La pioggia rendeva il terreno fangoso, inzuppava i capelli, i vestiti ed era di fastidio agli occhi. Nonostante questo, lo sguardo nero vedeva perfettamente il grande schermo di fronte a lui.
Aveva visto Raftel, aveva visto il proprio sogno realizzarsi insieme a quello del proprio capitano e dei suoi compagni, aveva visitato isole che non erano segnate sulle mappe ed aveva guadagnato ferite del quale andava incredibilmente fiero, e adesso stava per assistere alla fine di tutto.
Se solo fosse stato per lui, allora sarebbe arrivato a Marineford a nuoto, pur di fermare la pubblica esecuzione del suo capitano, ma lui stesso gli aveva chiesto di non interferire, e adesso doveva accontentarsi di assistere dal grande schermo posizionato a Sabaody.
Qualche metro più distante, all sua destra, vedeva la chioma arancio di Nami, vicina a Robin, mentre alla sua sinistra il piccolo Chopper insieme ad Usopp. Sanji chissà dov'era, Brook aveva preferito rimanere lontano per evitare di attirare qualsivoglia attenzione (era pur sempre uno scheletro. Uno scheletro non passa certo inosservato).
Erano tutti lì, lontani ma comunque vicini. Il tempo sembrava dilatarsi, il momento della fine sembrava non giungere mai, ma poi, all'improvviso, tutto finì.
Urla di esultanza, pianti sommessi. Sembrava che tutti avessero qualcosa da fare.
Zoro non esultò, girò i tacchi e strinse la presa sull'elsa della sua fidata Ichimonji, unica katana che mai aveva dovuto cambiare, e se ne andò.
Zoro non parlò, strinse le labbra ed evitò lo sguardo di chiunque potesse conoscerlo o riconoscerlo.
Zoro non pianse, alzò solo lo sguardo al cielo ed attese che la pioggia lavasse via ogni cosa, e che riempisse un po' quel buco che gli si era aperto dentro.