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Autore: karter    21/11/2017    1 recensioni
[INCOMPIUTA]
Will torna a casa dopo cinque anni di silenzio.
Come sarà la sua vita ora che ha perso ogni contatto con la sua vecchia vita?
Ecco a voi la mia prima raccolta in questo fandom, che parla di una Will nuova, che dopo tanta sofferenza è riuscita a rialzarsi e tornare a casa. Ma perché è fuggita? Per scoprirlo immergetevi con me in questa nuova avventura! :)
I - Tornare a casa
II - Era tutto il suo mondo
III - Perdersi nei ricordi
IV - Un presente bellissimo
V - Primo giorno
VI - Chiacchierata madre/figlia
VII - Dopo cinque anni
VIII - Primi chiarimenti
IX - Il passato ritorna, sempre!
X - Non colleghi, molto di più
XI - Noi
XII - La prima volta
XIII - Un grande spavento
XIV - Prime risposte
XV - Fuggire ancora... O forse no?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Prime risposte








-Un tempo non ti saresti fatta scrupoli nel venire a parlarmi- iniziò un ragazzo dai ribelli capelli castani alternando lo sguardo dalla sua birra alla ragazza dai capelli color rubino seduta davanti a lui.
Quando aveva sentito ciò che aveva combinato solo poche sere prima gli era preso un colpo e non aveva impiegato molto a capire che c’era qualcosa di grosso che non andava in quella che aveva sempre considerato la sua migliore amica. Potevano essere passati tutto gli anni del mondo, ma alcuni comportamenti li avrebbe riconosciuti a prescindere.
La ragazza non lo guardava in volto, non ne aveva il coraggio. Erano accadute troppe cose in quegli anni, non riusciva a riprendere in mano la sua vita così com’era prima di andar via.
-Will…- la richiamò tentando di attirare nuovamente la sua attenzione. Non era normale quel genere di silenzio tra loro.
La diciannovenne sospirò prima di sollevare lo sguardo fino ad incontrare gli occhi preoccupati di Caleb. Non avrebbe mai voluto vederlo ridotto in quel modo, non per colpa sua.
-Non è facile essere tornata quando il passato non fa altro che bussare alla tua porta- iniziò giocando con la cannuccia del suo frullato. Aveva sempre avuto il vizio di giocare con le cose quando si toccavano argomenti scomodi.
Caleb la guardò con attenzione. Era sempre lei, la sua piccola amica, doveva solo ricordarle chi erano assieme.
-Credevo di essere riuscita a liberarmi di tutti i miei demoni in questi anni, invece non appena abbasso la guardia tornano tutti e alle volte sono davvero troppi da sopportare- confessò tornando a osservare le onde che si creavano nel suo bicchiere al muoversi di quel bastoncino di plastica. Non era facile confessare certe cose, non ne aveva parlato con nessuno, ma sapeva di potersi fidare di Caleb. Lui non l’aveva mai tradita, le era rimasto accanto sempre e l’aveva accolta a braccia aperte non appena l’aveva rincontrata. Glielo doveva.
-Conosci gli avvenimenti che mi hanno allontanata da qui- disse sollevando lo sguardo e specchiandosi in quelle foreste che erano da sempre gli occhi del ragazzo -Ma non conosci ciò che è accaduto durante il mio periodo, chiamiamolo di formazione- aggiunse mimando delle virgolette con le mani e facendo sorridere il castano. Quanto gli erano mancate le loro chiacchierate!
-Non è stato facile all’inizio, una ragazzina in un posto sconosciuto, completamente sola. Ci vuole poco a perdere la retta via- continuò sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio -Puoi immaginare quanto tempo abbia impiegato a farmi le amicizie sbagliate e cadere a fondo-
Caleb la ascoltava in silenzio, si era sempre chiesto cosa avesse combinato Will in quegli anni e ora che finalmente stava ottenendo le risposte che aveva sempre desiderato non l’avrebbe interrotta per nessuna ragione al mondo, neanche se ciò che stava per ascoltare lo avrebbe fatto star male. Era la sua vita e non aveva nessun diritto di giudicarla.
-Dormivo dove capitava, i soldi che avevo preso a casa sono durati poco. Ho trovato lavoro come lavapiatti in un fast-food, ma lo stipendio non bastava per potermi mantenere. È stato in una notte che mi trovavo a dormire su una panchina in un parco che li incontrai. Erano due ragazzi e una ragazza- continuò perdendosi tra quei ricordi lontani che facevano ancora sanguinare la sua anima. Quel giorno non avrebbe mai potuto immaginare come si sarebbero evolute le cose, eppure non rimpiangeva nulla. Erano diventati i suoi migliori amici e nonostante le loro strade erano state separate avrebbe portato sempre il loro ricordo nel cuore.
-Furono i miei salvatori, mi portarono con loro e se fossi piaciuta al leader del loro gruppo sarei potuta rimanere- aggiunse con un sorriso nostalgico -Non puoi capire l’ansia che provai in quel momento. Cioè, degli sconosciuti mi stavano offrendo un presente che non avrei mai immaginato. Ero felice perché se tutto fosse andato come doveva non avrei più patito il freddo, ma avevo paura, erano sempre degli estranei-
Caleb era sconvolto. Il racconto era appena iniziato e già non riusciva a capacitarsi di ciò che stava ascoltando. Non avrebbe mai immaginato cose simili.
-L’incontro fu un successo. Il loro capo vide in me ciò che stava cercando. Dovevo solo fare delle consegne per loro, droga- disse abbassando leggermente il tono di voce, non era il caso di urlarlo ai quattro venti -Capirai che ho impiegato poco a diventare una tossica con la vita che facevo. Roxy, Lucas e John, i tre ragazzi di cui ti parlavo prima, erano diventati la mia famiglia, insieme al resto del gruppo. Stavo bene, spacciavo, mi facevo e avevo un tetto sopra la testa. Cosa si può desiderare di più per un tossico?- chiese retoricamente lasciando il castano a bocca aperta. Avrebbe immaginato qualsiasi cosa, ma non un passato di droga.
-È stato quando Jhon è finito in overdose e Lucas arrestato che io e Roxy abbiamo deciso di uscirne, tre anni dopo. Non sapevamo come fare, e il capo del nostro gruppo non voleva lasciarci andare, eravamo un guadagno sicuro- continuò prima di mordersi il labbro inferiore. Aveva detto qualcosa di troppo. Caleb non doveva sapere la verità dietro quelle parole. Era già abbastanza umiliante raccontare il suo passato di droga, il suo prostituirsi per pagarla avrebbe preferito tenerlo per sé.
-In che…- iniziò il ragazzo venendo prontamente interrotto dalla rossa che sorridendo riprese il discorso come se niente fosse.
-Chiedemmo aiuto al fratello di Roxy, un poliziotto che aveva passato tutti i suoi anni di servizio alla ricerca della sorella scappata di casa. Nicholas riuscì a portarci lontano, trovare un centro di recupero e mentre stavamo andando accadde l’impensabile. Avemmo un incidente terribile. Passai sei mesi in coma e al mio risveglio scoprì che Roxy era morta e Nick era rimasto zoppo- sussurrò trattenendo le lacrime, ricordare il momento in cui aveva aperto gli occhi ed era stata messa di fronte ad una tale realtà era stato terribile, si era sentita sola e abbandonata da tutti. Aveva impiegato anche troppo tempo per riprendersi.
-Fu un periodo duro, finì in depressione e riuscì a risalirne solo grazie al supporto di Nick. Eravamo l’unico sostegno morale dell’altro e siamo riusciti a superarla solo perché eravamo insieme. È stato solo grazie a lui e alla terapia che ho trovato il coraggio di tornare a casa- concluse sorridendo nostalgicamente al ricordo di quell’amico che le aveva dato la forza di superare tutto.
Spesso le capitava di sentire la sua mancanza, ma non aveva il coraggio di andarlo a trovare. Si erano ripromessi di tornare alle loro vite, il cercarlo dopo nemmeno un anno equivarrebbe ad una sconfitta troppo grande per entrambi.
Caleb aveva ascoltato in silenzio il racconto dell’amica. Sapeva non fosse stato facile per Will raccontargli tali avvenimenti ma era felice. Quel pomeriggio era un sipario sulla vita della sua migliore amica, una vita che non conosceva più ma nella quale avrebbe fatto qualsiasi cosa per rientrare, perché lei era sempre stata fin troppo importante. Non voleva lasciarla andare ora che era riuscito a ritrovarla.
-Ci siamo promessi di rincontrarci, una volta che le nostre vite sarebbero tornate alla normalità- aggiunse con un sorriso pensando a quella promessa sussurrata tra le lacrime prima di salutarsi con un sorriso e Will avrebbe fatto di tutto pur di mantenerla. Voleva troppo bene a Nick, non avrebbe mai voluto deluderlo.
Al termine di quel discorso i due si guardarono a lungo negli occhi, prima di sorridersi in quel loro modo speciale. Del resto era sempre stato così tra loro. Parlavano a lungo e di tutto, poi si sorridevano e tutto era risolto. Non avevano bisogno di consolarsi, bastava uno sguardo per comprendersi ed entrambi furono felici di sapere che non era cambiata la cosa, non sarebbero più stati loro in caso contrario e non erano sicuro di riuscire a sopportarlo.

 

 

 

 

 

 

  
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