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Autore: AshenFlower    21/06/2009    2 recensioni
Eppure, l’unica cosa a cui riusciva a pensare era:
"Ora calerà la notte, e finalmente avrò la mia stella!".
Ma, quando le stelle spuntarono alte nel cielo,la sirenetta rimase perplessa. Come mai erano lassù? Sotto l’acqua le sembravano così vicine!
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice; So che questa non è una favola convenzionale, ma sono convinta che anche una favola può avere dei contenuti, anche una favola può contenere una morale amara. In fondo, chi l'ha detto che le perle di saggezza sono sempre facili da digerire?
In ogni caso, grazie a chi recensirà o leggerà solamente <3
Buona lettura! ;)

La sirenetta dai sogni illusi





C’era una volta, negli abissi più profondi dell’oceano, una piccola sirenetta infelice. Aveva la coda ed i capelli blu proprio come il mare, e per questo passava sempre inosservata.
Nessuno si curava di lei.

Così, sola e triste, passava le giornate a confondersi con il paesaggio, aspettando ansiosamente la notte per poter avvicinarsi alla superficie, poiché la luce del sole le feriva gli occhi abituati al buio degli abissi. Ma, quando le tenebre avvolgevano tutto con il loro manto scuro e rassicurante, allora poteva spingersi in alto, fino a scorgere i riflessi argentei delle stelle e della luna. Già, riflessi; purtroppo, conosceva fin troppo bene il significato di quella parola. Tante volte aveva tentato di afferrare quegli oggetti luminosi e, altrettante volte, questi si erano dileguati, lasciandole l’acqua fra le dita e l’amaro in bocca. Pochi attimi dopo, infatti, le immagini tornavano nitide e bellissime, come a voler portare ad ogni costo l'invidia nel cuore della povera sirenetta che, sconsolata, piangeva. Più volte si era chiesta se, in verità, il mare fosse nato dalle lacrime di altre sirene che, come lei ,erano sempre tristi: questa fantasia l’aiutava a sentirsi meno sola.

Eppure, con un sorriso ironico, non poteva non pensare che, effettivamente, non solo la luna e le stelle erano dei riflessi: anche tutta la sua vita lo era, in fondo. Quel mare in cui viveva ,non era altro che lo specchio di un mondo in superficie a lei negato. O almeno, così pensava. Un giorno però, mentre come al solito stava sognando ad occhi aperti, accadde una cosa strana; si materializzò di fronte a lei una grande sfera luminosa dai mille colori, i quali cambiavano in continuazione: rosso, verde, rosa, e mille altre sfumature.
La sirenetta rimase a fissare stupita l’incredibile oggetto,era una delle cose più belle che avesse mai visto.

«Come mai sei così triste, piccola sirena?»
La giovane trasalì: la sfera le aveva appena parlato!
«Sono triste perché vorrei uscire dall’acqua e afferrare una stella, eppure non posso farlo. Ma dimmi, chi sei tu? Come hai a fatto a notarmi? Nessuno lo fa mai.»
«Oh, ma io non sono Nessuno. Io sono un Sogno.»
«Un Sogno?» Chiese stupita la sirenetta. «Si dolce creatura, proprio così, e posso realizzare un desiderio.» Gli occhi di lei si illuminarono.
«Davvero? Potresti far avverare anche il mio?»
«Certo, basta che tu mi dica quale. Ma sappi che, una volta fatto, non potrai più tornare indietro.»
«Tornare indietro? E perché dovrei? Oh, afferrare una stella è tutto ciò che ho sempre voluto!»
«Allora ti servono un paio di gambe!» Esclamò questo, convinto. «E dimmi, con le gambe potrò avere ciò che voglio?»
«Certamente. Ora, chiudi gli occhi»

E la sirenetta così fece; abbassò le palpebre ma, invece di non scorgere nulla, scintille di tutti i colori quasi la accecarono. Quando riaprì gli occhi, si guardò intorno, euforica; era giorno, il sole non la feriva più e si trovava sopra ad uno scoglio.

Fuori dall’acqua.

La sua coda blu ora era un lungo vestito da principessa. Accecata dalla felicità, si fece forza, alzandosi e tentando goffamente di camminare. Dopo qualche ora, riuscì finalmente a passeggiare senza cadere così tante volte. Ma, ad un certo punto, iniziò a calare la sera: faceva freddo, ed i suoi piedi scalzi le dolevano per il tanto girovagare. Eppure, l’unica cosa a cui riusciva a pensare era
“Ora calerà la notte, e finalmente avrò la mia stella!".

E così fu: ma, quando le stelle spuntarono alte nel cielo, la sirenetta rimase perplessa.
Come mai erano lassù? Sotto l’acqua le sembravano così vicine!
E adesso come farò per arrivare fin lì ?” si chiese, sconsolata.
Mentre pensierosa passeggiava per la spiaggia, scorse una bambina seduta su una sdraio; aveva corti capelli biondi a caschetto e, come lei, fissava le stelle.
Magari può aiutarmi”, pensò.
Le si avvicinò ma, per non essere scortese, prima di porle la propria domanda le raccontò la sua storia, fino alla fine.


«…Oggi quindi, che è il mio primo giorno da umana,
 volevo chiederti se per caso sapevi come potevo arrivare nel cielo...»
La bimba si portò il pollice alle labbra, gli occhi tristi e bassi.
Perché faceva così?
«Non preoccuparti, se non lo sai non fa niente!
Lo chiederò a qualcun altro.»
La ragazzina scosse la testa, desolata.
«Non è questo: è che, in verità…»
Prese fiato.
«…Neanche qui si possono afferrare le stelle.»


La sirenetta allora, disperata, corse verso la riva e piangente gridò;
«Sogno, sogno, dove sei?»
«Eccomi,sono qui.»
Il sogno era sotto l’acqua, più colorato che mai.
«Oh sogno, perché mi hai fatto questo? Rivoglio la mia coda.»
Singhiozzò.
«Te l’avevo detto, non si può tornare indietro.»


La giovane allora cercò di afferrarlo ma lui era già sparito, portandosi dietro la sua voglia di vivere e le sue speranze.
Così rimase lì, sola, senza un sogno, senza speranza e senza stella.

 I sogni ti fanno andare avanti, ti donano qualcosa in cui credere, diventano la tua ragione di vita. Ma fu quella limpida notte stellata che la sirenetta imparò la lezione più importante:

I sogni ingannano.

I sogni illudono.


  
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