Libri > Sherlock Holmes
Segui la storia  |       
Autore: Nini1996    07/10/2017    0 recensioni
"Il pomeriggio del 30 ottobre 1895 Londra era immersa in una nebbia più fitta del solito.
Le carrozze e gli omnibus attraversavano le strade della città con molta fatica.
Anche i treni viaggiavano a una velocità sostenuta per evitare incidenti.
Inoltre in giro c'era molta meno gente del solito a causa del freddo pungente degli ultimi giorni.
I londinesi preferivano stare al calduccio nelle loro case ed evitare di uscire, se non strettamente necessario.
Ad ogni modo la stazione dei treni era gremita lo stesso a causa di diversi convogli che per colpa della nebbia erano arrivati insieme.
Da uno di questi, proveniente dalla città portuale di Southampton, scese una giovane donna assieme a una bambina che doveva avere al massimo quattro anni..."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Lestrade, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La settimana passò senza grosse preoccupazioni.
Lestrade, pentito per come aveva trattato ingiustamente la ragazza, la andò a trovare in albergo. Catherine ne rimase piuttosto sorpresa.
Prima di tutto Gregory non conosceva il nome dell'hotel dove alloggiava e secondo bastava mandare un biglietto di scuse, non era necessario presentarsi di persona!
< Secondo me vuole che tu diventi sua moglie. > aveva commentato Queenie mentre faceva volteggiare in alto la povera Dolly.
< Ma cosa dici Queenie? Siamo solo vecchi amici. E poi non sei troppo piccola per pensare a certe cose? > aveva replicato la ragazza arrossendo un po'.
Lui e Gregory si erano conosciuti molti anni prima in un occasione delle più spiacevoli e dolorose. Il funerale della madre Paolina.
Catherine aveva appena quattordici anni ed era a pezzi.
Lestrade invece ne aveva poco più di ventisette.
Era uno dei pochi che si era accorto della presenza della giovanissima Andrews.
Gli occhi, i pensieri e le condoglianze erano tutte per il padre e il fratello gemello.
Catherine era come un ombra, un fantasma.
Eppure Gregory l'aveva notata. Piccola, rannicchiata in un angolino della cucina.
I due non avevano parlato a lungo. Il vecchio Andrews aveva lanciato un occhiataccia minatoria alla figlia e lei si era rifugiata velocemente nella sua stanza.
Negli anni seguenti erano rimasti in contatto e ogni anno si scambiavano gli auguri di Natale e Pasqua.
< Io vorrei un papà. > borbottò a un certo punto Queenie.
< Non funziona così Queenie. Lestrade è una bravissima persona ma non sono innamorata di lui. >
< Ma lui sì. Lo hai detto anche tu e poi ti ha invitato a teatro stasera. >
Catherine sospirò. È vero, l'aveva detto.
< Ma io non accetterò. Non è una cosa corrisposta. >
< Hai ragione, lui è vecchio. >
Catherine si mise a ridere.
Lestrade sarebbe passata a prenderla in carrozza alle otto in punto e sarebbero andati dritti alla rappresentazione del Don Giovanni di Mozart.
Mancavano dieci minuti ma la ragazza scese lo stesso per evitare di far aspettare troppo l'ispettore. Lui era già lì mentre rideva e scherzava al bancone del bar col signor Lewis.
Catherine fece mezzo sorriso.
< Signorina Andrews! > esclamò felice l'irlandese vedendola:< Il signore qui mi ha detto che avete risolto un caso di polizia! Siete una detective accidenti, non l'avrei mai detto! >
Sembrava euforico e a Catherine questo faceva saltare i nervi.
< Propongo un brindisi! > fece lui e il cameriere portò dello champagne. Come al solito Gordon Lewis pensava solo a bere.
Lewis preparò personalmente i tre calici e li porse ai due.
Catherine fissava in cagnesco Lestrade, ma lui le sorrideva come per dirle che sarebbe andato tutto bene.
< Alla salute! > disse poi scolando il bicchiere in un solo sorso.
Anche Gregory bevve il contenuto del bicchiere e soddisfatto porse il calice all'uomo perché gli e ne servisse dell'altro. Catherine invece si bagnò appena la lingua.
Il sapore era orribile! Senza farsi vedere buttò il liquido nella pianta affianco e finse che le fosse piaciuto.
Poco dopo Catherine e Gregory salirono in carrozza.
Catherine sospirò:< Perché? >
< Perché cosa? >
< Lo sai benissimo cosa Gregory. >
Lui sbuffò:< Non stare a preoccuparti troppo. Il signor Lewis è un ottima persona. >
< Non so. C'è qualcosa in lui che non mi convince... >
< Quando fai così sei peggio di lui. >
< Lui chi? >
< Holmes. Chi se no! Mi fa spazientire ogni volta, e anche tu. >
La giovane sorrise e lui anche. Le piaceva il sorriso di Lestrade e i suoi modi gentili.
E i suoi occhi scuri da furetto.
Forse ne era... innamorata?! No, no. Non era possibile.
< Catherine... > fece a un certo punto lui avvicinandosi.
< Cosa? >
< Devo dirti una cosa seria. >
Catherine scoppiò a ridere.

< Me la puoi dire dopo. Non voglio rovinarmi la serata. >
< Guarda che è una bella cosa > si arrabbiò lui. Sembrava piuttosto nervoso, anche più del solito. Non sembrava stare proprio bene.
La ragazza smise di ridere, voleva dire qualcosa ma da quando era partita aveva un forte mal di testa che le impediva di pensare.
Fissò l'ispettore, doveva trovare le parole giuste ma non le trovò.
I due si diressero all'opera. Durante la rappresentazione Lestrade si assentò molte volte e quando tornava era sempre molto pallido.

< Va tutto bene? > domandò la ragazza preoccupata.

Lui annuiva e le dava un colpetto sulla mano per tranquillizzarla. Ma la ragazza era sempre più convinta che qualcosa non andava.

Verso la fine del primo atto Gregory le disse che doveva andare via a causa di un problema grave riguardante la sua nuova tata.

La giovane annuì:< Vengo con te. Ti accompagno a casa, prendiamo la carrozza assieme. >

< Non è necessario. La mia abitazione è a meno di cinquecento metri da qui, farò la strada a piedi, tu è meglio se prendi la carrozza. > replicò lui porgendole il soprabito.

Catherine disse di sì e salì nella prima carrozza libera che si fermò.

< Gregory sei sicuro di stare bene?> domandò per l'ultima volta lei.

< Sto bene Catherine. Mi gira solo un po' la testa. > replicò l'ispettore sforzandosi di fare un sorriso.

La giovane disse al cocchiere di portarla all'albergo. Durante la strada Catherine continuava ad avere mal di testa a cui si era aggiunto un senso di nausea e una debolezza sempre maggiore. Cosa le stava succedendo?

Stava benissimo quando era uscita dall'hotel e anche Gregory, eppure entrambi si erano sentiti male! Forse erano stati avvelenati?

La ragazza si diede un colpetto un testa, come aveva fatto a non capirlo prima?!

Il panico l'assalì. Doveva andare di corsa all'ospedale.
Catherine si sporse dal finestrino:< Quanto dista da qui il Charing Cross? >
< Diverse miglia. Ci vorrà almeno mezz'ora, nella migliore delle ipotesi. >
Catherine era disperata. Se era quello che pensava, rischiava seriamente di fare la fine di suo padre!
< E Baker Street? >
Non seppe mai spiegarsi perché avesse detto quel nome e non il nome di un altro ospedale o clinica medica.
< Dieci minuti. > rispose.
< La prego corra a Baker Street. > lo implorò lei.
Il cocchiere annuì. Aveva capito che la situazione era grave.
Appena la carrozza si fermò Catherine si precipitò verso l'appartamento, ignorando nausea, vertigini e tachicardia.
< Che cosa succede? > domandò lui in apprensione appena apparì sulla porta.

< Ci hanno avvelenati, temo sia arsenico. > pianse la ragazza.
< Ci hanno? >
< Io e Lestrade. Siamo andati assieme a teatro, e prima c'era Lewis, e lo champagne... quel maledetto deve aver avvelenato il vino, non c'è altra spiegazione. >
Catherine disperata fissava Sherlock senza smettere di piangere.
< È arsenico. Riconosco i sintomi. >
< Lo vedo e non è per niente grave. Almeno non nel suo caso. Siete solo molto agitata, dovete calmarvi e la maggior parte dei sintomi sparirà. > replicò Sherlock facendo di tutto per tentare di calmarla.
< È stato lui! Sono stata così stupida! Per fortuna ho bevuto solo un sorsetto di quel maledetto champagne! >
< Chi è lui? >
< Lewis, l'irlandese. >
< E quanto champagne ha bevuto Lestrade? >
< Due bicchieri, o forse di più. >

< Dov'è adesso Lestrade? >

< A casa. L'ho visto dirigersi verso il suo appartamento accanto al teatro. >
Holmes sospirò.
Catherine si volse a Sherlock e lo prese per la vestaglia:< È lui il sicario. Ne sono certa! Corrisponde alla descrizione. Ha i capelli rossi, è alto, impacciato, è un ubriacone. Ha il taschino della giacca strappato e gli manca un bottone. E scommetto che ha 48 di piede! E Queenie! È in pericolo dobbiamo salvarla! >
Sherlock disse di sì e finalmente riuscì a calmarla.
Il suo avvelenamento era così leggero che non necessitava di nessun trattamento, se non bere molta acqua e aspettare che passasse.

Watson che aveva sentito tutto prese la carrozza che Catherine aveva abbandonato di corsa sotto l'appartamento e si precipitò a casa di Lestrade.
Ma quando il dottore tornò qualche ora dopo il suo sguardo era così cupo da far preoccupare lo stesso Holmes.
< Cos'è successo Watson? >
< Quando sono arrivato Lestrade era già stato portato all'ospedale dal vicino di casa. >

< Le sue condizioni? >

< Critiche direi! Ha ingerito talmente tanto veleno che mi sono stupito quando l'ho visto ancora vivo. >
< Può farmi un altro favore Watson? >

< Che cosa? >

< Badi alla signorina Andrews. Devo andare al Rosemary a recuperare la piccola Queenie. Anche lei è in pericolo. > disse indossando giacca e cappello.

Il dottore osservò la ragazza che dormiva sul divano.

< Non ha una bella cera. >

< Ha passato una pessima serata ma ora sta molto meglio. > replicò Sherlock:< Sarò di ritorno fra mezz'ora. > e chiuse la porta dietro di se.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: Nini1996