Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: LadyLicionda    22/11/2017    0 recensioni
Eiko Wadsworth scopre improvvisamente di soffrire di Disturbo Dissociativo dell'Identità, ovvero personalità multipla. I suoi problemi iniziano quando realizza che ogni personalità è dotata di una volontà propria, di desideri propri e di ambizioni uniche. Come se non fosse abbastanza, ognuna di loro si scopre ben presto innamorata di una persona diversa. Riuscirà Eiko a mantenere il suo segreto e a destreggiarsi fra le attenzioni romantiche di sette irresistibili ragazzi senza soccombere ai capricci delle sue eccentriche personalità? NOTA BENE: Per questa versione è previsto un finale multiplo (uno per ognuno dei ragazzi di KNB). Il rating potrebbe cambiare con il progredire della storia. I personaggi di KNB appartengono all'autore originale Tadatoshi Fujimaki, tutti gli altri sono personaggi creati da me.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiseki No Sedai, Nuovo personaggio, Taiga Kagami, Yukio Kasamatsu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 16

“Sta’ lontano da Eiko!”

 

 

 

 

 

«Sei sicura di non essere stata tu a scriverlo?».

«Quante volte devo ripetertelo, Yoichi? Non ho scritto io questa pagina del mio diario. E se anche fossi stata io, perché avrei dovuto firmare con un altro nome?».

«Hai detto che erano le tre di notte. Magari eri ancora addormentata e hai messo un nome per un altro. Trattandosi di te, non mi sorprenderei».

«Così non mi sei affatto d’aiuto. Sapevo che coinvolgerti non avrebbe portato a nulla di buono. Non prendi mai niente sul serio, tu».

«Va bene, adesso non agitarti, Eiko. Vieni, siediti», Naoko indica il posto accanto a lei.

Prendendo in considerazione il suo consiglio, mi sistemo anch’io sul divano. Non posso certo dire di essere tranquilla in questo momento. Stamattina, al mio risveglio, ho infatti scoperto che qualcuno, a notte fonda e a mia insaputa, ha scritto nel mio diario. Ma la cosa davvero terribile è che questa ragazza, che si fa chiamare Seiko, altri non è se non una nuova personalità emersa dal mio subconscio. Non appena ho capito cosa fosse accaduto, mi sono precipitata in camera di Naoko per chiedere aiuto. Mentre parlavo con lei, Yoichi è entrato nella stanza cercando mia sorella e ha finito col leggere il mio diario, così ho dovuto mettere anche lui al corrente della situazione. Non volendo allarmare il resto della famiglia, ho pregato entrambi di mantenere il silenzio, almeno per ora. Di conseguenza, ci siamo riuniti tutti e tre nel solone per una riunione strategica.

«Penso che dovremmo rileggere con attenzione questa pagina. Potremmo trovare delle informazioni utili», propone Naoko, aprendo nuovamente il diario. «Se, come sospettiamo, si tratta davvero di una nuova personalità, direi che è in qualche modo collegata a questo Ryōcchi. Nel testo viene menzionato diverse volte e Seiko sembra tenere molto a lui. Sorellina, hai idea di chi possa essere?».

«Io credo si tratti di Kise. Ryōcchi potrebbe essere il diminutivo di Ryōta. E poi, anche Kise ha l’abitudine di chiamare con lo stesso soprannome le persone che gli piacciono».

«Io invece penso che sia tutt’altra l’informazione su cui dovremmo concentrarci», dichiara Yoichi, estraniandosi dalla conversazione. «Andiamo, qui c’è chiaramente scritto che Eiko si è innamorata di un ragazzo. Questa notizia da sola è sufficiente ad aprire un’intera indagine!».

Avrei dovuto aspettarmelo. Con mio cugino Yoichi finisce sempre così. Non ho ancora capito se questo suo prendere tutto alla leggera sia un modo per sdrammatizzare e alleggerire un’atmosfera pesante o se sia semplicemente parte del suo carattere frivolo e superficiale.

«Tanto perché tu lo sappia, Yoichi, non è affatto come pensi. Solo perché ho incontrato un ragazzo che è riuscito a catturare il mio interesse non vuol dire che mi sia innamorata. E comunque ho un problema più grave al momento, quindi, se non ti dispiace, cerca di dire qualcosa che possa essere utile alla situazione. Ah, e non ti azzardare a parlarne con nessuno, capito?».

«Va bene, va bene. Lascerò perdere per ora. Ma non finisce qui. Ritorneremo sulla questione», minaccia mio cugino con un ghigno divertito.

«Ragazzi, restate concentrati. Eiko, dobbiamo raccogliere più informazioni. Ricordi se negli ultimi giorni è successo qualcosa che possa aver incoraggiato Seiko a manifestarsi?».

«Non so se abbia a che fare con lei», inizio a raccontare, «ma il giorno della partita contro il Kaijō mi è successa una cosa strana. Alla fine dell’incontro sono corsa a cercare Kise e per qualche motivo non riuscivo a smettere di pensare a lui. Ero attratta da lui, ma non come amico. Desideravo solo correre da lui, confortarlo, toccarlo e…baciarlo. Ma ve lo ripeto, non ero in me in quel momento, lo giuro! Per me Kise è solo un amico!!».

Sorvolando sul mio imbarazzo, Naoko inizia a riflettere. «E’ possibile che i pensieri di Seiko si siano per un attimo sovrapposti ai tuoi e che tu abbia provato le sue emozioni».

«In effetti, quando sono tornata in me, stavo piangendo e mi sentivo molto triste, senza un reale motivo».

«Questo è un bel casino», Yoichi emana un sospiro lasciandosi cadere indietro sulla poltrona. «A questo punto, ogni volta che Kise è nei paraggi, c’è il rischio che Seiko prenda il tuo posto».

Non avevo preso in considerazione questa possibilità, semplicemente perché non volevo prendere in considerazione l’idea di dovermi tenere a debita distanza da Kise. Adesso che sono finalmente riuscita a ottenere il suo perdono e che siamo tornati ad essere amici, risulterei sospettosa se iniziassi ad evitarlo. Ma il ragionamento di Yoichi potrebbe avere un fondo di verità e, se non voglio correre il rischio di farmi rubare di nuovo il tempo, devo riconsiderare la mia relazione con Kise.

«Per fortuna frequentate due scuole diverse, quindi non dovreste avere molte occasioni per incontrarvi», sottolinea mio cugino, alzandosi dalla poltrona.

«Dove stai andando?».

«Tra poco si sveglieranno anche gli altri. Non vorrai che ci vedano qui e che inizino a fare domande?».

«Yoichi ha ragione», concorda Naoko apprestandosi a lasciare il salone a sua volta. «Preferirei mettere al corrente della situazione anche mamma e papà, ma rispetterò la tua decisione, Eiko. Tuttavia sarei più tranquilla se informassi almeno Haruka. Se dovesse succedere qualcosa mentre sei a scuola, potrai almeno avere qualcuno a cui chiedere aiuto. Inoltre credo che dovresti parlare anche con Arthur: dopotutto ha il compito di proteggerti».

«D’accordo. Parlerò con entrambi più tardi».

I primi raggi del giorno si spandono nella sala. Non mi sento affatto tranquilla sapendo che la mia serenità è di nuovo minacciata. L’unica consolazione è che Seiko non sembra pericolosa, almeno se paragonata a Meiko. Yoichi e Naoko non appaiono particolarmente allarmati ma io credo che stiano solo nascondendo i loro pensieri per non farmi preoccupare. Ad ogni modo, non c’è nulla che possa fare al momento se non evitare di incontrare Kise e confidare nel giudizio di Yoichi.

 

***

 

Come promesso, in macchina verso la scuola, racconto quanto accaduto ad Haruka e ad Arthur. Consegno il mio diario ad Haruka così che possa leggere da sé le parole lasciate da Seiko.

«Come ti senti?», domanda mia cugina, restituendomi il quaderno.

«Per ora mi sento ancora me stessa. Yoichi crede che se rimango lontano da Kise non dovrei correre pericoli».

«È assurdo, totalmente senza senso! Vuol dire che tutti gli sforzi che hai fatto fino adesso sono stati inutili? Per non parlare delle terapie e dei continui controlli in ospedale».

«Mi dispiace».

«Non è certo qualcosa per cui ti debba scusare, Eiko. Non è colpa tua, ma sono infuriata», in un impeto di frustrazione, Haruka colpisce il finestrino della limousine con il pugno. «Sono preoccupata per te e non so cosa fare per aiutarti».

«Stai facendo già molto, invece», la smentisco, «Senza di te, non so come me la sarei cavata a scuola. È solo merito tuo se mi sto ambientando e se ho trovato il coraggio di parlare di nuovo con Kuroko».

Haruka sospira esasperata. Nei suoi occhi vedo il senso di colpa, la rabbia, l’impotenza. Vorrei che si accorgesse di quanto preziosa e insostituibile sia per me la sua presenza, fuori e dentro la scuola, e vorrei trovare le parole giuste per rassicurarla. In verità, però, non so nemmeno come rassicurare me stessa. Non ho più certezze sul mio futuro, su questa giornata. Non che prima ne avessi, ma se non altro mi restava ancora la speranza.

«Scusami, Eiko», Haruka riprende a parlare con più calma. «In questo momento dovresti essere tu a urlare e io a consolarti, invece non riesco a controllare la rabbia che ho dentro».

«Non fa niente, ti capisco. In fondo sei preoccupata per me. E comunque, per adesso sto bene», provo ad essere più convincente mostrando il mio sorriso migliore.

«Oh, Eiko», Haruka mi attira a sé abbracciandomi con energia e scompigliando affettuosamente i miei capelli. «Arthur, da questo momento sei anche tu nostro complice, perciò hai l’obbligo di mantenere il segreto. Non una parola su Seiko, hai capito? Mamma e papà non devono saperlo».

«Come desidera, signorina Haruka», assicura Arthur, rispondendo attraverso lo specchietto retrovisore.

La promessa che mia cugina è appena riuscita a strappare ha dell’incredibile. Arthur non ha mai avuto segreti per mia madre e anche l’anno scorso, con la minaccia di Meiko, ha dichiarato più volte che non avrebbe esitato ad avvertire i miei genitori se mi fossi trovata in pericolo. Il fatto che ora non abbia aggiunto la stessa clausola all’accordo è in un certo senso sospetto. Ma forse questa volta è così accondiscendente perché non sono sola. Naoko, Yoichi e Haruka sono al corrente della situazione e cinque persone che lavorano insieme hanno sicuramente più possibilità di superare con successo una crisi.

La limousine si ferma davanti all’edificio scolastico. Nascondo il mio diario nella cartella, tra i quaderni. So che è rischioso portarlo a scuola, ma oggi farò un’eccezione. Arthur mi avverte che resterà tutta la mattina nei pressi della scuola, come al solito. Prima di scendere dall’auto, lancio una fugace occhiata allo specchietto retrovisore. Arthur è immerso nei suoi pensieri, tanto da non accorgersi di me ed Haruka mentre lasciamo l’abitacolo. Varcati i cancelli della scuola, mi volto indietro: la limousine è ancora ferma nello stesso punto, così come Arthur, ancora immobile con le mani sul volante e lo sguardo assorto. E la colpa è di nuovo mia.

 

***

 

Sullo schermo del mio cellulare compare un nuovo messaggio.

 

Eikocchiii, perché non rispondi? >_<

 

Per tutta la mattina Kise non ha fatto che inviarmi sms che io ho regolarmente ignorato. Sono passati diversi giorni dall’amichevole con il Kaijō e oggi si è messo in contatto con me per la prima volta dopo molto tempo per invitarmi sul set del suo prossimo servizio fotografico.

Il mio telefono vibra di nuovo.

 

Eikocchi! Eikocchi!! Eikocchiiii!!!

 

Se continua così dovrò riformattare il cellulare. A dire la verità ho risposto al primo messaggio scrivendo che il giorno del servizio avrei avuto da fare, ma Kise non ha preso bene la notizia e non smetterà di tempestarmi con i suoi sms fin quando non cambierò idea. Purtroppo, benché mi farebbe davvero piacere accettare il suo invito, per ovvie ragioni non posso. Ho infatti promesso a Yoichi che mi sarei tenuta a distanza dal mio amico per un po’ di tempo. Se Kise è davvero l’interruttore di Seiko, non è saggio rimanergli vicino. Spero solo che Kise non mi odi per questo.

 

***

 

Allo scoccare della pausa pranzo mi preparo a raggiungere Haruka sul tetto della scuola. Mentre sto per uscire dall’aula, Kuroko chiama il mio nome, attirando la mia attenzione. Quindi mi si avvicina ed emette un profondo sospiro.

«Eiko-san, hai da fare questo venerdì? Kise-kun ci ha invitati sul set fotografico».

«Si, lo so. Ho ricevuto i suoi messaggi, ma gli ho già detto che purtroppo questo venerdì, dopo la scuola, sono impegnata. E così ha chiesto a te di convincermi?».

«Kise-kun a volte sa essere davvero insistente. Comunque non preoccuparti. Se hai già un impegno non puoi farci niente».

«Mi dispiace», lascio quindi Kuroko e mi affretto a raggiungere Haruka.

Al mio arrivo, mia cugina alza le braccia al cielo.

«Finalmente, Eiko, ma dove eri finita? Sto morendo di fame».

«Scusa ma Kuroko mi ha trattenuta».

«È tutto a posto?», domanda Haruka, preoccupata.

«Si, è solo che Kise mi ha invitata questo venerdì sul set fotografico del suo prossimo servizio. Ovviamente gli ho detto che non posso perché ho un altro impegno, ma non l’ha presa bene ed è tutta la mattina che mi bombarda di messaggi. Visto che non rispondevo, ha chiesto a Kuroko di provare a convincermi».

«Non poteva scegliere momento peggiore per invitarti. Tu come ti senti?».

«Per ora bene, ma ho paura che se continuerò a rifiutarlo, potrebbe odiarmi».

Haruka si siede sul pavimento del terrazzo e alza le spalle. «Non puoi farci niente. Del resto non puoi dirgli la verità».

«Lo so, ma vorrei non dovergli mentire».

Prendo posto accanto ad Haruka e inizio a mangiare, anche se non ho molto appetito. Ogni boccone che ingoio è insipido, inconsistente. Avrei davvero voluto vedere Kise posare come modello. Sono proprio sfortunata. Mi domando per quanto tempo dovrò continuare ad evitarlo. Kise è stato il mio primo amico alla Teikō e averlo come compagno di classe rendeva ogni giorno allegro. E’ sempre stato facile parlare con lui. Diversamente dagli altri ragazzi, è sempre riuscito a mettermi a mio agio. In fondo posso capire perché Seiko gli sia così affezionata.

 

***

 

Durante il pomeriggio, Kise continua a mandarmi sms, distraendomi dalle lezioni. Benché non abbia risposto a nessuno di essi, non ho comunque avuto il coraggio di spegnere il cellulare. Non ricordo quasi nulla di quello che hanno spiegato i professori e ora mi toccherà studiare il doppio per compensare la mia mancanza di attenzione.

«Non preoccuparti, se c’è qualcosa che non hai capito, puoi chiedere a Naoko di spiegartela», mi ricorda Haruka, mentre percorriamo il cortile frontale della scuola.

«Non è questo il problema», le rispondo scuotendo la testa. «Il fatto è che non posso continuare ad essere distratta in classe. E se conosco Kise, domani non sarà diverso. Mi riempirà di messaggi come ha fatto oggi e io sono troppo curiosa per non leggerli, anche se poi non risponderò a nessuno. Potrei lasciare il cellulare a casa. No, non servirebbe. Anzi, sono sicura che mi farebbe sentire ancora più in ansia».

«Ci tieni davvero così tanto ad andare?».

Annuisco. «E’ la prima volta che Kise mi invita a trascorrere del tempo insieme a lui e, ti confesso, ero emozionata all’idea di vederlo al lavoro. Ma c’è un altro motivo: nel suo ultimo messaggio ha detto che c’è una persona che vuole farmi incontrare. Ecco guarda».

Apro la cartella e inizio a frugare tra i libri per trovare il cellulare. Tuttavia, mentre rovisto nel mucchio di quaderni, mi accorgo che il mio diario non è dove ricordavo di averlo messo.

«Non c’è! Il mio diario è sparito! Oh no, e adesso come faccio? Se qualcuno dovesse leggerlo, sarebbe la fine!».

«Va bene, torniamo in classe. Magari l’hai lasciato sotto il banco», Haruka afferra la mia mano e inizia a correre verso l’interno della scuola. «Non preoccuparti, lo troveremo».

Lo spero. Ma come ho potuto essere così sciocca da perderlo? Come se non bastasse, ho dimenticato il lucchetto nella limousine, perciò ora chiunque può aprirlo e leggere quello che ho scritto. Il mio più grande segreto rischia di diventare di dominio pubblico. Provo a scacciare il pessimismo dai  miei pensieri e mi concentro sulla corsa. Haruka è molto veloce e non è facile per me tenerle il passo. A complicare le cose, poi, ci pensano le ondate caotiche di studenti che avanzano verso di noi, diretti all’esterno dell’edificio. Haruka mi trascina su per le scale, facendosi strada tra urla e sgomitate. Sembra una forza della natura, un tornado che spazza via qualunque cosa abbia la sfortuna di intralciare la sua avanzata.

«Eiko, guarda!».

Haruka indica i due ragazzi che stanno uscendo dall’aula. Si tratta di Kagami e Kuroko e proprio quest’ultimo stringe tra le mani il mio diario. Lo osserva con attenzione, come se stesse cercando informazioni sul proprietario. Forse non l’ha ancora aperto. Le mie gambe iniziano a rallentare per la stanchezza.

«Non ce la faccio più, Haruka».

«Resisti, ormai ci siamo!», mia cugina serra la presa sulla mia mano.

«Non c’è più tempo!», esclamo terrorizzata alla vista di Kuroko che solleva lentamente la copertina del diario. È la fine.

«Accidenti», Haruka molla la presa su di me e scatta in avanti. In pochi secondi brucia la distanza che la divide dai due ragazzi con la stessa selvaggia agilità di un ghepardo che ha puntato la preda. «Non ci pensare neanche», ringhia prima di strappare furiosamente il diario dalle mani di Kuroko e sventare così la catastrofe.

Sopraffatti dallo sguardo rabbioso di Haruka, Kagami e Kuroko restano immobili per qualche secondo, troppo impauriti anche solo per sbattere le ciglia. Al contrario mia cugina ansima pesantemente come un toro furibondo.

Quando infine anch’io raggiungo il trio, i miei due compagni di classe riprendono a respirare.

«Eiko, tieni», Haruka mi consegna il diario, sfilando sotto lo sguardo terrorizzato di Kagami e Kuroko. Credo di dovere almeno una spiegazione ai due ragazzi.

«Kuroko, grazie per aver ritrovato il mio diario».

«Di niente», risponde Kuroko, ancora frastornato. «Era sotto il tuo banco. Devi averlo dimenticato».

«Se l’hai trovato sotto il suo banco, sapevi che era di Eiko. Non avevi alcun bisogno di aprirlo per leggere il nome del proprietario. Volevi solo soddisfare la tua curiosità leggendo i segreti di qualcun altro, ammettilo!!».

«O-ok, adesso calmati», Kagami interviene, ponendosi fra Kuroko e Haruka. «Non volevamo fare niente di male. Non c’è bisogno di scaldarsi così».

«Leggere il diario segreto di una ragazza lo chiami “niente di male”?», grugnisce Haruka, minacciando Kagami col pugno chiuso.

A questo punto c’è il rischio che mia cugina decida davvero di venire alle mani con i miei due compagni di classe. Mi intrometto quindi nella disputa e, tirando Haruka per un braccio, la richiamo a me.

«Va tutto bene, in fondo non è successo niente», pronuncio sforzandomi di sorridere per rassicurare Haruka. In realtà dentro di me sono così agitata che potrei vomitare. Il pensiero che il mio segreto stava per essere scoperto mi rende talmente nervosa e spaventata che mi riesce difficile rimanere in piedi sulle mie gambe.

«Non puoi essere indulgente. Non questa volta», lo sguardo negli occhi di Haruka è incandescente come un braciere.

«Dopotutto è colpa mia. Se non fossi così sbadata, non avrei perso il mio diario. Anzi, è stato un mio errore portarlo a scuola. Sono stata fortunata che siano stati Kuroko e Kagami a trovarlo». Si, voglio credere di essere stata davvero fortunata. Se i miei due amici avessero scoperto che soffro di personalità multipla, non mi avrebbero giudicata. Forse.

«Senpai», Kuroko prende la parola, dopo essere rimasto in silenzio fino a questo momento. Si volge verso Haruka e piega il busto in avanti. «Mi dispiace». Quindi sposta le sue attenzioni su di me. «Ti chiedo scusa, Eiko. Non avrei dovuto aprire il tuo diario. Perdonami».

«Non devi scusarti. Al contrario sono io che dovrei ringraziarti. Grazie di aver ritrovato il mio diario».

«Allora siamo ancora amici?», Kuroko solleva la testa e i suoi grandi occhi mi guardano pieni di speranza.

«M-ma certo che siamo…amici».

Dire questa parola ad alta voce mi risolleva. Anche se il pensiero che Kuroko potesse scoprire il mio segreto mi spaventava, mi terrorizza di più l’idea di perdere la sua amicizia. Sono perciò felice che tutto si sia sistemato.

«Non hai sistemato un bel niente, invece. Non ti permetterò mai di essere sua amica. Tecchi è un traditore».

Improvvisamente la mia testa è pesante, sovraccarica di pensieri. E non sono miei. Questa sensazione è fin troppo famigliare. Sta succedendo di nuovo, proprio come quella sera.

«Non puoi essere amica di un traditore. Forse tu l’hai dimenticato, ma io no. Non ho dimenticato l’umiliazione che il mio Ryōcchi ha dovuto sopportare a causa sua. Ho sempre saputo di non potermi fidare di te, Eiko, ma ora non ho più intenzione di starmene a guardare mentre tu ti schieri con il nemico».

La mia testa sfrigola come un cavo percorso da elettricità ad altissimo voltaggio. Le immagini davanti a me iniziano a sfocare.

«Eiko, va tutto bene?», Haruka è subito al mio fianco. La sua mano dolcemente appoggiata sulla mia schiena.

«È solo un mal di testa», mento per non insospettire i miei due compagni di classe. «Ma forse ora è meglio se andiamo».

«Certo».

Haruka raccoglie la mia cartella e vi infila dentro il mio diario. Con un cenno sbrigativo saluta i due ragazzi prima che possano fare domande e insieme ci affrettiamo alla limousine.

Una volta in macchina, il terribile dolore alla testa  si placa e io torno a respirare.

«Che cosa è successo?», si informa prontamente Haruka.

«Credo di aver sentito di nuovo i pensieri di Seiko».

«Cosa?! Perché dovrebbe farsi viva adesso?».

«Era arrabbiata con me e…con Kuroko».

«Kuroko? Quindi è colpa sua», conclude Haruka, abbandonandosi alla morbida pelle del sedile.

«Non è colpa di nessuno», la contraddico subito, per evitare che indirizzi ancora la sua collera verso il mio amico. «Il fatto è che Seiko è convinta che Kuroko abbia tradito Kise, anche se non so perché. L’unica cosa di cui sono certa è che lo considera un nemico».

«Questo significa che adesso anche Kuroko è un potenziale interruttore. Che casino!».

«Mi chiedo per quanto tempo riuscirò a mantenere il segreto».

Senza volerlo, esprimo le mie preoccupazioni ad alta voce. Dover mentire costantemente è sfiancante, così come dover tenere la guardia alta in ogni singolo istante della giornata. Se continuo di questo passo, la tensione mi farà presto crollare, per non parlare della mancanza di sonno. Ultimamente dormo sempre di meno. Più cerco di oppormi, più loro contrattaccano, prosciugando le mie energie fisiche e mentali. Prima Meiko e adesso Seiko. Non riuscirò a difendermi dai loro agguati ancora per molto, lo sento. Sento che la mia forza mentale si sta indebolendo. Tutto quello che posso fare ora è sospirare e scacciare momentaneamente da me la pressione.

«Andrà tutto bene», la mano di Haruka si posa sulla mia spalla. «Anche se il mondo venisse a sapere la verità e ti giudicasse per questo, noi continueremo a volerti bene. So che credi che la tua condizione possa danneggiare il nome della nostra famiglia, ma ricorda che non sei sola e che non devi prenderti tutto il peso sulle spalle. Se senti che è troppo difficile per te, dillo».

È come ha detto Haruka: qualunque cosa succederà in futuro, potrò contare sulle persone che amo. Da parte mia, ora, posso solo fare del mio meglio per tenere a bada queste ombre che minacciano la mia esistenza perché, fino a prova contraria, sono ancora io la padrona del mio corpo e del mio tempo.

 

***

 

Come ho fatto a finire in questa situazione? È talmente assurda che non l’avevo neanche presa in considerazione. Ma, forse, conoscendo Kise, avrei dovuto aspettarmelo. Si, avrei dovuto aspettarmi che si sarebbe presentato ai cancelli della scuola. Oggi è venerdì. È il giorno del servizio fotografico e, non avendo cambiato idea, Kise ha deciso di passare al contrattacco e venire fino alla Seirin. Questo significa che non ha creduto alla mia bugia.

«Che diavolo ci fa lui qui?», Haruka punta il dito contro Kise, posizionandosi immediatamente davanti a me.

«Ho paura che sia venuto a prendermi per portarmi sul set del servizio fotografico», rispondo in preda al panico.

«Stai scherzando, vero? Non gli avevi detto che eri impegnata?».

«Si e lui non mi ha creduto. Che cosa faccio adesso?».

Mentre io e Haruka pensiamo a come togliermi da questo pasticcio, i miei occhi incontrano quelli di Kise. Il mio amico inizia allora ad agitare un braccio in aria e a correre verso di me gridando il mio nome. Prima che le sue braccia si stringano intorno a me, però, Haruka gli si para davanti, facendomi da scudo.

«Sta’ lontano da Eiko», ringhia allargando le braccia.

Intimidito, Kise compie un passo indietro. Tuttavia, dopo un’occhiata attenta ad Haruka, la sua espressione cambia, addolcendosi, e un sorriso galante si apre sulle sue labbra.

«Non mi sono presentato. Mi chiamo Kise Ryōta e sono…».

«So benissimo chi sei», abbaia Haruka interrompendo la presentazione del mio amico. «Eiko ti ha detto che non può venire, quindi puoi tornare da dove sei venuto».

Le labbra di Kise si curvano in un’espressione rattristata. «E’ la prima volta che una bella ragazza mostra tanta ostilità nei miei confronti».

«Adularmi non ti servirà a niente. E adesso sparisci!».

Kise abbassa la testa per un attimo, scoraggiato. Vederlo così abbattuto mi mortifica, ma non sarebbe dovuto venire fino a qui.

«La verità è che ero così felice di rivederti, Eikocchi», lo sguardo di Kise si solleva lentamente su di me. «Non potevo più aspettare e così ho convinto la mia manager a venire qui. Non era mia intenzione crearti problemi. Mi dispiace».

Oh, no. Se mi guardi con quegli occhi malinconici non posso che sentirmi in colpa.

«Dovrò dirlo a Mayumi. Non la prenderà bene. E pensare che era così entusiasta»., mormora Kise tra sé e sé.

«Mayumi? Hai detto proprio Mayumi?».

«Oh, ricordi quanto ti ho detto che volevo che incontrassi qualcuno? Io e Mayumi lavoriamo per la stessa agenzia e quando ha saputo che ti avevo ritrovata, mi ha implorato di invitarti sul set. In fondo eravate migliori amiche».

All’improvviso tutta la mia determinazione a rifiutare l’invito di Kise inizia a vacillare. Quando ho lasciato la Teikō, l’ho fatto senza salutare nessuno, senza dare spiegazioni. Sono semplicemente sparita poiché non avevo il coraggio di dire addio a Mayumi e a Satsuki. Sono stata vigliacca e sono scappata, rassegnandomi al pensiero di perdere così le mie due migliori amiche. Anche se mi sono comportata da codarda, Mayumi ha chiesto a Kise di invitarmi per incontrarmi.

«Haruka», la mia voce è piena di rammarico per la mia richiesta egoistica.

«Non hai bisogno di  aggiungere altro», risponde mia cugina abbassando le braccia e sospirando con rassegnazione. «Se è così importante per te, non posso che lasciarti andare». I miei occhi si illuminano di gratitudine. «Se ti accompagniamo anche io e Arthur non dovrebbero esserci problemi, giusto?».

«Questo significa che hai cambiato idea?», domanda Kise speranzoso.

Annuisco e subito il mio amico si lancia in un abbraccio, che però viene immediatamente intercettato da Haruka.

«Tieni giù le mani da Eiko!!».

«E’ da prima che volevo chiedertelo: ma tu chi sei?», la interroga Kise, inclinando la testa perplesso.

«Mi chiamo Haruka Wadsworth e sono la cugina di Eiko. Inoltre sono più grande di te, quindi portami rispetto, moccioso».

Moccioso? Haruka è più grande di Kise solo di un anno ma, data la sua altezza, Kise sembra più grande quindi, forse, dargli del moccioso è un po’ esagerato. Ma in fondo questo è il modo di Haruka per far capire al mio amico qual è il suo posto. Mia cugina non ha paura di nessuno e non ha problemi a mostrarsi aggressiva quando crede di dover proteggere qualcuno. Tutto questo prova quanto mi voglia bene e quanto tenga a me. E comunque comprendo bene la sua diffidenza: dopotutto Kise rappresenta al momento una minaccia, poiché la sua vicinanza potrebbe risvegliare Seiko in qualunque momento. Ma mi dispiace ugualmente per il mio amico. Spero che Haruka non se la prenda troppo con lui.

 

 

♥ ♥ ♥

 

Finalmente riesco a portarvi un nuovo capitolo! >_<

Perdonatemi per la lunga attesa, ma diventa sempre più difficile trovare del tempo per scrivere. Come sempre vi ringrazio per avermi seguita fino a questo capitolo e vi auguro un buon fine settimana.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: LadyLicionda