Ringrazio
anche solo chi legge.
★ Iniziativa:
Questa storia partecipa
alla challenge “Prosthetic Kink Contest!” a cura di
Fanwriter.it!
★ Fandom:
Rosario to Vampire.
★ Numero
Parole: 527.
★ Prompt
brevi: 3. Vista notturna.
Sarai
i miei occhi
Un
piccione dalla testa priva di piume volò davanti a
un grande cartellone olografico, che brillava di un azzurro intenso.
Rappresentava una giovane donna sorridente, con una mano meccanica, che
indicava uno scatolino. Sopra l’immagine della scatola
c’era un marchio
identico a quello che troneggiava sullo sfondo del cartellone, simile a
un
auricolare.
Ai
due lati del cartellone c’erano due grattacieli, la
cui figura scura si stagliava contro il cielo notturno completamente
ricoperto
da nuvoloni.
Moka
appoggiò lo stivale sopra il bordo del terrazzo
del basso grattacielo su cui si trovava, osservando il cartellone che
troneggiava davanti a lei. I lunghi capelli rosa le ondeggiavano dietro
le spalle.
Si portò la sigaretta alle labbra e inspirò,
sentendo il sapore del tabacco
pungerle narici e palato. I suoi occhi vermigli si fecero liquidi e si
voltò,
sentendo dei passi.
“Sei
pronta all’appostamento, boss?” domandò
Tsukune.
Raggiunse
la giovane e fu raggiunto da un calcio alla
testa, che lo fece cadere in ginocchio. Gemette di dolore e
guardò la gamba
metallica della giovane, deglutì rumorosamente e mugolando
sofferente si
massaggiò la testa. Il punto in cui era stato colpito gli
doleva e sotto le
dita sentì iniziare a formarsi un bernoccolo, le sue ciocche
di capelli castani
gli ricadevano intorno al viso abbronzato.
“Ricordati
il tuo posto, recluta” ringhiò Moka.
Espirò
un’altra nuvola di fumo.
“Siamo
qui perché il proprietario della Dynam corporation
è stato accusato di rivendere illegalmente organico
bio-tecnologici. Anni fa
anno cercato d’incastrarlo per un traffico di droga
mononucleare, ma non ci
sono riusciti per mancanza di prove. Perciò mi serve che tu
sia in grado di
essere le mie orecchie, ma soprattutto i miei occhi”
ordinò.
Tsukune
annuì, arrossendo. Si sedette sul bordo del
terrazzo, dimenando le gambe nel vuoto. Seguì dove la
giovane indicava e attivò
la visione notturna dei suoi occhi bionici. Regolò
l’ingrandimento e guardò
attraverso una delle finestre di uno dei due grattacieli.
Un
uomo dal corpo flaccido, la pelle giallastra
grinzosa, grassa e madida di sudore, era accomodato su una poltrona
volante. Si
detergeva spesso le labbra, ricoperte da piccoli brufoli, con una
lingua rosa
leggermente aguzza. Un rivolo di sudore gli scivolò dalla
bocca e solcò il suo
volto, gocciolò sul suo triplo mento e scese lungo un punto
nero.
Tsukune
avvertì un senso di nausea salire e volse lo
sguardo allo schermo olografico che stava davanti all’uomo.
Attivò il
registratore dei suoi occhi bionici e osservò la foto 3d di
un paio d’occhio
che l’uomo stava visionando.
“Ottenere
informazioni da lui non sembra così
difficile, boss. Probabilmente è stata una talpa nel
dipartimento a insabbiare
tutto l’ultima volta” disse il giovane.
Moka
aggrottò le sopracciglia.
“O
qualche avvocato a far sparire le prove al
processo. Se pensano di fare un giochetto simile con me, si
sbagliano”.
Accarezzò il calcio della sua pistola laser e
ghignò, mostrando i denti candidi
e i canini leggermente più aguzzi.
“Gl’insegnerò
qual è il loro posto e che con me non
devono scherzare” sibilò.
Tsukune
ghignò, regolando la vista notturna dei suoi
occhi bionici.
<
È così meravigliosamente pericolosa e letale. Non
potrei mai seguire nessun altro come faccio con lei >
pensò.