In ogni caso, grazie a chi recensirà o leggerà solamente <3
Buona lettura! ;)
La sirenetta dai sogni illusi
C’era
una volta, negli abissi più profondi dell’oceano,
una piccola
sirenetta infelice. Aveva la coda ed i capelli blu proprio come il
mare, e per questo passava sempre inosservata.
Nessuno si curava
di lei.
Così, sola e triste, passava le giornate a
confondersi con il paesaggio, aspettando ansiosamente la notte per
poter avvicinarsi alla superficie, poiché la luce del sole
le feriva
gli occhi abituati al buio degli abissi. Ma, quando le tenebre
avvolgevano tutto con il loro manto scuro e rassicurante, allora
poteva spingersi in alto, fino a scorgere i riflessi argentei delle
stelle e della luna. Già, riflessi; purtroppo, conosceva fin
troppo
bene il significato di quella parola. Tante volte aveva tentato di
afferrare quegli oggetti luminosi e, altrettante volte, questi si
erano dileguati, lasciandole l’acqua fra le dita e
l’amaro in
bocca. Pochi attimi dopo, infatti, le immagini tornavano nitide e
bellissime, come a voler portare ad ogni costo l'invidia nel cuore
della povera sirenetta che, sconsolata, piangeva. Più volte
si era
chiesta se, in verità, il mare fosse nato dalle lacrime di
altre
sirene che, come lei ,erano sempre tristi: questa fantasia
l’aiutava
a sentirsi meno sola.
Eppure, con un sorriso ironico, non
poteva non pensare che, effettivamente, non solo la luna e le stelle
erano dei riflessi: anche tutta la sua vita lo era, in fondo. Quel
mare in cui viveva ,non era altro che lo specchio di un mondo in
superficie a lei negato. O almeno, così pensava. Un giorno
però,
mentre come al solito stava sognando ad occhi aperti, accadde una
cosa strana; si materializzò di fronte a lei una
grande sfera
luminosa dai mille colori, i quali cambiavano in continuazione:
rosso, verde, rosa, e mille altre sfumature.
La sirenetta rimase a
fissare stupita l’incredibile oggetto,era una delle cose
più belle
che avesse mai visto.
«Come
mai sei così triste, piccola sirena?»
La giovane trasalì: la
sfera le aveva appena parlato!
«Sono triste perché vorrei uscire
dall’acqua e afferrare una stella, eppure non posso farlo. Ma
dimmi, chi sei tu? Come hai a fatto a notarmi? Nessuno lo fa
mai.»
«Oh, ma io non sono Nessuno. Io sono un Sogno.»
«Un
Sogno?» Chiese stupita la sirenetta. «Si dolce
creatura, proprio
così, e posso realizzare un desiderio.» Gli occhi
di lei si
illuminarono.
«Davvero? Potresti far avverare anche il
mio?»
«Certo, basta che tu mi dica quale. Ma sappi che, una
volta fatto, non potrai più tornare indietro.»
«Tornare
indietro? E perché dovrei? Oh, afferrare una stella
è tutto ciò
che ho sempre voluto!»
«Allora ti servono un paio di gambe!»
Esclamò questo, convinto. «E dimmi, con le gambe
potrò avere ciò
che voglio?»
«Certamente. Ora, chiudi gli occhi»
E
la sirenetta così fece; abbassò le palpebre
ma, invece di
non scorgere nulla, scintille di tutti i colori quasi la accecarono.
Quando riaprì gli occhi, si guardò intorno,
euforica; era giorno,
il sole non la feriva più e si trovava sopra ad uno scoglio.
Fuori
dall’acqua.
La sua coda blu ora era un lungo vestito da
principessa. Accecata dalla felicità, si fece forza,
alzandosi e
tentando goffamente di camminare. Dopo qualche ora, riuscì
finalmente a passeggiare senza cadere così tante volte. Ma,
ad un
certo punto, iniziò a calare la sera: faceva freddo, ed i
suoi piedi
scalzi le dolevano per il tanto girovagare. Eppure, l’unica
cosa a
cui riusciva a pensare era
“Ora calerà la notte, e
finalmente avrò la mia stella!".
E così fu: ma, quando
le stelle spuntarono alte nel cielo, la sirenetta rimase perplessa.
Come mai erano lassù? Sotto l’acqua le sembravano
così
vicine!
“E adesso come farò per arrivare fin
lì ?” si
chiese, sconsolata.
Mentre pensierosa passeggiava per la spiaggia,
scorse una bambina seduta su una sdraio; aveva corti capelli biondi a
caschetto e, come lei, fissava le stelle.
“Magari può
aiutarmi”, pensò.
Le si avvicinò ma, per non essere
scortese, prima di porle la propria domanda le raccontò la
sua
storia, fino alla fine.
«…Oggi
quindi, che è il mio primo giorno da umana,
volevo
chiederti se per caso sapevi come potevo arrivare nel
cielo...»
La
bimba si portò il pollice alle labbra, gli occhi tristi e
bassi.
Perché faceva così?
«Non preoccuparti, se non lo sai
non fa niente!
Lo chiederò a qualcun altro.»
La ragazzina
scosse la testa, desolata.
«Non è questo: è che, in
verità…»
Prese fiato.
«…Neanche qui si possono afferrare
le stelle.»
La sirenetta allora, disperata, corse verso
la riva e piangente gridò;
«Sogno, sogno, dove
sei?»
«Eccomi,sono qui.»
Il sogno era sotto l’acqua, più
colorato che mai.
«Oh sogno, perché mi hai fatto questo?
Rivoglio la mia coda.»
Singhiozzò.
«Te l’avevo detto, non
si può tornare indietro.»
La giovane allora cercò
di afferrarlo ma lui era già sparito, portandosi dietro la
sua
voglia di vivere e le sue speranze.
Così rimase lì, sola, senza
un sogno, senza speranza e senza stella.
I
sogni ti fanno andare avanti, ti donano qualcosa in cui credere,
diventano la tua ragione di vita. Ma fu quella limpida notte stellata
che la sirenetta imparò la lezione più importante:
I
sogni ingannano.
I sogni illudono.