Tredici omini
Tredici omini, tutti agghindati, sedevano lieti dal sol riparati.  
Nessuno sapeva cosa facesser lì isolati di certo,però, lontano eran arrivati.
Uno di loro un pallone tirò
un secondo al folle inseguimento si lanciò,
il terzo degli  amici non si curò,
mentre un quarto una scarpa si sfilò.
Il quinto, amante della natura, nella foresta si avventurò
ma ai suoi compagni la cosa non interessò.
Il quinto omino, Jedediah chiameremo il poveretto,
era bruttino e sembrava un nanetto
e se il suo aspetto già non convinceva
aspettate di sentire riguardo all’intelletto.
Era scontroso, un po’ irascibile
per i dodici compagni ingestibile,
amava scoiattoli, alberi, ogni sorta di animaletti,
si sarebbe intrattenuto tutto il giorno con quei piccoletti.
Ma torniamo al nostro nano da giardino,
ormai ci siamo, avrà fatto un casino!
Eccolo lì, su una roccia seduto,
parlava veloce ad un albero muto. -Caro albero,sai cosa ti dico?
Vivere qua sarebbe veramente fico!
Nessun omino per la foresta vagherebbe,
é proprio quello che ci vorrebbe!-
Il desiderio di Jedediah si sarebbe avverato!
...quel giorno infatti dalla foresta non sarebbe più scappato.
Un’ombra incombeva sul mal capitato
e di Jedediah Jones non si sarebbe più parlato.
Dodici omini eran rimasti
e tutti insieme cantavan entusiasti << Una ciotola in meno ci sarà da riempire
e mai più quel nanetto ci dovremo sorbire!>>
Fine