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Autore: Mew_vale    09/10/2017    2 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 64.
 
 
 
 
[Diego]
 E’ bello vederla serena dopo i giorni difficili che ha passato. La radio è accesa e passano “Eres Mia” di Benji&Fede e Xriz e con la coda dell’occhio la osservo mentre la canticchia. Sorrido.
<< Ops. Mi piace particolarmente questa canzone visto che da adolescente ero pazza di Benji e Fede! >> Mi racconta.
<< Più di Biagio Antonacci? >> Le chiedendo, citando quel cantante italiano di cui va matta. Quando ascolta le sue canzoni canta a squarciagola.
<< No, nessuno mi piace di lui! >> Esclama. Sollevo un sopracciglio prima di schizzarla con la schiuma prodotta dal detersivo per i piatti. Lei risponde schizzandomi di rimando.
<< Te la posso chiedere una cosa? Stamattina hai definito la proposta di matrimonio che ti ha fatto Massimiliano come quella che tutte le ragazze sognano. Come te lo ha chiesto? >> Trovo il coraggio di chiederle. Visto che ha già ricevuto la sua proposta da sogno quando farò la mia dovrò proprio sorprenderla, dovrò spremermi le meningi! Non voglio certo essere da meno!
<< Mi ha portata sul lago di Comacchio, che si trova poco dopo il confine tra Veneto ed Emilia Romagna, in un ristorantino che si affaccia sul lago. Lì mi ha fatto trovare l’anello nel sufflè e ha fatto la sua dichiarazione. L’ho umiliato moltissimo visto che sono scappata via senza rispondergli e quando mi ha raggiunta nel parcheggio ho rifiutato. Sono stata pessima. >> Mi racconta. Banale, direi! L’anello nel sufflè, il ristorante… Possono sicuramente fare di meglio, il che mi solleva.
<< Non potevi sposarlo senza essere certa di volerlo davvero. >> Commento.
<< Come mai ti interessava questa descrizione? >> Mi domanda.
<< Curiosità. Voglio conoscere tutto di te! >> Mento.
<< Non me la bevo, Mendoza. Sarò ingenua ma non così tanto. Tu me lo hai chiesto per gelosia. >> Ne deduce.
<< Hai detto che era una proposta da sogno e ho pensato “bene, non riuscirò mai a sorprenderla”! >> Ammetto. Ora so che mi sbaglio. Con i guanti di gomma ancora alle mani mi allaccia le braccia al collo.
<< Ti direi di sì anche se me lo chiedessi nella doccia! >> Esclama. Sorrido prima di baciarla. Quanto l’amo!
 
 
 
 
[Massimiliano]
<< Amore, come stai? Entro, va bene? >> Le domando attraverso la porta del bagno dopo essere rimasto fermo a sentirla rimettere. Tensione per la cena o nausee gravidiche? Dovrò attendere gli esiti degli esami per scoprirlo! Certo, se dovesse essere incinta sul fronte nausee sarebbe fortunata, visto che nelle scorse settimane non mi sembrava soggetta a questo problema.
<< No, non entrare. Tra poco esco! >> Asserisce. Sento che tira lo sciacquone per poi apre l’acqua del lavandino. Poco dopo esce dal bagno.
<< Non so tu, ma io sono sempre più convinto che il test di gravidanza che hai fatto ieri darà esito positivo. >> Intervengo sorridendo.
<< Spero solo che non mi venga da vomitare stasera oppure dovrò inventare una scusa abbastanza convincente con mio padre. >> Risponde, fiondandosi tra le mie braccia. Appoggia la testa al mio petto. Oddio, come farò a dire a suo padre che ho ingravidato sua figlia al primo colpo?
<< Io devo elaborare delle scuse convincenti con Diego. >> Penso a voce alta. Giulia si separa da me per guardarmi negli occhi.
<< Perché, cos’hai fatto? >> Mi domanda.
<< Quando mi ha confessato tutto l’ho colpito. E adesso me ne pento. Ho colpito il mio capo! >> Esclamo a voce alta.
<< Lo hai colpito per me? >> Mi domanda Giulia. Non è ovvio?
<< E per chi altra? >> Domando. La mia Giulia mi allaccia le braccia al collo.
 
 
 
[Paola]
<< Perciò hai deciso? Mentirai spudoratamente a tua madre? >> Mi domanda Kelly, mentre lecco il bordo della busta da lettere per chiuderla. L’ho fatto! Non ci credo nemmeno io che ho gli ho appena scritto una lettera con determinate parole… Tuttavia ho scelto di farlo e mi sento già meglio come se mi fossi liberata di un macigno che premeva sul mio cuore. Diego mi ha umiliata e mi ha spezzato il cuore visto che per sei anni non ha fatto che tradirmi. Ma è altrettanto vero che io mi sono comportata in modo simile mancandogli di rispetto in altri modi: anteponendo sempre i miei bisogni e desideri ai suoi! Sono stata egoista e l’ultima cosa che voglio è rovinare anche la storia con Alec. Devo dare un calcio al passato e a queste cattive abitudini. Quanto a Giulia, lei è definitivamente fuori dalla mia vita… Non merita niente se non un man rovescio! E una gonna un po’ più lunga e un po’ più stretta che le renda difficile aprire le gambe!
<< Sì, devo. Mia madre deve pensare che io sia dalla sua parte! Altrimenti potrebbe ordire un altro piano non includendomi e allora non potrei più fare niente per sventarlo. >> Ripeto, scrivendo il nome di Diego sul retro della busta.
<< Pensavo di cancellare le copie del filmato che possiede. >> Racconto alla mia amica e coinquilina, la quale sta scegliendo le scarpe adatte al vestito che ha scelto per la cena con quel degenerato! 
<< Ti dovrebbe essere facile! Dopo tutto sei cresciuta in quella casa, anche se andassi lì quando i tuoi non ci sono i domestici non farebbero domande sulla tua presenza lì. Potresti dire che cerchi qualcosa in cantina! >> Propone la mia amica quando suona il campanello.
<< E’ lui e non sono ancora pronta! Lo accogli tu? >> Mi chiede. Scuoto il capo.
<< Scordatelo! Inizio a riempirmi di chiazze rosse e a grattarmi quando è nei paraggi. No! >> Esclamo perentoria. La mia amica con le mani giunte sbatte le ciglia e mi guarda come un micino in cerca di croccantini. Sospiro e mi dirigo nel soggiorno. Prima di aprire guardo dallo spioncino per assicurarmi che sia lui. Che strazio! Sento da qui il fetore della sua acqua di colonia!
<< Buonasera. >> Affermo svogliata facendomi da parte per farlo passare.
<< Paola! Ciao. >> Esclama, entrando. E’ casa mia, chi si aspettava di trovare? Mago Merlino? Mi copro la punta del naso con il dorso della mano quando mi passa accanto. Che profumo disgustoso!
<< Kelly è quasi pronta. Accomodati pure, nel frattempo. >> Lo invito, unicamente per essere gentile.
<< Grazie, preferisco stare in piedi. Come stai? >> Mi domanda.
<< Molto bene, grazie. >> Rispondo atona per poi chinarmi per prendere una capiente zuppiera per mettere le polpette che ho cucinato per la cenetta con mia madre. Con la coda dell’occhio vedo che tira il collo e mi guarda in fondoschiena. Che maiale!
<< Sei un maiale e pure uno stronzo! Stai per uscire con la mia amica e mi guardi in un modo così vizioso! >> Lo redarguisco.
<< Rilassati, quante storie. Non sono il primo e non sarò l’unico a guardarti il fondoschiena, cocca! Se ti da fastidio essere guardata puoi sempre ingrassare di 30 chili o indossare abiti meno aderenti. >> Afferma. No, questo è pazzo. Quindi per lui se le donne vengono violentate è per colpa del mondo in cui si vestono?!
<< Perciò secondo la tua mente bacata le donne che si vestono con la minigonna o in modo stuzzicante lo fanno per provocare?! Non ti ha ancora rinchiuso nessuno? >> Mi domando! Alza gli occhi al cielo.
<< Hai travisato le mie parole. Mi piacciono le belle donne come te e ho colto l’occasione di guardarti il fondoschiena. Vogliamo chiamare la buoncostume e farmi arrestare? >> Domanda ironico. Mi manda in bestia. Ecco che inizio a grattarmi!
<< E questa? >> Domanda, afferrando la busta con il nome di Diego che avevo distrattamente appoggiato sul mobile del soggiorno posizionato dietro al divano.
<< DAMMELA! GONZALO… DAMMELA! >> Strillo cercando inutilmente di riprendermela. Sono senza tacchi e lui è un marcantonio di un metro e ottanta… Non ci arrivo!
<< Una letterina d’amore per Diego… ancora? Devi avere del tutto smarrito la dignità! Lui è felice con Isabella… lascialo in pace! >> Esclama. La mia mano prende la rincorsa con il fine di schiantarsi sul suo viso ma lui ferma il mio tentativo afferrandomi il polso. Mi trascina verso di sé e mi ritrovo schiacciata contro il suo petto e con i nostri sguardi incatenati.
<< Troppo lenta, Ribeiro! La rivuoi? Devi dirmi cosa c’è scritto! >> Mi minaccia.
<< Scordatelo! Sei un bastardo… ridammela! >> Ripeto. Scuote il capo schioccando tre volte la lingua tra i denti.
<< Lo preghi di tornare insieme? Ti sei inventata chissà quale cattiveria su Isabella? >> Mi domanda. Esito.
<< No, tutto l’opposto. Io in questa lettera gli domando scusa per come mi sono comportata e gli auguro ogni bene, a lui e ad Isabella! Anche se mi costa tanto ammetterlo. >> Confesso, mentre delle lacrime mi bagnano gli occhi. Davanti a questa mia reazione mi lascia andare. Cancello le tracce di pianto dal mio volto e incrocio le braccia al petto.
<< E se non ci credi potrai sempre chiederlo a lui, ammesso che tu mi ridia quella dannata lettera così che io gliela possa consegnare! >> Esclamo. Lui cede e tende verso di me la busta. Io l’afferro e la nasconde nel cassetto delle tovaglie.
<< Scusami… era solo un gioco! Non volevo turbarti tanto. >> Interviene.
<< Io ci ho provato. Ho provato ad avvisare la mia amica che sei solo un maiale, lo stronzo number one al mondo e che la illuderai. Ho cercato di dirle che soffrirà e basta se uscirà con te perché dopo essertela sbattuta tu sparirai! Ma non mi ha voluto ascoltare. >> Intervengo.
<< Grazie, conosci altri complimenti? >> Mi domanda.
<< Non fare l’offeso. Sai quanto me che questa è la verità! Purtroppo non ti posso chiedere di non farla soffrire e non posso nemmeno dirti che ti farò a pezzetti nell’ipotesi che ciò avvenga, perché non è un eventualità ma una certezza. Non posso fare altro che aspettare ed esserci per lei quando ti comporterai da bastardo quale sei. >> Completo il mio intervento quando suonano alla porta. E’ mia madre.
<< Mamma, ciao! >> La saluto abbracciandola.
<< Ciao, bella figlia mia. >> Mi saluta di rimando.
<< G-Gonzalo… come mai qui? >> Gli domanda mia madre, probabilmente sorpresa di vedere tale soggetto nel mio appartamento.
<< Buonasera Signora Riberiro Solari. Come sta? >> Le domanda lui.
<< Bene! Cosa ci fa qui? >> Mi domanda.
<< Sta aspettando Kelly. I due escono insieme… Purtroppo! >> Esclamo rassegnata all’eventualità che questo tale farà soffrire la mia amica!
<< Sono pronta! Ciao Gonzalo. MariaPaola, buonasera. E’ una favola! >> Esclama la mia amica salutando prima il suo Gonzalo (mi viene il vomito) e poi mia madre.
<< Ciao, sei un incanto. >> Si complimenta lui baciandole una guancia. Non si sforza nemmeno di trovare un complimento personalizzato!
<< Ciao Kelly. Sei tu ad essere una favola. Vi auguro buona serata. >> Augura loro mia madre. La mia amica indossa un cappotto nero sopra ad un elegante e raffinato minidress nero, con le maniche in pizzo. I tacchi alti fanno sembrare le sue gambe ancora più lunghe.
<< Grazie. A più tardi Paola. >> Mi saluta la mia amica.
<< A più tardi. Gonzalo. >> Lo saluto, con molto poco entusiasmo.
<< Paola. A rivederci signora. >> Saluta Gonzalo.
<< La tua amica sa a cosa va incontro? >> Mi domanda mia madre.
<< Non me ne parlare… Vuoi un gingerino? >> Le offro.
<< Grazie, cara. Ma tu hai pianto! >> Osserva, studiando i miei occhi lucidi.
<< Siediti mamma. Devo raccontarti una cosa. >> L’invito. Che abbia inizio questa sequela di bugie a mia madre!
 
 
 
 
[Silvia]
<< Accetterai davvero la proposta di lavoro di mio padre? >> Domando al mio fidanzato mentre guido in direzione della villa dei suoi genitori.
<< Perché no? Pagherà di tasca propria un corso come agente immobiliare. E’ un’ottima opportunità! Potrei scoprire una nuova attitudine. >> Mi risponde. Io non potrei mai lavorare a stretto contatto con quel cerbero di mio suocero.
<< Commenti sui miei? >> Gli chiedo.
<< Potrei cominciare commentando l’abbigliamento di tua madre, senza offesa! >> Esclama. Sorrido.
<< Effettivamente. Credeva che Michel sarebbe caduto ai suoi piedi. Mia madre è convinta che gli uomini si conquistino solo con la seduzione! Ma non sono tutti così e Michel appartiene a questa categoria. >> Commento.
<< Falla ragionare, o resterà da sola per il resto della sua vita. Cavolo, è ancora giovane, ha la possibilità di risposarsi vivendo un matrimonio longevo se solo cambiasse! >> Esclama.
<< Lo so. Vorrei tanto vedere mia madre felicemente sposata! >> Ammetto. Credo sia più facile vedere un unicorno… Ammetto che mia madre non sia facile da sopportare con la sua gelosia e la sua mania per lo shopping.
<< Sei tesa per la cena? >> Mi domanda Giulio.
<< Un po’. Ma i tuoi non mi spaventano con le loro critiche e la loro presunzione, senza offesa. Avrai notato che ho anche io la lingua tagliente! >> Se solo Daniele si azzarderà a trattarmi male o a dire una parola sgarbata a Massimiliano sono pronta a metterlo al suo posto. Non mi spaventa!
 
 
 
[David]
<< Buonasera Camilla, ciao David. >> Ci accoglie mio padre, quando apre il pesante portone principale.
<< Ciao papà, ciao mamma. >> Saluto. Mia madre giunge dalla sala da pranzo e bacia prima la mia guancia poi quella di Camilla.
<< Buonasera Daniele, buonasera Patrizia. >> Li saluta Camilla.
<< Buonasera. Camilla, sei splendida. Accomodatevi, Rhonda sta servendo un aperitivo e degli stuzzichini! >> Ci informa mamma. Constato che siamo i primi.
<< Siamo i primi a quanto vedo. Strano, di solito il primo ad arrivare è Michael. >> Osservo mentre afferro un calice di vino bianco. Camilla opta per un aperitivo analcolico.
<< Com’è andata la vostra vacanza a Cartagena? >> Ci domanda mia madre. Nel frattempo qualcuno suona al campanello e Rhonda si allontana per accogliere i prossimi ospiti.
<< Bene, rilassante! Mi sembra giusto sappiate che ho deciso di trasferirmi ufficialmente da Camilla. D’ora in poi quella sarà casa nostra! >> Annuncio, tenendo per mano la mia fidanzata. Le sorrido e lei sorride di rimando.
<< Che bella notizia! Vero Daniele? >> Domanda mia madre a mio padre. Sé, come no! Vorrebbe vedermi prete piuttosto che ammogliato con Camilla. Che se la faccia passare.
<< Certo, congratulazioni. >> Ci augura. Apprezzo lo sforzo.
<< Grazie. >> Rispondiamo Camilla ed io.
<< Chi si sposa? >> Interviene Giulio, entrando per mano a Silvia.
<< Buonasera Signora Valencia, buonasera Dottor Valencia. Ciao ragazzi. >> Saluta Silvia.
<< Buonasera. Mamma, papà, vi presento la mia ragazza, Silvia! >> Presenta Giulio sorridente. Camilla ed io ci scambiamo uno sguardo. Devo abituarmi a questo nuovo Giulio talmente… sopportabile!
<< Molto piacere, Patrizia, la mamma di Giulio. Dammi pure del tu! >> L’invita mia madre.
<< Piacere, Daniele. Preferisci del vino o un gingerino? >> Le domanda mio padre.
<< Il vino va bene. Tu amore? >> Domanda Silvia a mio fratello.
<< Ti imito. Comunque, cosa festeggiavate? >> Domanda Giulio, prima di bere un sorso di vino.
<< Camilla ed io andremo a convivere, nel suo appartamento per adesso. >> Annuncio.
<< Non lo facevate già? >> Obbietta Giulio.
<< Sì, volevo dire che ufficializzeremo la cosa. >> Preciso.
<< Ad Armando lo avete già detto? >> Ci domanda mio padre. Scuoto il capo.
<< Bhe, invitami quando deciderai di dirglielo! >> Esclama mio padre con un sorrisetto. Mia madre lo fulmina con lo sguardo mentre il telefono fisso suona ripetutamente.
<< Perché Rhonda non risponde? >> Si chiede mio padre.
<< Starà guardando l’arrosto. >> Risponde mia madre.
<< Rispondo io. >> Mi offro. Mi dirigo in salotto, dal lato opposto della casa rispetto alla sala da pranzo, e afferro il cordless scollegandolo dalla sua base.
<< Pronto? >> Domando.
<< D-Daniele? >> Domanda una voce, dopo una breve pausa.
<< Con chi parlo? >> Domando incredulo. No, non può essere lei! Ho sentito la sua voce solo quella sera fuori dall’appartamento di Diego ma saprei riconoscerla tra mille…
<< S-sono… Sono Ingrid! Quella Ingrid che lavorava per te… >> Mi conferma. Riempio i polmoni d’aria e chiudo gli occhi. Con che faccia tosta ha deciso di chiamare qui?!
<< Ingrid… Come osi chiamare questo numero?! >> Esclamo cercando di non alzare la voce. Sta per replicare quando sento che mi viene strappato il cordless dalle mani. Lo afferra Giulio.
<< Sei senza vergogna, porca puttana! Ti permetti anche di telefonare a casa dei miei? Non ti fai schifo?.... No, stammi a sentire tu! Devi dimenticarti della mia famiglia e di Isabella… Me ne frego se sei stata tu a partorirla! I figli sono di chi li ama, non di chi li mette al mondo!... Come ti permetti di nominare mia madre e di parlare di quello che è successo a lei?... Lei a tuo confronto è una signora!... Non avrebbe mai reso possibili degli abusi!... ADESSO MI STAI PROPRIO FACENDO INCAZZARE!... Ma vaffanculo! >> Lo sento dire ad Ingrid. Chiude la comunicazione e incontra il mio sguardo esterefatto.
<< Che c’è? Evidentemente questa mattina quando ci siamo incontrati era distratta… Meglio ricordarle quanto sia miserabile! >> Esclama.
<< Cioè stamattina l’hai incontrata? >> Gli domando.
<< Sì, non te lo avevo detto? >> Mi domanda.
<< No! Per telefono mi hai solo detto di aver fatto la pettegola con Isabella. Ti avevo detto che volevo essere io dirgli che avevo scoperto chi è il suo vero padre! >> Lo redarguisco. Ci viene un infarto quando sentiamo la porta a scomparsa del salotto chiudersi. Nostro padre ci rivolge le spalle anche dopo averla chiusa.
<< Oh merda… >> Sussurra Giulio. Già… Oh merda.
 
 
 
[Daniele]
Ho fatto dello spirito sulla disavventura di Armando, ma forse non dovevo. Non è una bella sensazione… a partire dalla sudorazione eccessiva. Una tegola mi è appena caduta in testa e tutto quello che riesco a fare è stringere i pomelli della porta.
<< Papà? Tutto bene? >> Mi domanda mio figlio David.
<< No, per niente. Io non sono certo di aver capito… Chi era al telefono? >> Chiedo loro. Sicuramente ho travisato ciò che hanno detto! Chiudo a chiave la porta e mi volto verso di loro. Si scambiano sguardi complici.
<< Sei tu quello che parla troppo… Avanti. >> Interviene David verso suo fratello per invitarlo a parlare.
<< Ma sei tu quello che più tatto. >> Obbietta Giulio. Sto perdendo la pazienza!
<< Papà. Abbiamo valide ragioni per credere che Isabella, la fidanzata di Diego, sia tua figlia. >> Vomita David. Per fortuna che lui è quello della famiglia dotato di tatto! Deglutisco e mi debbo sedere visto che la stanza inizia a vorticare… Eh sì che ho bevuto solo due bicchieri di vino! David si siede accanto a me mentre Giulio preferisce restare in piedi con le gambe leggermente divaricate e le mani in tasca.
<< Valide motivazioni… Sarebbero? >> Domando con la gola secca.
<< Tanto per cominciare Isabella è mia coetanea e sua madre è Ingrid, la nostra vecchia domestica con cui tu hai avuto una relazione terminata a Settembre. Isabella è nata a Maggio! >> Espone Giulio mentre serve tre bicchieri di Gin dal mini bar. Mi porto la mani alla fronte.
 << All’età di 14 anni Isabella si è trasferita in Italia con la nonna materna. Lei la portò via per sottrarla alle percosse di cui era vittima da parte di Juan Carissi. Il tale quando ha scoperto che era sterile ha cominciato a bere sfogando la sua rabbia su di lei. >> Rabbrividisco mentre ascolto il racconto di David. Quella ragazzina non solo è mia figlia, ma è stata anche picchiata dall’uomo che l’ha cresciuta. Ed io l’ho trattata come un’appestata nei precedenti incontri!
<< No, grazie. >> Interviene David, declinando l’offerta di Giulio. Io afferro il bicchiere di Gin.
<< Vai avanti! >> Esclamo. E’ Giulio a proseguire nell’esposizione di questa storia.
 << Dopo la partenza di Isabella Ingrid e Juan si sono separati. Lui si è risposato e prima di decedere ha scritto una lettera indirizzata ad Isabella, lettera che ha ricevuto solo di recente, in cui le confessa di essere sterile e di aver alzato le mani su di lei preda della rabbia per via di quel tradimento. Ingrid non ha mai detto al marito che il padre eri tu, inizialmente gli ha detto di aver avuto una scappatella durante un’uscita tra amiche ma poco prima di morire Juan l’ha incontrata e lei si è lasciata sfuggire che l’uomo in questione era benestante e sposato e che perciò quella della festa tra amiche era una frottola! >>
<< Quando Isabella mi ha raccontato la storia ho subito fatto 2+2. Lei non sapeva che sua madre aveva lavorato per te e che avevate avuto una relazione ma io lo sapevo e da lì sono partite le nostre indagini. Io ho percorso una strada, Diego e Isabella un’altra, per poi incontrarci! Le due indagini hanno condotto alla medesima conclusione. >> Conclude David.
<< E’ assurdo. Magari Ingrid andava a letto con altri uomini ricchi! >> Esclamo.
<< Sì, è possibile. Ma c’è anche un ulteriore conferma: Ingrid ha detto a Diego che la sua famiglia conosce benissimo l’uomo in questione. >> Replica David.
<< Comunque solo la scienza potrà confutare ogni dubbio. Tu e quella donna avete avuto una relazione chiusasi circa nove mesi prima che nascesse Isabella, un test di paternità mi sembra doveroso. >> Interviene Giulio. Sta andando tutto troppo velocemente!
<< E se tua madre dovesse rispondere ad una sua telefonata? Sarebbe una catastrofe. >> Il 12 Marzo dobbiamo rinnovare le promesse. Vorrà annullare la cerimonia dopo questa scoperta!
<< Non credo che quella donna avrà il coraggio di parlare sentendo la voce di mamma. >> Azzarda come ipotesi Giulio. La conversazione viene interrotta quando sentiamo qualcuno che tenta di aprire la porta del salone, senza successo dato che è chiusa a chiave.
<< Daniele, ragazzi? Perché vi siete chiusi dentro? Sono arrivati tutti! >> Esclama mia moglie.
<< Arriviamo mamma! >> Urla David.
<< Non posso affrontare questa serata dopo quello che mi avete detto. Vostra madre mi conosce bene, capirebbe che non sto bene! >> Esclamo.
<< L’alcol ti ha dato alla testa… E’ una buona scusa! >> Sdrammatizza Giulio. Non mi va di scherzare.
 
 
 
[David]
Non era così che avevo progettato il confronto con mio padre su tale argomento. Tutta colpa di quella donna… chiamare al numero di questa casa! Che follia! Papà è decisamente sconvolto tant’è che, quando entriamo in soggiorno dove anche Michael, Giulia e Massimiliano stanno stuzzicando delle tartine, papà non ha neanche la voglia di guardare Massimiliano dall’alto in basso come fa di solito.
<< Ciao Giulia. Ciao Massimiliano. >> Salutiamo Giulio ed io, baciando sulla guancia Giulia, che è pallida come un lenzuolo, e stringendo la mano sudata di Massimiliano. Il poverino è spaventato a morte da mio padre. Siamo apposto!
<< B-buonasera dottor Valencia. Come sta? >> Balbetta timoroso Massimiliano.
<< Buonasera. >> Risponde atono mio padre.
<< Giulia, stai bene? >> Le domanda mia madre. In effetti ha un aspetto strano.
<< Sei un po’ pallida. >> Osserva la mia fidanzata. Lei e il suo fidanzato si scambiano uno sguardo.
<< Quest’oggi siamo stati al lago. Abbiamo mangiato del pesce presso un ristorante, si vede che non era fresco. >> Racconta Massimiliano.
<< Non ti offendere se mangerò poco, mamma. >> Aggiunge Giulia.
<< Preferisci del riso in bianco? Che ristorante era? Conosco tutti i ristoranti nei pressi del lago. Papà ed io siamo sempre stati soddisfatti della loro offerta! >> Esclama mamma.
<< Ha appena aperto ed è troppo spartano per i tuoi gusti, mamma! >> Esclama Giulia.
<< Ah! Quasi dimenticavo! >> Esclama mia madre strillando. Tutti i presenti trasalgono ed io mi massaggio l’orecchio visto che mamma mi sta vicino e mi ha praticamente spaccato un timpano.
<< Hanno aperto le iscrizioni per Miss Club 2028. Non parteciperai nemmeno quest’anno?! >> Le chiede mamma, parlando del concorso di bellezza annuale del club a cui Giulia ha sempre evitato di partecipare per dedicarsi alla carriera di modella professionista. Ogni anno la stessa solfa!
<< Lo sai, mamma. Ho troppi impegni! >> Adduce come scusa Giulia.
<< Non sarebbe bello essere eletta reginetta di bellezza del club? >> Le domanda mia madre. Continua con questa tiri tera da quando Paola Ribeiro ha vinto quel titolo 5 anni fa!
<< E poi la nostra Giulia diventerà un’attrice, se otterrà quel ruolo per cui ha fatto il provino. Come potrebbe concentrarsi anche sul concorso di bellezza? >> Faccio presente a mia madre. Giulia accenna un debole sorriso.
<< Hai avuto una risposta dal regista?! >> Le domanda mamma tutta gasata.
<< No, mamma. Comunque accetto l’offerta del riso in bianco. >> Afferma Giulia. E’ strana forte! E papà non dice una parola. Sarà una cena più tranquilla del previsto e al quanto strana!
<< Allora vado a dare disposizioni a Rhonda. Accomodatevi! >> Ci invita mamma, prima di sparire in cucina e di richiudere la porta scorrevole a scomparsa. Prendiamo posto al tavolo.
<< Oltretutto sicuramente daranno quel titolo a Manuela, di nuovo! >> Commenta Giulio mentre prendiamo posto.
<< E’ tanto bella questa Manuela? >> Gli chiede Silvia con una punta di gelosia. Sorridiamo.
<< E’ la figlia dei soci di maggioranza del club. I membri della giuria farebbero carte false per guadagnarsi i favori dei Marquez, sfavorire la loro figlioletta equivarrebbe ad un suicidio sociale per loro. >> Risponde mio fratello evitando la domanda sulla sua ex Manuela Marquez.
<< Non hai risposto alla domanda. Quanto è bella? >> Domanda Silvia al suo ragazzo.
<< Quanto un’oca giuliva rifatta quasi da testa a piedi. Tu non sei solo bella amore mio, ma sei vera! >> Esclama Giulio.
<< Era rifatta anche quando uscivate insieme? >> Domanda Michael. Camilla ed io scoppiamo a ridere mentre Giulio afferra dei salatini dalla ciotola e li lancia contro nostro fratello.
<< Grazie Michael… Grazie tante! >>
<< Ah, per ciò la tizia è una tua ex! Magari quel giorno al club l’ho anche incontrata. >> Chiosa Silvia infastidita.
<< Può essere. Ma è successo un milione di anni fa! >> Esclama Giulio.
<< E poi ho sentito dire proprio oggi che si è fidanzata da poco. Giulia, tu sai chi è l’uomo in questione? >> Domanda la mia fidanzata a mia sorella.
<< No, non sento Manuela da moltissimo tempo. >> Commenta disinteressata.
<< Cos’è successo? Tuo padre sembra un cadavere inoltre non ha reagito quando i tuoi fratelli si sono lanciati addosso i salatini… e non ha mangiato il pesce nello stesso ristorante di Giulia, vero? >> Mi domanda la mia dolce metà sussurrando. Le nostre voci sono coperte dal chiacchiericcio di Silvia, Giulio e Michael.
<< Al telefono era la madre tu sai chi. Giulio ci ha litigato e mio padre ha origliato la conversazione. A quel punto gli abbiamo detto tutto! >> Esclamo. Camilla si morde il labbro inferiore.
<< Ma non può fare così… tua madre si accorgerà subito che qualcosa in lui non va. >> Osserva la mia ragazza. Scuoto il capo non sapendo cosa fare.
<< Un po’ d’acqua, Daniele? >> Domanda Camilla a mio padre.
<< Sì, grazie. >> Risponde lui distrattamente. La mia ragazza afferra la caraffa di vetro e si protende leggermente per versargliela nel bicchiere.
<< Sorridi o tua moglie capirà che c’è qualcosa che ti turba e l’ultima cosa che voglio è che la mia prima cena con la famiglia del mio fidanzato finisca a puttane. Anzi, non sorridere, visto che non ci siamo abituati… Fai il cerbero, come sempre, sii te stesso, ok? >> Sussurra Camilla a mio padre a denti stretti. Mi porto una mano alla bocca per nascondere un sorriso divertito.
 
 
 
[Olga]
Osservo smarrita lo schermo del pc. Urla, sangue, pianti e sofferenza… E’ questo il parto? Ed io tra circa 8 mesi dovrei sopportare tutto questo?!
<< Ma sei pazza? Cosa guardi? >> Mi redarguisce mia madre, prima di chiudere il pc che tengo sulle gambe. Lo sposto sul tavolino del salotto, così come faccio con la scodella di chips al formaggio.
<< E poi non voglio che mangi queste schifezze, lo sai. Non è salutare! >> Mi ricorda.
<< Ma il parto è davvero così tremendo? >> Domando preoccupata. Sarebbe meno traumatica l’amputazione di un arto! Mamma si siede accanto a me sul divano e mi accarezza i ricci scuri.
<< Non ti propinerò la favola che partorire è veloce e indolore… Sì, fa male! E il travaglio può essere più o meno lungo. Con tuo fratello sono stata fortunata, è durato solo 12 ore, ma tu mi hai fatto tribolare parecchio! Ci hai messo 22 ore per decidere di venire al mondo. Ma vuoi mettere l’attimo in cui senti il tuo bambino, la ragione della tua vita emettere il primo vagito? Quel momento non ha prezzo! Quando prendi in braccio quell’esserino appena venuto al mondo ti dimentichi del dolore e del travaglio! E’ il più bel appuntamento con la vita, una fase che attraversi con gioia, nonostante il dolore, e con impazienza poiché non vedi l’ora di poter dire al tuo bebè “ti amo di bene, benvenuto al mondo!”. >> Mi risponde con le lacrime agli occhi. Anch’io catturo con il dorso della mano una lacrima sfuggita al mio controllo prima di allacciarle le braccia al collo.
<< Io sarò vicino a te passo passo. Non ti abbandonerò, tesoro mio! Tranne in sala parto. Quel posto è destinato al papà! >> Esclama.
<< Papà era con te in sala parto? >> Le chiedo.
<< Certo. Per lui è stata un enorme sofferenza non poter essere presente durante la nascita di tua sorella, per ovvie ragioni. Era determinato a non perdersi la nascita degli altri suoi figli anche se pochi istanti dopo che ho preso in braccio Cèsar è fuggito dalla sala parto per vomitare per quanto era teso e quando sei nata tu per poco non sveniva! Fossi in te chiederei all’equipe medica che ti assisterà di tenere pronto un defibrillatore per il tuo fidanzato! >> Esclama. Sorrido. Chissà se Alexander sverrà!
 
 
 
 
[Paola]
E pensare che quella sera alla festa a casa Mora, prima che arrivassero mia sorella e Lorenzo, avevo anche fatto un pensierino su quella specie di maniaco sessuale. Solo in seguito mi sono resa conto di aver ricevuto una bella salvata! Ogni settimana sentivo Lorenzo e Diego parlare di una nuova ragazza delusa da Gonzalo… Io sarei potuta essere una di loro se solo non fosse nato qualcosa tra me e Diego. Certo, devo dare atto a Gonzalo che è stato gentile a tenere questo mio momento di debolezza per sé. Non ha mai raccontato a Diego del nostro scambio di messaggini prima che ci mettessimo insieme e gliene sono grata. Per il resto è solo un pezzo di merda!
<< … poi sono arrivati Giulio, la sua ragazza e un altro loro amico e se la sono portata via. >> Termino il racconto, evitando di riportare le parole di Giulio, quando ha parlato di Isabella.
<< E’ pazzesco. Da cosa è scaturita questa crisi di coscienza? >> Mi domanda mia madre, molto sorpresa da questo avvenimento. Sollevo le spalle.
<< Non gliel’ho chiesto, mamma. >> Rispondo. Mia madre si ferma a riflettere.
<< Tutti capiranno che siamo stati noi a diffondere quel filmato… Adesso Giulia sa che io so. >> Le faccio notare.
<< E noi ci facciamo furbi! Il piano cambia. >> Asserisce. Deglutisco a vuoto.
<< Come intendi procedere? >> Le domando.
<< Venderemo il filmato a un web magazine scandalistico. >> Asserisce. E’ follia!
<< MA SEI PAZZA?! E’ UN AZIONE GRAVISSIMA! >> Sbotto alzandomi e sbattendo i palmi delle mani sul tavolo.
<< A tutto c’è un limite, mamma! >> Esclamo. Mia madre accarezza una mia mano.
<< Vuoi ancora vendicarti, vero?! Faremo in modo che la notizia esca la sera del lancio, l’8 Marzo! E faremo in modo che Diego e la sgualdrina nel video non siano riconoscibili così nessun potrà accusarci di diffamazione… Il titolo sarà “Chi sono i due amanti clandestini dell’Ecomoda?”. Cosa ne pensi? >> Mi domanda tutta gasata. Mia madre non si fermerà!
<< Questa idea è decisamente migliore della precedente. >> Afferma.
<< E Alec? Hai coinvolto anche lui! >> Protesto.
<< Gli ho promesso dei soldi e gli avrà, dopo tutto sarà le nostre orecchie e i nostri occhi all’interno dell’Ecomoda la sera del lancio. A proposito, l’hai più sentito dopo quella cena? Non è che ti tedia di chiamate, vero cara? >> Mi domanda preoccupata.
<< No, mamma. Non l’ho più sentito. >> Mento.
 
 
 
 
[Marcella]
 Dato che questa scala è scarsamente illuminata la scendo con cautela. Cosa starà facendo mio figlio in cantina? Si volta per pochi istanti verso di me quando l’ultimo gradino scricchiola sotto il mio peso. Solo quando mi avvicino a lui mi rendo conto che ha aperto gli scatoloni contenenti alcuni ricordi della sua infanzia: giocattoli mezzi rotti, qualche orsacchiotto spelacchiato e delle tutine consunte. Deglutisco per non scoppiare a piangere.
<< Ralph. Non dormivi senza! >> Esclamo abbandonami a quel ricordo. Mi siedo accanto a lui ed incrocio le gambe.
<< Perché lo chiamai Ralph? >> Mi domanda mentre lo accarezza.
<< Era la sera di Natale, stavi guardando un film d’animazione in cui c’era un pupazzo di neve vivente con tale nome. In quel mentre scartasti il regalo e decidesti di chiamarlo Ralph. >> Gli ricordo.
<< Oddio, è vero. “Ralph e un Magico Natale”! >> Esclama, ricordandosi il nome del film. Avviluppo il suo braccio posando la testa sulla sua spalla.
<< Sei la mia vita, Alex! Tuo padre mi ha pugnatala alle spalle in un modo così vile… Non potrei vivere sapendo di essermi guadagnata il tuo odio… >> Intervengo facendomi coraggio, prima di scoppiare a piangere. Alexander mi abbraccia.
<< Non ti odio, mamma! Ma non amo le bugie e lo sai. Mario non è mica un serial killer o un criminale… Non capisco perché tenerci separati! >> Esclama.
<< Ho sbagliato, mi dispiace. Mario non è un criminale né è Barba Blu ma tu non lo conosci bene come me. La responsabilità non sa nemmeno dove stia di casa! Non riesce ad occuparsi di una pianta, figurarsi di un figlio! No, non potevo permettere che un giudice decidesse di affidare mio figlio a un individuo del genere… Il suo appartamento di Bogotà era una casa di tolleranza! >> Esclamo, sviscerando la questione. Gli accarezzo una gota, coperta da un leggero strato di barba.
<< Volevo crescerti in un ambiente sano e con dei principi sani. Mi capisci? >> Gli domando. Non per niente l’ho tenuto separato anche da mio fratello e da sua moglie. Alexander annuisce.
<< Adesso sei grande: sei un uomo meraviglioso, con la testa ben salda sulle spalle e presto sarai padre e mi potrai capire. Comunque non mi opporrò in alcun modo se vorrai passare del tempo con Mario. E’ giusto il momento che vi frequentiate! >> Sperando che non porti questo nipotino sulla via della perdizione che lui stesso ha percorso da giovane e su cui ancora si muove. Cose che neanche la Muraglia Cinese! Ci abbracciamo per suggellare la pace.
 
 
 
[Lorenzo]
Si comporta in modo strano! Da ieri si comporta in modo inusuale riguardo l’alimentazione. Per esempio in questo momento che stiamo cenando sta mangiando solo un insalatona con del pane integrale, ignorando i petti di polo fritti che ho preparato personalmente!
<< Certo, io faccio progressi in cucina e tu nemmeno ti degni di assaggiare ciò che ho cucinato. >> Commento offeso, raccogliendo il mio piatto e le posate che ho sporcato per riporle nel lavello.
<< Scusami amore. Ma preferisco mantenermi leggera. Non fa bene abbuffarsi ogni giorno. >> Commenta. Piego le labbra.
<< Sarà. Basta che questa menata del cibo non diventi un ossessione! Non hai bisogno di dimagrire per farmi contento. >> Le ricordo, prima di baciarle una tempia mentre mi alzo per prendere il mio cellulare dal salotto.
<< Non cerco di dimagrire. >> Borbotta. Mha!
<< E’ Gustavo Pereira. Mi avverte tramite SMS che il dossier su Samuel Martinelli è pronto un po’ in anticipo e ce lo invia tramite e-mail. >> Comunico alla mia ragazza. Mentre lei sparecchia la tavola io prendo il PC per poi posarlo sul tavolo. Accedo alla casella di posta per poi aprire la e-mail dell’investigatore e scaricare il file pdf accompagnato da una miriade di foto.
<< Allora. Questa parte è piena di banalità… Nato il, a, il percorso di studi e bla bla… >> Leggo velocemente la prima pagina.
<< Amore, guarda queste foto. Non ti sembra famigliare la ragazza? >> Osserva la mia fidanzata. Strizzo gli occhi e scorro le varie foto in cui i due cenano insieme, si tengono la mano e si baciano.
<< Sì, è Manuela Marquez. Non dirmi che è la fidanzata di questo baccalà? >> Mi domando.
<< Perché, a te cosa te ne frega? >> Mi domanda. Scuoto il capo e sorrido prima di baciarla.
<< Niente. Solo che la poveretta ha raschiato il fondo del barile, a quanto pare! Andiamo avanti a leggere. >> Propongo. Aggrottiamo le sopracciglia osservando che in altre foto si vede il baccalà entrare nel palazzo dove vive tenendo per mano un’altra ragazza. Hai capito il giornalista da strapazzo!
<< E’ Tanisha. >> Mi informa la mia ragazza.
<< Tanisha di scuola? >> Chiedo conferma. Annuisce.
<< Tanisha Hurtado. Pubblicitario di giorno ed escort di notte! Martinelli è uno dei suoi più affezionati clienti. >> Leggiamo completamente sorpresi.
<< Tanisha fa la escort? >> Domanda incredula Roberta.
<< A quanto dice Gustavo, sì. Dovrà pagare anche lei affitto e bollette! >> Esclamo, beccandomi uno scappellotto dalla mia ragazza che mi colpisce poco sotto il pettorale destro.
<< Avrà clienti importanti secondo te? Rotolerebbero tante teste se una sua ipotetica lista clienti dovesse divenire pubblica. >> Chiosa Roby.
<< Probabilmente amore sì, chiederanno i suoi servizi anche personalità in vista della città. Trasmetto il dossier a Diego, a Camilla, a David e a Giulio. >> Affermo, inviando delle e-mail.
 
 
 
[Massimiliano]
Qui si passa da un estremo all’altro… dagli insulti gratuiti alla più totale indifferenza. Questa sera per il padre di Giulia è come se non esistessi! Anzi, mi correggo. Tutti noi siamo come trasparenti stasera per lui dato che non interagisce con anima viva e lo si sente dire “ah, però” e mugugnare ogni tanto.
<< Amore, cos’ha tuo padre stasera? >> Le sussurro all’orecchio.
<< Non ne ho idea tesoro. Per lo meno eviterà di insultare te o chi altri, avvelenando la serata a tutti. >> Mi risponde la mia ragazza.
<< Altra insalata? >> Propone Camilla sollevando la zuppiera. Giulio l’affera.
<< L’arrosto è ottimo, complimenti Signor… cioè, Patrizia! >> Esclama Silvia. In effetti è buonissimo.
<< Grazie, cara! Quando mi sono sposata non ero nemmeno capace di preparare un uovo a tegamino e bruciavo il pane a colazione, ma un corso di cucina ho risolto tutto. Vero amore mio? >> Chiede conferma Patrizia a Daniele il quale annuisce.
<< Certo, cara. >> Si limita a rispondere. Giulia ed io ci lanciamo un’occhiata.
<< I tuoi genitori verranno in Colombia a trovarti? >> Mi domanda la madre di Giulia mentre Rhonda serve il vino in tutti i calici. Giulia mette la mano sul suo bicchiere prima che Rhonda lo riempia.
<< Meglio di no… Non vorrei avere di nuovo bruciore allo stomaco. >> Si giustifica. Chissà come prenderà suo padre la notizia di una gravidanza! Ecco, questo potrebbe scuoterlo dallo stato di trance in cui si trova ora.
<< Mi scusi signorina. >> Si scusa la cameriera.
<< Non ne abbiamo ancora parlato. Sarebbe doveroso, visto che non vedo l’ora di presentarli vostra figlia. A Giugno mia sorella si sposerà per tanto andremo in Italia e la conosceranno allora, nel caso ciò non avvenga prima. >> Spiego cercando di non balbettare.
<< Sorella minore o maggiore? >> Chiede con interesse Patrizia.
<< E’ più grande di me di un anno, si chiama Sara. Ho anche un fratello minore di due anni rispetto a me nome Marco. >> Espongo.
<< I tuoi genitori come si chiamano? >> Mi domanda, dando seguito a questo terzo grado.
<< Clara e Giacomo. Mia madre ha origini francesi. >> Racconto.
<< Cosa mi dici invece della tua famiglia, Silvia? >> Le domanda Patrizia che, per fortuna, decide di spostate la sua attenzione da me a lei.
<< Mia madre si chiama Alma e mio padre Valentin. I miei genitori hanno divorziato alcuni anni fa, ero ancora una ragazzina! >> Racconta.
<< Saremmo ben lieti di conoscerli, potremmo uscire tutti a cena una di queste sere. Cosa ne dite? >> Propone mia suocera rivolgendosi a suo marito a suo figlio Giulio il quale sorride e sembra si stia trattenendo dallo scoppiare a ridere.
<< Quando vuoi, mamma. >> Acconsente lui.
<< Daniele? MA MI ASCOLTI?! Si può sapere cosa ti prende?! >> Sbotta Patrizia infastidita dal comportamento di suo marito. Sembra non sia neanche a tavola con noi.
<< Scusate, ma non mi sento bene. Prima nel soggiorno… >> Racconta, per poi bloccarsi.
<< Nel soggiorno cosa? >> Lo incita sua moglie.
<< Abbiamo bevuto un gin, a papà ha fatto male considerando che era a stomaco vuoto. Noi due invece ci eravamo fermati per strada a bere uno spritz accompagnato da tartine! >> Conclude il racconto David. Qui stasera è tutto molto strano, non l’avevo immaginata così tale cena! Mi aspettavo il terzo grado da parte di Daniele il quale invece non si è nemmeno reso conto che ho valicato la soglia di casa sua.
<< Ho mal di testa, chiedo scusa. >> Si giustifica Daniele.
<< Vi siete fermati a fare aperitivo prima di una cena a casa Valencia, sapendo che mamma avrebbe preparato un mega aperitivo? >> Domanda Michael, sottolineando la stranezza del particolare. In effetti!
<< Tutto bene? >> Domando alla mia ragazza, intrecciando le mie dita con le sue sotto al tavolo. Lei annuisce. Per fortuna durante la cena le nausee le hanno dato tregua.
 
 
 
[Gonzalo]
<< … e così sono uscita da quel negozio, con un rimborso, ovviamente! Mi avevano venduto una blusa sfilacciata, ti rendi conto? Se in auto non l’avessi tirata fuori dalla sua confezione per ammirarla non me ne sarei resa conto immediatamente così da tornare indietro per protestare… e pretendevano anche di avere ragione! A Los Angeles non mi è mai successa una cosa simile. >> Blatera Kelly, sorseggiando il suo vino. La verità è che non sto ascoltando mezza parola di quello che sta dicendo! Non faccio che ripensare a quei cinque minuti che ho passato in compagnia di Paola. Mi ha sempre attratto… Inutile negarlo! Fin da quando l’ho vista per la prima volta quella sera a quella festa a casa Mora. La stessa sera in cui ha conosciuto anche Diego e ha scelto lui! Ricordo come se fosse ieri quel messaggio… il suo epico due picche di tre giorni dopo la festa, in seguito ai miei tentativi di chiederle di uscire: “Sei un bel ragazzo, ma non sei il tipo adatto a me! E come sai ho iniziato a frequentare Diego!”. Non potevo né raccontarlo a Diego né a nessun altro perché affrontare l’argomento significava ammettere che ci ero rimasto di merda! Ho archiviato la cosa andando avanti con la mia vita! Non potevo fare altrimenti… Mi sarei rovinato ammettendo di essere stato colpito e affondato per la prima volta!  
 
 
Che biondina da urlo, non l’avevo mai vista nei paraggi! Se ne stava tutta sola con la schiena appoggiata allo stipite di una porta a sorseggiare una birra. Avanzai verso di lei urtandole leggermente il braccio fingendo di non averla notata.
<< Ops, scusami tanto! >> Esclamai.
<< Non c’è problema. >> Rispose.
<< Per fortuna non ho urtato la tua birra o non sarebbero bastate tutte le scuse del mondo! Gonzalo Torres, molto piacere. >> Mi presentai.
<< Paola Ribeiro Solari. >> Si presentò. Ribeiro Solari…. Dove avevo già sentito tale cognome?
<< Un mio amico sta con una ragazza che ha il tuo stesso cognome, si chiama Maria. >> Dissi.
<< E’ mia sorella. Sto aspettando proprio loro: Lorenzo e Maria! >> Esclamò.
<< Potrei tenerti compagnia, nel frattempo! >> Proposi, proprio nell’attimo in cui Lorenzo mi travolse con un braccio dietro il collo.
<< Gonzalo… Non dirmi che ci stai provando con mia sorella. Potrei evirarti! >> Mi minacciò Maria. Ma porca puttana… proprio in quel momento dovevano arrivare?
<< Stavamo solo chiacchierando! >> Esclamai. Mi aveva messo in ridicolo!
<< Vieni con me, devo ancora presentarti mio fratello, mia sorella e i nostri amici! >> Esclamò Lorenzo trascinandola con sé. Lei si voltò a guardarmi prima di seguirlo.
 
 
Il resto, è storia. Diego e Paola si sono fidanzati e Paola ha potuto conoscermi in tutta la mia stronzaggine, osservando il popolo femminile piangere per colpa delle illusioni che ho loro inflitto, anzi per colpa delle illusioni che loro si fanno! Perché non si può cenare insieme, scopare e salutarsi la mattina dopo senza rancori? Un appuntamento deve per forza essere l’inizio di qualcosa?
Quando ho saputo che Diego e Paola si erano lasciati ho subito pensato “è il mio momento”, non considerando il fatto che da lei mi sono fatto detestare! Inoltre non so se riuscirei a usarla per svuotarmi le palle sapendo che esce da una storia per cui ha sofferto! La cosa certa è che devo fare qualcosa per togliermi questa ossessione per lei!
<< Ho passato una bella serata! Grazie. >> Mi ringrazia Kelly, mentre procediamo verso l’appartamento di Paola, a bordo della mia Giulia Veloce.
<< Anch’io sono stato bene. >> Mento, allungando la mia mano verso il suo ginocchio. Lei sorride prima di scostare la mia mano mentre accosto sotto casa di Paola.
<< Tu corri un po’ troppo! Ci sentiamo domani. Buonanotte. >> Mi saluta, con un misero bacio all’angolo delle labbra. Ma bene! Due ore a sentirla straparlare e mi toccherà fare da solo stasera?!
 
 
 
[Class]
No, non può essere lui la persona di cui parlava. Ero qui un’ora fa quando il tale si è avvicinato al bancone dove c’era Francesco e dopo pochi istanti si sono stretti da la mano. Da allora li ho osservati chiacchierare seduto dall’altra parte di questo locale gay. Non è solo il suo rifiuto dell’altro giorno ad accendere il mio interesse per lui, no. C’è qualcosa in lui che mi attira come una calamita… Poi, certo, è anche per via di quel rifiuto! Perché sa di balla lontano un miglio e non mi sta bene. Devo sapere cosa c’è sotto! Entrambi si alzano dai loro sgabello e prendono direzioni differenti. Seguo Francesco che si dirige fuori dal locale.
<< Ci incontriamo dovunque, a quanto pare. >> Affermo, arrivandogli alle spalle. Si volta lentamente seguendo il suono della mia voce.
<< Class. Non sapevo frequentassi questo locale. >> Afferma.
<< Infatti non lo frequento. Ma ho visto su internet che è il locale gay più in voga e più frequentato così sono venuto a dare un’occhiata. Il tuo ragazzo non ti accompagna? >> Gli domando.
<< A proposito dell’altra sera mi sembra doveroso precisare che Leon è semplicemente un mio amico. Nel caso tu ti sia fatto un’idea sbagliata. >> Precisa. Buona a sapersi!
<< In effetti credevo fosse lui la persona di cui mi hai parlato in macchina. Allora si tratta del tizio di stasera? >> Domando.
<< E se fosse? Non ti sembra di fare troppe domande? >> Mi redarguisce. Usa un tono molto diverso rispetto a quando ci siamo presentati in sala riunioni. Ricordo che mi dava addirittura del lei!
<< Pensi di me che sia un inetto totale? C’ero un’ora fa quando tu e quello vi siete presentati! >> Obbietto infervorandomi.
<< Lo sai che lo stalking è reato? >> Mi domanda.
<< Non stavo seguendo nessuno. E’ un pubblico locale! >> Obbietto.
<< Io vado verso casa, domani mattina devo alzarmi presto per lavorare. Ti auguro una buonanotte! >> Esclama, avviandosi verso il parcheggio. Lo raggiungo quando siamo nel parcheggio deserto e lo fermo afferrandogli un polso.
<< Bene, smettiamola di girarci attorno. Voglio sapere perché hai rifiutato il mio appuntamento adducendo come scusa una relazione, o come la vuoi chiamare! >> Esclamo intrappolandolo contro un’auto che spero sia la sua per non dover incappare nell’ira del proprietario.
<< Cosa ti da tanta certezza che sia una balla? >> Mi chiede.
<< Istinto! Infondo non chiedo la luna, mi pare! Solo un po’ di trasparenza. Se non ti piaccio dillo chiaramente! >> Esclamo immerso nei suoi occhi verdi.
<< Perché devi fissarti proprio con me? >> Mi domanda.
<< Perché mi piaci, e non ho alcun problema a dirlo a voce alta. Tu perché non lo vuoi ammettere? >> Gli domando. Non gli do il tempo di replicare visto che catturo le sue labbra in quel bacio che desideravo tanto dargli! Lui rimane inerme di fronte al mio gesto perciò mordicchio leggermente il suo labbro inferiore per scuoterlo da questa trance. Avverto il calore del palmo della sua mano contro la mia nuca e un brivido attraversarmi la schiena un attimo prima di sentire le sue labbra muoversi a ritmo delle mie. Tutto ciò dura pochi istanti poiché improvvisamente lui si separa da me, come se si fosse appena reso conto di stare commettendo il peggiore dei reati. Che problema ha con me? Sorrido deliziato. E’ stato bello quanto speravo!
<< I-io… io devo andare. >> Se ne esce improvvisamente. E che cazzo! Ma perché si comporta così?
<< Certo. Buonanotte. >> Mi rassegno.
<< Buonanotte. >> Mi augura, guardandomi negli occhi per pochi istanti prima di allontanarsi alla volta della sua auto.
<< Vai… Scappa di nuovo, tanto ti raggiungerò di nuovo! >> Esclamo quando è troppo distante per sentirmi.
 
 
 
[Patrizia]
Quando questa cena terminerà a resteremo soli mio marito mi sentirà! Questa cena doveva servire per dimostrare ai suoi figli che può essere meglio di così, doveva essere l’occasione per legare di nuovo con Michael e per farsi perdonare da Giulia invece ha ignorato del tutto quel poveretto di Massimiliano che ora non ci capirà più niente. Penserà di avere un suocero pazzo! Regna un silenzio imbarazzante mentre mangiamo il dessert, panna cotta ai frutti di bosco.
<< Tesoro, la cena volge al termine. Non è ora che comunichi ai ragazzi quella determinata notizia? >> Lo incito.
<< Se riguarda lo scambio delle promesse… >> Interviene Giulio.
<< No, non riguarda quell’evento, che ad ogni modo avverrà il 12 Marzo. >> Lo interrompo. Daniele si alza e preleva da un cassetto quattro buste per poi consegnarne una ad ogni uno dei nostri figli.
<< Cosa sono queste buste? >> Gli domanda Giulia.
<< Un regalo da parte mia e di vostra madre. Abbiamo aperto quattro fondi fiduciari, uno per ogni uno di voi. >> Espone mio marito. I nostri figli rimangono sbalorditi.
<< Papà, ma sei impazzito? Sono un sacco di soldi! >> Osserva David.
<< Sì, sono tanti e spero che ne facciate buon uso. Spero che vi possano essere d’aiuto per i vostri sogni. Di lavoro o di altro genere. So che vedrete questo mio gesto come l’ennesimo tentativo di comprarvi, di ripulirmi la coscienza con un regalo materiale. Io volevo solo dimostravi con i fatti che sono dalla vostra parte e… e... e debbo chiedere scusa due di voi perché negli ultimi tempi non vi ho trattati come figli. >> Interviene mio marito rendendosi finalmente conto della nostra presenza a tavola.
<< Michael, quella notizia mi ha spiazzato e mi ha spiazzato il doverne venirne a conoscenza tramite un giornale. Non mi sono accorto di niente e tu non bramavi certo per confidarti con me e questo avvenimento è stata una delle tante prove evidenti del mio fallimento come padre. Ma il peggio di me come padre e come uomo l’ho dato la sera della festa in Ecomoda. Mi dispiace Giulia… Spero riuscirai a perdonarmi. >> Si augura Daniele. Giulia scoppia a piangere e sposta la sedia provocando uno stridio assordante. Ecco, ora se ne va. E’ ancora indignata!
Resto sorpresa quando, invece di andarsene, allaccia le braccia al collo di suo padre. Non posso più trattenere le lacrime. Michael, che siede alla mia sinistra, mi accarezza una spalla.
<< Ti… voglio bene… papà! Non voglio più litigare con te! >> La sentiamo dire all’orecchio del padre.
<< Mi dispiace piccola mia. Cercherò di essere un vero padre, te lo prometto! >> Le giura Daniele. Speriamo sia così! Mio marito posa un bacio sulla guancia della sua unica figlia femmina prima di alzarsi per dirigersi verso Michael. Anche quest’ultimo si alza e mio marito lo avvolge in un abbraccio di breve durata. Siamo tutti commossi, anche se David, Giulio e Massimiliano tentano di nasconderlo. Mentre io e le mie due nuore ci soffiamo il naso. Michael torna a sedere e dalla sua espressione mi sembra scosso da tale gesto da parte di Daniele.
<< Faccio servire il caffè. Chi ne vuole? >> Propongo. Trasaliamo tutti quando Michael si alza di scatto.
<< I-io devo dire una cosa! Devo fare un annuncio. >> Introduce, catturando la nostra attenzione.
<< E ciò che penso io? E lo vuoi dire adesso, ne sei sicuro? >> Gli domanda David.
<< Sì, adesso! E’ il momento più adatto. Così dopo non ci saranno più segreti e mi sarò tolto il pensiero. Mamma, papà, fratello e sorella… Io mi sono fidanzato! Sono fidanzato ufficialmente. Lui al momento vive all’estero ma non appena tornerà a Bogotà, fra due settimane circa, cercheremo una casa tutta nostra. >> Annuncia. Mio marito deve bere dell’acqua, è troppo per lui!
<< Congratulazioni, fratellino! E lo conosciamo? Se vive all’estero vi siete conosciuti via chat o cosa? O vi siete conosciuti quando viveva ancora qui? Io credevo stessi con Francesco, pensa tè! >> Afferma Giulio come un fiume in piena.
<< Congratulazioni, figlio mio. Quando ce lo presenterai? >> Gli domando.
<< Di chi si tratta? >> Gli domanda suo padre.
<< Lo conoscete. Lo avete incontrato da poco… >> Asserisce restando sul misterioso. Lo abbiamo incontrato da poco… chi potrebbe essere? Un facchino dell’aeroporto? Magari lavora per noi? Che sia il nostro autista? In fondo è giovane e ho sempre pensato che fosse gay.
<< E’ Mosè, il nostro autista? >> Domando. Michael scuote la testa in segno di diniego.
<< Non puoi semplicemente dirci il nome?! >> Protesta suo padre.
<< E’ Cèsar Mora. >> Confessa. Mio marito sbianca.
<< Cèsar Mora? Da quando in qua è gay? L’ho sempre visto alle sfilate e alle feste con delle sventole di ragazze! >> Esclama Giulio.
<< Lo è, nella vita si cambia! Lo è ma non ha ancora fatto outing. I suoi genitori non sanno niente per tanto vi prego di tenere per voi questa notizia! >> Esclama Michael.
<< Prima mi ritrovo Armando come consuocero e passi, ma adesso anche Nicola Mora? Mi trovo dentro un incubo… vero? >> Protesta mio marito con le mani alla fronte. Questa notizia sarà dura più di ogni altra da digerire perché quel nome per lui apre una vecchia ferita. Camilla sta per scoppiare a ridere ma tossisce per ricomporsi.
<< Scusate! >> Esclama guadagnandosi un’occhiataccia di mio marito.
<< Debbo interrompervi e intromettermi. Lorenzo mi ha appena inviato una e-mail con il dossier su Samuel Martinelli, che aveva richiesto a Pereira. Vi leggo le notizie succulente! Indovinate chi è il nuovo fidanzato ufficiale di Manuela Marquez? >> S’intromette David.
<< Ma non mi dire? >> Commenta Camilla.
<< Proprio Martinelli. Ma non ho finito! Questa Camilla ti piacerà e ti lascerà spiazzata: indovina che lavoro fa per arrotondare la tua amica Tanisha? Ora tutto torna! >> Esclama David.
<< La barista? La giornalista free lance? La cubista? >> Elenca mia nuora.
<< La prostituta di alto bordo. >> Annuncia David. Restiamo tutti spiazzati davanti a tale notizia.
<< Ma dai! Stai scherzando? >> Chiede incredula la fidanzata del mio primogenito.
<< No, niente affatto. E Samuel Martinelli è un suo affezionato cliente. 3 volte in una settimana! >> Esclama David.
<< Scusatemi ma in queste foto si vede un ragazzo che entra in un portone in compagnia di una tizia che non la sua fidanzata ufficiale… Le mette le corna con Tanisha! Questa foto non prova che faccia la vita! >> Obbietta Michael. David gli passa il telefono.
<< Ah. Ritiro tutto! >> Esclama Michael.
<< Ci fate vedere? >> S’intromette mio marito.
<< Queste sono altre foto dove Tanisha cena ed entra in lussuosi hotel in compagnia di altri uomini, i cui volti sono stati oscurati! >> Ci spiega Giulio.
<< Non ci posso credere! >> Commenta ancora incredula Camilla vista la rivelazione ricevuta circa la sua amica.
<< Tutto torna. Tanisha è la scalda letto, per essere carini, di Martinelli, ecco come ha fatto a sapere della rissa in questa casa alla festa, tra Giulio e Lorenzo. Lei c’era! >> Ragiona David.
<< E la storia di Gonzalo e Roberta? Come la giustifichi? Lei alla festa in azienda non c’era! >> Obbietta Camilla. Giulio emette un ghigno.
<< No, ma c’era il padre di Gonzalo che si dia il caso abbia abbastanza soldi per togliersi determinati sfizi. >> Osserva Giulio.
<< Piano. Questa è solo una supposizione. Per quanto intelligente ma resta solo un ipotesi. >> Osserva Giulia.
<< Vi immaginate che smacco sarebbe per Giullermo Marquez scoprire che il suo caro genero tradisce la sua figlia prediletta con una prostituta? Addio fidanzamento e addio milioni! Adesso teniamo Martinelli per le palle! >> Commenta Giulio.
 
 
 
[Armando]
<< Non ci posso credere… Era una così brava ragazza! >> Chioso incredulo.
<< Eppure… Gustavo è il migliore nel suo campo e lo sai. Con questa notizia terremo Samuel per le palle. Non rischierà di far saltare questo fidanzamento a numerosi zeri per sputtanarci di tanto in tanto. >> Replica mio figlio Lorenzo.
<< E chi di voi andrà da lui per ricattarlo? >> Domando. Mia moglie aggrotta le sopracciglia.
<< Cami che si trova a cena dai Valencia mi ha appena massaggiato dicendo che vorrebbe essere Giulio il nostro porta voce. Io non lo lascio andare da solo… quel tale ha scritto che la mia ragazza se la fa con un altro. Lo voglio guardare negli occhi mentre se la fa in mano! >> Esclama. Scuoto il capo.
<< Questo non spiega chi sia stato a dire a Martinelli di questa storia di Gonzalo e Roberta. Tanisha non era presente in quel momento. >> Obbietto.
<< Papà io ho partorito una mia idea. Ma non so come proporla a Gonzalo… lo conosci, quando gli partono i 5 minuti…! E se Marcus fosse un cliente di Tanisha? >> Si domanda Lorenzo.
<< Il pensiero viene! Tu proponili la questione e vedi come reagisce. Falli vedere alcune di quelle foto, magari riconosce suo padre in uno di quegli uomini? A proposito, mi invii tutto il dossier? >> Gli domando.
<< Già fatto. Adesso lo chiamo… sperando che non mi faccia a fettine considerando che l’ultima volta che siamo visti abbiamo litigato e gliene ho dette di tutti i colori. Buonanotte papà, salutami la mamma. >>
<< Buonanotte a voi ragazzi. >> Lo saluto, ponendo fine alla conversazione.
<< Cos’è successo? Di cosa stavate parlando? >> Mi domanda mia moglie.
<< Di un matrimonio che tra poco si sfacerà… e la moglie in questione cercherà l’appoggio delle sue amiche, te compresa amore mio! >> Esclamo.
<< Armando, non ti capisco! >> Protesta. Accendo il pc e le spiego ogni cosa.
 
 
 
[Diego]
<< Il bello è che più di una volta mi ha fatto la predica perché alle feste ci provavo con più di una ragazza, perché ogni tanto fumavo una piccola canna… che falsa! >> Chiosa Diego, leggendo il ricco dossier redatto dal suo amico investigatore.
<< Qualcosa le sarà successo per diventare così. Per lo meno adesso questo Martinelli la smetterà di pubblicare tutte le notizie negative che trova su di noi… Che poi non ho ancora capito perché è così accanito contro la tua azienda e i suoi membri? >> Si chiede la mia fragolina.
<< E chi lo sa? Mi ricorderò di chiederglielo quando andrò a trovarlo con Lorenzo e Giulio. >> Rispondo.
<< Ma Giulio non ha massaggiato dicendo che vorrebbe andare da solo? >> Mi fa presente.
<< Quello che dice Giulio non è legge e non può darmi ordini. Io ci vado! E di sicuro dopo quanto successo con Lorenzo neppure lui accetterà di farsi da parte. E qualcosa mi dice che si accoderà anche Gonzalo se la supposizione di Lorenzo su Tanisha e Marcus fosse vera. >>
<< Non avete preso in considerazione il fatto che Martinelli potrebbe non farsi spaventare dalle vostre minacce? In fondo non mi sembra che gli manchino la fama e i mezzi di sostentamento. >> Ipotizza. Mi viene sorridere, la mia fragolina è proprio ingenua, troppo certe volte.
<< Amore, guarda il quadro di insieme. I Marquez sono la famiglia più ricca della Colombia, e non esagero, hanno un sacco di contatti! Non stiamo parlando solo dei soldi che un giorno Martinelli potrebbe ereditare o della vita da nababbo che farebbe sposando Manuela,  parliamo di reputazione. I Marquez conoscono tutti e tutti conoscono i Marquez, Martinelli ne uscirebbe un relitto! Addio giornale, addio amicizie, mi spiego? >> Rispondo. Non sembra convinta.
<< Dev’essere triste la vita di questo tale se davvero davanti ad uno scandalo simile tutti i suoi amici dovessero voltargli le spalle. Significherebbe che l’unica amica che ha è una donna che vende se stessa per diventare ricca. >> Commenta incredula.
<< Anche Tanisha chiuderebbe con lui ogni contatto, fidati! >> Esclamo.
<< E poi questa Manuela è bellissima e ricca… Cosa le manca? Perché tradirla? >> Si domanda. Proprio a me viene a fare certe domande?
<< Probabilmente era suo cliente prima di fidanzarsi con la Marquez. E poi se Tanisha gli passa informazioni sull’elite della città lui ne ha bisogno! >> Commento quando sul mio cellulare arrivano diversi vocali da parte di mia sorella.
 
“Ciao, la cena si è appena conclusa e purtroppo c’è stato un piccolo incidente. Ingrid ha chiamato a casa Valencia e Giulio ci ha litigato al telefono. Daniele ha sentito Giulio e David discutere dell’argomento e ha scoperto tutto. Era shoccato! Per tutta la cena sembrava uno zombie, tranne sul finale quando ha dimostrato finalmente un po’ di umanità verso i suoi figli… Sarà stata la notizia a scuoterlo? Purtroppo non abbiamo potuto sviscerare ulteriormente la questione con lui vista la presenza di Patrizia. Vi aggiorneremo! Buonanotte, ci vediamo domani in ditta. “
 
Ascoltiamo insieme.
<< Lui lo sa e verrà in cerca di me. >> Osserva la mia piccola. L’abbraccio.
<< Ed io sarò lì, piccola mia! Non temere. >>  La rassicuro.
 
 
 
[Gonzalo]
Dopo essermi svuotato, tutto sudato, mi stendo sul letto matrimoniale posizionato sul soppalco del mio loft. Ana appoggia la testa sul mio torace e comincia e giocare con i peli.
<< Non fraintendermi, fare l’amore con te è un’esperienza quasi mistica, ma non facciamo altro! E’ dalla prima sera che non usciamo a cena. Quando mi ci porti fuori? >> Mi domanda. E che palle! Anche lei ci si mette… Da quando l’ho conosciuta un mese fa non mi era mai uscita con certi discorsi.
<< Quando passerà questo periodo stressante di lavoro… In questo momento ho bisogno di coccole e momenti di totale relax insieme a te, tesoro! >> Mi cavo d’impiccio ottenendo un bacio in risposta, bacio che ben presto diviene infuocato. Averla casualmente incontrata alla pompa di benzina è stata quella che si sol chiamare una botta di culo! Dopo le frasi ci circostanza tipo “Non ti fai sentire da ben due giorni” ha smesso di fare storie e mi ha seguito fino a casa. Sto mordicchiando il suo seno quando il mio cellulare squilla. Che palle!
<< Scusa tesoro, non te ne andare! >> Esclamo. E’ Lorenzo a chiamarmi… Non me lo aspettavo.
<< Amico ciao, al momento sono impegnato, ti posso richiamare? >> Gli domando.
<< Sarò breve! Vieni a fare colazione da noi domani mattina? >> Mi invita.
<< La trappola dov’è? Mi avvelenerete con le uova? >> Gli domando. Lo sento ridacchiare.
<< Possiamo evitare le scuse? O vuoi che vengo li e ci abbracciamo? >> Mi minaccia.
<< Per carità. La tua Roberta non apprezzerebbe la mia ospite! Ci vediamo domani. >> Lo saluto, tornando alla mia ospite che, per quanto bella e capace, non riesce a togliermi l’ossessione per Paola. Da quando ho scoperto che è tornata single non faccio che pensarci.
 
 
 
[Giulia]
<< Papà era strano forte. Non ti ha nemmeno degnato di uno sguardo! >> Si lamenta Giulia mentre entriamo nel letto matrimoniale. Appoggia la testa al mio petto.
<< Per lo meno non ti ha insultato. >> Osservo trovando un lato positivo.
<< No, ti ha del tutto ignorato. E’ anche peggio. Come se non esistessi… Quando ti accetterà? >> Si domanda.
<< Amore, dagli tempo. Stasera il suo discorso è stato bello, no? E ti ha chiesto scusa. Poi è bastata tua madre che ha fatto domande per entrambi. >> Commento, posando un bacio sul suo capo.
<< Credi che la culla entrerà in questa stanza? >> Si domanda saltando di palo in frasca. La culla! Fino a pochi giorni fa la consideravo una cretina rifatta, cercavo di riconquistare Isabella e adesso stiamo discutendo su come cambiare l’arredo di casa per accogliere un bimbo. Sorrido.
<< Elimineremo il cassettone. Oppure lo potremmo spostare in corridoio, il passaggio per il bagno diverrà un po’ stretto ma amen. >> Propongo. Spero arrivi presto qualche ingaggio come modello! Devo trovare un modo per arrotondare e non far mancare niente a lei e al bambino.
<< Ti amo… ti amo da morire! >> Mi ricorda. Catturo le sue labbra in un bacio.
<< Ti amo anch’io, piccola. >> Le rammento.
 
 
 
 
[Daniele]
E’ arrabbiata? Difficile dirlo! Mentre leggo alcune news dal tablet, anzi mentre tento di leggere visto che ho la testa altrove, lei siede sulla toletta della stanza da letto e spazzola i suoi lunghi capelli.
<< Credo siamo morbidi a sufficienza! >> Esclamo. Vorrei che mi raggiungesse nel letto, ho voglia di sentirla vicina e di godermi tutti gli istanti con lei. Magari saranno gli ultimi perché se veramente quella ragazza dovesse essere mia figlia chissà se mia moglie resterà con me. La reazione di Patrizia è imprevedibile, pur sapendo di non potersi permettere giudizi visto che la prima ad aver tradito e fatto figli fuori dal matrimonio è stata lei.
<< Ti è passato il mal di testa? >> Mi domanda. Ha l’aria di una frecciatina.
<< Sì. >> Confermo. Lei posa la spazzola, si toglie la vestaglia e si mette a letto.
<< Non capisco cosa ti sia preso. Se non ti avessi voluto a cena ti avrei cacciato di casa… sarebbe stato uguale per noi. >> Afferma. Il mio mutismo alla cena è il minimo… finché non incontrerò quella ragazza e non effettuerò un esame del DNA chissà se riuscirò a dormire. In più ci si mette mio figlio con la sua notizia bomba. Nicola Mora e Armando Mendoza saranno i miei consuoceri! Questo è un castigo di Dio per tutti gli errori che ho commesso in vita!
<< Mi farò perdonare con un’altra cena. A cui potrà partecipare anche il… il… >> Cerco di dire ma le parole mi si bloccano in gola.
<< Il fidanzato di Michael. Abituati all’idea! >> Esclama.
<< Dammi tempo. Ho digerito che mio figlio sia gay e di averlo scoperto in quel modo, adesso devo digerire che fra tanti suoi simili abbia scelto Cèsar Mora. >> Affermo. Mia moglie scuote il capo.
<< Bada bene a come ti comporti Daniele Valencia. >> Mi minaccia, prima di posare un bacio sulle mie labbra.
<< Buonanotte amore! >> Mi augura, spengendo la sua abat-jour. La imito e mi metto sotto le coperte.
<< Anche a te cara. >> Rispondo, sapendo che non riuscirò a dormire.
 
 
 
[Silvia]
<< Chiamare a casa dei miei… che coraggio! >> Borbotta Giulio, già pronto per dormire. Io mi trovo in bagno e mi specchio assicurandomi di essere impeccabile. Ho indossato il mio miglior negligé (pagato una vera fortuna), per fargli questa sorpresa che non si aspetta minimamente. Tremo tutta come se fosse la mia prima volta! Spero solo di non fare figuracce tipo inciampare, sbattere la testa contro il comodino o cose simili! Traggo un profondo sospiro ed esco dal bagno. Inserisco la mano nella fessura semiaperta della porta della stanza da letto e spegno la luce prodotta dal lampadario a soffitto.
<< Perché hai spento la luce? >> Mi domanda. Prima che abbia in tempo di accendere l’abat-jour sono già a cavalcioni su di lui e lo bacio con foga. Ce l’ho fatta! Non pensavo che sarei riuscita a farlo con tanta sicurezza! Avverto le sue mani accarezzarmi le natiche e salire lungo i fianchi, scostando il negligé il quale è legato solo all’altezza del seno e mi lascia scoperto il ventre. Ci separiamo solo per prendere fiato ed entrambi siamo affannati. Lui oltre che essere ansimante è anche felice e lo avverto perfettamente sotto di me! Pochi istanti dopo cattura nuovamente le mie labbra, in un bacio più casto, e da come le sue labbra sono tirate capisco che sta sorridendo.
<< E questa sorpresa? >> Mi domanda, intervallando le parole con dei baci sul collo.
<< Te la sei meritata. Non sei affatto quel Giulio che io credevo, che tu mostravi a tutti e che tutti descrivevano… O magari non lo sei mai stato. C’è un cuore sotto tutti questi muscoli… >> Intervengo.
<< Un cuore che batte e che vibra per te! Solo per te! >> Esclama interrompendo il mio intervento. Sorrido.
<< Ma anche l’occhio vuole la sua parte. Voglio vederti, ti prego! >> Esclama, un attimo prima di accendere l’abat-jour. Indugia sul mio corpo accarezzando il mio ventre con la punta delle dita. Per la prima volta arrossisco per le attenzioni di un ragazzo.
<< Sei bellissima! >> Esclama prima di baciarmi. Lo spoglio della canotta che indossa per poter ammirare ed accarezzare il suo fisico palestrato. Improvvisamente lui interrompe il bacio e mi allontana tenendomi per le spalle.
<< Cosa c’è? >> Domando. Ho sbavato? L’ho graffiato togliendogli la canotta?
<< Non posso farlo. Non posso farlo senza prima averti confessato una cosa… Sarebbe come costringerti e non sarebbe giusto! Devi sapere questa cosa, anzi avrei dovuto dirtela prima. >> Esordisce.
<< Giulio, così mi spaventi… Di cosa si tratta? >> Domando in pena.
<< Ti ricordi il nostro primo incontro al club? >> Mi domanda. Come dimenticarlo? L’ho subito etichettato come un mega stronzo. Annuisco.
<< In quel momento Diego era appena stato eletto soffiandomi la presidenza perciò ero verde d’invidia. Mia sorella Giulia era stata cacciata dal suo posto di modella di sartoria così quel posto è stato dato a te, io credevo che Diego e suo fratello potessero commettere dei passi falsi e mandarci in rovina… ed io… io credevo di potermi avvicinare a te per ricavare delle informazioni... E’ vero, inizialmente mi sono avvicinato a te col solo proposito di sedurti. Ma battuta dopo battuta, dopo ogni incontro mi piacevi sempre di più. Mi sono comportato come un mostro, lo so! Adesso se vorrai lasciarmi e tornare a dormire nel tuo appartamento su quel divano minuscolo piuttosto che stare qui con me io ti capirei! >> Esclama per poi riprendere fiato. Immaginavo volesse solo portarmi a letto… Ma addirittura voleva usarmi! Certo, la sua sensazione è giusta visto che Lorenzo mi ha parlato di quell’azienda parallela e di quel fornitore di dubbia reputazione. Dovrei dirlo a Giulio? No, non posso tradire Diego! Oltrettutto tradirei anche Isabella. Anche se Lorenzo se lo meriterebbe! Ma no… Non posso dirlo a Giulio, non dopo ciò che mi ha appena confessato.
<< Dì qualcosa, ti prego! >> Mi supplica di fronte al mio silenzio.
<< E adesso è ancora così? Vuoi portarmi a letto per ottenere informazioni? >> Domando. In risposta ottengo un suo bacio prolisso.
<< No… Non è così, credimi! Mi hai conquistato, reso completamente pazzo di te! Io… >> Risponde fermandosi sul finale.
<< Tu? >> Lo incinto.
<< Io ti amo! Io mi sono innamorato di te… dei tuoi ricci biondi che sembra ballino quando ti muovi, del tuo sorriso, della tua sicurezza… ti amo anche quando mi redarguisci o fai l’offesa per una mia battuta. Amo anche il tuo essere permalosa! >> Esclama giocando con i miei ricci che lui tanto adora. Sorrido e permetto ad una lacrima di fuoriuscire dai miei occhi bagnandomi una guancia.
<< Mi dispiace per quello che stavo per fare… mi faccio schifo, credimi. >> Ammette.
<< Perché dirmelo? Stavo per fare l’amore con te ignara di tutto. >> Osservo ancora scossa dalla sua dichiarazione. Lambisce le mie gote con le sue mani grandi.
<< Ti amo! Hai capito? Non posso ingannarti se ti amo! >> Esclama fissandomi dritto negli occhi. Faccio mie le sue labbra. Con velocità ma delicatezza mi accompagna con la schiena premuta contro il materasso e lui è parzialmente sopra di me.
<< Ti anch’io Giulio… Anche se sei un pallone gonfiato, ma ti amo lo stesso! >> Esclamo sorridendo in mezzo alle lacrime. Sorride anche lui prima di baciarmi la punta del naso, una guancia e poi l’altra.
 
 
 
[Jimmy]
Che nottata, ragazzi. Anche se, ripensandoci, magari non è stata una bella idea bere tanto visto il cerchio alla testa di stamattina! Come farò a lavorare? Ma ne è valsa la pena bere e ballare tanto in compagnia della donna che ora dorme nuda, a pancia in giù accanto a me… E che donna! Non ero mai stato con una donna più grande di me. E’ un’esperienza che consiglierei! Certo, è stata una follia bella e buona andare a letto con la madre di una mia amica, sapendo che è pure impegnata! Ma sarebbe stato altrettanto folle respingere una donna talmente bella… Una dea! E, dopo tutto, gli anni di differenza tra di noi sono davvero pochi.
<< Buongiorno. >> Le auguro, seguitando a depositare baci sulla sua spalla nuda. Sorride.
<< Buongiorno. Sai, quando ti ho visto per la prima volta alla cena di compleanno di mia figlia mi hai colpito ma ti ho dato del ragazzino. Invece mi devo ricredere! Età anagrafica a parte, un ragazzino non potrebbe mai conoscere i trucchetti che hai sfoderato questa notte… Wow! >> Si complimenta. Gongolo sorridendo e sollevando un sopracciglio con fare malizioso.
<< Il ragazzino ha un curriculum niente male! >> Esclamo, catturando le sue labbra in un bacio. Le vorrei chiedere come mai era lì in quella discoteca da sola e perché le è venuto in mente di mettere le corna ad uno come Michel con uno come me! Tengo per me questa domanda chiedendole invece se desidera del caffè.
<< Una caraffa, grazie! >> Accetta. Faccio per alzarmi quando suonano alla porta. Mia madre… Non può che essere lei!
<< Il postino? >> Si chiede Alma.
<< No, mia madre che mi porta la colazione. >> Confesso.
<< Alla tua età ti fai ancora portare i pasti dalla mamma? Sei davvero un ragazzino allora! >> Mi prende in giro.
<< Non sono io a chiederglielo. Puntualmente la Domenica cucina biscotti per un reggimento e il Lunedì mattina me la ritrovo sulla porta! Non fiatare. >> Le ordino. Ci manca solo che mia madre mi trovi a letto con una più grande di me, non che la compagna di Michel Doinel, sua vecchia conoscenza!
<< Buongiorno raggio di sole! >> Mi saluta quando apro la porta. Ci salutiamo con un guancia a guancia.
<< Buongiorno mamma. A che gusto sono? >> Chiedo riferendomi ai biscotti.
<< Cioccolato e zenzero… Ops, io non sapevo fossi in compagnia! >> Esclama in imbarazzo. Merda, non avevo notato le sue scarpe con i tacchi in giro per il soggiorno. Mi affretto a raccoglierle. Arrossisco.
<< Hai una nuova ragazza? Come si chiama? >> Mi domanda tutta gasata.
<< E’ solo un’amica! >> Esclamo.
<< Sé, come no! Perché non le chiedi di scendere? >> Mi chiede. Ci mancherebbe solo quello.
<< Perché no mamma! >> Esclamo perentorio.
<< E dai! Solo un salutino piccino piccino! >> Insiste.
<< No, mamma. Adesso vai! >> Insisto a mia volta.
<< Perché non vuoi presentarmela? >> Mi domanda.
<< Perché… Perché la conosco da poco, ok? Adesso mi fai il favore di andare? E quando dico andare dico andare, non di appostarti qui fuori per aspettare che esca! >> Preciso. Non sarebbe la prima volta! Gonfia le guance.
<< E sia! Che figlio antipatico che mi è toccato. Ci vediamo dopo in azienda! >> Esclama.
<< Sì, ciao! >> La saluto, richiudendo la porta. Torno in camera da letto.
<< Sembro io con mia figlia… L’ho bombardata di messaggi con domande su Giulio quando mi ha annunciato la loro relazione! >> Esclama. Magari mia madre si limitasse ai messaggi!
 
 
 
[Patrizia]
Allungo il braccio verso la metà del letto dove dorme il mio consorte e mi rendo conto che è vuota. Sollevo il capo, sono appena le sette e mezza, che fine ha fatto?
<< Daniele? >> Lo chiamo. Magari è al bagno. Vi entro e lo trovo vuoto per tanto esco in corridoio.
<< Buongiorno signora. >> Mi augura Rhonda la quale sta ordinando la biancheria da bagno nello stanzino.
<< Buongiorno. Mio marito? >> Chiedo.
<< E’ già uscito. Ha detto che l’ama e che non voleva svegliarla! >> Mi informa la domestica.
<< Grazie. Mi prepara un caffè mentre mi faccio un bagno? >> La prego. Cosa doveva fare a quest’ora del mattino?
 
 
 
[Isabella]
Diego poggia la testa sulla mano e per poco non si addormenta seduti a questo tavolino del bar aziendale.
<< Mi dispiace per averti svegliato così presto… Stanotte non sono riuscita a chiudere occhio. >> Mi giustifico. Il mio rigirarmi nel letto lo ha svegliato all’alba e poco dopo ci siamo alzati, con la conseguenza che siamo i primi in assoluto ad arrivare in azienda stamane. Si avvicina a me e mi bacia castamente.
<< Non ti devi scusare, non con me! Non posso biasimarti se non sei riuscita a chiudere occhio. Se non sono nervoso e preoccupato io figurati tu! >> Esclama. Sorrido debolmente.
<< Non mi ha ancora cercato… Magari non crede ad una parola di quanto gli hanno detto David e Giulio? Magari pensa di me che sia solo in cerca dei suoi soldi, che sapessi della tresca di mia madre e che stia cavalcando l’onda! >> Ipotizzo, girando con il cucchiaino il mio caffè doppio.
<< Non essere così negativa, piccola. Sono solo le otto di mattina, la giornata è ancora lunga e si farà vivo. >> Mi consola. Appoggio la testa sua spalla.
<< E se mi cercasse solo per dirmi che non crede ad una parola? Quell’uomo mi detesta e me lo ha detto chiaramente… Dopo tutto stavo per rompere il suo i-phone e gli ho rovinato il suo costoso abito di sartoria rovesciandogli addosso il caffè. >> Ricordo. E’ stato umiliante il suo sguardo.
<< Se dovesse di nuovo mancarti di rispetto lo ammazzerei. Con il rischio di uccidere tuo padre! >> Esclama.
<< Buongiorno dottor Valencia! Cosa le servo? >> Sentiamo dire dal barman.
<< David… sei mattinie…. >> Sta per dire Diego. Restiamo di sasso quando ci voltiamo verso il bancone del bar, non ritrovandoci di fronte David ma nostro padre. Il cuore mi esplode nel petto!
 
 
 
[Daniele]
Non ho chiuso occhio. Non ho fatto che rivivere mentalmente le scappatelle con Ingrid e ogni volta e mi manca il fiato pensando che per tutti questi anni ho vissuto ignorando l’esistenza di un’altra figlia! Mi sono appisolato in auto e se non fosse stato per il mio autista che mi ha svegliato quando ha visto l’auto di Diego Mendoza entrare in garage con a bordo due persone avrei anche sognato! Avendo notato che non erano in presidenza ho deciso di provare in caffetteria.
Eccola colei che potrebbe essere mia figlia: siede ad un tavolino della caffetteria con il suo fidanzato, entrambi mi rivolgo le spalle.
<< Non ti devi scusare, non con me! Non posso biasimarti se non sei riuscita a chiudere occhio. Se non sono nervoso e preoccupato io figurati tu! >> Afferma lui.
<< Non mi ha ancora cercato… Magari non crede ad una parola di quanto gli hanno detto David e Giulio? Magari pensa di me che sia solo in cerca dei suoi soldi, che sapessi della tresca di mia madre e che stia cavalcando l’onda! >> Ipotizza. Pensa queste cose orrende di me? Come posso biasimarla? L’idea che ho sempre dato di me è quella di un bastardo! Non si aspetta di certo comprensione da parte mia. Devo assolutamente dirle che non lo penso affatto… Non mi è nemmeno passato per l’anticamera del cervello. Perché poi? Magari perché ce l’ha scritto in faccia che è un’ingenua. Non credo che una come lei potrebbe ordire un piano simile. Una ragazza che di fronte alle mie sfuriate stava quasi per mettersi a piangere! Non sembrava affatto una recita. Se penso che per anni e anni ha subito i maltrattamenti di quello stonzo… Mia figlia è stata picchiata quand’era solo una bimba ed io non c’ero! La colpa di tutto questo è solo di quella disgraziata! Meglio per lei che non mi capiti a tiro!
<< Non essere così negativa, piccola. Sono solo le otto di mattina, la giornata è ancora lunga e si farà vivo. >> La consola lui. Lei appoggia la testa alla sua spalla.
<< E se mi cercasse solo per dirmi che non crede ad una parola? Quell’uomo mi detesta e me lo ha detto chiaramente… Dopo tutto stavo per rompere il suo i-phone e gli ho rovinato il suo costoso abito di sartoria rovesciandogli addosso il caffè. >> Rammenta. Se solo avessi saputo che è una Valencia…  
<< Se dovesse di nuovo mancarti di rispetto lo ammazzerei. Con il rischio di uccidere tuo padre! >> Esclama. E’ evidente che Diego deve amarla molto.
<< Buongiorno dottor Valencia! Cosa le servo? >> Mi saluta il barman, emergendo da retro del bancone con un vassoio di brioches appena sfornate.
<< David… sei mattinie…. >> Sta per dire Diego, credendo io sia mio figlio. Quando i due si voltano restano visibilmente sorpresi nel vedermi. Lei abbassa immediatamente lo sguardo e solo dopo una manciata di secondi si alzano per venirmi incontro. Lui la prende per mano.
<< Buongiorno. >> Saluto. Non riesco a staccare gli occhi da lei: nessuno dei tratti del suo viso richiama la mia fisionomia, eppure è mia figlia! Forse. Assomiglia totalmente a sua madre, ahimè. Ecco, magari ha il taglio degli occhi di Marce.
<< Buongiorno Daniele. >> Mi saluta Diego.
<< B-buongiorno. >> Balbetta quella ragazza guardandomi negli occhi solo per mezzo secondo.
<< Un latte macchiato, un croissant vuoto e una spremuta metà arancia e metà pompelmo. Il latte tiepido e senza schiuma. >> Ordino al ragazzo del bar.
<< Faccia servire il tutto nel mio ufficio, per favore. >> Aggiunge Diego. Giusto… Non mi sembra in caso di parlare qui! Mi accodo ai due che fanno strada verso la presidenza, anche se so bene come arrivarci.
 
 
 
[Giulio]
Credevo che dopo la mia confessione sarebbe scappata a gambe levate, invece è ancora qui. Non solo è rimasta, ma si è concessa a me, mi ha affidato il suo cuore, mi ha accordato fiducia. Cos’ho fatto per meritare tale fortuna? Passo le dita tra i suoi soffici ricci biondi ammirando il suo profilo perfetto. Sorride leggermente, è felice? Perché io lo sono! Molto! Mugugna leggermente prima di aprire gli occhi.
<< Buongiorno splendore. >> Le auguro, cercando il bacio del buon giorno.
<< Buongiorno anche a te. >> Mi augura di rimando, quando ci separiamo. Inalo l’aroma della sua pelle… Ha un sapore vagamente dolciastro e salato, per via del sudore perso stanotte, durante la bellissima notte d’amore passata.
<< Ho passato la notte più bella della mia vita. Mi hai reso l’uomo più felice del mondo non scappando davanti alla mia confessione! >> Confesso, accarezzando il contorno del suo seno prosperoso che sporge leggermente sotto il suo corpo.
<< Hai tenuto fede a quello che mi hai sempre detto cioè che dici sempre la verità in amore. Avresti potuto benissimo tenere quella storia per te ma hai preferito correre il rischio per dimostrarmi rispetto. Per ciò sono rimasta! >> Esclama prima di spostare la sua folta chioma tutta da una parte per appoggiare la testa al mio petto. Accarezzo la sua spalla.
<< Da oggi cambierà tutto. Dovrei chiamare mio padre per sapere cos’ha intenzione di fare con Isabella. >> Mi ripropongo.
<< Ti conviene farlo subito allora. >> Mi suggerisce. Afferro il cellulare e compongo il suo numero il quale risulta spento.
<< Spento! >> Annuncio, nell’istante in cui suonano il campanello. Ci guardiamo.
<< Mia madre! >> Esclama lei.
<< Tua madre! >> Esclamo insieme a lei. Ci rivestiamo.
<< Già finite le coccole… che seccatura. >> Borbotto, mentre lego in vita gli elastici dei pantaloni della tuta.
<< Buongiorno. >> Ci augura Francesco.
<< Buongiorno. >> Rispondiamo all’unisono.
<< Avete già fatto colazione? Io vorrei parlarti di una cosa, Silvia… Certo, posso parlare anche con te, se prometti di mantenere il riserbo. >> Esordisce.
<< Certo. Preparo il caffè. >> Propongo. Non sono mica una componente della banda delle racchie!
<< Mia madre dorme ancora? >> Domanda Silvia a Francesco.
<< Tua madre non è rientrata questa notte. Il letto è intatto. >> Ci informa Francesco. Bel piano per riprendersi Michel!
 
 
 
[Roberta]
Gonzalo fissa lo schermo del tablet con espressione assente, alla fine dell’accurata esposizione dei fatti proposta da Lorenzo.
<< Altro pane tostato con la nutella? >> Propongo, allungando il piatto verso di lui. Mi lancia un’occhiataccia.
<< Non può essere. Hai presente mio padre?! Quello pedante, con la predica in tasca, tutto sorprese e occhi dolci verso mia madre! >> Fa presente.
<< Tanisha è il collegamento tra la festa a casa Valencia e Martinelli e conosce moltissimi uomini facoltosi! La mia è solo una supposizione, comunque. A meno che al cocktail in azienda non fosse presente un altro cliente di Tanisha che ha assistito alla scena. >> Ipotizza Lorenzo.
<< Ecco, magari è questa la spiegazione. Mio padre non va a puttane! >> Esclama.
<< Ok, ma calmati. Ti ho chiamato qui oggi proprio per chiedere il tuo parere sulla questione. Non potresti indagare per sicurezza? >> Gli domanda Lorenzo.
<< Lo devo vedere tra poco per un incontro d’affari. La nostra azienda comprerà delle quota della Ribeiro! >> Annuncia.
<< Cosa? Stanno fallendo? >> Chiedo con stupore, intromettendomi nella discussione.
<< No, non sono a quel punto. Ma Osvaldo preferisce correre ai ripari prima che sia troppo tardi. >> Ci spiega.
 
 
 
[Paola]
<< Ecco perché temo di aver solo peggiorato le cose. Mia madre vuole consegnare quel filmato ad un web magazine scandalistico, ti rendi conto? >> Faccio presente ad Alec, parlando al mio auricolare, mentre raccolgo il mio soprabito e la mia 24 ore quando ho parcheggiato nel garage dell’ufficio. Chiamo l’ascensore e aspetto.
<< Non avevo considerato quest’eventualità. Speravo tua madre non si spingesse a tanto. Ed io dovrei prendere dei soldi per fare cosa scusa? >> Si domanda Alec.
<< Perché mia madre ormai te li ha promessi. >> Rispondo, entrando nel mezzo. Premo il pulsante con scritto il numero 3.
<< Bhe, io non prenderò quei soldi. Dille pure che le ridarò l’anticipo. Sei arrivata in ufficio? >> Mi domanda.
<< Sì, appena entrata. >> Rispondo, passando in sala d’aspetto dove siede solo un tizio con la testa china sul suo smartphone, che osservo con la coda dell’occhio. Resto piuttosto sorpresa quando entro nel mio ufficio e sulla mia scrivania vi trovo grazioso vasetto di violette adornato da un fiocco bianco, accanto al quale c’è una busta. Che sia stato Alec? Le viole, che scelta singolare! Intrappolo il telefono tra la spalla e l’orecchio posando la mia borsa su una sedia per poter aprire la busta mentre Alec al mio orecchio mi narra di essere impegnato con le prova dell’impianto audio di un matrimonio a cui farà il DJ.
 
“Un piccolo regalo. I biglietti sono per te e Alec, mentre i fiori solo per te. Federico Vidal.”
 
Recita il biglietto accompagnato da due biglietti per il concerto di Luis Fonsi che si terrà a Bogotà il prossimo 20 Maggio. Ma guarda questo! Ci sta provando… con la ragazza di suo figlio!
<< Ci vediamo per pranzo. Buon lavoro! >> Mi augura Alec. Non ho ascoltato nemmeno una parola di quello che ha detto negli ultimi trenta secondi.
<< Anche a te. >> Rispondo. Chiudo la comunicazione e mi libero dell’auricolare wireless. Scuoto il capo sconcertata dal regalo di Federico.
<< Toc toc, posso? >> Interviene una voce che disgraziatamente riconosco.
<< Che fai, mi perseguiti? Prima a casa mia e adesso nel mio ufficio! >> Esclamo.
<< Mio padre ed io abbiamo un appuntamento d’affari con il tuo. Belle viole! >> Esclama. Arrossisco.
<< Ammiratore segreto? >> Domanda pettegolo.
<< No, non è segreto per niente. >> Ammetto.
<< Ma va? Non dirmi che hai un nuovo ragazzo. >> Ipotizza.
<< E se fosse? Non sarebbero affari tuoi! >> Esclamo.
<< E’ così? Hai un nuovo ragazzo? >> Mi domanda con insistenza.
<< Sì, ho un nuovo ragazzo. Ma ti pregherei di tenere questa notizia per te. Nemmeno i miei ne sono a conoscenza! Riesci a farlo o per te è troppo difficile? >> Gli domando.
<< Vedo che le idee per insultarmi non ti mancano mai. Eppure un tempo era diverso… Inizio a sentire la mancanza di quella Paola… La Paola che era interessata a me! >> Esclama, avvicinandosi a me. Sono intrappolata contro la scrivania perciò non mi posso muovere.
<< Una ragazzina ingenua che non sapeva quello che faceva! >> Ribatto.
<< “Ti penso”… Banale! >> Esclama, osservando il vasetto di viole. Finalmente si scosta da me e posso riprendere fiato.
<< Prego? >> Domando.
<< Le viole hanno questo significato. Regali delle violette per far sapere a qualcuno che lo pensi. Banale. >> Mi spiega. Sollevo un sopracciglio.
<< Gonzalo Torres, play boy incallito, è anche esperto del linguaggio di fiori? >> Osservo scettica.
<< Come pensi che le conquisti le donne? Non solo con le mie qualità fisiche! >> Esclama. Una smorfia di disgusto compare sul mio volto e lui ridacchia.
<< Che tipo di affari dovete stringere con noi? >> Gli domando.
<< Investiremo nella vostra azienda. Tuo padre non te lo ha detto? >> Ribatte con un’altra domanda.
<< No, un attimo… Acquisterete delle quote? >> Gli chiedo cadendo dalle nuvole nell’istante in qui in corridoio vedo passare Marcus e mio padre.
<< Paola, buongiorno, sei incantevole. >> Mi saluta Marcus Torres.
<< Buongiorno, grazie. Papà ti posso parlare un secondo? >> Gli chiedo. Merito dei chiarimenti. Mio padre congeda i Torres e chiude la porta del mio ufficio dopo esservi entrato.
<< Perché stanno diventando nostri soci? Non ci servono dei soci! >> Esclamo. Mio padre si siede massaggiandosi la fronte ed inizio a sudare freddo.
<< Papà, guardami! Non staremo fallendo, vero?! >> Gli chiedo.
<< No, Paola. Le cose non vanno bene ma non fino a quel punto! Tuttavia preferisco correre ai ripari prima che sia troppo tardi e Marcus Torres è la persona giusta a questo scopo. Investe in moltissimi settori ed è un socio silenzioso. Non è uno di quelli che mette bocca dovunque. >> Mi spiega.
<< Di che quota stiamo parlando? >> Gli chiedo.
<< Marcus acquisirà il 20% e suo figlio il 10%. Noi continueremo ad essere i soci di maggioranza. >> Espone.
<< E quando le cose si sistemeranno li liquideremo, giusto? >> Mi premuro di sapere.
<< Intanto cerchiamo di sanare le falle. Non ti ho detto niente per non farti preoccupare e a mamma non l’ho detto perché sai com’è fatta… avrebbe dato di matto e ne avrebbe fatto una tragedia greca. Stai tranquilla, ok? >> Mi rassicura. Mi bacia la fronte prima di uscire dal mio ufficio. Si dirige verso la sala destinata alle riunioni, seguito dai Torres. Quando passa davanti alla porta del mio ufficio Gonzalo mi strizza l’occhio. Odioso!
 
 
 
[Gonzalo]
Per quanto riuscirò a trattenermi? Stavo per commettere una follia nel suo ufficio, osservando i suoi fianchi da modella avvolti da quella gonna nera a vita alta e la scollatura appena accennata prodotta dagli ultimi bottoni aperti della camicetta. Come ha fatto Diego e lasciare una così? Per un secondo mi sono anche dimenticato di quello che mi ha detto Lorenzo su mio padre. Possibile che sia tutto vero?
<< Si può sapere cos’hai stamane? Non mi rivolgi la parola. >> Mi domanda mio padre mentre nel garage procediamo verso le nostre rispettive auto.
<< Conosci una tizia di nome Tanisha Hurtado? >> Gli chiedo, afferrandolo per un braccio così che si fermi. Sbianca davanti alla mia domanda.
<< N-no, non mi pare… >> Nega. Balbetta, non mi guada negli occhi e inizia a sudare. Sta ovviamente mentendo!
<< Non dirmi balle! E’ stata lei a dire a Martinelli di quell’equivoco tra me e Roberta… E tu sei il collegamento tra noi e Tanisha! Papà tu sei un suo cliente vero?! >> Sbotto. Lui guarda in basso.
<< No…. NON CI POSSO CREDERE! TRADISCI MAMMA CON UNA PROSTITUTA! E ADESSO CHE LO SO IO COSA DOVREI FARE?! MA TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO?! >> Inveisco contro di lui.
<< Non urlate… ti prego! Non è una prostituta… E’ una brava ragazza che ha trovato un modo per arrotondare. E se sei preoccupato per le malattie guarda che Tanisha… >> No, non posso ascoltare oltre.
<< NON MI INTERESSA SAPERE QUANTE VOLTE AL GIORNO SI  FA IL BIDET OPPURE OGNI QUANTO VA DAL DOTTORE! BASTA PAPA’! >> Sbotto.
<< Ad ogni modo non la vedo più. Ho chiuso con lei da quando ha spifferato quella mia confidenza a quel giornalista. >> Mi assicura.
<< Perciò tu lo sapevi e hai lasciato che dessero la colpa a me! Ho litigato con Lorenzo! >> Gli faccio presente.
<< Mi dispiace… >> Borbotta ravvivandosi i capelli.
<< Mi fai schifo… Ti do un giorno per dirlo alla mamma, se non sarai tu a farlo lo farò io! >> Gli do come ultimatum.
<< Figliolo… Ti prego! Non sfasciare la nostra famiglia… >> Ridacchio davanti a questo suo intervento.
<< Sei miserabile. Io non sarò in principe azzurro, tratterò le donne come souvenir sessuali ma MAI mi sognerei di commettere una porcheria come la tua! >> Esclamo.
<< Tu vai con mille donne diverse, passi da una all’altra e non raccontarmi la frottola del preservativo! Anche tu potresti essere portatore di svariate malattie, con la differenza che non ti fai pagare come Tanisha! E spari giudizi sugli altri? >> Mi fa notare. Scuoto il capo con un’espressione d’orrore dipinta in volto.
<< Dimenticati di avere un figlio di nome Gonzalo. >> Sentenzio raggiungendo la mia auto. Mio padre va verso la sua parcheggiata altrove. Rimango sorpreso quando da dietro una colonna spunta Paola.
<< Io… avevo dimenticato questo nella mia auto. >> Si giustifica, brandendo il suo rossetto, oggetto di vitale importanza in ufficio.
<< Immagino tu abbia sentito tutto. >> Affermo. Annuisce.
<< Il commento finale di tuo padre è stato la parte migliore e non è che abbia tutti i torti. Se fossi un uomo non andrei mai con una come questa Tanisha e per gli stessi motivi non verrei mai a letto con te. >> Commenta. Sorrido divertito. Con gesto sicuro la intrappolo contro la colonna e poso una mano sul suo bacino.
<< Scommettiamo? >> Le chiedo suadente a pochi centimetri dalle sue labbra. Osservo il suo torace gonfiarsi e ritirarsi velocemente. I nostri occhi s’incontrano per brevi istanti. Basta, non resisto più. Mi avvicino ancora un po’ alle sue labbra ma lei mi posa una mano sul petto come per stopparmi.
<< Fallo e mi metto ad urlare! >> Minaccia.
<< Vorrei vedere come faresti ad urlare se ti baciass… >> Sto per dire quando mi arriva un ceffone in faccia. Cavolo, sa picchiare! Sposto la mascella a destra e a sinistra.
<< SEI ANCHE PEGGIO DI TUO PADRE! STAI USCENDO CON LA MIA AMICA E CI PROVI CON ME?! Io adesso cosa dovrei dire alla mia amica? Permettere che continui ad uscire con te?! >> Mi domanda.
<< Fai quello che credi sia giusto. >> Rispondo. Scuote il capo schifata prima di andarsene.
 
 
 
FINE CAPITOLO 64.
 
 
Ecco, finalmente consegno. Cosa si diranno Daniele, Diego ed Isabella? Come andrà questo incontro? E così la prima volta di Silvia e Giulio è arrivata. Vi è piaciuta la scena? Anche se il risveglio non è stato altrettanto romantico. Cosa mi dite di Class e Francesco? Quest’ultimo mollerà il colpo o continuerà ad avere paura? Alma e Jimmy… Questa scappatella avrà un seguito o resterà tale? Come evolverà la cosa? Che mi dite di Paola e Gonzalo? Solo attrazione sessuale da parte di lui e odio da parte di lei?... Ridendo e scherzando i due si sono scambiati delle confidenze e hanno condiviso momenti privati… Paola con Kelly come si comporterà? Dirà ad Alec delle avances di Gonzalo e della provenienza dei biglietti per Luis Fonsi? MariaPaola consegnerà il filmato ad un web magazine o i suoi piani andranno in fumo? Vi ricordo che nel prossimo capitolo ci sarà l’ecografia di Olga, saprete cos’ha scritto Paola nella lettera e alcune persone saranno legate da un bel momento… Quale? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
 
 
 
 
   
 
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