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Autore: SickDian    25/09/2017    0 recensioni
Un viaggio nelle terre più fredde e selvagge di Runeterra, dove una giovane straniera è alla ricerca e chiarezza di se stessa ed il suo ruolo, vivendo personalmente gli eventi di quel luogo, martoriato da una guerra tra tribù che non sembra mai finire e la pace è diventata un miraggio. Questa è la storia di Diana, l'Aspetto della Luna, che forse potrà trovare risposte per le sue domande, è la storia della guerra tra Ashe e Sejuani, con i loro ideali, tanto opposti da trovare impossibile un accordo, è la storia di un popolo che desidera ritornare grande.
Questo è il Frejlord.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ashe, Diana, Lissandra, Sejuani, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' sera, la Luna si è appena alzata al cielo, prendendo il posto del fratello Sole e illumina il piccolo villaggio minerario, posto ai confini delle terre del Regno, vittima ultimamente di alcune scorrerie.

"Alzati." Esclama Diana, dopo che ha buttato a terra per l'ennesima volta Lars: si è portata il giovane con se grazie all'autorizzazione di Ashe. Il giovane usa la forza di braccia e gambe per poter ritornare i piedi e dopo qualche secondo per riprendere fiato e tornare a sferrare pugni verso la donna, miseramente fallendo: o vengono schivati oppure bloccati dalla sola mano sinistra, visto che l'altra la tiene dietro la schiena.

Ritorna nuovamente con la faccia ad assaggiare la neve ma comunque non demorde e si rialza per tornare al attacco. Ci prova e riprova, fallendo ogni volta fino a quando la Lunari non si distrae per un attimo e subisce un pugno sulla guancia sinistra. Lars prima rimane soddisfatto, in seguito, notando il volto della donna che sembra non dare attenzioni al colpo subito, diventa confuso.

"Abbiamo finito." Lo avvisa, per poi girarsi verso Gaek e con espressione molto seria gli ordina. "Avvisa gli uomini di prepararsi e in fretta." Il freljordiano non fa altro che annuire e si allontana per cercare di radunare i soldati.

Diana estrae la falce da dietro la schiena, roteandola due volte e scatta velocemente sopra il tetto di una casa. Guarda oltre le palizzate, verso il vicino bosco, a cercare qualche movimento in mezzo agli alberi e poi, nota qualche ombra. Sente un fischio. Una freccia le arriva vicino, inchiodandosi sul legno del tetto, seguita ritmicamente da altre che aumentano di numero; lei riesce in tempo ad attivare uno scudo in protezione di quella pioggia mortale e scende dal edificio per proteggere pure il giovane Lars, rimasto immobile fino a quel momento come un'idiota.

Dura solo pochi secondi.

La Lunare si guarda intorno appena cessa e vede che qualche sfortunato del villaggio sia stato colpito a morte. Minuti dopo arriva Gaek con tutti i soldati al suo seguito: pronti in armatura e muniti di lunghe lance e scudi ovali. La Lunari li osserva uno per uno e in seguito da le sue attenzioni al freljordiano, facendo cenno con la mano di avvicinarsi.

"Ci sono tutti?" Le chiede la targoniana. "Sì." Risponde Gaek. "Bene, allora schieratevi davanti all'entrata, con gli scudi serrati." Gli ordina e dopodiché si gira verso le porte per dirigersi in una delle torri di guardia in legno, salendoci con le scale. Arrivata, trova il corpo della vedetta senza vita, con due frecce nel petto ed una sulla fronte. Da in seguito un rapido sguardo alla torre dell'altro lato e anche li la sorte non sembra essere andata in maniera differente, vedendo il cadavere appoggiato al muro.

Si inginocchia per prendere l'arco e la faretra per poi tornare in piedi e cercare con lo sguardo Lars, trovandolo ancora immobile al posto di prima.
"Lars!" Lo chiama urlando. "Vieni qui sopra." Il ragazzo obbedisce lentamente, ancora intimorito dall'attacco di prima. Quando arriva nella torre, gli vengono dati la faretra e l'arco. "Visto che sei ancora scarso in combattimento, cerca di dare supporto." Il giovane annuisce, sebbene in faccia si nota benissimo che è spaventato per quel che succederà e ancora di più con il corpo morto li vicino. Diana gli da una pacca sula spalla. "Non c'è tempo per spostarlo e seppellirlo. Ignoralo."

Subito dopo viene avvisata da Gaek sui nemici che si sono rivelati, mentre escono dal bosco.
"Quanti sono?" Chiede la targoniana dalla torre al capitano, che è alle porte con gli altri uomini. "Sicuramente il doppio del nostro numero, direi circa più di un centinaio." Risponde Gaek e poco dopo, con fare preoccupato consiglia. "E' meglio che chiamiamo anche chi è a guardia della miniera. Non li raggiungeremo di numero ma almeno avremo più probabilità di vincere." Diana scuote la testa. "Quaranta bastano per difendere l'entrata, non importa quanto ci siano superiori, in uno spazio ristretto quel che conta è la resistenza. Quel piccolo gruppo serve come ultima possibilità a difendere la miniera."

In seguito, sale sul tetto della torre per avere una migliore visuale e guarda i nemici che sono già intenti ad avanzare, senza una carica organizzata, con ognuno a correre in solitaria, brandendo le proprie armi, verso il gruppo a difesa dell'entrata. Gli avarosani rimangono ben saldi, unendo i vari scudi creandone un muro e le prime linee puntano le lance in avanti.

Arriva l'impatto dove cadono i primi guerrieri dell'Artiglio infilzati dalle armi e altri riescono a spezzare le lance, costringendo gli avarosani a estrarre le spade. Alcuni riesco persino a gettarsi oltre la prima linea ma si rivelano inutili e vengono massacrati dai nemici che li circonda. Lo scontro in seguito va a bilanciarsi, senza rilevare ulteriori eventi ma solo un continuo logoramento dove da una parte utilizza il vantaggio numerico per spingere e dall'altra a cercare di resistere e rimanere compatti.

Diana rimane ancora immobile ad osservare lo sviluppo della battaglia, per poi decidere di intervenire ma sente un rumore simile al fischio provenire dal alto e alza la testa; sta arrivando un'altra pioggia di frecce.

Lei velocemente salta e dalla lama lancia una fiamma d'argento a polverizzarle ma sfortunatamente non riesce a prenderle tutte e quelle rimanenti beccano qualche soldati, ferendolo o uccidendolo. La targoniana si posiziona sopra l'altro tetto della torre e cerca la posizione degli arcieri, trovandoli subito dopo al estremo del bosco: una trentina, al incirca.

"Gaek, lascio a te il comando. Io penso a quel gruppo di arcieri." Avverte al capitano, che può solo annuire intento a combattere. "Sei pazza? Sei sopravvissuta ad una quindicina, cosa pensi di fare con il doppio?" Domanda Lars. "Quella volta mi sono risparmiata. Stavolta farò del mio meglio, anche se..." Rimane qualche secondo in silenzio, guardandosi il palmo della mano. "...non so qual è il mio limite." Conclude e scatta in aria, circondata dalla luce bianca, dirigendosi ad alta velocità verso gli arcieri che vedendola arrivare le lanciano alcune frecce ma vengono carbonizzate appena sono vicine alla donna.

Riesce a decapitare in un istante cinque persone che stavano nella sua traiettoria, con la lama che si blocca su un tronco di un albero. "Scusa albero." La estrae da li e si da un'occhiata intorno, notando che ha decisamente l'attenzione di tutti quanti i presenti. Uno tira fuori la propria spada e la attacca alle spalle, la targoniana salta al indietro e dopo una piroetta in aria lo taglia in due. Non lascia il tempo di farli reagire che già ritorna al attacco, falciando o carbonizzando chi prende di mira; nemmeno è passato un minuto che ne ha eliminato tre quarti dei nemici.

Lascia passare qualche secondo di pausa tanto per controllare le reazioni dei nemici: c'è chi prova rabbia, chi paura, qualcuno sembra impassibile o addirittura impaziente e carico di adrenalina.

Riapre lo scontro, sfrecciando contro chi ha davanti iniziando a massacrarli con estrema facilità, nonostante cercino persino di attaccarla in
gruppo: lei riesce a parare i colpi o schivarli o scioglie il metallo delle loro armi grazie al fuoco bianco di cui si circonda. Il sangue macchia la neve, assieme a carcasse umane fatte in parte a brandelli, con pezzi di carne ed ossa a sparpagliarsi attorno.

La Lunari sorride e diventa sempre più violenta ad ogni colpo andato a segno; si lascia persino andare contro un corpo di un guerriero ormai inerme, sbattendo ripetutamente la lama contro il volto da renderlo irriconoscibile: dopo pochi minuti, solo in dieci sono ancora in piedi, senza alcun briciolo di speranza con il solo desiderio di raggiungere la morte il prima possibile.

Intanto, nello scontro alle porte, che va a rilento con i guerrieri del Nord ad avanzare a fatica, visto il muro mano che gli si para davanti ma che comunque sta cedendo visto il numero decisamente inferiore. Alcuni della retroguardia dell'Artiglio si accorgono sul massacro verso i propri arcieri e fiduciosi nel proprio numero, un gruppo di quaranta si divide dal primario gruppo in soccorso dei propri compagni, di cui la Lunari non lascia più alcun tempo per reagire e riesce a finire l'ultimo prima ancora che gli altri guerrieri raggiungano la sua posizione.

Alla loro vista, lo scenario è alquanto macabro.

Gli occhi e la runa sulla fronte emanano una luce bianca talmente forte da rendere difficile la vista a chi le sta davanti, la chioma argentea e parte della sua armatura sono ricoperte di sangue con qualche piccolo pezzo di pelle o carne attaccate, specialmente nella lama, tutti i corpi mutilati, gli ultimi raccolti sotto i suoi piedi e alla fine, un largo sorriso dall'apparenza sadica.

"Allora?" Esordisce Diana, verso i guerrieri, fermi e un po' inorriditi per ciò che vedono. "Non volete vendicarli? Erano vostri compagni, in fondo." Li esorta a reagire, allargando al massimo le braccia facendo cadere dalla propria mano destra l'arma. "Su, avanti. Ormai sono stanca, senza fiato per combattere." Continua ancora ad istigarli e alla fine commenta. "O forse avete paura?" Al sentire questa frase il gruppo di soldati si lancia furiosamente alla carica contro la targoniana, che rimane immobile, non reagisce fino a quando non sono esattamente vicini di qualche centimetro a lei.

"Scherzavo."

Si crea un enorme fiamma bianca che abbrustolisce all'istante quasi tutti i soldati, risparmiando soltanto i pochi che erano posizionati più lontano.

Diana riafferra l'arma e incomincia a camminare lentamente, facendo strada tra i corpi bruciati per andare a concludere il lavoro con chi è sopravvissuto, dandogli subito il colpo di grazia prima che questi se ne possano accorgere.

Il rumore causato dal fuoco e dalle urla doloranti dei guerrieri distrae chi è occupato all'entrata e destabilizza i guerrieri dell'Artiglio, subendo persino un contrattacco da parte degli Avarosani, incitati da Gaek a sfruttare la situazione a proprio vantaggio e riescono a sbaragliare chi hanno davanti, rompendo la formazione e uccidono gran parte dei nemici. Quelli rimasti decidono di darsi alla fuga, non avendo più possibilità di vincere, ma Diana glielo impedisce, sbarrandogli la strada ed uccidendoli uno alla volta, assieme agli Avarosani, finché non rimane in vita una sola persona, che stava per essere attaccata da Gaek, fermato solo grazie all'intervento della targoniana.

"Lasciamolo in vita, voglio portare un messaggio al loro capo." Dice, per poi afferrare dal giacco di maglia il soldato e alzarlo da terra, nel quale si toglie l'elmo durante il movimento, rivelando il volto di una donna sulla trentina, dai corti capelli arancioni, rasati ai lati. "Memorizza per bene ciò che ho da dirti: osate attaccare le nostre terre e troverete me in quel momento ad accogliervi e hai visto di cosa sono capace." Con una mano la afferra da sotto il mento, sforzando a girarle il volto in direzione di chi ha massacrato, per poi buttarla per terra, in direzione del bosco."Ora puoi andare." La donna si alza e rimane per un attimo ferma a guardare la targoniana. "...cosa diavolo sei?" Chiede d'istinto e la Lunari risponde in maniera secca. "Sono la luce che trapassa l'anima della Luna, la sua Prescelta, la sua Reincarnazione, il suo Volere: il mio nome è Diana, cerca di non dimenticarlo." Dopodiché le da le spalle, allontanandosi. "Ora, vattene." Le dice come se fosse un ordine e la donna ascolta le sue parole, scomparendo tra gli alberi del bosco.

La Lunari subito dopo si rivolge a Gaek. "Bruciate i corpi dei nemici o ciò che rimane e seppellite i nostri caduti. Ma tanto lo dovresti sapere già." Il capitano sorride a quelle parole. "Certo che sì." Afferma. "Bene, appena avete finito, siete liberi da ogni impegno. Io vado a togliermi la sporcizia di dosso." Gaek sospira e annuisce. "Farò in modo che nessuno vi disturbi, allora." Diana si ferma e torna dal soldato. "Un'ultima cosa, il ragazzino? Ha fatto qualcosa?" Lui scuote la testa. "Per quanto fossi concentrato a combattere, non ho visto piovere frecce. Temo che sia ancora li sopra spaventato" Le afferma e vedendo il suo disappunto sul volto, aggiunge. "E' stata la sua prima volta in battaglia, dovreste essere comprensiva." La donna sbuffa infastidita e si allontana, dicendo soltanto. "Sono stanca, a lui ci penserò dopo."

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Passò più di un'ora e gli Avarosani stavano festeggiando la vittoria nella taverna del luogo, con tanto di birra, vino e cibo da consumare. Gaek è uscito dal locale con due boccali pieni tra le mani e si dirige verso il portone d'ingresso, dove c'era Diana di guardia, seduta a terra, con le gambe incrociate e il volto abbassato: non indossa l'armatura al completo, soltanto la parte di sotto.

Appena sente i passi del ragazzo, subito alza la testa e sembra nascondere un oggetto dentro al giacco di maglia. Arrivato da lei, le offre la birra e si siede accanto. "E' stata un'incredibile vittoria, Generale." Esordisce e da un primo assaggio alla birra. "In realtà, penso di aver peccato di superbia. Difendere questa miniera, con soli quaranta uomini è stato un azzardo." Esclama Diana, senza bere, si tiene ancora con se il boccale e lo osserva per un momento, per poi aggiungere. "Avevi ragione, dovevamo chiamare quel altro manipolo di uomini e inoltre, un supporto di arcieri e cavalieri non avrebbe fatto male." Gaek ride dopo aver sentito queste parole. "Ma abbiamo voi, che valete più di cento soldati e nonostante tutto, in termini di tattica e strategia siete superiore a molti di questa terra."

"Lo pensi davvero o vuoi convincere te stesso?" Controbatte Diana, lasciando silente il ragazzo. "Per quanto la gente mi rispetti, soprattutto dopo aver salvato la Regina, sono cosciente che la decisione di darmi questo titolo di comando, non è tanto gradito tra i militari."

"La Regina ha un ottimo giudizio." Afferma Gaek. "Ma non sei d'accordo. Tu eri tra i principali candidati a diventare Generale." Replica Diana, con Gaek a sospirare e dire soltanto. "Ti informi bene." "Sii sincero e dimmi cosa pensi." Esorta la Lunari a dirle la verità. Gaek sospira di nuovo, in maniera più profonda. "Ammetto che non l'ho presa bene e nemmeno capivo il perché della sua scelta. Persino io, un suo caro amico d'infanzia e figlio di un capo tribù, non ho avuto questi favoritismi." Diana rimane un po' sorpresa dalle informazioni che riceve. "Ah, non te l'ha detto?" Domanda Gaek, per poi sbuffare divertito. "Beh...non che mi dica molto sulla sua vita. Comunque, da come hai parlato, sbaglio o era una tua vecchia opinione?" Pone questa domanda al freljordiano. Lui, con un sorriso in faccia e dopo essersi scolato l'intero boccale, risponde. "Beh, dopo aver riflettuto sul giorno di Frostheld, osservando le vostre abilità in battaglia e la razionalità per come agite, comprendo la decisione di Ashe."

Detto questo si alza, dando una pacca sulla spalla alla targoniana. "Sono fiero di essere il vostro Capitano e riguardo a Lars, lasciate che me ne occupi io per il suo addestramento;senza offesa ma so come comportarmi con i dilettanti rispetto a voi." Dopodiché si gira, dandole le spalle ed inizia ad incamminarsi. "Aspetta!" Esclama Diana, come se fosse un ordine e lui si ferma. "Potresti dirmi che hai contro i demaciani? Riconosco gli occhi pieni d'odio."

"Ah, riguardo mia sorella? Beh..."

Interrompe il suo discorso, rimanendo qualche secondo in silenzio, senza nemmeno girarsi verso Diana che già ricomincia il suo cammino e la saluta con un cenno della mano. "La prossima volta. Ora è tardi."

Diana lo lascia andare, senza cercare in alcun modo di fermarlo, invece, si da forza ad assaggiare la birra con il triste risultato di non reggerla così tanto.

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Qualche giorno dopo, tornata alla capitale, la Lunari viene accolta da Ashe che la stava attendendo curiosa di sapere come fosse andata la battaglia nei minimi dettagli.

Tuttavia, la donna appare distratta, soprappensiero, noncurante della presenza di Ashe, di cui quest'ultima se ne rende conto e preoccupata cerca di riprendere le sue attenzioni. "Ehi, va tutto bene? E' successo qualcosa?" Le domanda. La targoniana si gira verso l'arciera e sorridente, le risponde. "Sì, nessun problema, solo..." Fa qualche passo indietro, distaccandosi dalla Regina e continua. "...mi devo occupare di una cosa, niente di preoccupante." Si allontana sempre più da lei, lasciandola senza parole e anche in ansia, sospettando qualcosa nelle sue azioni. "...fa attenzione." Sussurra tra se.

Inizia a dirigersi al di fuori della città.

E' qui, lo sento...

Segue il suo istinto, dei ricordi che le compaiono davanti e sentimenti che riesce a percepire la guidano in una zona composta da enormi massi con simboli runici, posizionati a forma circolare a rappresentare circa una specie di tempio o luogo sacro.
"So che sei qui, esci allo scoperto." Esclama la Lunari, per poi notare una figura umana che compare da dietro una roccia: indossa una luminosa armatura dorata, una lunga spada e scudo a torre, nel volto gli occhi trasmettono un ardente emozione. "Finalmente ti ho trovata, sorella o...dovrei dire, Eretica."

"Ben arrivata, Leona."

   
 
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