Spazi Vuoti
Piange nel mio cuore
come piove sulla città.
(Paul Verlaine)
Stiles Stilinski amava le giornate di pioggia, gli portavano l'allegria.
Da piccolo si divertiva a sporcarsi nel fango; correre ovunque bagnandosi, scivolare e ricominciare a urlare risate limpide.
La pioggia gli ricordava gioia e serenità.
Adesso però non è più così.
Ora associa alla pioggia il freddo, sua madre è morta in una notte di pioggia.
Ora gli ricorda Scott.
Gli ricorda il suo sguardo, i suoi occhi quando non gli credeva, la paura di una brava persona davanti ad un assassino.
Ora Stiles vede la pioggia come una condanna perché non importa quanta acqua passi sopra di lui, il sangue che sente appiccicoso sotto le unghie è una cicatrice indelebile sulla sua carne.
Si sente colpevole, una volta di più.
Impotenza davanti alla malattia della madre, impotenza davanti a quello che è diventato.
Sente di meritarsi le accuse, quando è sotto la pioggia senza un riparo neanche quando ha un tetto di coperte che lo soffoca.
Il freddo gli si insinua fin dentro le ossa e lo ingabbia in una prigione di ricordi.
Ed è terrorizzato da se stesso, solo a combattere contro la propria mente.
Contro il fantasma che è diventato.
Fin.