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Autore: VeganWanderingWolf    01/10/2017    0 recensioni
Serie di righe dedicate ad alcune lei di cui mi è rimasto il ricordo in forma di impressioni un po' sommarie, un po' crude, un po' plastiche, un po' incarnate in una sola delle loro caratteristiche, o in uno specifico periodo delle loro vite, a seconda delle persone e dei gradi di conoscenza che ho avuto di loro. 'Di nuovo', è un po' come rivederle, anche se malformate attraverso il ricordo e il tempo. - Ogni nonsense è a sé... dunque, le variazioni sono potenzialmente infinite, descrivendo una 'lei' dall'esterno, o è la 'lei' in questione l''io' che parla, e così via e così via...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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.midnight was lost.

 

La mezzanotte si avvicina con un felpato passo

di danza magistralmente elegante

e tu sei un corvo sul ramo fuori dalla finestra

mi guardi, di sbieco

il becco non può sorridere ma so cosa pensi

lo vedo nel modo in cui un inesistente vento t'arruffa le penne

sei divertita

chiedendomi se credo nelle streghe, nei fantasmi, nelle stregonerie

e so che non darti così tanta soddisfazione di risposta

ti farà emettere il verso cupo e sottilmente inquietante

lo sgraziato gracchiare che un tempo si credeva auspicio di morte

Oh, sorella, ma non saremo che morti quando cesseremo di vivere

o meglio, non saremo più, e allora perché preoccuparsene in anticipo?

Spicchi il volo e te ne vai, con un ché di irritatamente annoiato

e riconosco il trucco, pretendi di sparire così

ma credimi, so il gioco quanto te oramai

 

La mezzanotte scivola via mentre si è distratti

si dimentica la questione di controllare che non succeda niente di insolito

giacché l'insolito è dietro l'angolo ad ogni ora di notte e giorno, forse

dacché l'insolito è una regola, forse, per chi non ha bisogno di lineari illusioni

e qualche incrollabile certezza confezionata a puntino e venduta con fanfare di saldi

O forse è solo l'età, perché anche quella scorre via

e se va bene si è ugualmente distratti, tante cose... così tante cose e persone...

Ma i pensieri accellerano e il cuore batte più forte

il sangue assume una limpidità greve, una rapidità fluida e densa

si aggrovigliano, ricordi di un passato che si teme qui e là di non ricordare così bene

annotazioni sommarie di un presente sfuggente coagulato in una scintilla di istante

la preziosità è relativa, come ogni cosa, ma sarebbe sciocco usare bilance

Infinite variabili, prometti, raspando con le unghie alla porta socchiusa

il manto pelame di qualsiasi forma tu abbia assunto sussurra

volutamente troppo piano per distinguere le parole dischiuse

ma non hai bisogno che ti sia aperta la porta, eppur vorresti strappare un invito

 

Ed è solo all'una che inizia il vero viaggio perduto

a dimostrazione che ogni regola è viva solo quando infranta

ma il tempo ormai smette di aver senso, semplicemente continua a scorrere

e non si fa più caso, non si può più, alle consuete leggi spaziali o di senso alcuno

poiché il significante diventa sottile e a mille facce

e il significato ambiguo come una madreperlacea chimera inafferrabile e sinuosa

Tu sei entrata, alfine, accolta o meno, sai di essere bene accetta

che ti sia concessa udienza formale o pazienza affettuosa, perché dovrebbe far differenza?

che ti sia recata benedizione o maledizione, perché dovrebbe importare?

che ti si dia corda oppure si cerchi vanamente di ignoranti, perché dovrebbe ostacolarti?

Hai preso sembianze qualsiasi o nessuna affatto, sei rapace di natura

ma sai pingerti benevolmente gentile o misteriosamente enigmatica

multiforme quanto l'ingegno più drasticamente complesso e la più fulgida delle candide fantasie

ogni definizione, alfine, ti scivolerebbe addosso come seta sull'olio

affondando in un infinito incalcolabile che rifiuta indifferentemente ogni guida

poiché solo l'artifizio importa, di sapersi abbandonare, perdendosi senza andare perduti

 

Verso le due insorge un tagliente sospetto

a proposito dell'essere matti troppo santificati o troppo dannati lucidi condannati

perpetuamente in balia di una danza apparentemente senza inizio né fine

si inizia a dare udienza a chiunque, porti doni o torture, spesso entrambi dopotutto

indistinguibilmente avvinghiati in un vorticoso artelato senza superficie né fondo

aggrapparsi da qualche parte ridurrebbe in raggiati strappi

farsi prendere dalla paura farebbe precipitare tutto quanto nell'oblio

e cercar salvezza quando si sa di esser pur sempre scampati sarebbe pretenziosamente ridicolo

Hai perso ogni forma, dimensione e contorno, sei tutto e niente insieme

potenzialmente, un'ispirazione così elevata da dare le vertigini e pensare

eccoci, alfine abbiamo bucato il soffitto e stiamo fuoriuscendo dall'atmosfera a scoppiare

troppo ossigeno, o forse troppo poco, e possiamo solo ridere di noi stessi per tenerci legati a terra

potenzialmente, una caduta così rapida da traforare strati fino al centro bruciante planetare

potremmo ridurci in una poltigliosa lava infuocata e tanta profondità ci darebbe alla testa

troppo denso, o forse troppo poco, e dobbiamo per forza riconoscere come siamo nel bene e nel male

poiché solo con una riserva di acuta e pungente ironia, alfine, ci traiamo dagli estremi assoluti e accecanti

 

Intorno alle tre è ormai divenuto chiaro come il sole

poiché sebbene l'astro sia dall'altra parte del pianeta

e l'altr'astro affondato oltre l'orizzonte od ormai vers'esso avviato con placida calma

che siamo dalla testa ai piedi in un mondo molto diverso, ampliato e amplificato

non si contano le fascinazioni per questo o quel menù di bizzarrie

le possibilità appaiono davvero infinite nell'intersecarsi e separarsi selvaggiamente

E come avevi promesso, sei qui in tutto il tuo splendore, sei ovunque e da nessuna parte

inconsistente, meno di un filo di rugiada sulla pelle dura delle ali di una libellula,

ninnananna di una fortuna che non si preoccupa di tenere il conto delle sorti

inconcepibile come il sogno che si è tralasciato di dormire per queste notti e diventa comunque fiaba

tauromachia di una pericolosa sfida alla ferocia della belva che si ciba di illusioni e ne fa racconti ad occhi aperti

innegabile come uno spirito che non si riesce a seppellire e abbandonare finché si ha respiro

Dunque, ho cercato di ricordare se eri già lì quando nacqui, o se fummo separati più avanti

se torni a cercarmi quando l'ora è proficua e il senso comune benpensante è placato nel suo sano riposo

magari fermando gli orologi che credono di continuare a scorrere, per sciogliere il sangue dalle corde

 

Quando tra le cinque e le sei l'appressarsi dell'alba inizia a rischiare il mondo

e la luce ancora non disturba ma fa sbattere le palpebre, sorpresi di essere ancora tutti interi

di essere lì dove ci si era lasciati e allo stesso tempo dopo aver percorso incalcolabili miglia

in chissà-un-dove che si inizia a intravedere sempre più confusamente ora

mentre il burlesco modo dell'indaco fumo da finale imminente inizia a spirare in una gioconda nebbia

si sa con certezza che non si saprebbe mai raccontare esattamente, nemmeno a noi stessi

Inizi a sembrare piuttosto stanca, ora, felinamente soddisfatta ma anche annoiata

l'equilibrio inesistente si sta lentamente e inesorabilmente iniziando a scheggiare di troppo nitidi graffi

lo stato di indecente grazia mistica si sta irriguardabilmente spiegazzando ai margini

ricominci ad assumere forme svarianti, mentre la danza diviene un po' troppo rigida e quasi meccanica

il tempo sta tornando, i meccanismi fremono per scaldarsi, saranno presto pronti a ripartire

cerco di trattenerli, ma sorridi divertita, apprezzando comunque l'omaggio del tentativo

onestamente cavalleresco, per la verità totalmente donchisciottesco, di rimandare la tua dipartita

E mentre le mie forze iniziano a frammentarsi in un'irritante discontinuità, ballando ancora ma incespicanti

e zoppicanti, poiché qualcuno sembra sostenere che dovremmo rimetterci le scarpe per poter essere in piedi

indiscretissime domande artificiali iniziano a turbare l'incantesimo senza magia, come un esercito di gelido raziocinio

 

E da qualche punto in poi non meglio individuato, il sole sta sbucando dalle sue vie sotterranee

non si può resistere al carro che arriva a conquistare ogni cosa non voglia rifugiarsi in ombra

e l'effluvio di diversi ragionamenti si scontra micidiale con ciò che lo aveva preceduto, spazzandolo via

Se la natura ci è data quanto ce la diamo, se il coraggio si conquista quando non ti si sfugge vanamente

rinchiuderti non ti lasceresti, negarti ne rideresti, distruggerti si rivolterebbe contro

farti assecondare regole ti rovinerebbe e lasciarti far come vuoi sdoppierebbe tutto in alternanza

la sovrapposizione è consigliabile, ma ancor meglio è la commistione perpetua

fragile come il cristallo di un vetro assottigliato con perizia da pellegrino incallito

farti prevalere e inchinarsi ti renderebbe così grandiosa che divoreresti ogni cosa, finanche me, completamente

per cui un’incredula sorta di risveglio da una veglia presso ad un lumicino buio quanto l'oscurità e sfavillante come stella

mi riscopre come un vecchio gufo rattrappito che cerca di capire cosa l'abbia investito, forse un'auto pirata

perché è parso come di essere rotolati su se stessi per ogni angolo di cervellotica e favolesca galassia

prima di essere lasciati di nuovo lì da dove si era partiti, e rivedendo i propri pensieri non ci si crede

Inizia una preoccupante processione di improbabili teorie e trucchi da acrobati di ben cesellate se va bene mezze verità

qualcuno chiama alla sbarra divinità, demoni, scherzi della mente, allucinazioni, stati alterati, sostanze, geometrie stellari...

Ed è allora che so per certo, senza nemmeno gettar sguardo, che te ne sei andata

o forse ben camuffata, assisti allo show di chi tenta anche solo di descriverti, sorridendo estremamente divertita

un poco orgogliosa di aver generato tanto scompiglio, e vagamente smorfiosita da tante attenzioni

 

 

 

 

Note (no, non sta diventando un vizio, ma questo è un altro dei pochissimi casi in cui ne necessitavo) – in ogni caso consiglio di leggerle solo dopo aver letto quanto sopra

-      Alcune parole non esistono proprio in italiano. Sono miei “giochetti” scaturiti dall’”ispirazione”, ma soprattutto sono una sorta di necessità laddove le ho usate, ovvero mi era impossibile trovare dei corrispettivi che mi dessero altrettanta soddisfazione dal punto di vista di suono e significato etc. etc. Dovrebbe essere in ogni caso per ognuna di esse intuibile il significato per quanto inventate, specialmente perché spesso sono “deformazioni” di parole realmente esistenti.

-      Questa scribacchiatura l’ho buttata giù (diverso tempo fa) come una sorta di ‘omaggio’ all’ispirazione. Il motivo per cui è incentrata nelle ore notturne non è casuale. Come forse saprete bene se siete scribacchiatori/trici anche voi, è proprio in queste ore notturne che si vive più facilmente una sorta di sabba di ispirazione come mai in altri momenti della giornata. Non per niente diverse culture mistiche insistono proprio su questi orari (ore delle streghe, dei fantasmi, dei morti che camminano sulla terra, di predizioni da oracolo, allucinazioni mistiche, deliri più o meno ispirati o creativi, quello che volete). Personalmente tendo a credere al fatto che semplicemente il nostro biologico interno è sincronizzato su robe tipo l’andamento di ore di luce e ore di buio e luna e via dicendo (come le maree insomma he he), e quindi in questi orari (e a queste latitudini, altrove non so, forse le regole cambiano) il cervello si accende come un albero di natale (n.b.: i neuroni sono le lucine, in pieno cortocircuito peraltro). Aggiungere a questo il dato molto pragmatico (ma non per questo meno importante, sia detto) che probabilmente molti di noi scribacchiatori/trici della domenica (appunto) non troviamo facilmente tempo tra gli altri impegni della nostra vita per scribacchiare e finiamo per farlo di notte (hem, già, quando sarebbe molto più sano dormire, tipo). Ma il mio omaggio piuttosto che per i fenomeni puramente fisiologici o pragmatici opta, per puro sollazzo (esercizio) scribacchiatorio, per una sorta di “impersonificazione” (naturalmente in versione mistico-aulica e decisamente poco tangibile, eventualmente con sfumature da divinità) dell’ispirazione. Come avrete intuito, naturalmente ho giocato anche su altre possibili interpretazioni e parallelismi… e quindi, per quanto scaturito originariamente come omaggio all’ispirazione, può essere letto anche come un incontro con una lei decisamente realmente esistente che però viene narrata e descritta poeticamente sotto diverse sembianze. Per questo, aldilà di questa mia nota o di qualsiasi altra cosa, lascio del tutto alla vostra libera interpretazione come prendere questa scribacchiatura. La natura di omaggio resta. Omaggio disincantato ma non per questo meno dedito (anzi).

-      Confessione: non l’ho riletta interamente prima della pubblicazione, mi sono arreso all’altezza dell’inizio dell’ultima parte per via di tempo etc. Tuttavia non dovrebbe esserci niente di orribilmente erroneo, considerato che l’avevo riletta altre volte nel frattempo da quando la buttai giù.

  
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