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Autore: SPNlifestyle    19/11/2017    3 recensioni
Un giorno di 'pausa' dalla routine di ricerche sull'Oscurità può portare a un finale inaspettato?
Ambientato nell' 11 stagione.
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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POV SAM


Spingo il pedale dell’Impala fino in fondo, azzerando la distanza tra noi e Dean in pochi minuti, probabilmente infrangendo un milione di limiti di velocità, ma la cosa non mi importa…mio fratello è da solo, senza memoria, rapito da demoni e ora in presenza dell’Oscurità!! Devo raggiungerlo al più presto!

‘Fortuna’ vuole che il luogo dove lo tengono non è molto lontano dal motel in cui soggiorniamo, così vicino da raggiungerlo dopo neanche 10 minuti.

Appena arrivati, parcheggio la macchina esattamente davanti all’entrata di quello che dall'esterno appare come il classico palazzo abbandonato, con tanto di scritte sui muri e sulle finestre.

Scendo dall Impala, ancor prima che si fermi del tutto e in un attimo mi ritrovo a fianco di Cas, il cuore che batte all’impazzata.

“E’ questo il posto Sam” mi dice, mentre entrambi scrutiamo ogni dettaglio dello stabile.

“Sei sicuro? Amara è ancora qui?” gli chiedo, consapevole del fatto che non siamo minimamente pronti a un faccia a faccia con l’Oscurità..non adesso.

“No… deve essere andata via da poco perchè percepisco, anche se molto debole, la sua aura”.

Prendo un respiro profondo e gli dico “Ok Cas. Entriamo e salviamo Dean”; dopo un cenno della testa da parte sua, ci infiliamo attraverso la porta d’entrata, a armi spianate, io con il coltello di Ruby, lui con la lama angelica, fianco a fianco.

Appena fatta irruzione, percepisco un odore pungente e nauseante provenire da quelle che sembrano scale per il piano seminterrato; non so spiegare il perchè, sarà l’istinto, ma so che Dean è lì sotto, anche se lo schifo che sente il mio naso non promette nulla di buono.. “Di qua” sussurro a Cas, qualche passo dietro di me.

Scendiamo lentamente, i sensi all'erta, pronti a scattare contro qualsiasi cosa vuole ostacolare la nostra strada; arrivati alla fine della scalinata, entriamo in una grande sala completamente vuota, ad esclusione del corpo di un signore morto in un angolo, accanto a una porta aperta.

“Secondo te era uno dei demoni che ha rapito Dean?” domando perplesso per quella strana situazione.

“Non lo so… Se Amara è venuta a salvarlo, avrà ucciso chiunque si sia trovata davanti” mi risponde e, pensandoci, realizzo quanto è terrificante l’entità contro cui stiamo combattendo.

“Ok… troviamo Dean” dico, preoccupato che possa essere successo qualcosa a mio fratello.

Sorpassata la porta, mi blocco sul posto, i miei occhi che cercano in qualche modo di guardare quello che ho davanti: Dean è riverso a terra, i vestiti ridotti a brandelli, in mezzo a del sangue, sia fresco sia asciutto, accanto a quella che doveva essere la sedia sopra cui lo hanno tenuto prigioniero e torturato. Oddio!

Quando i miei arti finalmente reagiscono ai comandi, corro da lui, posando immediatamente due dite sulla vena del collo, pregando con tutto me stesso di percepire il suo battito… ed è così.

“DEAN!!! Cas! E’ vivo” urlo al nostro amico piumato, con tono sollevato per la scoperta; lo sento avvicinarsi alle mie spalle e inginocchiarsi vicino, mentre nel frattempo appoggio delicatamente la testa di Dean sulle mie gambe.

“Cas, coraggio! Cura le sue ferite, tutte stavolta, e andiamocene da qui” gli chiedo, sempre più impaziente e ansioso di poter lasciare quell’orribile luogo, impregnato di sangue.

“Sam… guarda…” mi dice solo, indicando Dean.

“Coraggio Cas, cosa sta-” ma le parole mi muoiono in gola quando abbasso nuovamente lo sguardo su mio fratello, notando per la prima volta le sue vere condizioni fisiche… come ho fatto a non accorgemene subito?! mi chiedo, mentre continuo a fissare tutti quei tagli sui suoi vestiti e vedendo solo ora che al di sotto di quelli non c’era niente. Niente! Neanche una ferita!! Ma com- “Amara” pronuncio ad alta voce, rispondendo da solo alla domanda.

“Esatto. Probabilmente è venuta qua per salvarlo… e vedendo le sue condizioni ha deciso di guarire le sue ferite… Non credevo fosse già così potente.. da quello che aveva detto Dean, l’ultima volta che l’ha vista era solo una bambina… possibile?” lo sento parlare, ma da quel che dice, sembra quasi che stia dando sfogo ai suoi pensieri.

“Penseremo a lei più tardi Cas… meglio andarcene da qui e portare Dean in un luogo sicuro.. il bunker dista solo un’ora di macchina.. forse è meglio portarlo là...”

“Sì, sono d’accordo. Andiamo” e quando pronuncia quell’ultima parola, faccio ricorso a tutte le mie forze per alzarmi portandomi a dietro Dean, in modo da trasportarlo in braccio fino alla macchina.

Lo sforzo è grande ma non mi importa: se i ruoli fossero invertiti, lui avrebbe fatto lo stesso con me; e con questa consapevolezza nel cuore, stringo di più il suo corpo al mio, facendo appoggiare la sua testa alla mia spalla.

Arrivati alla macchina, Cas mi aiuta a metterlo nei sedili posteriori, posizionandolo in modo che non possa cadere in caso di frenata, e poi gli appoggio la mia giacca sulla camicia ormai distrutta, come se fosse una coperta.

Il viaggio è silenzioso: Cas non ha spiaccicato parola sin dalla partenza, troppo perso nei suoi pensieri, anche se ogni tanto lo vedo guardare dietro, verso Dean; io sono concentrato sulla strada davanti a me e la mia unica compagnia è il respiro lento e regolare di mio fratello, che nonostante i nervi a fior di pelle - dopotutto quello che è successo - mi rilassa, quel poco che basta per non andare a prendere, persino all’Inferno, quei maledetti demoni che hanno osato mettere le mani su di lui… Se non fossero morti per mano di Amara, le torture degli Inferi sarebbero apparse a loro come il Paradiso, a confronto di quello che gli avrei fatto io. 

Sono così preso da questi pensieri che non mi accorgo di essere arrivato al bunker e di aver già parcheggiato la macchina nel garage.

“Cas” cerco di richiamare la sua attenzione su di me e, quando finalmente vedo i suoi occhi puntati nei miei, continuo “Porto Dean e gli do una sistemata … dovremo pensare a cosa dirgli … sarà molto sconvolto dopo tutto quello che è successo e io… bhe, non so cosa fare” e non mi importa di apparire debole.. stiamo parlando di mio fratello e io non ho assolutamente idea di come agire!!

“Non ti preoccupare Sam… lasciamolo riposare ora che può.. appena si sveglia, cerchiamo di capire com’è la situazione e da lì decidiamo… se ha recuperato i suoi ricordi, penso che tutto sarà molto più semplice… in caso contrario, ci occuperemo di lui, come facciamo sempre” ed è solo una mia impressione o sul suo volto c’è un sorriso accennato?.

Scendo veloce dalla macchina, per poi spostarmi dietro e accogliere Dean tra le mie braccia, esattamente come ho fatto per trasportarlo fuori da quell’edificio abbandonato; una volta arrivati in camera sua, lo adagio delicatamente sul letto, levandogli i vestiti ridotti in brandelli e, con un panno caldo/tiepido, pulisco tutto il sangue che copre il suo corpo, ormai secco.

Nonostante la delicatezza usata, il suo istinto da cacciatore lo avrebbe fatto svegliare dopo appena il primo tocco, ma così non è successo.. Coraggio Dean! Apri gli occhi e insultami! Dimmi che solo una ragazza può permettersi di lasciarti seminudo sul letto! e più ci penso, più mi ribolle il sangue di rabbia.

A operazione terminata, lo rivesto con dei vestiti comodi e puliti, mentre quelli ormai ridotti a uno straccio li butto nell’angolo della stanza; finito anche questo compito, porto la sedia accanto al letto, accanto a lui e aspetto.. aspetto il suo risveglio.


   
 
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