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Autore: killian44peeta    30/09/2017    0 recensioni
Prologo - Gli Elementi - Secondo libro della prima trilogia di ''i sei predestinati'' -
La luce sciamava appena tra le sottili mura di quella che per aspetto poteva apparire una stanza come tante, provenendo da una piccola lampada accesa e appesa alle pareti, la cui fiamma bramava ossigeno per la bassa quantità che c'era nella stanza.
I sibili e gli schiocchi delle lingue di fuoco si ripetevano a lungo, come un tabù tra quel pesante silenzio, dando a Luxor una sensazione di ripetitività insopportabile ed insostenibile.
Se ne stava lì, sul letto, le mani congiunte e chiuse in una stretta ferma e rigida, rigida come la stessa mascella del giovane, talmente tanto serrata che sembrava stesse stringendo i denti per non urlare di rabbia, per non sputare ogni emozione negativa soppressa.
I suoi occhi gelidi fissavano la porta chiusa dall'esterno con ira folle e insistenza.
Dentro stava perlopiù boccheggiando, era una settimana intera che era rinchiuso in quella stanzetta come un animale in gabbia, cercando una ragione per non iniziare rabbiosamente a sbattere il proprio corpo sull' uscita per cercare di buttarla giú.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Silver

-Sai...- iniziò lui, mentre io mi paralizzavo al nome del serpente che Garcia aveva appena tirato fuori dalla scatola -Questi serpenti sono geneticamente modificati da erbe e esperimenti... decisamente potrebbero rimanere velenosi se lo sono già , magari aumentando il proprio effetto sulla persona... o forse potrebbero dare altri problemi molto più grossi- l' uomo mi strinse il fianco -Sarò felice di assistere-

La vipera della morte scattò appena la donna la prese per la coda, spalancando la mandibola, come se fosse letteralmente pronta a dare guerra a chiunque le capitasse a tiro, sibilando in una maniera a dir poco orribile.

E più i secondi sembravano passare, più realizzavo che non potevo non reagire, certo, ero circondata da lupi e tenuta ferma, ma dopotutto, ora che potevo dire di essermi ripresa, dovevo riuscire almeno un po' a scatenare il mio Elemento, giusto?

E se non utilizzavo l'Acqua dovevo fare comunque qualcosa.

Il problema sarebbe stato dopo, ma non aveva importanza in questo momento, non tantissima almeno.

Non volevo che Task rischiasse di morire per via di una mia incompetenza.

Garcia si avvicinò ancora di più al rosso, colla serpe che dondolava e che provava ad assaltare la mano della donna, più e più volte.

E guardando fisso il serpente, capii come dovevo comportarmi, sentendo ancora le parole della donna, Catlina, che mi tornavano alla mente.

Il tipo mi teneva stretto per il fianco e avevo le mani ammanettate, le gambe poi che erano state legate , ma questo non significava che ero impossibilitata al ferirlo.

Reagii contando tre secondi esatti, distendendo le gambe su quelle dell'uomo, il quale mi guardò stranito, ma non in maniera esagerata.

Si poteva capire piuttosto dallo sguardo, siccome il resto del suo viso era impassibile.

Lo sentii mollare appena la presa dal fianco, dettaglio che mi fece nascere un sorriso sulle labbra , spingendomi a rizzarmi il giusto per mettergli davanti al naso il seno, spostandomi appena, così che fossi seduta in orizzontale su di lui.

Tutti gli sguardi delle persone erano su di me, anche quello del Fuoco, il quale sembrava parecchio irritato, dettaglio che vidi confermato con la coda dell'occhio.

Presi con una mano il viso dell'uomo, lasciando che il suo sguardo si concentrasse poi sulla mia bocca, avvicinando leggermente il viso al suo.

-Sei davvero interessante, lo sai? Vuoi ucciderlo? Fai pure... ma non credo che assassinare con un serpente possa darti davvero soddisfazione - dissi con tono cantilenante, lasciando che le mie dita percorressero la sua guancia, abbastanza lentamente, gesto che stava affascinando probabilmente tutti gli uomini della sala, siccome era calato un silenzio assoluto, mentre altrettanto probabilmente le donne erano disgustate.

Anche Task... già,  forse lui era il più disgustato in questo momento, ma non era il momento di farci caso.

E mentre il capo continuava a fissarmi, piegai le gambe, come per accartocciarle addosso, lasciando che il collo della maglia scivolasse apposta giù.

-Facciamo qualcosa di più  interessante prima? Poi suggerirei una morte più atroce- gli sussurrai all'orecchio.

-Vuoi davvero tradire... il tuo compagno?-

-Compagno?- scoppiai a ridere- Lui? Non si può definire compagno... é solo un idiota che non capisce quando é il momento di crescere... una femminuccia da quattro soldi che se la fai fuori nessuno si farebbe dei problemi-

-Eppure... prima non sembravo di questo parere- osservó, alzando il sopracciglio

-Forse perché temevo che mi avreste fatto fare una fine simile... e poi, avere dei lupi che ti ringhiano ai piedi del divano... non é molto abituale per una come me- accennai un altro sorriso, strusciandomi appena contro di lui, quasi fossi un cane, cosa che a quanto pare ebbe molto effetto su di lui, tanto che per un breve secondo vidi brillargli gli occhi.

A questa frase, lui mosse appena la mano verso probabilmente gli animali che avevo appena nominato.

Li sentii dileguarsi lentamente dietro di me, zampettando fuori dalla stanza.

-Và meglio?-

-Direi proprio di sì- sogghignai, lasciandogli una rapida leccata sul mento - Vuoi divertirti con me, signore?-

-Fuori la gente- obiettò lui, serio, un tono che non ammetteva discussioni, con un piccolo sorriso tra le labbra, che definii più come un ghigno -Fuori tutti tranne il ragazzo. Lui deve assistere-

''Tipico maschio vanitoso'' pensai tra me e me, lasciando una seconda e una terza leccata, spostandosi verso il labbro inferiore

-Ma signore...-

-Ho detto fuori. Possiamo continuare dopo. Non azzardatevi a rientrare per nessun motivo-

Il leggero camminare alle mie spalle si alzò di volume, oltre agli animali, anche le persone iniziarono ad andarsene fuori, forse frustrate, forse un po' divertite dall'atteggiamento bizzarro del capo, forse deluse per non aver potuto assistere.

Lasciai che si tirasse un po' su per baciarmi, ma gli coprii le labbra con due dita, soffiandoci sopra.

Con la mano che fino a poco prima mi teneva fermo il fianco, mi afferrò entrambe le mie, puntando alla mia bocca per la seconda volta.

Non lo limitai e per quanto mi disgustasse, lasciai che mi baciasse e che si inoltrasse nella mia bocca.

Avevo ancora i piedi fermi tra le sue gambe e aspettavo il momento più giusto.

Feci in modo che mi girasse, così da essere dritta davanti a lui, seduta, le gambe ben piegate e i polsi non più tenuti da lui, che aveva appoggiato le dita sui miei fianchi, scendendo man mano.

Sentivo i suoi polpastrelli inoltrarsi al di sotto della stoffa, mentre prendeva a baciarmi il collo.

Lasciai che le mie mani vagassero su di lui, anche se impossibilitate a dividersi, sentendo una certa formazione di muscoli , raggiungendo man mano i fianchi, con le tasche dei pantaloni, in cui sentii la sagoma di un oggetto.

Contai in silenzio dieci secondi, poi, proprio mentre tentava di stendermi sopra al divano, prelevai l'oggetto dalla tasca e gli mollai un calcio nello stomaco con entrambi i piedi.

Lo vidi piegarsi dal dolore e non potei non sorridere.

-Nulla di personale- commentai, pestando con più forza il suo ventre, notando che cosa avevo raggiunto con la mano nella sua tasca, trovando un coltellino svizzero piuttosto interessante  -O forse sì. Qualche altra arma disponibile? Ce l'hai?-

-Maledetta...- sibilò, seccato, la voce ridotta in un tono acuto che avrebbe potuto far ridere chiunque, ma che mi limitò a sospirare

-Allora?-

-Nella... nella parte più in basso del pantalone-

-Mmmh...-

Schiacciai ancora col piede, ma con minore forza, cosa che comunque lo fece emettere dei versi abbastanza ridicoli, mentre io mettevo la mano nella parte più in basso della gamba dei suoi pantaloni, tirando fuori un arma abbastanza affilata

Presi in bocca il manico del coltello e, cercando di essere più rapida possibile, tagliai la prima corda, mettendo l'altra arma allacciata alla cintura.

Quando la prima cedette, passai a quella dei piedi, slegandomi dunque finalmente le gambe, in parte rigide, mettendo la lama al collo dell'uomo.

-Non provare a gridare o ti taglio la lingua- lo minacciai, seriamente irritata, spostandomi dalle sue gambe, facendo gesto a Task di avvicinarsi lui, così da non rischiare che l'uomo in qualche modo potesse fare stupidi scherzi.

Task si trascinò in mia direzione ed io mi sbrigai a tagliare i lacci perfino a lui, liberandolo, mostrando i segni rossi sulla sua pelle lasciati dal legaccio.

I serpenti che prima gli si erano attorcigliati addosso, ormai erano spariti.

Probabilmente dovevano essersene andati mentre distraevo l'uomo aggiornate difronte a me, piegato su se stesso.

-La seconda uscita da qui?- domandai,  facendo pressione con la lama su una vena del suo collo  dopo esserci riuscita davvero, facendolo sanguinare appena, il giusto per rendere il concetto.

-C'é... una porta finestra nell' ultima- mandó giù la saliva a stento, fissandomi.

-É la verità? Non stai mentendo, vero?-

Lui annuí così velocemente che mi fece capire chè doveva essere vero.

-Se non lo é e stai mentendo, torneró indietro e ti uccideró senza problemi.-

Annuí di nuovo, con un accenno di disgusto e seccatura nello sguardo.

-Ci sono per caso delle guardie fuori?-

-No-

E una volta ottenuta la risposta, mollai un cazzotto in faccia all'uomo, abbastanza forte da stordirlo per un po'

-Molto bene- feci una breve pausa, tirando giù la maglia rapidamente, dandogli una veloce ripulita, come se cercassi di levarmi di dosso la presenza di quel tipo -Andiamo- sbottai, lanciando un occhiata a Brandon che annuì di risposta, senza dire nulla, ma allo stesso tempo senza evitare di mostrare un leggero disappunto.

Più che leggero, fin troppo evidente per i miei gusti, ma feci finta di niente.

La cosa importante era uscire da questo posto, prima accadeva e meglio era.

Ci ritrovammo ad accelerare il passo in un modo tale da perdere quasi il fiato, correndo quasi, cercando l'uscita.

Sentivo il battito cardiaco rimbombarmi nella testa, il bisogno costante di fuggire il più lontano possibile da un posto simile.

Superammo diverse stanze, praticamente enormi, coi soffitti alti e le pareti decorate di ghirigori oro, argento e bronzo.

Erano così grandi che mi davano più che la sensazione di mania di riempirle.

Prima di raggiungere la porta finestra, superammo almeno quattro camere da letto.

-Qui- feci, lanciando un occhiata all' esterno

-Mi sembra sia stato troppo facile- commentó lui, quando fummo a tre passi dall' uscita.

-Troppo facile?- ribattei seccata, aprendo la porta finestra e passando oltre ad essa- Cosa vuoi, che i lupi siano dietro la...-

Non potei finire la frase che li vidi.

Ringhianti, rabbiosi, minacciosi come poco prima, forse anche di più per via della mancanza del padrone.

-Dicevi?- ribatté lui con tono sarcastico

-Task... taci-

I lupi ci fissavano dritti negli occhi, con i loro che luccicavano come pietre preziose.

-Siamo letteralmente con le spalle al muro- borbottai

-Invece no... i lupi hanno paura del fuoco e pochi sanno nuotare-

Alzai le spalle con un cenno d'assenso - Li stendiamo-

-Ma prima... Rimangiatelo-

-Cosa? Quello che ho detto per salvarti il didietro? Ti sembra il momento per fare l'offeso?-

-Se mi serve per alimentare le mie braci, sí, quindi rimangiatelo- inclinó la testa- Ah. E scusati-

-Mi stai prendendo per i fondelli?- sbottai esasperata

-No, sono serissimo-

Formai una bolla d'acqua con le mani, buttandosi dritta sul muso ad uno degli animali, il quale, per l'impatto, uggioló, indietreggiando codardemente, facendo lo stesso con altre due bestiole, che peró tornarono immediatamente all' attacco, senza farsi particolari problemi.

A quanto pareva, l'acqua non li spaventava molto.

Riprovai ancora, ancora ed ancora, ma nulla da fare, non ottenevo i risultati sperati e i lupi si avvicinavano sempre di più, con un camminare lento ed inquietante.

-Me le rimangio, ok? Erano solo balle che mi sono inventata sul momento per rendere la cosa più credibile...- alzai gli occhi al cielo- Scusa, d'accordo? Ora fai quello che devi-

Una fiammata brució nell' aria, facendo immediatamente correre via tutti gli animali, spaventati, che si dileguarono ad una tale velocità che mi fece spalancare gli occhi dalla sorpresa

Guardai Task, il quale ricambiata lo sguardo, come prendendomi  in giro, finendo poi coll'afferrare il mio braccio e iniziare a correre verso l'altra parte del bosco.

Mi ci vollero una decina di secondi per realizzare che avevo avuto ragione.

-Mi hai presa davvero per i fondelli! Altro che serietà! Eri già pronto a colpire, non ho ragione? - borbottai, irata, lasciando che mi trasportasse verso la radura, vogliosa di strozzarlo.

-Lo ero. Ma sono più che sicuro che se non ti avessi obbligata a dirlo, non ti saresti mai scusata- fece una breve pausa, velocizzando ancora di più il passo, fino a farlo diventare quasi impossibile da mantenere.

-Soddisfatto ora?- chiesi, dimenandomi dalla presa della sua mano sul mio polso, guardandolo più che male.

-Sinceramente? Moltissimo-

Scossi il capo, innervosita e frustrata, così tanto che quello che feci fu istintivo.

Gli andai davanti e gli mollai uno schiaffo tale da farci rimanere il segno delle mie dita.

-Non sei un idiota, sei un deficiente,  ecco cosa sei- urlai, ribollendo di rabbia, stringendo i pugni, quasi a conficcare le unghie nella pelle -Io l'ho detto per aiutarti e tu ti comporti così? Facendo in modo che dei lupi provassero ad ucciderci davvero a meno che non mi scusassi? Ebbene,  sì, sei un pieno deficiente-

Respiravo quasi a fatica dalla rabbia, così tanto che questo respirare talmente affrettato mi faceva pensare che sarei potuta svenire di nuovo, cosa che preferivo nettamente non fare.

Lo vidi coprirsi la guancia col gomito e lanciarmi una nuova occhiataccia, seguita da un secondo accelerare e dal silenzio.

Un silenzio pesante e decisamente rigido che pesava sulla mia testa come un maledetto macigno.

Volevo gridare ancora dalla frustrazione, ma mi limitai a trattenermi e a camminare.

La radura sembrava sempre uguale, pareva ripetersi, tanto che non potevo non chiedermi come ci si orientasse, cercando di sbollire almeno un po' il nervoso accumulato.

Pareva quasi stessimo girando in tondo, eppure non era così,  anche perché si poteva capire tramite il terreno, bagnaticcio, ma senza impronte di alcun genere.

Mi parve di avanzare per ore prima che ci trovassimo davanti ad un fiume che attraversava di netto la radura, scrosciando rumoroso.

Non c'era ponte per superarlo, né una barca e tantomeno sembrava attraversabile.

-Rallenta il corso dell' acqua-

-Non ordinarmi cosa fare- sbottai, cercando in tutti i modi una soluzione che non implicasse eseguire a macchinetta ciò che mi diceva.

-Sì, ok- lui voltó la testa, infilando le mani nelle tasche.

Feci un solco nell' acqua piuttosto piccolo, muovendo le mie, una da un lato, una dall' altro.

Ci passammo attraverso e io mi trattenni vivamente da non lasciarla andare per infradiciargli le gambe.

Camminammo ancora abbastanza a lungo, battibeccando ogni tanto su cose che ci venivano in mente, discutendo come bambini, tanto che buona parte erano insensate, banali e non avevano né capo né coda.

Avanzammo fino allo stremo, decidendo di fare dei turni per non rischiare di finire in un caso uguale a quello con quegli uomini, cosa che, sinceramente,  non volevamo nessuno dei due.

-Faccio io il primo turno- commentó lui

-Scommetto che ti addormenterai subito- ribattei -Lo faccio prima io e basta-

-Senti- lo vidi mordersi il labbro inferiore-Almeno su questo... non litighiamo. Se hai voglia di riposarti dillo e basta. Io al momento non me ne sento in grado, non di chiudere occhio almeno, quindi sii sincera- si strinse le gambe al petto, appoggiando la testa al ginocchio.

-Sono stanca, ma non in questo modo, non ho sonno- tirai un sospiro -Non mi reggono più le gambe, ma non credo che riusciró a dormire - mi passai una mano tra i capelli, sbuffando.

Di nuovo caló il silenzio, interrotto solo dal vento che pareva gridare tra le foglie, agitandole e trapassando ogni cosa, che fosse viva o non.

Rabbrividii quando una folata mi si addossó, stringendomi le gambe colle braccia, chiudendo appena le palpebre e sospirando amaramente.

Detestavo ammetterlo, ma da una parte anche lui aveva ragione.

Se non mi avesse obbligata, probabilmente non gli avrei mai chiesto scusa.

E non tanto perché fossi orgogliosa o altro.

Non lo facevo perché lo avevo chiesto fin troppo, all' orfanotrofio in cui ero cresciuta.

Mi ricordavo perfettamente quando mi costringevano a mettermi in ginocchio, mostrare le mani ben aperte a terra, scusarmi, per poi ricevere una frustata dritta sui palmi e due o tre sulla schiena.

E tutto perché probabilmente facevo qualcosa che gli altri trovavano sbagliato, ad esempio leggere in biblioteca... o sgaiattolare fuori, nel parco, giocando fino a sera, rimanendo scalza e stando soprattutto sull' altalena.

Non ero mai stata fatta per le costrizioni, né per le regole.

Vidi Task appoggiare la testa al fusto dell' albero, fissando il cielo, i capelli rossi che, sempre in disordine, cercavano di coprirgli gli occhi verdi.

Per un attimo mi chiesi se i momenti in cui li vedevo gialli erano solo delle mie impressioni o altro.

"Non ha importanza, lasciamo perdere che é meglio" pensai, sbuffando, giocando con una mia ciocca di capelli.

-Mi dispiace...-

-Eh?-

-Hai capito benissimo Silver, non farmelo ripetere, altrimenti mi riprendo le scuse- ribattè, continuando a fissare in alto, come se non volesse guardarmi e si vergognasse.

-So che non avrei dovuto farlo. Atteggiandomi da idiota, se non avessi fatto qualcosa per davvero, ci saremmo rimasti secchi. Se fossi stato io da solo, okay, ma non voglio che qualcun'altro muoia per colpa mia. Non di nuovo.-

-Qualcun'altro?- chiesi, aggrottando la fronte

Non capivo di cosa stesse parlando.

Chi era morto per colpa sua ?

Era forse per questo che mi pareva si odiasse già da sé?

-Non te l'ha detto proprio nessuno?- fece, con tono retorico, abbassando il capo per posare lo sguardo dritto davanti a sé

-No... di che stai parlando?-

Si rabbuió vivamente, mordendosi il labbro e chiudendo gli occhi.

A vederlo così, trattenni il respiro.

Sí, era nettamente visibile il fatto che si odiasse.

-Io... ho praticamente ucciso mio padre... per colpa mia é stato catturato, torturato ed ucciso- fece una pausa abbastanza lunga, tale che, per un attimo, mi chiesi se non avesse deciso di tacere o se fosse sul punto di piangere -Se non fossi così platealmente inutile e stupido, forse non sarebbe morto davvero-

-É per questo allora che ti offendi sempre quando ti prendo in giro, vero? Certo, forse io sono un tantino...-

-Piú che un tantino- mi interruppe, cosa che mi portó a fargli una pernacchia di risposta e che, stranamente, gli fece accennare un sorriso

-Non interrompere che é una cosa complicata da dire!... Forse io sono un tantino... pesante... però se tu te la prendi é perché lo credi vero, ed é come se te lo rinfacciassi, giusto?- lo guardai negli occhi, aspettando che ricambiasse lo sguardo.

Ci volle un po' prima che accadesse, ma una volta che successe, la risposta era evidente.

Era così, era davvero così.

-Ebbene... usalo-

-Cosa?-

- Il tuo obbligo... devi obbligarmi a fare qualcosa, no? Dopotutto hai vinto la sfida, dimmi cosa devo fare-

Lui sbatté più volte le ciglia, incerto, aggrottando la fronte.

Sembrava a disagio, come se non sapesse se dire o no la propria richiesta.

-Quindi...?- domandai, tendendomi verso di lui-  Non mi chiedi di piantarla di insultarti o cos'altro?-

-No-

-No?!- lo urlai quasi, incredula dalla risposta ottenuta, che sinceramente non mi sarei mai aspettata.

Mi sarei aspettata un 'sí, dacci un taglio' decisamente rude, o qualcosa di più delicato, come un 'sí, per favore' o in generale un semplice 'sí'

Eppure aveva detto no.

Perché aveva detto no? Se non sopportava che lo facessi, allora perché non approfittare di tale vantaggio?

Proprio non riuscivo a capirlo.

-No- confermó lui, tranquillamente, fissando altrove.

"Allora qual'é l'obbligo? Quale sarà mai?! Forse che gli chieda ancora scusa? O qualcosa di simile? Perché se no cosa mai potrebbe volere che faccia? Magari che sia una sorta di sua schiava personale o..."

-Abbracciami- mi attiró a sé con un braccio, facendomi appoggiare al suo petto -Abbracciami e sta' zitta-















 

  
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