Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta prendendo ispirazione da
questa: https://www.youtube.com/watch?v=W_bBR7WUu6Y.
Anche se il finale e la vicenda in
sé, leggete la
descrizione, si discostano.
Non saltare
Miku raggiunse il terrazzo, teneva lo
sguardo, le sue trecce
di capelli blu-azzurri, dalle sfumature violette, le ondeggiavano
intorno al
viso. Si tolse le ballerine nere e alzò lo
sguardò, impallidì vedendo una
giovane dai lunghi azzurri. Entrambe indossavano la stessa divisa
scolastica,
dalla corta gonnellina grigia a pieghe.
“Aspetta, non
farlo!” gridò Miku.
L’altra giovane si
voltò nella sua direzione, Miku impallidì
vedendo che aveva delle fasciature sulla gola. Abbassò lo
sguardo e osservò le
fasciature intorno ai suoi polsi.
“Almeno dimmi
perché” sussurrò.
“Il ragazzo che amavo mi ha
rifiutato” mormorò.
“E tu lo fai per questo? Ne
troverai un altro, non lo sai
nemmeno come fosse veramente” domandò.
< … io volevo farlo
perché ho perso una persona che amavo
da così tanti anni. Me lo hanno
‘rubato’, un’altra ragazze se
l’è portato via
dopo che erano anni che lui mi prometteva amore eterno. Ormai credevo
avremmo
avuto una vita intera insieme. Però forse, anche io non
sapevo davvero chi
fosse ‘lui’ > pensò.
“A scuola mi deridono.
Perché sono timida, bassina e non ho
i voti altri che vorrei avere. Mi hanno rotto il cellulare, mi hanno
picchiata
in bagno e sono piena di lividi”. Continuò
l’altra. Strinse le labbra fino a
farle sbiancare. Era ritta in piedi sul bordo del terrazzo, il vento le
sferzava il viso pallido. Alcuni capelli azzurri le erano rimasti
impigliati
nel maglioncino giallo che indossava.
“Però sono
convinta che a casa tua, i tuoi genitori ti
vogliano bene” ribatté Miku.
< Al contrario dei miei. Che
non hanno mai tempo per me,
se fosse per loro mi lascerebbero morire di fame >
pensò.
L’altra ragazza la
guardò negli occhi.
“Sono venuta qui con la
speranza di cancellare le ferite che
continuano ad aumentare ogni volta che torno a casa, ogni volta che ne
sento il
bisogno” ammise con voce rauca.
Gli occhi di Miku divennero bianchi.
“Hey, non farlo”
disse con voce incerta.
< Come posso dirle di non
farlo quando è il mio stesso
identico motivo? > si domandò.
L’altra si
allontanò dal terrazzo, tenendo il capo chino.
“Allora oggi non lo
farò” disse. Si rimise le scarpe e si
allontanò.
“O-ora… non ci
sono più distrazioni…”
sussurrò Miku. Si
sciolse le trecce e strinse il nastrino vermiglio al polso. Strinse le
braccia
al petto, serrando i pugni e raggiunse a sua volte il bordo. Chiuse gli
occhi e
si lasciò cadere, una mano le afferrò il polso e
un altro braccio la cinse.
Sgranò gli occhi e si voltò, la giovane con il
maglioncino giallo la stava
stringendo a sé. Le avvicinò le labbra
all’orecchio, il suo respiro era
accelerato.
“Ti prego, non farlo.
Possiamo sfogarci l’una con l’altra.
Magari domani lo faremo entrambe, ma non oggi” le
sussurrò all’orecchio.
Miku si lasciò trascinare
lontano dal bordo del terrazzo,
alzò il capo e le lacrime iniziarono a rigarle il volto. Nei
suoi occhi si
rifletté il cielo azzurro sopra di lei.
“Questa volta, allora,
torneremo a casa” mormorò con voce
inudibile.