Storie originali > Fantascienza
Ricorda la storia  |      
Autore: Scorpion550    18/10/2017    2 recensioni
Questa che vi presento oggi è una mia vecchia idea scartata per un progetto di scrittura, non volendo buttarla l'ho riadattata per portarvela, è una storia che ha come centro lo sfruttamento delle risorse e ho provato a raccontarvela dal punto di vista di un signore ormai anziano.
Spero vi piaccia.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Forse

Un vecchio zoppicava in una città diroccata, si aiutava con una sbarra di ferro arrugginita. L’anziano si trascinò verso un cumulo di rottami, ormai stanco si accasciò su una sedia logora, le palpebre si facevano pesanti, faticava a rimanere sveglio. Esausto si guardò intorno mirando quella che un tempo era la sua città, adesso ridotta ad un cumulo di ferraglia. In direzione della sua vecchia casa notò un piccolo oggetto metallico per terra: un cellulare.

Un ragazzino uscì correndo da una villetta, si voltò sbracciando verso i genitori incitandoli a sbrigarsi. La coppia sorrise, una giornata perfetta per un picnic. Si spostarono in una radura dentro un boschetto individuandola come luogo ideale per pranzare. Il pomeriggio fu tranquillo, il bambino si stava divertendo, correva in giro esplorando tutte quel verde. Fortunatamente vivevano in una zona lontana dalla città dove l’inquinamento si faceva, di anno in anno, sempre più pesante.
Dopo qualche ora venne il tempo di ritornare a casa, ma prima i genitori si impegnarono in un dialogo di sguardi per poi chiamare il figlio, gli diedero una scatolina: un pacchetto dalle piccole dimensioni, gli occhi del ragazzino si illuminarono e prese a scartare con grande foga il regalo. Il bambino ora tiene tra le mani un piccolo oggetto piatto, con uno schermo nero nel mezzo: un cellulare. I due genitori incrociarono nuovamente gli sguardi, titubanti sulla scelta fatta: certo aveva solo 10 anni ma prima o poi questo momento sarebbe dovuto arrivare.
 
Il vecchio scosse la testa, si stava perdendo nei ricordi. Vicino a dove si era fermato notò un televisore non più funzionante, un tempo quegli aggeggi trasmettevano ogni tipo di informazione, che portasse gioia o tristezza, distribuivano notizie ma anche futili programmi d’intrattenimento. Un giorno quelle macchine furono gli araldi della rovina, ma lui era troppo occupato a vivere la sua adolescenza per dare importanza alle condizioni del suo pianeta.
 
In una affollata metropoli su ogni schermo ci sono decine, centinaia di telegiornali, tutti a dire la stessa cosa: le risorse si stanno esaurendo “L’oro, l’argento, ormai sono finiti, siamo agli sgoccioli anche con le risorse di rame e petrolio, e dopo che anche queste due saranno esaurite i problemi si faranno realmente seri!” un ragazzo sbuffò infastidito passando davanti ai notiziari: lui aveva fiducia, aveva fiducia nell’uomo e sapeva che sicuramente gli scienziati sarebbero stai in grado di trovare un’alternativa, un’altra fonte di energia in grado di salvarli dall’ennesima crisi. Passò per una piazza dove della gente si lamentava e gridava contro lo sfruttamento, contro un progresso troppo veloce per i ritmi del pianeta. Lui passò senza dare troppa importanza a quel gruppo di casinisti, la soluzione era solo una: il progresso.
Passarono diverse ore, venne il momento per lui di tornare verso casa, si sistemò meglio la mascherina per filtrare lo smog e si avviò riponendo nella tasca il suo iphone s15.
Si fermò davanti all’entrata di casa sua, un tempo una villetta poco lontana dalla città, ormai inglobata in essa, il boschetto era stato abbattuto. Alzò gli occhi al cielo e quello che vide fu solo una cortina di smog, come al solito.
 
Il vecchio abbassò lo sguardo da quello che un tempo, molti anni prima si poteva definire cielo, era evidente che aveva avuto fin troppa fiducia nell’uomo da giovane, quando il petrolio e il rame si esaurirono la società ebbe un lento ma inesorabile declino, per un po’ si utilizzarono le batterie a litio ma certo non erano sufficienti a sopperire alla mancanza di ogni altra fonte di energia. Avevano creato un cancro nel mondo, e invece di curarlo hanno preferito continuare a nutrirlo, ovviamente uccidendo tutto il resto. I problemi non finirono con la scarsità delle risorse e una richiesta sempre più alta, ci fu una corsa spietata all’ottenimento di materiali. Per un po’ si tornò persino al brigantaggio ma chiunque vivesse in una città, lui incluso, si trovò male, sempre peggio, e l’impossibilità di fare manutenzione alle strutture ne comportò il crollo.
Il vecchio sospirò guardando un palazzo cadere, l’ennesimo. Forse con delle scelte diverse il mondo non si sarebbe ridotto in questo stato. Forse, invece di piegare la natura e sfruttare l’ambiente dovevano adattarsi. Forse non sarebbe stato seduto su una sedia rotta, sarebbe stato seduto su una poltrona davanti ad un camino, forse con dei nipotini.
Forse era tardi per avere ripensamenti, per chiedere scusa, l’unica cosa che poteva fare adesso era dormire. Lentamente chiuse gli occhi.



 

Angolo dell'autore 

Sarebbe bello sapere cosa pensate di questa piccola storia, ho riadattato una mia vecchia idea per un progetto di scrittura sullo sfruttamento delle risorse.

Fatemi tante critiche, mi raccomando che voglio migliorare.

                                                                                                                                                                   Scorpion550

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Scorpion550