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Autore: MonicaX1974    30/09/2017    0 recensioni
[Storie di Amore]
[Storie di Amore][Storie di Amore]Due amici, un ragazzo e una ragazza, si perdono di vista, e tentano di ingannare il destino.
Ma il destino li fa ritrovare, riportandoli sulla stessa strada.
Saranno in grado di superare tutte le difficoltà che incontreranno sul loro cammino per poter essere felici?
La storia avrà entrambi i punti di vista, sarà cioè raccontata sia dalla protagonista femminile sia dal protagonista maschile per poter avere una visione d'insieme di ogni avvenimento.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Almeno una volta per ogni percorso che imposto, pare che il navigatore debba obbligatoriamente sbagliare. Non so se sono più incapace io, o se ho comprato un navigatore di merda, perché non può quasi mai portarmi a destinazione, senza un paio di deviazioni non richieste. Ma stavolta non è andata malissimo, ho solo pochi minuti di ritardo, e non credo che comunque siano tutti arrivati e stiano aspettando solo me. O almeno lo spero.

Quando Megan mi ha chiamato per dirmi che stava organizzando questa cena, l'ho trovata un'idea grandiosa, ma non per la cena in sé perché non mi interessava rivedere tutti gli ex colleghi, non mi è mai importato niente di loro. L'unica persona che voglio rivedere è solamente Kate.

Non lavoriamo insieme da tre anni, cioè da quando lei si è licenziata per lavorare più vicino a casa, e da allora non l'ho più vista. Non so perché le cose siano andate così, perché abbiamo interrotto i contatti e perché ci siamo persi di vista. So solo che mi è sempre mancata, più di quanto avessi immaginato fosse possibile, ma sono un idiota e l'ho lasciata andare.

Arrivo nei pressi del locale a piedi, parcheggiare vicino non mi è stato possibile, e fra tutte le persone che ci sono fuori ad aspettare la vedo.

Sono qui solo per lei.

E sono felice che Megan sia riuscita a convincerla a partecipare a questa cena. Anche se difficilmente ho incontrato qualcuno capace di dire no a Megan.

Il suo abbigliamento è semplice, jeans aderenti, stivaletti neri, ed un cappotto rosso, che le sta davvero bene. E mi stupisco di me stesso nel notare ogni più piccolo dettaglio. Non sono tipo da notare i particolari, eppure con lei stasera mi è venuto naturale farlo, come se volessi imprimere nella mia mente questo momento che aspetto da troppo tempo.

Saluto velocemente gli ex colleghi che incontro, per arrivare a Kate. È ancora più bella di come la ricordassi. I capelli scuri sono più lunghi, il suo sorriso è sempre lo stesso, ma ha una luce nuova negli occhi. Non posso trattenermi da darle un bacio sulla guancia, non posso fare a meno di toccarla in qualche modo.

Quando entriamo, sento il bisogno di averla vicino, non voglio stare certo seduto vicino a chiunque non sia lei, quindi supero agilmente i due colleghi che c'erano fra me e Kate, per arrivare vicino alla sua sedia e sedermi lì. Mi sto comportando in maniera irrazionale, come un ragazzino di dodici anni, me ne rendo conto, ma non posso evitarlo.

Le chiacchiere a questo tavolo si sprecano e Kate sembra concentrata solo su Megan, o sul tizio seduto vicino a lei di cui non ricordo il nome, dalla parte opposta alla mia. Che diavolo le sta dicendo per attira così la sua attenzione, mentre io non posso fare a meno di osservare ogni suo movimento, ascoltare ogni sua parola. È vero che sono anni di completo silenzio tra noi, ma comunque non mi spiego come può sembrare completamente indifferente a qualsiasi cosa io dica, o faccia. E se fosse arrabbiata con me perché non mi sono fatto più sentire? Ma lei ha fatto la stessa cosa con me, non può essere questo il motivo.

Non so cosa mi stia succedendo, ma so che l'unica cosa che vorrei veramente, è che sparissero tutti, e restasse solo lei.

"Kate puoi venire un attimo con me?" Megan sta chiamando Kate. Si alzano e si allontanano. Non so dove stiano andando, la seguo per un attimo con lo sguardo, ma mi accorgo subito dopo che Kate ha lasciato il suo cellulare qui sul tavolo. Forse non ci ha fatto caso perché ce l'avevo io in mano e, non so per quale motivo, ma da quando l'ha appoggiato vicino al suo bicchiere, non ho potuto trattenermi dal giocherellarci tutto il tempo. Con un dito lo facevo roteare vicino al mio piatto, oppure lo prendevo e lo giravo sottosopra più volte. È stata una cosa di cui non ho potuto fare a meno, come una calamita dalla quale non potevo staccarmi. Ricordo che, quando lavoravamo insieme, ogni tanto passavo vicino alla sua scrivania e glielo facevo sparire mettendomelo in tasca per avere una scusa in più per parlare con lei. Ed averlo di nuovo così vicino, è stata una tentazione troppo forte per resistere. Non riesco a stare lontano nemmeno dal suo dannato cellulare.

Quando lo prendo in mano, tocco il pulsante centrale e mi pare di capire che non abbia un blocca schermo. Faccio scivolare un dito sul display, e mi accorgo di avere ragione, posso accedere al suo telefono.

L'occasione è troppo ghiotta per rinunciarci. Ho perso i contatti con lei una volta, non voglio che succeda di nuovo. Mi guardo intorno con aria furtiva, so che non dovrei, ma lo faccio comunque. Accedo alla rubrica e aggiungo il mio numero di telefono. Poi faccio squillare il mio, e memorizzo il numero di Kate. Blocco nuovamente il display, e torno a giocherellarci come se niente fosse. Se fossi stato sicuro di avere tempo a sufficienza, credo che avrei anche curiosato oltre il consentito, non lo nego, ma il pensiero di essere scoperto mi ha trattenuto dal fare una stronzata e, quando torna al tavolo non si è accorta di niente.

Ad un certo punto la sento ridere, non ho capito per che cosa, so solo che sta continuando a parlare rivolta dalla parte opposta alla mia, ma sentire la sua risata è davvero bello. Mi fa tornare in mente quando ero io a farla ridere in quel modo. Cerco di ascoltare quindi, cosa stanno dicendo, voglio sapere cosa la fa stare così bene.

Stanno parlando di quando Roger ha preso la porta sul naso mentre passava davanti all'ufficio marketing. Non ho mai riso così tanto come quella volta. Ricordo che ero vicino alla loro scrivania in quel momento e non potevo smettere di ridere tanto Kate mi portò alle macchinette del caffè per farmi distrarre.

"Brant tu te lo ricordi?" È Megan che mi parla, cercando la mia attenzione e tirandomi dentro alla loro conversazione.

"Sì che me lo ricordo." Mentre lo dico, rivivo la scena e non posso fare a meno di ridere di nuovo. È stata davvero una scena epica.

In quel momento, vedo Kate che si gira verso di me. Finalmente mi guarda, ma non ride più come prima. Ora il suo sguardo è diverso. Non riesco a capire in cosa sia diverso, ma sono sicuro che lo sia e la cosa mi fa provare una stranissima sensazione.

A questo punto, non so se venire a questa cena sia stata una buona idea. Avevo così voglia di rivedere Kate, ma ora ho l'impressione che non sia la stessa cosa per lei. Mi sembra troppo distante. Eppure una volta eravamo così uniti, e io rivoglio quei momenti, la rivoglio vicino a me. Devo cercare di coinvolgerla anch'io in qualche ricordo divertente. Voglio sentirla ridere ancora.

La guardo, ma ancora una volta è distratta, quindi comincio a raccontare a Megan di quando la segretaria del capo inciampò, facendo cadere tutti i caffè che aveva sul vassoio che stava portando in sala riunioni sperando che mi consideri come fa con gli altri, ma non lo fa e sono costretto a rivolgermi direttamente a lei.

"Kate, te lo ricordi?" Cerco di attirare la sua attenzione perché voglio che guardi me. Solo me.

"Ehm... certo, come potrei non ricordamelo..." Continua ad essere assente, voglio riportarla qui.

"Scommetto che non hai sentito una sola parola di quello che stavamo dicendo." Glielo dico sottovoce, non voglio metterla in imbarazzo davanti agli altri.

"Si notava tanto?" Mi chiede, e sembra dispiaciuta.

"Direi di sì, ma in realtà non era così importante." E non posso evitare di sorridere perché stavolta ho percepito qualcosa nel suo sguardo, qualcosa che mi piace da morire.

In realtà non era affatto importante, almeno, non quello che stavo raccontando. Quello che veramente mi interessava, era avere la sua attenzione, che ho cercato per tutta la sera, ma difficilmente lei mi ha dedicato più di qualche sguardo, ma quando mi ha sussurrato quelle poche parole, l'ho sentita più vicina, era davvero con me in quel momento, proprio come la voglio.

I colleghi continuano a parlare, a volte coinvolgendomi, ma lei torna ad essere assente, anche se vedo che cerca di partecipare alle conversazioni, non le mie comunque. Però, se la conosco bene, la sua mente non è qui, o comunque c'è qualcosa che la distrae, e io vorrei sapere di cosa si tratta.

A dire la verità, non è che vorrei sapere, io voglio sapere. Non so perché, ma voglio.

Con la coda dell'occhio vedo Kate che si sta alzando e si sta mettendo il cappotto, forse ha solo freddo. Intanto finisco quello che rimane della mia birra, e lei allunga la mano per prendere il suo telefono. Improvvisamente capisco cosa sta per succedere. Non voglio che se ne vada.

"Vai già via?" Forse la mia voce esce un po' troppo alta, perché alza immediatamente lo sguardo nella mia direzione, come se l'avessi spaventata, e vedo la stessa strana luce di prima nei suoi occhi.

"Si, domani devo alzarmi presto." La sua voce è insicura, come se non credesse davvero a quello che sta dicendo.

"Sabato in famiglia?" Non posso chiederle quello che voglio sapere in maniera troppo diretta, sicuramente mi prenderebbe per pazzo. Se fosse stato qualche anno fa le avrei chiesto direttamente se Jason la sta aspettando, ma ora non riesco a farlo.

"Straordinari al lavoro." Mi piace il fatto che sia impegnata perché deve dedicarsi al lavoro, e non per altri motivi. E per quale motivo mi avrebbe dato fastidio se fosse dovuta uscire con qualcuno? Brant sei un'idiota! Mi insulto da solo adesso?

"Speravo di finire la serata con la migliore amica che abbia mai avuto." Non posso smettere di guardarla dritto negli occhi, per la mia mente non c'è nessun altro a questo tavolo se non noi due, e devo trovare un modo per riuscire a trattenerla.

"Sarà per un'altra volta, rimani comunque in ottima compagnia." Ho capito perfettamente a chi si riferisce, quello che lei non sa, è che a me non importa niente di Megan.

Sono venuto a questa cena per Kate, e odio il fatto che lei se ne stia già andando.

"Questo vuol dire che ci sarai anche alla prossima cena? Mi ha detto Megan che ne sta organizzando un'altra fra un paio di settimane perché molti colleghi stasera non hanno potuto esserci." Devo rivederti Kate, ancora, è l'unico pensiero che riesce a formulare il mio cervello. Idiota e anche decerebrato.

"Non lo so... forse." È troppo sfuggente.

"Posso almeno accompagnarti alla macchina?" Trovo un modo per poter stare ancora un po' con lei, anche se fossero solo pochi minuti, lontani da tutte queste persone di cui non mi importa proprio niente.

"Ok." Dice a malapena. Forse non le fa piacere, forse sono stato troppo invadente, ma io non posso farne a meno. La guardo mentre saluta tutti, e per ultima Megan. E mentre l'abbraccia, sento il forte desiderio di essere io ad abbracciarla.

È successo qualcosa nella mia testa in queste ultime due ore, qualcosa che sta mandando all'aria ogni mio neurone, se mai ne ho avuti.

Prendo la mia giacca e la seguo fuori dal locale, fino a raggiungere la sua auto.

"Hai cambiato macchina." Né sono sicuro, non aveva questa tre anni fa.

"Sì, l'altra ormai aveva fatto il suo tempo." Era decisamente datata. L'ho anche guidata una volta, era pessima.

"Eri un po' assente stasera." Non riesco ad evitare di chiederglielo, avrei voluto passare una serata diversa con lei, e comunque non avrei voluto che finisse così presto.

"Non mi sentivo molto a mio agio in realtà." La sento in difficoltà anche mentre pronuncia queste parole, anche in questo momento è da un'altra parte con la testa. Ma dove?

"È tutto ok?" Voglio sapere di più.

"Si tutto ok, sono solo un po' stanca e, come già ho detto prima, devo alzarmi presto domani mattina." È evidente che non voglia parlare in questo momento, ma non posso e non voglio accontentarmi di questa risposta.

"Ti va di parlarne? Magari davanti ad un caffè?" Voglio rivederla, voglio che lo sappia, e lo voglio più di quanto immaginassi.

"Dovresti rientrare, ti stai perdendo tutto il divertimento." So che si riferisce di nuovo a Megan, forse crede che io pensi ancora a lei, ma non è così. La compagnia che cerco è la sua, cerco di farglielo capire continuando a guardarla, ormai ho occhi solo per lei. Possibile che non se ne renda conto?

"Si... adesso vado." Ma forse è il caso di non insistere in questo momento, me lo sta chiedendo con i suoi occhi che mi sono mancati così tanto. Credo di poterla lasciare andare per il momento. "Noi però non ci perdiamo di nuovo vero?" Kate ancora non lo sai, ma ho il tuo numero, non mi scappi un'altra volta.

"Ok." Sembra incerta nel rispondermi, e non aggiunge altre parole, pronunciando solo quelle due lettere che mi lasciano nel dubbio che non le facciano piacere le attenzioni che ho nei suoi confronti, ma non posso smettere.

"Vieni qui." Voglio quell'abbraccio adesso.

Non se lo fa ripetere due volte. La stringo fra le mie braccia, e mi rendo conto che la mancanza che credevo di aver sentito, non è niente al confronto di quello che sto provando adesso. È come se fossi tornato a respirare dopo aver trattenuto il fiato troppo a lungo.

La saluto, la guardo salire in macchina e andare via, restando a guardare la strada dandomi per l'ennesima volta in questa serata, dell'idiota. Quando rientro nel locale, dopo essermi seduto, e vedere il posto di Kate a fianco al mio ora vuoto, mi fa capire che non m'importa un'accidenti di stare qui. Perciò, dopo circa venti minuti, vado anch'io a casa, salutando tutti i presenti con un ciao generale e senza tante smancerie.

Ormai riesco a pensare solo ed esclusivamente a lei, mentre cerco di capire perché era così distratta stasera e per quale motivo fosse così distante. Insomma era lei, ma non era lei.

Devo sapere cosa le sia successo.

Devo saperlo.

Subito.

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SPAZIO ME

Stesso capitolo, ma tutto dal punto di vista di lui.
Veniamo così a conoscenza di tutti i pensieri di lui rispetto a quello che passa per la testa di lei.

Eeeee niente, buona lettura. 

   
 
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