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Autore: EmilyG66    16/10/2017    0 recensioni
Un innocuo oggetto magico spedisce Tigre indietro nel tempo proprio quando Tai Lung ancora viveva nel palazzo di Giada.
Lei lo odia, lui non proprio e come in tutti i viaggi nel tempo la maestra di kung fu non potrà raccontare ne impedire quello che accadrà nel futuro.
Ritornata a casa nella sua epoca però la leader dei cinque cicloni capirà che qualcosa è cambiato.
I personaggi non appartengono a me ma alla DreamWorks.
Questa fanfiction è ambientata dopo “Kung fu panda”, riprende leggermente “Le mitiche avventure” ed è stata scritta su richiesta di Jekyllandhyde4evah.
Un grandissimo ringraziamento va invece alla mia amica di sito CassieDragon2002 per avermi supportato e aiutato costantemente a rendere migliore la seguente storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tai Lung, Tigre
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente sembrò scorrere in tranquillità. Scimmia, Po, Mantide e Gru dormirono fino a tardi, Peng stava meditando sotto il consiglio del maestro Shifu e la leader dei cinque cicloni assieme a Vipera era appena ritornata dal villaggio dove avevano fatto una passeggiata.
Le due stavano dunque parlando mentre avanzavano verso la camera della maestra a strisce e quando vi entrarono un mazzetto di orchidee bianche face bella mostra di se sul letto.
La tigre chiuse le porte dietro di se e l’amica strisciò colpita verso i fiori.
-Che pensiero carino. –affermò annusandoli –Hai un ammiratore. –constatò poi con lieve malizia.
Tigre si avvicinò a lei e prendendo le orchidee in mano si mise a sedere sul letto osservando i fiori con sospetto.
-Chi può averle mandate? –domandò assottigliando lo sguardo, rigirandole fra le zampe e accarezzandone i delicati petali.
Non era mai successo che qualcuno le inviasse dei fiori. Mai, in più di vent’anni.
-Oh andiamo sai bene chi. –ammise il serpente guardandola in volto.
La leader dei cinque cicloni rifletté. Era del tutto impossibile che Po trovasse il coraggio per fare un gesto simile sapendo che lei non avrebbe apprezzato.
Un lampo di genio la colse e le fece sgranare gli occhi.
“Oh no.” pensò con sgomento.
Quei fiori simboleggiavano la purezza dei bambini, il fascino per una persona e anche l’ammirazione totale. E c’era solo un animale che provava quelle emozioni nei suoi confronti.
Peng era immerso nel silenzio nella sala degli allenamenti e i raggi del sole filtravano dalla finestra alle sue spalle illuminando appena la punta della sua coda.
Era totalmente concentrato quando la porta si aprì. Lui sollevò le palpebre rivelando gli occhi d’orati e constatando che era solo la maestra a strisce.
-Maestra Tigre buon giorno. –la salutò non muovendosi dalla posa in cui stava.
-Ciao Peng, devo parlarti. –fece lei avanzando con lentezza.
-Di cosa? –domandò il giovane leopardo con espressione serena e ingenua.
-I fiori che mi hai dato sono molto belli ma io non-
-Quali fiori? –chiese il felino confuso interrompendo la tigre.
-Le orchidee. Non sei stato tu a mandarmele? –lo interrogò dubbiosa.
-No. –affermò sincero il ragazzino.
Tigre tirò un sospiro di sollievo.
-Meno male. Ma allora chi…- domandò più a se stessa che al suo interlocutore riflettendo.
-Posso aiutarti in qualche modo? –interruppe i suoi pensieri Peng.
-Oh no grazie Peng. Torna pure a meditare e scusa se ti ho disturbato. –si scusò lei andandosene.
Non appena la porta si chiuse il giovane leopardo corrucciò la fronte per poi tornare alla sua precedente occupazione.
Quando la leader dei cinque cicloni tornò in camera sua trovò una curiosa Vipera ad aspettarla.
-Non è stato Peng. –disse semplicemente risedendosi sul letto.
-Davvero? Ne ero così sicura. –affermò il serpente -Beh prima o poi lo scoprirai. –aggiunse poi strisciando verso la porta.
-Vipera, ti prego non dirlo agli altri. –la pregò la maestra a strisce seria.
L’amica si voltò verso di lei e le sorrise.
-Sta tranquilla. A dopo. –le rispose muovendo la coda e aprendo la porta uscendo.
La tigre solo allora appoggiò i gomiti sulle ginocchia e il viso sui palmi delle zampe. Guardò per un attimo ai fiori e pensò al loro secondo significato.
Le orchidee volevano dire ringraziamento per l’amore concesso, si regalavano alla persona più fondamentale della propria vita e che ricambiava per certo la passione e l’amore del mittente.

Qualche ora dopo colazione Tigre trovò Peng a gironzolare nella sala degli eroi e, visto che era giorno di riposo, non ci vide nulla di insolito.
Stava ammirando le armi dei guerrieri e in particolare si era fermato davanti ad una spada dall’impugnatura grigia e intagliata, mediamente lunga e un po’ curva verso l’alto.
-Ti piace? –chiese la leader dei cinque cicloni al giovane leopardo portando le mani alla schiena e avanzando con passò tranquillo.
-Cosa? Oh sì. –ammise lui distogliendo momentaneamente lo sguardo dall’arma.
-Po preferisce l’altra. –gli disse indicando con la testa la spada degli eroi con la doppia lama e un dragone verde inciso sopra.
-A chi apparteneva questa? –domandò con genuina curiosità il felino additandola con la zampa destra.
La maestra a strisce smise di sorridere e il suo sguardo si fece serio.
-Ad un maestro…unico. –rispose per non dire esattamente chi fosse.
-Era di Tai Lung vero? –chiese a sua volta il ragazzino in tono confidenziale.
Tigre aprì un po’ di più gli occhi e schiuse la bocca ma stette in silenzio.
-So chi era ma tutti voi non…non lo nominate mai. –affermò lui con perspicacia.
-Lo facciamo per il maestro Shifu, non è piacevole parlare di lui. –svelò la leader dei cinque cicloni.
-L’hai conosciuto? –la interrogò nuovamente Peng.
-Sì ma era diverso allora. –concluse lei pensando per un momento al passato.
Il giovane leopardo annuì e la loro conversazione terminò.

All’ora di pranzo il felino non si presentò e la maestra a strisce cominciò ad essere apprensiva.
-Avete visto Peng? –domandò alzandosi da tavola.
-No. –risposero Gru e Po insieme.
-È sparito di nuovo? –chiese Vipera non del tutto sorpresa.
-Sembra di sì. –ammise la tigre con ovvietà.
Era preoccupata, il ragazzino sapeva cavarsela egregiamente da solo ma era pur sempre un adolescente.
-L’altro giorno l’ho visto in giro con una ragazza leopardo, forse è per questo che ritarda. –ipotizzò Scimmia malizioso.
-Ah, l’amore. È sempre così che si finisce nei guai. Gioventù, crescono così in fretta. –fece Shifu ricordando la sua vecchia storia romantica.
-Già. –concordò Tigre.
 Il suono di rapidi passi in corsa fecero muovere le orecchie del panda rosso e della leader dei cinque cicloni che con tranquillità attesero l’entrata di Peng.
-Sono tornato. Scusate ero andato a fare…delle cose. –affermò aprendo svelto la porta e rimanendo sotto l’arco ansimando.
-Non darti pensiero Peng, sappiamo che ci sono molte cose belle al villaggio. –ammise allusivo Mantide ricevendo un’occhiata velenosa dalla maestra a strisce.
Il giovane leopardo sembrò non capire e con calma si mise a sedere al proprio posto.
-Noi abbiamo già finito di mangiare ma se vuoi posso restare io a farti compagnia. –lo informò gentilmente il vecchio maestro.
-Veramente ci tenevo a dire una cosa a tutti voi. –svelò il felino un po’ nervoso fermando ogni tentativo di alzarsi di Po e dei restanti cinque cicloni.
-D’accordo, ti ascoltiamo Peng. –fece Shifu in piedi di fianco alla porta e con una tazza di thè fra le zampe.
Il ragazzino diede una rapida occhiata ad ogni volto, abbassò per un momento lo sguardo e poi lo rialzò.
-Io sono il nipote di Tai Lung. –decretò.
-…-
Il Guerriero Dragone fece cadere nella propria ciotola le bacchette producendo un lieve rumore mentre il panda rosso stava quasi per rovesciare il thè.
Tutti erano allibiti, chi più e chi meno.
-Cosa!? –chiese Po con gli occhi sgranati.
-Lo sapevo! Sapevo che mi ricordavi qualcuno! –affermò Mantide indicandolo con una zampetta verde.
-Hai ragione. –ammise Vipera notando le somiglianze solo ora.
-Non ci credo. –disse Scimmia.
-Oh cielo. –rispose Gru.
-Mi dispiace, non voleva nascondervelo ma ho pensato che mi avreste mandato via se l’aveste saputo. –raccontò Peng con dispiacere osservando con rammarico il vecchio maestro.
-Non ti avrei mai cacciato Peng e sono contento che tu ce l’abbia detto, solo mi hai colto alla sprovvista. –si spiegò Shifu tornando a respirare con lentezza.
Non sapeva niente della vera famiglia di Tai Lung ma confidava che il giovane leopardo non stesse mentendo. Era un ragazzino davvero sincero e doveva essere lui il parente che stava cercando.
Neanche Tigre se lo aspettava.
Aveva cercato di negare ciò che vedeva ma a quanto pare i suoi sospetti erano fondati.
All’inizio aveva creduto perfino che il felino fosse il figlio del maestro delle mille pergamene ma visto che non aveva vent’anni e che i tempi non corrispondevano si era data della stupida.
-Sul serio? –chiese il ragazzino impressionato dalla reazione del vecchio maestro.
-Certo, fai parte della nostra famiglia ora. –affermò il Guerriero Dragone.
Ed era vero sotto tutti i punti di vista.
Nessuno sembrava avere alcun risentimento nei confronti di Peng e lui ne fu davvero felice.
La leader dei cinque cicloni si diresse a passo spedito verso la porta, l’aprì e uscì. I presenti pensarono che se la fosse presa ma quando dopo qualche minuto ritornò con i mano la spada di Tai Lung tutti compresero.
La maestra a strisce osservò l’arma e poi guardò il panda rosso al suo fianco. Shifu le fece un cenno affermativo con la testa e lei si accostò al giovane leopardo porgendogli l’oggetto.
-Prendila, ora è tua se la vuoi. –disse mettendola nelle zampe del felino.
-Ma…era di mio zio. –ribadì lui incerto.
-Sono sicuro che avrebbe voluto che l’avessi avuta tu. –ammise il vecchio maestro.
Gli occhi del ragazzino brillarono euforici e le sue labbra si incurvarono in un sorriso tale da arrivare fin sulle orecchie scure.
-Grazie maestro Shifu. E grazie anche a te Tigre. –li ringraziò entrambi Peng abbracciando di scatto la tigre.
Lei si irrigidì, il leopardo le arrivava fino allo stomaco. Avrebbe voluto ricambiare ma si impose di non farlo.
-Non vedo l’ora di mostrarla a Lin. –si lasciò sfuggire il felino brandendo la spada dopo essersi staccato da Tigre.
-Chi è Lin? –incalzò allora Scimmia.
Il ragazzino arrossì lievemente e abbassò l’arma fissando l’altro lato della cucina.
-Beh lei è…un’amica che ho incontrato durante il Giubileo della Pace. –spiegò con imbarazzo.
-Ahh…- fece Mantide non potendo trattenersi.
...
Quella stessa notte mentre tutti stavano dormendo, o quasi, Peng sgattaiolò silenziosamente fuori dalla sua stanza con la spada legata al fianco e con passo felpato uscì dal palazzo di Giada.
Non era a conoscenza però che la leader dei cinque cicloni lo stesse tenendo d’occhio seguendolo a distanza e determinata a scoprire dove si recasse tutte le volte.
 
  
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