Ho voluto trasferire nel mio nuovo account questa oneshot perché significativa per me. Questo lavoro
è stato il mio regalo di compleanno per una personcina speciale e
dolcissima, Ken, che è nata nello stesso giorno di Eijun ed ama il fluff tenero e morbidoso, ma senza zuccheri aggiunti; così è nata questa storia è ambientata in un universo alternativo che vede
protagonista un Eijun nel giorno del suo quinto compleanno, pronto a
festeggiare il compleanno di Kuramochi (una menzione d'onore che gli
dovevo) e pronto a pretendere un regalo speciale da Miyuki, il suo
baby-sitter. Essendo piccolini ho voluto mettere in corsivo la R (che andrebbe letta come una L), ma senza scrivere frasi sgrammaticate: un linguaggio infantile ma comprensibile.
Spero possiate apprezzare e lasciarmi la vostra opinione.
Home run.
Non
è esattamente
un polipo con un vestito fiorato quello che esce dai pennarelli di
Eijun che – guance gonfie, offeso – continua il suo capolavoro
impiegando tutte le sue energie nel colorare quegli spuntoni verdi
che non sono un riccio sulla testa di supposto polpo.
Eijun
pensa che Miyuki Kazuya sia davvero antipatico, ogni volta
che disegna interferisce con la sua arte, vedendo cose che –
evidentemente – non sono sul foglio. Basta
guardare il colore verde-albero-di-natale
per capire che ha disegnato il fratellone Kuramochi, il
quale sta
portando un mazzo di fiori alla sua dolce metà – certo, ancora non
ha disegnato il fratellone Ryo-san, ma è solo perché sta
cercando i colori giusti.
Forse
è perché è un quattrocchi, persino Satoru è d'accordo
con Eijun: una
volta ha
scambiato il suo orso polare per una foca, offendendolo
seriamente:
“lo
sanno tutti gli
orsi
polari
mangiano le foche, non possono somigliarsi!”.
Secondo
Harucchi invece è come dice sempre sua madre: l'adolescenza è
difficile, è tutta colpa di alcune cose chiamate osmoni
o forse umori
– ma
hanno convenuto si trattasse di umori
– che rendono
complicati e sciocchi tutti gli adolescenti. Harucchi ha
puntualizzato
però che il suo fratellone è un'eccezione, lui non ha gli umori
impazziti come tutti gli altri adolescenti, i suoi umori
funzionano bene.
Quando Eijun ha chiesto a papà Chris cosa sono gli
umori, lui gli ha detto:
“sono quando sei felice o triste”
e Eijun – che è intelligente – ha chiesto se quindi gli umori
possono essere buoni o cattivi e
se gli adolescenti hanno umori cattivi; papà Chris ha confermato i
suoi dubbi che hanno dato inizio a profondi calcoli e profonde
meditazioni che solo i bambini intelligenti e grandi osservatori
di shōjo manga possono concepire. Ha
studiato un piano, con il miglior amichetto Harucchi, e il piano –
in verità – è il regalo che vuole fare al fratellone Kuramochi il
giorno del suo compleanno: lui è sempre di cattivi umori a causa del
suo (non tanto) segreto amore per Ryo-san – che ha i buoni umori –,
se solo Ryo-san conoscesse i sentimenti di Kuramochi allora anche Kuramochi
potrebbe avere buoni umori!
La maestra Rei-chan ha insegnato loro a
disegnare sui fogli quello che sembra complicato dire a parole, lei
dice sempre di disegnare i loro sogni e desideri perché è
più facile farli capire ai più grandi, così Eijun
– per il suo importante quinto compleanno – ha consegnato a
quel
disgraziato di baby-sitter che è Miyuki il suo foglio, perché lui non
ha
tempo per organizzare il suo compleanno, con Harucchi deve
preoccuparsi dell'importante quindicesimo compleanno del fratellone
Kuramochi!
Kuramochi non
è esattamente suo fratello – come papà Chris non è il suo vero
papà – ma è un adolescente che si è occupato tante volte di lui,
gli ha insegnato come lanciare le palle da baseball insieme agli
altri bambini del quartiere, grazie a lui ha conosciuto Harucchi,
Shinji, Hideaki e anche quel musone di Satoru; Harucchi dice che
questo fa di Kuramochi un fratellone, perché come Ryo-san ha
insegnato anche a lui il baseball, gli ha insegnato a battere le
palle.
“Eijun, perché
Miyuki è in cucina da tanto tempo?” domanda con curiosità il
piccolo Kominato che dalla sua postazione di disegno cerca di dare un
senso ai movimenti del loro baby-sitter che sta girando con un
grembiule bianco che ogni tanto riceve lo sguardo interessato di
Eijun, il quale
esita un po' prima di rivelare cosa sta accadendo.
“Gli ho
dato il mio disegno dei desideri”.
“Oh”.
Lo stupore
consapevole di Haruichi scatena un colorito divertente sulle guance
di Eijun, ad Haruichi diverte molto vedere Eijun colorato, sa che
accadono cose importanti quando si colorano le guance – glielo ha
rivelato il suo fratellone.
“Hai messo tanti cuoricini
nel tuo disegno Eijun?”.
“Certo!
Ho messo anche gli adesivi” afferma con voce grossa, a
dimostrazione del fatto che lui è serio e fa sempre le cose per
bene. Dedica sempre molta cura ai disegni, non vuole mai tralasciare
alcun dettaglio e sbagliare i colori, per questo impugna ben cinque
pastelli (gli piace mischiare pennarelli e matite, come tutti gli
artisti sperimenta) di tonalità rosa diversi, avvicinandoli ai
capelli di Harucchi che
afferra con delicatezza:
è alla ricerca del rosa Kominato! Scarta subito il fuxia, il
rosa-maialino e il rosa-non-rosa che gli adulti chiamano salmone (lui
non li ha mai visti i salmoni, per questo usa per praticità il nome
rosa-non-rosa); indugia sul rosa-vestito-barbie che è il colore
preferito di Haruno-chan e
riprende il pastello rosa-maialino per confrontarlo con il rosa senza
nome che… sì – è lui – è rosa Kominato!
Il dettaglio è
importante, il dettaglio è sentimento secondo la maestra
Rei-chan, per questo ha impiegato ben due giorni prima di consegnare a
Miyuki
il suo disegno dei desideri: c'erano troppi marrone-pupù,
marrone-pavimento, marrone-cestino-raccolta-differenziata-organica e
marrone-pupù-di-cane, era difficile scegliere tra quei colori per
trovare il colore dei capelli di Miyuki – non c'è nulla di quel
ragazzo che non sia complicato!
“Qual è il piano per la festa
di Kuramochi?”.
“Semplice Harucchi, quando tutti si
radunano davanti alla torta saltiamo fuori noi, fermiamo la festa e
diciamo a tuo fratello che Mochi lo ama tanto tanto e consegniamo il
disegno a tuo fratello!”.
Haruichi riflette e poi annuisce
vigorosamente con
un sorriso perché “è geniale!” e al suo entusiasmo Eijun si
passa l'indice sotto il naso compiaciuto.
Finiscono
in silenzio di ultimare il loro disegno condiviso: Eijun si è
occupato di disegnare Kuramochi e Ryōsuke,
mentre Haruichi si è occupato del prato fiorito, del cielo, delle
case e del bassotto che nessuno di loro ha ma che potrebbero avere e
– come nel disegno – potrebbero portare a spasso facendogli
indossare un collare di strass.
Così dedicati al loro operato sono
angelici, Kazuya li osserva dallo stipite della cucina mentre getta
un'occhiata al disegno che Eijun gli ha dato e che fa sorridere anche
un adolescente disilluso e cinico come lui: un triangolo stondato
lasciato bianco domina al centro della scena terminando con una palla
rosa e marrone che custodisce all'interno due cerchi che hanno dei
pallini color miele, al fianco c'è un ominide – suppone Eijun –
tutto nero con un papillon gigante rosso che abbraccia il triangolo e
sul cui volto (?) domina un sorriso rosso, come tutti i cuoricini di
cui ha riempito il disegno. Se può bastargli una torta gigante con
tanta panna per farlo sorridere così è più
che felice di contribuire, cucinare è il suo hobby; non saprà forse
fare bene decorazioni come gli ufo che Eijun vorrebbe, ma è sicuro gli
piacerà: la torta è tutta panna, è abbastanza alta e dentro ha tanto
cioccolato come tutti i bambini vorrebbero.
Lo spirito da
baby-sitter entra in azione quando vede Eijun tentare di usare i
colori a tempera, un tubino blu lo fa scattare e afferrare in tempo
una delle armi più temute dai baby-sitter; Eijun con la sua
camicetta bianca, il papillon rosso e dei pantaloncini eleganti deve
sopravvivere al pomeriggio per festeggiare in serata con Chris e
tutti gli amici che ha invitato.
“Che vuoi Miyuki Kazuya? Non
dovresti
occuparti
dei preparativi?”.
“Io ho già fatto tutto, ma è mio compito impedirti di
arrivare color puffo alla festa: a nessuno piacciono i bambini puffi”
Eijun sarebbe
anche d'accordo,
ma Haruichi si sente offeso e gonfia le guance aggiungendo – per
dispetto - un puffo al fiore vicino suo fratello, perché a lui i
puffi piacciono.
“A
Harucchi i puffi piacciono!”.
“Scusa Haruichi, non
intendevo…” ...iniziare
questo lavoro. L'ho fatto solo perché stimo fin troppo Chris-senpai,
perché è il mio idolo prima ancora che il mio coach,
ma
non dice niente del genere, piuttosto sposta l'attenzione sul
disegno: “allora chi sono quei due? Siete voi?” tenta di nuovo,
visto che Eijun si è offeso parecchio quando gli ha chiesto se stava
disegnando un polipo.
“Sono il fratellone Mochi e il
Ryo-san!”, Miyuki vorrebbe dire che effettivamente c'è qualcosa di
inquietante in quel disegno degno dei suoi compagni di squadra, ma
tace dedicandosi a mettere dritto il papillon di Eijun il quale –
alzando la testa – lo guarda assorto, con le guance colorate e le
mascelle tirate. Miyuki
sorride, Eijun è uno di quei bambini che gli suscita tenerezza, che
può ammettere esser carino, ma Eijun stesso gli leva il sorriso
voltandosi altrove prima di rivolgersi acido: “hai detto che è
tutto pronto,
no?”.
“...sì?” risponde incerto, cercando di figurare i
piani di quella piccola peste, angelica solo in apparenza.
“Non
ti vedo pronto”.
“Ma
lo sono” e non appena risponde una lampadina immaginaria
si accende: sta giocando al bimbo curioso Eijun, in realtà vuole
l'anticipazione della
sua torta con ufo! “Vuoi vedere la torta?”.
“Allora
iniziamo!”.
“Ma no, dobbiamo aspettare che arrivino Chris e
i tuoi amichetti”.
“Non c'è bisogno di farlo davanti a
loro” mormora con un certo imbarazzo che Miyuki non comprende, ma
lo spinge a prendere in braccio Eijun per mostrargli l'anticipazione,
chiamando a Haruichi a seguirlo in cucina.
“Quindi
lo facciamo?”.
“Ora ti faccio vedere, visto che sei impaziente”.
Apre il frigo
dov'è conservata la torta che ha impiegato qualche ora a montare: si
alza su tre strati di pan di spagna, ognuno farcito in modo diverso,
partendo dalla base di
cioccolato
al latte,
crema e cioccolato bianco; il tutto è coperto da glassa bianca e
panna, tanta panna, candida come nel disegno di Eijun su
cui trionfa qualcosa che ricorda – molto lontanamente – un ufo che Kazuya ha fatto con lo zucchero.
I
piccoli occhi color miele si dilatano e
studiano il dolce, Kazuya poggia a terra il
festeggiato
per
fargli avere un incontro ravvicinato
con la torta, seguito
da Haruichi che saltella dietro di lui curioso come un coniglietto.
Eijun guarda la torta, poi guarda Miyuki, per tornare a
guardare la torta con una certa incredulità e incrociare poi lo
sguardo con il baby-sitter. “Non mi piace la panna” sentenzia con
uno sguardo lucido di delusione che spezza il cuore e – per poco –
non
disloca
la mascella di Kazuya, ma non può discutere con un bambino di cinque
anni, deve
cercare piuttosto
di trovare una soluzione al disastro di panna. “La puoi togliere
tutta, dentro c'è il cioccolato! Ti piace tanto il cioccolato Eijun,
per questo ne ho messo tanto!”. Sembra
vendere bene il suo dolce, anche se tradisce un certo panico; ha
quindici anni e nessuna esperienza con i bambini, l'unica cosa che
può – e deve fare – è portare pazienza.
“Non importa”
fa Eijun cercando di fare l'ometto maturo, Chris è sempre fiero di
lui quando lo fa e questa è un'occasione speciale, molto speciale,
la più speciale di sempre.
“Piuttosto, dove sono gli anelli?”.
“Gli
anelli?” cade dalle nuvole Kazuya che è al limite della sua
pazienza.
“Gli anelli!” conferma con entusiasmo Haruichi che
inizia a ripetere con un certo divertimento la parola; se Miyuki
torcesse mezzo capello di Haruichi, Ryōsuke
torcerebbe
ogni cosa di lui, ma la tentazione è forte: è un baby-sitter
adolescente, non un santo pronto al martirio.
“Quali anelli?”
fa spazientito pentendosene un secondo dopo e ripetendosi con calma,
eppure Eijun sembra offeso da prima che Kazuya alzasse la voce. Ha
gonfiato le guance e lo guarda torvo, stringe anche i pugni per poi
camminare in modo goffo verso la sedia dove Miyuki ha poggiato il suo
prezioso disegno. Era tutto illustrato lì, era stato preciso come
non mai nel esprimere con colori e forme il suo desiderio, quindi lo
mette proprio davanti agli occhi di Miyuki Kazuya affinché veda
meglio o cambi occhiali. “L'anello di fidanzamento!” fa con
una vocina squillante, seguito in coro da Haruichi che si ripete con
acuti a prova di stordimento.
Inutile dire che Eijun è davvero –
ma davvero deluso – Miyuki Kazuya sembra proprio come le persone
anziane, come quella parola che non dovrebbe mai dire, ma che è
perfetta per Miyuki in quel momento. Non si fa remora per
gridargliela in faccia: “Miyuki Kazuya sei un rincoglionito!”
e nel dirla a pieni polmoni sputacchia e si agita, le ditina indicano
vari punti del suo disegno e ne spiega simbolo per simbolo.
“Non
possiamo sposarci
senza l'anello di fidanzamento e non possiamo mangiare
neanche la torta.
E poi tu devi indossare
il vestito bianco!” e gli indica lo strambo triangolo che è
chiaramente Kazuya in abito
da sposa con
i suoi occhiali,
abbracciato da Eijun – lo sposo col farfallino – che in ogni cuore ha
messo tanto amore.
Gli occhi lucidi di Eijun diventano una e
poi due lacrime che
si
versano sulle belle guance diventate anch'esse rosse. “Sei
tu non vedi? Hai i capelli marrone-pupu-di-cane,
solo tu li hai di quel colore!”.
Haruichi patta le spalle dell'amichetto, solidale al suo dolore e
indignato con Kazuya tanto da riservargli una di quelle speciali
occhiate Kominato prima di uscire dalla cucina e tornare al disegno
che ha bisogno di un cuore, come tutto il resto del mondo ne avrebbe
bisogno.
Miyuki Kazuya dal canto suo non ha parole né gesti
giusti, solo un grande senso di colpa che gli ricorda che lui è
l'adulto della situazione. Come può però dire a un bambino così
onesto che due uomini non si sposano? Come può dirgli che non
possono fidanzarsi, che Chris non ne sarebbe felice? Quel bambino non
ha alcuna malizia, ha qualcosa di puro da offrirgli che ha colorato e
riempito in un foglio bianco. Molte vite sono così nel mondo senza
amore – fogli bianchi – che possono fare la differenza solo
incontrando emozioni, incontrando colori, incontrando l'amore; quel
bambino con il suo strambo disegno ricco di cuoricini ha dato forma a
tutto quello che aveva dentro, a tutto quello che non sa né dire né
scrivere, ma che è tutto quello che ha imparato in cinque anni di
vita. Il piccolo Eijun gli sta insegnando quello che emeriti
saggi, scienziati nucleari, politici esperti in qualsiasi legge e
professori di questo cazzo non saprebbero mai spiegare, che
razionalizzano e etichettano come sbagliato, quando di sbagliato c'è
solo il mondo che non sa vedere con gli occhi di un bambino.
Kazuya
prende in braccio Eijun, chiude il frigo con un fianco e recupera un
simpatico fazzoletto profumato con l'ambiguo canarino Tweety: non ha
nulla di saggio da dirgli, ma le cose importanti si devono dire ed
ascoltare senza lacrime e senza il naso pieno di muco.
“Mi
dispiace, non
avevo capito il tuo disegno, sembrava una torta”.
“Perché
dovrei
abbracciare
una torta?
Mi sporco
se l'abbraccio!”
non può contestare una cosa tanto logica.
Dà un'occhiata a
Haruichi in sala – impegnatissimo nel
disegnare un cuore
– e
torna al cuoricino spezzato che ha tra le braccia.
“Tu non mi
vuoi bene Miyuki Kazuya?”.
“Oh no Eijun, non è
così”.
“Allora
sei stupido?”.
“Qualche volta, tutti noi più grandi siamo
un po' stupidi”.
“A causa degli umori
cattivi?”.
Miyuki ha un sorriso tirato, non ha idea di cosa
stia dicendo il piccolo festeggiato, non parla il linguaggio dei
bimbi – neanche quello di tanti altri umani in verità, ma in
particolare non quello dei più piccoli.
“Non sono di cattivo
umore, cercherò di spiegartelo col baseball: sai cos'è un home
run
Eijun?”..
Eijun annuisce, strofinando gli occhi che un poco gli
pizzicano. Papà Chris è il coach della squadra chiamata Seido, lui
sa tutto sul baseball e quel tutto lo insegna a lui giorno per
giorno. “È quando con la mazza colpisci forte forte la palla e
sparisce, così corri per tutto il campo e hai fatto un punto”.
“E
sei d'accordo che è una cosa importante e davvero grande?” il
bimbo annuisce, così Kazuya incalza: “e le cose così importanti
non tutti possono farle, lo sai?” e Eijun annuisce ancora,
togliendo la manina dagli occhi; lo sguardo torna curioso mentre
guarda Miyuki che è stupido – e quattrocchi – ma anche bello
bello, per questo merita tutti i cuoricini del suo disegno.
“Tu
oggi Eijun hai fatto un home
run
con quel disegno!”.
A Eijun sembrano parole bellissime e
importanti, lui è intelligente quindi sa cosa sta facendo Miyuki:
sta facendo un paragone. Eijun vuole mostrargli che è intelligente, così
– quando si sposeranno – Miyuki potrà essere stupido quanto
vuole, ci penserà lui a proteggerlo e ad essere intelligente al suo
posto, è un buon compromesso.
“Quindi vuol dire
che il mio disegno è importante?
Riconosci
il mio talento!”.
“Ma certo, proprio così. E proprio perché
il tuo disegno è come un home
run
mi ha confuso un po'. Quando
si inizia a giocare a baseball non si fa mai un
home run,
non capita mai, perché serve tanto tanto allenamento per farlo,
serve tempo, serve che si diventi grandi e si impari prima a
conquistare la basi, partendo dalla prima. Se un battitore alla sua
prima partita, senza che conosca le regole, fa un home
run
non sa che deve passare dalla prima, poi dalla seconda e dalla terza
base e tornare alla home
base”. Forse
è un discorso complicato, ma il linguaggio del baseball è
universale, è un gioco che tutti possono praticare, gli sport sono
belli per questo: parlano una lingua universale. Ed Eijun non lo
delude – capisce – e annuisce, è un po' insicuro, ma cerca di
fare il suo ragionamento: “bisogna prendere
una base alla volta, così si capisce il baseball. Gli home
run
sono solo per
campioni bravi
bravi”.
“Esatto e così è l'amore, tutto l'amore che hai messo nel
tuo disegno. Io non l'ho capito, perché devo ancora conquistare le
basi, imparare a giocare secondo le sue regole e le devi imparare anche
tu, perché è una cosa bellissima e grande e – per viverlo –
dobbiamo conoscerlo bene entrambi”.
Per una volta Miyuki
Kazuya non sembra tanto stupido; sembra tanto alto e tanto grande, ma
se è di fianco a papà Chris diventa piccolo e da papà Chris ha
tanto da imparare, esattamente come lui. Sembrava un risvolto triste
quella torta e il disegno incompreso, ma Eijun sta realizzando che
Miyuki Kazuya non è un caso così disperato e che quello non è un
no: anche senza anello il suo compleanno può essere felice, in fondo
è proprio tra le braccia della sua futura sposa-uomo.
“Ma
poi mi sposi?” domanda innocente e curioso, con due pozze d'oro che
scintillano di speranze e che vogliono una sola risposta,
affermativa.
“Pensiamo prima ad arrivare in prima base,
ok?”.
Eijun è un bambino intelligente, per cui sa leggere i
sottotesti ed è sicuro che quel tonto di Miyuki Kazuya non sarebbe
così sveglio, non coglierebbe l'atmosfera, non farebbe mai la prima
mossa. Per Eijun quello è un giorno speciale, sono i suoi cinque
anni, sono un'età importante che merita il papillon al collo che –
ancora una volta – controlla sia messo bene prima di tendere le
manine al volto del baby-sitter e poggiarle sulle guance che si fanno
rosse per l'occasione. Eijun è veloce e chiude – stretti
stretti – gli occhietti per poi premere le sue labbra contro
quelle di Miyuki. Dura pochi secondi il
contatto,
poi Eijun
fa scattare la testa all'indietro e riapre gli occhi illuminati
di una nuova luce;
mostra un sorriso ampio e bellissimo prima di urlare vittorioso:
“prima
base conquistata!”.
Miyuki
Kazuya non lo dice, ma nonostante l'imbarazzante distanza di dieci
anni tra loro quello era il suo primo bacio. I bambini della nuova
generazione gli fanno paura, spera solo il prossimo anno non tenti la
seconda base.
Eijun
corre via da lui, ha molto lavoro da fare per il compleanno del
fratellone Mochi, ma prima lancia ancora un'occhiata a Miyuki Kazuya:
ha le guance colorate! Ride, ha un fidanzato ora, tutto sarà più
impegnativo in questo quinto anno e il fatto che Miyuki Kazuya sia
stupido complica le cose, ma Eijun può sorridere e ritenersi davvero
fortunato, basta guardare Miyuki nel suo impacciato imbarazzo:
sarà pure stupido, ma è dannatamente carino.