La mia mente era vuota, priva di idee. Dovevo scrivere ancora un altro horror, dovevo raccontare ancora di un altro omicidio, di un assassino magari psicolabile, magari con una storia difficile alle spalle e che magari riusciva a salvare se stesso, andando in prigione o uccidendo ancora. Il problema era però la vittima. Chi avrebbe ucciso? Come? Perché?
Magari poteva uccidere il suo compagno di vita, una scenata di gelosia? Troppo banale.
Un familiare? Un conoscente? La prima persona incontrata uscendo dal portone di casa?
No. Non andava. Ogni idea era insulsa, banale, scontata...