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Autore: Medea Astra    17/11/2017    0 recensioni
Estratto dalla storia:
“ Dillo, finisci quella frase …”
“ Cosa dovrei dire?” chiese lei titubante e con il fiato in gola, come se fosse al termine di una lunga corsa.
“ Che ti senti amata, stavi dicendo questo prima, se non sbaglio” ed ecco che anche la sua voce si era abbassata di qualche tono, forse un attimo più incerta di prima.
“ Ma se io lo dicessi … non voglio costringerti a nulla, io non voglio che ti senta obbligato a dirmi che…”
Un bacio la interruppe. Un bacio diverso da prima, era vorace e passionale e per un attimo ad entrambi sembrò di emergere da una lunga apnea.
“ Dillo, se lo senti, ti prego, dillo”
“Con te… mi sento amata …”
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lewis Sirk
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Entrarono in casa correndo, inciampando sui loro stessi passi, ridendo come bambini. Fuori continuava a piovere incessantemente, le gocce di pioggia si rincorrevano frenetiche sui vetri delle abitazioni, mentre dense colonne di fumo si ergevano dai comignoli degli edifici. Lewis si tolse subito la giacca zuppa d’acqua e  la gettò incurante  su un attaccapanni poco distante, Kira dal canto suo, era rimasta immobile davanti la porta, intimidita dal trovarsi per la prima volta a casa del ragazzo, o meglio, dell’uomo che amava.
Quando Lewis si voltò a guardarla, la trovò ancora tremante, stretta nel suo cappotto umido, incerta sul da farsi. Sorrise tra sé, intenerito dall’innocenza e dal candore di lei, per poi avvicinarsi e spogliarla di quell’indumento bagnato- che in un lampo raggiunse il suo sull’attaccapanni- e abbracciarla.
“ Senti freddo?” chiese lui.
“Un po’- rispose lei, accoccolandosi maggiormente al suo petto- sarà che siamo qui ancora zuppi di pioggia”
“Mmmh… hai ragione, forse sarebbe meglio cambiarci, vieni in camera, dovrei avere qualcosa da darti”
Lei lo seguì senza fiatare, come se il recarsi nella camera da letto di un uomo di quasi trent’anni, di cui era perdutamente innamorata, per una diciassettenne fosse una cosa normale.
Lo vide sfilarsi la maglia e rimanere a petto nudo, mentre concentrato frugava nei cassetti e nell’armadio alla ricerca di qualcosa che andasse bene per entrambi. Lei rimase ad osservarlo, rapita dai movimenti guizzanti dei suoi muscoli sotto la pelle, da come ogni singolo centimetro di lui fosse delineato dagli anni di palestra e di addestramento tra i marines, perfino quel che rimaneva del braccio amputato, sembrava portare i segni di duri e continui allenamenti.
Quando Lewis si girò, porgendole un suo maglione di lana molto ampio, la colse ancora ad osservarlo rapita, cosa che in cuor suo, gli fece parecchio piacere ma che fece arrossire lei.
“Tieni, questo dovrebbe esserti comodo, è un maglione di quando avevo vent’anni, secondo me ti arriverà alle ginocchia dunque potrebbe farti da vestitino e liberarti da tutti quei vestiti bagnati. Cambiati pure qui, io ti aspetto in salotto, cerco un dvd con qualcosa da vedere, se ti va”
Lei lo ringraziò, evitando con cura di guardarlo negli occhi, certa che se lo avesse fatto sarebbe diventata dello stesso colore delle mele mature.
Poco dopo, avvolta nel caldo maglione del suo ragazzo, con i capelli ribelli raccolti in una coda scomposta, Kira fece il suo ingresso nel salotto, trovando Lewis ancora a petto nudo ma con un pantalone della tuta che versava dell’acqua bollente in delle tazze.
Approfittando del fatto che non l’avesse vista entrare, Kira andò ad abbracciarlo da dietro, cingendo la sua massiccia figura con le sue esili braccia e affondando il viso tra le sue scapole, beandosi per qualche secondo del profumo della sua pelle e del suo calore.
Non appena si voltò, Lewis si trovò davanti alla ragazza vestita solo con il suo maglione e ancora infreddolita. Vista così, con i capelli raccolti alla bene e meglio, struccata e svestita di quegli abiti sempre alla moda che lei tanto amava, lui la trovò ancor più bella, forse, per la prima volta da quando stavano insieme, si sentì addirittura in difficoltà nel trattenersi dall’approfondire il loro rapporto e saltarle addosso.
“ Ho fatto del the caldo, pensavo potesse aiutarci a scaldarci un po’ ”
Lei gli sorrise, grata di quell’ennesimo gesto di premura e affetto, uno di quei tanti, piccoli atti d’amore disinteressato che lui aveva compiuto sin dal loro primo incontro.
Con gli altri ragazzi con cui era uscita, tutto sembrava un copione già scritto, un paio di uscite, qualche bacio rubato fuori dagli spogliatoi della scuola e la certezza che nulla fosse degno di importanza. Con Lewis era diverso, lo era da sempre. Lui l’aveva baciata dopo due mesi che si parlavano incessantemente, giorno e notte, di ogni cosa. Lui era quello che l’andava a prendere a scuola quando c’era brutto tempo, che la sera se facevano tardi aspettava che lei entrasse in casa prima di andarsene, lui era quello che la guardava sempre come se fosse il suo tesoro più prezioso, era quello che le mandava sempre il buongiorno, che le faceva le raccomandazioni quando andava a bere con le amiche, lui era quello che la spingeva sempre verso i suoi obiettivi.
Seduti sul divano, sorseggiavano la loro bevanda calda fin quando un tuono improvviso squarciò la quiete che si era creata nella stanza, spaventando Kira e facendola finire letteralmente addosso al giovane agente.
“Ehy, va tutto bene” la tranquillizzò lui ridendo e accarezzandole la testa.
“ Scu… scusami, io non volevo, cioè...”
Kira era in evidente imbarazzò, era rossa e balbettava come una bambina, così Lewis ne approfittò per baciarla.
Fu un bacio morbido, lungo e dolce. Il ragazzo saggiò con la propria bocca ogni parte delle labbra della giovane, scese lentamente a baciarne il collo provocandole l’ennesimo brivido, incerto però se questo fosse a causa sua o del freddo.
“Non c’è alcun problema se ti stringi a me, che sia perché un tuono ti ha spaventata o semplicemente perché hai voglia di farlo, a me piace, poi mi fa piacere che tu mi consideri il tuo rifugio” concluse dandole un casto bacio sulla testa.
“ Io mi fido di te, con te mi sento al sicuro e mi sento ama... “si interruppe prima di finire quella parola. 
Lei amava Lewis, aveva capito di amarlo quando Mariel, la sua matrigna, era andata da lei dicendole che sarebbero dovuti fuggire da Homestead e che  avrebbero dovuto lasciare Lewis in ospedale da solo. In quel momento si era sentita come se le stessero strappando il cuore dal petto, quelle ventiquattro ore lontano da lui, senza avere alcuna notizia riguardo le sue condizioni, erano stare le più lunghe della sua vita e da quando si erano ritrovati non era trascorso giorno in cui non si vedessero e non facessero qualcosa insieme, erano usciti perfino quel giorno, sprezzanti delle previsioni meteo che promettevano acquazzoni e temporali.
Lei amava Lewis, ma non glielo aveva mai detto, o meglio, non se lo erano mai detti e dire che si sentiva amata era in qualche modo come mettergli in bocca una cosa che non aveva mai detto e lei non voleva farlo, non voleva in alcun modo spingerlo dove non voleva.
Lui la guardò per un attimo , gli occhi fissi nei suoi, lo sguardo convinto e un sorriso appena accennato sulle labbra.
“ Dillo, finisci quella frase …”
“ Cosa dovrei dire?” chiese lei titubante e con il fiato in gola, come se fosse al termine di una lunga corsa.
“ Che ti senti amata, stavi dicendo questo prima, se non sbaglio” ed ecco che anche la sua voce si era abbassata di qualche tono, forse un attimo più incerta di prima.
“ Ma se io lo dicessi … non voglio costringerti a nulla, io non voglio che ti senta obbligato a dirmi che…”
Un bacio la interruppe. Un bacio diverso da prima, era vorace e passionale e per un attimo ad entrambi sembrò di emergere da una lunga apnea.
“ Dillo, se lo senti, ti prego, dillo”
“Con te… mi sento amata …”
Fu un sussurro ma entrambi lo udirono perfettamente.
“ Sono contento che tu ti senta così, che ti senta amata- disse lui prendendole una mano e portandosela sul petto, all’altezza del cuore- sono contento che tu ti senta amata perché io ti amo, ti amo come non ho mai amato nessun altro”
Kira, momentaneamente incapace di rispondergli, si avventò sulle sue labbra baciandolo con passione e stringendosi a lui. Quasi senza volerlo, circondò la sua vita con le gambe e poggiò il capo nell’incavo della sua spalla.
Lo sentiva respirare sereno, come se si fosse liberato da un peso, ed effettivamente era proprio così che lei si sentiva, libera, leggera e felice.
“Ti amo Lewis – gli rispose accarezzandogli il viso e non distogliendo neanche per un momento gli occhi dai suoi- ti amo come non ho mai amato nessun altro e come mai amerò.”
Dopo la romantica dichiarazione, i due si addormentarono stretti l’uno all’altra sul divano.
 Fu il rumore dell’ennesimo  tuono a svegliare Lewis che si trovò steso tra il divano e il morbido corpo di lei che gli dormiva addosso.
“ Meno male che hai il sonno pesante piccola, altrimenti avresti passato la notte in bianco” disse lui chinandosi a darle un bacio prima di andare in bagno ed infilarsi sotto la doccia.
Lì, sotto lo scrosciare dell’acqua bollente, a Lewis parve di essere assalito dai ricordi di qualche ora prima. Le sue labbra morbide, il suo profumo fresco, la sua pelle delicata contro le sue mani che vogliose cercavano di scoprire sempre di più ma che erano sempre frenate da quella vocina nel cervello che gli diceva “stai attento Lewis, lei è giovane e non è come le altre, non aver fretta” e dannazione se quell’assurda vocina aveva ragione! Che Kira non fosse come le altre lo aveva capito dal primo momento, dal suo modo di star sulla difensiva, di rispettare gli spazi altrui, di essere sempre presente senza mai essere invadente. Lei non era come tutte le ragazze che aveva incontrato, non gli si era incollata addosso per il fascino della divisa o per gli addominali, non lo aveva mai fissato per la mancanza di quel braccio, lei semplicemente lo aveva conosciuto e aveva trovato in lui qualcosa di complementare a sé e si era innamorata di lui…
Già, lei si era innamorata di lui e lui la ricambiava in pieno, non esisteva cosa al mondo che non avrebbe fatto pur di renderla felice e di questo ne era certo, ma da qualche tempo a quella parte, una strana paura aveva preso possesso di lui.
Come avrebbe fatto quando non sarebbe più riuscito a controllarsi, quando la vocina che gli ricordava di star calmo sarebbe perita a dispetto del suo cuore ? Il timore era sempre quello di farle male, di esser troppo irruento, di rovinare, in qualche modo, quello che si era creato tra loro. Inoltre vi era sempre il dubbio se fosse vergine o meno e non sapeva nemmeno cosa preferire. Se fosse stata vergine sarebbe stato lui il primo – e sperava anche l’ultimo- ad unirsi a lei in quel modo e sarebbe stato romantico, magico ma anche difficile, doloroso e stressante per entrambi. Far l’amore con una ragazza vergine significava riporre il doppio delle attenzioni, delle premure, significava rimandare il proprio piacere o quantomeno frenarlo e questo gli sarebbe stato decisamente difficile con Kira, visto l’ardore con cui la desiderava  …
D’altro canto , sebbene il farlo con una ragazza non più vergine gli permettesse di farlo in modo più sereno, rilassato, senza troppe preoccupazioni, l’idea che qualcun altro prima di lui l’avesse vista in quel modo, avesse sentito i suoi gemiti, avesse raggiunto con lei quel grado di intimità che lui agognava da tempo, lo metteva non poco a disagio.
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando, avvolto nel suo asciugamano, ancora grondante d’acqua, si accorse che ferma davanti la porta del bagno c’era Kira che lo guardava con una strana luce negli occhi.
“Ehy, Kira, qualcosa non va? Stai bene?”
“ Uh? Sì, sì, scusami, solo che mi son svegliata e tu non c’eri ed ero venuta a cercarti e… scusami davvero, non dovrei essere qui, cavolo!” disse lei un attimo prima di voltarsi di spalle, con le guance in fiamme.
Quando lui si avvicinò per abbracciarla, cingendola teneramente poco sotto il seno, avvicinandola al proprio petto, quando il profumo dei suoi capelli arrivò alle sue narici inebriandolo, quando il capo di lei si posò molle e fiducioso contro il suo petto ancora bagnato, fu proprio in quel momento che la testa e il cuore di Lewis si misero finalmente d’accordo su cosa fosse giusto e cosa no.
Con il cuore scalpitante nel petto, come dopo una lunga corsa,il ragazzo posò un delicato bacio nell’incavo del collo della giovane, un bacio timido, come se fosse un bacio di scoperta e forse lo era sul serio, in fondo non si erano mai scoperti in quel modo.
Lentamente, proseguì la  scoperta del corpo di lei, dapprima salendo lungo l’esile collo, fino ad incontrare la carne tesa e pulsante vicino la giugulare e lì, come un predatore, indugiò qualche secondo, godendosi l’effetto che le provocava, quella sensazione di euforia, sgomento, felicità e paura che le stava pian piano attraversando le membra.
“Non devi scusarti, sentiti sempre libera di cercarmi , di entrare in ogni stanza ove pensi io possa essere, di guardare tra le mie cose, di guardare me, se ne hai voglia…” le sussurrò roco prima di morderle piano la tenera carne del lobo di un orecchio.
Non senza fatica, trattenendo a stento quello che sembrava un gemito, chiaro segno che le attenzioni che l’agente le stava riservando le piacevano, riuscì a rispondere.
“Ti ringrazio, ma – rise nervosa -non credo tu mi voglia tra i piedi mentre fai la doccia”
“E chi te lo dice? Chi ti dice che non ti voglia con me anche in quei momenti, sotto la doccia, tra le lenzuola, la mattina quando mi sveglio e corro in cucina in cerca di caffè?”
Come se ne  avesse improvvisamente compreso le intenzioni, Kira si voltò finalmente tra le braccia di Lewis, trovandosi davanti a quel petto che fino a qualche minuto prima aveva ammirato in gran segreto, come una scolaretta.
“Io … -disse impacciata, sfiorandogli le vecchie cicatrici con i polpastrelli- credo di volerlo anche io … cioè, io sono certa di volerlo. Voglio star con te sotto la doccia,tra le lenzuola e voglio anche portarti il caffè quando ti svegli la mattina”
Il sorriso che le rivolse Lewis, fu senza dubbio un sorriso che non aveva mai rivolto a nessun altro prima d’allora.
La baciò sulle labbra, sicuro di sé, passionale e innamorato come non era mai stato, per poi spingerla leggermente , con il suo stesso corpo, verso la camera da letto.
Trovandosi sulla soglia di quella camera a lei quasi sconosciuta, la camera in cui lo aveva più volte immaginato  dormire sereno, la stanza in cui aveva sognato di vederlo cambiarsi, il luogo in  cui erano ambientate le sue fantasie più nascoste, si sentì improvvisamente insicura e preoccupata.
Notando il suo irrigidirsi, lui le chiese se qualcosa non andasse.
“No … è solo che da qui in avanti non so come andare avanti”
Ed un altro sorriso si fece largo sul viso di Lewis, lei stava per diventare sua, sua per sempre.
Così, preso da quell’istinto di protezione che accomunava tutti gli uomini di quella nuova specie ibrida cui apparteneva, la strinse a sé e le pose la domanda più importante che avesse mai posto a qualcuno.
“Ti fidi di me?”
Quando il “sì” sicuro e deciso di lei giunse alle sue orecchio, per lui fu come toccare il paradiso e tornare indietro con una parte tutta per sé.
“Allora fidati di me e lasciati amare”
Non capendo come, Kira si trovò stesa sul grande letto, le lenzuola profumate e soffici lambivano la pelle nuda delle sue gambe, cedendo di tanto in tanto il passo alla mano calda di lui che sembrava saggiarne ogni singolo, delicato muscolo.
Sebbene non stesse facendo nulla più che accarezzarla, a Kira sembrò di entrare in un circolo d’estasi da cui difficilmente sarebbe uscita. Quando sentì le labbra umide di lui cominciare a baciarla dalle caviglie, risalendo pian piano lungo il polpaccio, fino ad arrivare alla tenera pelle delle cosce, sui cui indugiò più a lungo, a Kira scappò più di un gemito che lui ovviamente accolse come un invito a proseguire la sua lenta tortura.
Non appena le labbra di lui arrivarono a lambire la stoffa umida dei suoi slip, Kira si irrigidì improvvisamente, forse sorpresa da quell’audacia, probabilmente preda della sua inesperienza con tali premure.
Lui le sfilò lentamente il vecchio maglione, stando attendo a rispettare quel ritmo lento e cadenzato che sembrava far da padrone a quella serata.
Rimasta nuda davanti a lui, con i soli slip addosso, si trovò per un attimo a fissare i profondi occhi verdi di lui, che sembravano quasi chiederle il permesso di abbassarsi ad ammirarla. Lei lo baciò, stringendosi piano , facendo aderire il suo seno al petto di lui .
Nell’esatto momento in cui le prese uno dei  seni in bocca, lei si spinse istintivamente verso di lui, saggiando così, seppur per errore, per la prima volta, la presenza dell’erezione che da tempo premeva contro l’asciugamano.
Resosi conto di quel nuovo contatto, Lewis cercò di comprendere le emozioni della giovane e quando la vide tranquilla, prese a succhiare delicatamente, portando le dita a contatto con la sua intimità.
Così, in quel puzzle che formavano i loro corpi, Lewis riuscì a farla rilassare e farle godere il momento.
Quando la stese nuovamente sul letto, Kira aveva il respiro accelerato, le guance arrossate e i seni turgidi e rossi per le attenzioni ricevute. Tanta era l’eccitazione e il vortice di emozioni che stava provando, che non si accorse della dipartita delle sue mutandine, fin quando non sentì le labbra di lui schiudersi sulla sua parte più intima, intente a suggerne la linfa.
Preda di una smania sconosciuta, la giovane, ad un certo punto, si trovò ad ansimare il nome dell’amato con le mani avvinghiate ai suoi capelli, sperando, al contempo, che quel momento giungesse al termine in fretta e che durasse per sempre.
Lewis si alzò per andarsi a sdraiare al suo fianco, gli occhi lucidi d’eccitazione e il viso umido del piacere di lei.
E si baciarono nuovamente e poi ancora ed ancora ed ancora una volta.
Erano baci diversi da quelli che erano soliti darsi, erano baci che ringraziavano per quello che era appena successo, baci che gioivano della fiducia concessa, baci che urlavano di volere di più.
Fu proprio durante uno di questi baci che il groviglio dei loro corpi, l’intrecciarsi delle loro gambe, arrivò a far toccare le loro intimità e bastò uno sguardo per comprendere di voler entrambi la medesima cosa.
Stringendole una mano e guardandola fisso negli occhi, entrò piano in lei. Non un mugolio di dolore, non una lacrima, Kira si limitò a mordersi il labbro inferiore, non voleva caricarlo di ulteriori preoccupazioni, sapeva che la prima volta era normale per una donna provare un certo bruciore, Lewis le aveva chiesto di fidarsi e lei lo stava facendo.
Giunto alla fine di lei, stretto in quell’intimo abbraccio, Lewis posò il capo sulla spalla di lei ed iniziò lentamente a muoversi, dandole il tempo di abituarsi alla sua presenza e di trovare il suo ritmo.
Non ci volle molto per udire dei dolci mugolii di piacere provenire dalle labbra di Kira, quel tanto bastò per consentire a Lewis di rilassarsi a sua volta del tutto e di fare finalmente l’amore con lei.
Perché era quello che stavano facendo, si disse tra un affondo e l’altro, lui con lei stava facendo l’amore, probabilmente anche lui per la prima volta nella sua vita, perché far sesso e far l’amore con la persona che ami, son due cose diverse e lui era certo di quel che stava facendo con Kira.
Con lei aveva sempre sentito il bisogno, la voglia, di donarsi completamente, senza riserve, di esser tutto quello di cui lei aveva bisogno ed era esattamente quello che stava facendo in quel momento, si stava donando a lei, si era messo a nudo davanti ai suoi occhi e  non solo fisicamente, le aveva aperto il suo cuore , le aveva rivelato i suoi sentimenti, le sue paure, le aveva parlato del suo passato e lei lo aveva accolto, accettato e amato come mai nessuno aveva fatto e come nessuno avrebbe mai fatto.
Kira era la metà che gli mancava, tutto quello di cui aveva bisogno e lui era la metà di Kira, tutto ciò di cui lei aveva bisogno. Fu con questo pensiero e con un ultimo, lento e profondo affondo, che entrambi giunsero al piacere.
Stretta a lui, sudata e affannata, bella, seducente e fragile come mai prima d’ora gli era sembrata, Kira lo abbracciò ancor più forte, sussurrandogli l’unica cosa che avrebbe voluto sentire in quel momento.
“Ti amo …”
E quelle due sole parole,  salutate con l’ennesimo bacio, furono la perfetta conclusione dell’inizio di un nuovo percorso che sicuramente, si disse Lewis, non l’avrebbe più visto solo.
 
 

   
 
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