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Autore: queenjane    29/09/2017    0 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Da un rapporto di Cassiopeia 130 a Sua Eccellenza, il principe Rostov-Raulov”..  Il villaggio non l’ha seguito nelle sue scorribande, hanno impiccato i monaci alle corde delle campane,capovolto il crocifisso, chiuso i sopravissuti nelle case, dando poi fuoco, dopo il saccheggio e lo stupro.  Buttando poi il sale nei campi, affinché non cresca poi l’erba per decenni. Due vedette sono state mandate in avanscoperta, tranne che è stata presa una decisione unanime, ovvero seppellire i morti, non rientrava tra gli ordini, ma era dovuto, Eccellenza, come atto di misericordia, noi siamo soldati dello ZAR, non mercenari, poi è giunta la soffiata decisiva


Ci eravamo dispersi e frammentati, giusta la soffiata
Gettai via la giacca, per avere agio nei movimenti,saltando in avanti, mentre le pallottole esplodevano, poi mi accorsi che Andres non era più al mio fianco.
Fronteggiava uno dei disertori, che era rimasto indietro, combattevano corpo a corpo, da dove era spuntato non so dirlo nemmeno oggi.
Urlai il suo nome a squarciagola, oltre  il rimbombo.
“ANDRES!!”
“Muoviti, prendilo, non è nulla, ti copro con la pistola!!”  Lo aveva ucciso ma non si reggeva in piedi, la caviglia era uscita dall’articolazione.. Momenti concitati, e non mi sarei tirata indietro, ero oltre la paura, che situazione.
“FUENTES!!Ahora y por siempre” Il grido di battaglia di Felipe il bastardo mi sgorgò dalle labbra,  che era quello della famiglia di suo padre, eco di altre battaglie, infiniti giorni trascorsi nei secoli  e ora, nel presente, vibrava.
E la mia voce si disperdeva come il rombo di un tuono in primavera, l’urlo di guerra dei Fuentes contro gli arabi e i nemici, parole potenti come un incantesimo.
“FUENTES!!Ahora y por siempre"
“FUENTES!!Ahora y por siempre..Vamos, LOBO !!!” la voce di Andres faceva eco alla mia, scandendo il mio nome di battaglia.
Sono il  Dragone, il lupo e la tempesta.
Questa è la tua battaglia.
Non mi importa di morire.
VAI DRAGONE.
E’ LA TUA BATTAGLIA.
Mi hanno poi raccontato che parevo una Furia, una Erinni, combattendo nel corpo a corpo, via, via, una collera fredda e lucida, oltre il limite ed il dolore.
Erano quattro, io quasi da sola, i rinforzi erano solo gli spari di copertura di Andres.
CAOS.
Come ho fatto e cosa ho fatto.
Non ho buttato via la mia giovinezza per far trionfare questo disertore, ogni battaglia vinta è un passo per la salvezza.
Non ho lasciato i miei fratelli per far perdere lo ZAR.
Non ho lasciato mia sorella per un capriccio, una chimera.
Non volevo che Alessio mi aspettasse invano, sarei tornata, mai gli avevo promesso nulla invano e tanto potevo morire, la morte mi avrebbe risparmiato il suo strazio e il suo dolore.
Poi sono arrivati i soldati.
Ho girato la testa, un lieve ed impercettibile movimenti, ho visto che stavano soccorrendo Andres, aveva finito le pallottole, io le avevo terminate da un pezzo, avevo solo la spada ed un pugnale nello stivale destro, ma sono scattata in avanti.
“Aspetta sei SOLA!
Io sono il dragone.
Questa è la mia battaglia.
Non mi importa di morire.
Se succederà sarà per qualcosa in cui credo, per chi amo.

( …. quando il re era assente, invasero il regno, ma il principe combatté, trasformandosi in un drago possente, verdi come smeraldi le scaglie, occhi rossi, lunga venti metri la coda, ringraziando la principessa sua sorella, che aveva trovato l’incantesimo, lui la proteggeva, però almeno a quelle cose badava lei.… alla fine, lo chiamarono dragone, tanto era intrepido e potente. La principessa, Catherine, all’occorrenza poteva diventare il dragone della leggenda, non era un maschio mancato, semmai era una Amazzone, per combattere, fosse successo qualcosa al principe, ma anche no, in caso contrario, era brava- Sai, magari, il principe diceva che doveva combattere sempre, con onore, per proteggere chi amava, senza arrendersi mai, diventerai il drago della leggenda Catherine.. Ti voglio bene Alessio.. Sempre).

Io sono il dragone.
Questa è la mia battaglia.
Non mi importa di morire  
Da capo, non ho buttato via la mia giovinezza per far trionfare un miserabile.
Non ho lasciato i miei fratelli per far perdere lo ZAR.
Non ho lasciato mia sorella per un capriccio, una chimera.
Se succederà sarà per qualcosa in cui credo, per chi amo.
Perdonami, Alessio,  ti ho promesso che sarei tornata, potrebbe non succedere.
I seguaci erano stati uccisi, ma se lui andava via iniziamo da capo con nuovi saccheggi
“Ammazzami, su”
“…..”
“FUENTES!!Ahora y por siempre” gridando a squarciagola- le parole di battaglia dei Fuentes, la mia liberazione urlata sotto quel plumbeo cielo di marzo.

( Io non sono giudice, giuria e boia, io sono il dragone, il lupo, la tempesta dello ZAR. E non valico il limite).
“Ti dichiaro in arresto in nome della ZAR, Nicola II”Scandendo in russo.
Continuò con le oscenità, demonio,  puttana, bastarda, una donna che usa le armi, le più gentili, ma intanto gli avevo puntato lo stiletto contro la gola ed un gioioso calcio all’inguine, un vizio, oltre che una brutta ferita alla gamba, ben venga, io ho vinto, lui ha perso.
Sangue, ferro e polvere da sparo.
Poi realizzai che la manica destra, dalla parte dell’avambraccio era  impregnata del MIO sangue, le gambe molli.
Cicatrici gemelle.
Ne sorrisi, quale simmetria, ora potevo essere stanca, il viso impiastrato di sudore e sudiciume, l’arto sollevato per far defluire il sangue.
Avevo ucciso per difesa, poi ferito per giustizia.
Nei secoli, il dono di Felipe de Moguer, il fiero bastardo, che si era reinventato vita e titoli, vivendo mille vita in una.
Discendevo da guerrieri e conquistatori, dai signori delle montagne millenarie, ero una Fuentes, ora e per sempre, una fenice.
Ero la bastarda dello Zar. E quella parola non mi recava più alcun dolore. Olga, Tanik, Marie, Anastasia, Alexei e Sasha, mi mancate, che il vento vi rechi un mio bacio.
“FUENTES!!Ahora y por siempre”  Sussurrai ad Andres, le labbra vicine, che si sfiorarono, sale e fumo, due sopravissuti.
Poi mi accorsi di essere  mezza sorda, non sentivo da sinistra per i rimbombi degli spari a poca distanza dalla mia testa, avevo rischiato di prendere una pallottola nel cranio, e mi ero lanciata senza nessuna cautela.
Guardando poi meglio la ferita, inorridii, la stoccata aveva mancato di pochi centimetri l’arteria radiale, se la prendeva ero morta, le lesioni sulle gambe, tagli e ematomi poco contavano.
“Oggi ti sei battuta come una vera Fuentes”Osservò quella sera, accanto al fuoco, le fiamme danzavano sul suo viso, era remoto e bellissimo. “Hai il coraggio di un leone”
“Sono stata un’incosciente” mi ero buttata sulla linea di fuoco senza riflettere.
“Come no”
“Discendo da Felipe, lui era un Fuentes di sangue, non di nome”
“Non importa il nome, importa chi sei TU. Sei una Fuentes, Catherine, ahora y por siempre”E un giorno sarei stata la sua principessa, la sua rompiscatole, unica e preferita, se avessi voluto un figlio lui sarebbe stato il padre ideale.. Anche più di uno.
Eravamo di guardia a sorvegliare il prigioniero, il nostro turno, mi ero buttata una coperta sulle spalle, cercavo di ignorare i borbottii continui, poi Andres sentì demonio e puttana, bliad in russo, al mio indirizzo, e gli mollò un gancio, così iniziò a lamentarsi con ragione, mi  misi vicino a lui.
“La caviglia?”
“Il braccio”Indicando una fasciatura di fortuna, che aveva rappezzato lui. “Sono stata meglio, diciamo che agogno un bel bagno caldo”
“E un bel letto” Lo fissai e rise.
“Ti amo, Andres”
“Ti amo, Catherine” Era la prima volta che ce lo dicevamo.
In modo esplicito.
E le stelle brillavano su di noi.
 
“FUENTES!!Ahora y por siempre
¡Estaremos con usted en esta lucha hasta el final!
Saremo uniti fino alla fine del combattimento!
hacia el fin del mundo
..fino alla fine del mondo.
“FUENTES!!Ahora y por siempre.
Il grido di battaglia nei secoli dei Fuentes, intero.
 
Volevo Andres come non ho mai voluto nessuno, dopo o prima, rievocavo il miele della sua pelle, il gusto salato del sudore nell’incavo del collo, quella sera facemmo l’amore due volte, in rapida successione sulla nuda terra, le sue labbra, ciliegia e melagrana, che sfioravano le mie, io ricambiavo, le nostre mani, impudiche, in ogni dove, era AMORE.
Quando era dentro di me, mi sentivo al sicuro, la guerra non ci toccava, era mio e solo mio.
La terza fu tenera, quieta. 
   
 
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