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Autore: wislava    19/10/2017    4 recensioni
Derek è da qualche mese che sembra aver perso la sua ancora.
Controllarsi durante le notti di luna piena è difficile, ma per fortuna al suo fianco c'è Stiles, pronto a dargli una mano.
[Sterek] - Ispirata al Video dei Dirty Pawas, Werewolf Boyfriend
[3565 parole]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Werewolf Boyfriend

 

Stiles entrò nella stanza che condivideva con Derek, il suo compagno ormai da qualche anno e lo osservò dormire.

Derek sembrava così pacifico e sereno mentre, sotto alle coperte, russava leggermente. Il corpo si alzava e abbassava con il respiro e una mano spuntava da sotto le coltri poggiata sul cuscino.

Stiles provò un'improvvisa tenerezza per quel bellissimo uomo nel loro letto.

Quegli ultimi sei mesi erano stati difficili; dalla morte di Cora, Derek non era stato più lo stesso e anche la parte animale, il lupo dentro di lui, aveva forse sofferto maggiormente di quella umana.

La morte della sorella, aveva smosso le fondamenta di Derek. Aveva perso parte della sua ancora: la famiglia. Certo, aveva sempre Stiles, ma non era abbastanza. Le notti di luna piena si erano fatte più pericolose e sofferte, con Derek costretto a legarsi con catene e persino ad indossare una museruola. Le emozioni difficilmente erano controllabili e la rabbia e la sete di sangue erano diventate difficili da contenere, per non dire impossibili.

Stiles non poteva far altro che stare vicino al proprio compagno. Confidava in Derek e sapeva che prima o poi lui avrebbe trovato di nuovo l'equilibrio, ma per ora era ancora presto.

Osservò ancora per poco il più grande, con quei pensieri che gli affollavano la mente, gridando a gran voce.

Piano, poggiò la mano sulla spalla di Derek e lo scosse. “Hey! Svegliati” sussurrò con tono dolce.

Derek aprì un occhio, ancora non del tutto sveglio, ma sorrise vedendo Stiles.

“Buon giorno Derbear” disse ancora Stiles. Il lieve sorriso sul volto di Derek sparì e al suo posto comparve una smorfia. “Non chiamarmi così” bofonchiò il licantropo, dando le spalle al più giovane.

Stiles ridacchiò. “Alzati, pelandrone!” Gli ordinò prima di voltarsi per dirigersi verso la finestra, che dava su un bellissimo bosco. Stiles spalancò le tende e aprì le imposte per far entrare un po' di brezza fresca. “Ti ho preparato la tua colazione preferita” disse poi.

Derek si tirò su a sedere e sbadigliò. “Grazie tesoro”. La sua voce era roca e profonda e provocò tanti brividi lungo la schiena di Stiles, anche se quest'ultimo diede la colpa all'aria mattutina.

“Gran giorno oggi, eh?” Continuò Derek, conscio dell'eccitazione di Stiles.

“Si, si” rispose Stiles fingendosi distratto. Sorrise però quando Derek lo raggiunse, circondandolo con le braccia e baciandogli il collo. “La Luna piena ti rende sempre più eccitato” continuò sporgendosi verso l'indietro, riuscendo a sfiorare con il proprio sedere l'erezione mattutina di Derek.

Il più grande gemette, facendo solletico con il fiato a Stiles, che rise e lo spinse indietro.

“Forza” disse. “Vada a lavarsi queste sue zampacce sporche e le sue zanne appuntite, mister Hale.”

Derek sbuffò fintamente scocciato, ma ubbidì, dopo però aver rubato un bacio del buon giorno a Stiles.



 

Derek mugugnò masticando l'ennesimo buonissimo boccone di pancake preparati da Stiles. Stiles era bravissimo in cucina e Derek non mancava mai di farsi viziare con qualche buona pietanza.

Stiles rise vedendo Derek così di buon umore. “Ti manca solo la coda scodinzolante” lo prese in giro, ricevendo un ringhio fintamente di rimprovero. “Ormai sono immune, sourwolf”.



 

La giornata passò tranquilla. Quando si avvicinava la luna piena, da sei mesi a questa parte, Stiles faceva di tutto per avere quei pochi giorni liberi dal lavoro, così da poter stare con Derek. Non era difficile: Stiles lavorava nella biblioteca comunale ed Erika era sempre disponibile per dei cambi turno; Derek invece era uno scrittore[1] e non aveva orari fissi, per fortuna.



 

Stiles lesse il giornale e poi qualche capitolo del libro di quel mese. Derek cercò di stancarsi facendo molti esercizi e insieme guardarono un film. Con l'arrivo della sera, Derek diventò bisognoso di coccole ed eccitato. Seguiva Stiles ovunque e quando il più piccolo si allungò verso l'armadietto delle tazze in cucina, Derek lo abbracciò desideroso. Purtroppo, l'aumento dell'eccitazione nelle prima fasi della luna piena era qualcosa che avevano messo in conto molto tempo fa e, se mesi prima, Stiles sfruttava questo momento per avere due o più orgasmi, ora era diventato troppo pericoloso. A malincuore, quindi, Stiles allontanò Derek da sé, ma si fece perdonare baciandolo lentamente.



 

Erano circa le otto di sera quando Derek iniziò ad accusare i primi sintomi della luna.

Stiles stava lavando i piatti, dopo una veloce cena, e notò Derek seduto per terra con le spalle appoggiate al frigo che fissava il pavimento, mogio.

“Adesso?” Chiese Stiles cercando di nascondere la sua preoccupazione. Anche se cercava di non darlo a vedere e di prendere la situazione sul ridere, vedere Derek dilaniato dalla sua parte animale lo faceva soffrire. Voleva aiutarlo, ma non c'era nulla che potesse fare. Il lupo di Derek doveva ancora accettare la morte di Cora, come la parte umana stava già cercando di fare, e finché non ce l'avesse fatta, Derek non avrebbe potuto sistemare la sua ancora.

Derek annuì e alzò il viso mostrando a Stiles gli occhi rossi come il sangue e le zanne che erano già sfuggite al flebile controllo. Aveva tantissimi peli su tutto il suo bel viso, che però non coprivano le orecchie a punta, dettaglio che Stiles, di Derek trasformato, amava immensamente.

Trattenendo l'impulso di allungarsi per toccargliele, Stiles si accucciò vicino a lui, poggiando tutto il peso sulle punte dei piedi e con le ginocchia che quasi gli toccavano il petto.

Ci sarebbero volute ancora un paio di ore prima che Derek assumesse del tutto la forma di lupo completa, ma Stiles sapeva che non potevano aspettare di più.

Stiles allora sorrise, allungando la propria mano in un gesto di supporto e aiuto.

Derek l'afferrò grato e insieme salirono le scale per dirigersi verso la loro camera da letto.

Stiles spezzò la tensione e il sentirsi inutile di Derek con una battuta. “Hai bisogno che ti porti io cucciolotto?” Disse, riuscendo a far ridere Derek che gli diede uno schiaffo leggero sulle natiche sbuffando un “smettila” divertito.



 

Giunti in camera, Derek si spogliò dei propri vestiti; Stiles si era stancato di raccattare brandelli di t-shirt e jeans dopo ogni luna piena – e restò in boxer. Si sedette con le spalle appoggiate al calorifero e Stiles iniziò a incatenarlo.

Derek sbuffò. “Argento? Seriamente?”

Stiles lo guardò stoico. “Hai rotto la mia lampada preferita, l'altra volta. Un'altra lampada aggiungerei.”

Derek sbuffò ancora e Stiles si vendicò stringendo ancora di più le catene. “Oggi una lampada e domani, chissà, potrei essere io.”

“Non ti farei mai del male” replicò Derek abbassando la testa, la colpevolezza scritta a chiare lettere sul suo volto.

Stiles sospirò rendendosi conto di aver esagerato con quella battuta. “Lo so” disse sorridendogli prima di baciarlo stando attento alle zanne, per farsi perdonare.

“Hai bisogno di un cuscino, o qualcosa?” Chiese poi. “Posso portartene qui qualcuno, se vuoi.”

Derek scosse la testa. “Nah, sto bene così” disse prima di reprimere un ringhio.

Stiles cercando di ricacciare la preoccupazione in fondo al proprio animo, si allungò in avanti, prendendo tra le mani il volto di Derek per poi baciargli la fronte.

“Ringhia se hai bisogno di qualcosa” disse prima di girarsi per scendere. “Ti amo.”

 


 

Gli ululati di Derek interruppero nuovamente la lettura del capitolo del libro che Stiles stava sfogliando sovrappensiero.

Con un sospiro, Stiles si decise ad andare a controllare il proprio compagno e, quando giunse nella loro camera, lo vide con le fattezze da lupo completo. Derek ora era in tutto e per tutto un grande, grosso lupo nero, con il pelo morbido e lucido.

La coda, però, era immobile e Stiles notò come il lupo avesse iniziato a tremare e a sbuffare insofferente, chiaro segno di agitazione e nervosismo.

Quando Derek lo scorse, proruppe in ringhi e mugolii che spinsero Stiles ad alzare gli occhi al cielo. “Stai zitto, su!” Lo redarguì. Derek allora si calmò e uggiolò come il grosso cane che era, e Stiles si vide quasi costretto a baciargli il naso.

Passò ancora un'altra ora, prima che l'insofferenza di Derek tornasse a farsi sentire.

Stiles, che era stato al suo fianco a leggere fino a quel momento, lo guardò di sottecchi e beccò Derek a uggiolare guardando la luna fuori dalla finestra.

“Oh, cavolo. Come posso dire di no a quel musetto?” Si fece intenerire Stiles.

In un attimo, le catene che tenevano Derek legato al calorifero caddero a terra e Derek iniziò a guardarsi intorno.

“Bene” disse Stiles. “Ora però non uscire di fuori...”

L'avvertimento, però, avvenne troppo tardi e Derek saltò contro la finestra mandandola in frantumi e fuggì nella notte.

Il rumore dei vetri rotti coprì l'ultima parola di Stiles: “ancora...”



 

Stiles coprì con un sacco di plastica l'enorme buco al posto del vetro, dandosi del cretino tra uno strappo di nastro adesivo e l'altro. Poi indossò le scarpe e uscì di casa, sperando di trovare presto Derek.

Stiles però dovette fermarsi appena chiusa la porta sul retro, dove, a un passo dalla soglia, c'era il cadavere squartato di un chihuahua, gettato lì come preda offerta all'amato.

Stiles saltò all'indietro, sbattendo contro la porta, prima di riprendersi e guardarsi intorno freneticamente.

Agguantò il cane facendo del suo meglio per non mettersi a urlare e con tanti “eww, eww, eww” schifati lo gettò tra le siepi dei vicini, senza tanti preamboli.

Sfortunatamente sapeva a chi era appartenuto quel cane e sperava che mai, e poi mai, il cadavere venisse ritrovato o sarebbero stati guai per tutto il vicinato.

Come se fosse stata chiamata dalla sfortuna che sembrava perseguitare Stiles, Lydia Martin, la dirimpettaia a sole due case di distanza da quelle di Stiles e Derek, lo vide e gli fece cenno di avvicinarsi.

La ragazza stava sistemando il proprio garage, spostando scatole di, almeno sembrarono a Stiles, scarpe.

“Hey, Stiles. E' molto tardi, che ci fai in giro a quest'ora?”

Stiles ridacchiò nervoso e si passò una mano tra i capelli arruffati. “Ah, il mio cane è ehm... scappato ancora.”

“Ancora?!” Chiese Lydia stupita e preoccupata. “Non hai sentito che qualcosa sta uccidendo gli animali domestici, qui intorno? Stanno mettendo delle trappole e cose del genere per cercare di catturarlo. Pensano che si tratti di un leone di montagna.”

Stiles si guardò un po' intorno, imbarazzato. “Eh si...”

“Beh” continuò Lydia spensierata, spostando con una mano i lunghi capelli biondo fragola, per farli cadere elegantemente su una spalla. “Buona fortuna, sono sicura che lo troverai. Per fortuna io ho il mio piccolo Prada. E' così intelligente! Esce ogni sera, ma torna sempre a casa da me.”

Stiles sentì il sudore freddo scendergli per la schiena e, di nuovo, pregò affinché nessuno trovasse mai quel piccolo chihuahua.

“Io... E' meglio se vado” disse poi Stiles infine.

“Buona fortuna!” Lo salutò Lydia, ancora giuliva.



 

Stiles camminò per quasi un'ora. Oltrepassò tutte le case del quartiere, fino a giungere al limitare del bosco.

Fece una smorfia, prima d'immergersi nel verde, che con il calare della notte aveva assunto sfumature bluastre e toni di grigio scuro.

La luna piena, per fortuna, gettava abbastanza luce sul sentiero per impedire a Stiles di inciampare, ma comunque il giovane doveva procedere con cautela.

Trascorsi pochi minuti, quando ormai tutto intorno si vedeva solo natura e alberi, Stiles sentì un ululato.

Capire da dove provenisse fu difficile, ma alla fine Stiles si ritrovò a dover scendere per una piccola scarpata. Aveva notato l'ombra imponente del lupo nero intento ad annusare felicemente un piccolo cespuglio e non gli restò altro da fare, se non seguirlo.

Stiles sbuffò.

“Davvero Derek? Non ho bisogno che tu cacci per me, ok?” Disse incrociando poi le braccia e alzando gli occhi al cielo.

“E... Hai ucciso un altro chihuahua? Chi diamine lo fa? Cosa ti hanno fatto di male quei piccoli cagnolini per odiarli tanto?” Continuò poi avanzando ancora, fino ad arrivare a pochi metri dal lupo. “Si, sono fastidiosi e il loro abbaiare è come un crimine contro l'umanità, ma basterebbe solo... Non lo so, terrorizzarli per farli correre in tondo e ridere.”

Derek iniziò a uggiolare, dispiaciuto del suo poco autocontrollo e Stiles capitolò. “Lo so che non è facile” disse ancora. “So che ti manca Cora, ma sono passati sei mesi e ancora non hai riconquistato il controllo. Per favore” lo supplicò. “Devi riuscirci. Non possiamo andare avanti così. Fallo per me. Rivoglio il mio Derek, quello spensierato che durante le notti di luna piena rideva e mi stringeva forte a sé.”

Parlando con il cuore in mano, finalmente trovando il coraggio per spronare Derek – sperando anche che il lupo capisse quello che stava dicendo – Stiles aveva continuato ad avvicinarsi. Dovette aver calpestato un ramoscello secco, o forse qualche foglia, perché all'improvviso, Derek iniziò a correre.

Stiles stava pronunciando la frase: “mi fa paura pensare che non riuscirai mai più a trovare un equilibrio, che io non sono abbastanza affinché tu ti senta di nuovo completo” quando il corpo massiccio del lupo lo travolse e lo fece cadere a terra.

Nell'attimo in cui aveva visto il lupo corrergli incontro, il terrore lo aveva avvolto. Aveva creduto, per un folle, singolo istante, che Derek avesse perso del tutto il controllo, che lo stesse per attaccare.

Stiles si ritrovò con la schiena a terra e lo sguardo rivolto verso il cielo senza ben capire cosa fosse successo. Due gocce traditrici, gli scesero dagli occhi per lo spavento.

Gli uggiolii di Derek, però, risolsero ogni dubbio e la scena che vide quando si mise a sedere gli fece stringere il cuore per la preoccupazione.

Stiles era stato così concentrato nello scegliere le parole giuste, che non si era reso conto di non aver calpestato un ramoscello, ma una trappola per orsi.

Derek, che invece aveva percepito il pericolo nel quale Stiles era incappato, aveva corso più in fretta possibile, finendo per essere lui, quello con la zampa incastrata nella trappola.

Il grande e grosso lupo nero era rannicchiato su se stesso, forzatamente immobile per non ferirsi ulteriormente, ma il pianto che produceva era un segno di quanto in realtà stesse soffrendo.

“Oh mio dio, Derek!” Urlò Stiles avvicinandosi a lui.

Usò tutta la forza in suo possesso per poter aprire quell'orrendo arnese di ferro arrugginito. Sentì dolore alle dita, ma non si fermò e, quando il cigolio delle molle che cedevano raggiunse le sue orecchie, Stiles rilasciò il respiro che non si era reso conto di star trattenendo.

Derek fu lesto a togliere la zampa dai denti della trappola, prima di guardare Stiles con gratitudine.

Stiles si passò la manica della felpa che indossava sotto al naso e inspirò velocemente, producendo un sonoro “tzsk” che fece sbuffare il lupo.

Stiles diede una spinta al proprio compagno in forma lupina, prima di attirarlo a sé per abbracciarlo.

“Sei un idiota” lo sgridò, con tono affettuoso, mentre Derek, placido, si faceva stringere e strofinava il muso nell'incavo del collo di Stiles, prorompendo in dolci uggiolii.



 

Tornare indietro verso casa fu una vera e propria impresa.

Derek, per il dolore alla zampa, zoppicava vistosamente. Stiles cercò di aiutarlo il più possibile, ma comunque ci misero quasi un'ora – anche perché dovettero aspettare che Lydia, che era ancora fuori a tarda notte in cerca del suo piccolo Prada, rientrasse nella propria abitazione.



 

Una volta al sicuro, con la luna piena ancora alta nel cielo, Stiles guidò Derek nel bagno padronale, aprendo immediatamente l'acqua per riempire la grande vasca.

“Non voglio sentire storie” disse. “Ti farai fare un bel bagno caldo, poi ti medicherò la zampa e solo allora andremo a dormire, chiaro?”

Derek, che si era seduto imbronciato in un angolo, abbassò la testa in segno di sottomissione, non mancando però di mostrare il suo sdegno con uno sbuffo.



 

“Sei stato un cattivo, cattivo sourwolf!” lo sgridò nuovamente Stiles mentre insaponava tutto il pelo del lupo, usando, per indispettire Derek ancora di più, uno zuccheroso bagnoschiuma alla fragola.

L'acqua era piena di bolle che svolazzavano in giro ad ogni movimento di uno dei due, soprattutto a causa della coda scodinzolante di Derek.



 

Si misero a letto quando ormai iniziava ad albeggiare. Derek aveva la zampa destra fasciata, ma l'effetto della luna iniziava a svanire lentamente, rendendolo assonnato e spossato.

“Ecco fatto” disse Stiles accarezzando la zampa ferita. “Domani vedremo di rifare la fasciatura, cerca di non muoverla o sforzarla troppo, però, va bene?”

Derek mugugnò felice, prima di allungarsi sulle morbide lenzuola, seguito da Stiles che, circondato dal calore e dal morbido pelo del lupo – anche se puzzava tremendamente di fragola – si sentiva al sicuro, pronto a cedere al sonno.



 

Quando si svegliarono, la luce del sole era ancora alta nel cielo, ma l'ora di pranzo era passata da un pezzo.

“Hey” disse Derek. “Lasciami preparare la colazione, oggi” probabilmente temporaneamente scordando di quanto successo la notte prima.

Il dolore alla caviglia, però, riportò a galla tutto, facendolo sibilare.

Stiles lo abbracciò di slancio, appoggiando la testa sul petto di Derek. “Stai zitto, è ancora presto” mugugnò prima di tornare a dormire.

 


 

Le giornate seguenti, poi, continuarono come al solito, anche se Derek dovette tenere a riposo la gamba per qualche settimana. Fu grazie anche alla ferita se, la seconda notte di luna piena, Derek non fuggì nuovamente.

Mangiarono pancake, trascorsero molto tempo in giardino ad annaffiare le piante e cercando di evitare Lydia, che aveva appeso volantini per la scomparsa di Prada su tutti i pali della luce del quartiere.

Stiles obbligò Derek a riparare la finestra, girando un video del processo e di tutte le imprecazioni fantasiose che Derek aveva detto nel mentre.

La vita era andata avanti, ma ancora né Stiles, né tanto meno Derek sapevano se, alla prossima luna piena di lì a due settimane, Derek avrebbe di nuovo perso il controllo.


 

Tutto si svolse come sempre. Stiles aveva chiesto un paio di giorni di riposo, Derek si era svegliato agitato e pieno di energia. Avevano passato la giornata cercando di non pensare a quello che, di lì a poche ore, sarebbe successo.


 

Derek era salito nella loro camera molto presto, dicendo di sentire più agitazione del solito, affermazione che aveva allarmato immensamente Stiles, già pensando a quante finestre avrebbe dovuto riparare e quanti cadaveri di chihuahua avrebbe dovuto nascondere.

Stiles stava finendo di sistemare la cucina, quando un ululato forte e assordante lo mise in allarme.

Corse su per le scale cercando di raggiungere Derek e, quando arrivò nella camera da letto, non si ritrovò davanti il lupo nero, bensì Derek, in forma umana, che si dondolava sui talloni nervoso.

Aveva le mani dietro la schiena e un sorriso imbarazzato sul volto.

“Che hai combinato?” Chiese subito Stiles sospettoso.

Derek cercò di fulminarlo con gli occhi, ma il sorriso che minacciava di aprirglisi in faccia rovinò l'effetto minaccioso.

“Ho pensato a quello che mi hai detto” esordì.

“Quando?” Chiese Stiles. “Perché lo sai, io dico tante cose.”

Derek alzò gli occhi al cielo.

“Nel bosco, un mese fa. Quando non riuscivo più a controllarmi.”

“Non riuscivi?” Afferrò subito il nocciolo della questione Stiles. Il giovane trepidava di speranza. Il cuore gli batteva forte nel petto e le mani non volevano saperne di stare ferme.

Derek annuì. “Ho capito una cosa.”

“Che cosa?” Sussurrò Stiles facendo pochi passi in avanti, arrivando quasi a una spanna dal lupo.

“Avevi ragione quando mi hai detto che non posso andare avanti così.” Il tono di voce di Derek si fece improvvisamente serio e l'accenno di sorriso sparì dal suo volto. “Perdere Cora... Non riesco ancora ad accettarlo, ma non posso più permettermi di perdere il controllo. Devo farlo, ma non per te.”

A quelle parole Stiles boccheggiò, come se fosse stato colpito allo stomaco da un pugno.

Derek però continuò prima che Stiles potesse chiedere spiegazioni.

“Devo farlo per me. Così come siamo ora non posso farcela. Quindi...”

Stiles chiuse gli occhi, aspettando le parole che avrebbero distrutto tutto il suo mondo, tutto il suo essere.

Quando però non un fiato arrivò da Derek, Stiles rischiò di sbirciare con un occhio.

Quello che vide gli fece fare un passo indietro, portandosi le mani a coprire il verso sorpreso che si era lasciato sfuggire.

“Derek...”

Derek era in ginocchio, con un sorriso imbarazzato e gli occhi luminosi. Tra le mani reggeva una scatola di velluto nero, dove all'interno svettavano due anelli di argento – Derek sapeva che Stiles avrebbe apprezzato l'ironia, più che l'anello in sé.

“Come ho detto” iniziò il lupo. “Così non va, voglio di più. Voglio che ci sposiamo, che mettiamo su famiglia. Voglio che sia tu la mia sola ancora perché con te so di essere sempre al sicuro, ma per far si che tu lo diventi devi essere mio non solo per chi è a conoscenza del sovrannaturale. Tutti lo devono sapere. Quindi.”

Derek fece un respiro profondo e guardò negli occhi Stiles. Aveva uno sguardo deciso, forte, fiero.

“Stiles Stilinski, vuoi sposarmi?”



 

La luna piena brillò alle spalle di Derek, che sentiva ancora l'influenza dell'astro celeste, ma ora sapeva di poter resistere.

Tutto quello che gli bastò fare perché il suo centro gravitazionale si spostasse dal satellite, fu poggiare il proprio sguardo sullo straordinario uomo che era a pochi passi da lui, intento a parlare al telefono con il padre. Al dito, l'uomo, portava un elegante anello d'argento.

 

 

Note:
[1]Stiles bibliotecario, Derek scrittore → non sono un caso queste due professioni e neanche la presenza di Erika. E' un omaggio a una FF Sterek: Stiles's Story Time di Trilliath, tradotta da LaGrenouille.
 

Salve a tutti!
Come state? So che sono mancata da un bel po' (e probabilmente state aspettando la Sterek!FBI), ma ho avuto un piccolo blocco e credetemi, anche finire questa one-shot è stata un'impresa.
In più, il programma di scrittura che uso – writer – ha smesso di funzionare. Nel senso che il controllo ortografico automatico mi segna tutto sottolineato rosso quindi sto scrivendo senza (il che comporta più riletture per controllare se al posto di però ho scritto preò).
Quindi, per favore, se notate errori o qualsiasi altra cosa, fatemelo notare.

Questa storia è stata presa spunto da un video che gira su YouTube, dal titolo appunto Werewolf Boyfriend che potete trovare qui.
Il video è stato trovato dalla mia beta circa il 7 settembre, successivamente però anche la pagina Sterek Prompt ha pubblicato un prompt basato su questo video, quindi beh, mi sembra giusto dirvelo e citarli (non riesco a linkarvi il post in sé, però se scorrete la pagina lo trovate abbastanza in fretta).

Spero che questa one-shot vi sia piaciuta.

Ringrazio la mia beta, GirlWithChakram che ha corretto, ora più che mai, i miei stupidi errori di battitura (com'è faticoso scrivere senza il correttore che mi sottolinea, non ne avete idea).
Ringrazio chiunque vorrà e avrà voglia di lasciarmi una recensione o di inserire la storia tra le preferite/seguite/ricordate.

Tenete d'occhio la mia Pagina Facebook per notizie, sviluppi per la storia FBI e aggiornamenti inaspettati.

A presto,
Wislava <3

   
 
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