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Autore: Stillmar    08/10/2017    2 recensioni
L'acqua gli alberi e i fulmini erano gli unici testimoni della strana creatura apparsa improvvisamente in quel luogo
chiunque fosse passato di li sarebbe senz'altro rimasto sorpreso di trovare una così bizzarra sagoma giacere sull'erba bagnata.
una storia avventurosa e a tratti inverosimile che tenevo in cantiere da un po' e che finalmente pubblico qui; è un esperimento ma spero possa piacere comunque.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
Una decisione
 
Un forte battito risuonava nelle sue orecchie, non capiva cosa fosse ma di certo non se lo stava immaginando. Jackson corse quasi più veloce di come aveva corso nel campo, incurante di tutta la polvere e il fumo che aveva respirato. Il fianco gli doleva e sentiva le gambe bruciare per l’improvviso sforzo. Raggiunse un altro punto della zona industriale in cima ad una piccola collina. Protetto dall’oscurità raggiunse la cima dell’altura e posò a terra delicatamente i due poliziotti cercando si riprendere fiato. Si tolse occhiali, sciarpa e i guanti bruciacchiati. Tossì a lungo e si passò una mano sugli occhi lacrimanti ed iniettati di sangue. Guardò su, giù e poi di nuovo verso i due animali. Sollevò leggermente il capo della coniglietta, come ad aspettarsi una qualunque reazione. Entrambi avevano dei lividi, e la volpe si era graffiata uno zigomo. Rimase a vegliare su di loro per alcuni minuti, ma nessuno dei due mammiferi si mosse. L’improvvisa ansia gli impedì di ragionare. balzò in piedi con le mani sulla bocca a reprimere un gemito.
 
Avrebbe dovuto scappare, avrebbe dovuto allontanarsi da lì prima che qualcuno lo vedesse. Ma non lo fece.
Scappare? E dove? Verso altri luoghi sperduti con tesori sepolti sotto di essi? In un batter d’occhio si sentì apatico. Dove sarebbe finito se avesse continuato a scappare? Inoltre era proprio grazie a quella sua fuga che ora temeva di avere due poliziotti sulla coscienza.
Si allontanò dai due animali di pochi passi guardando nella direzione da cui era arrivato. Poté ancora vedere la fioca luce delle macerie fumanti del vecchio deposito, ritenendosi assai fortunato ad essersela cavata. Lui si, ma i due agenti?
In quel momento mise il piede su uno strano oggetto.  Un oggetto piccolo di forma strana, molto simile ad una carota. Ci mise poco a capire fosse una penna. Non ci mese molto a capire che forse apparteneva all’agente Hopps. Provò a far uscire la mina, ma accidentalmente accese una registrazione:
<< Nota vocale per Judy Hopps, comprare regalo per il compleanno di papà. >>
Jack rimase sorpreso di sentire una registrazione uscire da una penna. Ma subito dopo avverti un senso come di nausea. Dunque l’agente Hopps aveva davvero una famiglia. Una famiglia che ne avrebbe pianto la scomparsa, e il responsabile sarebbe stato lui.
Jack si sedette a terra cercando di convincersi del contrario. Riascoltò la registrazione altre due volte prima di iniziare a sentirsi davvero in colpa, e arrabbiato con sé stesso. Appena il tempo di pensare questo, che udì un leggero movimento alle sue spalle, ed una fievole voce:
<< Signor … Wesser? >>
L’agente Hopps, con una zampa a reggersi la testa dolorante, provò ad avvicinarsi alla sagoma scura davanti a sé. Jack tirò un profondo sospiro, felice in fondo che l’agente fosse viva, ma si ricordò subito di aver perso la sciarpa. Cercò di accostare al viso il cappuccio della giacca, e rispose:
<< Sta bene, agente? >>
<< No. Ahi … >>
<< V- vi siete fatta male? >>
<< Cosa … è successo? >>
<< Praticamente ogni cosa. >> disse Jackson.
<< Come? >>
<< Si è presa una brutta botta in testa? >> disse l’uomo sentendo il proprio nervosismo aumentare.
<< Signor Wesser la smetta. Può spiegarmi che cosa … >> iniziò la coniglietta alzando la voce.
<< Vuole che mi spieghi? Va bene! >>
Si volse furente verso la coniglietta, dimenticandosi completamente di avere il volto scoperto. Nella penombra, con la giacca svolazzante e la barba incolta a contornargli il mento, Jack apparì più grande e spaventoso di quanto in realtà non fosse.
Un grido di terrore attraversò la notte. L’agente cadde al suolo protendendo una zampa davanti a sé, con un’espressione di orrore dipinta sul volto. Arretrò di pochi passi, con il respiro ansimante. Jack desistette dalla sua posa temibile, recuperando la propria ragione. Gli parve di rivedere in sé stesso il terrore provato dalla coniglietta in quel momento. Lui non era così. Non le avrebbe fatto del male, ma che altro avrebbe potuto fare? La coniglietta continuò a guardare Jack come se fosse un mostro, la sola che egli era certo di essere in quel momento.
<< No … ti prego. >> un flebile mormorio da parte dell’agente fu tutto ciò che fece cadere Jack singhiozzante sulle proprie ginocchia. L’uomo chinò il capo e sopprimendo un groppo in fondo alla gola disse:
<< Non … voglio farti del male. >>
Erano parole dettate dalla disperazione di un uomo stanco di scappare e mentire, e che era certo non sarebbe mai più riuscito a tornare a casa. Non ora che era stato visto in viso da un poliziotto. Si aspettò di vedere l’agente correre via a gambe levate, ma così non fu. Quando sollevò lo sguardo, la poliziotta era di nuovo in piedi a circa tre metri di distanza da lui. Jackson ansimò pesantemente, e disse:
<< Non volevo che accadesse tutto questo. >>
L’agente Hopps rimase immobile, forse per terrore, o forse per curiosità, Jack non lo capì.
<< Cosa … chi è lei? >>
Jack abbozzò un sorriso e rispose all’ennesima domanda della coniglietta:
<< Vorrei tanto saperlo. >> rispose.
Nel dire ciò allungò la mano che teneva la piccola penna che aveva trovato poco prima, e fece per restituirla alla proprietaria:
<< Mi dispiace. >> aggiunse.
La coniglietta si sorprese di vedere la sua penna, e rimanendo vigile fece per andare a prenderla, quando una nuova voce fermò entrambi:
<< Judy! Attenta! >>
Il gesto sincero di Jack fu interrotto da una lucente fila di denti che dal buio arrivarono a serrarsi intorno al dorso della sua mano, facendo cadere la penna. Una fitta lancinante gli percorse il braccio, mentre sentiva già il calore del sangue intorno alle dita. Riuscì a divincolarsi dalla presa della volpe spedendo questa a terra. La volpe ruzzolò al suolo prima di essere raggiunta dalla sua collega. Era dolorante per i lividi, e aveva già il fiato corto:
<< Judy! Scappa. >> mormorò la volpe con la voce rotta dal dolore.
<< Dannata volpe mi hai morso! >> urlò Jack continuando a reggersi la mano sanguinante. Il poliziotto tentò di mettersi in piedi aiutato dalla collega, ma rimase anch’esso immobile per il terrore. Judy cercò di aiutarlo, benché fosse scioccata da cosa fosse appena successo. Mentre Jack era alle prese con la propria ferita, la coniglietta cercò in tutti modi di calmare il suo collega, il quale sembrava ad un passo dal diventare catatonico. Quando tutto tornò quieto, si pose davanti al suo collega come a difenderlo e disse all’uomo.
<< Tu non vuoi farci del male, vero? >>
 Non a caso si rivolse a Jack dandogli del “tu”.
<< È quello che stavo cercando di spiegare …  >> iniziò Jack cercando di ignorare il dolore.
<< Spiegare? Cosa vorresti spiegare? Mostro. >> gridò Nick.
<< Non osare chiamarmi in quel modo. >> rispose l’uomo furente, e nel dire ciò si avvicinò di alcuni passi.
<< Sta lontano da me! >> urlò l’agente ormai in preda al panico.
Judy si pose tra i due cercando di calmare la situazione. Jack si avvicinò, e i poliziotti ebbero modo di vederlo meglio, stupiti di fronte a quell’essere bizzarro.
<< Posso ritenermi offeso. Ed in primo luogo posso dirvi che non vi toccherò. >> affermò l’uomo.
<< Pensi davvero che ci fideremo di te? Dopo tutto quello che ci hai raccontato, argh … >> disse la volpe tentando di mettersi in piedi.
<< Immagino … >> proseguì la coniglietta << che il tuo nome non sia neanche Wesser. >>
Jack li squadrò entrambi, poi con tono grave:
<< Il mio vero nome è Jackson West, e sono un umano. >>
I due poliziotti non dissero nulla, ma vedendoli poco convinti l’uomo riprese:
<< Se volete potete controllare. >> disse estraendo la tessera sanitaria dal portafoglio. La gettò ai piedi dei due poliziotti con un gesto stizzito.
<< Potete tenervela, tanto a me non serve. >> aggiunse
La volpe raccolse la piccola tessera da terra e cercò di leggerla. Quando terminò la prese tra le dita e disse:
<< Questa non dimostra un bel niente. >>
<< Spiacente, ma non ho altro.>> rispose Jack.
<< Non sei divertente. >>
<< Non era mia intenzione. >> disse l’uomo cercando di sembrare calmo.
<< Come non era tua intenzione far fuggire quei quattro malviventi? >>
<< Non era mia intenzione neanche salvarvi, eppure eccoci qua. >>
 
<< Di che stai parlando? >> in quel momento anche la volpe sembrò ricordare ogni cosa.
<< Glielo vuole spiegare lei, agente Hopps? >>
La coniglietta fece un passo avanti:
<< Quindi sei stato davvero tu a tirarci fuori da lì? >> chiese questa indicando quello che restava del deposito.
<< Non mi aspetto mi ringraziate. >> affermò Jack stancamente.
<< Ringraziarti? A causa tua quei quattro sono scappati. >>
<< Nick … >> lo riprese la collega.
<< Come prego? >> chiese Jackson stupito.
<< Mi hai sentito. Li avremmo presi se non ti fossi intromesso. >> proseguì la volpe.
<< Oh, questo è davvero il colmo. >> esclamò Jack esasperato.
<< Sbaglio o è stato grazie a te che il deposito ha preso fuoco? >> disse la volpe.
<< Quindi stai dicendo che adesso è colpa mia. >>
<< Di chi altri sennò? >>
Jack fece una breve pausa cercando di sbollire la rabbia e disse:
<< Pensi davvero che l’abbia fatto apposta. Hai almeno una vaga idea di quanti soldi c’erano lì dentro? >>
<< E tu hai una vaga idea di quante prove c’erano lì dentro? >> ribatté Nick.
<< Basta! >> intervenne a quel punto l’agente Hopps.
<< Smettetela tutti e due. >>
Il richiamo funzionò. I due si ammutolirono e continuarono a guardarsi storto.
<< Nessuno di noi ha idea di cosa stia succedendo, ma urlare non ci aiuta. >> aggiunse.
 
Jackson si passò una mano sui capelli:
<< Sentite, io non voglio fare del male a nessuno. Non c’entro con quei quattro, quei soldi li ho presi solo perché … ero disperato, capite? >> in quel mentre i suoi occhi parvero farsi più lucidi.
<< Ho combinato un disastro, anzi più di uno da quando sono arrivato qui. Non so neanche come ho fatto, e non ricordo nemmeno chi sono. La sola cosa che so è che ho davvero bisogno d’aiuto. >>
Diede le spalle ai due poliziotti, e si allontanò di un paio di passi, come a voler nascondere le lacrime:
<< Qualunque decisione prenderete, io non opporrò resistenza. >> concluse sedendosi a terra a gambe incrociate.
I due agenti ascoltarono il discorso dell’uomo, e quando terminò rimasero assorti a guardarlo ancora qualche istante. La volpe tentò di avvicinarsi a Jackson, ma la collega lo trattenne quando vide che aveva già messo la zampa sulle manette:
<< Nick, no … >>
<< E l’unica cosa che possiamo fare. >> disse Nick con sguardo serio. La sua collega lo guardò continuando a riflettere; sollevò le orecchie e chiese:
<< Va bene, lo arrestiamo e poi? Lo portiamo in centrale? E cosa raccontiamo? >>
Nick si accorse di non aver riflettuto su quel punto. Si immaginò cosa sarebbe accaduto se avessero portato Jack alla centrale di polizia. La coniglietta proseguì:
<< Io, non credo che abbia fatto tutto questo solo per mentirci. Perché ci avrebbe salvato? >>
La volpe abbassò lo sguardo non sapendo cosa rispondere:
<< Ma … come possiamo …? >>
<< Inoltre ora è un testimone coinvolto in un’indagine della polizia. >>
L’agente Wilde guardò la collega con aria perplessa, non riuscendo a ribattere. Esalò un lungo sospiro e si avvicinò, insieme a Judy, all’uomo seduto poco più in là. La coniglietta gli si mise a fianco e disse:
<< Va bene, ti aiuteremo. >>
Jack si voltò, e guardò il piccolo mammifero con uno sguardo di sincera gratitudine. Oltre all’essere meravigliato per la decisione presa dai due poliziotti. Si rimise in piedi ed espresse il proprio sentimento con una sola parola:
<< Grazie. >>
<< Non una parola. >> disse la volpe allontanando le zampe dalle manette.
<< Sembra che oggi sia il tuo giorno fortunato. >> aggiunse << E ora che facciamo? >> chiese.
<< Per prima cosa dovremmo trovarti un nuovo posto in cui stare. >> disse Judy continuando a riflettere. Jack rimase zitto cercando a sua volta di trovare una soluzione ma a quel punto la volpe sorprese i presenti dicendo:
<< Forse ho un’idea. >>
 
   
 
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