Capitolo
16
“Sta’
lontano da Eiko!”
«Sei
sicura di non
essere stata tu a scriverlo?».
«Quante
volte devo
ripetertelo, Yoichi? Non ho scritto io questa pagina del mio diario. E
se anche
fossi stata io, perché avrei dovuto firmare con un altro
nome?».
«Hai
detto che
erano le tre di notte. Magari eri ancora addormentata e hai messo un
nome per
un altro. Trattandosi di te, non mi sorprenderei».
«Così
non mi sei
affatto d’aiuto. Sapevo che coinvolgerti non avrebbe portato
a nulla di buono.
Non prendi mai niente sul serio, tu».
«Va
bene, adesso
non agitarti, Eiko. Vieni, siediti», Naoko indica il posto
accanto a lei.
Prendendo
in
considerazione il suo consiglio, mi sistemo anch’io sul
divano. Non posso certo
dire di essere tranquilla in questo momento. Stamattina, al mio
risveglio, ho
infatti scoperto che qualcuno, a notte fonda e a mia insaputa, ha
scritto nel
mio diario. Ma la cosa davvero terribile è che questa
ragazza, che si fa
chiamare Seiko, altri non è se non una nuova
personalità emersa dal mio
subconscio. Non appena ho capito cosa fosse accaduto, mi sono
precipitata in
camera di Naoko per chiedere aiuto. Mentre parlavo con lei, Yoichi
è entrato
nella stanza cercando mia sorella e ha finito col leggere il mio
diario, così
ho dovuto mettere anche lui al corrente della situazione. Non volendo
allarmare
il resto della famiglia, ho pregato entrambi di mantenere il silenzio,
almeno
per ora. Di conseguenza, ci siamo riuniti tutti e tre nel solone per
una
riunione strategica.
«Penso
che
dovremmo rileggere con attenzione questa pagina. Potremmo trovare delle
informazioni utili», propone Naoko, aprendo nuovamente il
diario. «Se, come
sospettiamo, si tratta davvero di una nuova personalità,
direi che è in qualche
modo collegata a questo Ryōcchi. Nel testo viene menzionato diverse
volte e
Seiko sembra tenere molto a lui. Sorellina, hai idea di chi possa
essere?».
«Io
credo si
tratti di Kise. Ryōcchi potrebbe essere il diminutivo di Ryōta. E poi,
anche
Kise ha l’abitudine di chiamare con lo stesso soprannome le
persone che gli
piacciono».
«Io
invece penso
che sia tutt’altra l’informazione su cui dovremmo
concentrarci», dichiara
Yoichi, estraniandosi dalla conversazione. «Andiamo, qui
c’è chiaramente
scritto che Eiko si è innamorata di un ragazzo. Questa
notizia da sola è
sufficiente ad aprire un’intera indagine!».
Avrei
dovuto
aspettarmelo. Con mio cugino Yoichi finisce sempre così. Non
ho ancora capito
se questo suo prendere tutto alla leggera sia un modo per
sdrammatizzare e
alleggerire un’atmosfera pesante o se sia semplicemente parte
del suo carattere
frivolo e superficiale.
«Tanto
perché tu
lo sappia, Yoichi, non è affatto come pensi. Solo
perché ho incontrato un
ragazzo che è riuscito a catturare il mio interesse non vuol
dire che mi sia
innamorata. E comunque ho un problema più grave al momento,
quindi, se non ti
dispiace, cerca di dire qualcosa che possa essere utile alla
situazione. Ah, e
non ti azzardare a parlarne con nessuno, capito?».
«Va
bene, va bene.
Lascerò perdere per ora. Ma non finisce qui. Ritorneremo
sulla questione»,
minaccia mio cugino con un ghigno divertito.
«Ragazzi,
restate
concentrati. Eiko, dobbiamo raccogliere più informazioni.
Ricordi se negli
ultimi giorni è successo qualcosa che possa aver
incoraggiato Seiko a
manifestarsi?».
«Non
so se abbia a
che fare con lei», inizio a raccontare, «ma il
giorno della partita contro il
Kaijō mi è successa una cosa strana. Alla fine
dell’incontro sono corsa a
cercare Kise e per qualche motivo non riuscivo a smettere di pensare a
lui. Ero
attratta da lui, ma non come amico. Desideravo solo correre da lui,
confortarlo, toccarlo e…baciarlo. Ma ve lo ripeto, non ero
in me in quel
momento, lo giuro! Per me Kise è solo un amico!!».
Sorvolando
sul mio
imbarazzo, Naoko inizia a riflettere. «E’ possibile
che i pensieri di Seiko si
siano per un attimo sovrapposti ai tuoi e che tu abbia provato le sue
emozioni».
«In
effetti,
quando sono tornata in me, stavo piangendo e mi sentivo molto triste,
senza un
reale motivo».
«Questo
è un bel
casino», Yoichi emana un sospiro lasciandosi cadere indietro
sulla poltrona. «A
questo punto, ogni volta che Kise è nei paraggi,
c’è il rischio che Seiko
prenda il tuo posto».
Non
avevo preso in
considerazione questa possibilità, semplicemente
perché non volevo prendere in
considerazione l’idea di dovermi tenere a debita distanza da
Kise. Adesso che
sono finalmente riuscita a ottenere il suo perdono e che siamo tornati
ad
essere amici, risulterei sospettosa se iniziassi ad evitarlo. Ma il
ragionamento di Yoichi potrebbe avere un fondo di verità e,
se non voglio
correre il rischio di farmi rubare di nuovo il tempo, devo
riconsiderare la mia
relazione con Kise.
«Per
fortuna
frequentate due scuole diverse, quindi non dovreste avere molte
occasioni per
incontrarvi», sottolinea mio cugino, alzandosi dalla poltrona.
«Dove
stai
andando?».
«Tra
poco si
sveglieranno anche gli altri. Non vorrai che ci vedano qui e che
inizino a fare
domande?».
«Yoichi
ha
ragione», concorda Naoko apprestandosi a lasciare il salone a
sua volta. «Preferirei
mettere al corrente della situazione anche mamma e papà, ma
rispetterò la tua
decisione, Eiko. Tuttavia sarei più tranquilla se informassi
almeno Haruka. Se
dovesse succedere qualcosa mentre sei a scuola, potrai almeno avere
qualcuno a
cui chiedere aiuto. Inoltre credo che dovresti parlare anche con
Arthur:
dopotutto ha il compito di proteggerti».
«D’accordo.
Parlerò con entrambi più tardi».
I
primi raggi del
giorno si spandono nella sala. Non mi sento affatto tranquilla sapendo
che la
mia serenità è di nuovo minacciata.
L’unica consolazione è che Seiko non sembra
pericolosa, almeno se paragonata a Meiko. Yoichi e Naoko non appaiono
particolarmente allarmati ma io credo che stiano solo nascondendo i
loro
pensieri per non farmi preoccupare. Ad ogni modo, non
c’è nulla che possa fare
al momento se non evitare di incontrare Kise e confidare nel giudizio
di
Yoichi.
***
Come
promesso, in
macchina verso la scuola, racconto quanto accaduto ad Haruka e ad
Arthur. Consegno
il mio diario ad Haruka così che possa leggere da
sé le parole lasciate da
Seiko.
«Come
ti senti?»,
domanda mia cugina, restituendomi il quaderno.
«Per
ora mi sento
ancora me stessa. Yoichi crede che se rimango lontano da Kise non
dovrei
correre pericoli».
«È
assurdo,
totalmente senza senso! Vuol dire che tutti gli sforzi che hai fatto
fino
adesso sono stati inutili? Per non parlare delle terapie e dei continui
controlli in ospedale».
«Mi
dispiace».
«Non
è certo
qualcosa per cui ti debba scusare, Eiko. Non è colpa tua, ma
sono infuriata»,
in un impeto di frustrazione, Haruka colpisce il finestrino della
limousine con
il pugno. «Sono preoccupata per te e non so cosa fare per
aiutarti».
«Stai
facendo già
molto, invece», la smentisco, «Senza di te, non so
come me la sarei cavata a
scuola. È solo merito tuo se mi sto ambientando e se ho
trovato il coraggio di
parlare di nuovo con Kuroko».
Haruka
sospira
esasperata. Nei suoi occhi vedo il senso di colpa, la rabbia,
l’impotenza.
Vorrei che si accorgesse di quanto preziosa e insostituibile sia per me
la sua
presenza, fuori e dentro la scuola, e vorrei trovare le parole giuste
per
rassicurarla. In verità, però, non so nemmeno
come rassicurare me stessa. Non
ho più certezze sul mio futuro, su questa giornata. Non che
prima ne avessi, ma
se non altro mi restava ancora la speranza.
«Scusami,
Eiko»,
Haruka riprende a parlare con più calma. «In
questo momento dovresti essere tu
a urlare e io a consolarti, invece non riesco a controllare la rabbia
che ho
dentro».
«Non
fa niente, ti
capisco. In fondo sei preoccupata per me. E comunque, per adesso sto
bene»,
provo ad essere più convincente mostrando il mio sorriso
migliore.
«Oh,
Eiko», Haruka
mi attira a sé abbracciandomi con energia e scompigliando
affettuosamente i
miei capelli. «Arthur, da questo momento sei anche tu nostro
complice, perciò hai
l’obbligo di mantenere il segreto. Non una parola su Seiko,
hai capito? Mamma e
papà non devono saperlo».
«Come
desidera,
signorina Haruka», assicura Arthur, rispondendo attraverso lo
specchietto
retrovisore.
La
promessa che
mia cugina è appena riuscita a strappare ha
dell’incredibile. Arthur non ha mai
avuto segreti per mia madre e anche l’anno scorso, con la
minaccia di Meiko, ha
dichiarato più volte che non avrebbe esitato ad avvertire i
miei genitori se mi
fossi trovata in pericolo. Il fatto che ora non abbia aggiunto la
stessa
clausola all’accordo è in un certo senso sospetto.
Ma forse questa volta è così
accondiscendente perché non sono sola. Naoko, Yoichi e
Haruka sono al corrente
della situazione e cinque persone che lavorano insieme hanno
sicuramente più
possibilità di superare con successo una crisi.
La
limousine si
ferma davanti all’edificio scolastico. Nascondo il mio diario
nella cartella,
tra i quaderni. So che è rischioso portarlo a scuola, ma
oggi farò
un’eccezione. Arthur mi avverte che resterà tutta
la mattina nei pressi della
scuola, come al solito. Prima di scendere dall’auto, lancio
una fugace occhiata
allo specchietto retrovisore. Arthur è immerso nei suoi
pensieri, tanto da non
accorgersi di me ed Haruka mentre lasciamo l’abitacolo.
Varcati i cancelli
della scuola, mi volto indietro: la limousine è ancora ferma
nello stesso
punto, così come Arthur, ancora immobile con le mani sul
volante e lo sguardo
assorto. E la colpa è di nuovo mia.
***
Sullo
schermo del
mio cellulare compare un nuovo messaggio.
Eikocchiii,
perché
non rispondi? >_<
Per
tutta la
mattina Kise non ha fatto che inviarmi sms che io ho regolarmente
ignorato.
Sono passati diversi giorni dall’amichevole con il Kaijō e
oggi si è messo in
contatto con me per la prima volta dopo molto tempo per invitarmi sul
set del
suo prossimo servizio fotografico.
Il
mio telefono
vibra di nuovo.
Eikocchi!
Eikocchi!! Eikocchiiii!!!
Se
continua così
dovrò riformattare il cellulare. A dire la verità
ho risposto al primo
messaggio scrivendo che il giorno del servizio avrei avuto da fare, ma
Kise non
ha preso bene la notizia e non smetterà di tempestarmi con i
suoi sms fin
quando non cambierò idea. Purtroppo, benché mi
farebbe davvero piacere
accettare il suo invito, per ovvie ragioni non posso. Ho infatti
promesso a
Yoichi che mi sarei tenuta a distanza dal mio amico per un
po’ di tempo. Se
Kise è davvero l’interruttore di Seiko, non
è saggio rimanergli vicino. Spero
solo che Kise non mi odi per questo.
***
Allo
scoccare
della pausa pranzo mi preparo a raggiungere Haruka sul tetto della
scuola.
Mentre sto per uscire dall’aula, Kuroko chiama il mio nome,
attirando la mia
attenzione. Quindi mi si avvicina ed emette un profondo sospiro.
«Eiko-san,
hai da
fare questo venerdì? Kise-kun ci ha invitati sul set
fotografico».
«Si,
lo so. Ho
ricevuto i suoi messaggi, ma gli ho già detto che purtroppo
questo venerdì,
dopo la scuola, sono impegnata. E così ha chiesto a te di
convincermi?».
«Kise-kun
a volte
sa essere davvero insistente. Comunque non preoccuparti. Se hai
già un impegno
non puoi farci niente».
«Mi
dispiace»,
lascio quindi Kuroko e mi affretto a raggiungere Haruka.
Al
mio arrivo, mia
cugina alza le braccia al cielo.
«Finalmente,
Eiko,
ma dove eri finita? Sto morendo di fame».
«Scusa
ma Kuroko
mi ha trattenuta».
«È
tutto a
posto?», domanda Haruka, preoccupata.
«Si,
è solo che
Kise mi ha invitata questo venerdì sul set fotografico del
suo prossimo
servizio. Ovviamente gli ho detto che non posso perché ho un
altro impegno, ma
non l’ha presa bene ed è tutta la mattina che mi
bombarda di messaggi. Visto
che non rispondevo, ha chiesto a Kuroko di provare a
convincermi».
«Non
poteva
scegliere momento peggiore per invitarti. Tu come ti senti?».
«Per
ora bene, ma
ho paura che se continuerò a rifiutarlo, potrebbe
odiarmi».
Haruka
si siede
sul pavimento del terrazzo e alza le spalle. «Non puoi farci
niente. Del resto
non puoi dirgli la verità».
«Lo
so, ma vorrei
non dovergli mentire».
Prendo
posto
accanto ad Haruka e inizio a mangiare, anche se non ho molto appetito.
Ogni
boccone che ingoio è insipido, inconsistente. Avrei davvero
voluto vedere Kise
posare come modello. Sono proprio sfortunata. Mi domando per quanto
tempo dovrò
continuare ad evitarlo. Kise è stato il mio primo amico alla
Teikō e averlo
come compagno di classe rendeva ogni giorno allegro. E’
sempre stato facile
parlare con lui. Diversamente dagli altri ragazzi, è sempre
riuscito a mettermi
a mio agio. In fondo posso capire perché Seiko gli sia
così affezionata.
***
Durante
il
pomeriggio, Kise continua a mandarmi sms, distraendomi dalle lezioni.
Benché
non abbia risposto a nessuno di essi, non ho comunque avuto il coraggio
di
spegnere il cellulare. Non ricordo quasi nulla di quello che hanno
spiegato i
professori e ora mi toccherà studiare il doppio per
compensare la mia mancanza
di attenzione.
«Non
preoccuparti,
se c’è qualcosa che non hai capito, puoi chiedere
a Naoko di spiegartela», mi
ricorda Haruka, mentre percorriamo il cortile frontale della scuola.
«Non
è questo il
problema», le rispondo scuotendo la testa. «Il
fatto è che non posso continuare
ad essere distratta in classe. E se conosco Kise, domani non
sarà diverso. Mi
riempirà di messaggi come ha fatto oggi e io sono troppo
curiosa per non
leggerli, anche se poi non risponderò a nessuno. Potrei
lasciare il cellulare a
casa. No, non servirebbe. Anzi, sono sicura che mi farebbe sentire
ancora più
in ansia».
«Ci
tieni davvero
così tanto ad andare?».
Annuisco.
«E’ la
prima volta che Kise mi invita a trascorrere del tempo insieme a lui e,
ti
confesso, ero emozionata all’idea di vederlo al lavoro. Ma
c’è un altro motivo:
nel suo ultimo messaggio ha detto che c’è una
persona che vuole farmi
incontrare. Ecco guarda».
Apro
la cartella e
inizio a frugare tra i libri per trovare il cellulare. Tuttavia, mentre
rovisto
nel mucchio di quaderni, mi accorgo che il mio diario non è
dove ricordavo di
averlo messo.
«Non
c’è! Il mio
diario è sparito! Oh no, e adesso come faccio? Se qualcuno
dovesse leggerlo,
sarebbe la fine!».
«Va
bene, torniamo
in classe. Magari l’hai lasciato sotto il banco»,
Haruka afferra la mia mano e
inizia a correre verso l’interno della scuola. «Non
preoccuparti, lo
troveremo».
Lo
spero. Ma come
ho potuto essere così sciocca da perderlo? Come se non
bastasse, ho dimenticato
il lucchetto nella limousine, perciò ora chiunque
può aprirlo e leggere quello
che ho scritto. Il mio più grande segreto rischia di
diventare di dominio
pubblico. Provo a scacciare il pessimismo dai
miei pensieri e mi concentro sulla corsa. Haruka
è molto veloce e non è
facile per me tenerle il passo. A complicare le cose, poi, ci pensano
le ondate
caotiche di studenti che avanzano verso di noi, diretti
all’esterno
dell’edificio. Haruka mi trascina su per le scale, facendosi
strada tra urla e
sgomitate. Sembra una forza della natura, un tornado che spazza via
qualunque
cosa abbia la sfortuna di intralciare la sua avanzata.
«Eiko,
guarda!».
Haruka
indica i
due ragazzi che stanno uscendo dall’aula. Si tratta di Kagami
e Kuroko e
proprio quest’ultimo stringe tra le mani il mio diario. Lo
osserva con
attenzione, come se stesse cercando informazioni sul proprietario.
Forse non
l’ha ancora aperto. Le mie gambe iniziano a rallentare per la
stanchezza.
«Non
ce la faccio
più, Haruka».
«Resisti,
ormai ci
siamo!», mia cugina serra la presa sulla mia mano.
«Non
c’è più
tempo!», esclamo terrorizzata alla vista di Kuroko che
solleva lentamente la
copertina del diario. È la fine.
«Accidenti»,
Haruka molla la presa su di me e scatta in avanti. In pochi secondi
brucia la
distanza che la divide dai due ragazzi con la stessa selvaggia
agilità di un
ghepardo che ha puntato la preda. «Non ci pensare
neanche», ringhia prima di
strappare furiosamente il diario dalle mani di Kuroko e sventare
così la
catastrofe.
Sopraffatti
dallo
sguardo rabbioso di Haruka, Kagami e Kuroko restano immobili per
qualche
secondo, troppo impauriti anche solo per sbattere le ciglia. Al
contrario mia
cugina ansima pesantemente come un toro furibondo.
Quando
infine
anch’io raggiungo il trio, i miei due compagni di classe
riprendono a
respirare.
«Eiko,
tieni», Haruka
mi consegna il diario, sfilando sotto lo sguardo terrorizzato di Kagami
e Kuroko.
Credo di dovere almeno una spiegazione ai due ragazzi.
«Kuroko,
grazie
per aver ritrovato il mio diario».
«Di
niente»,
risponde Kuroko, ancora frastornato. «Era sotto il tuo banco.
Devi averlo
dimenticato».
«Se
l’hai trovato
sotto il suo banco, sapevi che era di Eiko. Non avevi alcun bisogno di
aprirlo
per leggere il nome del proprietario. Volevi solo soddisfare la tua
curiosità
leggendo i segreti di qualcun altro, ammettilo!!».
«O-ok,
adesso
calmati», Kagami interviene, ponendosi fra Kuroko e Haruka.
«Non volevamo fare
niente di male. Non c’è bisogno di scaldarsi
così».
«Leggere
il diario
segreto di una ragazza lo chiami “niente di
male”?», grugnisce Haruka,
minacciando Kagami col pugno chiuso.
A
questo punto c’è
il rischio che mia cugina decida davvero di venire alle mani con i miei
due
compagni di classe. Mi intrometto quindi nella disputa e, tirando
Haruka per un
braccio, la richiamo a me.
«Va
tutto bene, in
fondo non è successo niente», pronuncio
sforzandomi di sorridere per
rassicurare Haruka. In realtà dentro di me sono
così agitata che potrei
vomitare. Il pensiero che il mio segreto stava per essere scoperto mi
rende
talmente nervosa e spaventata che mi riesce difficile rimanere in piedi
sulle
mie gambe.
«Non
puoi essere
indulgente. Non questa volta», lo sguardo negli occhi di
Haruka è incandescente
come un braciere.
«Dopotutto
è colpa
mia. Se non fossi così sbadata, non avrei perso il mio
diario. Anzi, è stato un
mio errore portarlo a scuola. Sono stata fortunata che siano stati
Kuroko e
Kagami a trovarlo». Si, voglio credere di essere stata
davvero fortunata. Se i
miei due amici avessero scoperto che soffro di personalità
multipla, non mi
avrebbero giudicata. Forse.
«Senpai»,
Kuroko
prende la parola, dopo essere rimasto in silenzio fino a questo
momento. Si
volge verso Haruka e piega il busto in avanti. «Mi
dispiace». Quindi sposta le
sue attenzioni su di me. «Ti chiedo scusa, Eiko. Non avrei
dovuto aprire il tuo
diario. Perdonami».
«Non
devi scusarti.
Al contrario sono io che dovrei ringraziarti. Grazie di aver ritrovato
il mio
diario».
«Allora
siamo
ancora amici?», Kuroko solleva la testa e i suoi grandi occhi
mi guardano pieni
di speranza.
«M-ma
certo che
siamo…amici».
Dire
questa parola
ad alta voce mi risolleva. Anche se il pensiero che Kuroko potesse
scoprire il
mio segreto mi spaventava, mi terrorizza di più
l’idea di perdere la sua
amicizia. Sono perciò felice che tutto si sia sistemato.
«Non
hai sistemato un bel
niente, invece. Non ti permetterò mai di essere sua amica.
Tecchi è un
traditore».
Improvvisamente
la
mia testa è pesante, sovraccarica di pensieri. E non sono
miei. Questa
sensazione è fin troppo famigliare. Sta succedendo di nuovo,
proprio come
quella sera.
«Non
puoi essere amica di un
traditore. Forse tu l’hai dimenticato, ma io no. Non ho
dimenticato
l’umiliazione che il mio Ryōcchi ha dovuto sopportare a causa
sua. Ho sempre
saputo di non potermi fidare di te, Eiko, ma ora non ho più
intenzione di
starmene a guardare mentre tu ti schieri con il nemico».
La
mia testa
sfrigola come un cavo percorso da elettricità ad altissimo
voltaggio. Le
immagini davanti a me iniziano a sfocare.
«Eiko,
va tutto
bene?», Haruka è subito al mio fianco. La sua mano
dolcemente appoggiata sulla
mia schiena.
«È
solo un mal di
testa», mento per non insospettire i miei due compagni di
classe. «Ma forse ora
è meglio se andiamo».
«Certo».
Haruka
raccoglie
la mia cartella e vi infila dentro il mio diario. Con un cenno
sbrigativo
saluta i due ragazzi prima che possano fare domande e insieme ci
affrettiamo
alla limousine.
Una
volta in
macchina, il terribile dolore alla testa si
placa e io torno a respirare.
«Che
cosa è
successo?», si informa prontamente Haruka.
«Credo
di aver
sentito di nuovo i pensieri di Seiko».
«Cosa?!
Perché
dovrebbe farsi viva adesso?».
«Era
arrabbiata
con me e…con Kuroko».
«Kuroko?
Quindi è
colpa sua», conclude Haruka, abbandonandosi alla morbida
pelle del sedile.
«Non
è colpa di nessuno»,
la contraddico subito, per evitare che indirizzi ancora la sua collera
verso il
mio amico. «Il fatto è che Seiko è
convinta che Kuroko abbia tradito Kise,
anche se non so perché. L’unica cosa di cui sono
certa è che lo considera un
nemico».
«Questo
significa
che adesso anche Kuroko è un potenziale interruttore. Che
casino!».
«Mi
chiedo per
quanto tempo riuscirò a mantenere il segreto».
Senza
volerlo,
esprimo le mie preoccupazioni ad alta voce. Dover mentire costantemente
è
sfiancante, così come dover tenere la guardia alta in ogni
singolo istante
della giornata. Se continuo di questo passo, la tensione mi
farà presto
crollare, per non parlare della mancanza di sonno. Ultimamente dormo
sempre di
meno. Più cerco di oppormi, più loro
contrattaccano, prosciugando le mie energie fisiche e mentali. Prima
Meiko e
adesso Seiko. Non riuscirò a difendermi dai loro agguati
ancora per molto, lo
sento. Sento che la mia forza mentale si sta indebolendo. Tutto quello
che
posso fare ora è sospirare e scacciare momentaneamente da me
la pressione.
«Andrà
tutto
bene», la mano di Haruka si posa sulla mia spalla.
«Anche se il mondo venisse a
sapere la verità e ti giudicasse per questo, noi
continueremo a volerti bene.
So che credi che la tua condizione possa danneggiare il nome della
nostra
famiglia, ma ricorda che non sei sola e che non devi prenderti tutto il
peso
sulle spalle. Se senti che è troppo difficile per te,
dillo».
È
come ha detto
Haruka: qualunque cosa succederà in futuro, potrò
contare sulle persone che
amo. Da parte mia, ora, posso solo fare del mio meglio per tenere a
bada queste
ombre che minacciano la mia esistenza perché, fino a prova
contraria, sono
ancora io la padrona del mio corpo e del mio tempo.
***
Come
ho fatto a
finire in questa situazione? È talmente assurda che non
l’avevo neanche presa
in considerazione. Ma, forse, conoscendo Kise, avrei dovuto
aspettarmelo. Si, avrei
dovuto aspettarmi che si sarebbe presentato ai cancelli della scuola.
Oggi è
venerdì. È il giorno del servizio fotografico e,
non avendo cambiato idea, Kise
ha deciso di passare al contrattacco e venire fino alla Seirin. Questo
significa che non ha creduto alla mia bugia.
«Che
diavolo ci fa
lui qui?», Haruka punta il dito contro Kise, posizionandosi
immediatamente
davanti a me.
«Ho
paura che sia
venuto a prendermi per portarmi sul set del servizio
fotografico», rispondo in
preda al panico.
«Stai
scherzando,
vero? Non gli avevi detto che eri impegnata?».
«Si
e lui non mi
ha creduto. Che cosa faccio adesso?».
Mentre
io e Haruka
pensiamo a come togliermi da questo pasticcio, i miei occhi incontrano
quelli
di Kise. Il mio amico inizia allora ad agitare un braccio in aria e a
correre
verso di me gridando il mio nome. Prima che le sue braccia si stringano
intorno
a me, però, Haruka gli si para davanti, facendomi da scudo.
«Sta’
lontano da
Eiko», ringhia allargando le braccia.
Intimidito,
Kise
compie un passo indietro. Tuttavia, dopo un’occhiata attenta
ad Haruka, la sua
espressione cambia, addolcendosi, e un sorriso galante si apre sulle
sue
labbra.
«Non
mi sono
presentato. Mi chiamo Kise Ryōta e sono…».
«So
benissimo chi
sei», abbaia Haruka interrompendo la presentazione del mio
amico. «Eiko ti ha
detto che non può venire, quindi puoi tornare da dove sei
venuto».
Le
labbra di Kise
si curvano in un’espressione rattristata.
«E’ la prima volta che una bella
ragazza mostra tanta ostilità nei miei confronti».
«Adularmi
non ti
servirà a niente. E adesso sparisci!».
Kise
abbassa la
testa per un attimo, scoraggiato. Vederlo così abbattuto mi
mortifica, ma non
sarebbe dovuto venire fino a qui.
«La
verità è che
ero così felice di rivederti, Eikocchi», lo
sguardo di Kise si solleva
lentamente su di me. «Non potevo più aspettare e
così ho convinto la mia
manager a venire qui. Non era mia intenzione crearti problemi. Mi
dispiace».
Oh,
no. Se mi
guardi con quegli occhi malinconici non posso che sentirmi in colpa.
«Dovrò
dirlo a
Mayumi. Non la prenderà bene. E pensare che era
così entusiasta»., mormora Kise
tra sé e sé.
«Mayumi?
Hai detto
proprio Mayumi?».
«Oh,
ricordi
quanto ti ho detto che volevo che incontrassi qualcuno? Io e Mayumi
lavoriamo
per la stessa agenzia e quando ha saputo che ti avevo ritrovata, mi ha
implorato di invitarti sul set. In fondo eravate migliori
amiche».
All’improvviso
tutta
la mia determinazione a rifiutare l’invito di Kise inizia a
vacillare. Quando
ho lasciato la Teikō, l’ho fatto senza salutare nessuno,
senza dare
spiegazioni. Sono semplicemente sparita poiché non avevo il
coraggio di dire
addio a Mayumi e a Satsuki. Sono stata vigliacca e sono scappata,
rassegnandomi
al pensiero di perdere così le mie due migliori amiche.
Anche se mi sono
comportata da codarda, Mayumi ha chiesto a Kise di invitarmi per
incontrarmi.
«Haruka»,
la mia
voce è piena di rammarico per la mia richiesta egoistica.
«Non
hai bisogno
di aggiungere
altro», risponde mia
cugina abbassando le braccia e sospirando con rassegnazione.
«Se è così
importante per te, non posso che lasciarti andare». I miei
occhi si illuminano
di gratitudine. «Se ti accompagniamo anche io e Arthur non
dovrebbero esserci
problemi, giusto?».
«Questo
significa
che hai cambiato idea?», domanda Kise speranzoso.
Annuisco
e subito
il mio amico si lancia in un abbraccio, che però viene
immediatamente intercettato
da Haruka.
«Tieni
giù le mani
da Eiko!!».
«E’
da prima che
volevo chiedertelo: ma tu chi sei?», la interroga Kise,
inclinando la testa
perplesso.
«Mi
chiamo Haruka
Wadsworth e sono la cugina di Eiko. Inoltre sono più grande
di te, quindi
portami rispetto, moccioso».
Moccioso? Haruka è più grande di Kise solo di un anno ma, data la sua altezza, Kise sembra più grande quindi, forse, dargli del moccioso è un po’ esagerato. Ma in fondo questo è il modo di Haruka per far capire al mio amico qual è il suo posto. Mia cugina non ha paura di nessuno e non ha problemi a mostrarsi aggressiva quando crede di dover proteggere qualcuno. Tutto questo prova quanto mi voglia bene e quanto tenga a me. E comunque comprendo bene la sua diffidenza: dopotutto Kise rappresenta al momento una minaccia, poiché la sua vicinanza potrebbe risvegliare Seiko in qualunque momento. Ma mi dispiace ugualmente per il mio amico. Spero che Haruka non se la prenda troppo con lui.
♥
♥ ♥
Finalmente
riesco a
portarvi un nuovo capitolo! >_<
Perdonatemi
per la
lunga attesa, ma diventa sempre più difficile trovare del
tempo per scrivere. Come
sempre vi ringrazio per avermi seguita fino a questo capitolo e vi
auguro un buon
fine settimana.