Josh lo guardò.
Fu un attimo, un attimo solo, nel quale giurò di aver potuto vedere tutto il mondo.
Guardarlo negli occhi era un tabù, se lo facevi ti ritrovavi sommerso dai ricordi. E dalle emozioni.
Guardare negli occhi di Nicholas Flamel non era come guardare quelli di Sophie o di Perenelle. Quelli di Sophie erano dolci, comprensivi, quelli di Perenelle erano acidi e sicuri. Quelli di Nicholas Flamel erano diversi.
Erano malinconici, tristi, colmi di depressione. Ne avevano viste tante, quegli occhi.
Josh si chiese se, quando sotto forma di Marethyu, seicento (quasi settecento) anni prima, avrebbe ritrovato quegli occhi, mentre gli porgeva il Codice.
Probabilmente no, si disse. Probabilmente davanti a lui ci sarebbe stato un semplice libraio. Non un noto alchimista che cercava di proteggerlo dagli Oscuri Signori e da John Dee.
Le lacrime scesero da sole, mentre continuava a guardarlo.
Come poteva essere così bello, come potevano degli occhi del genere averlo stregato a tal punto?
Come poteva, cazzo, essersi innamorato dell’uomo che l’aveva protetto e salvato da tutto quello?
Si tappò le orecchie, cercando di far smettere tutto quello.
Ma zittirle fu inutile e fermare quel bacio terribilmente vano.
Le loro labbra furono una sopra l’altra, i loro spiriti, i loro problemi, in quel momento si fondevano e davano vita a qualcos’altro, a qualcosa che né Josh né  Nicholas avevano mai provato.
Amore.
Anche se Nicholas era sposato da tanto tempo ormai, mai aveva provato quella sensazione stranissima nei confronti della Fattucchiera. Mai.
E fu inevitabile pensare che tutto quello fosse giusto quando non c’era nulla di più sbagliato.