fidarmi delle persone sbagliate, ottenendo cosa? Un marchio. Un orribile marchio che mi ricorda ciò che ho fatto, e che non sparirà mai!" Queste furono le sue parole, urlate durante la notte di fronte a me, che a suo dire ero una grande amica, e che proprio ora, non sapeva cosa fare se non provare a consolarla. Guardandola negli occhi, la vedevo struggersi per il dolore, ma rimanendo ferma, esitavo. In quel momento, avrei davvero voluto parlarle ancora, dirle che tutto sarebbe andato bene, e che tutti noi saremmo stati sempre lì per lei, ma non ne ebbi il tempo. Era vero, e nessuno poteva negarlo, ma il tempo e le forze per dirglielo mi mancarono davvero, in quanto prima che potessi anche solo provarci, lei prese una decisione. Alzandosi dal letto, guadagnò la porta della stanza, e ignorando sia me che un'ora festoso Chance, felice di vederla, aprì quella principale e se ne andò, quasi senza dire una parola. "Ava, no, aspetta!" la pregai, con un nodo alla gola e le lacrime agli occhi. "No, Rain, non posso. Mi dispiace, e lo sai, ma non posso. Forse un giorno ci rivedremo, ma fino ad allora addio, e ti prego, abbi cura di te." Rispose soltanto, per poi voltarsi e sparire camminando lentamente nel buio della notte. Immobile come una statua, non seppi come reagire, e guardandola allontanarsi, diedi le spalle alla porta di casa, sapendo di non poter sopportare oltre. Tornando a letto, scoppiai in lacrime svegliando Stefan, e pur accettando la sua presenza unita al suo amore, non riuscii a calmarmi. "Rain, stai piangendo, che è successo?" chiese, confuso e preoccupato. "Se n'è andata, Stefan, ecco cos'è successo. Abbiamo tutti cercato di aiutarla e di farla ragionare, ma lei non ha voluto, e ha preferito fuggire dai suoi problemi."




Salve di nuovo a tutti i miei lettori! Mi scuso ancora per il lasso di tempo trascorso dal mio ultimo aggiornamento, ma con la scuola appena ricominciata, e l'ultimo anno di superiori da affrontare, non sono proprio riuscita a fare di meglio. Trovando solo oggi tempo e ispirazione sufficienti a scrivere, sono tornata, e ringrazio come sempre ognuno di voi per la pazienza e il supporto che mi mostrate. Al prossimo capitolo,

Emmastory :)
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory