"Ecco" disse Ken, gettandole la scatola di pocky appena ripescata dalla
busta.
Lei la afferrò, fissando il ragazzo con il suo grande occhio viola. Ed
eccola, la familiare sensazione di calore che inondò il collo di Ken,
seguito da due sensazioni contrastanti: perché lui voleva che smettesse di
guardarlo ma, al contempo, che non distogliesse lo sguardo. Logico, no?
"Grazie," rispose piano, aprendo il pacchetto. Ken si sedette sul divano
accanto a lei, aprendosi un pacchetto di biscotti al cioccolato, gettando
occhiate di sbieco alla ragazza: odiava quelle sensazioni che gli pesavano
sullo stomaco ogni volta che la guardava, specie se lo faceva con quello
sguardo. Voleva che glielo dicesse quando qualcosa non andava invece di
fissarlo con quell'espressione triste; voleva farla felice e ciò lo
irritava oltre ogni dire: perché lui, semplicemente, non riusciva ad
accettare quei sentimenti che provava nei suoi confronti. Avrebbe dovuto
prodigarsi per far star bene solo Mukuro... ma quando vedeva il suo
sorriso, quelle rare volte che la ragazza stirava le labbra in un
espressione vagamente felice, il suo cuore iniziava a battere velocemente:
perché Chrome diventava più carina quando sorrideva e ciò lo portava a
chiedersi perché non lo facesse più spesso.
"Ken" mormorò, tirandogli la manica. Stava per sbraitargli contro, era
vero, ma il rossore sulle guance di lei lo fece esitare.
"Kyoko-chan mi ha parlato di un gioco che si chiama Pocky
Game... credo che abbia a che fare con questi cosi" spiegò,
assorta nella contemplazione della scatola.
“Ah? Il Pocky Game?" domandò lui "Intendi quel gioco in cui due mordono le
estremità del grissimo e quello che si stacca per primo perde?" chiese.
"Si, penso fosse una cosa del genere."
Ken si accigliò "Perché voi ragazze parlate di certe cose?"
Chrome si voltò verso di lui, confusa "Perché? Che c'è di male a mordere un
biscotto?" chiese innocentemente, lasciandolo basito: possibile che non
avesse capito lo scopo di quel gioco? Beh, era di Chrome che si parlava...
troppo innocente per riuscir a comprendere una cosa del genere. "L'ha
nominato Haru-chan, dicendo di voler provare a farlo col Boss" aggiunse.
E lui, ignorando bellamente chi fosse quella "Haru-chan", si appuntò
mentalmente di far attenzione a dove andava Chrome da quel momento in poi:
c'era gente strana nella Famiglia Vongola. Strana e pervertita.
Il ragazzo sospirò, passandosi una mano sulla fronte "Senti, non per
distruggere la tua bolla di beata ignoranza, ma questo gioco serve per..."
"Ci giochiamo?"
Per poco Ken non si strozzò con la sua stessa saliva: quella richiesta,
fatta con estrema semplicità, era bastata a farlo scattare come una molla.
Arrossì violentemente mentre la guardava allucinato: certo, era consapevole
del fatto che se Chrome avesse saputo il vero senso
del gioco non avrebbe mai e poi mai fatto una richiesta simile, a lui per
giunta, però... no, era un'idea stupida.
Ma chi se ne fregava, colpa sua che non conosceva lo scopo del gioco!
No, non era corretto nei suoi confronti.
Ma molto probabilmente quella sarebbe stata l'unica occasione che il fato
gli offriva.
"Ken?"
Gli occhi castani del ragazzo si posarono sul viso di porcellana che ora lo
guardava interrogativa e, era pronto a giurarlo, con un pò di aspettativa.
Dopotutto, non facevano mai nulla in quel buco che avevano il coraggio di
chiamare "Base", quindi era anche più che ovvio che la ragazza cercasse più
spesso la compagnia dei membri della Famiglia Vongola che stare lì dentro
ad annoiarsi.
Aveva scoperto un nuovo gioco e voleva provarlo... perché non
accontentarla?
Oh, al diavolo!
"E va bene, giochiamo" acconsentì, voltandosi verso di lei: se ne sarebbe
pentito, se ne sarebbe pentito sicuramente.
Lei annuì e vide il suo volto illuminarsi: gli piaceva farla felice perché
significava vedere qualcosa di diverso dalla sua solita espressione triste.
E gli piaceva sopratutto vederla sorridere.
Non ci pensò, neanche per un secondo. Tirò fuori un pocky dalla scatola e
si poggiò la punta col cioccolato tra le labbra, mentre lei morse il
biscotto.
Ed erano vicini. Troppo vicini.
Forse Chrome, in quel momento, iniziò a rendersi conto di cosa stesse
facendo ma non si tirò indietro.
E Ken iniziò a credere che, con molta probabilità, se ne sarebbe uscito con
l'impronta della mano della ragazza sul viso: era l'istinto a dirglielo.
Insieme, lentamente, iniziarono a mangiucchiare il dolce fino a che i loro
nasi non si sfiorarono.
Lui si sentì le guance in fiamme mentre il cuore iniziava a battere nella
cassa toracica, rendendosi conto solo allora di ciò in cui si stavano
cacciando. Avrebbe voluto tirarsi indietro ma il rossore sulle guance di
Chrome lo fece desistere: era troppo dolce e carina, e lui troppo stupido
ed innamorato. Ma questo non lo avrebbe mai ammesso.
Avanzò, senza quasi rendersi conto di ciò che faceva, l'unico obbiettivo
visibile erano le labbra di lei che si avvicinavano sempre di più. L'unico
neurone funzionante, quello che aveva avuto l'ardire di urlargli di
smetterla finché era in tempo, era stato brutalmente trucidato e Ken morse
il suo ultimo pezzo di biscotto.
Le loro labbra si toccarono.
Avete presente quando andate alla festa di paese a vedere i fuochi
d'artificio? Belli, colorati, rumorosi, da farvi venire la pelle d'oca?
Beh, Ken si sentiva più o meno così.
Non che fosse un bacio di chissà quali proporzioni, un semplice affondo
nella sua bocca: niente lingue che danzavano, niente scambi di saliva
estremi... un bacio. Punto.
Un bacio al sapore di cioccolato e biscotto.
La sentì irrigidirsi quando poggiò le mani sulle sue braccia, poco sotto le
spalle, attirandola più vicino. Era arrossita, ne era sicuro, riusciva
quasi a sentire il calore del suo viso contro il proprio: non se lo
aspettava, non se lo immaginava... non avrebbe potuto.
È fu Ken ad interrompere quel contatto, staccandosi lentamente da lei di
malavoglia; arrossì e abbassò lo sguardo.
"Contenta?" borbottò, prima di alzarsi ed uscire velocemente dalla stanza,
lasciandola lì: rossa, sconvolta e con un peso troppo grande sul petto.
Note: questa storia è la traduzione
di Not Enough una raccolta di dieci flashfic
su dieci coppie diverse di jadedgalaxies
(Emeraldxoxo). Ho preso solo questa perché mi piaceva (e non
avevo voglia di tradurre le altre ahah) anche se l'ho modificata un pò.
Che dire, intaserò il fandom di storie su questi due: sarò la vostra croce!
MUAHAHAHAHAH *si ricompone, o almeno ci prova*
Alla prossima❤