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Autore: liquid_sun    22/11/2017    2 recensioni
- Come sarebbe a dire “un’anatra ha mangiato il mio discorso”?
- Hai presente quelle orrende bestie assetate di sangue con le piume, le ali e i denti aguzzi?
Clary guardò Jace come se fosse pazzo.
Fino a quel momento, era tutto incredibilmente calmo e tranquillo: nessun demone aveva fatto irruzione rovinando la festa, Isabelle sembrava aver posto fine ai suoi attacchi manageriali da wedding planner, il cibo era squisito... Insomma, il matrimonio di Magnus e Alec stava andando a gonfie vele.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anatra o non anatra?
 
 
 
- Come sarebbe a dire “un’anatra ha mangiato il mio discorso”?
- Hai presente quelle orrende bestie assetate di sangue con le piume, le ali e i denti aguzzi?
Clary guardò Jace come se fosse pazzo.
Fino a quel momento, era tutto incredibilmente calmo e tranquillo: nessun demone aveva fatto irruzione rovinando la festa, Isabelle sembrava aver posto fine ai suoi attacchi manageriali da wedding planner, il cibo era squisito... Insomma, il matrimonio di Magnus e Alec stava andando a gonfie vele.
Poi, improvvisamente, Clary si era sentita afferrare per il braccio e trascinare in un angolo appartato del parco dell’Istituto da Jace. Stava per dirgli che non sarebbe stato saggio dare inizio ad una sessione di baci che sarebbe inevitabilmente sfociata in altro, visto che puntualmente venivano interrotti da qualcuno – qualcuno che, la maggior parte delle volte, rispondeva al nome di Magnus.
Ma l’aspetto di Jace in quel momento era preoccupante: aveva il fiatone, i capelli biondi sparati in tutte le direzioni, gli occhi colmi di terrore, la cravatta slacciata, le maniche della camicia arrotolate e la giacca inesistente. E si comportava come se fosse inseguito.
- Non ho bevuto una goccia di vino per tutto il tempo ed è stato inutile! - proseguì Jace, mentre Clary cercava di dare un senso logico a ciò che stava dicendo.
- Jace. - disse Clary con voce ferma, sollevando una mano per interromperlo. - Non sembri tu. E l’ultima volta che tu non sembravi tu, non è stato piacevole. Quindi adesso mi spieghi con calma quello che succede. - concluse.
Jace trasse un profondo respiro. - Una schifosissima anatra ha divorato senza ritegno il foglio con su scritto il discorso da testimone per il matrimonio del mio parabatai, discorso che fra qualche minuto dovrò tenere davanti a tutta questa gente. Mi sono persino mantenuto sobrio.
Una volta che Jace ebbe finito di spiegare il problema, Clary si scoprì con orrore più confusa di prima.
Loro si trovavano nel parco dell’Istituto e lì non c’erano anatre. O meglio, Clary non aveva visto nessuna anatra, il che la portò a pensare che Jace si fosse immaginato tutto. Solo che era troppo sconvolto per esserselo immaginato...
Anatra o non anatra, Clary avrebbe dovuto fare qualcosa e subito. Non c’era tempo per scrivere un altro discorso, quindi decise che sarebbe stato meglio per tutti se Jace avesse smesso di pensare alle anatre.
- Jace Herondale ha quindi bisogno di leggere un discorso scritto... - disse lei, in tono di finta delusione.
- Il foglio non mi serviva per leggerlo. - si giustificò Jace. - Mi dava sicurezza.
Clary scosse la testa. - Dov’è finito tutto il tuo carisma? Vuoi davvero che una stupida anatra rovini tutto?
Jace la guardò e per un attimo parve illuminarsi. - Giusto... - mormorò. - Io non ho bisogno di nessun discorso scritto. Io ho delle eccellenti qualità da oratore. - disse, come se volesse autoconvincersi della cosa.
Sul viso di Jace si disegnò uno di quei sorrisi maliziosi che fu segno per Clary del suo graduale rinsavimento. Oltre che di qualcos’altro.
Ad un tratto, Clary si sentì avvolgere dalle braccia di Jace. Doveva piegarsi molto per poterla abbracciare, ma a lui sembrava non importare mai. Il fiato di Jace le accarezzava il collo fino a sentire le sue labbra sfiorarle l’orecchio.
- Cosa sono senza di te? - le sussurrò. - Mi dai la forza per affrontare un esercito di anatre.
Clary ridacchiò, il viso affondato nel petto di lui. - Le anatre non sono animali feroci, Jace. Non capirò mai questa tua fobia.
- Sono bestie crudeli e spietate. - disse lui, inspirando l’aria dai capelli di Clary. - Quanto tempo ho ancora? - chiese, cominciando a baciarle il collo, poi la guancia e infine le labbra.
Clary si abbandonò completamente al bacio, dimenticando tutto il resto, come spesso accadeva quando stava con Jace.
Le mancò la terra da sotto i piedi, nel vero senso della parola, perché Jace l’aveva sollevata così da portarla alla sua stessa altezza.
Quel bacio sarebbe potuto durare in eterno, ma improvvisamente Jace lo interruppe e riportò Clary a terra, sul viso un’espressione corrucciata.
- Ho la sgradevole sensazione - disse - che qualcuno ci stia osservando.
- Jace! - urlò una voce squillante, a qualche metro di distanza.
Per la prima volta, non era stato Magnus a interromperli ma un’agitatissima Isabelle.
- Vi sembra il momento? - esclamò, una volta che li ebbe raggiunti. - Per l’Angelo, datti una sistemata, Jace. Fra poco dovrai tenere il discorso.
- Sarà il miglior discorso da testimone che si sia mai sentito, non temere. - disse Jace con voce calma e sicura, mentre armeggiava col nodo alla cravatta.
Clary avrebbe voluto intervenire dicendo che non era stata lei la causa del disordine estetico di Jace ma poi pensò che, per il bene di tutti, sarebbe stato meglio non dire nulla a Isabelle della piccola disavventura di Jace con le anatre, sempre ammesso che ci fossero davvero delle anatre lì.
 
 
***
 
 
Tutti gli invitati presero posto ai rispettivi tavoli.
Accanto a lei, Clary vide Jace che si alzava dalla sedia: il momento del discorso era arrivato.
Non c’era niente che non andasse in lui adesso: l’abbigliamento era perfetto come avrebbe dovuto essere e aveva sul viso un’espressione così sicura di sé che i dubbi di Clary riguardo l’esistenza di un’anatra che lo aveva aggredito aumentarono in maniera esponenziale.
Sperò vivamente che non si mettesse a far tintinnare il calice con un cucchiaino per attirare l’attenzione e, difatti, non lo fece.
Jace stava in piedi sovrastando i presenti seduti ai tavoli. Sembrava brillare di luce propria e in un attimo gli sguardi di tutti furono su di lui.
- Buonasera. - disse cortese, con un sorriso ammaliatore. Di certo Jace sapeva come ingraziarsi i convenuti. - Per chi non mi conoscesse, ma ne dubito fortemente dato il mio incommensurabile fascino, mi chiamo Jace e sono il testimone di nozze, nonché parabatai, nonché migliore amico, nonché fratello di Alec, che si è appena preso la testa tra le mani dopo questa mia introduzione, il che mi fa supporre che io abbia iniziato il discorso alla grande.
Ci furono delle risate sparse. Clary gettò un’occhiata al tavolo di Alec e Magnus: Alec si era davvero preso il viso tra le mani, ma sembrava che l’esordio di Jace avesse divertito sia lui che Magnus.
- Innanzitutto, - proseguì Jace - mi sento in dovere di ringraziare lo staff in cucina che ha svolto un lavoro impeccabile nella preparazione delle pietanze. Mi rendo conto che non è facile esaudire alla perfezione le richieste del Sommo Stregone di Brooklyn.
Altre risate. Molte paia di occhi si posarono su Magnus che scrollò le spalle come a dire che volete farci.
Clary spostò lo sguardo su Jace. Era bellissimo e dominava la scena. Con sua grande sorpresa, lui ricambiò il suo sguardo con un sorriso che le fece accelerare i battiti.
Poi tornò al suo discorso. - Vi risparmio le solite smancerie che si dicono in questi casi. Alec è la persona più straordinaria che conosca, quindi, Magnus, considerati estremamente fortunato ad averlo come marito. Ti tengo d’occhio. - aggiunse, con un gesto che ricordò a Clary Robert de Niro nel film Ti presento i miei. - E, Alec, con quei tuoi occhi azzurri hai fatto cadere ai tuoi piedi uno stregone potente come Magnus... Hai davvero tutta la mia stima.
Alec arrossì e sorrise. Quando Alec sorrideva si trasformava. Tutto si era trasformato in meglio per lui: dal coraggio di baciare Magnus nel bel mezzo della Sala degli Accordi, fino all’avere due meravigliosi bambini.
- Avrei un piccolo aneddoto da raccontare. - riprese Jace. - Quando Alec era piccolo…
Clary quasi si rimangiò tutti i bei pensieri che aveva avuto su Alec un momento prima. Il viso di Alec si era trasformato ancora, ma questa volta non aveva nulla di buono. Era a metà tra il senso di nausea e la furia omicida. Al contrario, Magnus sembrava tutto orecchi.
Jace non se ne curò e proseguì. - …era oggetto di piccoli scherzi di cui Isabelle ed io eravamo i perfidi artefici. Eravamo da poco diventati parabatai ed io ero così felice! Dovevo esternare la mia felicità in qualche modo, così una notte io e Isabelle, con l’aiuto un pennarello indelebile, demmo libero sfogo alla nostra creatività sulla faccia dormiente di Alec. Alec è totalmente innocuo quando dorme, gli si può fare di tutto. Bambini, non imitate lo zio in questo caso. - Rafe e Max si scambiarono l’occhiata più complice che Clary avesse mai visto. - La mattina seguente le urla di Alec si potevano sentire fino a Los Angeles. Ci sarebbero così tante altre cose da raccontare… Come quella volta che mettemmo del colorante per dolci verde nello spazzolino di Alec, ma non voglio dilungarmi oltre. Vedo già Izzy lanciarmi occhiate non del tutto rassicuranti.
Izzy cercò di mormorare un non è vero tra una risata e l’altra, e sopra le risate di tutti i presenti. Le occhiate poco rassicuranti provenivano da Alec, piuttosto.
- Orbene, mie care signore, e signori, vi invito a levare in alto i vostri calici. - Jace sollevò il suo calice, spingendo il resto dei presenti a imitare il gesto. - Ad Alec e Magnus che, nonostante siano completamente diversi... E non mi riferisco solo al loro modo di vestirsi, anche se, a onor del vero, Magnus quest’oggi ha di gran lunga superato se stesso sfoggiando la mise più sobria che io gli abbia mai visto indosso... Di solito non presto attenzione agli uomini, ma lasciate che vi dica che siete splendidi entrambi e rendetevi conto che questo è un complimento di altissimo livello...
L’ironia di Jace aveva ormai coinvolto la gente in un’unica grande risata. Izzy era letteralmente piegata in due su Simon che rideva di gusto a sua volta.
Clary vide Magnus dare un fugace bacio sulla guancia ad Alec, che aveva gli zigomi in fiamme. Sembravano il ritratto della felicità.
- Dicevo, - continuò Jace, interrompendo le risate generali. - nonostante siano completamente diversi, sono perfetti l’uno per l’altro. A voi vanno le nostre più sincere congratulazioni nella speranza che, in merito a quei due frugoletti laggiù, - indicò Max e Rafe - mi assicurerò che diventino strafighi come il sottoscritto. Auguri!
Tutti esplosero in urla festanti miste a risate, a cui Clary si unì scattando in piedi, mentre Jace le prendeva la mano e le sorrideva.
Magnus e Alec si scambiarono un lungo bacio e si guardarono come se non ci fossero altri che loro. Clary sapeva come ci si sentiva a provare quella meravigliosa sensazione di unicità.
 
***
 
Jace era tornato il Jace di sempre, senza nessun tipo di anatra a popolare i suoi pensieri. Questo perché, finito il discorso, le anatre avevano cominciato a popolare i pensieri di Clary. Decise che avrebbe provato a chiarire ogni dubbio.
Diede un’occhiata tra le persone fino a individuare Alec e Magnus.
Aveva il sospetto che Alec avrebbe ucciso Jace una volta finita la cerimonia.
- Scusatemi. - disse, quando li ebbe raggiunti. - Ho bisogno di chiedervi una cosa. Alec, ci sono delle anatre qui al parco dell’Istituto, che tu sappia?
Alec aggrottò la fronte. - No, perché?
Clary tacque e si morse il labbro inferiore. - E tu, Magnus, ne sai qualcosa? - chiese, quando ritrovò le parole.
- Ti confesso, biscottino, che oggi mi sono astenuto da qualsiasi dispetto nei confronti della tua dolce metà. - rispose Magnus. - Per quanto la prospettiva fosse estremamente allettante.
- Come mai ce lo chiedi? - domandò Alec.
Clary fece un sorriso stentato. - Niente, davvero! - disse infine, per poi allontanarsi.
 
***
 
Per la seconda volta nell’arco di qualche ora, Clary si sentì tirare per il braccio e un attimo dopo si ritrovò stretta a Jace.
- Jace! - disse lei, sorpresa. - Sei stato fantastico, la gente non smetteva di ridere.
Lui sorrise, spostandole dietro l’orecchio una ciocca rossa sfuggita all’acconciatura. Una volta le aveva confessato che gli piaceva farlo.
Si chinò per posarle un delicato bacio sulle labbra, o fu quello che Clary credette perché non riuscì a capire come si ritrovò incastrata tra un albero e il corpo di Jace che sembrava non volesse altro che lei.
- Non vedevo l’ora di finirlo quel discorso. E sai perché? - sussurrò lui tra un bacio e l’altro, ma le sue parole si persero nell’aria, come Clary nel bacio di Jace.
Tutto era davvero meraviglioso adesso e Clary, dal canto suo, pensò che l’anatra divoratrice di discorsi poteva benissimo rimanere un vero mistero.

 
 
 
 
 
 
 

 
 
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Questa cosa stupidissima è venuta fuori pensando che Jace sarà pure un cazzutissimo guerriero con un ego smisurato, ma se c’è di mezzo un’anatra... Beh, anche i guerrieri supercazzuti hanno delle fobie.
L’ho scritta una marea di tempo fa ma non ho mai avuto il coraggio di pubblicarla. Fatemi sapere se ne è valsa la pena o se invece farei meglio a cambiare identità e scappare in Papuasia.
 
Grazie comunque per essere passati di qui.
A presto ^^
 
   
 
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