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Autore: loutommosofia    16/10/2017    0 recensioni
Andrea e Daniel sono due ragazzi adolescenti. Entrambi vengono da situazioni amorose molto difficili. Il primo, dichiaratamente gay, ha vissuto una relazione in cui il suo ragazzo lo maltrattava, il secondo sarį il protagonista di una disgrazia che causerį in lui un blocco da un punto di vista sentimentale, come se la precedente relazione potesse influenzare la prossima arrivando a impedirla per parecchio tempo. Alla fine i due, conosciutisi per caso e diventati subito amici, saranno protagonisti di un'intensa storia d'amore, nonostante Andrea avesse mentito a Daniel sulla propria identitį. Alla fine, una volta scoperta la veritą, sarį l'attrazione e la stima che ciascuno di loro due proverį per l'altro a vincere sulle menzogne.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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"All'agenzia di viaggi". Nel sentire quell'insieme di parole non potei evitare di rabbrividire, irrigidendomi. "Abbiamo concluso tutte le pratiche ed eravamo sul punto di comprare i biglietti". "A-ah". Deglutii. "Di g-gią?" chiesi. "Sģ, pensa che bello!" dissero loro, all'unisono. "Perņ manca ancora una cosa da sapere" aggiunse la voce femminile. "E sarebbe?" domandai. "La tua opinione". "E-eh?". "Cosa pensi della partenza?". Serrai i pugni, stringendoli. Evitai di digrignare i denti per non far notare loro il mio stato d'animo chiaramente sconvolto, arrabbiato e amareggiato. "Sapete benissimo cosa ne penso. Io non voglio partire. Non voglio andarmenene di qua!". " Ma perché no? La Polonia č un bel posto, lģ ci sono quasi tutti i tuoi parenti". "Non č vero. Un cinquanta per cento. Anzi, quaranta. Perché un paio sono crepati di recente". "Sonia!" mi rimproverņ mia madre. "Sai, ci sono tanti parchi ed č tutto verde. Inoltre tu il polacco lo sai bene, non avrai problemi con la scuola. A proposito, in molte scuole in Polonia non danno i compiti per le vacanze estive" cercó di convincermi mio padre . "E chissenefrega. Tanto non li farei lo stesso. L'estate non dev'essere passata sui libri. I polacchi hanno scoperto l'acqua calda." lo punzecchiai. "Ti ho gią detto che i ragazzi sono biondi con gli occhi azzurri?" provņ a insistere lui. Bellissimi, i ragazzi biondi con gli occhi azzurri. Ma c'era qualcosa che loro non potevano sapere, anzi, qualcuno che non potevano conoscere. perché io non gliene avevo mai parlato . Daniel. Lui non aveva capelli biondi, ne occhi color cielo. Lui era castano, con degli splendidi occhi verdi di cui ero perdutamente innamorata. E mi piaceva cosģ com'era. Loro non lo avevano mai avuto la fortuna di vederlo, se non un paio di volte, all'inizio, ma non sapevano nulla di lui. Non erano neppure a conoscenza del fatto che io andassi a casa sua almeno una volta a settimana a trovarlo. Pensavano che io, in quel pomeriggio di ogni settimana, uscissi con sua sorella. Lei la conoscevano meglio e avevano capito che eravano molto amiche. Ma mai avrebbero saputo né immaginato che come io avessi un buon rapporto con lei, altrettanto lo avrei potuto avere con suo fratello, se non anche uno migliore. Loro credevano che io e lui ci conoscessimo poco, che nemmeno sapessi dove andasse a scuola, o quando compiesse gli anni. Ma nella realtą, quelle erano le cose su di lui che avevo imparato gią dal primo giorno in cui ci conoscemmo. Probabilmente l'artefice del fatto che i miei non lo conoscessero bene ero io. Ma non mi andava di condividere con loro una cosa tanto speciale per me quanto per loro di alcun valore. Era un dono sprecato. Lui non era una persona che tutti meritavano di conoscere. E i miei genitori erano due fra quelli. Loro non sapevano che io e lui eravamo fidanzati da ben due anni. Non sapevano che io fossi fidanzata. Non sapevano nemmeno che fossi innamorata. Non sapevano che forse, alla mia etą, sarebbe potuto essere normale. Non sapevano che io potevo aver conosciuto la persona con cui avrei voluto trascorrere il maggior numero di giorni in un anno, di ore in un giorno, di minuti in un'ora. E che per me sarebbe potuta esserci una schiera di ragazzi biondi con gli occhi azzurri ai miei piedi, ma che tanto io avrei ignorato, poiché i miei occhi vedevano soltanto un ragazzo. Daniel. "Allora? Dimmi cosa c'č che non ti convince a partire ". Mi fece tornare alla realtį mia madre. La domanda giusta da fare sarebbe stata chi era che mi convinceva a rimanere. Risposi con la pił banale delle giustificazioni. "Qui ho i miei amici e il restante cinquanta per cento dei parenti. Oltretutto non voglio cambiare scuola. In questa mi trovo molto bene. E poi, in Polonia, fa freddo". "Sai che bello? C'č neve da novembre a febbraio compresi ". "Io odio la neve. Č triste. Č bianca. Preferisco il giallo del sole. O piuttosto la pioggia. Cosģ quando si unisce al sole spunta l'arcobaleno". Mia madre guardņ mio padre, non sapendo pił cosa inventare. Era difficile farmi cambiare idea. Soprattutto quando mi mettevo qualcosa in testa. In realtą mi piaceva anche sfidare gli altri, per vedere fino a che punto riuscivano a starmi dietro senza stancarsi. E con mio padre non sarebbe stato troppo difficile averla vinta. Lui era una persona che si stancava facilmente e non aveva molta pazienza. Oltretutto amava una vita semplice, senza complicazioni nč troppi pensieri, quindi finiva sempre per cedere. "Tesoro, non c'č da scherzare. Io e tua madre vorremmo andare a vivere lģ per stare pił vicini ai suoi cari e anche perchč lģ si trova lavoro pił facilmente. Nella mia azienda stanno licenziando moltissime persone e io potrei essere il prossimo. Ne riparleremo domani, d'accordo?" mi propose lui, dopo un'asfissiante ventina di minuti passati a cercare di convincermi. E tutto ciņ non era ancora finito, domani ci sarebbe stata un'altra razione di stupidi ragionamenti e tentativi di convinzione falliti. Ma era tutto inutile. Non avrei cambiato idea. Almeno fino a quando non sarebbe comparsa una ragione valida e sensata per farlo.
   
 
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