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Autore: Vago    30/09/2017    3 recensioni
Questo mondo è impazzito ed io non posso farci nulla.
Non so cos'hanno visto in me, ma non sono in grado di salvare chi mi sta vicino, figurarsi le centinaia di persone che stanno rischiando la vita in questo momento.
Sono un allenatore, un normale allenatore, non uno di quegli eroi di cui si parla nelle storie sui Pokémon leggendari.
Ed ora, isolato dal mondo, posso contare solo sulla mia squadra e sulle mie capacità, nulla di più.
Sono nella merda fino al collo. No, peggio, sono completamente fottuto.
Non so perchè stia succedendo tutto questo, se c'entrino davvero i leggendari o sia qualcosa di diverso a generare tutto questo, ma, sicuramente, è tutto troppo più grande di me.
Hoenn, Sinnoh, due regioni in ginocchio, migliaia di persone sfollate a Johto dove, almeno per ora, pare che il caos non sia ancora arrivato.
Non ho idea di come potrò uscirne, soprattutto ora che sono solo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Rocco Petri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Mary sollevò di qualche millimetro i polpastrelli dai tasti, mal celando la sua tensione.
Non me ne fregava nulla se dentro quelle cartelle ci fosse registrato ogni respiro che avesse fatto.
Non poteva importarmene di meno.
- Allora? – la incalzai, appoggiando il mio gomito destro sul tavolo e sporgendomi verso di lei – Puoi iniziare da dove preferisci. -
Il braccio rotto formicolò, ma provai a non farci caso.
- Come vi ho detto, in questo laboratorio si cercava di comprendere quale fosse il legame che legasse un pokémon leggendario al suo custode. Quella capsula è destinata al pokémon, quell’altra all’essere umano. I dati presi in considerazione erano i parametri vitali, i campi elettrici e magnetici, i segnali cerebrali e i rilevamenti termici. Dati salvati con intervalli di pochi secondi. Durante questi test i due corpi venivano stimolati attraverso modifiche della temperatura, scariche elettriche o variazione alla percentuale di ossigeno dei respiratori. – Mary si passò una mano sul volto, come per cercare far ritornare i suoi pensieri al presente.
- E queste cartelle? – continuai a chiedere. Non volevo lasciarle un tempo morto che le lasciasse sviare il discorso.
- Ognuna di esse è dedicata a un leggendario e il rispettivo Custode dell’epoca. –
- I titoli? A cosa si riferiscono? –
La ragazza dai capelli bruni sospirò, combattendo contro il suo desiderio di non rispondermi.
- Noi Custodi eravamo chiamati soggetti e, ad ognuno di noi, era stato dato un codice. La dicitura che segue i codici si riferisce allo stato dei soggetti l’ultima volta che qualcuno ha avuto accesso ai loro dati. Chiuso indica che il soggetto è morto, Aperto che il soggetto è sotto esame, Inizializzato… beh, che quel Custode è stato individuato e riconosciuto, ma che non ha ancora preso parte al progetto. –
- Mi stai quindi dicendo che quelle cinque cartelle chiuse sono tutte riferite a persone morte? –
Era inquietante come pensiero. Da quanto tempo portavano avanti questo lavoro?
- Esatto. –
Rilessi velocemente la lista, scorrendo uno ad uno i titoli con le frecce che la tastiera mi metteva a disposizione.
Infine mi decisi a premere invio.
Ne rimanevano solamente due, dedicate a persone ufficialmente in vita. Se Inizializzato era riferito a qualcuno di solamente individuato, Karden probabilmente, l’altra doveva essere quella di Mary.
Volevo sapere chi avevo davanti.
- Inserisci la password. – le dissi, porgendole la tastiera in caratteri Unown.
Le mani della ragazza si strinsero a pugno, per poi rilassarsi pochi secondi dopo.
Poteva detestarmi quanto voleva.
- Potrei darti un colpo su quel braccio rotto ed andarmene. – mi disse, sollevando il capo per fissarmi negli occhi.
Il suo sguardo era duro, fisso. Non credo stesse scherzando e, probabilmente, in altre circostanze lo avrebbe fatto.
Vista la mia condizione, sarei rimasto boccheggiante per un bel pezzo se avessi ricevuto un colpo ben assestato. Cresselia, potrebbe coprire una ritirata con mosse di tipo folletto e, seppur con delle ferite, sarebbero riuscite a scappare. Non riesco ad immaginarmi Karden inseguire Mary per fermarla.
Non mi sarei, però, lasciato intimorire.
Voglio provare a darle la stessa fiducia che ho riposto in Karden, come ringraziamento per la fasciatura al braccio e i punti sulla gamba.
Non abbassai il mio sguardo.
- Però non lo farai, perché una volta che te ne sarai andata, là fuori, sarai da sola contro chi ha ucciso tutti i tuoi cari ricercatori. Ora inserisci la password, così, magari, riuscirò a capirci anch’io qualcosa in più. –
Le dita picchiettarono sui tasti, facendo crescere di pari passo gli asterischi mostrati su schermo.
Infine, con un gesto liberatorio, Mary premette a sua volta il pulsante invio.
Venni sommerso dalla mole di informazioni che la prima pagina del file mi presentava.
Non erano soltanto resoconti medici, era la vita della persona che avevo a fianco.


---> Codice_____________________________________Mary
---> Livello raggiunto_____________________________13
---> Legame____________________________________Cresselia
---> Livello legame_______________________________+4
---> Riscontri passati legame_______________________No

-> Caratteristiche fisiche
---> Altezza(ultima misurazione effettuata)____________178 cm
--->Peso (ultima misurazione effettuata)______________68 kg
---> Massa magra________________________________51.16 kg
---> Prestazioni (scala PF-SLM)______________________+24

-> Dati anagrafici
---> Nome Padre_________________________________Henry Ortia
---> Stato______________________________________Deceduto
---> Nome Madre_________________________________Rose Partan in -Ortia
---> Stato______________________________________Deceduto
---> Nome anagrafico_____________________________Juliet Ortia
---> Stato ufficiale_______________________________Deceduta a per annegamento
---> Data di Nascita______________________________15 marzo
---> Età attuale (all'ultimo aggiornamento)____________17
---> Luogo di Nascita_____________________________Canalipoli (Sinnoh)

-> Relazione di laboratorio n° 01
Il soggetto si mostra in grado di comprendere i segnali inviati da Cresselia, possiamo con buona parte di sicurezza affermare che è effettivamente ciò che viene definito un Custode. Si prosegue con un primo accertamento al fine di…


Smisi di leggere il referto, facendo scorrere il file verso il basso, dove decine di righe affollavano lo spazio virtuale intervallate sporadicamente da valori e grafici comparativi.
- Dunque non ti chiami nemmeno Mary. –
- Mary è quello che sono. Per te come per tutti gli altri. Soggetto Mary, Custode di Cresselia. –
Le hanno fatto il lavaggio del cervello. Non riesco ad immaginare un altro motivo per cui una persona possa decidere di abbandonare completamente il suo nome per un… codice.
- Gli altri sono tutti come questo? – chiesi, tornando a far scorrere verso il basso le pagine.
- Si. –
- Perché facevano tutto questo? Perché ci volevano tutti qui? – chiese Karden con voce dura, avvicinandosi al bancone.
 Mary si voltò di scatto nella direzione del suo secondo interlocutore. – Per proteggerci e per aiutarci a capire la portata del nostro compito. –
- Non ho mai avuto bisogno di protezione e ho sempre saputo quale fosse il mio dovere. –
- Voi due, smettetela! – sbottai ad alta voce, attirando su di me tutti gli occhi presenti in quella sala – Non mi interessa sapere quanto fossero brave persone quelli che lavoravano qui. Mary, per ora ti chiamerò ancora così, questi risultati servivano ad altro? –
- Io… non credo. – mi rispose incerta.
- Va bene. Farò finta di credere che sia effettivamente così. C’è una lista con i nomi dei ricercatori coinvolti nel progetto? –
- No… nessuno di loro era schedato e tutti avevano una vita all’esterno di Ciclanova… Però so che molti di loro erano persone di spicco di Hoenn… e che ora sono tutti morti. –
- Questo non mi dà una gran mano. Pure mio padre è morto, se è per questo… Per ora, quello che sappiamo è che c’era un numero imprecisato di ricercatori, qui, uno di loro si è preso la briga di mettere in guardia Karden per farlo fuggire e, già che c’era, dirgli di farmi da balia. Poi sono morti tutti… Io non voglio fare quello che pensa sempre male, ma non è possibile che uno di loro abbia ucciso tutti gli altri? Magari perché non gli servivano più, avendo trovato quello che cercavano in voi Custodi? –
- Non è possibile, anche io li conoscevo. Perché non avrebbe dovuto provare ad uccidere anche me? –
- Forse perché non sai un cazzo del progetto che stavano portando avanti… Dov’eri mentre tutti morivano? –
- Mi avevano mandata a Kanto per completare il mio percorso di formazione in medicina… Non capisco perché questo dovrebbe essere importante. – Mary parve offesa dalla mia domanda.
Non che me ne importasse più di tanto.
- Sapevano tutti di questo tuo viaggio? –
Cominciavo a vedere chiaramente un dubbio farsi strada nella mia mente. Non avevo idea come mi sarebbe tornato utile verificarlo, però in quel momento, non avevo altro da fare.
- Credo di sì, ero l’unica Custode rimasta, ogni mio spostamento era prima concordato da loro. –
- Quanti ricercatori ti hanno però effettivamente detto di andare a Kanto? –
- Uno solo, come sempre. –
- Quindi è possibile che lo stesso uomo che ha fatto scappare Karden ti abbia allontanata apposta da qui. Se trovassimo il suo nome, forse potremmo anche risalire a quello dell’artefice della morte di tutti gli altri. Ora, però, devo fare una cosa. Mary, ho visto un PC, un paio di laboratori più in là, le videochiamate funzionano da lì? –
- Si… l’ultima volta che lo ho acceso funzionavano. –
- Ottimo. –
Mi alzai dalla mia sedia, evitando i due Custodi che mi ostruivano il percorso e passando in mezzo ai due pokémon leggendari che si guardavano in cagnesco reciprocamente.
Avrei chiesto il loro autografo più avanti, se fossi stato ancora vivo.
Superai l’enorme schermo raffigurante la mappa della regione, procedendo per la stanza successiva.
Aperta la porta, mi voltai verso destra, raggiungendo il macchinario da Centro Pokémon e il PC che gli era stato montato a fianco.
Era un modello abbastanza recente, dopotutto. Avevo già avuto modo di provarne un paio di quei modelli, durante il mio viaggio.
Aprii lo sportello che si presentava all’altezza delle mie ginocchia, estraendone un cavo avvolto in uno spesso strato di ragnatele, che piantai nell’apposito ingresso del mio pokèNav.
Sullo schermo del PC comparve il menù che il mio strumento si rifiutava di mostrare, visti i danni che aveva riportato.
Selezionai la rubrica, scorrendo tra i contatti fin quasi alla fine della lista, per poi selezionarne uno.
L’icona di chiamata in uscita invase prepotentemente lo schermo, accompagnando gli squilli cupi con il suo lento pulsare.
Il viso di Rocco comparve dopo una decina di secondi.
Aveva le occhiaie, le guance erano segnate da diversi graffi e i capelli grigi gli ricadevano sporchi sulla fronte.
Sembrava star bene, però.
- Nail, non ho molto tempo ora. Hai novità? –
- Qualcuna, ma è meglio che ti aggiorni a voce. Per il momento, ho trovato un luogo sicuro dove portare i componenti ancora vivi delle altre squadre, prima che l’allenatore che ci ha aggrediti tenti di finire quello che ha iniziato. Vorrei portarli tutti qui il prima possibile… e coinvolgere anche la squadra 3, l’ultima volta che ho sentito di loro stavano tornando a Hoenn. –
- Non dirmi altro. Non voglio che qualcuno possa avere altre informazioni. Troviamoci dai feriti alle quattro e mezza di domani mattina. –
Lo schermo si spense di colpo, lasciandomi fisso a guardare un menù anonimo.
Forse sarei riuscito a proteggere quei feriti, almeno.
Spostai quindi la mia attenzione sul sistema di memoria pokémon.
Swellow aveva bisogno di riposarsi, non potevo continuare a portarmi dietro la sua sfera con lui in quelle condizioni.
Cliccai sulla voce “Sposta pokémon” ma, immediatamente, un messaggio di errore bloccò il mio tentativo.
Errore 1436
Sistema di trasferimento pokémon offline.
Tirai un pugno contro la parete metallica che proteggeva i circuiti del PC, seccato.
I cataclismi che si stavano verificando, probabilmente, bloccavano tutto il sistema di invio dei pokémon attraverso l’etere.
Non avevo modo di avere accesso ai miei box, in quella maniera. Quindi non avevo nemmeno modo di prelevare un altro pokémon volante per sostituire Swellow.
Presi una boccata d’aria, cercando di pensare a come avrei potuto aggirare il problema.
Avrei dovuto chiamare lei, per quanto quello non fosse un buon momento.
Cercai di sistemarmi i capelli sfruttando il mio riflesso sul monitor.
Feci quindi partire la chiamata.
   
 
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