È un
sabato notte
di fine ottobre. Piove e fa freddo. Invece di godersi il clima uggioso
nel
calduccio di casa, armati di coperta e in piena modalità
coccole davanti ad un
bel film in tv, Kyungsoo e Joonmyun compiono un sacrificio abituale per
qualsiasi genitore di prole minorenne e non automunita. Aspettano che
Sehun, il
loro figlio sedicenne costituito al 99% da ormoni allo sbando, esca dal
pub
dove ha trascorso la serata insieme agli amici.
Kyungsoo
tamburella le dita sullo sterzo, osservando con rimpianto le gocce di
pioggia
scivolare lungo il parabrezza. Proprio oggi che sono andato a lavare
l’auto
dovevano aprirsi le cateratte del cielo, pensa sconsolato. Tipico.
Joonmyun
invece dà uno sguardo all'orologio digitale.
“Le
undici e
mezza sono passate da un pezzo. Perché Sehun ci fa sempre
aspettare? A saperlo
saremmo partiti con più calma" si lamenta.
“Nostro
figlio è un gaglioffo viziato, e la colpa è in
parte nostra. Chi è causa del
suo male pianga se stesso” chiosa stoicamente il marito.
Ma il
suddetto erede primogenito questa volta ha evidentemente deciso di
concedere
loro la grazia, giacché pochi minuti dopo sentono aprirsi la
portiera
posteriore e la voce di Sehun salutarli.
“Alla
buon’ora,
giovanotto” rispondono all'unisono.
Sehun
scoppia a ridere. “Scusate il ritardo, avrei dovuto
avvisarvi. Stavo salutando
i ragazzi, sapete come vanno queste cose”.
Joonmyun si
lascia sfuggire una smorfia sorniona. “I ragazzi,
certo” mormora in maniera
inudibile.
Kyungsoo
è
sul punto di accendere il motore quando il figlio lo blocca.
“Aspetta pa’, un
attimo che-” tasta il sedile accanto a sé come a
cercare qualcosa. “Cacchio. Ho
dimenticato lo zaino” annuncia fresco come un quarto di pollo.
“Lo
zaino
che contiene tutti i tuoi documenti, i soldi, le chiavi di casa e lo
smartphone
che zio Chanyeol ti ha regalato a Natale?” elenca Joonmyun
allarmato. “Santa
miseria, Sehun! Che testa che hai. L’hai perso? Domani
dovremo sporgere
denuncia e chiamare il fabbro… Sia chiaro che il conto lo
paghi tu, signorino,
così impari” minaccia. Kyungsoo approva con un
cenno silenzioso.
“Ma
babbo,
lasciami parlare prima di lanciare accuse” protesta Sehun, le
labbra
corrucciate. “Non ho detto di averlo perso. Di sicuro ce
l’ha Jongin, quando
usciamo insieme gli mollo sempre le mie robe”.
“L’imperscrutabile
ragione per cui quel santo del tuo amico ancora ti sopporti sfugge alla
mia
comprensione. Torna indietro e recupera lo zaino, scusandoti
profusamente con
Jongin per la tua dabbenaggine. Sbrigati” lo esorta Kyungsoo,
severo ma giusto
sagace.
“Corro!”
esclama
il pargolo richiudendosi la portiera alle spalle.
Joonmyun,
messa da parte l’ansia per le sorti incerte dello zaino,
rimugina. Conosce i
suoi polli e crede di aver fiutato lo stratagemma. Il sospetto
è
giustificabile, considerata l’impazienza con cui il figlio si
è lanciato fuori
dall’auto senza nemmeno un ombrello; lo stesso Sehun che
reagisce come un gatto
idrofobo se anche una sola gocciolina di pioggia osa entrare in
contatto con i
suoi preziosi capelli.
“Amore,
metti in retromarcia e fermati quando te lo dico io” ordina
al marito.
“C’è
qualche
problema?”
“No,
tranquillo. Si tratta di un’ipotesi che voglio
verificare” gli rivolge un
sorriso furbetto.
Kyungsoo si
getterebbe in una vasca piena di scorpioni velenosi per Joonmyun,
sicché lo
asseconda. Arretra fino alla fine del marciapiede, che fa angolo con
quello su
cui si affaccia l’ingresso del pub.
“Ok,
adesso
aziona la telecamera posteriore e orientala a destra”
istruisce il consorte.
A Kyungsoo
sfugge il perché di simili manovre. La telecamera risulta
parecchio comoda per
parcheggiare soprattutto in luoghi stretti e con scarsa
libertà di movimento,
ma al momento non ne coglie l’utilità.
“Ancora
un
po’… Perfetto” Joonmyun scruta
attentamente il monitor sul cruscotto. “Ahah, lo
sapevo io! Guarda”.
L’obiettivo
riprende in tempo reale due sagome alte e filiformi addossate al muro,
allacciate in un groviglio di braccia e gambe che può
significare una cosa
sola, ovvero una pomiciata selvaggia tra adolescenti.
C’è passione in quei
corpi intrecciati, nelle mani che si sostengono a vicenda,
c’è sentimento,
sprezzo dell’altrui invidia. A Kyungsoo viene in mente una
bellissima poesia
che parla di ragazzi che si baciano contro le porte della notte, ma non
ne
ricorda il titolo né l’autore.
Quando i due si separano per riprendere fiato, sussulta nel riconoscere
il suo
stesso figlio che accarezza dolcemente il volto di un altro maschio,
anzi di
Jongin, guardandolo rapito. La telecamera li inquadra mentre ridono e
si
sussurrano sciocchezze all’orecchio, mentre si salutano
definitivamente con un
ultimo bacio lento che sembra non debba finire mai.
Infine Sehun
si dirige verso l’automobile dei genitori con
un’espressione trasognata che
stringe il cuore, fradicio di pioggia ed inebetito. “Il mio
zaino” dice
sedendosi, gli occhi a cuoricino, “l’ho
trovato”.
Joonmyun
è
talmente commosso che gli scappa un singulto di contentezza. Si scorda
persino
di cazziare il figlio sul fatto che si prenderà un
raffreddore e che la
tappezzeria della macchina è ormai da buttare. Kyungsoo lo
capisce. Il primo
amore del loro bambino fin troppo cresciuto, la prima relazione seria.
Jongin è
il suo migliore amico dai tempi in cui impastavano il Didò
all’asilo nido, sono
cresciuti insieme; non si accantona un’amicizia decennale per
del divertimento
effimero.
Il momento
è
importante, per non dire topico. In seguito ci saranno conversazioni
spinose
riguardo a contraccettivi e lubrificanti da affrontare, ramanzine da
elargire,
orari e uscite da contrattare fino all’ultimo sangue. Eppure
Kyungsoo non
resiste, è più forte di lui. Cede al suo lato
infame e chiede, angelico: “E il
tuo zaino bacia bene?”
Non penso di
scandalizzarvi se rivelo che mi sono palesemente ispirata a questo
spot: https://www.youtube.com/watch?v=CarQjNFSr18.
La poesia
che Kyungsoo non ricorda, invece, è I
ragazzi che si amano di Jacques Prévert.
«I
ragazzi
che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia, il loro disprezzo, la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove, molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.»
Una
cliccatina è sempre gradita: https://www.facebook.com/IlGeniodelMaleEFP/.