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Autore: diamond286    07/10/2017    0 recensioni
Quando incontrai per la prima volta i suoi occhi non credevo che si sarebbero insinuati nella mia mente a tal punto da non andarsene più via, non credevo nemmeno che lui con il suo carattere, i suoi difetti e il suo modo di fare sarebbe riuscito a superare quel muro di ghiaccio che avvolgeva il mio cuore... eppure è successo. Vi capita mai di guardare una persona che in quel momento vi sembra un individuo senza importanza e il momento dopo è la cosa più importante della vostra vita, quella senza la quale non riuscireste a vivere e tutto questo grazie ad un piccolo ed insignificante dettaglio... ma infondo non sono proprio le cose più piccole a farci cambiare idea su una persona? Perché infondo basta anche solo un gesto, un abbraccio, una carezza, una dimostrazione d'affetto a farci battere di nuovo il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Fermati!! - mi prese il braccio arrestando la mia corsa.

- Si può sapere cosa vuoi, le condizioni per rimanere te le ho date, la scelta adesso sta a te -

- Non vedi l'ora di liberarti di me vero!! E stato cosi fin dal primo giorno in cui ho messo piede in questa casa, non hai mai potuto vedermi e non ne capisco la ragione, non mi conosci, non sai chi sono e ti permetti di giudicarmi in questo modo!! -

- Ti sbagli, so benissimo chi sei, posso capire il carattere di una persona con una sola occhiata, capisco quando menti e quando dici la verità, perché e il tuo corpo che parla. Quando ti ho visto in salotto ho capito immediatamente che sei un ragazzino viziato che combina tanti di quei guai non pensando minimamente alle conseguenze solo perché il paparino copre tutti i danni che fai!! Ma papà si deve essere stancato di questo comportamento immaturo e a pensato di liberarsi del problema una volta per tutte!!! Allora è cosi o no?! -

Da li fu questione di un attimo, mi ritrovai addossata al muro, le sue braccia non mi lasciano via d'uscita dalla trappola creata dal suo corpo, lui con la testa bassa, fremeva per la rabbia delle mie parole, probabilmente perché avevo centrato il punto alla perfezione.

- Stai zitta. Tu non sai niente di niente!! Non sai cosa significhi essere da soli, essere guardati dall'alto in basso e mal giudicato solo perché hai un po' di soldi in più rispetto alle altre persone. Nessuno mi si avvicinava, mi credevano diverso da loro, un santarellino figlio di papà. Questo all'inizio non era un problema, a me importava solo che mio padre avesse un po' di considerazione nei miei confronti, credevo che se fossi diventato il figlio perfetto, quello che riportava sempre voti alti e andava bene anche nello sport, lui si sarebbe degnato di passare un pò più di tempo come me, o anche solo che mi avrebbe detto di essere orgoglioso per tutto quello che stavo facendo, ma non sono mai riuscito nel mio intento dandomi perfino la colpa di questo. E alla fine capi tutto, lui era fin troppo impegnato per prestare attenzione a quelle piccole cose, come se tutto questo non bastasse mi ero talmente concentrato su quello stupido piano che non avevo cercato neanche di farmi degli amici. Quando ho provato a parlare con loro, mi allontanarono, mi vedevano come lo sfigato di turno, quello che pensa sempre allo studio e che ha la puzza sotto il naso, ed era tutta colpa di quell'essere che dovrei chiamare padre. Mi impegnai con tutte le mie forze a far cambiare idea a quei ragazzi e alla fine ci riuscì -

- E non ti bastava questo, non ti bastava avere degli amici, dovevi per forza entrare nel girone dell'alcool e della droga? -

- Si all'inizio mi bastava, ero felice avevo riavuto tutto quello che fino ad allora mi ero negato. Poi un giorno la compagnia con cui stavo incontrò dei tipi, io non volevo entrare in quel giro, sapevo bene le conseguenze che esso comportava, ma poi mi sfidarono, capì che se volevo mantenere la posizione che avevo ottenuto dovevo dimostrare loro di non aver paura di niente, e cosi cominciò il mio percorso. Più avanti capì che questa era la vendetta che stavo aspettando nei confronti del mio vecchio, per una volta avevo ottenuto l'attenzione che fin da bambino avevo tanto agognato -

- E questo ti fece sentire meglio? -

- Si.. certo che si, l'unico scopo della mia vita da allora era diventato rendergli la vita impossibile -

- Non è questa la soluzione - la mia voce si era ridotta ad un sussurro.

- E che ne sai tu? E vero forse tuo padre è il mio si somigliano, può essere, ma almeno tu a casa hai qualcuno che si preoccupa per te, una domestica, ma è comunque una persona che ti da affetto -

- Adesso sei tu che devi chiudere quella bocca - la mia voce tremava, tutto il mio corpo era percorso da tremolii che non riuscivo a fermare - non sai niente, anche io ho passato un periodo buio, non importa se c'è una domestica accanto a te, una bambina a comunque bisogno della presenza di suo padre accanto, posso capire quello che hai passato perché è quello che è successo a me -

- che vuoi dire? - i suoi occhi, erano diversi, smarriti, confusi, abbandonati, mi stavano supplicando di parlare, come se io avessi la soluzione a quel grande e complicato problema che è la vita.

- Io... - la voce non mi usciva, per quanto volessi sforzarmi, non riuscivo a parlare, non riuscivo a fidarmi di lui e non mi aveva dato neanche i motivi per farlo, certo mi ha raccontato ciò che lo aveva portato a comportarsi così, ma chi mi dava la certezza che una volta saputo chi ero prima non lo avrebbe raccontato a tutti.

- Alexa parla -

- Mi dispiace - mi staccai da lui e corsi verso la mia camera chiudendo la porta a chiave, non riuscirò mai a confidarmi con qualcuno è inutile, è troppo difficile. Misi la testa sopra le ginocchia, cercando di non far uscire le lacrime che premevano ai miei occhi, non so per quanto tempo rimasi in questa posizione, ma quando trovai la forza di alzarmi andai a sdraiarmi sul letto, le palpebre si erano fatte pesanti e alla fine crollai in un sonno fatto di incubi e ricordi del passato.

TOC TOC

Fu quel rumore che mi svegliò, la fronte era sudata è il respiro era corto come se avessi corso una maratona, do uno sguardo all'orologio, sono le 15.30, ho dormito per tutto questo tempo?!! Ricordandomi della persona che ha bussato mi alzo per vedere chi sia ma quando apro la porta non c'è nessuno, solo un paio di fogli poggiati malamente a terra. Li raccolgo dandogli una rapida occhiata, sono gli argomenti spiegati oggi a scuola e ci sono anche i compiti assegnati. Istintivamente sorrido, c'è una sola persona che può avermi portato queste cose, ed è l'ultima a cui avrei mai pensato. Quando i miei piedi si mossero per entrare però un bigliettino cadde dai fogli, lo presi curiosa di sapere cosa ci fosse scritto, questo mi lasciò molto più sorpresa degli appunti, "SCUSAMI" era scritto a caratteri cubitali, ma in modo molto frettoloso, probabilmente l'avrà scritto all'ultimo momento in fretta sperando che io non aprissi la porta, diedi un ultima occhiata al corridoio sperando che fosse ancora li ma niente, era completamente sparito nel nulla, chiusi la porta e andai sulla scrivania mettendomi a studiare, questa decisamente è una giornata piena di sorprese.

Erik sembrava scomparso, lo cercai per tutto il pomeriggio ma evidentemente era uscito, la mia ipotesi venne confermata verso sera mentre leggevo sul divano in soggiorno al porta di ingresso si aprì improvvisamente, girando la testa verso di essa vidi entrare il soggetto che avevo cercato per tutto quel tempo. Quando i nostri sguardi si incrociarono, qualcosa dentro di me accadde, mi sentivo messa in soggezione da quel verde, il cuore palpitava ad una velocità più forte del normale e sentivo uno strano calore sulle guance. Ero talmente travolta da quelle sensazioni che mi ritrovai ad abbassare lo sguardo facendo finta di leggere evitando di fargli vedere quello che mi stava succedendo. Pensai che se ne sarebbe andato in camera sua come sempre, invece poggiò la giacca sul divano e si sedette affianco a me, i suoi occhi passavano dal mio viso al libro, come se facendo così riuscisse a trovare la soluzione di un enigma che lo tormentava.

- Grazie - mi resi conto tardi di quello che avevo detto, le parole mi erano scivolate via dalla bocca. Lui mi guardò scioccato, poi un espressione interrogativa si dipinse sul suo volto.

- Per cosa? -

- Gli appunti, non eri obbligato a prenderli, immagino che ti sia costato molto stare attento alle lezioni, quindi grazie. Ah e accetto anche le tue scuse -

- Prego - prese il telecomando e accese la tv scorrendo i canali fino a fermarsi in uno dove trasmettevano un film, era appena iniziato, di rado mi fermo a vedere qualcosa in tv per cui quando lui si fermò mi incuriosi immediatamente. Molto probabilmente era un film che si svolgeva in tempo passato perché tutti erano vestiti in maniera molto strana.

- Scommetto che vuoi vedere questo vero? Tranquilla, lascio qui non ho voglia di sorbirmi i tuoi urli da oca per convincermi a rimetterlo - mi disse Erik guardandomi.

- Sei molto gentile... ma è molto difficile che succeda quello che hai detto, io non conosco ne il nome ne la trama - alle mie parole la sua mascella cadde a terra, era completamente paralizzato dallo shock, è davvero tanto grave quello che ho detto?

- Non è possibile!!! Non ci credo, ma che razza di ragazza sei se non conosci Titanic!! Si può sapere che cosa fai tu la sera??? -

- leggo - alla mia risposta cadde direttamente giù dal divano, ma che ho detto di male?

- ok... tranquillizziamoci a tutto c'è rimedio. Adesso vedremo questa minchiata, alla fine sarò disgustato anzi mi addormenteró sicuramente dopo i primi minuti, ma se questo servirà a non farti essere l'unica ragazza, anzi l'unico essere vivente a non aver guardato questo film mi sacrificherò -

- si... si certo - è meglio assecondarlo, mi fa alquanto paura in questo momento.

45 minuti dopo stavo pregando affinché questa specie di tortura finisse, questo film è insopportabile, da quanto mi ha detto Erik sarebbero sgorgate milioni di lacrime dai miei occhi, ma fino ad adesso non ne è uscita neanche una.

- Possiamo cambiare film? Ti prego - dalle sue labbra esce una risatina mentre prende il telecomando per cambiare canale.

- che c'è? -

- Niente.. e che sei la prima ragazza che mi implora di toglierlo -

- te l'ho detto fin dall'inizio, io non sono come le altre -

- Già, penso che questa sia la prova definitiva -

- Non esci oggi? - chiesi continuando a guardare la tv

- No, oggi preferisco stare a casa a rilassarmi, ma se la vogliamo dirla tutta una pazza mi ha minacciato di farmi dormire per strada se fossi uscito stasera -

- Non ti ho vietato di uscire, solo di non ubriacarti e farti come un matto -

- In poche parole "non uscire di casa" -

- Davvero non sai uscire a divertirti senza sballarti con quella roba? -

- È droga, cosa ti aspetti che si possa uscire da un momento all'altro da quel girone? Esistono centri di riabilitazione proprio perché crea tanta di quella dipendenza che alla fine uno non riesce più a farne a meno. Uno comincia perché ti fa dimenticare il passato e tutta la merda che ti circonda e alla fine la prende per un qualsiasi futile motivo -

- Allora tu come mai sei così tranquillo? -

- Credimi se fossi al posto mio sapresti che dentro sto impazzendo -

- Tu non ti sei mai fatto di roba davvero pesante vero? -

- Come fai a saperlo? -

- Conosco gli effetti, i comportamenti, ieri sera eri confuso e hai reagito male solo perché ti ho provocato e i tuoi riflessi erano lenti, come se fossi disorientato. Se ti fossi fatto di qualcosa di veramente pesante avresti avuto tutt'altro tipo di comportamento -

- È tu come fai a sapere tutte queste cose? -

- Tutti sanno che effetti fa la droga -

- Non così dettagliatamente, sembra quasi che tu lo abbia provato in prima persona - alle sue parole il mio cuore inizia a palpitare più forte.

- Ma che dici, secondo me gli effetto dello spinello di ieri sera non sono ancora passati.. Vado a letto spegni tutto quando hai finito - detto questo mi alzo correndo in camera mia, per oggi ho parlato anche abbastanza.

   
 
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