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Autore: Coso96    23/11/2017    2 recensioni
Molto tempo fa, gli universi erano invasi da ogni genere di creatura: succubi, grifoni e chi più ne ha più ne metta. Ma data l'incapacità di difendersi da esse, i mortali pregarono di essere salvati,così da poter vivere in pace.
Un essere senza nome li ascoltò, un essere che fu capace di creare un universo dove bandire tutti mostri. Noi lo chiamiamo "il primo Guardiano"
Si dice che abbia sacrificato la sua vita per sigillare il mostro più feroce , un mostro così feroce che avrebbe potuto disintegrare tutto e tutti con un solo gesto, ma questa è un'altra storia.
Ora, i Guardiani nascono e crescono in quell'universo, combattendo creature di ogni sorta e ignorando l'esistenza della maggior parte dei mondi.
Adesso, per colpa di un Guardiano un po' impulsivo, l'equilibrio è spezzato.
Spetterà a lui riportare l'ordine in uno strano mondo di animali parlanti.
Tra strambe conversazioni e personaggi eccentrici, il nostro eroe dovrà fare il suo dovere di guardiano: proteggere i più deboli dai mostri... E chissà, magari imparerà un paio di cose.
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve, sono Coso! Inutile inventare scuse: il capitolo ci ha messo un po' perché  in estate avevo troppo caldo e non avevo manco voglia di muovermi, quindi ho cominciato a scriverlo ad ottobre, però ne è valsa la pena... Almeno per me AH!
Piccoli avvertimenti prima che iniziate a leggere.
1: questo capitolo affronta tematiche piuttosto... diciamo crude, e non avete idea di quanto sia difficile cercare di far ridere e allo stesso tempo raccontare una cosa triste, quindi ho fatto una cosa abbastanza altalenante AHAHAHAHA! (Non so se ci sono riuscito infatti.)
2: mi scuso in anticipo per le battute sul ghiaccio del narratore e del protagonista, non mi sono trattenuto.
3: voglio farmi perdonare l'attesa, quindi per scusarmi ho un paio di sorprese per voi a fine capitolo. 
Bene, ci sentiamo alle note del tizio che scrive. BUONA LETTURA!







"9 anni prima, zona di Tundra Town."

"Il potere dovrebbe restare nelle mani di coloro che già lo detengono"
Manoscritti del primo.

"Torna qui, ragazzina!" 
Urlò un orso polare vestito da panettiere all'inseguimento di una piccola bandicoot dalla chioma bionda.

"Mi spiace, vecchiaccio, mio fratello ha fame... Ehehehe." 
Rise la bimba mentre continuava a correre, per poi passare in mezzo alle gambe di una giraffa, saltare sulla pancia di un rinoceronte in pausa panino, usarla come trampolino e atterrare vicino a un bivio, girare  l'angolo e finire in un vicolo bloccato da una recinzione.
"Un classico..." Sbuffò la bimba leggermente scocciata.
" Eheh, ti ho presa, piccola ladruncola! Ridammi i viveri che hai rubato!" Disse l'orso bloccando l'entrata del vicolo e mettendola, almeno nella sua linea di pensiero, con le spalle al muro. Ma la bimba non si preoccupò neanche un po' e rispose a ciò saltando la recinzione di 3 metri con un agile salto all'indietro e atterrando con la leggiadria di una ballerina classica.
" Buuuuuh, tu sei troppo grasso e panzuto per fare quello che ho appena fatto, fai pena." Lo prese in giro facendo la linguaccia.
"Tu, piccola..." Ringhiò  l'orso stringendo i denti, vedendo la bandicoot che gli stava addirittura mostrando il sedere in una sorta di ballo accompagnato da una filastrocca per schernirlo ancora di più.
"Panzuto, cornuto, non puoi passare attraverso senza essere avveduto. Ci vediamo domani, vecchiaccio Ohohoho." Fece infine  con una risata pomposa accompagnata da un gesto simi-elegante.
"Ah, me l'ha fatta di nuovo." Sospirò affranto il proprietario della panetteria guardando quella peste andare via.


Nel frattempo, in un vecchio magazzino di vini abbandonato di Tundra Town, un bandicoot maschio dal pelo arancione stava avendo a che fare con un paio di motociclisti.
"Argh!!" Fece poco prima di volare  in un barile e incastrarsi al suo interno in un modo talmente ridicolo da far dimenticare per un attimo ai motociclisti il motivo per il quale erano venuti.
"Capo, perché stiamo pestando questo tipo? " Chiese annoiato il tirapiedi, una zebra con evidenti problemi di memoria.
"Idiota!" Urlò un elefante colpendolo con un ceffone.
"Perché mi picchi, capo?" 
"Questo tipo ci ha rubato le moto e le ha vendute, come diavolo hai fatto a dimenticarlo?"
"Ah già, è vero... E allora che facciamo?" 
L'elefante osservò il bandicoot che cercava invano di sfilare la testa dal barile con un sopracciglio alzato, poi disse:" Per ora continuiamo a pestarlo, poi ci penseremo."
"Agli ordini, capo!" Esclamò la zebra apprestandosi  a dare un calcio nel didietro del bandicoot, ma la voce di una bambina lo fermò.
"Ehi! Che diavolo state facendo?"
I 2 si girarono e videro una bandicoot dalla chioma bionda  guardarli in malo modo mentre masticava voracemente un pezzo di pane.
"Stiamo insegnando a questo tipo che non si ruba, quindi sparisci, ragazzina." Rispose acidamente l'elefante, visibilmente irritato  dallo sguardo malevolo della bimba.
"Quello che state pestando è mio fratello maggiore, quindi vi chiedo di sparire, prima che qualcuno si faccia male." Li minacciò la bimba con tono cupo. I 2 risposero ridendo fragorosamente, poi sospirarono.
"Senti, piccoletta, lui ha rubato, quindi deve essere punito." Cercò di spiegare in modo calmo e pacato l'elefante: non voleva di certo picchiare una bambina così piccola.
"Hai sentito il cap..."
Un calcio a piedi uniti colpì il mento dell'elefante così violentemente da ficcargli la testa nel soffitto, riducendolo a penzolare da esso come un'esca attaccata ad un amo.
"Bene, tu che vuoi fare?" Chiese la bimba allo scagnozzo, ma questo rispose scappando con la coda tra le gambe... e poi inciampando sulla sua stessa coda.
"Come immaginavo." Disse con un sorriso, per poi puntare la sua attenzione sul fratello, questi ancora incastrato nel barile e a cercare di liberarsi.
"Coco, li hai già sistemati? Mi daresti una mano? Sono incastrato." 
"Lo vedo..." 
Coco sospirò rassegnata, roteo gli occhi al cielo e liberò il fratello spaccando il barile con un pugno.
"Ah, diavolo, un po' di delicat..." La bimba lo zittì ficcandogli un panino in bocca.
"Ti sgriderò dopo per esserti fatto scoprire da quei motociclisti, adesso mangia."
Il bandicoot non se lo fece ripetere 2 volte e consumò il panino in un boccone, ingoiandolo in un istante.
"Ah, cosa farei senza di te, sorellina?" Disse con la mano sullo stomaco, soddisfatto dal pasto appena consumato.
"Saresti morto da un pezzo." Rispose Coco con un sorriso tenero.

"Allora..." Fece la bimba finendo l'ultimo morso del suo panino.
"Quanto hai fatto con la vendita delle moto?" 
"1500 dollari, sorellina."
"Così poco?!?!" Sobbalzò sorpresa.
"Quella roba valeva 10000 dollari a pezzo, come diavolo hai fatto a farti dare così poco?"
"Per questo non dovresti affidarmi questi compiti importanti, sorellina."
Un pugno della bimba gli ficcò la testa nel muro.
"E non mi rispondere, imbecille!"
Era sempre così. Lui faceva guai e lei doveva risolverli.
"La sorella più piccola non dovrebbe picchiare il fratello maggiore... Ah, sei diventata più forte?"Farfugliò lui sputando  un pezzo di muro che era rimasto incastrato tra i denti.
"Ci sono andata piano." Rispose con sguardo severo.
"E la "sorella più piccola" non dovrebbe neanche rubare per nutrire il fratello idiota, ma guarda caso lo faccio."
"Ehi, non tutti nascono con un QI di 164 e con la forza di 10 elefanti, non è colpa mia se non sono intelligente e forte come te." Rispose il giovane mentre si massaggiava il bernoccolo che si era procurato per colpa della botta al muro.
"Tsk, vado a prenderti qualcosa per quel bernoccolo" Una volta finito di sgridare il fratello e aver bendato le ferite che lei stessa gli aveva causato, la bimba decise che avrebbe recuperato quei soldi per conto suo. Era l'unico modo per non vivere più in uno sporco magazzino abbandonato.
"Ehi, mi puoi dire a chi le hai vendute?" 
"Ad un certo Mr Tiny." Rispose con un dito nel naso, ignorando il viso della sorella minore che aveva appena perso colorito.
"Hai venduto le moto al fratello minore di uno dei mafiosi più crudeli di Tundra Town!?!?" 
Il bandicoot le diede una pacca sulla piccola spalla che, secondo la sua logica molto personale e poco comprensibile per ogni essere vivente, avrebbe dovuto esserle di conforto, ma le causarono solo irritazione e strani ringhi psicotici.
"E adesso come diavolo dovrei recuperare i nostri soldi?" Chiese  con un sorriso falsamente calmo che spaventò non poco il fratello.
"Puoi andare lì e chiederli gentilmente, no? Ehehehe" Rise nervosamente, sperando che ci andasse piano.
Un pugno della bimba lo fece schiantare nuovamente nel muro.
"Vado a recuperare i nostri soldi, tu cerca di non dare nell'occhio."
Il giovane alzò il pollice dalle macerie e disse:"Mi affido a te, sorellina."
La bimba non poté fare a meno di sorridere. Nonostante tutti i trattamenti che gli riservava, suo fratello rimaneva un inguaribile ottimista: sempre con il sorriso stampato in volto. 
"Ok, io mi avv..."
"Aspetta un momento!" Esclamò il fratello balzando fuori dalle macerie fresco come una rosa. Si vedeva che era abituato a certi trattamenti.
"Cosa c'è? Avrei una certa fretta."
Il bandicoot si buttò con un front flip su un comodino, incastrò la faccia nel cassetto e prese con la bocca una strana scatola con rifiniture dorate.
"E quella cosa sarebbe?" Chiese Coco con un sopracciglio alzato.
"Una cosa che ti piacerà." Detto ciò il maschio aprì la scatola, mostrando la foto di una bandicoot con indosso un abito da sposa e uno con indosso uno smoking
"E chi sarebbero questi 2? Amici tuoi?"
Il bandicoot scosse la testa.
"Eri così piccola quando è successo, è normale che non ricordi."
Gli occhi di Coco cominciarono a illuminarsi per la sorpresa non appena vide l'estrema somiglianza con la femmina ritratta nella foto.
"Ma questa... è nostra madre?"
Il maggiore annuì e mise la foto tra le mani della sorella.
"Già, siete 2 gocce d'acqua."
"Dove l'hai trovata? Mi avevi detto che tutte le foto di famiglia erano andate perdute in quell'incendio."
"L'ho trovata qualche giorno fa nella cantina della nostra vecchia casa, quella in cui vivevamo prima che tu nascessi.  Che fortuna, eh?"
Fece con un sorriso stampato in volto.
"Sono felice che mia sorella abbia finalmente visto i suoi genitori... AHAHAHAHA!" Se la rise con gioia, notando solo poi il viso rigato di lacrime della sorella.
"Ehi, ehi, perché piangi? Ho detto qualcosa di sbagliato?"
"Come fai a parlare di certi argomenti ridendo? Io proprio non ti capisco certe volte... E in tutto ciò non mi hai mai detto come sono morti. E ogni volta che te lo chiedo rispondi che sono ancora troppo piccola con il tuo solito sorriso da ebete."  Singhiozzò.
La mano del fratello accarezzò con delicatezza il capo della biondina.
"Ti chiedo scusa, Coco, a volte dimentico che rimani pur sempre una bambina. E la risposta sul perché sorrido sempre è piuttosto ovvia." 
La bimba piegò la testa con fare curioso, non capendo.
"Perché ho una fantastica sorella minore, mi pare ovvio."
"Tsk, adulatore." Rispose lei cercando di nascondere la guance leggermente rosse e asciugandosi le lacrime. Era imbarazzante quando si comportava effettivamente da fratello maggiore.
"Vabbè, vado a prendere i nostri soldi." 

"10 ore dopo."
Coco tornò nel magazzino con ben 30000 dollari in contanti.
Una persona normale non arriverebbe mai al modo in cui li aveva ottenuti.
"È incredibile che abbia funzionato."
Infatti la bimba aveva seguito il consiglio del fratello per pura curiosità, ma di certo non si aspettava quell'accoglienza da parte di un gruppo di mafiosi.
Si erano persino scusati per il malinteso dandole 10000 dollari in più e invitandola a cena.
"(Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando gli dirò che ho mangiato il suo piatto preferito senza portargli neanche un avanzo.)" Pensò con un sorriso tenero ma cattvo.
"Ehi, fratellone, sono tornata! Dove sei?" Ci furono vari minuti di silenzio, ma di una risposta nemmeno l'ombra.
"Che diav...?" Un odore ferroso inondò le narici della bimba, disturbandola leggermente, dopodiché una preoccupazione improvvisa la assalì:quello era l'odore di una ferita aperta.
"Fratellone!" La bimba cominciò letteralmente a mettere a soqquadro l'intero magazzino, capovolgendo tavoli e aprendo ogni singola stanza del posto, finché non trovò il corpo esanime del fratello sul letto dove dormivano con un enorme  buco nel petto.
" Ehi, ehi, che è successo, fratellone?!" Chiese la bimba con il respiro affannato.
Il bandicoot aprì a malapena gli occhi, tossì del sangue e sorrise.
"Ti stava cercando..." Sussurrò trattenendo un altro rigetto di sangue.
"Chi?!?" Fece Coco, la mano poggiata sul volto del fratello che sperava che il calore non se ne andasse, ma purtroppo stava diventando sempre più freddo.
"Voleva farti del male..."
"Fratellone, p-perché l'hai fatto? Sai che posso difendermi da sola." Fece con gli occhi gonfi mentre tentava invano di trattenere le lacrime.
Il giovane afferrò la mano della sorella, si specchiò sui suoi occhi azzurri e disse con un sorriso:" Che razza di fratello maggiore sarei se non proteggessi la mia sorellina?" Il respiro del bandicoot cominciò ad affievolirsi.
"Coco..." Disse poggiando la mano  sul capo della sorellina."Un giorno troverai qualcuno in cui potrai riporre la tua massima fiducia, uno che sarà disposto a morire pur di tenerti al sicuro." 
"Andiamo, non scherzare. Non ci sarà mai nessuno come te, soprattutto perché tu resterai con me... Vero?"Chiese con voce tremante.
"Ehehe... Ti voglio bene, Coco, vedi di farmi dei nipotini..." Il bandicoot tossì altro sangue.
"Ok?"
La bimba annuì, le labbra serrate facevano di tutto per impedirle di urlare.
"Bene... Eheheh" Il bandicoot sorrise nuovamente, il respiro si affievolì ancora di più e infine... la vita abbandonò il suo corpo.
"No... non farmi questi scherzi di cattivo gusto!!" La bimba gli diede un pugno in faccia nella speranza che si svegliasse.
"No, no, no. Non puoi farmi questo!" Lo colpì con un altro pugno.
" Non puoi lasciarmi anche tu!" 
Gli diede un terzo pugno sul viso.
"Non puoi morire con quel dannato sorriso da ebete  e lasciarmi sola..." 
Coco tirò su col naso.
"Non puoi..." Sussurrò infine, in ginocchio.

Le ore  passarono, Coco continuava a fissare il corpo senza vita del fratello, le lacrime erano finite da un bel pezzo.
"Persino nella morte, hai continuato a sorridere..." Disse con un sorriso triste, coprendo il corpo con un lenzuolo bianco.
"Oh, che disgrazia." Sussurrò una voce.
"Chi c'è?!" La bandicoot scattò in piedi, allertata dalla voce estranea.
"Ehi, calma. Sono solo uno... spettatore." Una figura taurina comparve alle spalle della bimba, quasi come se fosse sempre stata  lì, e poggiò la mano sulla sua piccola spalla."
" Non toccarmi!" Sibilò la bimba saltando indietro. Non l'aveva neanche sentito arrivare.
"Oh, perché dici questo, piccola?"
"Chi sei?!" 
"Odio perdere tempo, quindi la farò breve... Mi serve una cavia."
La figura taurina diede un secondo sguardo al cadavere del bandicoot.
"E perché dovrei fare da cavia a un tipo inquietante come te e che neanche conosco?"
"Beh, posso dirti chi è stato ad ucciderlo."
La bimba deglutì un grumo di saliva, lo sguardo fisso sul cadavere del fratello. Doveva scoprire chi era l'artefice di quello scempio.
"Affare fatto."
"Ah, adoro quando le cose si risolvono velocemente."

La bimba seguì l'estraneo fino ad un vecchio ospedale abbandonato.
Sembrava uno di quegli ospedali da film dell'orrore di seconda categoria, anche se avrebbe dovuto vedere l'interno per giudicare.
Una volta entrati nell'edificio e raggiunta la stanza in cui fare i suoi cosiddetti"esperimenti", la bimba non si stupì delle precarie condizioni degli interni, però si stupì nel trovare delle unghie in mezzo al corridoio, quasi come se qualcuno fosse stato trascinato a forza al suo interno.
"Stenditi sul lettino, io vado a prendere i ferri." Disse la figura abbandonando la stanza, una lurida camera da letto con i muri completamente  ricoperti di sangue increspato. Non che la cosa la impressionasse( o la sorprendesse...), ma quel sangue sembrava fin troppo fresco, soprattutto perché quell'ospedale aveva chiuso una ventina di anni prima.
"Hm, forse dovrei andarmene da qui..." Nonostante ogni cellula del suo corpo le stesse dicendo " È una trappola, questo ti ammazza, ecc",la bimba non riuscì a nascondere una certa curiosità: mentre erano diretti verso l'ospedale, il tipo le aveva parlato di esseri in grado di spostare montagne, di creature presenti solo nella mitologia e altre cose degne di un libro fantasy. Ovviamente non credeva neanche a una parola, ma la curiosità aveva preso il sopravvento sul buon senso, e poi... doveva assicurarsi di una cosa.
"Spero non si riveli uno psicopatico-ammazza bambini..."
Beh, anche se alla fine si fosse rivelato uno psicopatico-ammazza bambini, lo avrebbe semplicemente pestato fino a fargli uscire gli occhi dalle orbite, quindi la cosa non la preoccupava più di tanto.
Decise così di sedersi sull'unica cosa pulita di quella stanza, un vecchio letto impolverato , aspettare l'estraneo e magari dare un'occhiata in giro.
Girò piano la testa verso il tavolo di fronte al letto e vide una bottiglia con dentro uno strano liquido giallastro, dei ferri arrugginiti che sembravano più strumenti di tortura medioevale e... un dito, o almeno quello che sarebbe dovuto essere un dito, dato l'avanzato stato di decomposizione che lo rendeva irriconoscibile.
"Forse questo posto è stato chiuso per la pessima igiene..." Sospirò un po' schifata, allontanandosi leggermente dal dito per non prendere chissà quali malattie.
Pochi istanti dopo si udì un clangore metallico provenire dall'altra stanza.
"Che diavo...?"In un istante,  un coltello color blu elettrico la interruppe trafiggendole il cuore, ma c'era qualcosa di strano... 
non era morta sul colpo.
Il petto di Coco cominciò letteralmente ad assimilare il coltello, gli occhi azzurri cominciarono ad emanare fulmini che causarono sbalzi di corrente in ogni angolo della città e non solo nell'ospedale, mentre diverse urla di dolore rimbombavano nella sua  testa a ogni pulsazione elettrica. Il problema? Quelle urla non erano sue, anzi... era come se tutte le vittime di quello psicopatico stessero urlando direttamente nel suo cervello.
"Che diavolo..." La bocca di Coco iniziò a perdere filamenti di elettricità.
"...sta succedendo?" 
"Stai morendo." Rispose l'estraneo, comparso davanti alla porta con la delusione negli occhi.
"Cosa?!?"
Uno sbuffo infastidito riempì la stanza.
"Il tuo corpo sta rigettando il potere del guardiano. Probabilmente ti rimangono 5 minuti."
Altri filamenti elettrici cominciarono a straripare dagli occhi della bimba.
"Che cosa mi hai fatto!?"
Il taurino sospirò.
"Ti ho pugnalato, mi sembra ovvio.
Ero riuscito a trasferire i poteri di un guardiano in un oggetto inanimato, un coltello come hai potuto vedere,  ma ogni cavia finiva carbonizzata nei primi 5 secondi.  Ho sentito parlare di una senzatetto  con una forza fuori dal comune e quindi ho pensato che potesse reggerlo, ma sembra che mi sia sbagliato. Ah, un altro fallimento." Fece con un po' di rammarico.
"Metterlo in una fottuta caramella no, eh?" 
Gli occhi di Coco cominciarono a spegnersi, l'elettricità intorno al corpo si disperse e... morì.
"Beh, una promessa è una promessa. Ti dirò chi è stato ad uccidere tuo fratello... Anche se come cadavere non potrai fare molto."Il taurino sollevò il corpo e cominciò a esaminare la pupilla, notando al suo interno  alcuni rimasugli di energia bluastra mista ad elettricità.
"Dannazione,  c'eri quasi. Sarà difficile trovare un'altra cavia che arrivi a questo risultato. A proposito, l'ho ucciso io." Disse con nonchalance, buttando il cadavere sul letto e abbandonando la stanza, ma...
"FREGATO!" Un dolore lancinante al fianco sinistro fece girare il taurino verso il "cadavere".
"Credevi che fossi così stupida da credere a uno come te? Mi serviva solo una confessione per evitare di eliminare un innocente" Disse Coco, il pugno ben impiantato nel fianco del taurino pronto a scaricare tutta l'elettricità accumulata.
"Grrrr...." Ringhiò lui facendo un passo indietro.
"Allora? Fa male? Bene, perché adesso farà ancora più male!"
Coco si preparò a disperdere l'elettricità in quello sporco assassino, ma il corpo del taurino cominciò a emanare un bagliore giallo molto intenso, dopodiché un pugno rivestito da quello stesso bagliore le colpì il muso.
L'impatto fu così violento da travolgerla facendola rotolare sul terreno, per farla tornare poi con la faccia al suolo, priva di sensi.
"Diavolo, ragazzina. Oltre ad essere riuscita a non venire carbonizzata, sei riuscita a incassare il mio colpo senza morire e a controllare l'elettricità all'interno del tuo corpo in meno di 5 minuti." Il taurino fece scivolare lo sguardo sul corpo privo di sensi della biondina.
"Sarai una cavia perfetta." Disse con un sorriso sadico.

"2 ore  dopo"

La bimba spalancò gli occhi di colpo e provò ad alzarsi, ma la cosa le risultò difficile: aveva le braccia bloccate da una camicia di forza e la caviglia  legata alla gamba di un letto.
"Ti sei svegliata finalmente. La cosa mi dà sollievo." Disse il taurino da dietro delle sbarre, gli occhi puntati su un taccuino pieno di appunti.
"Tranquilla, tu sei il mio primo successo, quindi non ho intenzione di ucciderti, però... Ho preso delle precauzioni." Aggiunse indicando la cella in cui era imprigionata e la camicia di forza.
"Credi davvero che questa cella arrugginita e questa giacca fetida mi impediranno di farti fuori? Hai ucciso mio fratello, bastardo!!! E da quanto tempo sei seduto lì, infame?!?" 
Il taurino ignorò gli insulti della piccola e girò un'altra pagina del taccuino, impassibile.
"Sono rimasto qui per assicurarmi che non morissi durante la notte." Rispose pacatamente.
"Oh, ma quanto sono fortunata, abbiamo un assassino dal cuore d'oro... O forse ti piace anche guardare le bambine mentre dormono, eh? Cosa sei, una specie di pedofilo?" Rispose con fin troppo sarcasmo.
Il taurino mise in tasca il taccuino e si avvicinò all'uscita con fare calmo.
"Domani inizieremo i test, ti ho lasciato un pasto caldo sotto il letto. A domani. Ah, ho modificato quella camicia di forza per contenere i tuoi nuovi poteri. Non puoi scappare, piccoletta."  Detto ciò, lasciò la stanza.
"Merda!!" Imprecò lei.
Doveva guardare in faccia la realtà. Solo un miracolo l'avrebbe fatta uscire, e lei non credeva nei miracoli.
"Brutta giornata per essere atei..." Sospirò affranta, per poi strisciare sotto al letto, prendere con la bocca il piatto, metterlo sul tavolino e cominciare a consumarlo voracemente. 


"6 giorno di prigionia."

Coco era nell'angolino, in lacrime, le braccia sotto la camicia di forza  piene di punture. Quel tipo... era completamente matto. Le aveva iniettato una moltitudine di liquidi nel corpo, la maggior parte mentre faceva test sulla sensibilità di certe parti del suo corpo, fortunatamente per lei stando lontano dalle sue intimità. 
Le punture non le avrebbero neanche dato tanto fastidio... se non fosse stato per il fatto  che ogni iniezione era come mettersi l'inferno in vena.
Era diventata una routine: lui entrava con le siringhe, lei reagiva, lui la teneva ferma e lei finiva in lacrime.
Ci provava a trattenerle, ma quel dolore era troppo intenso persino per una come lei.
Non si sarebbe sorpresa se avesse sviluppato una fobia per gli aghi.
"Fratellone... ci sto provando ad essere forte, ma non reggerò per molto." Sussurrò.
Un rumore di passi la destò dai suoi pensieri, quindi  si asciugò le lacrime e ringhiò: il bastardo era arrivato e di certo non voleva dargli la soddisfazione di farsi vedere in quello stato.
"Allora, come ci sentiamo oggi?"
Chiese con ancora quel dannato taccuino tra le mani.
"Una merda, come al solito..." 
"Una bella bambina come te non dovrebbe dire certe parole..." Disse lui giochicchiando con le chiavi della cella.
Coco si trascinò il letto dietro e poggiò la schiena sulle sbarre.
"Muoviti a togliermi questa camicia e a farmi la puntura. Vedere la tua faccia da assassino mi irrita..."
"È bello vedere che stai cominciando a collaborare, ma oggi non ci saranno punture."
Il taurino prese un registratore dalla tasca e cominciò a parlare.
" Risultati del giorno 6: il soggetto è sopravvissuto al trattamento per attivare il fattore di guarigione,  quindi adesso farò qualche test per vedere se è stato un successo o un fallimento.
"Fattore che?" Fece la piccola, ma il pelagus non perse tempo.  Aprì la porta della cella, entrò, afferrò la testa della bambina,  che immobilizzata com'era  poco poteva fare, e le ficcò con efferata veemenza i pollici negli occhi.
"AAAAAAAAAAAAHHHHHH!!! I MIEI OCCHI! NON CI VEDO! NON CI VEDO! DANNATO BASTARDO, CHE DIAVOLO FAI!?!?" Urlò lei contorcendosi dal dolore.
"La reazione al dolore del soggetto è ancora troppo evidente, c'è bisogno di più iniezioni. Continuo il test sul fattore di guarigione."

" 10 ore dopo l'inizio del "test" "

Stesa su una pozza fatta del suo  stesso sangue, la bambina riusciva a stento a respirare. Il suo occhio destro, chiaro e lampeggiante, stava assorbendo la poca  elettricità presente in quella cella, mentre il sinistro era ancora un buco sanguinolento. La sua pelle era bruciata. La bocca era un taglio cadente privo di labbra o espressione.
"Diavolo..." Imprecò con le poche forze rimaste mentre il taurino la osservava con un sorriso in volto.
"Risultati del test: il soggetto non ha sviluppato un fattore di guarigione, ma in compenso... sembra che possa assorbire l'elettricità per curarsi dalle ferite. Lascerò una batteria per permetterle di curarsi durante la notte. Fine registrazione."

"20 giorno di prigionia."

"Ventesimo giorno: il soggetto comincia a mostrare segni di cedimento psicologico, ma rimane fin troppo disubbidiente. Un soggetto che non ubbidisce non mi è di alcuna utilità, ma se fila tutto liscio, tra poco non dovrebbe neanche ricordarsi di tutto questo. Forse la lascerò per qualche giorno a digiuno.
Fine registrazione. 

"24 giorno di prigionia."

"Ok,ok... respira... respira. Tu non sei la prigioniera di uno scienziato psicopatico. Tu sei su un bel letto caldo e stai facendo un incubo. E' solo un incubo, solo..." 
La biondina scoppiò a piangere di colpo e diede una violenta testata contro le sbarre, causandosi così un profondo taglio sulla fronte.
"C-osa mi ha fatto? Questo è tutto un sogno? Questa è realtà o finzione? Aspetta, forse mi sbaglio. Forse è un'illusione e la mia mente è già andata in frantumi. Non posso sopportarlo! Perché non sono ancora morta?!?!
Perché devo sopportare questo dolore?!?!"
Il rumore di una porta cigolante interruppe i deliri della ragazzina.
"Oh, è arrivato... No... No... NON VOGLIO!!"
"Ragazzina, esci da sotto il letto." Disse il taurino aprendo la porta della cella.
"Taci, io devo morire... devo raggiungere mio fratello... TU NON ESISTI! TU NON SEI REALE!" Urlò lei  rattrappendosi sotto quel letto arrugginito.
"Ti ho portato da mangiare."
Al sentire la parola "mangiare" la bimba schizzò in piedi, rubò il piatto dalla zampe del pelagus, lo ingurgitò in un istante e provò a rinfilarsi sotto il letto, ma il taurino la fermò afferrandole il collo.
"Non volevo arrivare a tanto, ma non mi lasci altra scelta." Il pelagus tirò fuori la foto della testa del fratello.
" Perché mi mostri questo?!?!" Gli urlò con le lacrime agli occhi cercando di divincolarsi.
"Avresti  almeno potuto seppellirlo!"
"La carne non cresce sugli alberi..." Sussurrò lui con sguardo cupo, distruggendo la psiche della bimba con quelle poche parole.


"30 minuti dopo."


Lei era lì, gli occhi spalancati sul piatto vuoto che si trovava sul tavolo.
"Sorellina, non ti ho mai visto mangiare così. Dovevo essere delizioso, vero?" 
" Fratellone? Dove sei?!" Lo sguardo della bimba scattò su tutti gli angoli della cella in cerca del fratello, ma non vide nessuno.
"Ma sono qui, non mi vedi?"Coco puntò lo sguardo verso la sua pancia e vide formarsi la faccia del fratello.
"Sono dentro di te!!"
"AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!"
Il suo urlo disperato rimbalzò sui muri della cella con una tale violenza che si sentì persino nelle fogne di tundra town.

"25 giorno di prigionia"

"25 giorno: il soggetto  è stato vittima di allucinazioni per 2 ore intere prima di addormentarsi, quindi ho deciso di monitorare il suo sonno di persona. Non voglio che provi ad ammazzarsi in un attacco di sonnambulismo. Fine registrazione."
Coco si svegliò con un forte mal di testa, gocce di sudore le coprivano la fronte.
"Cosa è successo?" Chiese con gli occhi accecati dalla luce di una lampadina.
"Sono... in una cella? Perché?" La ragazzina vide un tipo con le corna con un registratore in mano che esaminava un taccuino.
"Ehi... Signore, lei chi è? Dove sono?"
Il taurino si girò con fare incuriosito.
"Davvero non sai chi sono?" Chiese.
"Non... lo so... Ci conosciamo?"
La risposta della bandicoot fece sorridere il pelagus.
"Ma come, non riconosci tuo padre?" Fece con le braccia aperte.

"26 giorno, fine dei test."

"26 giorno: la mente del soggetto è crollata del tutto e adesso non si ricorda più niente degli ultimi avvenimenti. Sembra che abbia cancellato anche tutto quello che riguardava suo fratello, probabilmente come meccanismo di autodifesa. Sarà facile manipolare mia figlia. Fine registrazione."


"Parcheggio di tundra town, pochi minuti dopo la distruzione dell'Efìaltis."

2 orsi polari stavano osservando con aria basita il ragazzo impalato sulla limousine del loro capo.
"Pensi che sia morto?" 
"Amico, ha un cazzo di pezzo di motore nel petto, certo che è morto."
"Che diciamo al capo?"
"Secondo te? Che un cazzo di cerchio nero ha fatto schiantare sto cazzo di tipo proprio sopra la sua cazzo di macchina!"
"Credi che ci crederà? Comunque dici troppe parolacce."
"Credo che ci fredderà, non che ci crederà, cazzo.”
"Che succede?" La voce del loro capo, un topo-ragno con indosso uno smoking, fece impallidire i 2 orsi, cosa che risultava abbastanza difficile data la loro peluria bianca.
"Ehm... Signor Big... Niente, è che... abbiamo trovato un cadavere sulla sua auto." Dissero all'unisono i 2 orsi.
Il signor Big incrociò le braccia, spalancando la bocca non appena vide la sua auto, la sua preziosa limousine, completamente distrutta, ignorando completamente il corpo del ragazzo che giaceva sul cofano.
"Brutti idioti! Avevate un solo lavoro: fare la guardia alla mia auto. E voi cosa fate?  Riuscite a ridurla così in meno di un'o..." 
"Ehi..." Lo sguardo irritato del boss mafioso si trasformò in uno sguardo incredulo non appena il "cadavere" cominciò a parlare e a muoversi.
"Dovete per forza fare tutto questo casino? Stavo cercando di riposare." Si lamentò il ragazzo accarezzandosi   la testa dolente.
"È vivo?!?!" Urlarono sgomenti i 3 mammiferi.
"Eh? Perché quelle facce? Per caso siete feriti?" Francys si fermò, guardò il tubo che gli trafiggeva il petto e il suo sangue che sgorgava a flotti.
"Oh... Io sono ferito... Ehehehe." Fece con un sorriso da idiota.
"Eeeeeeeeeehhhhhh?!?!" Dopo un tot di minuti di sorpresa generale, uno degli orsi si avvicinò con aria preoccupata al ragazzo.
"Ehi, ragazzino, non muoverti, adesso ti porteremo in ospedale."
Il ragazzo non diede peso alle parole dell'orso e si staccò il pezzo di ferro che aveva nel petto insieme a qualche pezzo di cuore come se nulla fosse.
"Ah, un fastidio in meno a cui pensare. " 
La semplicità con cui trattava quella ferita mortale fece letteralmente uscire gli occhi dalle orbite ai 3 mammiferi, i quali rimasero immobili senza sapere cosa fare, allibiti. Dopotutto, nessuno si sarebbe mai preparato per una cosa del genere.
"Potreste smetterla di guardarmi con quelle facce?" Il petto del ragazzo ricominciò a emanare una luce rossastra, ma stavolta, stranamente, la cosa non gli causò dolore, no. Era più un calore estremamente rassicurante, quasi come il tocco di una madre che abbracciava il suo bambino appena nato.
"Hmmm... Beh, meglio tornare a casa prima che ricominci a bruciare." Francys si alzò in piedi, squadrò un attimo i 3 mammiferi davanti a sè e chiese:" ehm, sapete da che parte si trova la tana del pannolino?"
I 3, ancora palesemente sbigottiti da quello a cui avevano appena assistito, indicarono la loro sinistra e diedero la distanza che avrebbe dovuto percorrere per raggiungerla al ragazzo, il quale rispose ringraziando con un gesto di rispetto e iniziando a correre verso la direzione indicatagli." Vi pagherò i danni per quell'auto, grazie ancora!" Gli urlò mentre andava via, diretto verso casa.


"Tana del pannolino"

"Diavolo, qui dentro si gela..." Commentò guardando le precarie condizioni del posto.
L'appartamento... era completamente ricoperto di ghiaccio nero e Judy, Daisy e Coco erano sparite, ma, fortunatamente, non sembravano esserci tracce di sangue.
"Judy! Ragazzina! Trucy! Daisy! Ci siete?"  
"Ehi, idiota, sei tu? Vieni a liberarmi, muoviti!"
Il guardiano scattò verso la cucina con un sorriso, sollevato dal fatto che fosse ancora viva.
Aperta la porta, lo spettacolo che si ritrovò di fronte fu...esilarante.
Trucy era congelata dal collo in giù, una smorfia di rabbia decorava il suo viso insieme a un paio di vene pulsanti e i denti battevano ritmicamente per colpa del freddo.
"AHAHAHAHAH!" Il ragazzo cominciò letteralmente a rotolare a terra per le troppe risate. Era stranamente soddisfacente vedere quella che faceva tanto la dura ridotta in quello stato.
"Che cazzo ridi, imbecille? Muoviti a liberarmi, così posso ammazzarti di botte per aver riso di me e poi ammazzare di botte quella che mi ha ridotto così."
"Aspetta... eheh... Aspetta, fammi riprendere fiato." Il ragazzo osservò di nuovo la coniglietta e disse:"sembra che tu sia stata...FREDDATA! AHAHAHAHA!"
Le vene sul cranio della ragazza mostravano palesemente quanto fosse irritata, ma il ragazzo continuò a prenderla in giro.
"Aspetta, aspetta, ne ho un'altra... Sei sempre stata...TROPPO FREDDA! AHAHAHAHAH!"
"STA ZITTO!!" Francys si ammutolì di colpo.
"Oh, è stato facile." Commentò Trucy leggermente sorpresa.
"Comunque..." Continuò.
"Puoi controllare se Daisy sta ancora sotto il letto? Credo sia rimasta lì tutto il tempo."
"Sotto il letto? Perché sotto il letto?"
Chiese confuso.
"Perché le ho dato un pugno sulla testa, ma poi è venuta quella dannata ragazzina col suo amico lupetto."
La faccia del ragazzo fece uno sguardo ancora più confuso.
"Pugno? Perché un pugno?"
"Perché si stava comportando male e stava sparando stupidaggini. E non farmi la predica per aver picchiato mia sorella, chiaro? L'ho colpita piano."
"La mia maestra una volta mi ha buttato nella tana di un grifone perché avevo mangiato un cimelio importante... Avevo 5 anni... AHAHAHA!" Se la rise lui mentre cercava Daisy tra le cianfrusaglie che stavano sotto quel letto. 
"A nessuno interessa, pensa a cercare mia sorella." 
"Trucy, qui non c'è nessuno..."
Il cuore della coniglietta perse un battito.
"N-nessuno? Come "nessuno"?
"Beh,ho trovato uno scarafaggio bello grosso, conta?" Chiese lui con tono sarcastico.
"AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH"
L'urlo di panico che aveva fatto la coniglietta avrebbe  fatto rizzare i peli persino a un bradipo.
"Wow, wow, che hai?"
"Devi liberarmi! Adesso! Devi farlo! Quella ragazzina ha seguito quei 2! Quella si farà ammazzare! Perché diavolo quella ragazzina è così attratta dalle cose pericolose? Perché?"
Il guardiano incrociò le braccia.
"Forse è una cosa di famiglia, ehehe."
Trucy lo fulminò con lo sguardo.
"Non sei divertente! Muoviti, liberami."
"No." 
"Come scusa?"
"Non ti libererò." Rispose pacatamente alzandosi in piedi.
"Devo comunque andare a recuperare il MIO ostaggio, meglio che tu rimanga qui, al sicuro. Ci penso io alla piccola."
"Ma se stai già sanguinando dagli occhi!!"
"Cosa?" Improvvisamente, il dolore al petto tornò più intenso di prima, facendolo piegare dal dolore, mentre la luce rossastra presente in esso aveva cominciato a muoversi verso il collo e un senso di nausea accompagnava il tutto.
"Ehi... Stai bene?" Chiese Trucy, mal nascondendo una leggera preoccupazione.
Il collo del ragazzo cominciò a gonfiarsi in modo innaturale, ingenti quantità di sangue cominciarono a uscirgli dalla bocca,  le vene pulsanti sul collo segnavano lo sforzo che stava facendo per non vomitare.
"Credo di star...." Dopo uno strano verso, dalla bocca del Guardiano uscì un disgustoso ammasso di carne e sangue  che pulsava ritmicamente.
"Disgustoso..." Commentò Trucy.
"Già... un po' schifoso..." Rispose il ragazzo riprendendo fiato. Sperava vivamente che i dolori fossero finiti.
"Ah... Io vado, tu non muoverti, ok?"
"Come se potessi fare qualcosa..." Sbuffò infastidita, cercando di ignorare quella roba disgustosa appena vomitata dal ragazzo presente sul SUO pavimento e che, probabilmente, avrebbe dovuto pulire in seguito.
"Vuoi davvero lasciarmi qui? Almeno potresti scongelare questa roba?"
Il ragazzo ci pensò qualche secondo e rispose con un secco "no".
"Ma perché?" 
"Perché potresti seguirmi." Disse mentre il suo corpo cominciava a tramutarsi in sangue e a infilarsi nelle fessure presenti nell'appartamento.
"Ehi, aspetta, prometto che non ti segui..." Troppo tardi, il ragazzo era ormai andato.
"E che diavolo dovrei fare mentre aspetto?!?" Si lamentò.
"Potrei farti compagnia io!" 
"Eh?" La voce infantile  che aveva appena sentito proveniva dalla roba   vomitata da Francys.
"Ma che diavolo?"
Un esile corpicino con ali da pipistrello e dalle sembianze feline uscì dall'ammasso di carne pulsante.
"Tsk, adesso le ho viste tutte.”


"Magazzino di vini abbandonato di Tundra Town ( Ma che strana coincidenza... AH!)"

Un forte odore di vino non poté fare a meno di infastidire l'olfatto della bandicoot, svegliandola.
"BRUTTO IDIOTA! COME HAI OSATO COLPIRMI CON QUELLA MANO LERCIA?!?!" La giovane presto notò di non star parlando con nessuno, anzi... non era nemmeno nell'appartamento di quella coniglietta. Provò a muovere le braccia, ma erano ancora ben legate.
"Ti sei svegliata finalmente."
Coco impallidì. Quella voce poteva significare solo una cosa.
"Cos'è quella faccia? Non sei felice di vedere tua sorella?" Chiese Yuria con uno sguardo che non faceva trasparire alcuna emozione.
Calò un silenzio di tomba, rotto solo dal respiro pesante della povera ragazza, adesso estremamente intimorita.
"P-perché s-sei qui?" Balbettò.
Una punta di ghiaccio perforò la gamba della bionda.
"Grrrrr..." Ringhiò a denti stretti, trattenendo l'urlo che cercava di farsi strada attraverso la bocca.
"Perché sono qui? Dovresti saperlo." Disse Yuria camminando attorno alla sorella.
"Hai fallito la tua missione. Sai cosa vuol dire, vero?" 
Il respiro della bandicoot cominciò a farsi più pesante, la sua paura era quasi tangibile. 
"Non è passata neanche una settimana, mi serve più tem..."
"Ti abbiamo trovata legata e completamente inerme, pensi davvero che io sia così stupida?"
La punta di ghiaccio all'interno del coscia della ragazza cominciò a entrare ancora più in profondità, congelandogliela dall'interno e rendendola inutilizzabile.
"Aspetta, posso anco..."
"SILENZIO!" La interruppe con tono da rimprovero, poi sorrise. Un sorriso fin troppo gentile considerando quello che stava per fare.
"Ehehe... Fai tanto la dura, ma alla fine hai paura della morte come tutti i deboli. Sei patetica! Eri perfettamente consapevole delle conseguenze. Fallimento significa morte, lo hai sempre saputo."
"Io non ho paura di morire..." Sussurrò con voce tremante.
"Oh, davvero? E perché tremi, sorella?"
Coco abbassò lo sguardo. 
"Perché... Perché..."Un sospiro di rassegnazione le uscì dalla bocca. Forse semplicemente non riusciva ad accettare che quella fosse la fine del suo viaggio: aveva combattuto così tanto, catturato e ucciso così tanti guardiani, solo per rendere felice suo padre, per renderlo fiero di lei. 
"Perché?" Chiese nuovamente Yuria.
"Avrei preferito che fosse nostro padre a eliminarmi. Dopo tutto quello che ho fatto per lui, pensavo di meritarmi di essere uccisa per mano sua..."
"AHAHAHAHAH!" La risata della bambina rimbombò tra le mura del magazzino, colpendo il cuore della bandicoot più duramente di qualsiasi ferita.
"Nostro padre non si sporcherebbe mai la mani con un fallimento che non è stato neanche capace di compiere la sua missione. Ringrazia la sua bontà, perché se fosse stato per me o per mio fratello, avrei mandato una delle creature che tiene nel suo "zoo" a divorarti." 
"Forse è quello che mi merito per averlo deluso..." Fece con un sorriso pieno di rammarico, accettando il suo destino, mentre 
una falce di ghiaccio nero si formava tra le mani della bambina.
" Probabile, ma ti prometto che sarà una cosa indolore... La parte in cui morirai almeno. Però... prima risponderai ad alcune domande."Yuria mise la lama della falce sulla gola della ragazza.
"Hai spifferato qualcosa?" La bandicoot ringhiò, visibilmente offesa dalle parole della sorella.
"Sai benissimo che non tradirei mai nostro padre!"
"Molto bene."
La bambina spostò la lama della falce sul capo della bionda.
"Io e mio fratello non riusciamo più a percepire l'aura del guardiano a cui stiamo dando la caccia. Sai cosa è successo?"
La bionda scosse la testa. Non aveva idea di dove fosse, tantomeno di cosa stesse facendo. Non che la cosa le importasse, tanto sarebbe morta a breve.
"È un vero peccato..." Disse lei, apprestandosi a uccidere la sorella con un singolo fendente.
"FERMAAAAAAAAAAA!"
Urlò la voce di una bambina di nostra conoscenza, fermando Yuria proprio un attimo prima che trafiggesse il cranio della bandicoot.
"Hm?" Coco cominciò a sentire una strana sensazione sotto la maglietta.
"Eh?" Dalla scollatura della bandicoot uscì la testa di Daisy che, dandosi una spinta con le zampe, uscì come se fosse la cosa più normale del mondo, il volto imbronciato in un futile tentativo di sembrare minacciosa.
"Tu non puoi ucciderla!" Urlò lei con la guance gonfie d'aria.
"Quando diavolo ti sei messa lì dentro, ragazzina? E come diavolo ho fatto a non accorgermene?"Chiese Coco con la bocca spalancata.
La bambina ignorò la domanda e continuò a guardare male la bimba dei ghiacci.
"Zio Francys si è sforzato tanto per evitare che quel mostro cattivo si mangiasse questa signorina, quindi non posso permettere che le succeda qualcosa!" 
Esclamò lei, gli occhi colmi di determinazione. "Quel tipo mi avrebbe salvata? Non ho idea di cosa tu stia parlando, ragazzina, ma è come dice lei. I fallimenti devono morire, non posso farci nu..." La bionda vide la sorella alzare la falce contro la coniglietta.
"Attenta!!!" Esclamò, spostandola con un un calcio poco prima che la falce di Yuria la decapitasse.
"Wow, wow!" Gridò la bimba rotolando in un cumulo di barili.
"Sei sempre stata la più debole di noi, sorella. Nostro padre ti teneva solo perché eri il suo primo successo, ma le regole valgono per tutti, persino per te. Quindi... Perché perdi tempo a salvare esseri inferiori come questa coniglietta ?" Chiese Yuria estraendo la punta della sua arma dal terreno e preparandosi a colpire di nuovo.
"Non è una guardiana, solo una ragazzina che pensa che tutto questo sia un gioco. Lasciala andare." 
"No." Fu la secca risposta della bimba in nero.
"Cosa?" La punta di ghiaccio all'interno della coscia della bionda si scavò una via  verso i visceri.
"Grrrrrrrr....  dannazione!" Imprecò lei irrigidendo i muscoli.
"Non credevo avessi una coscienza, Coco. Insomma, hai ucciso così tanti guardiani, e certe volte ti sei pure divertita nel farlo. 
Adesso che ci penso, il nostro obbiettivo si chiama Francys, giusto?" La ragazzina afferrò Daisy per le orecchie e le mise la lama della falce accanto alla guancia.
"Ahia, Ahia, mi fai male!" Si lamentò la piccola mentre cercava di divincolarsi.
"Forse dovrei farle qualche domanda prima di eliminarla..."
 "Sorellonaaaaaaaaaaaaa! Posso entrare? Fare il palo è noioso!" Chiese una voce fuori dal magazzino.
"Non ti preoccupare, fratellino, adesso puoi entrare. Abbiamo un ospite." Una piccola esplosione di fiamme bianche formò il corpo di un lupo bianco davanti ai tre mammiferi.
"Oh, oh, chi? Posso bruciarlo?" Chiese Kano con la coda scodinzolante.
Yuria gli fece vedere la coniglietta che aveva tra le mani.
"Questa ragazzina potrebbe sapere dove si trova il guardiano. Usa il tuo fuoco per farla parlare, ok?"
Il giovane lupo prese tra le fauci la coniglietta, che non aveva smesso di dimenarsi neanche un secondo, e se la portò nella zona del magazzino dove venivano conservati i vini più pregiati.
Una volta chiusa la porta della stanza, il canide spostò con la coda un paio di vecchie bottiglie impolverate per sgombrare un tavolo e mollò Daisy su di esso.
"Allora..." Fece con un ringhio.
"Vuoi parlare o devo ustionarti per bene?" La bambina rispose con una sonora pernacchia, cosa che irritò il lupo.
"Ehehe, forse non ti rendi conto della situazione in cui ti trovi..."
"No, me ne rendo conto, ma tu non puoi farmi del male." Disse con un sorriso sicuro tra le labbra.
"Oh, e cosa te lo fa pensare?"
La bambina squadrò per bene il muso di quel "cattivone" e rispose:"
Beh, sembri piuttosto deboluccio per essere il..."
 La bimba cominciò a contarsi le dita. "... Quarto cattivo che verrà pestato, quindi lo zio stamperà il suo bel pugno sul tuo brutto muso. E sculaccerà tua sorella per essere stata una bambina cattiva. È una bambina, giusto? Era molto più bassa dello zio."
"Debole? Io?!?" Ruggì lui, infastidito da quell'atteggiamento così presuntuoso.
"Esatto. Tu." Confermò la piccola. 
La temperatura della stanza cominciò ad alzarsi vertiginosamente, sprizzi di fiamme bianche cominciarono a circondare la stanza, ma la bimba, nonostante tutto, non perse neanche per un secondo il suo sguardo, sicura che lo "zio" l'avrebbe salvata a breve.
"Hai 10 secondi prima che ti riduca a un mucchietto di cenere." Sibilò lui perdendo fiamme dalla bocca.
"Beh, girati e lo scoprirai." Disse lei con un sorriso da" Ohoh, adesso te mena."
"Nessuno cascherebbe a un trucco così ve..."
Il lupo si paralizzò di colpo: c'era un'enorme afflusso  di energia a pochi metri da lui, esattamente alle sue spalle, ma non era minimamente paragonabile a quello della sorella, anzi... Non era paragonabile a niente.
"Bene, sono qui. Cosa volevi dirmi?" Chiese Francys, le braccia conserte in attesa di incrociare gli occhi con quelli del lupo, il quale sobbalzò non appena vide del sangue zampillare dalle crepe presenti sul pavimento.
"Sembra che qualcuno abbia troppa paura per rispondere..." Il ragazzo afferrò la coda del lupo, lo sollevò e lo guardò dritto negli occhi: voleva chiedere informazioni sull'ubicazione della sua maestra , ma il lupetto sembrava decisamente troppo impaurito per parlare. Quindi decise di finirla in fretta.
"Ho sentito quella minaccia, sai? Minacciare una ragazzina non è molto carino..." La sclera del guardiano cominciò a coprirsi di venature rossastre, la mano con il quale teneva il lupo iniziò a far sgorgare ingenti quantità di sangue, mentre il respiro del canide, ormai completamente paralizzato dalla paura, era praticamente impercettibile.
"Sei stato un cane cattivo... Ehehehe." Rise lui.

"Nota del tizio che ha scritto." 
Spero che vi piacciano.(E sì, l'ho diviso in 2 parti, anche se non credo che verrà lunga come questa.)

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              A sinistra Coco bambina, a destra la nostra cara Yuria.
Ringraziamo il mio fedele servitore per i disegni.(Ti voglio bene, Pasquale)

 

   
 
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