Anime & Manga > Soukyuu no Fafner/Fafner in the Azure
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Autore: SiriusLoire    25/10/2017    0 recensioni
Alieni, mecha e ragazzini in piena crisi preadolescenziale.
Come? Questo accostamento di parole non vi è nuovo? Fa nulla, ecco a voi Fafner in the Idiocy!
Seguiremo le avventure del giovane Kazuki Makabe che, ahimè, si ritroverà ad essere il protagonista di queste strane vicende!
"Kazuki, esci dal dannato robot!" (Tutti, ad un certo punto.)
ATTENZIONE: parodia non adatta ai deboli di cuore(?). Non contiene scene di nudo. Forse sì, chi lo sa.
Priva di olio di palma, credo.
Genere: Azione, Comico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Spoiler!
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Il sole splendeva nel cielo azzurro che sovrastava l’isola di Tatsumiya.
Quella mattina una barca stava raggiungendo il porto dell’isola, dolcemente accompagnata dalle onde.
Un giovane ragazzo… Ragazza? No, no, è un ragazzo, i capelli lunghi che fanno swish hanno confuso mezzo fandom… Comunque, un giovane ragazzo uscì dalla cabina di pilotaggio per…
“Cacchio, mal di mare!” Esclamò il baldo giovine prima di rimettere il pranzo di Natale del 1992 sul fianco della nave, accompagnato dal susseguirsi di parolacce da parte dello scafista.
Dopo questo macabro spettacolo, la barca giunse al porto.
“Giovane Soushi, non hai una bella cera!” Esclamò uno degli uomini presenti sulla passerella.
“Ascolta, eviti le sue battutine del cavolo e mi dia quel cavolo di pacco!” ribatté il ragazzo, porgendo la mano.
“Oh… se proprio insisti… Ma sappi che non ho quel genere di gusti, eh? Lo faccio solo perché sei il figlio del capo…”
“MA CHE CAVOLO FA’?! Dannazione, non QUEL pacco signor Kodate! Si riallacci i pantaloni e mi dia il pacchetto col fumetto per quel giappominchia di suo figlio!”
“Mamma mia, che permaloso!”
 
Tralasciando il giovane Soushi Minashiro che combatté per ottenere l’antico pacchetto che andava portato in salvo, spostiamoci al negozio di ceramiche Makabe, dove il proprietario si accinse a lavorare ai suoi vasi.
“Sono più di dieci anni che metto la canzone di Ghost come sottofondo mentre lavoro ai vasi e quella pazza di mia moglie non si è ancora fatta presente, neppure sotto forma di fantasma! Che triste vita! Vedovo e come figlio la copia intelligente di Shinn Asuka con i capelli e gli occhi castani!”
“Minchia, che padre deficiente che mi ritrovo…” Disse il ragazzino, scendendo le scale dopo essersi preparato per andare a scuola. “I fantasmi non esistono! Almeno, per questo primo episodio della serie… E non somiglio a quel cazzone di Shinn!”
“Sì che gli somigli! Vedrai nel film!”
“Film?! Ma di che film parli? Bah, lasciamo perdere, è già un inizio che non mi hai paragonato a quel coglione di Shinji… Dài, adesso vado a scuola, devo fare finta di essere istruito, ci vediamo dopo!”
“Ok, va beh, vai o farai tardi.”
Il giovane, di nome Kazuki Makabe, prima di uscire si voltò verso la foto della madre. Lei era sorridente e reggeva il bambino in braccio.
Dopo quella foto ha cercato di abbandonarmi sotto un ponte per tutta la cacca che ho fatto nel pannolino! Pensò, sorridendo e uscendo di casa.
Una volta presentati i protagonisti… No… Dalla regia mi dicono che ce n’è ancora una… Ew… Non possiamo saltarla a questa? No, sul serio, non la si regge… Gah, e va bene!
La giovane donzelletta si presentò a casa della sua cara ed unica amica malata.
“Shoooko!” Disse con la sua voce piacevole quanto un dito nell’orecchio, un riccio tra le chiappe e un mattoncino Lego nella pianta del piede. Tutti assieme, eh, non uno alla volta.
“Merdaya, ehm, Maya!” Rispose la giovane, fingendosi contenta della sua presenza.
“Oggi vieni a scuola?”
“Ma col cavolo che ci vado! Se non hai letto il copione, me ne devo stare a letto, stupida decerebrata!”
“Ow! Shoko! Sei sempre così simpatica! Usi gli stessi epiteti che usano mia madre, mia sorella, tutti i nostri compagni di classe… Mi chiedo come mai…”
“Forse perché sei una grandissima bambinetta scassa balle, appiccicosa come la colla più forte del mondo, fastidiosa e lagnosa? Comunque, resta qui con me, ci divertiremo! Giochiamo a “Tossisci in faccia” o…”
“Oh, no! Devo andare! Secondo il copione dovrei beccare Kassucchiai…”
“Si chiama Kasugai, ritardata!”
“Va beh, quello! Devo incontrarlo mentre vado a scuola! Ciao!”
“Se… se… ciao…” Ribatté Shoko, mentre Maya andò via, cadendo dalle scale ma sfortunatamente restando illesa. “Merda, se avessi avuto una malattia contagiosa avrei potuto farla fuori e diventare l’eroina della città… Che triste vita!”
La giovane se ne andò e in un battibaleno raggiunse il giovane Kouyou Kasugai.
“Ciao, Kassucchiai-kun!”
“Chiamami di nuovo così o ti cago in testa, tanto con quei capelli non si noterà differenza!” rispose lui, con un sorriso raggiante.
“Ow, ma che carino che sei! Comunque, secondo il copione dovrei dirti che Shoko non ci sarà neppure oggi e…”
“Lo so che per copione dovrebbe interessarmi di lei, ma… Con dei genitori di merda come i miei, una cagnolina che tengo di nascosto e la passione per la pesca pensi che mi debba importare di una cadaverina che ha comunque più carisma di te? Vattene via, prima che ti riempa di calci…”
Nel frattempo (no, Kouyou non l’ha poi presa a calci), il giovane Soushi raggiunse suo padre, Kouzo Minashiro, in presidenza.
“Allora, Soushi…” disse l’uomo, nascondendo oggetti di dubbio gusto nel cassetto della scrivania. “Hai visto il mondo esterno?”
“Sì…” Rispose il ragazzo, con tono serio.
“Hai qualche domanda da pormi?”
“Sì: perché cazzo sembri Gendo Ikari in sovrappeso? Perché stavi nascondendo le mie manette con la pelliccia nel tuo cassetto?”
“Per il mio aspetto, lamentati col character designer. Per le manette… è una faccenda personale…”
“Ti bombi la Kariya, non è vero?”
“Sgamato…”
“Ti prego, dimmi che non lo avete fatto in camera mia…”
Kouzo si voltò verso la finestra.
“Il nemico si avvicina…” Disse, con sguardo perso.
“… lo prendo per un sì… e mi sa tanto che dovrò bruciare le lenzuola e prenderne delle altre…”
Abbandonato l’ufficio del padre, il giovane Soushi raggiunse la sua classe. Probabilmente era l’ora di ricreazione, dato che erano tutti fuori posto e divisi in gruppetti, eccezione fatta per quello sgorbio di Maya, dato che non la vuole nessuno.
“Oh, e poi l’ho buttata giù dalle scale e non si è fatta nulla, è fatta di gomma!” Disse una ragazza occhialuta, andando a sbattere contro Soushi e facendogli cadere il pacchetto che aveva in mano. “Oh, Minashiro! Sei tornato!”
“Sembrerebbe di sì…” disse lui, raccogliendo il pacchetto.
“Quello avrei dovuto raccoglierlo io secondo il copione…”
“E io avrei dovuto dire qualcosa sul mio occhio sinistro, ma va beh, mi sono pure dimenticato di andare ad accarezzare l’albero… Cose che succedono…”
“Minashiro-kun!” Disse Maya, sovrastando il baccano della classe. “Come era Tokyo?”
“OH MIO DIO! FERMI TUTTI!”
Tutti stettero zitti, mentre il giovane andò in iperventilazione e inziò a sventolarsi il viso con le mani.
“Toumi mi ha rivolto la parola! Festa!” Esclamò, tirando fuori dalla tasca della giacca una trombetta.
“Seriamente Soushi!” Disse Mamoru, uno dei protagonisti della serie. “Prima di tutto la tua reazione è out of character… Seconda cosa… Mi spieghi come accidenti hai fatto a prenderti una cotta per il personaggio più infantile e cagacazzo della serie, che neppure l’autore le vuole bene tant’è che neppure nella seconda serie verrà sviluppata a dovere?”
“Aspetta, Mamoru!” Commentò Sakura, anche lei protagonista. “Non dirmi che hai letto i copioni?!”
“Sì, e ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare… Forza, Soushi, potresti darmi quel volumetto che hai nella bustina? Forse solo i manga saranno l’unica gioia in questo anime…”
“Oh… ok…” Rispose Soushi, consegnandogli la busta. “A proposito, dove è Kazuki?”
“Kazuki? Credo sia uscito a fare cose da uomini con Kenji.” Disse Sakura.
“Ah, stanno spiando i bagni delle ragazze.”
“No.”
“La Kariya che si sistema le tettone nel reggiseno.”
“No…”
“Ah, ho capito: una specie di lotta greco romana, wrestling e stronzate varie…”
“Già…”
E in effetti i due baldi giovini erano nel retro della scuola.
Il giovane Kenji cercò di colpire Kazuki più e più volte, ma non essendo il personaggio principale della serie, tutti i suoi colpi non andarono a segno.
“Dannazione, Kazuki!” Commentò dopo l’ennesimo fallimento. “Come fai ad evitare tutti i miei colpi?!”
“Ma è semplice: sono il protagonista!”
Nel frattempo, nell’ufficio del preside, la giovane professoressa Yukie Kariya aveva un colloquio con il preside Minashiro.
“Adesso che quel nerd di tuo figlio è tornato non possiamo più fare le cosacce…” Commentò, spiaccicandosi contro la schiena dell’uomo.
“Bah, a Soushi non importa, l’importante è non farlo nel suo letto…”
“Per caso non hai rimosso quella chiazza marrone dal lenzuolo, vero?”
“…”
“Immaginavo…”
Improvvisamente, tornando a Kazuki, qualcosa lo fece voltare di scatto.
“I miei poteri da protagonista si sono risvegliati!” Commentò, evitando altri attacchi di Kenji.
“Ma che stronzata è?!” disse Kenji, rialzandosi in piedi.
“Tu non puoi capire, comparsa!”
Il giovane si voltò e iniziò a correre via.
“Non so neppure io perché sto correndo!” Disse, voltandosi verso il ragazzo. “Ma credo arriverà qualche cosa di grande! Altrimenti questa serie non avrebbe senso di esistere!”
Pure Fumihiko lanciò un vaso in terra ed uscì di corsa dal negozio, guardando il cielo.
“Nessuno mi aveva accennato che essendo il padre del protagonista avrei avuto pure io i miei momenti di pazzia!” Disse con espressione accigliata.
Nella scuola, uno strano canto iniziò ad echeggiare attraverso gli altoparlanti.
“Oh, tempo di andare a sfasciare chiappe aliene!” esclamò la ragazza occhialuta. “Volevo dire… ragazzi, ricordatevi di mettervi in fila e raggiungere il rifugio sotterraneo che vi mostrerà la Kariya… e soprattutto, ricordatevi di lasciare indietro Toumi e di chiudere la porta a chiave, e lo stesso vale per le finestre… ah, no, quelle sono già chiuse… Magari questa è la volta buona che ce la leviamo dalle palle…”
Tutti i ragazzi si affrettarono a fare come la ragazza, Karin Kuramae, aveva consigliato e, assicuratisi del fatto che Maya fosse ancora dentro la classe, con sguardo perso e chiedendosi da dove venisse quella strana voce degli altoparlanti, chiusero la porta a chiave e per sicurezza ci piazzarono un armadio davanti.
Raggiunsero il rifugio, dove la Kariya stava controllando che ci fossero tutti.
“Allora… Mamoru Kodate c’è… Sakura Kaname… eccola lì, sta picchiando Kenji Kondo… Kazuki Makabe è appena entrato assieme a Kouyou Kasugai… Bene, manca solo la figlia della dottoressa Toumi, ma chi se ne frega di lei, meglio che non ci sia.”
“Professoressa, ma in che posto siamo?” Chiese Sakura, prima che la porta del rifugio si chiudesse.
“Alvis! Ci vediamo, bastardelli!” Esclamò la donna, raggiungendo gli altri adulti.
Soushi venne rapito dagli adulti e piazzato di fronte ad un computer in una strana sala chiamata CDC.
“Non ho idea di cosa stia facendo…” disse digitando parole e numeri a caso. “Ma se mi avete mandato qui significa che potrei servire a qualcosa…”
“Zitto, Soushi, papà sta lavorando!” Disse Kouzo sedendosi sulla poltrona. “Bene, Yumiko, signora Kaname, che abbiamo?”
“Uno di quei cosi alieni chiamati Festum. Ha iniziato a fare casino e…” disse la signora Kaname, strizzando gli occhi e fissando lo schermo. “Mannaggia la miseria! La mia macchina nuova!”
“Oh beh… Innalzate i muri difensivi e prepariamoci a mandare gli aerei.”
“Ma Kouzo…” Commentò Fumihiko. “Gli aerei non servono ad un cavolo, perché non mandiamo subito il robottone figo?”
“Perché quei personaggi di basso rango devono morire: altrimenti che cazzo di serie coi mecha sarebbe la nostra?”
“Signore, le ricordo che anche mio marito è tra chi sta combattendo!” esclamò la Kaname, stizzita.
“Taci, personaggio di basso rango!”
“Comandante, gli aerei sono stati fatti fuori e pure il pilota del Fafner è stato ucciso!”
“Ma come merda è possibile?! Porca puttana… e prima vengo sgamato da mio figlio mentre uso le manette pelose, la Kariya mi rimprovera per la macchia marrone nel letto e adesso arriva questo alieno a rompere le scatole?!”
“Significa una sola cosa!” Esclamò Soushi, alzandosi di tutta fretta. “Ciao povery, vado a pilotare il robottone!”
“Fermo lì!” Tuonò Kouzo. “Il robottone lo piloterà Kazuki!”
“Ma perché mio figlio?!” chiese Fumihiko.
“Perché è il protagonista, decerebrato!”
“Wow, che culo…”
“Ma allora io che faccio, pa’?!”
“Tu andrai prima di tutto a prendere quel marmocchio, poi lo fai infilare nel robottone convincendolo con qualche frase ad effetto e poi tu lo guiderai tramite il Sigfried System.”
“E anche oggi si diventa il protagonista domani…”
Il giovane Soushi fece come disse suo padre. Si presentò di fronte alla porta del rifugio e la aprì. Di fronte a lui si trovò Kazuki.
“Ma che ci fai di fronte alla porta?!”
“I miei sensi di protagonista mi hanno detto di piazzarmi qui davanti senza motivo apparente.” Rispose Kazuki. “Dove mi porterai, Soushi?”
“In paradiso.”
“Ma che cazzo di risposta è? In paradiso? Chi sei, Dante Alighieri?!”
“Prenditela con chi ha scritto il copione. Dài, andiamo.”
Nel frattempo, la giovane Maya riuscì ad uscire dalla scuola e a scappare verso casa di Shoko.
“Per fortuna sono abbastanza evoluta da rompere le finestre con la sedia! E forse dovrei farmi meno canne: il sole ha cambiato posizione AHAHAHAHAH LEVATEVI STRONZI!”
Raggiunse casa di Shoko e cercò di chiamarla.
“Toc toc toc! Shoko? Toc toc toc! Shoko? Toc toc toc! Shoko?”
“Porca miseria, che palle che sei!!!” Esclamò Shoko, aprendo la porta. “Forza, scappiamo da qui e andiamo a rifugiarci!”
Le due raggiunsero un ingresso speciale. Alcuni omini insignificanti cercarono di attirare la loro attenzione, ma dopo qualche secondo svanirono dopo la comparsa di una grande palla nera e viola.
“PORCO CANE!” esclamò Shoko. “LI HA… LI HA…”
“Ooooh! Adesso ho capito come funziona Pokémon GO!” commentò Maya, saltellando e battendo le mani. “Quella era di sicuro una Master Ball Shiny!”
In quel momento, Kazuki e Soushi raggiunsero una specie di hangar dove vi era un gigantesco robottone scuro.
“Figo! Un EVA!” esclamò Kazuki.
“Ma che cavolo dici?! Non è un EVA!” ribattè Soushi.
“Un… Gundam?”
“…”
“Il Gurren Lagann?”
“No, pezzo d’idiota! Questo è un Fafner!”
“Faf…ner? Che nome strano.”
“Va bene, devi pilotarlo.”
“COS- nessuno mi aveva detto che avrei dovuto pilotare un coso così!”
“Pilota il Fafner, Kazuki. O Ayanami dovrà farlo nuovamente.”
“Chi diamine è…”
“Ah merda… sbagliato citazione… Comunque, lo piloterei io, se solo qualche stronzo a nove anni non mi avesse ficcato un ramo nell’occhio sinistro!”
“Ah… capisco.”
Soushi afferrò Kazuki per le spalle e lo fece voltare verso di sé. “Kazuki, solo tu puoi farlo!”
“Stiamo… per baciarci?”
“COSA. NO!!! Senti, sali nel dannato robot e ti spiego tutto dopo, va bene?”
“Va bene… se lo dici tu…”
Soushi abbandonò la scena e Kazuki salì dentro una cabina di pilotaggio.
“Bene, Kazuki.” Disse Youko Hazama, una degli ingenieri e madre di Shoko. “Per oggi niente fanservice, potrai pilotare l’unità senza tuta!”
“Qualcosa non va?”
“Sì, non ricordo di aver chiuso il gas prima di uscire. Va beh, se non riuscirai a fare nulla non me ne dovrò preoccupare, visto che saremo tutti all’altro mondo!”
“COSA?!”
“Basta con le domande! Entra nel robottone e vai a sfasciare quel coso alieno!”
Kazuki fece spallucce e si sedette nella cabina. Si chiuse e venne spostata e inserita in un vano più grande.
“Kazuki, mi senti?”
“Mufasa?”
“Sono Soushi, cretino! Comunque sì, mi senti. Io gestirò le operazioni qui dal Siegfried System, adesso attiva il Fafner.”
“Boh, ok… Oh! Gelatina e anelli!”
Il ragazzo infilò le dita dentro gli anelli e delle placche con aghi andarono a sbattere contro parti del suo corpo.
“Kazuki? Kazuki!”
Kazuki riaprì gli occhi. “Ah merda… sono svenuto… sono troppo vecchio per certe cose…”
“Basta parlare.”
Al suo fianco apparve un ologramma di Soushi.
“Soushi… mi spieghi perché sei rosa?!”
“Rosa?! Quel bastardo di mio padre! Mi aveva detto che sarei stato rosso! Dannazione! Adesso apri gli occhi.”
“Sono già aperti, scemo.”
“Non i tuoi! Quelli del Fafner!”
“E come faccio?!”
“Sei il protagonista! Dovresti saperlo!”
Qualche secondo dopo, tutto divenne luminoso e Kazuki vide l’interno dell’hangar.
“Oh, ci sono riuscito! Troppo forte! Non so come, ma ce l’ho fatta! Bene! Adesso che si fa, Soushi?”
“Si combatte.”
“Cosa?!”
Qualche secondo dopo, il Fafner venne scaraventato nel cielo azzurro.
“Ma voi siete pazzi!” Commentò Kazuki, atterrando. “Non mi avete avvisato e…”
“Sei lì?”
Kazuki si voltò e vide un essere gigantesco color oro.
“PORCA PUZZOLA!” esclamò il ragazzo. “DEVO BATTERMI CONTRO… ‘STO COSO?!”
“Sì.”
“Oh beh… Fantastico! Ehi… ma… I titoli di coda?! Va beh, al prossimo episodio… Alienino bellino, nel frattempo ti va di giocare a briscola?”
“Volentieri!”
“I Festum non dovrebbero parlare… Fatemi andare al distributore automatico, ho bisogno di un caffè…” 
   
 
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