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Autore: _Akimi    24/11/2017    2 recensioni
[Marceline x Gommarosa - Victorian!AU]
"Ricorda i giorni dell'anno, le quattro stagioni e il sempre plumbeo cielo dell'Impero; rimembra che un'ora non è che composta da sessanta minuti e un misero minuto da altri sessanta, piccoli secondi.
E si sente sciocca ancora una volta, Gommarosa, perché la scienza non è infallibile, ma lo è comunque meno della donna che attende da una vita."
Storia partecipante all’Iniziativa "Halloween Town Femslash” indetta dal gruppo LongLiveToTheFemslash
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Gommarosa, Marceline
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Magic is easy as one, two, three!

1850s, Glasgow
Scozia

Sono strette, le strade di Glesga; tolgono il respiro ad ogni passo e inghiottiscono i viandanti nell'oscurità, ingannando lo sguardo dei più impressionabili.
Sono strette, le strade di Glesga, e Gommarosa le conosce alla perfezione, ma una parte di sé non può che rimanere intimorita all'idea di attraversare la città al buio.
Lei, che si risveglia con le prime luci dell'alba, ed è sempre lei che, per indole, è guidata dal proprio raziocinio e non dalle emozioni.
Eppure non è semplice in un contesto come quello in cui è immersa; l'umidità attraversa i suoi vestiti, sente la gonna del suo vestito inzupparsi quando cerca di evitare delle pozzanghere e la frangia le ricade sugli occhi, obbligandola a fermarsi per allontanare i ciuffi di capelli ribelli.
Il freddo scozzese le intorpidisce le fini dita che, tremanti, stringono un piccolo orologio da tasca ricevuto in dono pochi anni prima.
Guarda le lancette muoversi, appaiono più lente del solito e si domanda se il tempo non abbia deciso di giocarle un brutto scherzo, illudendola nella già interminabile notte.
Ma il tempo segue regole logiche – Pensa lei, sentendosi stupida nel dubitare delle sue infinite conoscenze.
Ricorda i giorni dell'anno, le quattro stagioni e il sempre plumbeo cielo dell'Impero; rimembra che un'ora non è che composta da sessanta minuti e un misero minuto da altri sessanta, piccoli secondi.
E si sente sciocca ancora una volta, Gommarosa, perché la scienza non è infallibile, ma lo è comunque meno della donna che attende da una vita.

Parola di prestigiatrice - le aveva detto settimane prima, un sorriso sarcastico ad illuminarle il volto pallido e gli occhi scuri ad osservare la compagna rimasta incantata dal suo ultimo trucco di magia.
Ma la parola di una prestigiatrice vale meno di un mezzo penny, adesso lo sa, e si ripromette di non ricadere più nella stessa trappola.
Vuole credere di non essere così sciocca: Marceline Abadeer, la Regina Vampira – come i suoi spettatori la conoscono – vale meno di una misera moneta, e Gommarosa conosce ben altri modi per trascorrere il suo prezioso tempo.
La sua vita non si rispecchia nelle pozzanghere nere di Glasgow né nei suoi vicoli fatiscenti; appartiene all'alta società, alla vita mondana della capitale e una parte di sé è fortemente convinta che l'aver abbandonato casa per incontrare l'altra sia stata una scelta piuttosto stupida.

E il suo errore viene ripagato così, in una lunga attesa dove la paura inizia di nuovo ad insidiarsi dentro di lei, portandola a farsi piccola contro la parete umida di un palazzo, evitando i liquidi di dubbia provenienza che confluiscono ai bordi delle strade.
A quel punto il suo sguardo ritorna al suo orologio ed è in pochi attimi che nota come, contro qualsiasi sua amata legge della scienza, le lancette inizino a roteare veloci.
Il ticchettio si fa più rumoroso e il silenzio ritorna solo quando le linee sottili si fermano sul numero dodici, indicando la mezzanotte precisa.
Allora strabuzza gli occhi, la povera Gommarosa, e l'istinto ha la meglio su di lei; un movimento brusco del braccio la porta a gettare lo stregato oggetto verso il lato opposto della strada.
Vede quest'ultimo frantumarsi in piccoli frammenti che, nella notte oscura, cominciano ad essere fonte di luce.
È un'aurea perlacea che la porta a schermarsi gli occhi, alza la mano per difendere lo sguardo dall'innaturale luminosità ed è nel bagliore che una figura famigliare si materializza, accompagnata da una risata beffarda che Gommarosa riconosce facilmente.

«Sei elegante come sempre, Bonnibel
Un viso pallido appare nel suo campo visivo, un sorriso la accoglie e trema appena, Gommarosa, cercando di mostrarsi neutrale al tardo arrivo della sua compagna.
«Non mi chiamare così, sono solo Gommarosa per te.»
Risponde a tono, la principessina, una smorfia le compare sul volto e deve ammettere di essere delusa, quasi disgustata dall'indifferenza di Marceline.
Una parte di lei ne è consapevole, sa che la perdonerà come tutte le altre volte, ma in questa occasione riflette e pensa che l'altra non si meriti completamente la sua gentilezza.
«Adesso è così che ci comportiamo? Non mi vorrai così male, vero Gommarosa
Marceline finge un'espressione offesa, le sue sopracciglia si inarcano e il suo sguardo si assottiglia, ora turbata ora infastidita.
Non accetta un rifiuto facilmente e la distanza che Bonnibel – o meglio, Gommarosa – crea inutilmente tra di loro la diverte, anche se non la stupisce più.
«Non potrei mai volertene, questo lo sai.»
Inizia rispondendo l'altra, incrocia le braccia quasi a volersi difendere dall'avanzare della compagna, ma poco dopo allunga una mano verso di lei, accennando un sorriso cortese.
«Sei in ritardo, mi avevi promesso che saresti arrivata alle-»
Marceline la interrompe con un bacio casto sulle labbra, leggero e sfuggente proprio come uno dei suoi trucchi di magie; è sempre stata così, in fondo, inafferrabile e regina degli inganni.
Ma alcune bugie non riesce neppure a pronunciarle, sarebbero troppo anche per lei, abituata ad una vita di illusioni e di false pretese.
Gommarosa è l'unica costante in una notte come questa e Marceline lo deve ammettere, non vorrebbe mai perderla per la sua caparbietà.
«Credo che tu abbia ragione, ma solo un po'.»
Lo bisbiglia intrecciando le dita tra le sue; osserva il suo viso pulito, i lineamenti fini e l'arricciarsi del suo naso non appena le schiocca un nuovo bacio, questa volta sulla guancia che, anche se attorniate dall'oscurità, Marceline può vedere arrossarsi.


Sono strette, le strade di Glesga; tolgono il respiro ad ogni passo e inghiottiscono i viandanti nell'oscurità, ingannando lo sguardo dei più impressionabili.
Sono strette, le strade di Glesga, ma Marceline ama l'intimità che si crea nella notte attorno a loro; Gommarosa ha solo occhi per lei e a differenza dei suoi spettacoli, Marceline deve ancora scoprire quale trucco si celi dietro la costante dedizione dell'altra.
«Un giorno mi dovrai spiegare che cosa hai messo in quell'orologio, per farlo esplodere così.»
E Marceline ride, divertita ancora dal mondo in cui Bonnibel cerchi la verità ad ogni costo, ricerca che prima o poi la metterà nei guai.
«Questo rimane un segreto, cara mia.»
 
Note:
-Glesga:
Glasgow in lingua scots.
-Prestigiatori: Nell'epoca vittoriana ci fu un vero e proprio boom di giochi di magia, è una caratteristica di quest'epoca e mi piaceva l'idea di rendere Marceline una prestigiatrice in questa AU.
Il titolo è preso da una citazione di Zatanna Zatara (personaggio della DC comics) nel videogioco Injustice; questo perché l'ispirazione mi è venuta pensando a lei e ai suoi bellissimi abiti *sigh*.
Non ho capito perché la Scozia venga dimenticata quando si parla di scrivere una Victorian!AU, a quei tempi Glasgow aveva il suo centro industriale, sicuramente non ai livelli di Londra, ma è un dispiacere evitare nelle fanfic la Scozia quando offre buoni spunti per scrivere.

Il prompt era il seguente - Londra, epoca vittoriana. La nebbia è fitta, le figure non si distinguono. Le strade sembrano piene di bisbigli inconsistenti, ogni tanto qualcosa si muove e si risponde. A ha i brividi e spera che B torni presto. (Bonus: Promessa)
Spero che il non aver scelto Londra non diventi un buon motivo per essere messa alla gogna LMAO.
  
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