"Le dita picchiettano sul tavolo, veloci, sintomi di agitazione.
La ragazza non può far a meno di notarlo e dedicare all'altra un sorriso malizioso: non le capita spesso di vedere la maggiore preoccupata, è un'occasione rara che vuole gustarsi fino in fondo.
Un, due, tre, quattro.
Il suono secco e ripetitivo dell'unghia sul legno ha un che di melodico.
Poi la mano della donna si blocca all'improvviso. Gli occhi tempestosi si alzano a scrutare l'altra, a indagarla.
(...)
-Quanto dovrò restare?-
-Abbastanza da non morire-
(la versione finalmente corretta, e si spera definitiva, della storia omonima pubblicata in precedenza sul mio account. Eccomi, come promesso sono tornata a infastidirvi)
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