Dieci cose che odio di te (♥)
:
Dedico questa storia a Sissi e Fede…
J
“Credo sia ora
di chiarire tutto.”
“Anche io.”
Guido e Giusy si
fissarono intensamente negli occhi, ancora una volta, ancora dopo
l’ennesimo bacio clandestino, uno dei pochi, a dire la verità, nato senza
motivo, in un corridoio deserto, all’insaputa di Antonella e Gonzalo.
“Guarda.. Mi
sono preparata.” Annunciò lei, estraendo un foglio tutto spiegazzato
dalla borsa.
“Preparata a
cosa?” Chiese Guido, stupito.
“A dirti..
Quello che provo per te. Definitivamente.” Puntualizzò la riccia, aprendo
il foglio.
Guido annuì
perplesso, aspettandosi una risposta, sperando ardentemente che fosse quella
che sognava fosse.
“Io ti…”
Ma Santiago,
affannato per la corsa, irruppe nel corridoio e la interruppe : “Presto,
abbiamo lezione di Musica! Ragazzi, dove eravate finiti?”
Si asciugò la fronte
sudata con la mano grassoccia e fece segno di seguirlo. Ai due non restò che
ubbidire, e tutti e tre andarono nell’aula di Musica. La ragazza nel
frattempo si ripiegò il foglietto e se lo infilò nella tasca della gonna.
Barcaroli li invitò a sedersi
senza particolari indugi.
“Siete in
ritardo.” Gli fece semplicemente notare. Giusy si sedette accanto a
Tamara e Sol, che la fissarono, interrogative, mentre Guido si accomodò di
fianco alla bella Antonella, che invece gli rivolse uno sguardo indagatore e
nell’insieme arrabbiato.
“Oggi faremo
una lezione un po’ particolare.” Spiegò, facendo ampi gesti con le
mani, come al solito.
“Consiste nello
sfogare la rabbia… Così la musica vi uscirà da dentro più fluida, senza
nessun blocchi. E’ un po’ un’improvvisazione, anche se in
fondo tutti sappiamo cosa ci tormenta. E magari ce ne vogliamo liberare.”
E sorrise, mentre i suoi occhi azzurri indugiavano ed esaminavano uno a uno
tutti i ragazzi. Il suo sguardo si fermò su qualcuno in particolare.
“Josefina, vuoi venire tu?”
La ragazza trasalì,
incredula, ma alla fine raggiunse il professore sul palco, a sguardo basso.
Chissà perché le tremavano le gambe.
Per un attimo
comprese come si sentiva Patty prima di cantare in pubblico. Il professor Barcaroli le domandò:
“Hai qualcosa
che vorresti dire, confessare, urlare al mondo?”
Dapprima lei scosse
la testa ma infine, la voglia di sfogarsi prese il sopravvento. Vide in
lontananza le mani di Antonella e Guido intrecciarsi, e rispose un debole
“Si”.
Il foglio non stava
fermo, forse a causa del tremore che la percorreva tutta?
“Questa è una
cosa che vorrei dire a qualcuno.” Spiegò alzando lo sguardo dal foglio
verso il professore, che annuì. Non rivolse nemmeno un’occhiata sottecchi
a Guido, né ad Anto, né a nessun’altro della
classe.
“Io ti odio.”
Lesse, con voce che voleva mostrarsi sicura, nonostante la paura che sentiva in
corpo.
Sentì che già
qualcuno cominciava ad agitarsi, e pensò che probabilmente sia Anto sia Luciana, egocentriche com’erano, credessero
che si stesse riferendo a loro. Proseguì.
“Odio il
modo in cui mi guardi. Odio il modo in cui mi sorridi, e mi domandi come sto.
Sai bene come sto. E odio quegli sguardi. Odio il mondo in cui mi baciavi. Odio
il mondo in cui mi abbracciavi. Odio il giorno, l’ora in cui mi hai
chiesto di mettermi con te. Odio il modo in cui mi guardavi e sorridevi
dolcemente, perché ora non lo fai più. Perché pensavo di essere in un punto
privilegiato del tuo cuore e adesso invece non è più così.” –
Pausa – “Ti odio perché ti amo.”
Ora la voce di Giusy
era poco più che un tremolio. Anche gli occhi erano già lucidi. Ma continuò.
“Ti odio
perché mi manchi, perché ti penso, ti sogno e ti voglio, odio il tuo sorriso e
i tuoi occhi, odio tutto di te, al punto che mi fai scrivere delle
poesie… Anzi, a dire la verità non so nemmeno perché ti odio. Ti odio
quando mi fai conoscere gente e la tua vita.
Odio quando mi parli,
quando mi fai ridere, ma ancora di più quando mi fai piangere.”
Ormai le lacrime
scorrevano copiose giù per le sue guancie.
Nessuno fiatava,
c’era solo un silenzio tombale nell’aula.
“Ma la cosa
che odio più di tutte.. E il fatto di non odiarti nemmeno un po’. Nemmeno
un briciolo di quanto ho scritto su questo foglio.”
La ragazza si fermò
un attimo.
Alzò la testa, gli
occhi rossi e colmi di lacrime. Il suo sguardo e quello di Guido si
incrociarono per un lunghissimo istante.
Abbassò gli occhi e
lesse l’ultimo rigo con un fil di voce, prima di fuggire fuori dalla
classe.
“Non ti
odio, ma vorrei, lo giuro.”
La porta sbatté
dietro di lei.
A quel punto Guido si
alzò, e corse anche lui lontano dagli altri.
No. Come aveva potuto
far soffrire a questo modo la sua Giusy?
Qualcuno aveva detto
che non sarebbero mai potuti andare d’accordo, erano come il giorno e la
notte.
Non si sarebbero mai
potuti incontrare. Ma quando la vide accovacciata come una bimba nel corridoio,
in lacrime, non poté credere a quelle parole.
Non era possibile.
Lui l’amava troppo, troppo disperatamente, troppo follemente per credere
a quelle parole.
Per un attimo una
parte di lui volle andarsene, non riuscì a resistere a vederla così per causa
sua.
Le si avvicinò
inginocchiandosi davanti a lei, con il mento contro le ginocchia.
“Giusy.”
Lei non alzò la
testa, che aveva ancora affondata tra le ginocchia.
“Anche io ti
devo dire una cosa : Io ti amo, Giusy.”
Attese un attimo.
Nulla.
E se ne andò, e forse
a quest’ora sarebbe giù tornato in classe, se una mano gelida non
l’avesse trattenuto. Non si voltò.
Aveva troppa paura
che se si fosse girato Giusy sarebbe scomparsa.
“Guido.. Anche
io.. Si. Anch’io ti amo.” Fece una risata triste e amara.
“Ma tu non
sarai mai più mio. Non lo sei mai stato completamente. C’era sempre
qualcosa che voleva separarci, qualcosa di più grande di noi. E forse ce
l’ha fatta.”
Appena Giusy finì la
frase sentì le labbra di Guido premere prepotentemente contro le sue.
Una parte di lei
voleva restare lì a perdersi tra i suoi baci, a sentire le sue mani
arruffarle i capelli. Ma qualcosa la costrinse a fermarlo e allontanarlo da sé.
“No Guido, non
è giusto.” Prese un sospiro. “Torna da lei.” Sussurrò Giusy,
con un sorriso triste.
“Non sono più
io a essere tua.”
“Vorrei tanto
che lo fosti.”
Questa volta Guido se
ne andò davvero.
“Giusy, tu resterai
per sempre il mio sole, pronto ad illuminarmi ogni volta con i tuoi raggi. Solo
che non sarò più io ad avere tutta la tua luce.” E con queste meste
parole il ragazzo si allontanò fino a scomparire dietro un angolo.
Giusy, da sola, prima
di raggiungerlo in classe, mormorò al vento:
“Guido, tu per
me resterai sempre una notte eterna, in cui perdermi, confondermi, trovare la
pace e la compagnia della Luna. Ma non sarò più la tua stella. Nemmeno una dei
milioni che ti stanno vicino e sono parte di te. ”
Chinò la testa,
sconfitta.
Poi un sorriso le
illuminò per un po’ il volto.
“Non sei più
mio, Guido. Ma una parte di me ti apparterrà per sempre. Prosciuga pure la mia
luce, perché tu sei stato l’unico che è riuscito a oscurare ed eclissare
me, il Sole. E non è forse una stella, il Sole?”
The End ♥
ANGOLO AUTRICE :
Per la lettera di
Giusy mi sono ispirata al film “Dieci cose che odio di te”, che si
chiama appunto come la storia. E’ la mia prima storia sul mondo di Patty,
quindi mi farebbe piacere se recensireste, per dirmi cosa ne pensate. Io ho
cominciato da poco a seguire questo programma, ma un’amica mi ha
aggiornato un po’ su quello che accadrà.. Ciao a tutti! ^^